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lunedì 13 giugno 2016

MAE got SWAG


Mi attira molto l'idea di attrezzare MAE con questa tenda in cotone, la SWAG II della CanvasCamp. Tutte le tende in cotone della CanvasCamp sono bellissime.
In generale lo "swag" può significare un insieme di cose arrotolate in modo da poter essere trasportate. Non lo confondiamo però con i malloppi di vestiti arrotolati che i nostri figli lasciano sulle loro sedie, questa è tutt'altra storia.
Nel caso particolare si tratta di un termine tipico australiano/ neozelandese che si riferisce ad un pezzo di stoffa in cui si trasportano tutti i propri beni.
Nel corso del secolo scorso, gli "swagmen o swaggies" (vale a dire lavoratori erranti) assemblavano tutti i loro averi in una coperta e la mettevano sulle spalle (alias 'Matilda'), mentre vagavano (o 'valzer') da un luogo ad un altro in cerca di lavoro nell'entroterra. 
Ciò ha portato alla creazione delle famose canzoni australiane Waltzing Matilda, conosciute in tutto il mondo '. (maldestramente tradotto da Canvascamp).

Uno "swagman" tratto da wikipedia
Non vi perdete di ascoltare il Walzing Matilda, in questo caso è una canzone che si riferisce ai soldati della I Guerra Mondiale, struggente e meravigliosa.


Però lo "swagger" lo vorrei fare in modo un po' pi moderno anche se la filosofia di fondo rimane invariata. La prima cosa è quella di dotarmi di una e-bike tipo la Miele PX-20 con apposto asse per trasportare MAE cabinata sul carrellino, il Trail-Gator.

Poi ci vorrei fare, andata in bici e ritorno in barca, la Pista Ciclabile del Ponente Ligure, luoghi che, ahimé, non ho mai visitato. Bello è?

Pista Ciclabile del Ponente Ligure
Dimenticavo il cappello, rigorosamente in stile, anche se un po' caruccio.

BEAUGRAND EXPLORER'S HAT


lunedì 8 settembre 2014

Arezzo, tesori e tradizioni in mostra


E' stato impossibile dire di no ad Elena che è voluta a tutti i costi andare in centro a vedere la sfilata della Giostra del Saracino, la mattina eravamo stati immersi nel silenzio e nella solitudine del nostro amatissimo lago, non potevo fargli pesare più di tanto la mia avversione ai luoghi affollati e la mia latente "agorafobia".
Questa era la mia faccia prima che arrivassero i figuranti della sfilata.


Poi chissà, forse è stato grazie ai rulli dei tamburi che ti entrano dentro facendoti sobbalzare, come d'incanto mi sono rasserenato e ho cominciato a tifare anch'io il mio quartiere, Porta Santo Spirito.


Elena tifa Sant'Andrea che vince quasi sempre, invece ieri ha vinto proprio il mio quartiere, il Santo Spirito. I quartieri sono quattro Santo Spirito, Sant'Andrea, Porta del Foro e Porta Crucifera e, come voi tutti saprete, la sfida è a cavallo e lancia contro il buratto.
Terminata la sfilata siamo saliti al "Prato" a vedere la Fiera Antiquaria, sempre molto affascinante.


Ma la cosa straordinaria che che siamo riusciti a vedere è stato il MUDAS, il Museo Diocesano d'Arte Sacra. Prima abbiamo visitato la mostra "Il Libro della Speranza", l’esposizione raccoglie 38 opere di arte contemporanea di Kamilla Chilingarova e Aleksandr Smirnov, che raccontano storie tratte dalla Bibbia, nate dopo la lettura di alcuni brani dei Vangeli e dell’Apocalisse, in un percorso che parla di maternità e speranza.


Da lì siamo entrati con soli 2€ a testa nel MUDAS e soli, dicasi assolutamente soli per la mezz'ora circa che abbiamo passato nel museo mentre fuori nelle piazze c'erano decine di migliaia di persone che vagavano senza meta, abbiamo potuto ammirare inestimabili meraviglie di arte, pittura e scultura medievali e rinascimentali.


Nel museo vi sono esposte opere pittoriche di Vasari, Spinello Aretino, Signorelli ed altri importanti vissuti tra il XV e il XIX secolo. Una delle sale accoglie tre grandi e rari crocefissi lignei, del XII e XIII secolo, che simboleggiano il sacrificio di Cristo sulla croce, l’esemplare più antico risale al 1179 e in origine era rivestito di lamine in rame dorato e quindi concepito come un grande oggetto di oreficeria.


Come sempre ho fatto le foto anche per voi perché poteste verificare di persona di che opere si sta parlando, visto e considerato che questo museo è stato quasi completamente ignorato dai più. Queste sale sarebbero degne di essere presenti tra le più prestigiose nel Museo degli Uffizi.


Per questo motivo mi sono preso un doveroso e severo rimprovero dal personale addetto al museo, ma non ho potuto fare a meno di fare qualche foto, era tutto troppo meraviglioso. Purtroppo quando sono giunto ad un portale dipinto, originariamente presente nella nostra Basilica d San Domenico, ero già stato redarguito perciò non l'ho potuto fotografare, è bellissimo. Notevoli anche le opere del Vasari.
Nella mostra è presente una collezione di prestigiose oreficerie e parati sacri, tra le quali emerge per importanza la famosa Pace di Siena raffigurante da un lato il Cristo morto sorretto dagli angeli e dall’altro la Madonna Addolorata. Si tratta di un opera di manifattura francese di grande raffinatezza e rarità in oro, smalti, pietre preziose e perle. Databile agli inizi del Quattrocento, la Pace fu donata da Papa Pio II Piccolomini alla cattedrale di Siena, che a sua volta la donò alla cattedrale aretina nel 1799 durante i moti anti francesi del Viva Maria.


A questo punto mi chiedo come sia stato possibile che in una giornata come quella di ieri in cui la città era stracolma di gente una mostra di tale portata sia stata pressoché ignorata. 
Io credo che qui ad Arezzo, e questo vale anche per la maggior parte dei nostri tesori artistici ed architettonici presenti in tutta Italia , manchi un'adeguata comunicazione ed informazione. Siamo un po' stanchi di sole chiacchiere.



Sotto queste colonne c'è il portale della Pieve di Arezzo. Nello strombo dell'arco sono raffigurate le "stagioni" risalenti alla scuola dell'Antelami, una magnifica scultura di arte romanica ignorata da tutti perché nessuno sa che esiste. Attualmente è anche poco visibile perché coperta da un'orribile grata per la protezione dai piccioni.



sabato 21 giugno 2014

La canoa a vela torna nelle acque polacche

Il P-48 di Mieczyslaw Plucinski, dal sito Facebook di Fundacjakim
Sembrava che le canoe a vela fossero state consegnate alla storia, a parte qualche raro appassionato. Invece quest'anno in Polonia la Fondazione Promocji Rekreacji „KIM” ha riproposto alle famiglie la realizzazione del progetto di una canoa a vela, la P-48, ideata da uno dei più famosi costruttori polacchi di barche in legno, il defunto Mieczyslaw Plucinski di Łomianki.
Nell'ampio spettro delle sue iniziative volte a promuovere l'attività fisica con particolare enfasi sulla canoa, così come l'educazione per la protezione della natura e del patrimonio culturale, la Fondazione ha trovato un luogo e un modo per conservare la tradizione della costruzione delle barche in legno attraverso l'organizzazione di "workshop" con la realizzazione di kayak e canoe. A questo scopo, in collaborazione con le scuole ed il Cantiere di Łomianki, i giovani  hanno iniziato con entusiasmo a costruire sette canoe a vela, modello P-48.

Il volantino promozionale dell'iniziativa, dal sito Fundacjakim
La Fondazione si auspica che a partecipare a questa iniziativa siano sì i ragazzi, ma anche le loro famiglie. L'attività è stata interamente finanziata dal distretto di Łomianki. Lo sviluppo del progetto e la realizzazione della canoa, grazie ai nuovi materiali e alle tecniche di oggi, potranno essere effettuati in breve tempo, senza impegnare per troppo tempo i partecipanti. L'iniziativa verrà lanciata presso il Porto di Praga e successivamente verranno effettuati corsi per l'utilizzo di questo tipo di canoa.

Il P-48 di Mieczyslaw Plucinski, dal sito Facebook di Fundacjakim



martedì 1 aprile 2014


domenica 9 febbraio 2014

Les Phares de la Côte - Bretagne


"Oggi i guardiani dei fari sono scomparsi, superati dalla "modernità". Solo i fari con la loro presenza, ormai quasi tutti abbandonati, testimoniano ancora un passato non così lontano. Questo video è un modesto omaggio a quegli uomini e donne che hanno rischiato la loro vita e hanno a lungo "sfidato" gli elementi della natura per salvare naviganti in difficoltà. Le splendide immagini aeree sono della nostra amata costa della Bretagna .... I fari potrebbero raccontarci delle tempeste che hanno superato, della loro eroica resistenza alle onde dell'inverno che colpiscono ancora, ancora e ancora. Loro sono sempre in piedi ad affrontare il mare, senza batter ciglio. Ma la mancanza di mezzi di sostentamento per le loro colonne di pietra li stanno facendo morire lentamente ..."-

Via: Canale Youtube MGROYAUME


martedì 13 agosto 2013

Elia da Cortona: tra realtà e mito - quinta parte



"Nella quinta parte sono presenti le relazioni del prof. Fulvio Cervini dell'Università di Firenze con "Elia e l'architettura, da Assisi a Cortona" e Paola Refice della Soprintendenza dei Beni Architettonici di Arezzo con "L'eredità del Padre: le memorie di Elia a Cortona"."

Elia da Cortona, creatore di talento, dilettante, architetto, direttore dei lavori o solo abile amministratore che coordinava il lavoro altrui? Importanti i cenni alle committenze militari da parte di Federico II che risultano, anche se solo genericamente, documentati.
Assolutamente da ascoltare anche il secondo intervento in cui si parla di reliquie e iscrizioni. E bé, il grifo e il leone sul cuscino in punto di morte per concludere con l'investitura di Elia. 


mercoledì 26 giugno 2013

La Jangada, per me Patrimonio dell'Umanità

Jangada in navigazione, da sito VGSun Cumbuco
Ero alla ricerca delle origini delle tavole con la vela e ho trovato questa meraviglia di architettura navale, la Jangada, che per me meriterebbe di entrare nella World Heritage List, il Patrimonio dell'Umanità. Ho verificato l'elenco e con rammarico ho constatato che non è presente.

Piano velico della Jangada, da sito Deep Craft
La Jangada è una barca da pesca tradizionale costruita in legno utilizzata nella regione settentrionale del Brasile.
Alcuni sostengono che l'eredità storica della Jangada risalga agli antichi greci e che la nave di Ulisse nell'Odissea fosse molto simile.
La costruzione della Jangada incorpora alcuni miglioramenti risalenti al neolitico dopo che sono stati trovati materiali migliori ed è stata applicata una migliore fisica della vela attraverso la sperimentazione dei pescatori.
La sua realizzazione è strettamente sorvegliata dagli artigiani locali.
La sua vela triangolare sfrutta alcuni degli effetti della dinamica dei fluidi. Conosciuta anche come "latina", la vela della Jangada permette di navigare contro vento (bolina), sfruttando la differenza di pressione tra l'aria che sale sulla sua faccia esterna (quella che diventa convessa per la pressione del vento interno) e la sua faccia interna (quella che diventa concava).
La vela della Jangada è stata disegnata con una curva parabolica gentile sulla parte superiore del triangolo, e un'altra più estesa e breve, sotto. Questa asimmetria è dovuta alla gestione del montante.

Modellino di Jangada, tratto da Wikipedia.
La sua costruzione dipende dal corretto uso di materiali come il legno (una balsa brasiliana e altre specie rare), tessuti artigianali e corde.
La Jangada tradizionale non ha elementi metallici come chiodi, la sua struttura è completamente messa insieme con giunti e funi di ancoraggio che utilizzano cavi di fibre tessute a mano.
La Jangada è normalmente realizzata con 6 ceppi di legno messi in parallelo: due al centro, chiamati "Meios",  2 mediani su entrambi i lati (chiamati "mimburas") e 2 all'esterno, chiamati "Bordos". I 4 ceppi più centrali ("Meios" e "mimburas") sono uniti utilizzando solo pioli di un legno con caratteristiche di maggiore resistenza. Le "Bordos" sono legate alla "mimburas" usando pioli più assi legno, in modo che possano essere più elevate. Su questa piattaforma di base vengono poi fissati due sedili, ognuno sostenuto da 4 eleganti gambe, chiusi sul "mimburas".
Al centro risiede l'albero della Jangada, e poi c'è la "sede principale" dove risiede chi manovra la Jangada con un remo. Il remo Master è fissato tra uno dei "mimburas" e uno dei "Meios".
C'è un'altra apertura tra i due Meios, per consentire l'inserimento di una deriva che può essere regolata sia in altezza che l'angolo.
Tutti i componenti della Jangada sono realizzati a mano, dall'albero alla vela, le cime, le reti da pesca, gli ami, le ancore, le scatole utilizzate per conservare i pesci e gli effetti personali.
Il suo equipaggio varia da 3 a 5 persone che lavora in una lunghezza che varia dai 5 ai 7 metri in media (anche se ci sono jangadas lunghe di 8 metri) e una larghezza che è intorno al metro e mezzo per quella più piccola.
Le sue dimensioni sono il risultato di una serie di vincoli tra cui: la dimensione del legno disponibile, la resistenza dei giunti e delle funi, la forza necessaria per spostarla sopra le onde, la dimensione della vela e l'effetto del vento su di essa, la forza umana necessaria, in modo che un solo uomo la possa governare.
La Jangada è stata pensata tenendo presente le necessità ergonomiche e gestionali, allo stesso modo dei progettisti moderni.
Il pescatore tradizionale ha sempre obbedito alle regole imposte dalle maree, dal vento, dalle correnti e gli effetti stagionali sulla pesca. Grazie a questi fattori le uscite in mare variano molto in relazione alla durata del viaggio, il corso seguito e il tipo di pescato. Un viaggio tipico dura per tre giorni (a volte di più, secondo i vecchi pescatori) in alto mare, fino a 120 km dalla costa anche se questo tipo di viaggio è sempre più raro ed è sempre più difficile vederli in azione.
Tuttavia, in molti luoghi lungo la costa brasiliana, soprattutto a Ceará, vengono organizzate regate di Jangada, famosa è quella che si tiene a Fortaleza.

Jangada in regata, dal sito Viajeaqui
(maldestramente tradotto da me medesimo da Wikipedia)

Una cosa che Wikipedia non dice, e che ho trovato nel sito del National Maritime Museum of Cornwall, è che le Jangada vengono spiaggiate tutte le volte quando rientrano in modo che i legni si possano asciugare completamente.  Infatti la Jangada ha una vita limitata a causa delle caratteristiche del legno e dopo circa 18 mesi è necessario costruirne una nuova. Le Jangadas sono state appositamente adattate alle condizioni in cui navigano. I loro fondi piatti consentono loro di attraversare le barriere coralline, permettendo alle onde di infrangersi su di esse e allo stesso tempo di rimanere a galla, mentre una imbarcazione con lo scafo verrebbe sommersa. 
Il pescatore Jangadeiro lavora con i piedi immersi nell'oceano. Tutti i pesci catturati vengono suddivisi tra i membri dell'equipaggio. Una percentuale viene trattenuta per le famiglie e il resto venduto da un venditore ambulante di pesce, che è spesso un membro dell'equipaggio. Il pescato è normalmente nasello, coda gialla e lo sgombro. 

Dalla fotogallery del Kariribeachhotel
Concludo dicendo che mi posso tranquillamente smentire, poiché quando ho parlato della tavola a vela gonfiabile della Saturn definendola un giocattolo non avevo considerato che aveva antenati cotanto importanti e le cui navigazioni medie si aggirano intorno alle 40 miglia dalla costa. Mai fidarsi della saccenteria dei velisti, in ogni senso!
Di seguito un bellissimo documentario inedito, "A Jangada de Raiz". 



domenica 23 giugno 2013

La Route du Sable, a vela e a remi risalendo l'Aulne


Visualizza La Route du Sable in una mappa di dimensioni maggiori

Andare in Bretagna verso la metà di giugno e risalire l'Aulne a vela e a remi, questa è la Route de Sable. Il suo nome conserva la memoria dei trasportatori di sabbia che, con le loro chiatte, partivano da Brest risalendo l'Aulne fino a Port Launay e Châteaulin.
Quest'anno la Route du Sable, nella sua IX Edizione, si è tenuta  tra l'8 e il 9 di giugno, è partita dallo scivolo di Rosnoen per arrivare fino a Châteaulin percorrendo circa 12 miglia in due tappe.
La prossima e X Edizione della Route du Sable si terrà il 28 giugno 2014, tenetelo a mente.
E' possibile partecipare alla Route du Sable con una propria imbarcazione "tradizionale" oppure prenotando un posto su di un veliero più grande: Embarquements sur des voiliers traditionnels.

Route du Sable 2013


martedì 4 giugno 2013

Tutti i piani di François Sergent disponibili on-line al Museo Marittimo di La Rochelle

Dal sito Histoires Maritimes Rochelaises
Ci sono dei giorni che mi rendono particolarmente orgoglioso di essere il redattore di questo blog, oggi è uno di quelli: rendere pubblica la notizia che grazie ad una generosissima eredità sono disponibili al pubblico tutti i PIANI del famoso architetto navale François Sergent.

Per le sue innovazioni tecniche e la sua visione della vela, François Sergent ha rivoluzionato lo yachting in Francia. Questi 2.000 piani donati in un testamento al Museo Marittimo di La Rochelle sono essi stessi appartenenti agli Rochelaises, sito della storia marittima che mira a renderla accessibile al maggior numero di persone che si interessano alla memoria della gente di mare. 
In collaborazione con l'Archives Yachting Association che conservano la documentazione sulla storia della nautica e con il sostegno del Ministero della Cultura è ora qui disponibile il lavoro di un uomo che racconta la storia contemporanea della cantieristica di la Rochelle.
(Interpretato maldestramente da me medesimo da: Histoires Maritimes Rochelaises).

La scrittura è netta e il tratto fluido, e qui prendono vita il Dorade, il Bonite, il Caneton, il Grondin, il Super Mistral e così via. Tutte queste derive, yacht, yawl, ketch che François Sergent ha disegnato tra il 1944 e il 2000 sono ora disponibili a tutti grazie al Museo Marittimo di La Rochelle.
QUESTO, uno tra i tanti una piccola meraviglia.

Via: Voiles et Voiliers


sabato 25 maggio 2013

Turks Auction, la più bella collezione di cimeli nautici del mondo

Dalla Slideshow di Turks Auctions
Il 14 aprile 2010 nei pressi di Gillingham, in Inghilterra, si è tenuta un'asta di circa 200 imbarcazioni collezionate dalla famiglia Turks di Kingston negli ultimi 100 anni. La vendita ha compreso oggetti che sono stati presenti  in produzioni cinematografiche che vanno dalle Avventure del Capitano Hornblower fino ad Harry Potter. 
In qualche post precedente abbiamo visto che era stata posta in vendita la magnifica canoa  a vela Nautilus di Warington Baden Powell ma vi si trovavano anche diverse prestigiosissime barche in stile vittoriano, gondole, traghetti e di fantasia.
Degli oggetti presenti esiste una interessantissima SLIDESHOW.
Oltre le barche, erano in vendita anche numerosissimi cimeli d'epoca come bussole, carte e attrezzature nautiche di ogni genere. Deve essere stata un'asta bellissima, peccato di non aver potuto partecipare.


mercoledì 22 maggio 2013

Warington Baden Powell e il suo Nautilus

Il Nautilus, dal sito forum.woodenboat
E' stato Axel di Bootsbaugarage a ricordarci che fu proprio il fratello del fondatore degli scout, il più conosciuto Robert, Warington Baden Powell a costruire la prima canoa a vela che riuscisse a risalire il vento. Mi era proprio passato di mente benché io stesso sia uno scout con tanto di insegne Gilwell e più di una volta nei nostri sogni da ragazzi ci è venuto in mente di costruirla sulla base dei disegni che venivano riportati su "esploratore".
Lui stesso ce ne parla nel suo libro Canoe Travelling, log of a cruise on the Baltic, and practical hints, on building and fitting canoesQUI, si possono vedere i dettagli del progetto originale del 1875, ma ne sono state realizzate varie VERSIONI dal 1870 al 1896.

Immagine storica del Nautilus e Baden Powell trovata su Opensailing
Un magnifico Nautilus del 1887 messo all'asta in Inghilterra, lo potete vedere nel sito forum.woodenboat, "Sabrina" è stata venduta per una cifra che va dalle 6000 alle 10000 £, ritengo che li valga tutti questi soldi, è bellissima.

Nel libro di Warington Baden Powell c'è anche descritto come realizzare il carretto per trasportare la canoa.
Il carretto per trasportare il Nautilus, dal libro di Warington Baden Powell
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza: 4.72 m
Larghezza: 1.16 m
Peso: 37.65 kg
Sup. velica: 5.57 mq
Ci si può dormire dentro con una tenda messa sopra.



domenica 19 maggio 2013

Esplorando antichi mestieri e imbarcazioni tradizionali, Lago Trasimeno




Alex Revelli Sorini nel programma televisivo esplorando, con la regia di Giuliano e Giulietta Sodi, propone un itinerario dedicato all'attività dell'Arbit associazione culturale che promuove la valorizzazione degli antichi mestieri legati alle imbarcazioni tradizionali delle acque interne. Ci guida nel percorso Guido Materazzi presidente Arbit.

Nel video oltre alle tante interessantissime cose che si dicono si vedono i fantastici luoghi dove naviga Aspirina. Da lontano, lontano si vede anche questa volta!




lunedì 6 maggio 2013

Scuola di vela e di navigazione storica

Locandina dal Museo della Marineria di Cesenatico

Scuola di vela e navigazione storica Cesenatico, Museo della Marineria, dal 11 al 13 luglio 2013

Il Museo della Marineria di Cesenatico e l’Istituto Italiano di Archeologia ed Etnologia Navale (ISTIAEN) invitano alla scoperta di un modo autentico e totale di vivere il mare, riproponendo la quinta edizione della scuola di vela con barche tradizionali.

La Scuola ha lo scopo di far conoscere e valorizzare la nautica tradizionale, sia come prezioso patrimonio culturale, sia come modo autentico e coinvolgente di vivere lo sport della vela, recuperando un rapporto diretto e originario con il mare e le tecniche per navigarlo. Gli argomenti della scuola andranno dalla storia ed evoluzione di barche e vele alle tecniche di navigazione e all’uso di strumenti nautici tradizionali. Le tre giornate di corso vedranno lezioni intensive a bordo e a terra, con un programma che prevede - compatibilmente con le condizioni meteomarine - almeno due giornate in mare.

Il corso avrà la durata di tre giorni, da giovedì 11 a sabato 13 luglio 2013, con un massimo di 18 partecipanti ammessi. Mentre le lezioni e i briefing si terranno al Museo della Marineria di Cesenatico, per le lezioni in mare saranno impiegate un trabaccolo e un cutter del Museo della Marineria di Cesenatico alle quali potranno aggiungersi altre barche tradizionali con vele al terzo messe a disposizione dall'Associazione "Mariegola". La direzione scientifica del corso e il ruolo di tutor è affidata a Stefano Medas, archeologo e storico navale, Presidente dell'ISTIAEN.
Non è richiesta alcuna precedente esperienza di vela, ma solo la voglia di vivere il mare in modo intenso e autentico. All'atto della conferma di iscrizione verranno fornite tutte le necessarie indicazioni pratiche (abbigliamento, dotazioni, precauzioni, ecc.).

L'iscrizione alla scuola ha un costo a persona di € 99 e comprende la partecipazione a tutte le attività didattiche comprese le uscite in mare: SCHEDA DI ISCRIZIONE.
Le attività del Museo della Marineria di Cesenatico si svolgono in collaborazione con Gesturist Cesenatico S.p.A..

Informazioni / iscrizioni: Museo della Marineria Cesenatico: 0547-79205 - infomusei@cesenatico.it www.museomarineria.eu

..... potessi lo farei di corsa!


domenica 6 gennaio 2013

Un gradito regalo dal Cutty Sark di Londra da parte della Rachele


La Rachele è stata brava all'Università quindi si è potuta regalare una gita a Londra. Ovviamente non poteva fare a meno di visitare il National Maritime Museum che si trova all'interno di un antico veliero mercantile inglese, il Cutty Sark.
Un saluto dal Tamigi
Mi ha portato due graditissimi regali, una bussola sempre utile in barca,

Dal sito del National Maritime Museum
e la riproduzione di un'antica carta nautica sulle invasioni dell'Inghilterra e dell'Irlanda, nonché delle Guerre Civili e di Conquista risalente al 1600 circa.
"Una mappa dettagliata altamente decorativa e superbamente incisa da Cornelio Danckertsz, che l'ha stampata dall'originale di Speed ​​pubblicata tra 1601-1603. La mappa mostra le varie invasioni e battaglie interne fin dall'invasione normanna del 1066 fino a quella del 1588. Le battaglie terrestri sono caratterizzate da opposte falangi di soldati e i luoghi delle invasioni dal mare dalle flotte" (Tradotto da me medesimo dal sito Garwood-Voight).

Riproduzione di questa mappa, dal sito Garwood-Voigt
A questo punto non ci rimane che imparare dal passato e studiare il modo di invadere l'Inghilterra con Aspirina senza schiantarsi nelle bianche scogliere di Dover.


mercoledì 19 dicembre 2012

Francigena e Val d'Orcia, le stazioni termali



Sono le terre dei miei antenati, ma non solo perché saranno di sicuro le tappe intermedie dell'Etruscan Tour

"Alex Revelli Sorini nel programma televisivo esplorando, con la regia di Giuliano e Giulietta Sodi, propone un itinerario dedicato alle stazioni termali della Val d'Orcia sulla Via Francigena. Con la collaborazione di Franco Boschi di Gens Valia e numerosi esperti vengono presentati gli aspetti ambientali e culturali dell'area."


Capodanno 2013 al Museo della Marineria


Vi trasmetto quanto comunicatomi dal Museo della Marineria di Cesenatico in merito a questa eccellente iniziativa, sicuramente da valutare.

"Comune di Cesenatico – Assessorato alla Cultura – Museo della Marineria – Biblioteca Comunale – Casa Moretti 

Per il 31 dicembre: «Una Notte al Museo» per bambini e famiglie aspettando il nuovo anno al Museo della Marineria di Cesenatico con giochi, narrazioni, laboratori. 

Una Notte al Museo... con bambini e famiglie al Museo della Marineria di Cesenatico, per aspettare insieme il nuovo anno con giochi narrazioni, attività, sorprese e l’immancabile brindisi ad un futuro sereno e pieno di speranza (il 21 infatti sarà passato indenne, probabilmente). È la proposta che quest’anno il Museo della Marineria rivolge alle famiglie, grazie alla collaborazione di Elisa Mazzoli e dell’Ass. Cartabianca. 

La serata inizierà alle 21 e si verrà accolti da una ricca serie di proposte di intrattenimento: per i bambini presenti partiranno infatti narrazioni itineranti, laboratori creativi, proiezioni di filmati e molto altro, mentre per i grandi è prevista anche una grande tombola «marinara». La serata proseguirà fino alle 24, e al brindisi al nuovo anno. 

Per l’ingresso alla Notte di Capodanno al Museo è previsto un biglietto di 8 euro per gli adulti, mentre l’ingresso per i bambini... è gratuito! Per info e prenotazioni telefonare al 0547.79205 – infomusei@cesenatico.it 

Chiusura prenotazioni alle ore 12.00 del 27 dicembre fino ad esaurimento posti."

Il "promo" del Museo della Marineria di Cesenatico.




martedì 18 dicembre 2012


lunedì 19 novembre 2012

Rotte del Mediterraneo

Rotte del Mediterraneo, visibile su RAI Replay

Rotte del Mediterraneo è un interessante programma che oggi ho potuto vedere su RAI Repaly, trasmesso in diretta su RAI 5 dal lunedì al venerdì alle 18.50.  La particolarità che mi ha colpito di questa trasmissione RAI è stata la semplicità e la simpatia dei conduttori ma soprattutto il fatto che, oltre che di vela e di sport acquatici, si parla della cultura, della storia e della natura del nostro magnifico Mar Mediterraneo.

"Un affascinante viaggio in barca a vela in compagnia di tre giovani amanti del mare e della natura e di un esperto capitano, pronto a svelare per noi le meraviglie del Mar Mediterraneo. Un itinerario che parte da Fiumicino e approda a Porto Rotondo, dopo aver fatto tappa, fra le tante destinazioni all’isola di Giannutri, alle Cinque Terre, a Capraia, e in Corsica a Porto Vecchio, Lavezzi e Bonifacio. Ad ogni approdo i ragazzi, con le Capitanerie di Porto, approfondiranno un argomento legato "all'andare per mare", con il Capitano che cercherà di trasmettere loro tutta la passione ed i segreti della cultura marinara." (Rotte del Mediterraneo)

Insomma, belli e bravi.


domenica 18 novembre 2012


mercoledì 10 ottobre 2012

Le "Sauve qui peut" de Brassens




Le "Sauve qui peut" è un piccolo veliero da pesca che il poeta e paroliere francese Geoges Brassens aveva acquistato per navigare nella sua amata Laguna di Thau. Questa piccola barca di cinque metri e settanta, costruita dal maestro d'ascia André Aversa, fa parte della storia della musica francese perché è stata fonte di ispirazione dell'artista. Abbandonata per anni su di una spiaggia è stata restaurata con amore, e con un impegno economico di ben 45000 €, dall'Associazione di Vela Latina della Ville de Séte. Dopo il varo di questo fantastico restauro, la barca è tornata a terra davanti al Museo dedicato al poeta ma molti si stanno interrogando sul perché una barca a vela così meravigliosamente restaurata faccia la parte di una fioriera e non naviga come dovrebbe.
E' meravigliosa la linea di questo "petit bateau de pêche".

Le bateau de Péche
C'était un petit tout petit voilier
Un petit bateau de pêche
On l'avait bâti d'un bout de papier
Et d'un vieux noyau de pêche
Dans un petit port entre deux roseaux
On l'avait mis à l'amarre
Il appareillait dès qu'il faisait beau
Pour naviguer sur la mare

Mais un jour le petit bateau fit un rêve
A son tour il voulut entreprendre un voyage au long cours
Alors il s'en fut magnifiquement
Tout là bas vers les tropiques
La vie qu'il menait lui donnait vraiment
Des idées misanthropiques

En l'apercevant chaque nénuphar
Craignait qu'un malheur n'arrive
Et le ver luisant qui servait de phare
Lui criait rejoins la rive
Mais il répondit d'un air malséant
Je ne crains pas les déboires
Aussi bien le fleuve et les océans
Ce n'est pas la mer à boire

Quel plaisir de voguer ainsi sur les ondes
Quel plaisir de pouvoir naviguer au gré de son désir
Le ciel est tout bleu et le vent léger
Tous ces braves gens divaguent
Je me moque bien d'ailleurs du danger
Car je n'ai pas peur des vagues

Il ne savait pas qu'à côté de lui
Un canard faisait trempette
Pour notre bateau qui était si petit
Cela fit une tempête
Et rapidement je vous en réponds
Les événements se gâtent
L'eau s'est engouffrée dans les entreponts
Adieu la jolie frégate

Sauve qui peut criait le navire en détresse
Sauve qui peut je ne vais plus jamais revoir le beau ciel bleu
Et tout en pleurant sa vie d'autrefois
Le petit bateau chavire
Ça prouve qu'il faut demeurer chez soi
Quand on n'est qu'un petit navire

(dal sito Paroles-Musique)

Parla dei sogni di questa piccola barca che in fondo sono i sogni di ogni uomo, troppo piccola per contenerli. Ho ritrovato tante cose di me nel testo di questa canzone.

Le Sauve qui Peut, dal sito Infocapagde
L'étang de Thau, la piccola laguna che, assieme alla barca sono stati di ispirazione per Georges Brassens.




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