martedì 31 maggio 2011

Flying Cruiser S, un compromesso di qualità

Foto tratta da Nauticaltrek
Non è troppo conosciuta qui in Italia la Flying Cruiser S del Cantiere BWC, una bella barca costruita in Germania ma che, secondo me, meriterebbe una maggiore attenzione per i molti motivi a me più cari: il prezzo, la qualità, la carrellabilità e la linea. Lunga poco più di 5 m e larga 2, nella versione "dinghy" a chiglia retrattile pesa circa 300 kg. Ha una piccolissima cabina con due posti letto e costa poco più di 10.000€, IVA inclusa. Insomma molto maneggevole pur essendo un piccolo cabinato, sicuramente ottimo per un day sailing senza pensieri perché è un veliero che si potrebbe tenere tranquillamente a terra e/ o sotto casa.
Inoltre, essendo una barca molto conosciuta in Germania, lì si possono trovare delle ottime occasioni nel mercato dell'usato, anche sotto i 5000€.

Foto tratta dal sito BWC
Ecco un video in cui la potete ammirare (versione con chiglia), nonché valutare la sua facilità di gestione.




domenica 29 maggio 2011

Phoenix e il mito della Fenice


Ho una Fenice a prua della barca, bisognerà pur conoscerne il suo mito, non credete? Tra tutte le leggende però mi piace di più quella cinese, chiamata Tan Niao, la cavalcatura celeste degli Immortali.

Il simbolo Phoenix
Phoenix, dal latino Phoenix-ìcis. Il mito della Fenice può avere due modi differenti di comprensione. Stando alla prima interpretazione, Fenice è simbolo della ricerca o della conoscenza che supera ogni ostacolo. Ne farebbero fede le leggende di Fenice re dei Dolòpi, consigliere attento e riservato dell'eroe Achille ed esempio di virtù per l'armata greca nella piana di Troia. La seconda interpretazione, che fa capo al mito del leggendario uccello semidivino, l'Araba Fenice, è più complessa, in essa si intrecciano elementi della religione cristiana a cognizioni arabe in ambito astronomico.  

"E l'amore degli amanti
come l'araba fenice
che vi sia, ciascun lo dice;
dove sia, nessun lo sa
                    (Metastasio)

Stando alla mitologia classica greca, un primo Fenice sarebbe stato uno dei tanti figli di Agenore re di Tiro. Questi lo avrebbe inviato insieme agli altri fratelli alla ricerca, risultata vana, della loro sorella Europa rapita da Zeus in sembianze di toro che dopo innumerevoli peripezie, stanco di vagabondare e di cercare, si sarebbe fermato nei pressi della futura città di Sidone, nella Fenicia meridionale, territorio al quale dovette successivamente il nome. Un altro eroe greco con nome uguale sarebbe stato figlio di Amintore, re di Eleone, città della Beozia. Per motivi d'acredine tra genitori, Fenice sarebbe stato fatto accecare dal padre, ma soccorso da un servo fedele fu da lui consegnato al centauro Chitone che, grazie agli infusi di erbe, ne avrebbe guarito la cecità. In altri racconti, a condurlo dal centauro sarebbe stato il padre dell'eroe Achille, Peleo. A guarigione avvenuta, Peleo avrebbe fatto di Fenice l'aio del figlio, erigendolo anche a sovrano del popolo dei Dolopi. Stando ad Omero, Fenice sarebbe poi partito con il suo indomito allievo per la guerra di Troia, facendo parte dell'ambasceria dei guerrieri Mirmidoni presso re Agamennone ed avrebbe preso parte come cantore, e come giudice delle corse dei carri, ai giochi funebri in onore della la morte di Patroclo. Al ritorno dei Greci da Troia, avrebbe seguito l'eroe Neottolemo per via terra, ma sarebbe morto ormai vecchio durante il viaggio nei pressi del torrente Karas. In questi racconti la figura di Fenice fu prospettata come quella di un persona solare e saggia, conoscitrice profonda delle cose nascoste della terra e del cielo, ma soprattutto dell'animo degli uomini. Fu, come s'è detto, un esempio di filosofo, di maitre a pénser per dirla alla francese, modello di vita per comandanti insigni e per semplici soldati, cui la cultura classica greca tanto fu affezionata.

Achille cura Patroclo, allievi di Fenice
Già menzionata dal poeta Esiodo, l'Araba Fenice fu descritta compiutamente da Erodoto, storiografo di Alicarnasso vissuto nel quinto secolo ante Cristo. Egli scrisse nelle “Storie” che la Fenice fosse un uccello originario dell'Etiopia. Il suo piumaggio sarebbe stato colorato variamente ed il suo aspetto simile a quello di una grossa aquila. Avrebbe potuto vivere fino a cinquecento anni, ma per altri autori fino 1461 e perfino quasi tredicimila anni. Il mito di Fenice riguardò principalmente la fisiologia: essendo esemplare unico della sua specie, non avrebbe potuto riprodursi come gli altri animali, ed una volta morta sarebbe sempre rinata: quando la Fenice avrebbe avuto il sentore di morte, sarebbe volata in un luogo segreto dell'Arabia (da qui l'appellativo “araba”) e, dopo essersi raccolta in un nido fatto di ramoscelli d'incenso, si sarebbe lasciata morire. Erodoto sostenne che dopo la morte si sarebbe sviluppato un fuoco inspiegabile, dal quale il leggendario uccello sarebbe sorto più vigoroso di prima. Tale mitica particolarità presso i cristiani delle origini, e per tutto il Medioevo, portò alla valutazione della Fenice quale simbolo di resurrezione e di rinascita ciclica ed a volte fu identificata con la figura dello stesso Cristo. Autori posteriori ad Erodoto sostennero che la Fenice, dopo la resurrezione dal fuoco sarebbe volata fino alla città egizia di Eliopoli portando la sua vecchia carcassa ai sacerdoti del dio Sole. Poi sarebbe tornata in Etiopia, dove sarebbe vissuta cibandosi di perle d'incenso fino alla fine dei suoi giorni. Il ciclo sarebbe poi nuovamente continuato con la morte, con l‘incendio del corpo e con una nuova rinascita. 
La Fenice nel bestiario medioevale, simbolo della Resurrezione Cristiana (Giovanni, 10-18)
Fenice fu una figura conosciuta anche il altre civiltà, nell'antico Egitto, Fenice fu chiamata Bennu ed associata la ciclo quotidiano del sole ed al ciclo annuale delle piene del Nilo. Forse anche per questo motivo si sarebbe verificata l'associazione del suo mito con quelli della rigenerazione e della vita. Presso la cultura religiosa egizia, evocava anche il fuoco e la luce della vita oltremondana. Fu spesso raffigurata sulla prora delle barche sacre funebri che veleggiavano verso l'immenso oceano della luminosità di un'altra dimensione di esistenza, dell'anima universale di Osiride che creava in continuazione se stessa fino alla fine dei tempi. 

Barchetta sacra egizia al MAEC di Cortona con la Fenice rappresentata a prua
Anche nella cultura cinese è presente la figura mitologica di questo uccello. Ebbe nome di Tan Niao, ovvero “uccello di cinabro”, dal colore rosso fuoco con cui sarebbero state colorate le piume.Secondo i Cinesi sarebbe stato l'uccello del fuoco e dell'estate impregnata della canicola del sole, e la cavalcatura celeste degli immortali. Creatura indifferenziata sessualmente, Tan Niao sarebbe stata androgina, sia maschio che femmina: nel suo aspetto maschile sarebbe stata emblema della felicità, in quello femminile simbolo delle regine in contrapposizione al drago degli imperatori. Le fenici chiamate Hisiao Chi e Lung Yu (quest'ultimo è un nome femminile abbastanza comune tra le popolazioni odierne del territorio di Canton e beneaugurate di felicità coniugale) avrebbero condotto sulle ali le anime degli sposi virtuosi nel Paradiso degli Immortali.

La Fenice cinese, conduce gli sposi virtuosi nel Paradiso degli Immortali
Secondo la cultura araba sufi, e precisamente secondo il filosofo Moahm Al Jili, Fenice fu il simbolo di tutto ciò che trae esistenza unicamente da se stesso. Sarebbe ciò che sfugge dai pensieri e dall'intelligenza. Così come l'idea di Fenice potrebbe essere compresa solamente attraverso il nome che la identifica, così la natura di Iddio Allah potrebbe essere colta solo mediante la meditazione sul suo nome e sulla sue ineffabili qualità. 

Testo tratto da:  Astercenter , “Eternità, miti ed eroi classici”, di Jean Colin - Edizioni Mondadori - 1958



A Sea change



L'acidificazione degli oceani  (tradotto da: Sailors for the Sea)

Probabilmente il nostro pianeta avrebbe dovuto essere chiamato "Oceano" piuttosto che "Terra", visto che la maggior parte della Terra è composto non di terra ma di acqua: il settantuno per cento per essere precisi. Anche gli esseri umani sono costituiti prevalentemente di acqua, un settanta per cento che sorprende per l'analogia. In entrambi i casi è necessario che l'acqua abbia un pH corretto e non solo per la salute, ma per la sopravvivenza a lungo termine della stessa specie umana. Tuttavia, recentemente il pH degli oceani sta cambiando, sta diventando più acido. L'acqua di mare è naturalmente alcalina, con un pH che va da 7,8 a 8,5 (7 è neutro). A partire dalla rivoluzione industriale e il conseguente inquinamento atmosferico, il pH è sceso quasi del trenta per cento, il più grande cambiamento del pH nell'acqua negli ultimi due miliardi di anni. Gli scienziati sono convinti che questo calo è una conseguenza diretta delle abitudini degli esseri umani che producono quantità eccessive di anidride carbonica tramite, le emissioni di auto, combustione di carbone, gas naturale e petrolio, la deforestazione, l'aumento nel bestiame, e anche alcune delle nostre energie alternative nuove, come l'etanolo, per citarne alcuni. Queste emissioni saturano la nostra aria, esacerbando il riscaldamento globale. Quando l'acqua e l'aria entrano in contatto c'è uno scambio di gas. Da decenni, i nostri oceani hanno assorbito circa un terzo di questa anidride carbonica in eccesso, plausibilmente salvandoci da una crisi molto più grande di quella che stiamo attualmente affrontando. Con l'assunzione quotidiana di ventidue milioni di tonnellate di anidride carbonica, e una proiezione annuale di due miliardi di tonnellate, le nostre acque non possono più tenere questo passo. Gli oceani stanno funzionando come una macchina ad ossigeno per il nostro pianeta, moderano il nostro clima e, come noto, fanno da filtro all'inquinamento. Essi ci forniscono una ricca diversità di prodotti alimentari, minerali e medicinali. Ci rivolgiamo a loro anche come una fonte di divertimento, relax, svago e ispirazione. Tuttavia, a causa di questo calo costante e senza controllo del pH, i nostri oceani sono in difficoltà, rappresentando una minaccia per la vita marina, gli ecosistemi costieri e pelagici, la nostra economia, le culture costiere e la società in generale. I nostri mari sono ricchi di organismi che dipendono dai loro gusci di protezione per sopravvivere. Plancton, molluschi e crostacei sono alcuni esempi ben noti. Ma quando gli oceani assorbono anidride carbonica si forma acido carbonico. Questo è lo stesso acido che si utilizza per le bibite frizzanti ma, in questo caso, dissolve i gusci, rendendo questi organismi vulnerabili. Poiché molti di questi organismi costituiscono la base della catena alimentare marina, che a sua volta sostiene la vita sulla terra, questa ripartizione ha effetti radicali. In altre parole, quando i fitoplancton sono in pericolo, tutta la vita - sulla terra o in mare - condivide il loro destino. Mentre è normale per il plancton scaricare periodicamente il guscio al fine di regolare l'acidità degli oceani (che a sua volta aiuta a regolare la temperatura del pianeta), l'acidificazione degli oceani generata dall'uomo ha interrotto questo ciclo naturale. Come risultato,  le brulicanti barriere coralline con tanta vita, simili a foreste pluviali subacquee, stanno morendo e con loro un milione di specie diverse potrebbero subire lo stesso destino. A questo punto molte comunità costiere perderebbero la protezione naturale nei confronti di tempeste e uragani. Naturalmente, questo declino nella barriera corallina e il fitoplancton ha avuto un profondo effetto su tutta la vita marina, gli stock ittici sono già al collasso. Per esempio, le acque intorno alle isole Aleutine, una volta uno splendente ambiente oceanico pieno di vita, con leoni marini, lontre di mare, orche e foreste sottomarine di alghe, sono ormai sterili, a causa del plancton che sta morendo. Ma non stiamo solamente interferendo direttamente con la catena alimentare, ma all'orizzonte si prevedono profonde implicazioni economiche, infatti gli americani spendono quasi sessanta miliardi di dollari ogni anno in pesce e crostacei, e la pesca fornisce lavoro a circa settantamila persone, dove finirà tutto ciò?. I due fattori più importanti per la sopravvivenza di un organismo in mare sono la temperatura e l'acidità, e attraverso l'acidificazione degli oceani noi stiamo alterando entrambi. Ci sono molte scuole di pensiero in merito alla gravità di questo problema. Alcuni ritengono che anche se ci fermassimo ora ai nostri oceani ci vorrebbero 10 mila anni per riprendersi, ma la reale portata del danno sarà determinato nel corso degli anni a venire, quando ulteriori indagini e verifiche potranno aumentare la nostra comprensione del problema. ....

Che cosa si può fare?
  • Aiuta la conservazione degli oceani diventando membro di Sailors for the Sea
  • Informati su questo problema e documentati
  • Ridurci l'utilizzo delle automobili e/ o utilizza auto a basse emissioni
  • Acquista ed utilizza energia prodotta da fonti alternative, informandoti meglio su questo argomento e sulle opportunità offerte dai fornitori
  • Privilegia l'utilizzo dei pannelli solari
  • Utilizza di più la bicicletta o vai a piedi
  • Evita l'utilizzo del carbone
  • Vai a vela
Il sito Sailors for the Sea


Nello scivolo di San Benedetto del Tronto con un MacGregor 26


Visualizzazione ingrandita della mappa

Questo scivolo di San Benedetto del Tronto è semplicemente perfetto, ogni porto lo dovrebbe avere.

Il MacGregor26 di Geko66
Quasi casualmente ho ritrovato queste foto di Geko66 mentre varava il suo MacGregor 26 dallo scivolo di San Benedetto del Tronto. Potete constatare voi stessi che se lo scivolo è buono ed i mezzi adeguati si possono alare e varare dal carrello barche di grosse dimensioni. Spesso vengono dei dubbi anche a me, con la mia piccola barchina, poi una volta un venditore della MacGregor mi disse: "Se la acquista mica penserà di alarla e vararla dallo scivolo?". Insomma, succede anche nelle migliori famiglie ... di avere dei dubbi poi regolarmente smentiti dai fatti.

Il MacGregor26 di Geko66 
Considerate che il MacGregor 26 è un veliero di circa otto metri e che pesa, a vuoto, intorno ai 1300 kg.

Il MacGregor26 di Geko66 
Maggiori informazioni sullo scivolo di san Benedetto del Tronto le trovate utilizzando Tuttocittà nel solito modo cioè posizionandovi con l'omino verde davanti allo scivolo, vi sembrerà come esserci davanti:
Foto ed ulteriori informazioni le potrete trovare su:


sabato 28 maggio 2011

Lo scivolo di Cavo nell'Elba


Altre foto ed altre informazioni si trovano su: 
Sinceramente ci sono passato davanti diverse volte ma non mi era tornato alla mente, eppure ci sono ben due scivoli di cui uno grandissimo. Cavo è uno dei luoghi più belli dell'Elba, sicuramente un paradiso per la vela, ma soprattutto un posto tranquillo, contrariamente ad altri troppo affollati. Cavo è la prima e l'ultima cosa che si vede per chi va all'Elba, questa meravigliosa isola.



Velaraid, Venice Lagoon Raid 2011

Dal sito Velaraid
"È un giro in barca di 5 giorni, è una passeggiata attorno a Venezia, è un vagabondare tra acqua e terra alla scoperta di angoli di silenzio, di scorci di una Venezia non pubblicizzata, di poesia non contaminata dal rombo dei motori. A Venezia si passeggia tra le calli silenziosamente, in laguna la silenziosità è garantita da remi o vele, triangoli rubati all'azzurro del cielo...." (Dal sito Velaraid).
E' un sogno poter partecipare ad un evento così, quest'anno si terrà dal 14 al 18 giugno. Chi fosse interessato deve iscriversi entro domani, domenica 29 Maggio, affrettatevi!

Dal sito Velaraid



venerdì 27 maggio 2011

Rialberare, che fatica!


Giornata durissima e faticosa, sotto 35°C in pieno sole dalle 15.30 alle 19, "il 26 di maggio!!!". Nel tirare su l'albero si è piegata una vite dell'arridatoio, fortuna che l'abbiamo potuto ricomprare (21€ è il suo prezzo), ora è tutto a posto.



Ieri più che mai questo interrogativo ha pervaso i miei pensieri. Un lavoretto che non doveva durare più di un'oretta ci ha impegnato per tre ore sotto un sole cocente ed insopportabile. L'alberatura non è un qualcosa di automatico, si va a posizionare un albero che, oltre ad essere fissato, deve essere regolato in sicurezza. Probabilmente se non fosse successo l'inconveniente della vite piegata ci avremmo messo molto meno, ma... cose che succedono, un attimo di distrazione nel non aver visto l'arridatoio mal posizionato sull'occhione ed è bastata la forza dell'albero che si issava a piegare la vite. Certo è che quando mi si rimprovera di non essere un vero carrellatore forse non si capisce che, in questo caso, ci si trova di fronte ad un bivio: o si sceglie di tenere la barca sostanzialmente in un posto, sul carrello o in acqua, tutta attrezzata e la si usa come minimo sei mesi, oppure la si arma e la si disarma per le vacanze in crociera. Questi due mi sembra che siano i casi più realisticamente e frequentemente attuati. Decisamente quindi, secondo me, è molto impegnativa l'idea di armarla e disarmarla per più di qualche volta l'anno. E credo di essere onesto se asserisco che  il VIKO 20 è uno dei cabinati più semplici da gestire perché è relativamente piccolo ed i pesi in gioco sono inferiori alle sorelline maggiori. Ovviamente poi si può fare tutto, i regatanti ne sanno qualcosa, loro armano e disarmano, probabilmente, anche una decina di volte l'anno ma una cosa è lo sport, un'altra è il diporto nautico, il divertimento o lo svago. Insomma tirate voi le conclusioni, se vi va.


Dimenticavo, sistemato anche il motore dopo il rimessaggio.

Elena, fino a quando mi sopporterà?


lunedì 23 maggio 2011

Clodia, oltre la Manica lungo i fiumi della Francia


Visualizza Man on the River in una mappa di dimensioni maggiori

Il viaggio di Man of the River, dopo il coraggioso attraversamento della Manica, prosegue lungo i fiumi della Francia, tra chiuse  e luoghi spettacolari. Nel sito Man of the River potrete trovare gli aggiornamenti sulle ultime due tappe, veramente bello ed emozionante seguire questo viaggio.

Dal sito Manoftheriver

L'ultimo video caricato sul canale di Youtube di Man of the River:



Qui si vede Francesco, un amico del Piviere che con questa barca storica e significativa per la nautica da diporto italiana si è girato mezzo Mediterraneo, che rema assieme a Bruno, da Riversidestories


Francesco and Bruno on Clodia from Fine Schaumburg on Vimeo.


domenica 22 maggio 2011


Hurley Silhouette, una bella barchetta d'epoca

Un Hurley Silhouette vicino ad Aspirina
Ne avevamo già parlato in precedenza di questa bella barchetta d'epoca, Vi presento Leonora, tanto che quando l'ho vista ormeggiata nello stesso pontile di Aspirina l'ho riconosciuta subito e ne sono rimasto affascinato.


Questo modello dovrebbe essere, come dichiarato nel Silhouette Owner's International Association, un Silhouette MKIII, progettato da Robert Tucker. Vi ricordo anche un bel blog già citato nel precedente post: Hurley Silhouette ed uno nuovo, il blog di una Silhouette di nome Misty.
Eccovi una brochure dell'epoca trovata in rete, dal blog Bill's Log che ne fa una interessante recensione:

Dal sito Bill's Log

Un video di un Hurley Silhouette in navigazione:




sabato 21 maggio 2011

Oblò nuovi ed antivegetativa


Valeva proprio la pena spendere poco più di cento euro e rifare gli oblò nuovi, sono veramente belli e ben fatti.


E dopo più di tre anni c'era bisogno di una bella rinfrescata di antivegetativa.


Insomma, la nostra barchina ora abbaglia, LINK alla fotogallery completa.


Giovedì si rialbera e si mette il motore. Prossimo lavoro, un bel cagnaro per proteggerla dagli agenti atmosferici.


giovedì 19 maggio 2011



La Nordica con il carrello

Midget 20 in vendita dal sito Trademe
Abbiamo parlato della sorellina minore, la Lynaes 14' o Nordica 16' per i canadesi, ed avendola trovata in rete posizionata sul suo bel carrello non ho potuto fare a meno di ricordarla. Credo che non ci sia un motivo particolare nel decidersi di acquistare una barca del genere se non per il fatto che ha un fascino irresistibile, è veramente molto bella. Secondo dove è stata costruita è stata soprannominata in vari modi, Midget 20', Nautica 20' oppure Halman 20' ma il maggior numero di informazioni si trovano sul sito Nordicaboats

Dal sito Nordicaboats
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza F.T.: 5.95 m
Larghezza: 2.38 m
Pescaggio: 1 m
Peso a vuoto: 1143 kg
Peso chiglia: 462 kg
Sup. velica 17.4 mq

Dal sito Nordicaboats

E' stupenda questa barca!

Midget 20 in vendita dal sito Trademe


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