giovedì 4 agosto 2016

Resti di antichi frangiflutti: l'antico Porto di Classe

L'Antico Porto di Classe rappresentato nella Basilica di Sant'Apollinare Nuovo a Ravenna
Antico Porto di Classe, abbiamo potuto verificarne l'esistenza, anche se non abbiamo visitato gli scavi, nella nostra gita a Ravenna. Inutile dilungarsi nella descrizione dei luoghi dei Ravenna, già Patrimonio dell'UNESCO, che lasciano il visitatore senza fiato. Questa è la FOTOGALLERY della nostra gita.
Partendo da uno degli stupendi mosaici presenti nella Basilica di Sant'Apollinare Nuovo abbiamo approfondito l'argomento con l'intento di ritornarci non appena il progetto completo del parco archeologico del porto sarà terminato.

L’insediamento di Classe nasce in età romana, quando Ottaviano Augusto stabilisce a Ravenna la flotta incaricata della difesa dell’Adriatico. L’abitato prese il nome di Classe (che deriva dalla parola latina Classis, che significa flotta) solo in epoca tardo imperiale e bizantina, quando assunse l’aspetto che si vede nel mosaico di Sant’Apollinare Nuovo, a Ravenna (VI secolo): circondato da mura, probabilmente erette nel corso del IV secolo, con una porta urbica e il canale portuale di epoca romana, rimpicciolito e parzialmente chiuso, trasformato esso stesso nel porto di epoca bizantina, nel quale le navi, ormai solo commerciali, potevano entrare e uscire esclusivamente usando il flusso della marea. Nel corso del V secolo, con il nuovo ruolo di capitale svolto da Ravenna, la civitas Classis assunse a sua volta una funzione fondamentale come sbocco commerciale e probabilmente di baluardo militare verso il mare. (questo e altro su: parcoarcheologicodiclasse).

Nell'affresco di Sant'Apollinare Nuovo mi ha lasciato incuriosito la rappresentazione della vela della barca posta in alto costituita da rettangoli conformati similmente a quelli delle mura della città. Forse che l'autore volesse dare un significato simbolico a quella vela? Chissà!
Ma c'è anche un'altra cosa importante che per mancanza di tempo non abbiamo potuto vedere a Ravenna, la Pietra Tombale del Costruttore di Navi Publio Longidieno esposta al Museo Nazionale. Da questa stele, della quale ne parlano anche nell'interessante blog dell'Associazione Arbit, si può capire quanto l'arte e la tecnica del maestro d'ascia siano rimaste immutate nei secoli, fin dalla notte dei tempi, tanto che la rappresentazione dello strumento di lavoro è del tutto simile a quella dei giorni nostri, ma anche la composizione stessa della chiglia e la tecnica di giunzione delle parti.

Stele funeraria di Publio Longidieno, dal sito dell'Associazione Arbit
Nell'attesa di tornare a Ravenna a scoprire altri tesori ci accontentiamo di osservare l'Antico Porto di Classe dall'alto grazie a Google Maps.


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