sabato 30 novembre 2013

Semperit, inflatable sailboard

La pubblicità di allora della tavola a vela Semperit
Questa interessante tavola a vela gonfiabile con rig velico veniva prodotta in Germania anni orsono, ancora periodicamente se ne trova qualcuna in vendita su ebay ed io, prima che scomparisse definitivamente dal web, sono riuscito a salvare qualche preziosissima foto. 
Mi interessa molto perché devo decidere come attrezzare il rig velico di Papì ed effettivamente in queste foto ho trovato molti suggerimenti utili.
Queste sono le caratteristiche tecniche del Semperit Sailboard Dinghy:
Lunghezza: da 2.3 m senza timone, 2.8 m con timone
Larghezza: 0.9 m
Sezioni albero: 3
Dimensioni borsa: 1.2 x 0.4 x 0.3 m
Produttore: Semperit - Germania


venerdì 29 novembre 2013

Port Navas Yacht Club in vendita

Dalla BROCHURE di vendita di Savills
E' già in fase di trattativa presso Savills quindi può essere che sia già stato venduto ma se domani ricevessi un milioncino di sterline in eredità da quel mio lontanissimo tris zio inglese che non ho mai saputo esistesse un pensierino ce lo farei.
La rivista inglese Sailing Today , che ho maldestramente tradotto ed interpretato, esordisce:

Comprati il tuo Yacht Club
Port Navas, uno dei due circoli velici presenti sul fiume Helford nel sud della Cornovaglia, è entrato nel mercato immobiliare con Savills ad un prezzo orientativo di £ 1.000.000. 
Il fiume Helford è considerato uno dei più belli ed incontaminati fiumi della Cornovaglia, con le sue valli profonde e riparate, antiche foreste di querce e calette nascoste che entrano nell'entroterra, lungo questa parte riparata della costa meridionale della Cornovaglia. 
Ci sono ancora molte piccole banchine sul fiume, nonché un traghetto che collega le sponde nord e sud. 
La tranquillità e la solitudine del fiume Helford ha molto a che fare con il suo entroterra, uno scenario di straordinaria bellezza naturale. 
Secondo i brokers di Savill, questa vendita rappresenta "l'occasione che si presenta una sola volta nella vita per tutti coloro che amano la vela e hanno sempre sognato di acquistare il proprio yacht club." 
Si ritiene che la struttura sia stata costruita nel 1955, il Port Navas Yacht Club si trova vicino al Duchy Oyster Farm in prossimità dell'estuario del fiume, immortalato nel romanzo di Daphne du Maurier, Frenchman Creek. 
L'edificio principale si compone di due grandi appartamenti con uno studio posto al di sopra, una terrazza affacciata e un giardino con patio privato. Inoltre vi è un locale piano bar-ristorante completo di  cucina e terrazzo, oltre a vani negozi.
I villaggi di Cunostantino e Mawnan Smith che sono nei dintorni offrono una vasta gamma di negozi e servizi, mentre la città portuale di Falmouth, con i suoi porti, il National Maritime Museum e il Royal Cornwall Yacht Club sono tutti portata di mano. 
Secondo i brokers, il fiume Helford e i suoi estuari offrono ottime opportunità per il nuoto e la vela, le strutture sono sicure riparate da una insenatura protetta da cui partire per esplorare la costa, molta della quale è di proprietà e protetta dal National Trust. Lo yacht club può offrire un elevato reddito con le locazioni, il ristorante, i posti barca al pontile e gli ormeggi sul fiume. Essi ritengono inoltre che in una struttura del genere si può sia lavorare che vivere bene, fatte salve eventuali autorizzazioni necessarie. 


Dalla BROCHURE di vendita di Savills
C'è anche lo scivolo, lo vogliooooo!!!!




Iseo, il Lago di Tosi


Seppur senza averlo mai visto sono affezionato a questo lago perché proprio davanti a me e alla mia scrivania, sempre quando scrivo, ho un bel dipinto di Arturo Tosi, "la Punta di Predore", lasciatami da mio padre che era un suo estimatore. 

Arturo Tosi, "La Punta di Predore", litografia
L'altra sera, con Elena, abbiamo aggiunto un nuovo "affiche illustreè", verso la zona notte, che ci è piaciuto molto: "il lago di Tosi", la locandina della mostra antologica di Arturo Tosi organizzata dal Comune di Iseo nel 1984 dove mio padre era andato appositamente per vederla.

Locandina della mostra antologica di Tosi del 1984
Arturo Tosi è stato un Maestro del paesaggio del '900 italiano e i suoi dipinti sono conservati nei Musei d'Arte Moderna di tutto il mondo. Anche a me, come a mio padre, piace molto la sua forma espressiva che trae forza dalla dolcezza dei suoi paesaggi.
Ma torniamo a Iseo, l'immagine che ho tratto da Google Maps non può che confermare l'impressione di quanto sia bello e così, quasi casualmente, vi ho segnalato anche uno scivolo pubblico con un ampio e bel parcheggio a ridosso, cose assai rare da trovare tutte assieme. E' stato un caso anche che dallo scivolo che ho individuato si veda proprio la Punta di Predore.
Certo rimango ogni giorno stupito di quante cose belle abbiamo nel nostro paese e mi chiedo, invece di costruire brutti capannoni in ogni dove forse non sarebbe stato meglio sviluppare un'industria turistica più efficiente, più economica, più diffusa e più colta? Fabbriche e capannoni, come prevedibile, si stanno svuotando e si svuoteranno sempre di più perché oramai di qualsiasi cosa si abbia bisogno si riesce a trovare di ottima qualità e a metà prezzo anche se realizzata in Cina, o in Africa, o in Sudamerica. E' arrivato il loro momento ed il momento per noi è quello buono di "alzare il tiro" offrendo ciò che abbiamo, scienza e conoscenza attraverso i servizi ma anche svago e cultura con il turismo. Credo che quando giornalmente i nostri politici parlano di lavoro lo debbano fare pensando al futuro, non al passato, e il futuro è la cultura, non l'industria manifatturiera che, per quanto possa rimanere presente nel nostro paese, non sarà mai più la colonna portante del nostro P.I.L.
Ho potuto constatare con piacere che tutti i camping - village presenti sulle sponde del Lago di Iseo offrono la possibilità di ormeggiare in un porticciolo o alla boa:
E per chi ama le comodità c'è l'Hotel Rivalago con il suo bel porticciolo privato.

Hotel Rivalago

giovedì 28 novembre 2013

Lakes: The Mirrors of the Earth - Perugia 2014

La locandina della World Lake Conference 2014
Si terrà a Perugia dal 1° a 5° settembre la 15° Conferenza Mondiale sui Laghi che vedrà giungere a Perugia oltre mille esperti di 70 paesi diversi.

"Il Trasimeno emerge come il quarto lago d’Italia, un esempio perfetto di come si intreccino la componente antropica e le fragili risorse ambientali, ponendo a chi gestisce il territorio il non facile compito di farle convivere. Ma è proprio sulla capacità di trovare un equilibrio tra integrità dell’ecosistema e benessere dell’uomo che si concentreranno i lavori della Conferenza mondiale dei laghi 2014 promossa da Ilec (International Lake Environment Committee), organizzazione scientifica internazionale con sede in Giappone, a cui l’Umbria aderisce attraverso Usma (Umbria Scientific Meeting Association), la Conferenza avrà come slogan “Lakes: the mirrors of the earth” e si pone l’intento di dimostrare come i laghi siano una preziosissima risorsa per l’intero pianeta. Per questo meritano grande attenzione e, come sottolineato da Masahisa Nakamura della Shiga University, una gestione pianificata a lungo termine e di rigore scientifico, affinché gli effetti siano duraturi e abbiano un benefico riscontro sull’ambiente e sull’uomo. In vista dell’appuntamento mondiale del prossimo anno, a Castiglione del Lago sono già state messe sul tappeto tematiche quali la gestione sostenibile dei laghi come risorsa idrica, la valorizzazione della biodioversità, la conservazione degli ecosistemi delle aree umide, gestione integrata, qualità delle acque, cambiamenti climatici, mitigazione dei periodi di magra e controllo dell’inquinamento. Una serie di nodi che riguardano molto da vicino anche il lago Trasimeno, a cui oggi viene dedicata un’attenzione particolare anche per il modo in cui, come fatto presente dal presidente della Conferenza dei sindaci Massimo Alunni Proietti, i contrasti spesso competitivi tra l’uomo e l’ambiente pongano ogni giorno a chi amministra seri problemi di gestione. Del resto, il Trasimeno è di fatto un parco naturale con una forte presenza antropica, analogamente a tante altre realtà lacuali del mondo. Qui l’impatto dell’uomo si misura in 60.000 abitanti e in oltre un milione di presenze turistiche." (Estratto da: Umbrialeft).


mercoledì 27 novembre 2013

Gas a bordo

La bombola a gas di Aspirina, adeguatamente svuotata dopo 10 anni di onorato servizio, stivata in cantina
Ho imparato, non troppo bene, l'olandese durante una delle tante operazioni ancora secretate del Famigerato Circolo dell'Inchiostro a China. L'allora Ministro dell'Interno, "nome in codice Zio Amintore l'Aretino", mi chiamò pregandomi: "nome in codice Giulio, corri a Liepāja perché quelli della Latvijas Jūras Spēki, le forze navali lettoni, hanno fatto un casino con gli olandesi tanto che quelli sono incacch.... neri e vogliono contrattaccare. Ti rendi conto? Se non fai qualcosa i russi li fanno gonfi!". Giuro, parole testuali.
Andammo lì di corsa in due e concedemmo ai lettoni pan per pariglia rendendo inutilizzabile il pattugliatore KA-03 Komēta della Classe Ribnadzor, con cui avevano fatto casino, dopo avergli infilato due belle bombe all'acido solfidrico a prua e una a poppa. Gli olandesi non seppero mai come poté accadere tutto ciò ma allora si accontentarono e tornarono ad annaffiare i tulipani. Almeno fino allo scorso ottobre in cui si è riaperta la tensione Russia-Olanda con la scusa degli attivisti di Geenpeace, ma solo in pochi sappiamo che questa è una resa dei conti bella e buona.
Bando alle ciance entriamo nel discorso sul gas in barca.

Danni provocati da un'esplosione di gas in barca, immagine tratta da Dagensbatliv
Nella rivista olandese Dagensbatliv di recente si è parlato di una barca a vela volata in mille pezzi a causa di un'esplosione di gas.

Tutte le informazioni attualmente in mano agli inquirenti indicano che il gas era fuoriuscito dalla barca. Quando il proprietario si è svegliato la mattina ha acceso una candela che ha provocato l'esplosione facendo letteralmente volare la barca in mille pezzi. Anche le barche accanto hanno subito ingenti danni. Come si vede dalla figura, della barca a vela sono rimaste solo briciole. 
L'armatore della barca è miracolosamente sopravvissuto all'esplosione anche se è stato ricoverato in ospedale con ustioni estese. Il GPL in barca non è assolutamente innocuo perché il propano è altamente esplosivo ed essendo 1,5 volte più pesante dell'aria eventuali perdite di gas in barca sono difficili da smaltire. Infatti il propano si deposita in sentina e questo rappresenta un grosso rischio. Basta una sola una scintilla che l'esplosione è assicurata. Il proprietario della barca nella foto ha avuto un'incredibile fortuna nell'essere sopravvissuto. Non si riesce neppure a capire che tipo di modello è la barca, pure difficilmente che  fosse una barca a vela. L'impianto a gas è volato via ed è affondato accanto alla barca, il ponte di prua è saltato sul ponte e l'intera tuga è volata ed affondata da qualche parte.... (Maldestramente tradotto ed interpretato da me medesimo da Dagensbatliv)

Per ovvi motivi di copyright non posso riportare l'articolo per intero ma col traduttore si capisce benissimo quel che c'è da capire: il gas in barca è cosa buona solo se correttamente installato e mantenuto, e viene data qualche interessante indicazione.
La sistemazione in cabina, immagine tratta da Dagensbatliv
Però, visto che la mia copertura nel Famigerato Circolo dell'Inchiostro a China era quello di tradurre e promuovere l'applicazione nelle forniture militari e aerospaziali italiane le United Stetes Military Standars, le MIL per gli addetti del settore, posso tradurre una specifica tecnica della SXK Båtpärm, una rete olandese che si occupa di offrire supporto tecnico ai diportisti. Credo che farà piacere ai miei lettori. Premetto che, pur avendo una lunga esperienza di natura tecnica e normativa non sono un esperto in impianti a gas pertanto non garantisco sulla correttezza della traduzione.

(maldestramente tradotto ed interpretato da FAST MONTERAT GASOLSYSTEM I BÅT, che vuol dire "Impianto di alimentazione fisso a gas installato in barca".

1 Generalità
In linea generale, il gas è sia il migliore che il più economico combustibile per la cambusa di bordo. Statisticamente, il propano è il combustibile più sicuro, a condizione che l'installazione venga eseguita correttamente e che le prove di tenuta e l'ispezione di tubi vengano effettuate almeno una volta anno.
Il GPL è un derivato del petrolio costituito principalmente da propano, propilene o butano. Di solito consiste in una miscela di butano e propano in stato gassoso fornito in gas compresso in forma liquida. Una bombola piena contiene circa l'80 % di GPL in forma liquida. La pressione nella bombola dipende dalla temperatura e dal tipo di GPL. Il propano, per esempio, ha una pressione di circa 850 kPa a + 20 ° C.
Per mettere in guardia gli utilizzatori in caso di presenza di perdite viene aggiunta una sostanza maleodorante che la rende percepibile all'olfatto anche in concentrazioni molto piccole. Nel processo di combustione è necessaria la presenza di ossigeno il cui difetto produce monossido di carbonio ( CO ), che è tossico.
L'Unione europea ha emesso una  Direttiva, la 94/25/EEC, in cui si stabilisce che tutte le imbarcazioni di nuova costruzione (dal 1998/06/16) devono essere dotate di impianti a GPL installati secondo la Norma internazionale "ISO 10239 “Small craft- Liquified petroleum gas systems”. La norma descrive come devono essere progettate e costruite le componenti dell'impianto GPL e gli impianti ed attrezzature ad esso collegati, per l'utilizzo in imbarcazioni fino a 24 metri lunghezza.   Le componenti incluse nell'impianto GPL devono essere approvate CE.
Di seguito viene descritto ciò che si dovrebbe prendere in considerazione durante l'installazione e la manutenzione dell'impianto GPL in barca.

Aspirina ha una presa d'aria sul portello
2 Posizionamento e installazione della bombola GPL
  1. Le bombole di GPL , i riduttori di pressione e i dispositivi di sicurezza devono essere montati in modo che essi non vengano influenzati dal movimento della barca.   
  2. Le bombole di GPL, i riduttori di pressione e i dispositivi di sicurezza devono essere installati in un particolare vano (gasolbox) asciutto e areato. Ciò vuol dire che non ci deve essere nessun collegamento diretto con l'interno della barca. Il coperchio deve essere posizionato sulla parte superiore del box. Il box GPL deve essere posizionato preferibilmente all'esterno sotto il ponte, altrimenti se nella cabina questo deve isolato dalla stessa  ed apribile dall'esterno.    
  3. L'areazione deve scaricare sia sotto la base della bombola che in alto, quello inferiore deve essere posizionato ad almeno 75 mm al di sopra della linea di galleggiamento quando la barca è pieno carico. Il foro deve avere un diametro minimo di 19 millimetri. Nella parte superiore del box, ci deve essere una presa d'aria con diametro di almeno di 12 mm.   
  4. Le bombole di GPL devono essere progettate in modo che vengano tenute sollevate dall'acqua e da terra.   
  5. Tutti i collegamenti del box GPL con la cabina devono essere stagni al gas .   
  6. La ventilazione in cabina e nei vani accessori dovrebbe essere garantita con un'apertura di almeno 500 mm verso l'esterno, ad esempio con prese di ventilazione, finestre apribili, prese d'aria, ecc .   
  7. Il box GPL deve essere realizzato in modo da ridurre al minimo la possibilità di rotolamento della bombola. Lo scopo è quello di evitare danni alla bombola, alla valvola di riduzione,ai tubi e alla barca. 
  8. Lea bombole di GPL e le valvole di riduzione devono essere installate in modo che siano facilmente accessibili e fissate in posizione verticale per evitare la fuoriuscita di gas in forma liquida.   
  9. Le bombole di GPL che non sono collegate, piene o vuote, devono essere stoccate nella stessa maniera di quelle utilizzate, di cui al punto precedente. Le bombole di gas GPL presenti provvisoriamente sul ponte devono essere protette dalla luce solare diretta .
Posizionamento del box GPL
3 Valvola di intercettazione     
  1. L'impianto a gas GLP deve essere dotato di un manuale facilmente accessibile, di una valvola di intercettazione principale e di un riduttore di pressione. Il rubinetto principale può essere composto dalla valvola di intercettazione della bombola del gas .   
  2. Il rubinetto può essere parte della valvola purché isoli la bombola del gas dalla fornitura e la rimozione della valvola di riduzione chiuda automaticamente la valvola del serbatoio di propano .  
  3. Una valvola di intercettazione deve essere posta a monte, in prossimità di ciascun apparecchio a gas. La valvola deve essere facilmente accessibile a breve distanza dalla fiamma.   E' ammessa un'eccezione solo se il dispositivo collegato al sistema e al rubinetto del serbatoio di propano sono facilmente accessibili.  NOTA: Nel caso in cui si utilizzi un'elettrovalvola questa deve essere "normalmente" chiusa (diseccitata). 
  4. Si consiglia l'installazione del tester di densità.
4 Riduttore  
  1. L'impianto GPL a bordo deve essere munito di valvola di non ritorno che fornisca una pressione costante di esercizio, la pressione massima ammissibile è 50 mbar.   
  2. Il riduttore deve, anche se non è montato direttamente sulla bombola GPL, essere posizionato e ben fisso nel box della stessa.   
  3. Il riduttore deve essere di tipo approvato ed etichettato: propano/ butano.
5 Tubi e manicotti 
  1. Il cablaggio può essere eseguito interamente con tubi rigidi e relativi giunti, e brevi tratti flessibili, oppure completamente flessibile senza giunti .   
  2. Il cablaggio non deve passare per il vano motore.
  3. I cablaggi, ovvero i tubi devono essere conformi alla normativa ISO di riferimento.
  4. I tubi flessibili devono essere adatti per il GPL , di colore arancio e incontrare Requisiti EN 1763-1 e 1763-2 Classe 2.3 e 4.   
  5. Il materiale dei tubi rigidi può essere rame o rivestito in acciaio inossidabile. Lo spessore minimo del tubo è di 0,8 mm per tubi con un diametro esterno di 12 mm o meno e 1,5 mm per tubi con diametro superiore a 12 mm .   .   
  6. I raccordi per i tubi devono essere di metallo con accoppiamento anello e manicotto di sostegno. NOTA: Non utilizzare mai connessioni e giunti fatti in casa.   
  7. I tubi flessibili devono essere dotati di collegamenti secondo le regole della EN 1763-2 e devono essere facilmente accessibili per l'ispezione in tutta la loro lunghezza. 
  8. I tubi flessibili tra gasolbox e l'apparecchio a gas o tra gasolbox e la valvola di intercettazione accanto all'apparecchio gas non devono avere giunzioni o connessioni .
6 Materiali
  1. Il punto di fusione del materiale saldato o brasato nei collegamenti / accoppiamenti non deve essere inferiore a 450 ° C.   
  2. I collegamenti dei tubi devono essere costruiti con materiali resistenti alla corrosione quali ottone o acciaio inossidabile. I collegamenti dei tubi devono essere resistenti all'acqua.
7 Installazione
  1. L'impianto a GPL non può avere un contatto diretto con le parti metalliche della barca.   
  2. Le tubazioni del gas e i componenti dell'impianto devono essere installati almeno a 30 mm da cavi elettrici a meno che le linee elettriche non siano inglobate in un tubo di protezione.   
  3. Le tubazioni del gas devono essere installate almeno a 100 mm dal gas di scarico del motore. L'impianto a GPL deve avere una distanza minima di 100 mm dai terminali elettrici, apparecchiature o accessori.  
  4. Le tubazioni del gas devono essere fissate con morsetti o altri mezzi, rivestiti, per evitare sfregamenti o danni dovuti a vibrazioni.   
  5. I tubi e i raccordi devono essere ancorati saldamente.   
  6. I tubi che attraversano paratie o simili devono essere protetti per la corrosione e usura.
8 Componenti elettrici
Il gasolbox, i vani che contengono valvole, connettori o giunzioni e i locali contenenti apparecchiature automatiche devono essere anti-scintilla e contrassegnati in modo da soddisfare le ISO 8846.  I requisiti di cui sopra non si applicano agli altri locali di bordo.

9 Prova di tenuta
L'impianto GPL di nuova installazione, prima di essere messo  in servizio, deve essere sottoposto a test con aria compressa pari a tre volte la pressione di esercizio, massimo 150 mbar , dal riduttore fino agli apparecchi a gas. La pressione non deve cambiare più di + / - 5 mbar per 5 minuti per essere approvato. Questo tipo di prova di tenuta di solito è fatto nei nuovi impianti, ma può essere raccomandato in combinazione con il controllo annuale delle perdite .
Se installate un rilevatore di perdite in modo permanente questo deve essere installato nei pressi e sotto gli apparecchi a gas.
Per rilevare facilmente le perdite può essere utilizzata acqua a spruzzo, saponata che non contenga ammoniaca e demineralizzata.  NOTA: Il monitoraggio delle perdite deve essere eseguita almeno una volta all'anno.
Controllo del sensore di fiamma: ogni fornello possiede un dispositivo di sicurezza in grado di interrompere l'erogazione del gas se la fiamma si è spenta. Verificare che il sensore di fiamma funzioni come segue: accendere la fiamma e lasciarla bruciare, spegnere la fiamma e assicurarsi che si senta un clic, controllare che non sia possibile accendere nuovamente la fiamma senza toccare la manopola. NON DIMENTICATE DI CHIUDERE DOPO LA PROVA!
Un modo semplice per fare la prova di tenuta del fornello a gas è quello di accenderlo e poi spegnere la cucina e chiudere la valvola sul tubo GPL. Provare a riaccendere il fornello dopo un'ora che dovrebbe durare 1-3 secondi, a seconda lunghezza e la pressione. Questa prova deve essere fatta un paio di volte l'anno in modo da essere sicuri che l'impianto a GPL è in condizioni di sicurezza .

NOTA: solo ora, alla fine, mi rendo conto quanto l'argomento sia delicato ed importante. Sicuramente da far fare a personale accreditato. Certamente nei nostri barchini è più conveniente utilizzare fornellini con bomboletta integrata.
Fornello con bomboletta integrata a due fuochi, dal sito outdoorsandknives


martedì 26 novembre 2013


lunedì 25 novembre 2013

Come conservare l'ancora nel suo gavone


Tradotto e male interpretato da me medesimo:
A meno che non si abbia un "salpancora", conservate l'ancora sottocoperta nel suo gavone a prua. Assicuratevi che questa sia ben fissata e legata, un'ancora "allentata" può causare molti danni. Utilizzate uno o due piccoli parabordi in modo che proteggano lo scafo dai movimenti dell'ancora. Assicuratevi che il gavone dell'ancora sia sempre asciutto, che il foro di fuoriuscita dell'acqua non sia otturato e che le eventuali guarnizioni siano in buone condizioni. Se si naviga con mare agitato, l'acqua nel gavone dell'ancora farà abbassare la prua della barca che diventerà più difficile da manovrare.


Poly Navicular Morbus

Tra gli altri, mettere troppa roba in barca è un sintomo
Ultimamente il mio PNM sta divampando in modo preoccupante, l'unica cosa che mi consola è vedere gli annunci di tutti gli altri che vendono, vendono, vendono e poi comprano, comprano, comprano prima più piccola, poi più grande, poi carrellabile, poi abitabile, poi col cesso, poi senza cesso, poi che piace alla moglie, poi al vicino di posto barca ....... mi sembra di esserci già passato.
I sintomi sono evidenti, quando si vede l'immagine di una barca che non si possiede, o peggio ancora la si osserva passare su di un carrello in autostrada, si passa in pochi attimi dalla gioia nel vederla alla depressione più totale nel non possederla, ed infine un prepotente desiderio di dimenticarla con un bel bicchiere di rum, ironia della sorte non posso perché non sono un bevitore.
Allora l'unica soluzione potrebbe essere quella di regalare la mia barca a mio figlio o a mia figlia, ma a questo punto la malattia è progredita in maniera inesorabile, al di là di ogni possibilità di poterla curare, perché sembra che l'unica cura sia quella di acquistare un'altra barca!
(Molto liberamente ispirato e ampliato da: Trailersailor)

Keep Turnin Left ha creato un gruppo stile alcoolisti anonimi, stop-dipendenza, che con l'ausilio di psichiatri e psicologi cerca di offrire un utile strumento di autodiagnosi per aiutare gli armatori di barche a capire se soffrono di questa malattia, che sembra ancora incurabile.
La somma totale in piedi di barca posseduti è un parametro di base importante, ci rientrano anche canoe, kayak e tavole ma non i canotti. Per catamarani e trimarani le dimensioni vanno moltiplicate per due e per tre.
Queste le prime conclusioni:
  • meno di 20 piedi, malato dormiente
  • tra 20 e 50 piedi, infetto
  • tra 50 e 100 piedi, malato in stato avanzato
  • tra 100 e 150 piedi, malato seriamente
  • tra 150 e 250 piedi, malato cronico
  • oltre i 250 piedi, incurabile
Tenete presente che personalmente con le mie tre barche, escluso Papì che è gonfiabile, da me possedute sono intorno ai 65 piedi, quindi già "malato in stato avanzato".
Durante le confessioni di gruppo, nelle quali si è espressamente giurato di non divulgare informazioni relative ai presenti, sono venute fuori alcune importanti considerazioni:
  • la sofferenza è interiore, esteriormente la nostra vita di armatori e marinai sembra essere felice e ben regolata;
  • il primo sintomo classico della malattia è quello di mettere troppa roba in barca;
  • il secondo sintomo classico è quello di mettere la propria barca in vendita negli annunci on-line per poi ritirarla;
  • il terzo sintomo, uno dei più gravi, è quello di fingersi dispiaciuti dopo averla venduta quando invece sappiamo benissimo che il giorno in cui non l'abbiamo più, come quello in cui l'abbiamo acquistata, è il più bello della nostra vita di armatori;
  • il quarto sintomo sono i dubbi che perseguitano l'armatore in merito alla provenienza e alla qualità della barca che si possiede. Sarà che questa è venuta male? Se è usata come l'avrà tenuta il precedente armatore? Non sarà da cambiare, magari il nuovo modello della stessa barca?
  • il quinto sintomo è legato al precedente, caso strano chi soffre di PNM possiede imbarcazioni spesso simili;
  • l'ultimo e il peggiore di tutti i sintomi è possedere un blog in cui si parla solo di barche
Sono fritto, che non abbia diritto ad una pensione di invalidità?

(Molto liberamente ispirato e ampliato da: Keep Turning Left e Small Craft Advisor)

Su Small Craft Advisor in 10 Suggestion for Safe, Sane and Solvent Sailing, al punto 8, si dichiara espressamente:

8) Non possedere troppe barche.
Questo è molto, molto importante. I buoni marinai possiedono solo due barche, una grande e una piccola. Possedere, o aver posseduto, troppe barche è una vera e propria maledizione e agisce come deterrente alla felicità, tanto da rendere frustrato il navigante. Le buone barche richiedono manutenzione e la manutenzione richiede tempo, tempo che dovrebbe essere impiegato navigando. Quella di possedere troppe barche è ormai una malattia: si chiama, nome riconosciuto a livello internazionale, PNM o Poly Navicular Morbus.


sabato 23 novembre 2013

Lavori a bordo: la barra del timone

Il timone di Aspirina rimesso a nuovo
Mentre eravamo lì che prendevamo tutti e quattro il tè delle cinque, anzi in cinque perché c'è anche la Meg che pretende i biscotti, ho rimontato la barra del timone che nei giorni scorsi avevo provveduto a scartare e riverniciare. Anche questa operazione, come la pulizia delle vele, la revisione del motore, la sistemazione della barca per l'inverno, il lavaggio del tendalino e l'antivegetativa, fa parte dei riti che ogni armatore deve attuare periodicamente per prendersi cura della sua amata barchina.
La barra del timone l'avevo rifatta solo due anni fa tanto che ho deciso di realizzare una foderina per evitare rifacimenti troppo ravvicinati.
Questa volta non ho usato il classico flatting nautico ma una vernice all'acqua della Syntilor, lucido, per esterni, color mogano chiaro, come carta vetrata ho usato la grana da 60 per asportare il vecchio e da 100 per rifinire. Questa meraviglia è venuta fuori con sole tre mani di vernice.

Prima o pi ci sarà da riverniciare anche il tavolo
Eccovi il timone nelle varie fasi di lavorazione, condotte tutte in garage causa maltempo dei giorni scorsi.

Ridotto malino e poi scartato riportato al nuovo

venerdì 22 novembre 2013

Discorso sul P.I.L.



A 50 anni dalla morte di JFK ho preferito non parlare di una delle tante ipotesi sulla sua morte quanto riproporvi il "Discorso sul P.I.L." che suo fratello Bob tenne all'Università del Kansas.
Di JFK e di Bob si è parlato oggi su RAI 3 - La Grande Storia, uno dei più bei programmi del nostro servizio pubblico radiotelevisivo.


giovedì 21 novembre 2013

Gli interni di Aspirina su SketchUp

Gli interni di Aspirina realizzati da Iperegocentrico
Molto bello il lavoro che vi ho segnalato qualche post fa, "Il VIKO 20 di Iperegocentrico su SketchUp", visto che, selezionata con la freccia la tuga e poi spostata, sono visibili anche gli interni esattamente come sono realmente.
Ancora complimenti Iperegocentrico!
Un solo rimprovero, hai visto male le mie foto, il mezzo marinaio sta appoggiato sulla sinistra, sulla parete del bagnetto.



mercoledì 20 novembre 2013

Onda Sailski, divertimento puro

Onda Sailski, dal sito Lightspeed Kayaks
Mi piace un sacco questa soluzione, semplice, comoda, portatile e multifunzionale, l'Onda Sailski, una tavola da surf con l'armo velico.
L'Onda può essere utilizzata per qualsiasi tipo di navigazione, dalle escursioni lungo costa  fino al semplice divertimento da spiaggia utilizzandola come una piattaforma da gioco, per una nuotata, o per il fitness. Ritornati alla spiaggia, scesi con l'acqua fino al ginocchio, la si trasporta con estrema facilità senza doversi sottomettere a rocambolesche discese dal pozzetto.
L'Onda è l'ideale per il divertimento estivo dei bambini, ma non solo perché è attrezzata e per garantire prestazioni veliche di tutto rispetto anche agli sportivi.
E' possibile utilizzarla come windsurf, come barca a vela, come kayak o come stand up paddle modificando con estrema facilità e a piacimento ogni sua funzionalità. L'Onda è anche facilissima da utilizzare ed è altrettanto facile imparare a navigarci: get-wet-and-go-fast.
L'Onda è adatta sia per i bambini che per gli adulti, fino agli anziani e, a differenza di ciò che accade per altre piccole imbarcazioni, se non c'è vento basta pagaiare.
Esiste anche una versione di Onda chiamata "Grande" con stabilizzatori. Fantastica!

Onda Grande con stabilizzatori, dal sito Lightspeed Kayaks
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza: 11' 2" (13'5" Grande)
Larghezza: 27" (30" Grande)
Peso tavola: 38 lbs
Sup. velica: 38 sq. feet (con terzaroli a 30 e 24 sq. feet)

E per portarla con la bici ci vuole un trolley adatto, in questo caso un Wheele, the perfect rack.

Foto tratta dal sito Wheele


Il VIKO 20 di Iperegocentrico su SketchUp

Il VIKO 20 di Iperegocentrico su SketchUp
Un lettore del blog ed estimatore del nostro amato barchino lo ha "ridisegnato" su SketchUp e me ne ha inviato i riferimenti per poter migliorarlo ed eventualmente adattarlo ad i propri gusti nonché correggere eventuali errori nelle misure.
Ho scaricato SchetchUp ed ho provato a fare qualche modifica, mi ci vorrà un po' di tempo per prendere pratica, intanto vi giro, pari pari, le istruzioni su come fare ad entrare nel programma.
SchetchUp si scarica da QUI. Vanno scaricati i programmi in versione "free", SketchUp Make 2013 e SketchUp 8 nella sezione in italiano.

Dal sito di SketchUp
Per scaricare il VIKO 20 realizzato da Iperegocentrico bisogna andare QUI e digitando su "SCARICA MODELLO" lo si salva nel proprio computer. A questo punto una volta aperto il programma e il relativo disegno del VIKO 20 presente nel pc è possibile fare le modifiche. Iperegocentrico mi ha dato qualche indicazione che io stesso dovrò seguire con più attenzione. Di sicuro c'è una cosa da modificare, la parte superiore del tambuccio è troppo corta, poi il colore della barca, sapete che mi piace blu e il ponte al massimo un "panna chiaro".

ISTRUZIONE 1

ISTRUZIONE 2


ISTRUZIONE 3


ISTRUZIONE 4


ISTRUZIONE 5


Sono appena riuscito a modificare il colore dello scafo, oggi vedo se riesco anche con il ponte. Insomma bel programmino, complimenti per il lavoro, interessante e grazie mille da parte mia e di tutti i lettori a Iperegocentrico.



martedì 19 novembre 2013

Barchette di carta: Les Voiliers

dec voiliers 2
Les Voiliers, via Agence Eureka
Piegate i due prigionieri F e G e incollate il telaio del teatrino al panorama di fondo.

dec voiliers 1
Les Voiliers, via Agence Eureka
Incollate queste due pagine, o stampatele direttamente, su di un cartoncino. Tagliate lungo le linee continue e piegate lungo le linee tratteggiate. Tagliate la parte interna del telaio del teatrino. Applicate il faro e navi sopra le lettere corrispondenti.


lunedì 18 novembre 2013


Fipofix, l'Atlantico in fibra vulcanica

Fipofix, dal sito di Norbert Sedlaceck
Non so bene quale sia la notizia veramente interessante in questa impresa, se la ricerca di un ennesimo record trans oceanico, se la sperimentazione di un nuovo tipo di tessuto di vetro denominato "fibra vulcanica" ASA.TEC, oppure tutte e due le cose messe assieme.
Comunque riviste ben più qualificate del mio modesto blog ne hanno parlato, QUI in italiano, pur non spiegandoci veramente in cosa consisterebbero le novità: l'Open 16 è di soli 4.9 metri e largo 2.3 metri ma sappiamo anche che l'Atlantico l'hanno attraversato in canoa e se di certo la doppia traversata implicherà la copertura della distanza di ben 8000 km nel minor tempo possibile, 80 giorni previsti, a questi record oramai siamo ben "avvezzi".
Queste sono le caratteristiche tecniche principali  dell'Open 16:
Lunghezza F.T.: 5.6 m
Larghezza: 2.3 m
Lunghezza al galleggiamento: 4.9 m
Pescaggio: 1.7 m
Peso a vuoto: 450 kg
Peso chiglia: 180 kg
Water ballast: 112 + 78 litri
Randa: 15.5 mq
Genoa: 11.5 o 7.5 mq
Area coperta: 1.5 mq

Fipofix, dal sito di Norbert Sedlaceck
La barca esteticamente mi piace molto, è bella, si dice che sia una versione in piccolo di un Open 60, però la questione interessante sarebbe, per l'appunto, il materiale con cui è stata costruita che gli permetterebbe di raggiungere velocità fino ad oggi inaspettate per questo tipo di imbarcazione, fino a farla letteralmente planare nell'acqua.

Le tappe di Fipofix, dal sito di Norbert Sedlaceck
La scelta di questa impresa però mi lascia perplesso, ho un po' di esperienza nei test sui materiali, specialmente la vetroresina, e credo che in questo caso si mettano in campo variabili imponderabili che potrebbero mettere a rischio ciò che veramente ci interessa, la scoperta di una nuova tecnologia con cui realizzare barche.
Nel sito Fipofix si trova qualche informazione sul materiale:
I vantaggi delle fibre sulla base di minerali (fibre vulcaniche) sono:
  • idrofobe (o idrorepellente), quindi perfettamente corrispondenti alle applicazioni nautiche;
  • altamente antiacide;
  • resistenti alle alte temperature e ignifughe;
  • dermatologicamente ben tollerate;
  • quasi inesauribili e disponibili;
  • riciclabili al 100% contrariamente al carbonio, Vectran, Dyneema, vetro, ecc che sono rifiuti speciali altamente velenosi;
  • prodotti naturali "verdi", corrispondente allo spirito del tempo del consumatore finale.

A detta loro ci sarebbe davvero da vincere un premio Nobel, spero proprio di si!
Staremo a vedere. Intanto godetevi la partenza di Fipofix dalle coste francesi di Les Sables d'Olonne.




Via: Yacht.de


sabato 16 novembre 2013



venerdì 15 novembre 2013

Glamping nautico all'Achensee

L'Achensee, dal sito Achnsee-camping
Una cosa che mi piacerebbe parecchio fare con Elena è vistare l'Austria, in particolare coniugare la montagna. con un po' di vela immergendosi nella natura di uno dei suoi meravigliosi laghi, l'Achensee, per esempio.
Senza impegnarsi troppo mi organizzerei con due cose importanti da portarsi dietro, oltre l'auto e le bici, la prima potrebbe essere questo tipo di tenda che si mette sul tetto dell'auto. Ce ne sono di diversi tipi, le più famose sono le Overcamp Autohome, nell'immagine c'è una Tepui-Ayer

Tepui Ayer, dal sito Tepui Tents
Ovviamente la seconda una canoa/ kayak a vela da mettere nel bagagliaio, come ben sapete mi piacciono molto le faltboot, in questo caso con un meraviglioso rig velico che si chiama Mistral.

Dal sito Faltbootsegel
Certo l'impegno economico richiede qualche migliaio di euro, ma credo che ne varrebbe davvero la pena.




giovedì 14 novembre 2013

Kon-Tiki 1947


Il Kon-Tiki è la zattera usata dall'esploratore e scrittore norvegese Thor Heyerdahl nella sua spedizione nel 1947 attraverso l'Oceano Pacifico dal Sud America alle isole della Polinesia. Il battello fu così chiamato secondo un antico nome Inca del dio del sole (Kon). In seguito alla sua impresa lo stesso nome fu il titolo del libro di buon successo che Heyerdahl scrisse per descrivere la sua avventura. .... (Tutta la storia su: Wikipedia).

Purtroppo il film è in lingua inglese, ma per quanto lo si capisca poco le immagini sono più che sufficienti, fantastiche, significative e uniche nella storia della navigazione.

Kon-Tiki 1947, via Wikipedia in inglese




mercoledì 13 novembre 2013

Il sogno della barca più grande


Metto in maggior evidenza una mia risposta a Luca in merito a questo argomento, altre volte ne ho parlato, credo utile a molti puntualizzare.

Concordo al 100% sul fatto che ognuno fa ciò che vuole e se a volte io esprimo opinioni un po' pungenti rimangono pur sempre tali, opinioni personali dettate dal mio modo di vedere la vita. Tollero poco però coloro che si vantano di essere andati al mare alle Seichelles con accanto una figlia diciottenne che ha i denti che non si possono guardare o, peggio ancora, che non viene mandata all'università perché costa troppo. Ne vedo di questi casi non lontano da casa mia.
Per quanto riguarda la barca grande non la sogno più da anni, semmai più bella, magari in legno, magari più facile da gestire, magari usandola molto di più di quello che non faccia oggi, ma non certo più grande. A volte semmai la vorrei più piccola, con l'illusione di poterla usare di più anche se sono consapevole che oramai l'equilibrio è raggiunto.
La vita di mare impone i suoi ritmi, per avere una barca più grande bisogna viverci, bisogna avere tempo, bisogna avere un equipaggio, bisogna essere ricchi con tutto quello che ne consegue perché i soldi non piovono dal cielo, bisogna essere portati a vivere in mare almeno tre mesi l'anno, con le onde, con il vento, con i gavitelli, i porti, le marinerie e gli ormeggi, con la pioggia, il sole e la potenza della natura, con le persone che ti stanno accanto e addosso per tanto tempo, con il loro carattere e le loro esigenze.
Troppi "bisogna" per me, troppi soprattutto per i miei familiari che finito di lavorare e studiare duro tutto l'anno non hanno certo voglia di santificarsi in una barca con una coperta di 12 metri quadri, se va bene. 
Per l'amor del cielo, va bene così, va benissimo Aspirina, il Trasimeno e i suoi tramonti mozzafiato.


Typhoon Yolanda Relief Map


Poco o tanto che sia, ognuno per le proprie possibilità, doniamo qualcosa.
Unicef e Wfp lanciano il numero per raccolta fondi. Un numero solidale per i bambini e le famiglie colpite da Haiyan: è l'iniziativa lanciata da Unicef e Wfp Italia (Programma Alimentare Mondiale). Fino al 26 novembre, sarà possibile donare 1 euro da rete mobile e 2 euro da rete fissa, con un sms al 45590 da cellulare Tim, Vodafone, Wind, 3, Postemobile, Coopvoce, Tiscali e No'Verca o chiamando allo stesso numero da rete fissa da Telecom Italia, Infostrada, Fastweb, Teletu e Tiscali. (Da Repubblica.it)

Dal sito Caixin Online


martedì 12 novembre 2013

Small Means and Great Ends: la protezione della costa si basa su interventi di piccola scala interconnessi tra di loro

Il piano di sviluppo della costa, dal sito White Arkitekter
Un anno dopo che l'uragano di sabbia ha spazzato via la zona costiera del Queens, nei pressi di New York, la società svedese White Arkitekter è stata nominata vincitrice di un concorso internazionale soprannominato FAR ROC ("For a Resilient Rockaway") con un progetto che risolve tutte le problematiche legate al maltempo, la sostenibilità ambientale e l'integrazione sociale.
Il concorso, che è stato lanciato nel mese di aprile 2013 dal New York City Department of Housing Conservation and Development, ha attirato 117 professionisti da tutto il mondo.
La proposta White, sviluppata con l collaborazione degli ingegneri di Arup e lo studio di architettura globale Gensler, è intitolata "Small Means and Grat Ends" e mira a trasformare il tratto di costa di 80 acri nel Rockaways, e il quartiere conosciuto come Arverne East, in "uno sviluppo urbano flessibile e sostenibile per la comunità. "

Il piano di sviluppo della costa, dal sito White Arkitekter
Una serie di interventi 
Invece di una soluzione onnicomprensiva per limitare i danni derivanti dalle tempeste, White propone una strategia di interventi di piccola scala interconnessi tra di loro. Questo, asseriscono, è la forza di un sistema che crea un ambiente che "interagisce, piuttosto che contrasta" con il mare e forze naturali.
Come ci ha spiegato l'architetto Sander Schuur, "se ci si basa su di una sola strategia principale e questa va male, allora tutto fallisce. Qui abbiamo diversi passaggi, e se uno non funziona come vorremmo, poi ci sono ancora tutti gli altri."
Partendo dall'ambiente off-shore, gli architetti hanno ideato un nuovo sistema di frangiflutti, sviluppando l'idea di mantenere  il "banco di sabbia" originale. Questo deriva da un sistema olandese che utilizza un "geo-tubo", un grande tubo di tessuto riempito di sabbia, che disposto sul fondo del mare, dovrebbe attirare un ulteriore accumulo di sabbia naturale.
Con lo scopo di dissipare la forza della tempesta, i nostri architetti propongono di creare dietro il frangiflutti una zona ecologica di calma, ovvero acqua poco profonda e battigia, ideali per il tempo libero durante il periodo di bel tempo. L'idea, dice Schuur, "è quello di controllare l'energia delle onde", prima con il banco di sabbia, poi con il paesaggio della spiaggia in modo che nel momento in cui queste colpiranno il centro abitato l'unico problema sarà solo quello di come farle defluire.
Una passerella lungo la costa aggiungerà un altro strato di protezione che, oltre a fornire l'accesso pedonale, con la sua struttura e conformazione contribuirà a disperdere il vento e le onde.
Tenete presente che benché questi interventi abbiano lo scopo e la necessità di contrastare condizioni estreme, il progetto si integra con la vita di tutti i giorni. Il lavoro e il tempo libero potranno continuare ad essere condotti normalmente a riva e il nuovo centro cittadino, che si troverà a ridosso della passerella ospiterà un albergo, un teatro e diverse attività sportive.

La "passerella"  mi sembra che sia già visibile su Google Maps.


Visualizzazione ingrandita della mappa

Un "boulevard" passerà in mezzo tra il quartiere residenziale e quello commerciale, quest'ultimo sarà progettato per funzionare come trattenimento delle acque e di relativo deflusso avverrà lungo le aree ricreative pubbliche. Questi potranno anche diventare una sorta di autostrada sociale, interrompendo la connessione tra le costruzioni e la passerella.

Abitazioni e integrazione sociale 
Anche gli edifici abitativi e commerciali saranno progettati per interagire piuttosto che contrastare, con una logica che inserisca i servizi importanti ad un livello superiore e lasciando liberi e "apribili" i livelli più bassi in modo che, quando necessario, l'acqua possa defluire facilmente.
La speranza è che questa strategia permetta un deflusso più veloce delle acque in modo da ridurne il danno. Il programma di realizzazione degli alloggi, come spiega Sander Schuur, seguirà il modello scandinavo", concentrandosi sì sulle persone ma cercando di coinvolgere tutta la comunità." A tal fine, gli architetti immaginano una serie di "nodi sociali" - la scuola, la piazza principale, il molo, il centro sociale - che saranno allineati lungo un percorso che viaggia attraverso gli elementi residenziali e commerciali.

Sostenibilità 
Gli edifici abitativi saranno concepiti come una miscela di complessi per lo più bassi, al massimo di quattro piani, da una a quattro camere da letto per unità. Questi saranno disposti intorno a cortili comuni, come più comunemente si osserva in Europa, per favorire l'interazione sociale. Ma ci saranno anche case unifamiliari. Due torri di 12 piani vicino al mare contribuiranno a stabilire l'identità della comunità di mare e di attirare  i visitatori, uno sarà un hotel e l'altro un centro professionale destinato ai giovani. 
Una percentuale significativa delle 1.050 nuove unità abitative sarà assegnato a prezzi accessibili. Gli architetti sperano di produrre gli appartamenti e le case secondo gli standard "Passive House", Schuur ci spiega che le linee guida finali sono ancora in fase di elaborazione. 
Inoltre, se l'uso del sistema a banco di sabbia e l'allungamento della battigia sono pur sempre ambientalmente molto significativi, rispetto alle strategie normalmente utilizzate come il dragaggio la costruzione di dighe frangiflutti  il loro impatto è più sfumato e meno invadente. 
New York è in attesa di una nuova amministrazione, ma resta da vedere quanto di questo progetto rimarrà intatto.

(maldestramente tradotto ed interpretato da me medesimo, via Gizmag, White Arkitekter)

Il nuovo Sindaco di New York abbiamo visto che è già stato nominato, il Bill De Blasio di origini italiane, speriamo che mantenga inalterato questo interessante progetto.
Ritengo infine che molte di queste soluzioni poco invadenti ed interconnesse tra di loro possano contribuire alla riconversione delle molte aree cosiddette da "riqualificare" qui da noi in Italia.

Il piano di sviluppo della costa, dal sito White Arkitekter


AVOSKA, la barca pieghevole da crociera e la "democratizzazione della nautica".

Avoska, immagine tratta dal Canale di Youtube del Comandante Alexander Naumov
Se qualcuno dei miei lettori ha imparato a conoscermi oramai saprà che vado pazzo per queste "soluzioni" che permettano di vivere la vela in completa libertà, autonomia ed economicità. In questo caso, come potrete osservare nel Canale di Youtube del Comandante Alexander Naumov, anche in sicurezza in condizioni difficili.

Lo scheletro di Avoska, immagine tratta dal Canale di Youtube del Comandante Alexander Naumov
Non mi dilungherò in descrizioni tecniche che peraltro non sono ancora sufficientemente diffuse ma, come ha fatto il suo ideatore con i video, io mi limiterò a "rubare" qualche immagine che a me è sembrata significativa e descrittiva di quanto questa barca a vela "ibrida" e smontabile, a vela, a remi e a motore, sia eccezionale.

Avoska vista dall'alto, immagine tratta dal Canale di Youtube del Comandante Alexander Naumov
Preferisco invece dilungarmi in una altro aspetto che mi hanno ispirato questi video. Ieri, incuriosito da un articolo tratto da Nautisme en Finistère in cui si parlava della "democratizzazione della nautica" sono arrivato a delle conclusioni dettate dalla loro indagine, condotta con un sistema scientifico dall'Istituto Agoramétrie. Sinceramente non mi sono piaciuti i presupposti di base in cui si è iniziato lo studio parlando di professionisti e club poiché, secondo il mio immodesto parere, sia i professionisti che i club sono all'antitesi di una vera democratizzazione della nautica. La nautica può essere democratica solo se vissuta nel "ristretto" ambito familiare e personale, può sembrare un controsenso ma è così.

Questa sì è la democrazia della nautica, immagine tratta dal Canale di Youtube del Comandante Alexander Naumov
Con tutto il rispetto dell'indagine condotta dall'Istituto Agoramétrie, penso che nei club si viva una sorta di "autoreferenziazione" tanto che si perde il senso della realtà, una realtà che progressivamente viene condizionata da chi lavora nell'ambiente e da coloro che, alla fine, impongono le loro condizioni quasi sempre influenzate da parametri economici. La conclusione è sempre la stessa, il "debole" iniziatore con sogni ed ideali soccombe e se ne esce dal club poiché non può più sostenere riunioni, uscite, cene, raduni, ritrovi che presentano sempre il loro immancabile conto più o meno salato. Queste situazioni l'ho vissute più volte in contesti diversi, non ultimo quello del forum.

Avoska spiaggiata, immagine tratta dal Canale di Youtube del Comandante Alexander Naumov
Premetto anche che la questione non è "economica" dal punto di vista delle possibilità di una persona o di una famiglia, ma dalle scelte che si operano. Qualcuno, a suo tempo, giustamente, mi fece osservare "tu avrai comprato una nuova auto", io ho preferito andarmene in crociera e spendere così i miei soldi. Il ragionamento non fa una piega, e questo vale per ogni cosa nella vita, ma si tratta sempre di stabilire i presupposti di base per la vita della famiglia che, a mio parere, devono dare priorità al benessere generale di tutti, la nautica ed il tempo libero dovrebbero venire  dopo lo studio, la salute, la sicurezza, la casa e tante altre cose tanto che, chi non ha possibilità illimitate può viverli con il minimo di risorse, quelle avanzate.

Avoska a remi, immagine tratta dal Canale di Youtube del Comandante Alexander Naumov
Una volta in un noto forum di vela dovetti scusarmi perché asserì che c'era gente che viveva in due stanze in affitto pur di mantenersi una barca di 14 metri. Saltò fuori uno che viveva proprio in queste condizioni e risentito mi fece notare che uno faceva ciò che voleva in modo altrettanto dignitoso. Nulla da eccepire, ma io preferisco lasciare qualcosa di più di uno scafo bucherellato dalla salsedine ai miei figli quando non ci sarò più, lo stesso vale per lo studio e tante altre cose.

Avoska con i terzaroli, immagine tratta dal Canale di Youtube del Comandante Alexander Naumov
Divagazioni a parte, concludo asserendo che il modo di vivere la nautica come il lusso, e ne abbiamo parlato nel post "L'era del lusso democratico", è soggettivo per ciascuno e per i tempi in cui si vive, certamente è "democratica" se la si vive con il minimo delle risorse, a qualsiasi condizione economica, sociale e culturale si appartenga, ciascuno per le sue possibilità. Questo significa che le aggregazioni, di qualsiasi tipo si parli, mal si conciliano con la democratizzazione della nautica. In tal caso si può parlare di "elite", più o meno ricche o più o meno povere, non certo di "democrazia" che significa offrire a ciascuno la possibilità di vivere, in questo caso, la nautica.
Evviva il Comandante Alexander Naumov e la sua famiglia!


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