domenica 29 maggio 2011

A Sea change



L'acidificazione degli oceani  (tradotto da: Sailors for the Sea)

Probabilmente il nostro pianeta avrebbe dovuto essere chiamato "Oceano" piuttosto che "Terra", visto che la maggior parte della Terra è composto non di terra ma di acqua: il settantuno per cento per essere precisi. Anche gli esseri umani sono costituiti prevalentemente di acqua, un settanta per cento che sorprende per l'analogia. In entrambi i casi è necessario che l'acqua abbia un pH corretto e non solo per la salute, ma per la sopravvivenza a lungo termine della stessa specie umana. Tuttavia, recentemente il pH degli oceani sta cambiando, sta diventando più acido. L'acqua di mare è naturalmente alcalina, con un pH che va da 7,8 a 8,5 (7 è neutro). A partire dalla rivoluzione industriale e il conseguente inquinamento atmosferico, il pH è sceso quasi del trenta per cento, il più grande cambiamento del pH nell'acqua negli ultimi due miliardi di anni. Gli scienziati sono convinti che questo calo è una conseguenza diretta delle abitudini degli esseri umani che producono quantità eccessive di anidride carbonica tramite, le emissioni di auto, combustione di carbone, gas naturale e petrolio, la deforestazione, l'aumento nel bestiame, e anche alcune delle nostre energie alternative nuove, come l'etanolo, per citarne alcuni. Queste emissioni saturano la nostra aria, esacerbando il riscaldamento globale. Quando l'acqua e l'aria entrano in contatto c'è uno scambio di gas. Da decenni, i nostri oceani hanno assorbito circa un terzo di questa anidride carbonica in eccesso, plausibilmente salvandoci da una crisi molto più grande di quella che stiamo attualmente affrontando. Con l'assunzione quotidiana di ventidue milioni di tonnellate di anidride carbonica, e una proiezione annuale di due miliardi di tonnellate, le nostre acque non possono più tenere questo passo. Gli oceani stanno funzionando come una macchina ad ossigeno per il nostro pianeta, moderano il nostro clima e, come noto, fanno da filtro all'inquinamento. Essi ci forniscono una ricca diversità di prodotti alimentari, minerali e medicinali. Ci rivolgiamo a loro anche come una fonte di divertimento, relax, svago e ispirazione. Tuttavia, a causa di questo calo costante e senza controllo del pH, i nostri oceani sono in difficoltà, rappresentando una minaccia per la vita marina, gli ecosistemi costieri e pelagici, la nostra economia, le culture costiere e la società in generale. I nostri mari sono ricchi di organismi che dipendono dai loro gusci di protezione per sopravvivere. Plancton, molluschi e crostacei sono alcuni esempi ben noti. Ma quando gli oceani assorbono anidride carbonica si forma acido carbonico. Questo è lo stesso acido che si utilizza per le bibite frizzanti ma, in questo caso, dissolve i gusci, rendendo questi organismi vulnerabili. Poiché molti di questi organismi costituiscono la base della catena alimentare marina, che a sua volta sostiene la vita sulla terra, questa ripartizione ha effetti radicali. In altre parole, quando i fitoplancton sono in pericolo, tutta la vita - sulla terra o in mare - condivide il loro destino. Mentre è normale per il plancton scaricare periodicamente il guscio al fine di regolare l'acidità degli oceani (che a sua volta aiuta a regolare la temperatura del pianeta), l'acidificazione degli oceani generata dall'uomo ha interrotto questo ciclo naturale. Come risultato,  le brulicanti barriere coralline con tanta vita, simili a foreste pluviali subacquee, stanno morendo e con loro un milione di specie diverse potrebbero subire lo stesso destino. A questo punto molte comunità costiere perderebbero la protezione naturale nei confronti di tempeste e uragani. Naturalmente, questo declino nella barriera corallina e il fitoplancton ha avuto un profondo effetto su tutta la vita marina, gli stock ittici sono già al collasso. Per esempio, le acque intorno alle isole Aleutine, una volta uno splendente ambiente oceanico pieno di vita, con leoni marini, lontre di mare, orche e foreste sottomarine di alghe, sono ormai sterili, a causa del plancton che sta morendo. Ma non stiamo solamente interferendo direttamente con la catena alimentare, ma all'orizzonte si prevedono profonde implicazioni economiche, infatti gli americani spendono quasi sessanta miliardi di dollari ogni anno in pesce e crostacei, e la pesca fornisce lavoro a circa settantamila persone, dove finirà tutto ciò?. I due fattori più importanti per la sopravvivenza di un organismo in mare sono la temperatura e l'acidità, e attraverso l'acidificazione degli oceani noi stiamo alterando entrambi. Ci sono molte scuole di pensiero in merito alla gravità di questo problema. Alcuni ritengono che anche se ci fermassimo ora ai nostri oceani ci vorrebbero 10 mila anni per riprendersi, ma la reale portata del danno sarà determinato nel corso degli anni a venire, quando ulteriori indagini e verifiche potranno aumentare la nostra comprensione del problema. ....

Che cosa si può fare?
  • Aiuta la conservazione degli oceani diventando membro di Sailors for the Sea
  • Informati su questo problema e documentati
  • Ridurci l'utilizzo delle automobili e/ o utilizza auto a basse emissioni
  • Acquista ed utilizza energia prodotta da fonti alternative, informandoti meglio su questo argomento e sulle opportunità offerte dai fornitori
  • Privilegia l'utilizzo dei pannelli solari
  • Utilizza di più la bicicletta o vai a piedi
  • Evita l'utilizzo del carbone
  • Vai a vela
Il sito Sailors for the Sea


Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...