venerdì 26 marzo 2010

Il Ritratto di Dorian Gray


Grande Wilde, sicuramente un libro da leggere, tanti argomenti e un bagaglio di sensazioni su cui riflettere nel silenzio delle nostre navigazioni a vela. 
Ritengo che questo romanzo possa essere compreso nella sua totalità solo oggi, spogliato dagli inutili pregiudizi sulla omosessualità dell'autore, dalle frettolose condanne di decadentismo esasperato nonché dalla facile etichetta della critica alla società borghese di quei tempi. 
Ritengo invece il racconto altrettanto attuale oggi quanto allora. Wilde, come una lama affilata, penetra nell'animo del lettore scavando solchi profondi tra morale, coscienza e anima distinguendone le caratteristiche e identificandone la forma in maniera chiara ed inequivocabile. 
Nella cruda descrizione della realtà e della società il bene ed il male si confondono nel dramma di esistenze perse nella vita, tra le passioni e l'ipocrisia di un mondo che non riesce a scrollarsi di dosso il peccato, il male, stato in cui l'uomo non può far altro che soccombere. 
Certamente, nel suo spirito decadente, il romanzo sembra non lasciare speranza all'umanità e forse per questo criticato dai "benpensanti" di ieri come quelli di oggi. 
Al contrario io penso che la salvezza di ogni uomo, qualunque sia il suo credo o la sua fede, possa passare solo attraverso una piena consapevolezza dei propri limiti e del proprio essere. 
Troppo spesso le apparenze ingannano, anche e soprattutto se stessi, e se questa "ipocrisia" non viene percepita niente e nessuno potrà salvare l'uomo dall'autodistruzione. 
Il romanzo diventa quindi semplicemente un mezzo con il quale si apre un percorso di introspezione che già durante tutto il novecento abbiamo riscontrato nell'esistenzialismo ed in altre correnti letterarie ma che certamente sarebbe il caso riaprire, prima che altre tragedie possano devastare, come è già successo, anime vuote e preda del male che è in ognuno di noi.


venerdì 19 marzo 2010

Yacht of The Year 2010 - Seascape 18


Mentre l'Elena ordinava il salame all'Esselunga mi sono fermato a guardare qualche rivista, e che ti trovo? Il Seascape18, mi piace proprio parecchio, sembra che la filosofia del piccolo, economico, trasportabile, solo per piccole crociere giornaliere stia prendendo piede. Questo si porta con un carrello 750kg non frenato e poi è anche da corsa. Insomma da farci un pensierino: www.seascape18.com

Lunghezza: 5,50 m
Larghezza: 2,40 m
Pescaggio: 0,15 - 1,15 m
Peso: 450 kg
Deriva: 125 kg
Albero: 7,4 m in carbonio
Randa: 14,5 mq
Genoa: 8,5 mq

Una bella presentazione "croata": Newsletter-oct09






mercoledì 17 febbraio 2010

Slow is cool


Trova tempo per lavorare: è il prezzo del successo.
Trova tempo per pensare: è la fonte del potere.
Trova tempo per giocare: è il segreto dell’eterna giovinezza.
Trova tempo per leggere: è il fondamento della saggezza.
Trova tempo per l’amicizia: è la strada della felicità.
Trova tempo per sognare: è attaccare il tuo carro ad una stella.
Trova tempo per amare ed essere amato: è il privilegio degli dèi.
Trova tempo per aiutare gli altri: la giornata è troppo breve per essere avari.
Trova tempo per ridere: è la musica dell’anima.

(Saggezza irlandese)

La foto è stata rimediata dal sito delle Hansajolle, meravigliose barchine nordiche.

martedì 26 gennaio 2010

Le terre del Trasimeno

"Il territorio del Trasimeno ha mantenuto complessivamente una dimensione di armonia ambientale dove le dolci colline, il quieto specchio del lago, l’ulivo, la vite, la quercia, la torre, il castello, l’abbazia, hanno intessuto nel tempo una ragnatela sottile di relazioni di significati, tali da costituire la meta agognata per il visitatore attento alle vicende dell’uomo e della natura, da assaporare in piena tranquillità."

La mappa interattiva delle terre del Trasimeno:


Visualizza Le Terre del Trasimeno in una mappa di dimensioni maggiori

venerdì 22 gennaio 2010


giovedì 21 gennaio 2010

Il Manifesto dello Slow Sailing


Qualunque sia la tua barca, che sia a remi o uno yacht di lusso, è il rapporto con lei e con la natura che ti circonda che conta. Indipendentemente dal tempo che ci vivi, dal suo prezzo e dalle attrezzature che ci hai montato, la tua barca non è un altro dei tuoi numerosi possessi, ma piuttosto una piacevole compagna di viaggio con la quale è possibile conoscere la natura, il mare, l'acqua,il vento ma soprattutto te stesso.

Ci devi trascorrere del tempo a bordo della tua barca, anche se solamente in un porto. Fai parte del suo spazio, fai piccoli lavori a bordo, questo aumenterà il tuo senso di appartenenza e rafforzerà i legami con lei.

Dimenticati della fretta e delle preoccupazioni, lasciale sul molo quando alzi le vele. Naviga senza pensare a quando devi ritornare, come se tu stessi per partire per un lungo viaggio. Lascia a casa l'orologio e lascia che sia il sole a guidarti. Se ti dimentichi della velocità e del tempo rimani solo con lo spazio: la natura.

Naviga senza una rotta o una destinazione. Lascia che siano il vento e la tua barca a guidarti, ti porteranno dove essi vogliono. Non pensare alle miglia percorse o di quante ne dovrai ancora fare. Non andare da nessuna parte, vai solo a vela e goditi il momento.

Scollega l'elettronica e naviga come si faceva un tempo, impara a non dipendere dagli strumenti. Quando è stata l'ultima volta che hai preso in mano un goniometro? O hai osservato i movimenti del sole e delle stelle? Fai il punto della tua posizione e segnalo sulla carta. Dimenticati l'indicatore della velocità del vento, senti il vento sulla faccia. Impara l'arte della vela, diventata un vero marinaio.

Scollega il cellulare e spegni la musica, taglia il tuo legame con la terra. Ascolta la natura, l'onda di prua, il lembo della vela, il respiro del vento.

Non mettere il timone automatico, lascia che lo prenda qualcun altro. Quanto tempo è passato da quando sei rimasto disteso sul ponte o seduto a prua? Se sei da solo, lega la barra del timone, regola le vele e lasciati andare. Confida nel tuo equipaggio e sulla tua barca.

Scrivi il diario di bordo, descrivi i viaggi e la tua navigazione, dettaglia e annota i tuoi sentimenti. Poi ritorna sui tuoi appunti e rivivi l'esperienza. Condividi le tue esperienze con gli altri diversi da te in modo che possano migliorare anch'essi.

Corri, se è quello che ti piace, ma non per cercare una ricompensa. Vai, conosci la natura, la barca e te stesso. Non c'è nessuna ricompensa più stimolante di questa.

Non lasciare mai sola la tua barca, lei non ti abbandonerebbe mai.

Contempla la natura un po' per volta, lascia che il suo flusso di energia entri dentro di te e trasmettilo ovunque tu vada.

(Maldestramente tradotto da me medesimo)

Grazie Joan e Ben: The Invisible Workshop

martedì 5 gennaio 2010

Dehler Varianta VA18


Una bellissima barca, ancora troppo poco conosciuta per quello che è e quello che vale. Mi piace moltissimo:Varianta.info

Dehler Varianta VA18

Gesamtlänge 6,05m
Rumpflänge 5,75 m
LWL 4,78m
Breite 2,40m
Tiefgang 1,15m
Gewicht, leer 710kg
Passagehöhe/Mastlänge ca. 9,15m/8,1m
Aufrichtmoment: am Masttop ca. 40 kg bei 90 Grad Schräglage bei unbeladenem Schiff
Ballast 240 kg
Segelfläche 24m²
plus opt. Gennaker 29 qm
Schlafplätze: 2+2 (2 Vorschiffskojen >2m lang + 2 Hundekojen ca. 1,5 m)
Kajüthöhe: bis 1,3 m
Cockpitsitzbanklänge 2 m
KAtegorie C
Konstruktion Judel/Vrolijk Facelift Henrike Gänþ/Hoch5

Alcuni riferimenti per poterla vedere e apprezzare, vicino a noi è in vendita presso il concessionario del Viko (Deltania) che mi risultano essere persone serissime ed affidabili: Deltania.de

Bella fotogallery e prezzi (molto buoni) del rappresentante finnico: Marineparken.dk

Brochure: Varianta VA18

Brochure Berlino 2009: Brochure Varianta VA18 Berlino 2009


giovedì 31 dicembre 2009

IL "VADE MECUM" DEL PERFETTO NAVIGATORE


Trovata in un sito che è veramente un piccolo gioiello: Lungomarecastiglioncello

Ovverosia: Schidionata di proverbi raccolti dalla impavida bocca d'un vecchio lupo di mare, il quale nei suoi lunghi viaggi attraverso e intorno al mondo, scoprì in un'isola deserta del continente la vera e infallibile ricetta per fare il cacciucco alla livornese.

Con tutti i venti,
Il navigare è sempre da imprudenti.
Vento a ponente,
Chi salpa dalla riva se ne pente.
Il buon nocchier, con lo scirocco fresco,
Pensa a' suoi cari, e si trattiene al desco.
Quando soffia il maestrale,
Stare in porto non è male.
Nubi a levante,
Catene, ancore e boe son cose sante.
Se la brezza è di Nord-Este,
Sfuggi il mar come la peste.
Vento alla terra,
Chi sta in porto mai non erra.
Il buon nocchier quand'ode il mar che rugge
Monta in un treno e, senza indugio, fugge.
Se t'imbarchi col grecale,
Pescicani e funerale.
Pecorelle a mezzogiorno,
Partirai senza ritorno.
Se t'imbarchi col garbino,
È tremendo il tuo destino.
Il buon nocchiero, anche se il tempo è bello,
Non si fidi e s'agguanti al gavitello.
Il buon marino, quando il tempo è brutto,
Piuttosto che salpar, risica tutto.
Vento fresco di Provenza.
Navigar non è prudenza.
Guarda il mare e, s'è maretta.
Resta in terra con gran fretta.
Aria rossa la mattina,
Non salpar, torna in cantina.
Aria rossa sul tramonto,
Navigar non mette conto.
Messi a scelta l'acqua e il vino,
Scansa l'acqua il buon marino.
Quando è pronto il tuo veliero,
Non salpar, muta pensiero.
Bonaccia, la mattina, alla riviera,
La partenza rimandala a stasera.
Bonaccia, sulla sera, alla marina
Non t'imbarcare, aspetta a domattina.
Il buon nocchiero, anche coi venti aprichi,
Pensa alla pancia e se la serba ai fichi.
Ne di Venere ne di Marte,
Non s'imbarca ne si parte.
Se a libeccio gira il vento,
Fuggi il mare con spavento.
L'esperienza ce la da per certa:
Uomo in battello, sepoltura aperta.
Quando il sole è solicello,
Non montare sul battello.
Non gettare in mar la lancia
Se nel cuore hai la tua pancia.
Se a ponente vedi un lampo,
È naufragio senza scampo.
Pecorelle all'orizzonte,
Vai sul molo e...dietro fronte!
Se vuoi esser buon nocchiere,
Volgi al mar sempre il sedere.

di Neri Tanfucio

sabato 14 novembre 2009

Thalassokràtores


"Il Dio del Sole", esposto a Cortona dai tesori dell'Ermitage presa da "Il Sole24ore"

Nonostante che i sogni siano tanti non so se riuscirò mai a navigare luoghi diversi dal mio Trasimeno e della vicina "Costa Etrusca", e parlo di una costa meravigliosa che comprende l'Arcipelago Toscano, l'Argentario, il Parco Naturale della Maremma e via dicendo lungo tutta la costa della Toscana fino al Lazio. Quando ripenso a queste meraviglie naturali, ma non solo, anche artistiche e storiche faccio sempre le stesse considerazioni, in fondo mi posso accontentare, sono già tanto fortunato ad essere nato qui ed aver avuto la possibilità fin da piccolo di vivere in questi luoghi. E poi ci sono ancora paesi e coste stupendi da vedere e da scoprire.

Qualche mese fa a Cortona, al MAEC, hanno esposto alcuni reperti provenienti dal Museo dell'Ermitage ed uno in particolare mi ha colpito, una rappresentazione del Dio del Sole, e la memoria è tornata agli studi liceali sugli etruschi, questa comunità misteriosa e poco conosciuta. Sono andato a ricercare qualche informazione che andasse oltre i vaghi ricordi che me lo rappresentavano come un popolo mite, dedito principalmente all'agricoltura e al culto della morte. Ed invece su Archeosub ho trovato, tra le altre, questa frase:

Dionigi d'Alicarnasso decanta comunque l'esperienza marinara e la grande potenza navale dei rasenna e li definisce thalassokràtores ovvero «dominatori del mare» (Ant. Rom. I, 11). Tale talassocrazia, nella tradizione storica greca, era fatta risalire ad epoca remotissima, sino a confondersi con il mito, come testimonia l'episodio appunto mitico del dio del vino Dioniso, rapito da insolenti «pirati» etruschi che finiscono, però, per essere trasformati in delfini (Inno omerico «a Dioniso»).

Nave etrusca, da scientia antiquitatis
... gli Etruschi, un poplo di terricoli che dominarono i mari! E' stata un pò una sorpresa, anche se tutti sappiamo che si sono insediati nelle nostra terre proveniendo dal mare, forse dall'Africa o dai lontani paesi dell'Asia che si affacciavano nel Mediterraneo. E d'altro canto tanti sono i luoghi presenti nella nostra costa che ce li ricordano, e basta citarne alcuni come Vada, Populonia, Portoferraio, Talamone e via dicendo, tutti luoghi che ho visitato, e forse solo ora mi rendo conto senza la necessaria attenzione.

giovedì 12 novembre 2009

Mini cruiser


Mini cruiser, così li chiamo, diciamo che sono i piccoli cabinati di peso contenuto, di facile trasportabilità ed ottimi per le uscite giornaliere senza grandi pretese crocieristiche, quindi hanno caratteristiche di poco superiori a quelle di una deriva ma che possono garantire una maggiore sicurezza e comodità durante brevi navigazioni lungo costa anche di alcune miglia. Li ho selezionati tra quelli che hanno un peso massimo di 450 kg. Ovviamente hanno anche il pregio che si armano con una certa facilità ed alcuni si manovrano con molta semplicità. Diciamo la verità, ho cercato parecchio ma ne ho trovati veramente pochi. Per non annoiarvi troppo cito alcuni di quelli attualmente in produzione e di facile reperibilità in Europa, degli altri ne riparleremo nei prossimi articoli. Personalmente ritengo che sia sempre più conveniente orientarsi verso le piccole barche a vela di questo tipo perché riescono comunque a dare grandi soddisfazioni con un minimo investimento e costi di manutenzione e mantenimento a livello di una deriva. Il loro prezzo di acquisto del nuovo non supera di solito i 20000 Euro tutto compreso. Normalmente ci si può dormire in due, come in una tendina, si possono trasportare con una FIAT 500, l'albero si tira su senza fatica e sono sufficienti 2CV per andare a motore. Ovvimente sono ottimi quando si è costretti a veleggiare da soli senza equipaggio, o con la sola moglie - zavorra a bordo, ma certamente entro qualche miglio dalla costa e in condizioni meteo marine discrete, le stesse in cui si naviga anche con le derive.
L'immagine in testa è "Dodo", un progetto per autocostruttori di Flavio Faloci tratto da: duckworksmagazine.com

West Wight Potter, Potter 15: West Wight Potter
Lunghezza: 4,57 m, Larghezza: 1,60 m, Pescaggio, 0,21 - 0,90 m, Peso: 217 kg, Sup. Velica: 11 mq, praticità d'oltreoceano!



Wieker Boot, Kajut Ruegenjolle: Wiekerboote
Lunghezza: 5,10 m, Larghezza: 2,06 m, Pescaggio: 0,18 - 1,18 m, Peso: 330 kg, Sup. velica: 14,20 mq, bella, semplice e tedesca come una Volkswagen.



Cadei, Limit TCI: Cadei
Lunghezza: 4,98 m, Larghezza: 2,20 m, Peso: 300 kg, deriva mobile a scomparsa, Sup. velica: 14 mq., italian style anni ottanta!



Paiardi, Erre 18: Paiardi
Lunghezza: 5,50 m, Larghezza: 2,10 m, Peso: 350 kg, Pescaggio max: 1,30 m, Sup. Velica: 17 mq., un classico!



Astus Boats, Astus 20.2: Astus Boats
Lunghezza: 5,95 m, Larghezza: 2,40 - 4,25, Peso: 350 kg, Pescaggio: 0,25 - 1,25 m, Sup. Velica: 20 mq, Tres interessant!



Centro Nautico Calasetta, Winning Cat: Centro Nautico Calasetta
Lunghezza: 6,36 m, Larghezza: 2,42 m, Pescaggio: 0,16 - 1,32 m, Peso: 380 kg, Sup. velica: 19 mq, progetto Farr!



FTmarines, Globe 530: FTMarines
Lunghzza: 5,34 m, Larghezza: 2,08 m, Peso: 380 kg, Sup. velica: 17,40 mq, deriva mobile a scomparsa, water ballast ad acqua di 120 kg che vanno sottratti al peso totale, veramente non male per la trasportabilità!



Swallow Boats, Bay Cruiser 20: Swallow Boats
Length: 20ft 3ins (6.17m) Beam: 7ft 6ins (2.3m) All up weight: 990 lbs (450kg). Weight of water ballast tanks: 880lbs (400kg), very English!


Fabola Campus 6.6.: Fabola Campus
Lunghezza fuori tutto: 6.60 m ; Lunghezza al gallegghiamento: 6.20 m ; Larghezza: 2.30 m ; Peso: 455 + 150 di water ballast ; Sup. velica: 14 - 17 mq ; Cuccette: 4, Bellissima e molto carrellabile!


venerdì 6 novembre 2009

Trekking nautico all'Argentario


Visualizza Argentario in una mappa di dimensioni maggiori

Apri la mappa interattiva e naviga con tutto quel che c'è da sapere: ormeggi, parcheggi, baiette e quant'altro di utile per il trekking nautico in uno dei luoghi più affascinanti della Costa Etrusca.


martedì 6 ottobre 2009

Velista della domenica


Io sono proprio uno di quelli. Si e no conosco le precedenze e appena le leggere brezze pomeridiane cominciano a farsi "preoccupanti" tiro giù ogni cosa e me ne ritorno a casa. Delle crociere per il Mediterraneo poi non se parla più da anni in casa mia, il sogno si è infranto oltre le battagliole dalle quali mia moglie e mia figlia si sporgevano non appena il mare diventava un tantino formato mandando ai pesci il seppur misero pasto della giornata, ah queste donne!

Terraferma Sailors, poco inclini alla vera navigazione eppur attratti e affascinati da quei rari momenti in cui ti senti, nel silenzio, portare dal vento.

Ma non era di questo che volevo parlare. L'altro ieri un commentatore del TG1 al Salone di Genova ha tirato fuori la frase fatidica: oggi va il "day sailing!" e mi sono improvvisamente risvegliato dal tipico torpore con cui sono abituato a guardare di queste cose. Che stia cambiando qualcosa? A vedere le novità sul sito del Salone sembra di no, ma la cosa mi ha incuriosito e sono andato a vedere in qua e là i commenti di chi al Salone c'è stato. Ebbene mi ha colpito l'articoletto che un amico velista ha fatto in un noto blog di vela in cui dichiarava che aveva deciso di rinunciare al mitico "firstino" per una bella deriva, con la quale già sognava di solcare mari e laghi in ogni dove. Troppo complicato armare, disarmare, troppo costoso avere il fuoristrada, troppo impegnativo fissare gru e relativi ometti, insomma troppo tutto. Eppure il "firstino" è uno delle più belle barche carrellabili.

Io stesso, pur essendo il mio Viko una barca molto "facile", mi rendo conto che quando i miei figli vorranno andare per i fatti loro sarà problematico gestirlo da solo con mia moglie. Certo per un altro anno o due potrò stare tranquillo, ma poi dovrò ripensare a qualcosa di più piccolo e facilmente gestibile. Escluderei la deriva perché alla fine sarei costretto ad andare da solo, una cabina seppur piccola è troppo comoda. Ebbene ti metti alla ricerca e ti accorgi che di barche possibili si contano in una mano. Alcune le ho citate nell'articoletto precedente ma mi ha stupito il fatto che non ce n'è veramente una che racchiuda tutte le caratteristiche di trasportabilità, estetica e facilità di utilizzo che vorrei: mi piace l'armo velico del winning cat ma ritengo un pò scomoda la barca, ammiro la semplicità del Ruegenjolle ma penso che l'estetica un pò datata, non sarebbe male l'R18 ... ma quella cabina cosi "appruata", insomma ancora non ce n'è nessuna che mi appassioni.

Possibile che nessun progettista e nessun cantiere ci possa fare questo regalo, una barca semplice, leggera, facile da armare da una persona, con una piccola cabina con un unico letto matrimoniale dove riporre le poche cose utili alla giornata e le proprie membra dopo i pasti, moderna nella linea e alla fine, ovviamente, non troppo costosa. Insomma sui 5 metri di lunghezza, due di larghezza, 300 kg di peso, per 4 persone e due posti letto, dodici metri quadri di vela e che costi al massimo, motore incluso, 15000 Euro. Chiedo troppo?

giovedì 10 settembre 2009


martedì 8 settembre 2009

Perché comprare una barca


"Perché comprare una barca", questo è la frase che più di tutte mi ha stupito nel report giornaliero sui motori di ricerca di Google Analytics. Ho visto di tutto, dalla ricerca di feste per single alle pizzate con amici, certamente le più ricercate sono le carte nautiche gratis e a seguire le barche a vela carrellabili, l'autocostruzione ed infine un elenco sterminato di nomi di barche a vela. Ma proprio "perché comprare una barca!??". Semmai io mi chiederei "perché non comprare una barca". Sembrerebbero così ovvii i motivi per cui uno dovrebbe comprare una barca che semmai ci sarebbe da chiedersi perché non la dovrei acquistare vista e considerata la situazione della nautica in Italia. Eppure pensandoci bene la domanda ha un senso, eccome! Perché dovrei comprare una barca visto che la maggioranza sono abbandonate ed inutilizzate nei porti per gran parte dell'anno, perché dovrei comprare una barca visto quanto costa, visto quanto è impegnativo mantenerla ed ormeggiarla, visto quanto può essere disagevole e pericoloso andar per mare, visto quanti pensieri e preoccupazioni ci da quando siamo a terra ed in acqua. Potrei continuare all'infinito, certamente l'unico motivo valido che rimane è la passione per il mare e per la vela, ma in fondo si potrebbero tranquillamente affittare le barche, oppure andare semplicemente in un windsurf o in un laserino per provare le stesse identiche soddisfazioni che ogni giorno siamo qui a decantare. Non c'è un motivo valido o vero per comprare una barca, questo dubbio mi assale, forse in fondo è l'espressione della mia vanità, o il senso del possesso che mi pervade in ogni cosa che desidero. Perché ho comprato una barca?? Non so!

sabato 1 agosto 2009

Living Lakes, un piano d'azione e ... la nostra proposta


Adattamento ai cambiamenti del clima, tutela delle biodiversità e sviluppo sostenibile i principali obiettivi
(Cittadino e Provincia) - Perugia, 7 gennaio '09 - Adattamento al cambiamento climatico, protezione e aumento della biodiversità, uso sostenibile delle risorse naturali nelle aree lacuali. Lungo queste tre direttrici si muoveranno le azioni di Living Lakes Italia nei prossimi tre anni. A indicare gli obiettivi di fondo di quello che dovrà essere il Piano di azione della rete italiana dei laghi nel prossimo futuro sono stati i membri del tavolo tecnico (Provincia di Perugia, Legambiente, Uisp e Comunità Montana) che, nel mese di dicembre, si sono incontrati con la presidente di Living Lakes internazionale Marion Hammerl. E proprio da lei è giunto l'invito a mettere a punto rapidamente un Piano d'azione tutto italiano nel quale siano inseriti i principali problemi dei partner, gli obiettivi e le misure concrete da realizzare per ciascun lago aderente alla rete per i prossimi tre anni. "Inoltre - secondo quanto riferisce il coordinatore italiano Fiorello Primi - nel Piano dovranno essere definite le responsabilità nel portare avanti le misure individuate, così come gli indicatori significativi per monitorare il risultato e l'impatto delle misure intraprese". Rispetto agli obiettivi e alle misure da perseguire, le idee dei partner sono chiare. Sulla base infatti dell'esperienza di Living Lakes in merito a piani di gestione e d'azione sviluppati e implementati in altre aree lacuali, il Piano d'Azione di "Living Lakes Italia" dovrà contenere concreti obiettivi nei seguenti campi d'azione: protezione del clima e adattamento al cambiamento climatico (es. energie rinnovabili, compensazione di CO2, gestione delle acque e della siccità), protezione e aumento della biodiversità (es. recupero di spiagge lacuali e parti poco profonde del lago, qualità dell'acqua, recupero di habitat legati all'acqua), sviluppo sostenibile di aree lacuali e uso sostenibile delle risorse naturali (es. sport acquatici sostenibili, turismo, agricoltura). Trasversali a ciascun campo di attività saranno poi la gestione dei laghi e l'educazione ambientale. In questo quadro generale, i responsabili dei laghi aderenti all'organizzazione sono invitati a identificare le proprie priorità ed a formulare proposte concrete da inserire all'interno del Piano. Analogamente Legambiente sta lavorando alla elaborazione di proposte di progetti concreti nel campo dell'educazione ambientale da estendere progressivamente a tutti i 10 laghi italiani. Anche l'esperienza della Goletta dei laghi potrà essere riprodotta presso i bacini lacustri associati a Living Lakes. Dal canto suo la Uisp nazionale è stata invitata a formulare una proposta di attività sportive ecosostenibili per tutti i laghi, lavorando in stretta collaborazione con Legambiente. Il Piano di azione del network italiano sarà presentato al World Water Forum di Istanbul nel prossimo mese di marzo. "Il lago Trasimeno - sono le parole di Primi - per le sue esperienze e attività già consolidate soprattutto sul fronte dell'educazione ambientale, può rappresentare un valido campo di prova e una sorta di laboratorio da esportare in altre realtà lacustri".

La nostra proposta rinnovata:
Finalità del progetto "Porti Verdi": proporre al Living Lakes, alle Regioni e alle Provincie la realizzazione di una rete di porti a basso impatto ambientale per medie e piccole imbarcazioni munite di carrello. Questa rete potrà essere estesa, nel futuro, alle aree marine protette.
Scopo del progetto:
a) ridurre l'impatto ambientale dei "marina";
b) aumentare la disponibilità portuale per la piccola nautica favorendo l'utilizzo "alternativo" del Porto Verde;
c) promuovere e sviluppare anche in Italia, già molto diffuso nei paesi anglosassoni, il turismo nautico del natante carrellabile, itinerante, ecologico e sociale.
Localizzazione: privilegiare aree destinata alla riqualificazione ambientale, paesaggistica e turistica entro un chilometro dalla costa.
Generalità del progetto: i "Porti verdi" dovranno essere costituiti da un ampio parcheggio per auto e relativo carrello della capienza di circa 150 posti, strada di collegamento dal parcheggio alla spiaggia/ costa, scivolo a quattro corsie sul lago/ mare dotato arganetto, piccola diga foranea di protezione dai frangenti, campo boe della capienza di 25 posti.
Il parcheggio: Il parcheggio, posizionato a circa 500 - 1000 m dalla spiaggia/ costa verrà inserito in un contesto paesaggistico e naturale costituito da prati e piante ad alto fusto. Il parcheggio sarà adeguatamente protetto , dotato di servizi igienici, area ristoro e pic-nic e parco giochi per bambini.
Fabbricati e pavimentazioni dovranno rispettare i canoni della bioedilizia in quanto "ecologicamente orientati" evitando, per esempio, l'uso dell'asfalto ma idonee pavimentazioni "a prato" oppure tecnologie costruttive bioedili ed impianti a basso dispendio energetico.
Collegamento al lago/ mare: strada asfaltata a doppia corsia che collega il parcheggio fino alla spiaggia/ costa, dove questa si interrompe.
Passaggio sulla spiaggia: il collegamento dalla strada agli scivoli dovrà garantire il minimo impatto visivo, quindi costituito da materiali che siano compatibili con il colore tipico della sabbia/ costa.
Scivoli: Scivolo a quattro corsie, munito di eventuale arganetto mobile, pendenza naturale 10-12%. Gli scivoli saranno mobili, e quindi asportabili durante la stagione invernale.
Diga foranea: piccola diga foranea di protezione dai frangenti di lunghezza adeguata e posta da una distanza tale da garantire la sicurezza dei natanti in entrata e in uscita.
Campo boe: costituito da 25 posti per circa la metà protetti dalla diga.
Uso: i "Porti verdi" hanno come priorità l'uso "sociale" e lo sviluppo della nautica minore, pertanto il loro utilizzo non deve essere destinato agli "stanziali", che già sono privilegiati nell'utilizzo dei porti marini, ma per il turista che si muove. Gestione e costi dovranno essere del tutto paragonabili a quelli di un'area di sosta camper/ parcheggio.

La presente proposta è stata inviata a:
- Living Lakes
- Provincia di Perugia
- Presidente Regione Sardegna Renato Soru
- ex Ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio
- Circuito Piccola Nautica


lunedì 9 marzo 2009

Cambiare barca



Mi è capitato quasi per caso, neanche tanto perché sono stato incauto nell'acquisto, anzi le barche erano ottime, forse è stato solo per quell'immancabile senso di insicurezza che pervade la mia vita, comunque è andata così, e nell'arco di due mesi, una volta deciso, le ho rivendute. Non ci ho guadagnato, non sono un commerciante, ma con quelle barche ci abbiamo fatto delle belle vacanze, diversi mesi di utilizzo all'anno spendendo, inclusi compravendita, trasporti tra mare e lago, l'ormeggio, la manutenzione e tutte le spese fino all'ultima goccia di benzina poco più di 2000 Euro all'anno. Se le avessi affittate ci avrei fatto si e no qualche settimana. Mia moglie che negli anni passati è sempre stata piuttosto critica nei miei acquisti, in special modo per le auto, quando si parla delle barche esordisce: "Zitto, almeno quelle ce le siamo godute tutte!". Non da poco l'aspetto che i figli sono sempre venuti con noi volentieri,... almeno finora.
Tutt'oggi tengo una rigorosa contabilità su quello che costa la mia barca cercando di ottenere i maggiori vantaggi con la minima spesa. Penso che se tutti facessero come me eviterebbero di chiedere cifre assurde nella vendita delle loro barche evitando di occupare spazi negli annunci. Infatti, questa meticolosità mi ha aiutato a rivenderle subito, un metodo che non prevede analisi di mercato, verifica sui listini, controllo delle quotazioni, ma solamente una "svalutazione" in base ai costi annui sostenuti. Certamente il metodo non è applicabile sempre, ci vogliono delle condizioni preliminari:
1) i costi annui di manutenzione e mantenimento devono essere inferiori al 10% del valore della barca;
2) la barca deve essere di qualità, o perlomeno deve avere delle caratteristiche tecniche che "interessano" determinate fasce di potenziali acquirenti;
3) la barca non deve essere troppo vecchia, e se lo è, deve essere tenuta in maniera esemplare e questo significa averla acquistata già in condizioni ottime;
4) a parte la normale manutenzione, non bisogna spendere troppo denaro in strumentazioni, attrezzature e ammennicoli vari: quelli non te li ripaga nessuno.
Premesso ciò, se la barca viene mantenuta nelle sue condizioni "originali" e rivenduta ad un prezzo ragionevolmente inferiore a quello di acquisto si rivende subito, e quel "ragionevolmente" significa accettare di rivenderla al prezzo di acquisto meno il "valore goduto" che equivale alla sua "svalutazione" reale.
Le mie scelte si sono orientate fin da subito sulle "carrellabili" o barche inferiori agli otto metri. La prima era un grande carrellabile, su questa abbiamo imparato, ma allora avevamo il fuoristrada e incoscientemente l'abbiamo trasportata senza rendersi conto che eravamo fuori delle 3,5 tonnellate. Incidentato il fuoristrada, e io non potendo prendere la BE per motivi di vista, abbiamo rivenduto sia fuoristrada che barca orientandoci verso una più grande per vivere un po' di mare. Per me il mare è stata un'esperienza bellissima, ma non per tutti in famiglia. Mia figlia ha sofferto molto e ancora oggi quando si parla di tornare al mare con la barca storce la bocca, non ne vuol sapere, contrariamente al lago che vive in assoluta tranquillità e remissione. Ma non è stato questo il motivo per cui l'ho rivenduta: una barca di 24 piedi del valore di circa 16000 Euro mi sarebbe costata per manutenzione e mantenimento circa 3000 Euro annue, troppo per noi e troppo per l'utilizzo che ne potevamo fare. Fatti tutti i conti, presa la decisione, stabilita una cifra e rivenderla è stato tutt'uno. Mi sono divertito e non me ne sono pentito e sono molto contento di non aver speso molti più soldi, quando me lo potevo permettere, in una barca più grande.
Oggi sono molto soddisfatto del mio attuale barchino di cinque metri e mezzo, ci faccio esattamente le cose che ci facevo prima e, per certi aspetti, forse in futuro ci potrò fare di più. Non ho intenzione di cambiarla, ma se lo farò sarà solo per una barca più piccola, più gestibile da me e mia moglie quando saremo costretti ad andarcene da soli, ma speriamo che passi ancora qualche anno.


sabato 7 marzo 2009

Laghi per vivere, laghi per la vita


Questo è lo slogan di un convegno internazionale che si terrà presso il Cumbria Lake District in Inghilterra nel mese di maggio. Una scelta non casuale che fa sua in quattro parole tutta la filosofia del Living Lakes e di cui abbiamo già parlato in più occasioni. L'opinione pubblica è sempre più consapevole che il lago è uno dei sistemi ambientali più delicati sul quale ruota attorno tutta la qualità della vita umana. In ogni parte del mondo, ovunque si vada, il lago è considerato come qualcosa da proteggere e allo stesso tempo è diventato il simbolo di un modo di vivere più attento verso l'uomo e il suo ambiente: è il doveroso rispetto verso la natura in ogni sua forma che impongono le regole utili per la sua sopravvivenza.
Onestamente abbiamo provato in tutti i modi a far sentire anche la nostra voce, aderendo alle iniziative di Italia Nostra contro la cementificazione selvaggia nei grandi laghi del nord, oppure a ventilare l'ipotesi dell'utilizzo di imbarcazioni a vela, a remi o con motori elettrici in tutti i laghi, e infine proponendo la "rete dei porti verdi" come luogo ideale dove far sostare le barche con un basso impatto ambientale. Ringrazio e cito gli Assessori Lupi della Regione Toscana e Pierini del Comune di Follonica, sui quali rimettiamo tutte le nostre speranze, ma non c'è stato un grande riscontro da parte dei politici che, purtroppo, non sono molto abituati ad ascoltare la gente, struggente incapacità che puntualmente si materializza nell'assenza di una seppur modesta risposta. Ma non importa. Ciascuno di noi è chiamato, anche nel suo piccolo, a partecipare a questo meraviglioso progetto che si sta sviluppando quasi per necessità e a seguirne seppur gradualmente la scia attuando le sue scelte in modo autonomo e consapevole. Immagino qualche "proposta" e ne cito solo alcune:
1) premesso che il lago è un bene prezioso da conservare e valorizzare, il principale aspetto da tenere presente è quello di modificare totalmente il nostro reciproco rapporto: si passa dallo sfruttamento turistico al puro "godimento", quasi fosse un'opera d'arte. Lo si osserva, lo si vive, lo si ammira, ma con la dovuta distanza e il dovuto rispetto;
2) quanto espresso al punto precedente impone necessariamente la riduzione dell'uso dei motori a scoppio, del cemento, dell'inquinamento, dello smog;
3) cambiamo le nostre barche prendendole più piccole, e sostituiamo i motori a benzina con motori elettrici, ma soprattutto andiamo a vela o a remi. In Germania, come lo è stato con i pannelli solari, sono molto più avanti di noi in questo campo, informiamoci e adeguiamoci;
4) non buttiamo niente nel lago, non utilizziamo antivegetative inquinanti, non facciamo rumore;
5) quando non usciamo, teniamo le nostre barche a terra ed utilizziamo gli scivoli, quelli ben fatti se ci sono, o perlomeno privilegiamo strutture portuali che sono state realizzate con il più grande rispetto per l'ambiente: pontili galleggianti e strutture di supporto ridotte al minimo e tanti alberi e prati al posto del cemento e delle banchine. Ritengo che il porticciolo di Castiglion del Lago sia un valido esempio;
6) frequentiamo i laghi, ci si vive bene, amiamo la loro natura, la flora, la fauna, ma anche la loro storia, le opere d'arte che ci sono intorno e che hanno ispirato artisti, architetti, scultori. Promuoviamone il valore e la qualità della vita in modo che diventino luoghi privilegiati dove vivere o passare il tempo libero.
Da queste considerazioni prende forma l'idea che tutti i laghi del centro Italia, e cito solo i più importanti quali, Trasimeno, Bolsena, Bracciano, Vico, Piediluco, Montedoglio, ecc. potrebbero far parte anch'essi di un "distretto dei laghi" nei quali le amministrazioni hanno fatto una ed una sola scelta importante: mettiamo avanti il valore della natura e del suo rispetto, tutto il resto viene da sé.


mercoledì 4 febbraio 2009

Solitudo



Chi non conosce il sito di Franco Bechini "Solitudo" , luogo di riferimento per tutti coloro che sono alla ricerca di un modo diverso vivere la nautica nel rispetto di se stessi, del mare e dell'ambiente. Ma non voglio entrare in questi argomenti, se n'è già parlato parecchio e ancora se ne parlerà, piuttosto mi voglio soffermare sul termine solitudo che dal latino significa "solitudine", e quindi sul titolo che l'autore ha voluto dare al suo spazio pubblico ricercandone, con il dovuto rispetto, le origini, le motivazioni, oppure ancora meglio quel legame silenzioso che unisce almeno una parte di noi velisti.
Ugo Foscolo nelle Ultime lettere di Jacopo Ortis scriveva: " ....il cuore nella solitudine e nella pace va a poco a poco obliando i suoi affanni; perché la pace e la libertà si compiacciono della semplice e solitaria natura...". E ancora non voglio dare un significato letterario a questa frase quanto esprimere il sentimento che mi ispira nel riportare la mia mente a vette imponenti che mi sovrastano o al vento che trascina la barca in un meraviglioso silenzio. Ed è proprio questo sentimento che mi lega al senso della solitudine, alla ricerca di momenti unici ed irripetibili da soli, o con le sole persone veramente amate, un sentimento che non solo mi fa sentire in pace, libero dalle tensioni e dagli affanni del mondo, ma che mi fa riscoprire tutte le volte il significato vero della mia umanità: essere semplice, solitario, essere umano. Concludo affermando che non sono un filosofo e neanche nella condizione di addentrarmi nei meandri di un pensiero che giustifichi queste sensazioni ma la vela e la montagna sono per me i luoghi privilegiati della mia solitudine, via da volti noti ed ignoti, via dal chiasso e dal rumore, via dai ricchi e dai poveri, via dagli uomini di successo e dai falliti, ma solo dentro me stesso ed è qui che riesco a ritrovare il senso della mia esistenza. Penso che sia questo che mi lega ad alcuni di voi e a Franco Bechini.

domenica 4 gennaio 2009

Aria di tempesta



Tutti i bravi marinai sanno cosa fare quando tira "aria di tempesta". Per prima cosa bisogna accorgersi che sta arrivando, percepirne il pericolo. Si sente nell'aria, poi si scruta l'orizzonte, si studiano le nuvole, i venti e le correnti, si tengono sotto controllo gli strumenti, il VHF, il barometro, il termometro, il segnavento. Alla fine si prendono le decisioni dopo aver adeguatamente informato e preparato l'equipaggio: si modifica o si mantiene la rotta, si controllano le attrezzature di coperta, si predispongono tutti i sistemi di sicurezza, si preparano le vele, ci si assicura alla barca .... che non vorremmo mai abbandonare. Alla fine si attende il suo arrivo, pronti, consapevoli che sarà dura, ma che abbiamo fatto tutto quello che era possibile fare. Il timore, la paura reverenziale verso i fenomeni della natura da noi tanto amata ci attanagliano il cuore e la mente, non tanto per noi stessi, ma per il nostro equipaggio, i nostri figli.
E' proprio di ieri la notizia che non avremmo mai voluto sentire. Il proprietario di un noto cantiere di La Rochelle si è suicidato. Non ne riporto il nome per rispetto. Ha lasciato scritto solo un breve messaggio nel quale chiede perdono, non aveva più i soldi per pagare i suoi 120 operai. In Francia c'è stata una mobilitazione tra tutti gli amanti del mare che stanno donando un Euro per tutte quelle famiglie che non hanno più uno stipendio su cui contare, allevare e mantenere i propri figli. Ma questa non è la prima e unica brutta notizia, anche se forse la peggiore. E' di questo mese la comunicazione della liquidazione del cantiere che costruiva le mitiche Cornish Crabber. E non si parli poi dell'amministrazione controllata della Dehler, fiore all'occhiello dell'industria nautica tedesca. C'è un grande sofferenza in tutto il mondo, milioni di famiglie stanno per solcare, per la prima volta, la soglia della povertà.
Eppure fino a soli sei mesi fa si mantenevano gli interessi bancari come se nulla fosse, il petrolio era alle stelle e si continuava a dire che l'economia era solida. Manager, presidenti e direttori di banche nazionali ed europee, opinionisti, ministri e sottosegretari, geni della finanza... e così via nella lunghissima lista di super pagati funzionari, politici e amministratori procedevano diritti a dissanguare le ultime sostanze di questo capitalismo dell'ultim'ora.
A questo punto la riflessione da fare è solamente questa: in che mani siamo? Chi sono i marinai che conducono questa barca, se non si accorgono neanche di una tempesta così importante in arrivo?
Lascio a voi questo dubbio e la ricerca delle risposte.

mercoledì 12 novembre 2008

Sovrapporre le carte nautiche su Google Earth


Veramente facile ed interessante. Si può fare anche utilizzando un link esterno. Basta aprire Google Earth, avvicinarsi al luogo della sovrapposizione, sul menù "Aggiungi" digitare "sovrapposizione immagine", digitare "sfoglia" ed andare a cercare la carta nautica (anche copiando e incollando un link esterno). Poi bisogna far scorrere cursore di trasparenza in modo che si possanno vedere tutte e due le immagini, quindi si restringe e si sposta l'immagine agendo sui bordini verdi (per stringere ed allargare) e sulla croce centrale per spostare. Una volta centrata l'immagine si possono inserire dei segnaposto con eventuali note. Stando attenti di aver digitato su "Luoghi temporanei" nel menù a sinistra si va su "File", poi "Salva", poi "Luogo con nome" ... e il tutto viene salvato su di una cartella. Per fare eventuali modifiche basta riaprire il file, posizionarsi con il cursore sul nome dell'immagine sovrapposta che si trova sul menu' sinistro in "Luoghi temporanei", digitare il cursore destro e poi "proprietà". Grande!


lunedì 20 ottobre 2008

La Dichiarazione del Trasimeno


Anticipo la mia traduzione ed interpretazione personale del documento emesso nel corso del 12° Meeting annuale del Living Lakes tenutosi dal 22 al 27 settembre a Castiglion del Lago sul Trasimeno e che si trova su:
La Dichiarazione del Trasimeno

Carta del paesaggio lacustre
(la Dichiarazione del Trasimeno)
I laghi, le loro zone umide e i bacini di acqua da cui si sono formati paesaggi in forma storica, spirituale ed estetica detengono le più ricche biodiversità presenti sulla terra e contribuiscono in modo determinante alla crescita fisica, culturale e del benessere di tutti gli uomini e di tutte le forme di vita.
Eppure, i laghi vengono degradati e stanno scomparendo a un velocità senza precedenti in tempi umani. Una maggiore comprensione del funzionamento dei sistemi delle zone umide, porta alla conclusione che è solo la nostra incapacità di concordare procedure per la gestione sostenibile del lago che sta consentendo a così tanti laghi di continuare la loro spirale di degrado. E' responsabilità di ciascuno quella di lavorare insieme per risolvere i conflitti di interessi in modo che coloro i quali vivono nei laghi possano continuare a fornire i valori del paesaggio culturale e i servizi ecosistemici sui quali si basa il futuro della vita umana.
Questa situazione è diventata critica, e occorre agire ora.
Queste sono state le conclusioni a cui sono arrivati gli oltre 100 membri e associati della Rete Living Lakes da 30 paesi del mondo, in rappresentanza dei 55 laghi della rete Living Lakes, che hanno discusso questi temi nel 12° Convegno annuale dal titolo "Linking Cultural Landscapes to Lake Protection" tenuto presso il Lago Trasimeno, Italia, tra il 22 e 27 Settembre 2008, e ospitato dalla Provincia di Perugia, Regione Umbria, Comunità Montana - Associazone dei Comuni 'Trasimeno Medio-Alto Tevere', Legambiente, Italia e Global Nature Fund (GNF), in Germania.
I partecipanti al simposio intendono esortare i governi, gli operatori del settore privato, le istituzioni del mondo accademico, le organizzazioni non governative e tutti i cittadini ad impegnarsi a sostenere una gestione dei laghi in un quadro di sviluppo sostenibile, prendendo atto della seguenti conclusioni della conferenza:
Lo stato attuale dei laghi e le modifiche apportate ai paesaggi naturali e dei bacini sono in gran parte la conseguenza diretta delle pratiche che sono profondamente radicate nella cultura dell'uomo. I laghi sono importanti indicatori dello stato della nostra cultura e dell'ambiente in cui viviamo. La velocità con cui i laghi si stanno degradando e, in molti casi della loro perdita, è il riflesso della confusione predominante nella nostra cultura contemporanea, anche se la stragrande maggioranza delle persone di valore sta tentando di ristabilire la nostra integrità culturale.
Le biodiversità che sono presenti nei laghi e che ne sostengono i sistemi sono una componente fondamentale dei beni culturali paesaggistici e del modo in cui le nostre culture si sono evolute. Tutti i cittadini, che siano essi locali o lontani, hanno un grande interesse a mantenere l'integrità laghi. Nella maggior parte dei casi sono proprio coloro che abitano i laghi che sono i loro veri custodi, e la loro cultura spesso affonda le sue radici proprio nel rispetto per la natura e per il laghi. La popolazione locale, e soprattutto gli agricoltori e i pescatori, sono la parte più vulnerabile quando i laghi si degradano e normalmente hanno scarse possibilità di dar voce la loro preoccupazioni.
Il paesaggio culturale è strettamente legato alla produzione alimentare e quindi all'agricoltura e alla pesca più di quanto non si pensi tanto che dovrebbe essere data un'attenzione prioritaria nella pianificazione per la conservazione del lago.
Nell'utilizzo della terra si dovrebbe tener conto del fatto che viviamo in uno stato di 'crisi idrica' e che la maggior parte della popolazione terrestre non ha accesso libero all'acqua.
Le valutazioni economiche, quali il PIL, non rilevano i valori culturali che indirettamente generano la redditività finanziaria del turismo - che può essere sostanziale.
La cultura e la conoscenza sono inseparabili. La cultura è difficile da misurare scientificamente, anche se dati scientifici sulla ecologia dei laghi e dei paesaggi possono fornire le informazioni essenziali su cui basare le decisioni.
La gestione sostenibile dei laghi contribuisce alla applicazione delle disposizioni nazionali e degli impegni internazionali, come la tutela del Patrimonio Mondiale dell'UNESCO, dell'Uomo, della biosfera e alle convenzioni internazionali come la Convenzione di Ramsar sulle zone umide.
L'acqua, come fonte di vita, è fondamentale per molte pratiche culturali - spirituali e religiose.
Il cambiamento climatico sta modificando il nostro modo di pensare il mondo - e, quindi, la nostra cultura. Dobbiamo rispondere ai cambiamenti climatici con degli interventi che producano effetti positivi e adottare una cultura della sostenibilità.
La cultura rende l'impressione della mentalità della gente. L'arte, in tutte le sue forme, e la sua celebrazione può dare un forte contributo alla cultura legata alla protezione del lago.
Molte iniziative sono già state prese per migliorare la gestione dei laghi, al fine di sostenere i loro valori culturali. Abbiamo bisogno di costruire su storie di successo come quello di Mono Lake in California e altri esempi presentati in occasione della conferenza.
I partecipanti alla conferenza hanno concluso che i valori culturali e spirituali dei laghi, insieme con gli obiettivi ambientali ed economici, i servizi che forniscono i laghi, possono diventare esempi indiscussi di protezione del lago. Essi si impegnano a intraprendere azioni nei seguenti settori:

Rafforzare la collaborazione e cercare nuovi partenariati tra i settori produttivi e i sistemi di protezione interessati al lago, in particolare all'interno e tra governi, organizzazioni non governative e il settore privato, in modo da rispondere per le diverse culture della nostra società;
Continuare ad adoperarsi per aumentare nella gente la consapevolezza della necessità della protezione dei laghi, non solo per rispetto per rispetto ma anche al fine di conservare il paesaggio e la cultura dell'uomo;
Adottare nuovi e più innovativi approcci per la partecipazione delle persone nel processo decisionale e di co-gestione nonché del monitoraggio dei laghi, ed aiutarle a costituire le capacità necessarie per essere parte integranti di questi processi;
Adottare la cultura della sostenibilità nelle nostre pratiche e promuovere questa cultura al di là delle nostre società;
Dare un supporto alla conoscenza, con iniziative come la proposta dell'Accademia dei Laghi;
Favorire le relazioni tra i laghi, l'acqua e la cultura tra le principali parti internazionali e nazionali, su politiche, piani e strategie. Ad esempio, definire specifici obiettivi e indicatori che collegano la gestione sostenibile dei laghi agli Obiettivi di Sviluppo del Millennio;
Trasmettere questa dichiarazione e tutti gli altri documenti del Living Lakes alla Conferenza Ramsar, alle altre convenzioni internazionali impegnate per la conservazione e la corretta gestione dei laghi, e ai livello locale, nazionale regionale e alle autorità politiche;
Aiutare a costruire la capacità di più approcci integrati al lago e alla gestione delle risorse idriche a beneficio di tutti i cittadini. Ad esempio, creare opportunità per l'apprendimento al delle fuori strutture formali, con un particolare accento sul distretto e sul locale; sviluppare e applicare conoscenze e tradizioni locali;
Imparare dalle esperienze condivise nella Conferenza Living Lakes e di intraprendere un'azione immediata in modo che il degrado del Lago Trasimeno, e di molti altri laghi il cui declino è stato descritto nel corso della conferenza, venga interrotto tanto da limitarne la sofferenza.
I partecipanti alla Conferenza hanno espresso la loro gratitudine senza riserve alla Provincia di Perugia, alla Regione Umbria, alla Comunità Montana - Associazone dei Comuni 'Trasimeno Medio-Alto Tevere ', a Legambiente e all'Italia che hanno ospitato la Conferenza in un luogo unico per cultura e patrimonio. I partecipanti hanno molto apprezzato la generosa gastronomia locale e culturale che ha stimolato la discussione tra i partecipanti alla Conferenza alimentando la loro determinazione a promuovere le azioni all'interno e all'esterno della Rete di Living Lakes.

mercoledì 8 ottobre 2008

Un computer per la navigazione


Un computer di bordo, ovvero come sfruttare al meglio vecchie apparecchiature ed avere un computer per la navigazione e collegabile a "Internet" con meno di 150 Euro.
Il computer: è consigliabile un portatile il cui valore commerciale può andare da 50 Euro per l'usato fino a 1000 Euro per il nuovo. In questo caso abbiamo utilizzato un Compaq Contura 400 di qualche anno fa. Costo portatile 50 Euro.

La connessione alla batteria dell'imbarcazione deve essere effettuata con adeguato cavo con ingresso compatibile all'uscita del computer e uscita compatibile con idonea presa a 12V (per es. tipo accendisigari auto). Costo spina 5 Euro.

Il GPS: in questo caso abbiamo utilizzato un GARMIN 12. Il valore commerciale di un GPS di questo genere può andare da 60 Euro per l'usato fino a 300 Euro per il nuovo. Costo GPS 60 Euro.
Connessione al computer (invio e ricevimento dati per e da GPS): la connessione va effettuata con cavo seriale. Il cavo può essere acquistato direttamente presso il rivenditore del GPS (OPZIONE CONSIGLIATA), oppure, come in questo caso, se si vuol fare da soli, basta avere un saldatore, un tester e seguire le istruzioni. I pin del connettore seriale femmina a 9 pin che interessano sono solo il 2, il 3 e il 5. Nell'immagine è rappresentata la parte interna del connettore seriale. Costo cavo 10 Euro.


Connessione al computer (alimentazione per GPS): la connessione va effettuata con l'ausilio di uno spezzone di cavo da tastiera, dal quale basta utilizzare il filo di alimentazione, PIN 4. Normalmente il colore del cavetto corrispondente al PIN 4 è arancione, ma è bene effettuare delle verifiche con il tester. Costo cavo 5 Euro.

Connessione al GPS: il connettore del GPS è quello in figura. La connessione al cavo seriale può essere effettuata utilizzando un connettore audio femmina a 5 poli. Per r inserire questo tipo di connettore, però, il diametro del vano di alloggiamento dei pin del GPS deve essere allargato di circa 2 mm e devono essere eliminati i vincoli di inserimento del connettore standard (piolino centrale e dossino laterale tra il pin POWER e INGRESSO DATI. Per poter effettuare questa operazione potete utilizzare un taglierino e una limetta tonda. Di seguito riportiamo la tabella riassuntiva delle connessioni e l'immagine del connettore audio, del quale utilizzeremo solamente gli ingressi indicati (fare attenzione che non sempre il colore dei cavi corrisponde, verificate con il tester, oppure stabilite voi i colori facendo attenzione alla corrispondenza delle entrate e delle uscite ai connettori) . Costo connettore 5 Euro.




Collegamento del connettore seriale (Data IN, Data Out, GROUND) e del connettore tastiera (+5VDC) al computer. Ovviamente del cavo che vedete entrare nel connettore seriale verrà utilizzato solo il cavo di alimentazione per il GPS e non sarà connesso a nessuno dei pin del connettore seriale, ma semplicemente saldato al cavo di colore arancio che andrà direttamente al connettore per il GPS (connettore audio).

Collegamento finale: La sola connessione può costare dai 10 ai 20 Euro con il "fai da te", dai 35 ai 60 Euro acquistando il cavetto dal costruttore del GPS.
ATTENZIONE: L'autocostruzione del cavetto di connessione comporta modifiche al GPS, del quale ovviamente perdereste ogni forma di garanzia, pertanto accingetevi all'autocostruzione solo se non avete alternative e/ o se il cavetto non si trova.
Per installare il computer a bordo, in questo caso, abbiamo speso 135 Euro tutto compreso.


domenica 3 agosto 2008

Test Torqeedo T801


Finalmente oggi abbiamo fatto la prova. La necessità di far revisionare il nostro motore, obbligatoria per il lago, ci ha dato la possibilità di provare il Torqeedo modello T801. Cosa dire, a parte che era poco carico vista l'improvvisazione, non c'è stato l'effetto sperato anche se tutto sommato la valutazione è positiva. Eravamo in tre, quindi 850 - 900 kg del Viko inclusi i passeggeri e attrezzature si son fatti sentire. In condizioni di calma placida è ok, ma l'abbiamo sentito un po' "titubante" quando c'era il lago appena mosso e con le temibili alghe del Trasimeno in giro. Ritengo che questo modello sia ottimo per pesi non superiori a 500 - 600 kg e ambienti marini o lacustri protetti. Nella meccanica forse c'è un po' troppa plastica, ma le manovre sono comodissime, solamente avanti e indietro senza innesco marcia separato, e soprattutto la trasportabilità: 12 kg di peso. La manovra di uscita dal posto barca è stata eseguita in maniera perfetta, il motore ha risposto egregiamente alle varie manovre in avanti e in retromarcia anche con abbrivio. Di rilevo anche la meccanica della batteria che si asporta molto facilmente dal motore per le successive ricariche. La batteria possiede anche un comodissimo display per verificare lo stato di carica.
Ottima quindi l'impressione ma ritengo che il Viko sia già troppo impegnativo per un motorino come il T801, probabilmente è consigliabile il modello superiore, che è il Cruise.
Per quanto riguarda la durata delle batterie, purtroppo, non posso dire molto perché, come già detto, non erano state appena caricate e ad un certo punto hanno dato "forfait". Comunque per barche abbastanza pesanti e nei grandi spazi è consigliabile una bella riserva di carica. Questo significa che per una barca come il Viko tra motore modello Cruise e batterie l'investimento comincia ad essere importante, mi pare intorno ai 5000 Euro. In questo caso, come ho già espresso in altre occasioni, sarebbe auspicabile un co-finanziamento da parte degli enti locali e dello stato in modo da coprire per almeno la metà le spese. Il vantaggio di protezione ambientale, per i laghi, sarebbe enorme e rimane sempre e comunque un argomento di grande interesse e priorità: inutile nascondere le continue e involontarie perdite dei nostri motori a benzina in acqua. Gli olii e gli idrocarburi non vengono per così dire "metabolizzati" e sono pericolossimi per flora, fauna e, nella catena alimentare, per l'uomo.
Per il resto la veleggiata con sei nodi di vento è stata, come sempre, una meraviglia ....anche se il Trasimeno da questo momento in poi risulta difficile a causa delle alghe e dell'acqua bassa, in quest'ultimo caso soprattutto per chi non ha la deriva mobile.

lunedì 14 luglio 2008

Le meraviglie dell'isola Polvese, il periplo

Si arriva alla Polvese da Castiglioni bordeggiando sulla sinistra
Storia 
L’isola Polvese è  la più grande tra le tre isole del Lago Trasimeno.
E'  stata frequentata dagli etruschi ed abitata dai romani, dei quali sono stati rinvenuti dei resti.
Sappiamo che nell'817 l’isola  viene donata al pontefice Pasquale I e alll’inizio del Dodicesimo secolo la rivalità tra le località  del Trasimeno era così  accentuata  che  i polvesani  preferirono sottomettersi   alla dominazione di Perugia.
L’attività principale dei polvesani era costituita dalla pesca e  alla coltivazione di piccoli appezzamenti di terreno sparsi in tutta l’isola.
Alla fine del Tredicesimo secolo erano esistenti sulla Polvese almeno tre chiese : San Secondo  la più antica, San Giuliano  e l’oratorio di uomini e donne di San Leonardo.
Nel corso del Quattordicesimo secolo l’isola andava sempre più accrescendo la sua importanza tanto che vi fu stabilito una sorta di governatorato per i lago.
Nel 1383 subì saccheggi e devastazioni dalle quali nacque  l’esigenza di ampliare la fortezza e migliorarne le opere di difesa.
Nel 1482  i frati dell'ordine Olivetano  presero possesso del cenobio di San Secondo che abbandonarono nel 1624  per trasferirsi a Perugia.
Nel 1643 le truppe del Gran Duca di Toscana  la  occuparono e da quel momento in poi  per tutto il  settecento e l'ottocento l'isola divenne territorio di caccia di svariate famiglie nobili fino al
1939  quando, grazie all'acquisto di privati l'isola fu trasformata in un  vasto giardino e gli edifici ristrutturati.
Dal 1973 l'isola appartiene alla Provincia di Perugia.

Percorrere il periplo dell'isola è sempre un piacere
Periplo dell'isola
Il percorso inizia dal prato antistante l'antica villa ducale   dove è situato l'attuale Centro Servizi  e prosegue in direzione sud-ovest lungo il sentiero pianeggiante che porta al Castello e alla Chiesa di San Giuliano. Dopo una breve sosta si prosegue, costeggiando il lago, lungo un viale incorniciato da oleandri e pioppi cipressini che giunge fino alla Punta Nord dell’isola. Un rapido sguardo intorno ci consente di scorgere, sulla terraferma, l’abitato di Castiglione del Lago, Tuoro sul Trasimeno, Passignano e le altre due isole. Proseguendo, il sentiero percorre il versante nord-ovest, più fresco e umido, caratterizzato dalla presenza di una scarpata, in alcuni tratti molto alta, dove da secoli si sviluppa il bosco di lecci. All’uscita del bosco ci troviamo in prossimità della Casa di Delfo che ospita il bar/self-service e, poco più avanti, la spiaggia. Da qui, costeggiando il vanneto, si torna rapidamente al Centro Servizi.

Si incontrano Pievi e Castelli
Percorso storico
Dal Centro Servizi si sale per circa 150 metri e, passando in mezzo ad un secolare oliveto, dopo aver superato dei gradini posti all’ombra di querce e cipressi, si giunge al Giardino delle piante acquatiche. Riprendendo il sentiero si prosegue per altri 40 metri circa per poi svoltare a sinistra. Tra antichi olivi si raggiunge la chiesa di San Giuliano e il Castello.
Risalendo il sentiero, questo giunge al Podere Poggio dove sorge la vecchia fattoria, oggi abbandonata, dal cui balcone si ammira un panorama senza uguali. L’antica via delle processioni, bordata da splendide piante di rosmarino e melograni, ci conduce fino alla chiesa di San Secondo e al Monastero dei Monaci Olivetani. Dopo una breve sosta, si scende a destra lungo un sentiero bordato da cipressi. Continuando sulla destra, costeggiando il bosco, si ritorna al Centro Servizi.

Panorami mozzafiato
Percorso naturalistico
Partendo dal Centro Servizi ci si sposta verso la spiaggia costeggiando il canneto.
Superato il bar/self-service si entra nel bosco. Dopo circa 200 metri, il sentiero s'inerpica penetrando nel bosco e uscendo nell’oliveto prosegue piegando a destra. Il percorso diventa molto panoramico. Abbandonato il bosco si prosegue verso il crinale dell’isola. Superato un roccolo ormai abbandonato e, più avanti ancora, la Casa Merlata si giunge ad un quadrivio. Si svolta a sinistra lungo la Via delle Processioni e poi giù lungo il sentiero bordato da vecchie siepi di rosmarino e melograni fino a giungere, superato il Podere Poggio, al Giardino delle Piante Acquatiche.
Da qui si scende rapidamente al punto di partenza.

La villa ducale
Verrebbe voglia di non andarsene mai

venerdì 27 giugno 2008

Brezza di lago


Un noto scrittore e navigatore francese, memore delle battaglie combattute contro le onde e il vento negli oceani, ci ha deliziato in una breve poesia il suo rimpianto e il malinconico ricordo della placida tranquillità dei laghi con le loro tenui brezze e i loquaci moti ondosi. E' questo quello che il lago Trasimeno ci ha riservato ieri. Aspettavamo questo giorno da tempo dopo aver seguito attentamente le condizioni meteo. Infatti è questo il periodo, tra giugno e luglio, in cui si presentano le condizioni favorevoli tra calma piatta e sole caldo di giornate interamente soleggiate e ventose, piacevolmente mosse da brezze leggere che durano quasi tutto il giorno. Nel mese di agosto, invece, alla calma piatta si alterneranno tempeste di vento più adatte agli appassionati regatanti del circolo velico. Sei, sette nodi di vento al massimo ci hanno garantito una piacevole navigazione verso l'Isola Polvese, la meraviglia del Trasimeno. Abbiamo fatto circa 5 miglia in due ore e mezzo, ad una velocità media di due nodi, tranquillo andamento per noi, marinai di terraferma, scaldati e illuminati dal sole dell'Umbria e affascinati dalla bellezza della sua natura e della sua storia. Non abbiamo quasi mai usato il motore, solo per uscire e rientrare al porto. Siamo approdati davanti alla spiaggia della Polvese con le vele, e con le vele siamo ripartiti, nel silenzio, rotto solamente da un gruppo di turisti un po' chiassosi. Il verde dei suoi prati e i riflessi del lago sulle sue rocce, in questo periodo, rendono l'isola una meraviglia. Abbiamo fatto anche il bagno e l'acqua era così calda e pulita che sembrava di essere in una piscina. Questa condizione, purtroppo, non durerà molto. Il caldo estivo, nei prossimi giorni, renderà il lago più torbido e popolato da un'infinità di vegetazione acquatica che lo renderà meno piacevole. Questa giornata in barca a vela ci ha regalato ciò che noi velisti sogniamo ogni giorno, un rapporto intenso e completo con la natura, ma soprattutto con il vento che amiamo e rispettiamo come qualcosa che fa parte della nostra stessa anima.
Vedi la fotogallery completa: Brezza di lago

lunedì 19 maggio 2008

Piccoli e grandi destini si incontrano

Io pronto per lo sci nautico
Ripensando all’Elba e come è meravigliosa a settembre, svuotata della massa dei turisti ma riempita dei colori dei tramonti e di nuovi sapori dell’autunno che incalza, i ricordi sono andati lontano. Era la fine dell’estate del 1991, Elena aspettava Tommy da cinque mesi e andammo a passare qualche giorno all’Elba con i miei genitori, alla fine di Agosto. Non dimenticherò mai l’aria frizzante delle serate elbane, né i maestosi tramonti nella baia di Portoferraio, né la quiete nel verde dei suoi colli e nel blu intenso del suo mare. Quel pomeriggio eravamo le vittime predestinate dell’agitazione di mio padre. Ci caricò a forza nel motoscafo e via, a fare il bagno e poi lo sci nautico tra la baia di Nisportino e Magazzini. Eravamo vicini al tramonto, l’acqua cominciava ad essere un po’ fredda e la fatica a farsi sentire sulle gambe, ma stavamo già ritornando verso il porticciolo di Magazzini. Feci cenno a mio padre di fare qualche ultimo giro intorno alla baia di Portoferraio. In mezzo era ormeggiato uno yacht imponente, di colore blu e bellissimo. Pensai, il solito sceicco o qualche charter. Sul ponte una sola piccola figura mi osservava un po’ malinconica che dopo un po’ vidi sparire, ma improvvisamente un verricello tirò giù una moto d’acqua che con il suo ospite cominciò a volteggiarmi intorno. Pensai ancora, qualche ospite annoiato, e rientrammo in porto. Solo qualche giorno dopo dai telegiornali scoprimmo che quella immensa imbarcazione di lusso era il Royal Yacht con la famiglia reale inglese a bordo, che aveva fatto una puntata all’Elba da Portofino. Chissà forse quella malinconica figura che mi osservava era proprio il Principe Carlo o addirittura la Principessa Diana. Non lo saprò mai, ma quest’immagine rimarrà sempre nei miei ricordi assieme al pensiero e alla convinzione che soldi, denaro, ricchezza e successo non sono sempre collegate ad una grande felicità. Solo qualche anno più tardi, avevamo già due figli Tommaso e Rachele, dopo che eravamo stati dieci giorni tra i maestosi ghiacciai del Monte Bianco decidemmo di portare i bambini a Eurodisney. In fondo erano “solo” settecento chilometri da Chamonix a Parigi e se viaggaivamo di notte non sarebbe stato così faticoso. Ne valse la pena. Eurodisney fu divertentissimo, per noi e per i bambini, ma cogliemmo l’occasione per visitare di nuovo Parigi, che avevamo già visto durante il viaggio di nozze. “Parigi val bene una messa”, disse qualcuno! Rivedemmo volentieri Notre Dame, la Tour, il Louvre, Rue St. Honoré e tante altre cose, naturalmente condite da altrettante favole dai Moschettieri al Gobbo e così via. Verso la fine della giornata in direzione dei giardini del Louvre, dove ci aspettavano i cavallini, non volli fare a meno di passare dalla maestosa Place Vandome, dove ci sono il Ritz e le famose gioiellerie. C’era un po’ di agitazione, macchinoni neri parcheggiati e figure in abito scuro in qua e là. Passammo velocemente, e anche in questa occasione pensai, qualche sceicco o ospite importante al Ritz. Dopo due giorni che eravamo tornati a casa accadde l’incidente sotto il ponte dell’Almà alla Principessa Diana. Tornando ci eravamo passati anche noi, alle quattro del mattino perché ci aspettavano più di dieci ore di viaggio. Piccoli e grandi destini che si erano incontrati ancora. 




Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...