lunedì 8 ottobre 2012

Il Pocket Cruiser del Signor Stevenson

Il Pocket Cruiser ,  dal sito Stevenson Projects

Il Pocket Cruiser della Stevenson Project è certamente uno dei piccoli velieri da me preferiti per i seguenti motivi:

  • è dotato di un armo a cat
  • ha una bella linea classica
  • è un veliero tutto in legno per autocostruttori
  • è abbastanza facile ed economico da realizzare
  • è un cabinato di piccole dimensioni e contenuto in peso
Di seguito riporto l'immagine delle principali fasi costruttive, sembra facilissimo ma la sua realizzazione richiede comunque un discreto impegno. Paul, nel suo blog Buildingaboat ci spiega molto dettagliatamente come lo ha costruito, interessantissime le riflessioni e considerazioni sui "perché" della scelta di costruirsi una barca, nonché la sua ultima avventura che gli è costata una certa fatica nonostante i soli duecento metri di navigazione effettuati. Tutti coloro che si accingono ad acquistare un veliero carrellabile con l'illusione che sia gestibile come un canotto hanno parecchio da imparare da questo racconto: Failure and Umiliation

Le fasi di realizzazione, dal sito Pocket Cruiser
Queste sono le sue caratteristiche principali:
Lunghezza: 4.47 m
Larghezza: 1.75 m
Peso: 250 kg
Persone trasportabili: 4
Cuccette: 2

Pocket Cruiser, wohwooh che barca!
E c'è un bel video di Paul e famiglia che varano la loro nuova barca. Su Youtube si trovano anche interessanti dimostrazioni su come realizzare questo tipo di imbarcazioni: Xarifa Bau



Slow Sailing al Trasimeno

Dalla FOTOGALLERY di Aspirina
Sabato al Trasimeno c'è stato vento dalle tre del pomeriggio fino alle cinque, non molto a dir la verità ma sufficiente per farci procedere placidamente nelle sue acque. La superficie era come l'olio e finalmente non c'erano più le temute alghe che a volte avevano bloccato il timone, insomma un fantastico pomeriggio non troppo caldo ma soleggiato. Abbiamo incrociato un bel Explorer 20, ma non sono sicuro fosse proprio lui, con il gennaker su e procedevamo con tale lentezza che abbiamo avuto il tempo di scambiare due parole con i suoi armatori, " ... se continua così dovremo soffiare" ci hanno detto ed io ho risposto " ... ma a noi va bene anche così" tanto che, forse per premiarci della nostra felicità, Eolo ci ha inviato immediatamente dopo un refolo che ha dato improvvisa velocità alle barche fino alle cinque, ora in cui il Dio del Vento è tornato inesorabilmente nell'Olimpo. 


Ed è in questa occasione che mi è tornato alla mente lo "Slow Sailing Manifesto", uno dei primi e fondamentali testi a cui ci siamo ispirati nel nostro modo di fare vela, oltre alla solitudine e all'essenzialità che ci contraddistinguono. Con piacere ne rievoco i principi:

Qualunque sia la tua barca, che sia a remi o uno yacht di lusso, è il rapporto con lei e con la natura che ti circonda che conta. Indipendentemente dal tempo che ci vivi, dal suo prezzo e dalle attrezzature che ci hai montato, la tua barca non è un altro dei tuoi numerosi possessi, ma piuttosto una piacevole compagna di viaggio con la quale è possibile conoscere la natura, il mare, l'acqua,il vento ma soprattutto te stesso.

Ci devi trascorrere del tempo a bordo della tua barca, anche se solamente in un porto. Fai parte del suo spazio, fai piccoli lavori a bordo, questo aumenterà il tuo senso di appartenenza e rafforzerà i legami con lei.

Dimenticati della fretta e delle preoccupazioni, lasciale sul molo quando alzi le vele. Naviga senza pensare a quando devi ritornare, come se tu stessi per partire per un lungo viaggio. Lascia a casa l'orologio e lascia che sia il sole a guidarti. Se ti dimentichi della velocità e del tempo rimani solo con lo spazio: la natura.

Naviga senza una rotta o una destinazione. Lascia che siano il vento e la tua barca a guidarti, ti porteranno dove essi vogliono. Non pensare alle miglia percorse o di quante ne dovrai ancora fare. Non andare da nessuna parte, vai solo a vela e goditi il momento.

Scollega l'elettronica e naviga come si faceva un tempo, impara a non dipendere dagli strumenti. Quando è stata l'ultima volta che hai preso in mano un goniometro? O hai osservato i movimenti del sole e delle stelle? Fai il punto della tua posizione e segnalo sulla carta. Dimenticati l'indicatore della velocità del vento, senti il vento sulla faccia. Impara l'arte della vela, diventata un vero marinaio.

Scollega il cellulare e spegni la musica, taglia il tuo legame con la terra. Ascolta la natura, l'onda di prua, il lembo della vela, il respiro del vento.

Non mettere il timone automatico, lascia che lo prenda qualcun altro. Quanto tempo è passato da quando sei rimasto disteso sul ponte o seduto a prua? Se sei da solo, lega la barra del timone, regola le vele e lasciati andare. Confida nel tuo equipaggio e sulla tua barca.

Scrivi il diario di bordo, descrivi i viaggi e la tua navigazione, dettaglia e annota i tuoi sentimenti. Poi ritorna sui tuoi appunti e rivivi l'esperienza. Condividi le tue esperienze con gli altri diversi da te in modo che possano migliorare anch'essi.

Corri, se è quello che ti piace, ma non per cercare una ricompensa. Vai, conosci la natura, la barca e te stesso. Non c'è nessuna ricompensa più stimolante di questa.

Non lasciare mai sola la tua barca, lei non ti abbandonerebbe mai.

Contempla la natura un po' per volta, lascia che il suo flusso di energia entri dentro di te e trasmettilo ovunque tu vada.

(Maldestramente tradotto da me medesimo, grazie Joan e Ben: The Invisible Workshop


Tornati in darsena abbiamo cominciato a portare via un po' di materiale da Aspirina, consapevoli che con il freddo alle porte non avremmo potuto più veleggiare, per navigare d'inverno bisogna essere attrezzati e preparati per farlo e noi non lo siamo. Una volta a casa, un po' a malincuore, ho cominciato a riporre le cose al loro posto, in ordine e pulite per la prossima stagione. La prossima volta, già con i primi freddi, sarà per lavare il ponte e l'opera morta, portare via il motore e coprire Aspirina per l'inverno.




domenica 7 ottobre 2012


venerdì 5 ottobre 2012

Portolano del Lago di Como

Schermata della Carta Nautica, dal sito Portolano del Lago di Como

Poiché il principio di non essere pedante vale per tutte le cose che scrivo non mi dilungo ma ritengo assolutamente necessario segnalare questo bel sito, il Portolano del Lago di Como, nel quale c'è tutto quello che serve per navigare in uno dei più bei laghi d'Italia: carta nautica, portolano, approdi, meteo, dove dormire, dove mangiare, punti di interesse, etc.
Nell'osservare alcuni approdi del Lago di Como mi sono accorto che Cernobbio possiede un interessantissimo "porto scivolo", forse unico nel suo genere:   Porto Scivolo di Cernobbio - Via Mapchannels



giovedì 4 ottobre 2012

Il Frenzy, catamarano smontabile

Hullz, dal sito MarcoPoloBoats
Visto che oggi è San Francesco, il mio onomastico, e "il Frenzy" era uno dei tanti nomignoli con cui sono stato appellato mi faccio un regalo, un bel catamarano smontabile che potrebbe piacere anche a tutti coloro che non sono del tutto convinti del "gonfiabile". Gli scafi smontabili da 12 piedi sono la cosa più difficile da trovare nel mercato, nessun problema invece con Marco Polo Boats che produce scafi smontabili che sembrano davvero interessanti e sono disponibili anche a rapide spedizioni con UPS. QUI potete trovare le  loro dimensioni esatte. I 4 pezzi da assemblare degli scafi costano in totale 2000 $ che si dovrebbero trasformare in poco più di 2000 € incluso IVA e spese accessorie.
Per la parte superiore del Frenzy si possono utilizzare le parti di ricambio di catamarani di qualsiasi tipo, dai gonfiabili dei  quali abbiamo già parlato fino agli Hobie Cat, come per esempio il Catsy, acquistando i pezzi nella sezione degli "accessori" oppure realizzandoli senza troppa difficoltà personalmente.

La parte superiore del Catsy
Già, non dimentichiamoci che il "Francis" era anche l'asino parlante del quale andavo pazzo da bambino, quindi il logo di questo bel catamarano smontabile non potrà essere altro che lui.



mercoledì 3 ottobre 2012

Il Manifesto dell'Essere

Erich Fromm, dal Social Network Decrescita Felice

Su questo argomento basai il mio tema all'esame di maturità, assai deludente per tutto il resto ma che mi permise di ottenere il quarantotto finale. Lessi "Avere o Essere?" di Erich Fromm  il giorno prima della prova di italiano e mi portai dietro il libro da tenere sotto il banco tanto che ne citai per intero la frase finale di Albert Schweitzer:

"Le nostre coscienze non possono non essere scosse dalla constatazione che, più cresciamo e diventiamo superuomini e più siamo disumani......."

Fu una formidabile intuizione quella che un libro del genere mi avrebbe salvato in ogni occasione e visto che il titolo verteva sulla "classe operaia" riuscii ad elaborare una quasi "mistica" previsione del futuro: sì all'emancipazione del proletariato, ricordiamoci che eravamo negli anni settanta, ma attenzione a non dimenticarsi che assieme alla cultura dell'avere dovevamo camminare di pari passo con una cultura dell'essere.
Ieri sera, dopo aver visto la trasmissione Ballarò, sono andato a letto sconcertato e umiliato da quanto ho ascoltato e se il sentimento che provo verso tutta la classe politica che ci governa è quanto meno di disgusto non posso fare a meno di considerare che tutto ciò è il frutto della nostra cultura, la cultura dell'avere che ha pervaso questa società proprio dagli anni settanta in poi.
Come riportato in un bell'articolo che ho letto nel Social Network Decrescita Felice, estraggo la parte che va per punti in cui vengono stilate le caratteristiche che dovrebbe riscoprire l'Uomo se vuole continuare a vivere nel rispetto di se stesso e della Terra, secondo Erich Fromm:

  • Disponibilità a rinunciare a tutte le forme di avere, per essere senza residui. 
  • Sicurezza, sentimento di identità e fiducia fondati sulla fede in ciò che si è, nel proprio bisogno di rapporti, interessi, amore, solidarietà con il mondo circostante, anziché sul proprio desiderio di avere, di possedere, di controllare il mondo, divenendo così schiavo dei propri possessi. 
  • Accettazione del fatto che nessuno e nulla al di fuori di noi può dare significato alla propria vita, ma che questa indipendenza e distacco radicali dalle cose possono diventare la condizione della piena attività volta alla compartecipazione e all’interesse per gli altri. 
  • Essere davvero presenti nel luogo in cui ci si trova. 
  • La gioia che proviene dal dare e condividere, non già dall’accumulare e sfruttare. 
  • Amore e rispetto per la vita in tutte le sue manifestazioni, con la consapevolezza che non le cose, il potere e tutto ciò che è morto, bensì la vita e tutto quanto pertiene alla sua crescita hanno carattere sacro. 
  • Tentare di ridurre, nel limite del possibile, brama di possesso, odio e illusioni
  • Sviluppo della propria capacità di amare, oltre che della propria capacità di pensare in maniera critica senza abbandonarsi a sentimentalismi. 
  • Capacità di rinunciare al proprio narcisismo e di accettare le tragiche limitazioni implicite nell’esistenza umana. 
  • Fare della piena crescita di se stessi e dei propri simili lo scopo supremo dell’esistenza. Rendersi conto che, per raggiungere tale meta, sono indispensabili la disciplina e il riconoscimento della realtà di fatto.
  • Rendersi inoltre conto che una crescita non è sana se non avviene nell’ambito di una determinata struttura, ma in pari tempo riconoscere le differenze tra la struttura intesa quale un attributo della vita e l’”ordine” inteso quale un attributo della non vita, di ciò che è morto. 
  • Sviluppare la propria fantasia, non come una fuga da circostanze intollerabili, bensì come anticipazione di possibilità concrete, come un mezzo per superare circostanze intollerabili. 
  • Non ingannare gli altri, ma non lasciarsene neppure ingannare; si può accettare di essere definiti innocenti, non ingenui. 
  • Conoscere se stessi, intendendo con questo non soltanto il sé di cui si ha nozione, ma anche il sé che si ignora, benché si abbia una vaga intuizione di ciò che non si conosce. 
  • Avvertire la propria identità con ogni forma di vita, e quindi rinunciare al proposito di conquistare la natura, di sottometterla, sfruttarla, violentarla, distruggerla, tentando invece di capirla e di collaborare con essa. 
  • Far proprio una libertà che non sia arbitrarietà, ma equivalga alla possibilità di essere se stessi, intendendo con questo non già un coacervo di desideri e brame di possesso, bensì una struttura dal delicato equilibrio che a ogni istante si trova di fronte alla scelta tra crescita o declino, vita o morte. 
  • Rendersi conto che il male e la distruttività sono conseguenze necessarie del fallimento del proposito di crescere. 
  • Rendersi conto che solo pochi individui hanno raggiunto la perfezione per quanto attiene a tutte queste qualità, rinunciando d’altro canto all’ambizione di riuscire a propria volta a “raggiungere l’obbiettivo”, con la consapevolezza che un’ambizione del genere non è che un’altra forma di bramosia, un’altra versione dell’avere. 
  • Trovare la felicità nel processo di una continua, vivente crescita, quale che sia il punto massimo che il destino permette a ciascuno di raggiungere, dal momento che vivere nella maniera più piena possibile al singolo è fonte di tale soddisfazione, che la preoccupazione per ciò che si potrebbe o non si può raggiungere ha scarse possibilità di rendersi avvertita.
Bé, questa è la risposta a tutto ciò che abbiamo vissuto, sentito ed ascoltato in questi ultimi vent'anni della nostra storia, certo non siamo passati attraverso la violenza e la disperazione che hanno vissuto i nostri genitori e i nostri nonni con le grandi guerre ma di sicuro le nostre anime si sono svuotate dei valori rendendoci degli animali alla ricerca di quel cibo chiamato ricchezza, dimenticandosi cosa siamo: "uomini".

Anch'io ho fatto molti sbagli nella mia vita e non sono certo un santo, intravedo però di nuovo un cammino al quale ho creduto in giovane età.

Era proprio così la copertina del libro della Mondadori



Un petit voilier à Calvi, le Sun Fast 20

Vacances en voilier mini-croiseur Sun Fast 20 à Calvi

Davvero bello questo video, una vacanza in Corsica con un fantastico Jeanneau Sun Fast 20, piccolo veliero facilmente trasportabile che, a questo punto, ritengo sia il caso di menzionare con qualche particolare in più.

Un bel Sun Fast 20 parcheggiato vicino ad Aspirina
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza: 6.40 m
Larghezza: 2.40 m
Pescaggio: 0.25 - 1.30 m
Peso: 780 kg
Zavorra: 280 kg
Sup. velica: 19 mq


A me personalmente è sempre piaciuta molto questa barca, è tra i primi posti fra i piccoli cabinati che consiglierei per i seguenti motivi:
  • è bella esteticamente
  • è facilmente trasportabile poiché è sufficiente un auto che possa trainare 1200 - 1300 kg
  • è molto curata negli interni e negli esterni
  • si trova nel mercato dell'usato a prezzi relativamente bassi incluso il carrello
  • ha tutto quel che serve ma non di più
  • standard qualitativi Jeanneau e relativo mercato di riferimento

Di serie ci sono installati il bompresso ed il fiocchetto autovirante con un piano velico che, come avrete immaginato, è molto simile al mio e che per le barche piccole credo sia una soluzione assolutamente conveniente.

Bompresso e autovirante, li dovrebbero avere tutte le "piccole"
Visto che ci siamo, se volete sapere qualche cosa di più su Calvi e la Corsica:

Calvì, Cité de Cristophe Colomb, dal Portale Odyssea


martedì 2 ottobre 2012

Pieghevole o smontabile?

Barletta 2010, dal sito Paper8
Non ce ne sono moltissime di barche a vela pieghevoli o smontabili ma quelle in commercio sono davvero interessanti, estremamente facili da trasportare, da assemblare, da utilizzare ed infine da immagazzinare, occupando pochissimo spazio dimenticandosi di averla fino alla "prossima". Una di queste è il divertentissimo Paper8, ma esiste una sua gemella inglese del tutto simile che si chiama Seahopper.

Dal sito Seahopper Fonding Boats
Non mi dilungo sulle caratteristiche tecniche che ciascuno di voi potrà valutare direttamente nei siti web dei fabbricanti, preferisco fare una "carrellata" delle principali che ho trovato in commercio e non. Un altro modello è la nota Porta-Bote, prodotta in Germania e con la quale ci si vedono fare delle cose impensabili. Anche di questa pieghevole ce n'è un'altra versione del tutto similare chiamata Banana Boot.

Dal sito Porta-Bote
Una pieghevole di cui si è parlato tanto ma che ancora non si è vista in commercio è l'Urban Skiff di Yanko Design, peccato è veramente deliziosa e pratica.

Dal sito Yanko Design
Ma non è finita qui, infatti se sicuramente in giro si trova qualche altro modello di barca pieghevole sono di notevole interesse anche le "smontabili", per farla breve i veri "ikea dinghy" e non la "sòla" che ci aveva propinato una famosa rivista tedesca. Di questa famiglia ci sono i classicissimi Nestaway Dinghy di cui abbiamo già parlato.

Dal sito Nestaway Boats
Esiste anche un prodotto italiano appena uscito, il Calypso 12, dal design assolutamente innovativo.

Dal sito Calypso 12
E non bisogna dimenticarsi quella che è la più interessante per chi in acqua ci vuol passare tanto tempo ed in comodità, l'Ezyboat.

Dal sito Ezyboat
Certamente, assieme a quello dei gonfiabili, questo è un mondo della nautica tutto da scoprire e valorizzare ma state pur certi che c'è chi se la gode, nel filmato sopra la pieghevole c'è Luca, quello che è andato da Mestre a Prematura con Lazy Lady.  Grande Luca, speriamo di vederti presto su RAI1.
Belle foto del Paper8 e del Calypso 12 si trovano nel Blog Piccolebarche: Venezia - Salone Nautico 2012



domenica 30 settembre 2012


sabato 29 settembre 2012

Il porto a secco di Punta San Giuliano


Visualizzazione ingrandita della mappa

Visto che di San Giuliano ne abbiamo parlato nel post precedente e anche quando parlammo dello STAG 18, eccovi una bella vista Punta San Giuliano, dal sito Mapchannels del porto a secco del Circolo Velico Casanova, credo il più importante riferimento italiano della piccola nautica a vela. E se San Giuliano è un Circolo Velico il vicinissimo Compound Fusina, di cui abbiamo già parlato, può essere un buon "approdo" per le vostre vacanze a vela in Laguna.


Alpa 550 in regata



Eccovi un breve video delle Alpa 550 in regata a Punta San Giuliano, nella Laguna Veneta. Colgo l'occasione per pubblicare le mie foto scattate a questa bella barca, oramai storica dalle nostre parti, e della quale non mi stancherò mai di apprezzarne la linea e le caratteristiche, già descritte in altri post.










giovedì 27 settembre 2012

Come il prezzemolo un VIKO 20 sulla Senna

Un VIKO sulla Senna, dagli amici di 312-Thea

E' proprio lei, una sorella di Aspirina, un VIKO 20 allo Yacht Club de Vernon sulla Senna, quella che appare nella foto che mi hanno inviato gli amici di 312-Thea. E se oramai sono come il prezzemolo poiché le si vedono ovunque che altro dire, una barca magnifica in un luogo magnifico. Da quello che intuisco dalla foto, credo che il Viko 20 fosse ormeggiato proprio dietro questo bellissimo maniero caratteristico dell'Alta Normandia.



mercoledì 26 settembre 2012

TransparentSea Voyage con Hobie Mirage Tandem Island

Oceanside to Cardif, dal sito TransparentSea Voyage

"TransparentSea è una campagna di sensibilizzazione volta ad evidenziare le questioni ambientali inerenti alle coste, con particolare attenzione per i cetacei (balene e delfini) e le acque in cui vivono.  
Il primo viaggio (Byron Bay, Australia, 2009) ha evidenziato con successo la situazione delle megattere e la minaccia a fronte delle flotte baleniere giapponesi
Il secondo viaggio (California, ottobre, 2011) ha ripercorso la migrazione a sud della California della balena grigia, da Santa Barbara a Baja in Messico , con l'intento di coinvolgere nel progetto e rendere consapevoli dei problemi i principali gruppi e le comunità costiere." (dal sito TransparentSea Voyage).

Veramente grande ed interessante questo progetto che sarebbe da mutuare anche nel nostro Mar Mediterraneo, e se già esistono programmi a riguardo che vengono vissuti su grandi velieri mai avevo visto come tutto ciò si possa fare con dei piccoli trimarani a vela, senza motore, senza comodità, ma facendo solo del campeggio nautico alla scoperta della vita acquatica di delfini e balene. Questa è la vera condivisione "ambientale" dei problemi, vivendo nel mare il più vicino possibile agli esseri viventi che lo popolano. Insomma, bello il progetto, bella la modalità in cui viene svolto, bella la musica e l'arte che viene promossa dai suoi fautori, belle le persone.

TransparentSea Voyage, un progetto ambientale tra navigazione, arte e cultura
E non è un caso se questa campagna viene sostenuta con l'utilizzo di ben cinque magnifici Hobie Mirage Tanden Island, un tipo di imbarcazione che a me attira molto per le sue enormi potenzialità e prestazioni ma anche per il grande significato simbolico che rappresenta dal punto di vista ambientale: per navigare è necessaria solo la forza delle braccia, delle gambe e del vento. Infine è un bellissimo trimarano a vela del quale avevo già parlato: Hobie Mirage Tandem Island, dove ci andrei?

Uomini e cetatcei, dal sito TransparentSea Voyage
Ed infine il "trailer" di TransparentSea Voyage, assolutamente da vedere.


martedì 25 settembre 2012

Isola Maggiore, un gioiello in abbandono?

Sono più di due mesi che ogni settimana inserisco nella planning il nome di questo post, segnalato come urgente ed importante, ma non è per indifferenza od indolenza se solo oggi mi appresto a parlare di Isola Maggiore ma perché sento un grande disagio, come italiano, nel confrontarmi con l'impegno e l'amore che Fabienne e Jean Wilmotte (http://www.jeanwilmotte.it/) mettono e nutrono nei confronti della meravigliosa isola che li ha adottati.

Il "giardino di Fabienne" in riva al lago, dal blog Fabienne e Jean Wilmotte
Mi ero ripromesso, quest'anno, di andarli a trovare per conoscerli personalmente ma l'estate è volata e gli impegni con i figli non ci hanno permesso di realizzare uno dei miei sogni, fare una bella crociera con Elena di qualche giorno intorno al lago fermandosi a dormire, oltre che alla fonda, in qualche bel villaggio come il Camping Badiaccia, per esempio, che è proprio davanti all'isola. Tommaso che ha percorso il Sentiero della Bonifica, da Arezzo al Trasimeno in bicicletta, ci ha dormito ed è rimasto favorevolmente impressionato dalla qualità dei servizi, dalla pulizia e dalla bellezza del luogo, notare che era tornato solo da qualche giorno da Castiglione della Pescaia. 

Tommaso lungo il Sentiero della Bonifica da Arezzo a Badiaccia, circa 80 km in un giorno
Purtroppo solo gli stranieri, il camping era pieno di tedeschi ed olandesi, riescono ad apprezzare le meraviglie di questo lago, pochissimi gli italiani che evidentemente preferiscono i "cicciai" su anonime spiagge, torride, prive di paesaggio e spesso anche sporche, puzzolenti e rumorose. 

Alba su pontile del Camping Badiaccia con vista sull'Isola Maggiore
Come spesso mi accade però mi sento un privilegiato, uno dei pochi fortunati che riescono a godere in pace una tale meraviglia immersa nelle dolci colline tra Umbria e Toscana, un po' vorrei che rimanesse sempre così in questo stato di semi abbandono, per altri versi mi dispiace perché i tesori non vanno nascosti ma mostrati, ed il nostro paese ne ha assolutamente il bisogno e l'urgenza.

Tommaso e i "suoi" lungo la ciclabile del Trasimeno, giorni sereni tra gli studi e le passioni
Ma veniamo a noi, Fabienne e Jean, attivissimi nel Comitato di Frazione di Isola Maggiore, stanno conducendo con impegno una vera e propria battaglia nei confronti del Comune di Tuoro che non sta facendo nulla per contrastare l'abbandono in cui versa l'isola. Potrete constatare voi stessi nel Bilancio 2012  che nulla è stato stanziato per l'isola nonostante le urgenti necessità e a tale scopo è stata promossa una PETIZIONE. Aiutiamoli per quello che possiamo e mi aggiungo alle loro richieste nei confronti del Comune di Tuoro.

Greh Haines all'Isola Maggiore,  dal blog Fabienne e Jean Wilmotte
E se tutte le informazioni, e molto altro più, le potrete trovare nel Blog di Fabienne e Jean mi sento di aggiungere quanto sia scandaloso l'abbandono in cui versa il meraviglioso Castello Guglielmi, sembra in vendita, forse già venduto ad investitori stranieri. Non ci meritiamo affatto ciò che i nostri progenitori ci hanno lasciato!

Isola Maggiore tra acqua, terra e cielo,  dal blog Fabienne e Jean Wilmotte
Non voglio entrare anch'io in merito alla rivoltante situazione in cui i nostri amministratori hanno messo il nostro paese, ne sono pieni i giornali, certo è che i soldi pubblici potrebbero essere spesi meglio che in festini travestiti da maiali, in cene alle ostriche, in finte lauree di figli degli amici, in ville, auto ed appartamenti .... in vacanze in yacht. 

Il degrado della "strada di San Francesco, uno dei tanti problemi segnalati, dal blog Fabienne e Jean Wilmotte
Isola Maggiore sta aspettando una risposta da tutti noi e dalla nostra intera generazione, grazie Fabienne e Jean Wilmotte.

Mozzafiato, dal blog Fabienne e Jean Wilmotte


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