mercoledì 21 aprile 2010

Requiescat in Pace


In fondo c'eravamo già passati con l'aviazione da turismo quarant'anni fa e anche allora non c'era stato niente da fare. Mio padre, grande appassionato di volo, aveva visto morire questa grande opportunità nella cieca e ottusa politica dei soliti pochi consistente nel "meglio l'uovo oggi che la gallina domani" o del "pochi, sporchi e subito". L'aviazione da turismo in pochi anni è morta e sepolta e allo stesso modo hanno seppellito anche la nautica da diporto, stessa politica, stesse azioni scellerate: prendiamo il più possibile da chi può permetterselo, gli altri si arrangino, in fondo è solo un problema di soldi. E nessuno si è preso la briga di pensare che tutti gli "altri" avrebbero potuto dare cento volte tanto e con una presenza turistica mille volte superiore perché il piccolo armatore ha bisogno di tutto, di un campeggio, di un albergo, di un negozio, di un edicola ... di un gelato. Le grandi navi, invece, hanno bisogno solo del carburante dei petrolieri. Non posso permettermi di fare nomi o attribuire le responsabilità a caste o a chiunque altro, non posso permettermi neanche denunce o avvocati, comunque ci si può immaginare chi sono i maggiori responsabili, da qualunque parte stiano, e questa è la cosa che fa stare più male.
Qualcuno si chiederà "ma perché proprio oggi, nel 2010?". Bé, quale modesto osservatore del settore mi sono capitate sotto mano due notizie, in fondo due indicatori sullo stato di salute della nautica da diporto italiana. La prima, forse la più piccola e che a prima vista sembra insignificante, è sicuramente la più drammaticamente indicativa: l'amico "pivierista" Mario ha deciso di cedere la sua barca a chiunque avesse voluto prendersene cura, una cessione temporanea gratuita che sicuramente con il tempo avrebbe potuto concretizzarsi, se il nuovo armatore l'avesse meritato, in un di passaggio di proprietà senza spese. Conosciamo tutti Mario, l'amore per la sua barca è superiore a qualsiasi altro tipo di interesse. Ebbene nessuno si è fatto veramente avanti, e perché vi chiederete? Lo sappiamo tutti che mantenere una barca di 6 metri e mezzo può significare costi annui che vanno da un minimo di 5000 a 10000 euro, sempre che si trovi un posto barca decente, perché si trovano sempre meno e a prezzi improponibili.
L'altra notizia sono i prezzi che stanno chiedendo nel nuovo porto della Maddalena, costruito con soldi pubblici. Probabilmente potranno permettersi di andarci solo i nuovi "Paperoni", insomma quella paccottiglia di esseri non si sa bene di quale specie se imprenditori, politici o tutto e due o solamente amici della gente che conta: mi sono accorto, di recente, che basta quest'ultima cosa per portarsi a casa centinaia di migliaia d'euro l'anno, non c'entra una laurea, una cultura, una morale, un credo, un saper fare, un'intelligenza. No, tutto questo non serve!
Comunque, arrangiamoci. Nell'aviazione da turismo ci sono gli ultraleggeri. Ogni tanto ne cade qualcuno e qualcuno crepa perché non sono poi così sicuri, la definizione stessa ne identifica i rischi quando certe condizioni atmosferiche si possono presentare. Così varrà anche per noi, marinai da carrello, pochi e poveri disperati che sono costretti a tenere le loro leggerissime barche a terra aspettando con ansia il momento di poter varare il barchino e rischiare, con il sorriso sulle labbra, che non accada qualcosa.

giovedì 15 aprile 2010

Grande scuola di vela alla Polvese, cominciano i lavori


Un paio di anni fa, quando misero all'asta la gestione della Fattoria il Poggio della Polvese, scrissi a qualche amico dicendogli che se ne avessi avuto le possibilità l'avrei presa io per farci una scuola nautica di alto profilo. Non ebbi risposta da nessuno ma evidentemente qualcun altro ha avuto la stessa idea ed è di qualche mese la proposta del Presidente della Provincia di Perugia di costituire nella stessa isola una scuola velica delle dimensioni ed importanza del centro Velico di Caprera. Io non avrei aspirato a tanto, insomma, mettersi in concorrenza con Caprera mi sembra un progetto molto ambizioso se non altro per le condizioni meteo - marine del tutto differenti. Il vento del lago infatti, che ben conosciamo noi che lo frequentiamo, è molto insidioso e presenta peculiarità di tutto rispetto ma, senza voler fare inutili confronti, non ha niente a che vedere con quello di Caprera. Insomma ci sono delle differenze e fare degli accostamenti mi sembra azzardato e prematuro.
L'idea invece, ovviamente, è straordinaria; in questo modo il lago Trasimeno e la sua maestosa bellezza potrà avere un occasione in più per essere conosciuto ed apprezzato per quello che merita. Chi segue quello che scrivo conosce il mio amore per questo lago e le sue terre che, per certi aspetti, considero come un gioiello racchiuso in uno scrigno e forse per questo motivo poco conosciuto. Quante volte sono uscito in mezzo al lago e non ho visto nessuno, non una vela, non una barca, non un rumore ma il silenzio e noi soli immersi in questo mondo fantastico, tutto nostro, tutto per noi ... il nostro lago. Sorge quindi spontanea la preoccupazione che tutto questo finisca e che anche il Trasimeno si trasformi in ciò che molti altri laghi italiani sono diventati, luoghi presi d'assalto dalla massa chiassosa dei turisti dell'ultim'ora, poco rispettosi del silenzio, della natura, della storia e dei luoghi, tesi solo ad un divertimento momentaneo. Mi viene da piangere solo al pensiero, ma allo stesso tempo ritengo giusto che questo luogo così bello debba avere uno sviluppo ed essere conosciuto ed apprezzato per quello che merita.
C'è però, secondo me, la possibilità di sviluppare il Trasimeno e le sue terre ed allo stesso tempo mantenerlo incontaminato: elevarlo a Parco Nazionale, inserirlo in una fascia di rispetto ambientale e paesaggistico più restrittiva ma allo stesso tempo di maggiore importanza. Ritengo però che tutto questo debba essere fatto nel contesto più ampio creando un "Distretto dei Laghi del Centro Italia" elevato a Parco Nazionale, come il Lake District inglese. Ovviamente questo comporterebbe delle grandi restrizioni, ma allo stesso tempo renderebbe una grande dignità ai nostri meravigliosi laghi del centro, valorizzandone le caratteristiche storiche, ambientali, paesaggistiche e turistiche.
Non posso e non voglio addentrarmi in argomenti tecnici suggerendo anche solo alcune modalità gestionali di un'impresa così importante ma certamente la creazione della "Rete dei Porti Verdi" già proposta in passato potrebbe essere un buon punto di partenza per far interagire il turismo nautico tra i vari laghi ma anche con i parchi marini: niente sbancamenti, niente banchine ma solo piccole barche appoggiate su prati e alate e varate con uno scivolo. Poche regioni, oramai, sono rimaste nelle mani di chi "dovrebbe" avere una maggiore sensibilità verso uno sviluppo sostenibile del territorio e di una nautica "sociale" ma questo purtroppo non sta accadendo. I porti che sono stati costruiti in Toscana e in Liguria, e cito solo due esempi, sono solo per maxi-yacht, solo per ricchi e stanno devastando le nostre coste: cosa accadrà con la famosa "riqualificazione ambientale" della meravigliosa baia di Talamone? Un maestoso e orribile porto per i ricchi.
Insomma, iniziano i lavori sulle sponde della Polvese per creare una scuola velica di prestigio: cominciamo da qui creando un progetto più importante e più globale, diamoci delle regole, siamo coerenti con le nostre idee, non facciamoci spaventare dai sogni.




sabato 3 aprile 2010

Cambiare nome alla barca



Nell'immagine: San Terenzo - 1 Luglio 1822, partenza per Livorno del poeta Shelley con lo schooner "Ariel" che naufragò dopo che gli era stato cambiato il nome originario "Don Jouan". Il poeta Shelley perì nel naufragio.

Questa è la cerimonia che bisogna attuare per poter cambiare nome alla tua barca, nel caso tu abbia intenzione di farlo. (dal Capitano Pat: Boatsafe e tradotto maldestramente da me medesimo)
Tutte le persone con un filo di intelligenza sanno che se si cambia nome alla barca non succederà mai niente, ma non si può neanche rischiare che la sfortuna renda le nostre navigazioni come qualcosa da dimenticare. Infatti, cosa succede quando, dopo mesi di ricerche, riuscite a trovare la barca dei vostri sogni con un nome che non si può neanche ascoltare? Per esempio, il mio primo amore è stato un 28 piedi con la più bella linea che avessi mai visto. È stata chiamata Perfido. Come poteva questa meraviglia dell'architettura navale essere chiamata "traditore" ? Beh, non l'ho mai acquistata, ma ho spesso rimuginato che se l'avessi comprata avrei cambiato il suo nome.
Cambiare il nome di una barca non è, ovviamente, un qualcosa da fare con tanta leggerezza. Fin dall'inizio dei tempi, tutti i marinai hanno sempre giurato che non ci sono navi veramente sfortunate ma, se queste esistono, sono solamente quelle che hanno sfidato gli dei e cambiato il loro nome. Quindi, c'è un modo per cambiare un nome alla barca dei vostri sogni senza incorrere nell'ira di quelle divinità che regolano gli elementi? Ebbene sì, c'è.
Secondo la leggenda, ogni barca viene registrata con il suo nome originale nella Contabilità degli Abissi, contabilità che è mantenuta personalmente da Poseidone, o Nettuno, dio del mare. E ovvio quindi, se vogliamo cambiare il nome della nostra barca, che la prima cosa che dobbiamo fare è quello di eliminare il suo nome da questo registro e dalla memoria di Poseidone.
Questo processo, che consiste nella soppressione o cancellazione di ogni traccia di identità della barca, è essenziale che debba essere fatto accuratamente.
Una volta partecipai ad una cerimonia in cui il proprietario mi aveva assicurato che ogni riferimento al vecchio nome della sua barca era stato debitamente eliminato. Un paio di settimane più tardi, scoprì invece che ancora esisteva il vecchio nome sbiadito della barca nella catena dell'ancora. Gli consigliai subito di rifare daccapo la cerimonia, magari con una libagione extra un po più piccola per il sovrano del mare. Sfortunatamente rifiutò. Ebbene, da allora, la sua barca è stata colpita da un fulmine, ha fuso il motore, è stata danneggiata dalla collisione e, infine è affondata! Questa situazione vale la pena di essere tenuta in grande considerazione.
E' sufficiente la cancellina per togliere il vecchio nome della barca da giornali di bordo e da ogni rapporto di manutenzione o altro, ma è molto più semplice distruggere tutti i documenti incriminati con il nome della vecchia barca e iniziare da capo. Non dimenticare il salvagente anulare ma soprattutto il nome stampigliato nello specchio di poppa o a prua.
Assolutamente, in nessun caso, non portate a bordo un qualsiasi elemento che porti il nuovo nome della vostra barca fino a quando tutte le cerimonie non siano state completate!
Una volta certi che ogni riferimento al vecchio nome della barca è stato rimosso, tutto quello che rimane da fare è quello di preparare una targhetta metallica con il vecchio nome scritto sopra con inchiostro solubile in acqua. Avete anche bisogno di una bottiglia di Champagne ragionevolmente buono. Lo spumante o il frizzantino non sono adatti. Poiché si tratta di un'occasione propizia, è un buona norma invitare i vostri amici per fare da testimoni e far festa. Si inizia invocando il nome del sovrano delle profondità come segue:
Oh potente e grande sovrano dei mari e degli oceani, a cui tutte le navi e noi che si avventurano sul tuo vasto regno sono tenuti a rendere omaggio, imploro, la vostra mercé di cancellare per sempre dal vostro registro e dalla vostra memoria il nome (qui inserire il vecchio nome della vostra barca) che ha cessato di esistere nel tuo regno. Come prova di tutto ciò vi presento questa targa che porta il suo nome in modo che possa essere cancellato, attraverso il vostro immenso potere, dal mare. (A questo punto, la targhetta di metallo che avevate preparato dovrà essere gettata dalla prua della barca in mare.)
Per riconoscenza della vostra munificenza e generosità, offriamo queste libagioni a vostra maestà e alla sua corte. (Versare almeno la metà della bottiglia di Champagne in mare da est a ovest. Il resto può essere condiviso con i vostri ospiti).
E' uso comune che la cerimonia di cambio del nome debba essere effettuata immediatamente dopo la cerimonia di purificazione, anche se può essere effettuata in qualsiasi momento dopo la cerimonia di purificazione. Per questa parte del procedimento, avrete bisogno ancora di Champagne, molto di più, perché la cerimonia procede come segue:
Oh potente e grande sovrano dei mari e degli oceani, a cui tutte le navi e noi che si avventurano sul tuo vasto regno sono tenuti a rendere omaggio, imploro, la vostra mercé di accettare nel vostro registro questa nave che venga per sempre conosciuta come (inserire qui il nuovo nome che avete scelto), che tu sia la sua guardia con il tuo braccio potente e il tuo tridente e garantendo una navigazione sicura e veloce in ogni viaggio nel tuo regno.
Per riconoscenza della vostra munificenza, generosità e in onore della vostra grandezza, offriamo queste libagioni a vostra maestà e alla sua corte. (A questo punto, una bottiglia di Champagne, meno un bicchiere per l'armatore e un bicchiere per il compagno viene versato in mare da ovest a est.)
Il passo successivo alla cerimonia di ridenominazione è quello di placare gli dèi dei venti, Poiché i quattro venti sono fratelli, è lecito invocare tutti nello stesso momento, però, durante la cerimonia, è necessario affrontare ciascuno singolarmente. Si inizia in questo modo:
Oh potenti governanti dei venti, la cui potenza si infrange nelle nostre fragili barche, Vi imploriamo di concedere alla barca (Inserire il nuovo nome della vostra barca) il vantaggio e il piacere della vostra generosità, garantendo alle nostre navigazioni ciò di cui abbiamo bisogno. (rivolgersi a nord, versare una libagione generosa di champagne in un calice verso Nord e intonare:) Settentrione, sovrano del Vento del Nord, concedici il permesso di utilizzare la vostra grande potenza nel perseguimento dei nostri sforzi, risparmiandoci il flagello schiacciante del tuo respiro gelido. (rivolgersi a ovest, versare la stessa quantità di Champagne verso l'Occidente, e intonare:) Ponente, sovrano eminente del vento di Occidente, concedici il permesso di utilizzare la tua grande potenza nel perseguimento dei nostri sforzi, sempre risparmiandoci il flagello schiacciante del tuo respiro selvaggio. (rivolgersi a est, ripetere versando lo Champagne a est.) Levante, sovrano eminente del vento di Oriente, concedici il permesso di utilizzare la tua potenza nel perseguimento dei nostri sforzi, sempre risparmiandoci il flagello schiacciante del tuo respiro possente. (Rivolgersi a sud, ripetere versando lo Champagne a sud.) Meridione, sovrano eminente del vento del Sud, concedici il permesso di utilizzare la vostra potenza nel perseguimento dei nostri sforzi, sempre risparmiandoci il flagello schiacciante del tuo respiro caldo.
Naturalmente, tutto lo champagne rimanente servirà per la festa organizzata per l'occasione.
Una volta che la cerimonia è stata completata, è possibile portare a bordo della barca tutti gli oggetti recanti il nuovo nome della vostra imbarcazione. Se è indispensabile organizzare la pittura del nuovo nome sulle fiancate o sullo specchio di poppa prima della cerimonia, assicurarsi che il nome non venga rivelato prima che la cerimonia sia finita, questo può essere coperto con un panno o altro materiale idoneo.

venerdì 26 marzo 2010

Il Ritratto di Dorian Gray


Grande Wilde, sicuramente un libro da leggere, tanti argomenti e un bagaglio di sensazioni su cui riflettere nel silenzio delle nostre navigazioni a vela. 
Ritengo che questo romanzo possa essere compreso nella sua totalità solo oggi, spogliato dagli inutili pregiudizi sulla omosessualità dell'autore, dalle frettolose condanne di decadentismo esasperato nonché dalla facile etichetta della critica alla società borghese di quei tempi. 
Ritengo invece il racconto altrettanto attuale oggi quanto allora. Wilde, come una lama affilata, penetra nell'animo del lettore scavando solchi profondi tra morale, coscienza e anima distinguendone le caratteristiche e identificandone la forma in maniera chiara ed inequivocabile. 
Nella cruda descrizione della realtà e della società il bene ed il male si confondono nel dramma di esistenze perse nella vita, tra le passioni e l'ipocrisia di un mondo che non riesce a scrollarsi di dosso il peccato, il male, stato in cui l'uomo non può far altro che soccombere. 
Certamente, nel suo spirito decadente, il romanzo sembra non lasciare speranza all'umanità e forse per questo criticato dai "benpensanti" di ieri come quelli di oggi. 
Al contrario io penso che la salvezza di ogni uomo, qualunque sia il suo credo o la sua fede, possa passare solo attraverso una piena consapevolezza dei propri limiti e del proprio essere. 
Troppo spesso le apparenze ingannano, anche e soprattutto se stessi, e se questa "ipocrisia" non viene percepita niente e nessuno potrà salvare l'uomo dall'autodistruzione. 
Il romanzo diventa quindi semplicemente un mezzo con il quale si apre un percorso di introspezione che già durante tutto il novecento abbiamo riscontrato nell'esistenzialismo ed in altre correnti letterarie ma che certamente sarebbe il caso riaprire, prima che altre tragedie possano devastare, come è già successo, anime vuote e preda del male che è in ognuno di noi.


venerdì 19 marzo 2010

Yacht of The Year 2010 - Seascape 18


Mentre l'Elena ordinava il salame all'Esselunga mi sono fermato a guardare qualche rivista, e che ti trovo? Il Seascape18, mi piace proprio parecchio, sembra che la filosofia del piccolo, economico, trasportabile, solo per piccole crociere giornaliere stia prendendo piede. Questo si porta con un carrello 750kg non frenato e poi è anche da corsa. Insomma da farci un pensierino: www.seascape18.com

Lunghezza: 5,50 m
Larghezza: 2,40 m
Pescaggio: 0,15 - 1,15 m
Peso: 450 kg
Deriva: 125 kg
Albero: 7,4 m in carbonio
Randa: 14,5 mq
Genoa: 8,5 mq

Una bella presentazione "croata": Newsletter-oct09






mercoledì 17 febbraio 2010

Slow is cool


Trova tempo per lavorare: è il prezzo del successo.
Trova tempo per pensare: è la fonte del potere.
Trova tempo per giocare: è il segreto dell’eterna giovinezza.
Trova tempo per leggere: è il fondamento della saggezza.
Trova tempo per l’amicizia: è la strada della felicità.
Trova tempo per sognare: è attaccare il tuo carro ad una stella.
Trova tempo per amare ed essere amato: è il privilegio degli dèi.
Trova tempo per aiutare gli altri: la giornata è troppo breve per essere avari.
Trova tempo per ridere: è la musica dell’anima.

(Saggezza irlandese)

La foto è stata rimediata dal sito delle Hansajolle, meravigliose barchine nordiche.

martedì 26 gennaio 2010

Le terre del Trasimeno

"Il territorio del Trasimeno ha mantenuto complessivamente una dimensione di armonia ambientale dove le dolci colline, il quieto specchio del lago, l’ulivo, la vite, la quercia, la torre, il castello, l’abbazia, hanno intessuto nel tempo una ragnatela sottile di relazioni di significati, tali da costituire la meta agognata per il visitatore attento alle vicende dell’uomo e della natura, da assaporare in piena tranquillità."

La mappa interattiva delle terre del Trasimeno:


Visualizza Le Terre del Trasimeno in una mappa di dimensioni maggiori

venerdì 22 gennaio 2010


giovedì 21 gennaio 2010

Il Manifesto dello Slow Sailing


Qualunque sia la tua barca, che sia a remi o uno yacht di lusso, è il rapporto con lei e con la natura che ti circonda che conta. Indipendentemente dal tempo che ci vivi, dal suo prezzo e dalle attrezzature che ci hai montato, la tua barca non è un altro dei tuoi numerosi possessi, ma piuttosto una piacevole compagna di viaggio con la quale è possibile conoscere la natura, il mare, l'acqua,il vento ma soprattutto te stesso.

Ci devi trascorrere del tempo a bordo della tua barca, anche se solamente in un porto. Fai parte del suo spazio, fai piccoli lavori a bordo, questo aumenterà il tuo senso di appartenenza e rafforzerà i legami con lei.

Dimenticati della fretta e delle preoccupazioni, lasciale sul molo quando alzi le vele. Naviga senza pensare a quando devi ritornare, come se tu stessi per partire per un lungo viaggio. Lascia a casa l'orologio e lascia che sia il sole a guidarti. Se ti dimentichi della velocità e del tempo rimani solo con lo spazio: la natura.

Naviga senza una rotta o una destinazione. Lascia che siano il vento e la tua barca a guidarti, ti porteranno dove essi vogliono. Non pensare alle miglia percorse o di quante ne dovrai ancora fare. Non andare da nessuna parte, vai solo a vela e goditi il momento.

Scollega l'elettronica e naviga come si faceva un tempo, impara a non dipendere dagli strumenti. Quando è stata l'ultima volta che hai preso in mano un goniometro? O hai osservato i movimenti del sole e delle stelle? Fai il punto della tua posizione e segnalo sulla carta. Dimenticati l'indicatore della velocità del vento, senti il vento sulla faccia. Impara l'arte della vela, diventata un vero marinaio.

Scollega il cellulare e spegni la musica, taglia il tuo legame con la terra. Ascolta la natura, l'onda di prua, il lembo della vela, il respiro del vento.

Non mettere il timone automatico, lascia che lo prenda qualcun altro. Quanto tempo è passato da quando sei rimasto disteso sul ponte o seduto a prua? Se sei da solo, lega la barra del timone, regola le vele e lasciati andare. Confida nel tuo equipaggio e sulla tua barca.

Scrivi il diario di bordo, descrivi i viaggi e la tua navigazione, dettaglia e annota i tuoi sentimenti. Poi ritorna sui tuoi appunti e rivivi l'esperienza. Condividi le tue esperienze con gli altri diversi da te in modo che possano migliorare anch'essi.

Corri, se è quello che ti piace, ma non per cercare una ricompensa. Vai, conosci la natura, la barca e te stesso. Non c'è nessuna ricompensa più stimolante di questa.

Non lasciare mai sola la tua barca, lei non ti abbandonerebbe mai.

Contempla la natura un po' per volta, lascia che il suo flusso di energia entri dentro di te e trasmettilo ovunque tu vada.

(Maldestramente tradotto da me medesimo)

Grazie Joan e Ben: The Invisible Workshop

martedì 5 gennaio 2010

Dehler Varianta VA18


Una bellissima barca, ancora troppo poco conosciuta per quello che è e quello che vale. Mi piace moltissimo:Varianta.info

Dehler Varianta VA18

Gesamtlänge 6,05m
Rumpflänge 5,75 m
LWL 4,78m
Breite 2,40m
Tiefgang 1,15m
Gewicht, leer 710kg
Passagehöhe/Mastlänge ca. 9,15m/8,1m
Aufrichtmoment: am Masttop ca. 40 kg bei 90 Grad Schräglage bei unbeladenem Schiff
Ballast 240 kg
Segelfläche 24m²
plus opt. Gennaker 29 qm
Schlafplätze: 2+2 (2 Vorschiffskojen >2m lang + 2 Hundekojen ca. 1,5 m)
Kajüthöhe: bis 1,3 m
Cockpitsitzbanklänge 2 m
KAtegorie C
Konstruktion Judel/Vrolijk Facelift Henrike Gänþ/Hoch5

Alcuni riferimenti per poterla vedere e apprezzare, vicino a noi è in vendita presso il concessionario del Viko (Deltania) che mi risultano essere persone serissime ed affidabili: Deltania.de

Bella fotogallery e prezzi (molto buoni) del rappresentante finnico: Marineparken.dk

Brochure: Varianta VA18

Brochure Berlino 2009: Brochure Varianta VA18 Berlino 2009


giovedì 31 dicembre 2009

IL "VADE MECUM" DEL PERFETTO NAVIGATORE


Trovata in un sito che è veramente un piccolo gioiello: Lungomarecastiglioncello

Ovverosia: Schidionata di proverbi raccolti dalla impavida bocca d'un vecchio lupo di mare, il quale nei suoi lunghi viaggi attraverso e intorno al mondo, scoprì in un'isola deserta del continente la vera e infallibile ricetta per fare il cacciucco alla livornese.

Con tutti i venti,
Il navigare è sempre da imprudenti.
Vento a ponente,
Chi salpa dalla riva se ne pente.
Il buon nocchier, con lo scirocco fresco,
Pensa a' suoi cari, e si trattiene al desco.
Quando soffia il maestrale,
Stare in porto non è male.
Nubi a levante,
Catene, ancore e boe son cose sante.
Se la brezza è di Nord-Este,
Sfuggi il mar come la peste.
Vento alla terra,
Chi sta in porto mai non erra.
Il buon nocchier quand'ode il mar che rugge
Monta in un treno e, senza indugio, fugge.
Se t'imbarchi col grecale,
Pescicani e funerale.
Pecorelle a mezzogiorno,
Partirai senza ritorno.
Se t'imbarchi col garbino,
È tremendo il tuo destino.
Il buon nocchiero, anche se il tempo è bello,
Non si fidi e s'agguanti al gavitello.
Il buon marino, quando il tempo è brutto,
Piuttosto che salpar, risica tutto.
Vento fresco di Provenza.
Navigar non è prudenza.
Guarda il mare e, s'è maretta.
Resta in terra con gran fretta.
Aria rossa la mattina,
Non salpar, torna in cantina.
Aria rossa sul tramonto,
Navigar non mette conto.
Messi a scelta l'acqua e il vino,
Scansa l'acqua il buon marino.
Quando è pronto il tuo veliero,
Non salpar, muta pensiero.
Bonaccia, la mattina, alla riviera,
La partenza rimandala a stasera.
Bonaccia, sulla sera, alla marina
Non t'imbarcare, aspetta a domattina.
Il buon nocchiero, anche coi venti aprichi,
Pensa alla pancia e se la serba ai fichi.
Ne di Venere ne di Marte,
Non s'imbarca ne si parte.
Se a libeccio gira il vento,
Fuggi il mare con spavento.
L'esperienza ce la da per certa:
Uomo in battello, sepoltura aperta.
Quando il sole è solicello,
Non montare sul battello.
Non gettare in mar la lancia
Se nel cuore hai la tua pancia.
Se a ponente vedi un lampo,
È naufragio senza scampo.
Pecorelle all'orizzonte,
Vai sul molo e...dietro fronte!
Se vuoi esser buon nocchiere,
Volgi al mar sempre il sedere.

di Neri Tanfucio

sabato 14 novembre 2009

Thalassokràtores


"Il Dio del Sole", esposto a Cortona dai tesori dell'Ermitage presa da "Il Sole24ore"

Nonostante che i sogni siano tanti non so se riuscirò mai a navigare luoghi diversi dal mio Trasimeno e della vicina "Costa Etrusca", e parlo di una costa meravigliosa che comprende l'Arcipelago Toscano, l'Argentario, il Parco Naturale della Maremma e via dicendo lungo tutta la costa della Toscana fino al Lazio. Quando ripenso a queste meraviglie naturali, ma non solo, anche artistiche e storiche faccio sempre le stesse considerazioni, in fondo mi posso accontentare, sono già tanto fortunato ad essere nato qui ed aver avuto la possibilità fin da piccolo di vivere in questi luoghi. E poi ci sono ancora paesi e coste stupendi da vedere e da scoprire.

Qualche mese fa a Cortona, al MAEC, hanno esposto alcuni reperti provenienti dal Museo dell'Ermitage ed uno in particolare mi ha colpito, una rappresentazione del Dio del Sole, e la memoria è tornata agli studi liceali sugli etruschi, questa comunità misteriosa e poco conosciuta. Sono andato a ricercare qualche informazione che andasse oltre i vaghi ricordi che me lo rappresentavano come un popolo mite, dedito principalmente all'agricoltura e al culto della morte. Ed invece su Archeosub ho trovato, tra le altre, questa frase:

Dionigi d'Alicarnasso decanta comunque l'esperienza marinara e la grande potenza navale dei rasenna e li definisce thalassokràtores ovvero «dominatori del mare» (Ant. Rom. I, 11). Tale talassocrazia, nella tradizione storica greca, era fatta risalire ad epoca remotissima, sino a confondersi con il mito, come testimonia l'episodio appunto mitico del dio del vino Dioniso, rapito da insolenti «pirati» etruschi che finiscono, però, per essere trasformati in delfini (Inno omerico «a Dioniso»).

Nave etrusca, da scientia antiquitatis
... gli Etruschi, un poplo di terricoli che dominarono i mari! E' stata un pò una sorpresa, anche se tutti sappiamo che si sono insediati nelle nostra terre proveniendo dal mare, forse dall'Africa o dai lontani paesi dell'Asia che si affacciavano nel Mediterraneo. E d'altro canto tanti sono i luoghi presenti nella nostra costa che ce li ricordano, e basta citarne alcuni come Vada, Populonia, Portoferraio, Talamone e via dicendo, tutti luoghi che ho visitato, e forse solo ora mi rendo conto senza la necessaria attenzione.

giovedì 12 novembre 2009

Mini cruiser


Mini cruiser, così li chiamo, diciamo che sono i piccoli cabinati di peso contenuto, di facile trasportabilità ed ottimi per le uscite giornaliere senza grandi pretese crocieristiche, quindi hanno caratteristiche di poco superiori a quelle di una deriva ma che possono garantire una maggiore sicurezza e comodità durante brevi navigazioni lungo costa anche di alcune miglia. Li ho selezionati tra quelli che hanno un peso massimo di 450 kg. Ovviamente hanno anche il pregio che si armano con una certa facilità ed alcuni si manovrano con molta semplicità. Diciamo la verità, ho cercato parecchio ma ne ho trovati veramente pochi. Per non annoiarvi troppo cito alcuni di quelli attualmente in produzione e di facile reperibilità in Europa, degli altri ne riparleremo nei prossimi articoli. Personalmente ritengo che sia sempre più conveniente orientarsi verso le piccole barche a vela di questo tipo perché riescono comunque a dare grandi soddisfazioni con un minimo investimento e costi di manutenzione e mantenimento a livello di una deriva. Il loro prezzo di acquisto del nuovo non supera di solito i 20000 Euro tutto compreso. Normalmente ci si può dormire in due, come in una tendina, si possono trasportare con una FIAT 500, l'albero si tira su senza fatica e sono sufficienti 2CV per andare a motore. Ovvimente sono ottimi quando si è costretti a veleggiare da soli senza equipaggio, o con la sola moglie - zavorra a bordo, ma certamente entro qualche miglio dalla costa e in condizioni meteo marine discrete, le stesse in cui si naviga anche con le derive.
L'immagine in testa è "Dodo", un progetto per autocostruttori di Flavio Faloci tratto da: duckworksmagazine.com

West Wight Potter, Potter 15: West Wight Potter
Lunghezza: 4,57 m, Larghezza: 1,60 m, Pescaggio, 0,21 - 0,90 m, Peso: 217 kg, Sup. Velica: 11 mq, praticità d'oltreoceano!



Wieker Boot, Kajut Ruegenjolle: Wiekerboote
Lunghezza: 5,10 m, Larghezza: 2,06 m, Pescaggio: 0,18 - 1,18 m, Peso: 330 kg, Sup. velica: 14,20 mq, bella, semplice e tedesca come una Volkswagen.



Cadei, Limit TCI: Cadei
Lunghezza: 4,98 m, Larghezza: 2,20 m, Peso: 300 kg, deriva mobile a scomparsa, Sup. velica: 14 mq., italian style anni ottanta!



Paiardi, Erre 18: Paiardi
Lunghezza: 5,50 m, Larghezza: 2,10 m, Peso: 350 kg, Pescaggio max: 1,30 m, Sup. Velica: 17 mq., un classico!



Astus Boats, Astus 20.2: Astus Boats
Lunghezza: 5,95 m, Larghezza: 2,40 - 4,25, Peso: 350 kg, Pescaggio: 0,25 - 1,25 m, Sup. Velica: 20 mq, Tres interessant!



Centro Nautico Calasetta, Winning Cat: Centro Nautico Calasetta
Lunghezza: 6,36 m, Larghezza: 2,42 m, Pescaggio: 0,16 - 1,32 m, Peso: 380 kg, Sup. velica: 19 mq, progetto Farr!



FTmarines, Globe 530: FTMarines
Lunghzza: 5,34 m, Larghezza: 2,08 m, Peso: 380 kg, Sup. velica: 17,40 mq, deriva mobile a scomparsa, water ballast ad acqua di 120 kg che vanno sottratti al peso totale, veramente non male per la trasportabilità!



Swallow Boats, Bay Cruiser 20: Swallow Boats
Length: 20ft 3ins (6.17m) Beam: 7ft 6ins (2.3m) All up weight: 990 lbs (450kg). Weight of water ballast tanks: 880lbs (400kg), very English!


Fabola Campus 6.6.: Fabola Campus
Lunghezza fuori tutto: 6.60 m ; Lunghezza al gallegghiamento: 6.20 m ; Larghezza: 2.30 m ; Peso: 455 + 150 di water ballast ; Sup. velica: 14 - 17 mq ; Cuccette: 4, Bellissima e molto carrellabile!


venerdì 6 novembre 2009

Trekking nautico all'Argentario


Visualizza Argentario in una mappa di dimensioni maggiori

Apri la mappa interattiva e naviga con tutto quel che c'è da sapere: ormeggi, parcheggi, baiette e quant'altro di utile per il trekking nautico in uno dei luoghi più affascinanti della Costa Etrusca.


martedì 6 ottobre 2009

Velista della domenica


Io sono proprio uno di quelli. Si e no conosco le precedenze e appena le leggere brezze pomeridiane cominciano a farsi "preoccupanti" tiro giù ogni cosa e me ne ritorno a casa. Delle crociere per il Mediterraneo poi non se parla più da anni in casa mia, il sogno si è infranto oltre le battagliole dalle quali mia moglie e mia figlia si sporgevano non appena il mare diventava un tantino formato mandando ai pesci il seppur misero pasto della giornata, ah queste donne!

Terraferma Sailors, poco inclini alla vera navigazione eppur attratti e affascinati da quei rari momenti in cui ti senti, nel silenzio, portare dal vento.

Ma non era di questo che volevo parlare. L'altro ieri un commentatore del TG1 al Salone di Genova ha tirato fuori la frase fatidica: oggi va il "day sailing!" e mi sono improvvisamente risvegliato dal tipico torpore con cui sono abituato a guardare di queste cose. Che stia cambiando qualcosa? A vedere le novità sul sito del Salone sembra di no, ma la cosa mi ha incuriosito e sono andato a vedere in qua e là i commenti di chi al Salone c'è stato. Ebbene mi ha colpito l'articoletto che un amico velista ha fatto in un noto blog di vela in cui dichiarava che aveva deciso di rinunciare al mitico "firstino" per una bella deriva, con la quale già sognava di solcare mari e laghi in ogni dove. Troppo complicato armare, disarmare, troppo costoso avere il fuoristrada, troppo impegnativo fissare gru e relativi ometti, insomma troppo tutto. Eppure il "firstino" è uno delle più belle barche carrellabili.

Io stesso, pur essendo il mio Viko una barca molto "facile", mi rendo conto che quando i miei figli vorranno andare per i fatti loro sarà problematico gestirlo da solo con mia moglie. Certo per un altro anno o due potrò stare tranquillo, ma poi dovrò ripensare a qualcosa di più piccolo e facilmente gestibile. Escluderei la deriva perché alla fine sarei costretto ad andare da solo, una cabina seppur piccola è troppo comoda. Ebbene ti metti alla ricerca e ti accorgi che di barche possibili si contano in una mano. Alcune le ho citate nell'articoletto precedente ma mi ha stupito il fatto che non ce n'è veramente una che racchiuda tutte le caratteristiche di trasportabilità, estetica e facilità di utilizzo che vorrei: mi piace l'armo velico del winning cat ma ritengo un pò scomoda la barca, ammiro la semplicità del Ruegenjolle ma penso che l'estetica un pò datata, non sarebbe male l'R18 ... ma quella cabina cosi "appruata", insomma ancora non ce n'è nessuna che mi appassioni.

Possibile che nessun progettista e nessun cantiere ci possa fare questo regalo, una barca semplice, leggera, facile da armare da una persona, con una piccola cabina con un unico letto matrimoniale dove riporre le poche cose utili alla giornata e le proprie membra dopo i pasti, moderna nella linea e alla fine, ovviamente, non troppo costosa. Insomma sui 5 metri di lunghezza, due di larghezza, 300 kg di peso, per 4 persone e due posti letto, dodici metri quadri di vela e che costi al massimo, motore incluso, 15000 Euro. Chiedo troppo?

giovedì 10 settembre 2009


martedì 8 settembre 2009

Perché comprare una barca


"Perché comprare una barca", questo è la frase che più di tutte mi ha stupito nel report giornaliero sui motori di ricerca di Google Analytics. Ho visto di tutto, dalla ricerca di feste per single alle pizzate con amici, certamente le più ricercate sono le carte nautiche gratis e a seguire le barche a vela carrellabili, l'autocostruzione ed infine un elenco sterminato di nomi di barche a vela. Ma proprio "perché comprare una barca!??". Semmai io mi chiederei "perché non comprare una barca". Sembrerebbero così ovvii i motivi per cui uno dovrebbe comprare una barca che semmai ci sarebbe da chiedersi perché non la dovrei acquistare vista e considerata la situazione della nautica in Italia. Eppure pensandoci bene la domanda ha un senso, eccome! Perché dovrei comprare una barca visto che la maggioranza sono abbandonate ed inutilizzate nei porti per gran parte dell'anno, perché dovrei comprare una barca visto quanto costa, visto quanto è impegnativo mantenerla ed ormeggiarla, visto quanto può essere disagevole e pericoloso andar per mare, visto quanti pensieri e preoccupazioni ci da quando siamo a terra ed in acqua. Potrei continuare all'infinito, certamente l'unico motivo valido che rimane è la passione per il mare e per la vela, ma in fondo si potrebbero tranquillamente affittare le barche, oppure andare semplicemente in un windsurf o in un laserino per provare le stesse identiche soddisfazioni che ogni giorno siamo qui a decantare. Non c'è un motivo valido o vero per comprare una barca, questo dubbio mi assale, forse in fondo è l'espressione della mia vanità, o il senso del possesso che mi pervade in ogni cosa che desidero. Perché ho comprato una barca?? Non so!

sabato 1 agosto 2009

Living Lakes, un piano d'azione e ... la nostra proposta


Adattamento ai cambiamenti del clima, tutela delle biodiversità e sviluppo sostenibile i principali obiettivi
(Cittadino e Provincia) - Perugia, 7 gennaio '09 - Adattamento al cambiamento climatico, protezione e aumento della biodiversità, uso sostenibile delle risorse naturali nelle aree lacuali. Lungo queste tre direttrici si muoveranno le azioni di Living Lakes Italia nei prossimi tre anni. A indicare gli obiettivi di fondo di quello che dovrà essere il Piano di azione della rete italiana dei laghi nel prossimo futuro sono stati i membri del tavolo tecnico (Provincia di Perugia, Legambiente, Uisp e Comunità Montana) che, nel mese di dicembre, si sono incontrati con la presidente di Living Lakes internazionale Marion Hammerl. E proprio da lei è giunto l'invito a mettere a punto rapidamente un Piano d'azione tutto italiano nel quale siano inseriti i principali problemi dei partner, gli obiettivi e le misure concrete da realizzare per ciascun lago aderente alla rete per i prossimi tre anni. "Inoltre - secondo quanto riferisce il coordinatore italiano Fiorello Primi - nel Piano dovranno essere definite le responsabilità nel portare avanti le misure individuate, così come gli indicatori significativi per monitorare il risultato e l'impatto delle misure intraprese". Rispetto agli obiettivi e alle misure da perseguire, le idee dei partner sono chiare. Sulla base infatti dell'esperienza di Living Lakes in merito a piani di gestione e d'azione sviluppati e implementati in altre aree lacuali, il Piano d'Azione di "Living Lakes Italia" dovrà contenere concreti obiettivi nei seguenti campi d'azione: protezione del clima e adattamento al cambiamento climatico (es. energie rinnovabili, compensazione di CO2, gestione delle acque e della siccità), protezione e aumento della biodiversità (es. recupero di spiagge lacuali e parti poco profonde del lago, qualità dell'acqua, recupero di habitat legati all'acqua), sviluppo sostenibile di aree lacuali e uso sostenibile delle risorse naturali (es. sport acquatici sostenibili, turismo, agricoltura). Trasversali a ciascun campo di attività saranno poi la gestione dei laghi e l'educazione ambientale. In questo quadro generale, i responsabili dei laghi aderenti all'organizzazione sono invitati a identificare le proprie priorità ed a formulare proposte concrete da inserire all'interno del Piano. Analogamente Legambiente sta lavorando alla elaborazione di proposte di progetti concreti nel campo dell'educazione ambientale da estendere progressivamente a tutti i 10 laghi italiani. Anche l'esperienza della Goletta dei laghi potrà essere riprodotta presso i bacini lacustri associati a Living Lakes. Dal canto suo la Uisp nazionale è stata invitata a formulare una proposta di attività sportive ecosostenibili per tutti i laghi, lavorando in stretta collaborazione con Legambiente. Il Piano di azione del network italiano sarà presentato al World Water Forum di Istanbul nel prossimo mese di marzo. "Il lago Trasimeno - sono le parole di Primi - per le sue esperienze e attività già consolidate soprattutto sul fronte dell'educazione ambientale, può rappresentare un valido campo di prova e una sorta di laboratorio da esportare in altre realtà lacustri".

La nostra proposta rinnovata:
Finalità del progetto "Porti Verdi": proporre al Living Lakes, alle Regioni e alle Provincie la realizzazione di una rete di porti a basso impatto ambientale per medie e piccole imbarcazioni munite di carrello. Questa rete potrà essere estesa, nel futuro, alle aree marine protette.
Scopo del progetto:
a) ridurre l'impatto ambientale dei "marina";
b) aumentare la disponibilità portuale per la piccola nautica favorendo l'utilizzo "alternativo" del Porto Verde;
c) promuovere e sviluppare anche in Italia, già molto diffuso nei paesi anglosassoni, il turismo nautico del natante carrellabile, itinerante, ecologico e sociale.
Localizzazione: privilegiare aree destinata alla riqualificazione ambientale, paesaggistica e turistica entro un chilometro dalla costa.
Generalità del progetto: i "Porti verdi" dovranno essere costituiti da un ampio parcheggio per auto e relativo carrello della capienza di circa 150 posti, strada di collegamento dal parcheggio alla spiaggia/ costa, scivolo a quattro corsie sul lago/ mare dotato arganetto, piccola diga foranea di protezione dai frangenti, campo boe della capienza di 25 posti.
Il parcheggio: Il parcheggio, posizionato a circa 500 - 1000 m dalla spiaggia/ costa verrà inserito in un contesto paesaggistico e naturale costituito da prati e piante ad alto fusto. Il parcheggio sarà adeguatamente protetto , dotato di servizi igienici, area ristoro e pic-nic e parco giochi per bambini.
Fabbricati e pavimentazioni dovranno rispettare i canoni della bioedilizia in quanto "ecologicamente orientati" evitando, per esempio, l'uso dell'asfalto ma idonee pavimentazioni "a prato" oppure tecnologie costruttive bioedili ed impianti a basso dispendio energetico.
Collegamento al lago/ mare: strada asfaltata a doppia corsia che collega il parcheggio fino alla spiaggia/ costa, dove questa si interrompe.
Passaggio sulla spiaggia: il collegamento dalla strada agli scivoli dovrà garantire il minimo impatto visivo, quindi costituito da materiali che siano compatibili con il colore tipico della sabbia/ costa.
Scivoli: Scivolo a quattro corsie, munito di eventuale arganetto mobile, pendenza naturale 10-12%. Gli scivoli saranno mobili, e quindi asportabili durante la stagione invernale.
Diga foranea: piccola diga foranea di protezione dai frangenti di lunghezza adeguata e posta da una distanza tale da garantire la sicurezza dei natanti in entrata e in uscita.
Campo boe: costituito da 25 posti per circa la metà protetti dalla diga.
Uso: i "Porti verdi" hanno come priorità l'uso "sociale" e lo sviluppo della nautica minore, pertanto il loro utilizzo non deve essere destinato agli "stanziali", che già sono privilegiati nell'utilizzo dei porti marini, ma per il turista che si muove. Gestione e costi dovranno essere del tutto paragonabili a quelli di un'area di sosta camper/ parcheggio.

La presente proposta è stata inviata a:
- Living Lakes
- Provincia di Perugia
- Presidente Regione Sardegna Renato Soru
- ex Ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio
- Circuito Piccola Nautica


lunedì 9 marzo 2009

Cambiare barca



Mi è capitato quasi per caso, neanche tanto perché sono stato incauto nell'acquisto, anzi le barche erano ottime, forse è stato solo per quell'immancabile senso di insicurezza che pervade la mia vita, comunque è andata così, e nell'arco di due mesi, una volta deciso, le ho rivendute. Non ci ho guadagnato, non sono un commerciante, ma con quelle barche ci abbiamo fatto delle belle vacanze, diversi mesi di utilizzo all'anno spendendo, inclusi compravendita, trasporti tra mare e lago, l'ormeggio, la manutenzione e tutte le spese fino all'ultima goccia di benzina poco più di 2000 Euro all'anno. Se le avessi affittate ci avrei fatto si e no qualche settimana. Mia moglie che negli anni passati è sempre stata piuttosto critica nei miei acquisti, in special modo per le auto, quando si parla delle barche esordisce: "Zitto, almeno quelle ce le siamo godute tutte!". Non da poco l'aspetto che i figli sono sempre venuti con noi volentieri,... almeno finora.
Tutt'oggi tengo una rigorosa contabilità su quello che costa la mia barca cercando di ottenere i maggiori vantaggi con la minima spesa. Penso che se tutti facessero come me eviterebbero di chiedere cifre assurde nella vendita delle loro barche evitando di occupare spazi negli annunci. Infatti, questa meticolosità mi ha aiutato a rivenderle subito, un metodo che non prevede analisi di mercato, verifica sui listini, controllo delle quotazioni, ma solamente una "svalutazione" in base ai costi annui sostenuti. Certamente il metodo non è applicabile sempre, ci vogliono delle condizioni preliminari:
1) i costi annui di manutenzione e mantenimento devono essere inferiori al 10% del valore della barca;
2) la barca deve essere di qualità, o perlomeno deve avere delle caratteristiche tecniche che "interessano" determinate fasce di potenziali acquirenti;
3) la barca non deve essere troppo vecchia, e se lo è, deve essere tenuta in maniera esemplare e questo significa averla acquistata già in condizioni ottime;
4) a parte la normale manutenzione, non bisogna spendere troppo denaro in strumentazioni, attrezzature e ammennicoli vari: quelli non te li ripaga nessuno.
Premesso ciò, se la barca viene mantenuta nelle sue condizioni "originali" e rivenduta ad un prezzo ragionevolmente inferiore a quello di acquisto si rivende subito, e quel "ragionevolmente" significa accettare di rivenderla al prezzo di acquisto meno il "valore goduto" che equivale alla sua "svalutazione" reale.
Le mie scelte si sono orientate fin da subito sulle "carrellabili" o barche inferiori agli otto metri. La prima era un grande carrellabile, su questa abbiamo imparato, ma allora avevamo il fuoristrada e incoscientemente l'abbiamo trasportata senza rendersi conto che eravamo fuori delle 3,5 tonnellate. Incidentato il fuoristrada, e io non potendo prendere la BE per motivi di vista, abbiamo rivenduto sia fuoristrada che barca orientandoci verso una più grande per vivere un po' di mare. Per me il mare è stata un'esperienza bellissima, ma non per tutti in famiglia. Mia figlia ha sofferto molto e ancora oggi quando si parla di tornare al mare con la barca storce la bocca, non ne vuol sapere, contrariamente al lago che vive in assoluta tranquillità e remissione. Ma non è stato questo il motivo per cui l'ho rivenduta: una barca di 24 piedi del valore di circa 16000 Euro mi sarebbe costata per manutenzione e mantenimento circa 3000 Euro annue, troppo per noi e troppo per l'utilizzo che ne potevamo fare. Fatti tutti i conti, presa la decisione, stabilita una cifra e rivenderla è stato tutt'uno. Mi sono divertito e non me ne sono pentito e sono molto contento di non aver speso molti più soldi, quando me lo potevo permettere, in una barca più grande.
Oggi sono molto soddisfatto del mio attuale barchino di cinque metri e mezzo, ci faccio esattamente le cose che ci facevo prima e, per certi aspetti, forse in futuro ci potrò fare di più. Non ho intenzione di cambiarla, ma se lo farò sarà solo per una barca più piccola, più gestibile da me e mia moglie quando saremo costretti ad andarcene da soli, ma speriamo che passi ancora qualche anno.


sabato 7 marzo 2009

Laghi per vivere, laghi per la vita


Questo è lo slogan di un convegno internazionale che si terrà presso il Cumbria Lake District in Inghilterra nel mese di maggio. Una scelta non casuale che fa sua in quattro parole tutta la filosofia del Living Lakes e di cui abbiamo già parlato in più occasioni. L'opinione pubblica è sempre più consapevole che il lago è uno dei sistemi ambientali più delicati sul quale ruota attorno tutta la qualità della vita umana. In ogni parte del mondo, ovunque si vada, il lago è considerato come qualcosa da proteggere e allo stesso tempo è diventato il simbolo di un modo di vivere più attento verso l'uomo e il suo ambiente: è il doveroso rispetto verso la natura in ogni sua forma che impongono le regole utili per la sua sopravvivenza.
Onestamente abbiamo provato in tutti i modi a far sentire anche la nostra voce, aderendo alle iniziative di Italia Nostra contro la cementificazione selvaggia nei grandi laghi del nord, oppure a ventilare l'ipotesi dell'utilizzo di imbarcazioni a vela, a remi o con motori elettrici in tutti i laghi, e infine proponendo la "rete dei porti verdi" come luogo ideale dove far sostare le barche con un basso impatto ambientale. Ringrazio e cito gli Assessori Lupi della Regione Toscana e Pierini del Comune di Follonica, sui quali rimettiamo tutte le nostre speranze, ma non c'è stato un grande riscontro da parte dei politici che, purtroppo, non sono molto abituati ad ascoltare la gente, struggente incapacità che puntualmente si materializza nell'assenza di una seppur modesta risposta. Ma non importa. Ciascuno di noi è chiamato, anche nel suo piccolo, a partecipare a questo meraviglioso progetto che si sta sviluppando quasi per necessità e a seguirne seppur gradualmente la scia attuando le sue scelte in modo autonomo e consapevole. Immagino qualche "proposta" e ne cito solo alcune:
1) premesso che il lago è un bene prezioso da conservare e valorizzare, il principale aspetto da tenere presente è quello di modificare totalmente il nostro reciproco rapporto: si passa dallo sfruttamento turistico al puro "godimento", quasi fosse un'opera d'arte. Lo si osserva, lo si vive, lo si ammira, ma con la dovuta distanza e il dovuto rispetto;
2) quanto espresso al punto precedente impone necessariamente la riduzione dell'uso dei motori a scoppio, del cemento, dell'inquinamento, dello smog;
3) cambiamo le nostre barche prendendole più piccole, e sostituiamo i motori a benzina con motori elettrici, ma soprattutto andiamo a vela o a remi. In Germania, come lo è stato con i pannelli solari, sono molto più avanti di noi in questo campo, informiamoci e adeguiamoci;
4) non buttiamo niente nel lago, non utilizziamo antivegetative inquinanti, non facciamo rumore;
5) quando non usciamo, teniamo le nostre barche a terra ed utilizziamo gli scivoli, quelli ben fatti se ci sono, o perlomeno privilegiamo strutture portuali che sono state realizzate con il più grande rispetto per l'ambiente: pontili galleggianti e strutture di supporto ridotte al minimo e tanti alberi e prati al posto del cemento e delle banchine. Ritengo che il porticciolo di Castiglion del Lago sia un valido esempio;
6) frequentiamo i laghi, ci si vive bene, amiamo la loro natura, la flora, la fauna, ma anche la loro storia, le opere d'arte che ci sono intorno e che hanno ispirato artisti, architetti, scultori. Promuoviamone il valore e la qualità della vita in modo che diventino luoghi privilegiati dove vivere o passare il tempo libero.
Da queste considerazioni prende forma l'idea che tutti i laghi del centro Italia, e cito solo i più importanti quali, Trasimeno, Bolsena, Bracciano, Vico, Piediluco, Montedoglio, ecc. potrebbero far parte anch'essi di un "distretto dei laghi" nei quali le amministrazioni hanno fatto una ed una sola scelta importante: mettiamo avanti il valore della natura e del suo rispetto, tutto il resto viene da sé.


mercoledì 4 febbraio 2009

Solitudo



Chi non conosce il sito di Franco Bechini "Solitudo" , luogo di riferimento per tutti coloro che sono alla ricerca di un modo diverso vivere la nautica nel rispetto di se stessi, del mare e dell'ambiente. Ma non voglio entrare in questi argomenti, se n'è già parlato parecchio e ancora se ne parlerà, piuttosto mi voglio soffermare sul termine solitudo che dal latino significa "solitudine", e quindi sul titolo che l'autore ha voluto dare al suo spazio pubblico ricercandone, con il dovuto rispetto, le origini, le motivazioni, oppure ancora meglio quel legame silenzioso che unisce almeno una parte di noi velisti.
Ugo Foscolo nelle Ultime lettere di Jacopo Ortis scriveva: " ....il cuore nella solitudine e nella pace va a poco a poco obliando i suoi affanni; perché la pace e la libertà si compiacciono della semplice e solitaria natura...". E ancora non voglio dare un significato letterario a questa frase quanto esprimere il sentimento che mi ispira nel riportare la mia mente a vette imponenti che mi sovrastano o al vento che trascina la barca in un meraviglioso silenzio. Ed è proprio questo sentimento che mi lega al senso della solitudine, alla ricerca di momenti unici ed irripetibili da soli, o con le sole persone veramente amate, un sentimento che non solo mi fa sentire in pace, libero dalle tensioni e dagli affanni del mondo, ma che mi fa riscoprire tutte le volte il significato vero della mia umanità: essere semplice, solitario, essere umano. Concludo affermando che non sono un filosofo e neanche nella condizione di addentrarmi nei meandri di un pensiero che giustifichi queste sensazioni ma la vela e la montagna sono per me i luoghi privilegiati della mia solitudine, via da volti noti ed ignoti, via dal chiasso e dal rumore, via dai ricchi e dai poveri, via dagli uomini di successo e dai falliti, ma solo dentro me stesso ed è qui che riesco a ritrovare il senso della mia esistenza. Penso che sia questo che mi lega ad alcuni di voi e a Franco Bechini.

domenica 4 gennaio 2009

Aria di tempesta



Tutti i bravi marinai sanno cosa fare quando tira "aria di tempesta". Per prima cosa bisogna accorgersi che sta arrivando, percepirne il pericolo. Si sente nell'aria, poi si scruta l'orizzonte, si studiano le nuvole, i venti e le correnti, si tengono sotto controllo gli strumenti, il VHF, il barometro, il termometro, il segnavento. Alla fine si prendono le decisioni dopo aver adeguatamente informato e preparato l'equipaggio: si modifica o si mantiene la rotta, si controllano le attrezzature di coperta, si predispongono tutti i sistemi di sicurezza, si preparano le vele, ci si assicura alla barca .... che non vorremmo mai abbandonare. Alla fine si attende il suo arrivo, pronti, consapevoli che sarà dura, ma che abbiamo fatto tutto quello che era possibile fare. Il timore, la paura reverenziale verso i fenomeni della natura da noi tanto amata ci attanagliano il cuore e la mente, non tanto per noi stessi, ma per il nostro equipaggio, i nostri figli.
E' proprio di ieri la notizia che non avremmo mai voluto sentire. Il proprietario di un noto cantiere di La Rochelle si è suicidato. Non ne riporto il nome per rispetto. Ha lasciato scritto solo un breve messaggio nel quale chiede perdono, non aveva più i soldi per pagare i suoi 120 operai. In Francia c'è stata una mobilitazione tra tutti gli amanti del mare che stanno donando un Euro per tutte quelle famiglie che non hanno più uno stipendio su cui contare, allevare e mantenere i propri figli. Ma questa non è la prima e unica brutta notizia, anche se forse la peggiore. E' di questo mese la comunicazione della liquidazione del cantiere che costruiva le mitiche Cornish Crabber. E non si parli poi dell'amministrazione controllata della Dehler, fiore all'occhiello dell'industria nautica tedesca. C'è un grande sofferenza in tutto il mondo, milioni di famiglie stanno per solcare, per la prima volta, la soglia della povertà.
Eppure fino a soli sei mesi fa si mantenevano gli interessi bancari come se nulla fosse, il petrolio era alle stelle e si continuava a dire che l'economia era solida. Manager, presidenti e direttori di banche nazionali ed europee, opinionisti, ministri e sottosegretari, geni della finanza... e così via nella lunghissima lista di super pagati funzionari, politici e amministratori procedevano diritti a dissanguare le ultime sostanze di questo capitalismo dell'ultim'ora.
A questo punto la riflessione da fare è solamente questa: in che mani siamo? Chi sono i marinai che conducono questa barca, se non si accorgono neanche di una tempesta così importante in arrivo?
Lascio a voi questo dubbio e la ricerca delle risposte.

mercoledì 12 novembre 2008

Sovrapporre le carte nautiche su Google Earth


Veramente facile ed interessante. Si può fare anche utilizzando un link esterno. Basta aprire Google Earth, avvicinarsi al luogo della sovrapposizione, sul menù "Aggiungi" digitare "sovrapposizione immagine", digitare "sfoglia" ed andare a cercare la carta nautica (anche copiando e incollando un link esterno). Poi bisogna far scorrere cursore di trasparenza in modo che si possanno vedere tutte e due le immagini, quindi si restringe e si sposta l'immagine agendo sui bordini verdi (per stringere ed allargare) e sulla croce centrale per spostare. Una volta centrata l'immagine si possono inserire dei segnaposto con eventuali note. Stando attenti di aver digitato su "Luoghi temporanei" nel menù a sinistra si va su "File", poi "Salva", poi "Luogo con nome" ... e il tutto viene salvato su di una cartella. Per fare eventuali modifiche basta riaprire il file, posizionarsi con il cursore sul nome dell'immagine sovrapposta che si trova sul menu' sinistro in "Luoghi temporanei", digitare il cursore destro e poi "proprietà". Grande!


lunedì 20 ottobre 2008

La Dichiarazione del Trasimeno


Anticipo la mia traduzione ed interpretazione personale del documento emesso nel corso del 12° Meeting annuale del Living Lakes tenutosi dal 22 al 27 settembre a Castiglion del Lago sul Trasimeno e che si trova su:
La Dichiarazione del Trasimeno

Carta del paesaggio lacustre
(la Dichiarazione del Trasimeno)
I laghi, le loro zone umide e i bacini di acqua da cui si sono formati paesaggi in forma storica, spirituale ed estetica detengono le più ricche biodiversità presenti sulla terra e contribuiscono in modo determinante alla crescita fisica, culturale e del benessere di tutti gli uomini e di tutte le forme di vita.
Eppure, i laghi vengono degradati e stanno scomparendo a un velocità senza precedenti in tempi umani. Una maggiore comprensione del funzionamento dei sistemi delle zone umide, porta alla conclusione che è solo la nostra incapacità di concordare procedure per la gestione sostenibile del lago che sta consentendo a così tanti laghi di continuare la loro spirale di degrado. E' responsabilità di ciascuno quella di lavorare insieme per risolvere i conflitti di interessi in modo che coloro i quali vivono nei laghi possano continuare a fornire i valori del paesaggio culturale e i servizi ecosistemici sui quali si basa il futuro della vita umana.
Questa situazione è diventata critica, e occorre agire ora.
Queste sono state le conclusioni a cui sono arrivati gli oltre 100 membri e associati della Rete Living Lakes da 30 paesi del mondo, in rappresentanza dei 55 laghi della rete Living Lakes, che hanno discusso questi temi nel 12° Convegno annuale dal titolo "Linking Cultural Landscapes to Lake Protection" tenuto presso il Lago Trasimeno, Italia, tra il 22 e 27 Settembre 2008, e ospitato dalla Provincia di Perugia, Regione Umbria, Comunità Montana - Associazone dei Comuni 'Trasimeno Medio-Alto Tevere', Legambiente, Italia e Global Nature Fund (GNF), in Germania.
I partecipanti al simposio intendono esortare i governi, gli operatori del settore privato, le istituzioni del mondo accademico, le organizzazioni non governative e tutti i cittadini ad impegnarsi a sostenere una gestione dei laghi in un quadro di sviluppo sostenibile, prendendo atto della seguenti conclusioni della conferenza:
Lo stato attuale dei laghi e le modifiche apportate ai paesaggi naturali e dei bacini sono in gran parte la conseguenza diretta delle pratiche che sono profondamente radicate nella cultura dell'uomo. I laghi sono importanti indicatori dello stato della nostra cultura e dell'ambiente in cui viviamo. La velocità con cui i laghi si stanno degradando e, in molti casi della loro perdita, è il riflesso della confusione predominante nella nostra cultura contemporanea, anche se la stragrande maggioranza delle persone di valore sta tentando di ristabilire la nostra integrità culturale.
Le biodiversità che sono presenti nei laghi e che ne sostengono i sistemi sono una componente fondamentale dei beni culturali paesaggistici e del modo in cui le nostre culture si sono evolute. Tutti i cittadini, che siano essi locali o lontani, hanno un grande interesse a mantenere l'integrità laghi. Nella maggior parte dei casi sono proprio coloro che abitano i laghi che sono i loro veri custodi, e la loro cultura spesso affonda le sue radici proprio nel rispetto per la natura e per il laghi. La popolazione locale, e soprattutto gli agricoltori e i pescatori, sono la parte più vulnerabile quando i laghi si degradano e normalmente hanno scarse possibilità di dar voce la loro preoccupazioni.
Il paesaggio culturale è strettamente legato alla produzione alimentare e quindi all'agricoltura e alla pesca più di quanto non si pensi tanto che dovrebbe essere data un'attenzione prioritaria nella pianificazione per la conservazione del lago.
Nell'utilizzo della terra si dovrebbe tener conto del fatto che viviamo in uno stato di 'crisi idrica' e che la maggior parte della popolazione terrestre non ha accesso libero all'acqua.
Le valutazioni economiche, quali il PIL, non rilevano i valori culturali che indirettamente generano la redditività finanziaria del turismo - che può essere sostanziale.
La cultura e la conoscenza sono inseparabili. La cultura è difficile da misurare scientificamente, anche se dati scientifici sulla ecologia dei laghi e dei paesaggi possono fornire le informazioni essenziali su cui basare le decisioni.
La gestione sostenibile dei laghi contribuisce alla applicazione delle disposizioni nazionali e degli impegni internazionali, come la tutela del Patrimonio Mondiale dell'UNESCO, dell'Uomo, della biosfera e alle convenzioni internazionali come la Convenzione di Ramsar sulle zone umide.
L'acqua, come fonte di vita, è fondamentale per molte pratiche culturali - spirituali e religiose.
Il cambiamento climatico sta modificando il nostro modo di pensare il mondo - e, quindi, la nostra cultura. Dobbiamo rispondere ai cambiamenti climatici con degli interventi che producano effetti positivi e adottare una cultura della sostenibilità.
La cultura rende l'impressione della mentalità della gente. L'arte, in tutte le sue forme, e la sua celebrazione può dare un forte contributo alla cultura legata alla protezione del lago.
Molte iniziative sono già state prese per migliorare la gestione dei laghi, al fine di sostenere i loro valori culturali. Abbiamo bisogno di costruire su storie di successo come quello di Mono Lake in California e altri esempi presentati in occasione della conferenza.
I partecipanti alla conferenza hanno concluso che i valori culturali e spirituali dei laghi, insieme con gli obiettivi ambientali ed economici, i servizi che forniscono i laghi, possono diventare esempi indiscussi di protezione del lago. Essi si impegnano a intraprendere azioni nei seguenti settori:

Rafforzare la collaborazione e cercare nuovi partenariati tra i settori produttivi e i sistemi di protezione interessati al lago, in particolare all'interno e tra governi, organizzazioni non governative e il settore privato, in modo da rispondere per le diverse culture della nostra società;
Continuare ad adoperarsi per aumentare nella gente la consapevolezza della necessità della protezione dei laghi, non solo per rispetto per rispetto ma anche al fine di conservare il paesaggio e la cultura dell'uomo;
Adottare nuovi e più innovativi approcci per la partecipazione delle persone nel processo decisionale e di co-gestione nonché del monitoraggio dei laghi, ed aiutarle a costituire le capacità necessarie per essere parte integranti di questi processi;
Adottare la cultura della sostenibilità nelle nostre pratiche e promuovere questa cultura al di là delle nostre società;
Dare un supporto alla conoscenza, con iniziative come la proposta dell'Accademia dei Laghi;
Favorire le relazioni tra i laghi, l'acqua e la cultura tra le principali parti internazionali e nazionali, su politiche, piani e strategie. Ad esempio, definire specifici obiettivi e indicatori che collegano la gestione sostenibile dei laghi agli Obiettivi di Sviluppo del Millennio;
Trasmettere questa dichiarazione e tutti gli altri documenti del Living Lakes alla Conferenza Ramsar, alle altre convenzioni internazionali impegnate per la conservazione e la corretta gestione dei laghi, e ai livello locale, nazionale regionale e alle autorità politiche;
Aiutare a costruire la capacità di più approcci integrati al lago e alla gestione delle risorse idriche a beneficio di tutti i cittadini. Ad esempio, creare opportunità per l'apprendimento al delle fuori strutture formali, con un particolare accento sul distretto e sul locale; sviluppare e applicare conoscenze e tradizioni locali;
Imparare dalle esperienze condivise nella Conferenza Living Lakes e di intraprendere un'azione immediata in modo che il degrado del Lago Trasimeno, e di molti altri laghi il cui declino è stato descritto nel corso della conferenza, venga interrotto tanto da limitarne la sofferenza.
I partecipanti alla Conferenza hanno espresso la loro gratitudine senza riserve alla Provincia di Perugia, alla Regione Umbria, alla Comunità Montana - Associazone dei Comuni 'Trasimeno Medio-Alto Tevere ', a Legambiente e all'Italia che hanno ospitato la Conferenza in un luogo unico per cultura e patrimonio. I partecipanti hanno molto apprezzato la generosa gastronomia locale e culturale che ha stimolato la discussione tra i partecipanti alla Conferenza alimentando la loro determinazione a promuovere le azioni all'interno e all'esterno della Rete di Living Lakes.

mercoledì 8 ottobre 2008

Un computer per la navigazione


Un computer di bordo, ovvero come sfruttare al meglio vecchie apparecchiature ed avere un computer per la navigazione e collegabile a "Internet" con meno di 150 Euro.
Il computer: è consigliabile un portatile il cui valore commerciale può andare da 50 Euro per l'usato fino a 1000 Euro per il nuovo. In questo caso abbiamo utilizzato un Compaq Contura 400 di qualche anno fa. Costo portatile 50 Euro.

La connessione alla batteria dell'imbarcazione deve essere effettuata con adeguato cavo con ingresso compatibile all'uscita del computer e uscita compatibile con idonea presa a 12V (per es. tipo accendisigari auto). Costo spina 5 Euro.

Il GPS: in questo caso abbiamo utilizzato un GARMIN 12. Il valore commerciale di un GPS di questo genere può andare da 60 Euro per l'usato fino a 300 Euro per il nuovo. Costo GPS 60 Euro.
Connessione al computer (invio e ricevimento dati per e da GPS): la connessione va effettuata con cavo seriale. Il cavo può essere acquistato direttamente presso il rivenditore del GPS (OPZIONE CONSIGLIATA), oppure, come in questo caso, se si vuol fare da soli, basta avere un saldatore, un tester e seguire le istruzioni. I pin del connettore seriale femmina a 9 pin che interessano sono solo il 2, il 3 e il 5. Nell'immagine è rappresentata la parte interna del connettore seriale. Costo cavo 10 Euro.


Connessione al computer (alimentazione per GPS): la connessione va effettuata con l'ausilio di uno spezzone di cavo da tastiera, dal quale basta utilizzare il filo di alimentazione, PIN 4. Normalmente il colore del cavetto corrispondente al PIN 4 è arancione, ma è bene effettuare delle verifiche con il tester. Costo cavo 5 Euro.

Connessione al GPS: il connettore del GPS è quello in figura. La connessione al cavo seriale può essere effettuata utilizzando un connettore audio femmina a 5 poli. Per r inserire questo tipo di connettore, però, il diametro del vano di alloggiamento dei pin del GPS deve essere allargato di circa 2 mm e devono essere eliminati i vincoli di inserimento del connettore standard (piolino centrale e dossino laterale tra il pin POWER e INGRESSO DATI. Per poter effettuare questa operazione potete utilizzare un taglierino e una limetta tonda. Di seguito riportiamo la tabella riassuntiva delle connessioni e l'immagine del connettore audio, del quale utilizzeremo solamente gli ingressi indicati (fare attenzione che non sempre il colore dei cavi corrisponde, verificate con il tester, oppure stabilite voi i colori facendo attenzione alla corrispondenza delle entrate e delle uscite ai connettori) . Costo connettore 5 Euro.




Collegamento del connettore seriale (Data IN, Data Out, GROUND) e del connettore tastiera (+5VDC) al computer. Ovviamente del cavo che vedete entrare nel connettore seriale verrà utilizzato solo il cavo di alimentazione per il GPS e non sarà connesso a nessuno dei pin del connettore seriale, ma semplicemente saldato al cavo di colore arancio che andrà direttamente al connettore per il GPS (connettore audio).

Collegamento finale: La sola connessione può costare dai 10 ai 20 Euro con il "fai da te", dai 35 ai 60 Euro acquistando il cavetto dal costruttore del GPS.
ATTENZIONE: L'autocostruzione del cavetto di connessione comporta modifiche al GPS, del quale ovviamente perdereste ogni forma di garanzia, pertanto accingetevi all'autocostruzione solo se non avete alternative e/ o se il cavetto non si trova.
Per installare il computer a bordo, in questo caso, abbiamo speso 135 Euro tutto compreso.


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