mercoledì 4 gennaio 2017

La grande avventura di Giuba II, il Re dimenticato della Numidia


Vi avevo preannunciato che la Rachele mi avrebbe regalato per Natale "Rex Iuba di Stefano Medas" e che ne avrei dato una seppur semplice e modesta recensione, certamente difficile per un profano come me nell'arte della "critica", tanto più se la sua lettura mi è stata auspicata dall'autore stesso, perdonatemi se non ne sarò veramente all'altezza.
Posso senz'altro affermare che le aspettative non sono state deluse e per prima cosa vi dico subito cosa non è questo libro: il solito resoconto di avventure in mare, vento, onde e marinai coraggiosi.
Certo tutto ciò fa parte di un contorno inevitabile quando si parla di una spedizione navale ma il centro e la sostanza del romanzo, in questo caso "storico", sono tutt'altra cosa.
La storia si sviluppa basandosi su quanto rimasto delle opere di Giuba II che tra il 52 a.C. e il 23 d.C. regnò sulla Numidia e la Mauretania, opere in gran parte andate perdute ma delle quali hanno parlato i più eminenti eruditi del suo tempo, da Plutarco a Plinio il Vecchio.
Le fonti dalle quali ha attinto l'autore del romanzo sono state citate nelle Note e nella Bibliografia che vi consiglio di leggere prima di iniziare a leggere la storia, assieme alla raccolta di più informazioni possibile su questo Re, tanto dimenticato quanto importante e significativo dal punto di vista storico e culturale nell'età imperiale romana. Questo vi sarà utile anche per capire di quali territori si sta parlando e in quali mari si va navigando, gli attuali Marocco, l'Algeria e le Canarie. queste ultime un grande arcipelago di sette isole situate nell'Oceano Atlantico, al largo dell'Africa Nord Occidentale. Vi consiglio di leggere subito anche il Glossario per capire termini e distanze, citati nel testo secondo le usanze del tempo.
La lettura di questo libro mi ha permesso di conoscere lo spessore dell'uomo Giuba, dotto, artista, letterato, geografo ed esploratore, per alcuni aspetti non dissimile dalla figura dell'Imperatore Adriano delineata, nel ben noto romanzo, da Marguerite Yourcenar in Le Memorie di Adriano, a me molto caro assieme a pochi altri.
Non entro in merito alla grande avventura di Re Giuba II narrata in questo romanzo, lascio a voi il gusto di svelarne, pagina dopo pagina, il senso ed i significati, gusto che si concretizza in una lettura scorrevolissima a veloce, per nulla noiosa, tanto che le quasi quattrocento pagine si leggono tutte d'un fiato; a me sono bastati un paio di giorni.
Per concludere ne cito  solo un breve tratto dall'epilogo, poche righe che  rendono all'istante un significato diverso al viaggio e all'esplorazione fini a se stessi: ".. E avvertì di essere un uomo diverso da allora. Aveva imparato molto e non soltanto sui luoghi e sulla natura, ma anche su se stesso. Gli eventi estremi e inattesi, pensò, ci conducono attraverso vie che pensavamo imperscrutabili, obbligandoci a vedere le cose con occhi diversi e a destarci dal nostro torpore .... .
Busto di Re Giuba II, da Splendors of Volubilis
E così ho riguardato indietro, a tutta la mia vita, e a quando al capezzale di un letto di ospedale decisi di cambiare tutto e comprare una barca a vela con cui stare di più con la mia famiglia. In quella piccola barca a vela abbiamo parlato di tutto, della scuola, di quale università avrebbero scelto i nostri figli e dei loro primi fidanzatini, dei nostri progetti, del lavoro, dei nostri viaggi e delle nostre vacanze. Dal quel momento in poi abbiamo cominciato a vedere il mondo con occhi diversi, che siano stati gli orizzonti sconfinati del mare, quelli mozzafiato del nostro lago o le cime meravigliose delle montagne, quelli di una straordinaria scultura o di un dipinto in un museo, di una chiesa, di un castello, oppure del semplice e maestoso paesaggio della nostra Toscana, sempre con il cuore in gola per la semplicità e la bellezza di poterlo condividere assieme. 
Tutto ciò, oltre ad aprirmi la mente ad un personaggio e ad un periodo della storia a me sconosciuti, è quello che mi ha regalato questo bel libro di Stefano Medas.



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