giovedì 26 aprile 2012

Umiliati e offesi

La copertina del libro, da  Oscar Mondadori
Queste settimane piovose nell'attesa delle gite in barca mi hanno piacevolmente ridestato il desiderio di leggere qualcosa che mi scuotesse dal miserabile torpore che ci viene imposto dai media e dai potenti che li controllano. Mi sono ritrovato immerso in "Umiliati e offesi" questo bel romanzo, forse a tratti un po' immaturo, del grande Dostoevskij ma che "nell'andamento un po' nervoso e mutevole dell'intreccio" delinea in modo chiaro ed inequivocabile il complesso ideale dell'autore, ideale che, dopo la sua maturazione, si trasferirà nelle sue varie sfaccettature in tutta la letteratura del Novecento. Solo dopo aver letto i grandi narratori dello scorso secolo, tra quelli da me più amati Giovanni Verga, Jean Paul Sartre, e poi Albert Camus, Herman Hesse, Heinrich Böll si può capire l'enorme influenza che Dostoevskij abbia avuto sul loro pensiero.
Non mi posso permettere di fare una recensione su questo libro, che vivamente consiglio, mi voglio solo soffermare nella, a dir poco magistrale, rappresentazione che viene fatta del perfido principe Piotr Valkovskij durante il loro colloquio a cena, al capitolo decimo. A mio parere, nella rappresentazione della storia e della complessa gamma dei sentimenti dei personaggi, Dostoevskij raggiunge, in questo punto del romanzo, il suo apice: "C'è una voluttà speciale nel togliersi improvvisamente la maschera, nel cinismo con cui un uomo può mostrarsi davanti a un altro senza nemmeno dargli la soddisfazione di vergognarsi dinnanzi a lui ....... La personalità, l'io. Tutto è per me, il mondo è stato creato per me .... Io, per esempio, mi sono sciolto da tempo da ogni legame e da ogni dovere. Mi considero impegnato quando la cosa mi può essere utile ..." . Ma l'aspetto straordinario è come il malvagio principe inverta consapevolmente la scala dei valori: "Quanta più virtù c'è in una faccenda, tanto maggiore è l'egoismo ... la vita è una affare commerciale; non sprecate il denaro per niente, limitatevi casomai a pagare i servizi che vi vengono resi; avrete fatto così il vostro dovere verso il prossimo. Ecco la mia moralità; se però ne volete sapere assolutamente di più vi confesserò che, secondo me, è ancora meglio, il prossimo, non pagarlo ma riuscire a fargli fare le cose gratis. ..... e io non conosco nulla che sia più piacevole che vivere con gli imbecilli dando loro sempre ragione, c'è il suo tornaconto .... e badate bene che di individui come me ce n'è a schiere e tutti stanno bene. Nel mondo tutto può sparire, ma noi no spariremo."
E' proprio vero, "noi no spariremo", quanti se ne vedono ancora in giro, quanti ne abbiamo visto nei TG, e quanti ne ho conosciuti: "chi agnello si fa, lupo lo mangia!".
Suggerisco questa bella interpretazione che ho ritrovato su Youtube, tratta da uno sceneggiato in 4 puntate del 1958 con Enrico Maria Salerno, Evi Maltagliati, Anna Maria Guarnieri, Ivo Garrani, Warner Bentivegna, Mario Feliciani, Pina Cei e Vira Silenti, insomma quando ancora la TV non faceva spazzatura ma cultura:

Umiliati e offesi, immagine tratta da Youtube


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