venerdì 31 luglio 2015

Da Sovana al mare, con la barca

Il parco archeologico "Città del Tufo"
Il desiderio di vistare i luoghi in cui il mio trisnonno, tra il 1859 e il 1860, aveva trovato numerosi reperti etruschi oggi conservati presso il Museo Nazionale Archeologico di Firenze era forte e finalmente ci sono riuscito, cercando di combinare il bisogno di Elena di rilassarsi assieme alla mia passione per la vela.

La barchina ormeggiata davanti all'Hotel Resort Sovana
Saremmo riusciti a fare tutto se non fosse stato che al Club Velico Grosseto non ci avessero consigliato di non uscire, c'era troppa onda e vento ed in effetti, a parte qualche barca di grandi dimensioni in lontananza, non è uscito nessuno per tutto il giorno.

Il demone alato, angeli e demoni fin dalla notte dei tempi
La visita al Parco Archeologico di Sovana che comprendeva la Necropoli Etrusca e le Vie Cave è stata semplicemente meravigliosa, la scoperta di un qualcosa di incredibile e di unico, ma anche il paesino di Sovana ci ha stupito per la sua bellezza.


Non sarei più coerente con la mia proverbiale brevità nell'esposizione se descrivessi con dovizia di particolari tutto ciò che abbiamo visto, le immagini parlano da sole, l'unica considerazione che mi viene da fare è che qui da noi in Italia non abbiamo capito proprio un bel nulla: lungo la strada pochissime indicazioni per arrivare in un posto così meraviglioso invece ho visto tantissimi capannoni e decine di fabbriche di cucine. Mi chiedo, ma chi le compra più le cucine? Non è che dovremmo cominciare a pensare a valorizzare meglio il nostro territorio unico per archeologia, arte, cultura, architettura, storia, natura e bellezza?
Non è arrivato il momento di pensare di cambiare rotta? Ditemi un po' voi, tanto più che in tutto ciò dovremmo essere i primi al mondo.

La piscina dell'Hotel Resort Sovana, tutta per noi e per pochi altri
L'elegantissimo Hotel Resort Sovana era quasi esclusivamente a nostra disposizione e di pochi altri provenienti da oltre oceano; così non abbiamo invidiato coloro che il giorno dopo abbiamo visto assiepati nelle spiagge dell'Argentario, luogo che abbiamo prontamente abbandonato.

Il Club Velico Grosseto a Principina a Mare
Al mare, nei pressi di Principina a Mare, ho individuato il luogo dove parcheggiare l'auto liberamente, scaricare la barca ed il corridoio per trasportarla fino all'acqua, il tutto nei pressi del Club Velico Grosseto e del Bagno Petite Europe, una struttura che mi è sembrata ben organizzata, pulita ed efficiente.

Il corridoio per il trasporto della barca dal parcheggio
Sono giunto alla conclusione che con la Walkerbay, nella passerella per l'accesso alla spiaggia libera o al corridoio di lancio, non conviene utilizzare il carrello bensì la ruotina posta sulla chiglia della barca stessa, credo si faccia molta meno fatica a causa della sabbia che si impasterebbe nelle ruote.


Insomma, mare mosso parte, questa gita tra Sovana ed il mare con la barca è stata meravigliosa. Imperdibile la FOTOGALLERY completa, a breve monterò anche un filmatino di noi tra le "vie cave" alla ricerca del Siglillo del Re Salomone.



I fantasmi degli etruschi si aggirano per la necropoli di Sovana


Qui ci sono sufficienti argomenti per fare una trasmissione con Roberto Giacobbo di Voyager perché se è pur vero che nelle tombe etrusche e nelle cave di Sovana io i fantasmi non li ho visti è possibile che li abbia fotografati.
Della nostra gita a Sovana fino al mare ne parlerò dettagliatamente nel prossimo articolo ma non ho potuto resistere nel volervi anticipare questa strana e misteriosa esperienza.
Mentre facevo le foto all'interno delle tombe etrusche nel "Parco Archeologico di Sovana" la macchina fotografica mi si è ripetutamente inceppata e solo attraverso una serie di accensioni e spegnimenti è ripartita fino a bloccarsi definitivamente nel corso delle foto che stavo effettuando nella "cava di San Sebastiano", forse la più misteriosa e densa di storie per le strane croci incise nelle sue pareti, nel punto esatto detto "dell'oratorio". 


La macchina fotografica poi ha ripreso a funzionare inaspettatamente il giorno dopo, una volta ripartiti da Sovana, tanto che le foto successive le abbiamo dovute fare con lo smartphone.


Questo è davvero un mistero, che i fantasmi degli etruschi non siano queste bollicine che compaiono nella foto? Mah, la nostra gita è stata davvero divertente anche questa volta, tra mito e realtà!



Escape from Skull island



Questa estate, con il nostro kayak gonfiabile a vela Sea Eagle Paddleski, abbiamo visitato un'isola situata in una riserva. 
C'è stato un temporale tanto che il nostro viaggio di ritorno è stato alquanto movimentato, i lampi erano sempre più vicini al nostro albero ed eravamo nel punto più lontano del lago, quindi abbiamo cercato di essere più prudenti possibile. 
Le altre barche a vela erano già tutte rientrate nel porto turistico di Fleed. 
L'isola che abbiamo visitato, noi chiamiamo la chiamiamo 'Skull Island'.

(maldestramente tradotto ed interpretato da me medesimo dal canale di youtube).


lunedì 27 luglio 2015

Portabarca pneumatico

Estratto da Popular Mechanics, dicembre 1952
Utilizzare degli pneumatici come portabarca

La camera d'aria di vecchio pneumatico posto sul tetto della vostra auto potrebbe essere un buon sostituto di un efficiente portapacchi per trasportare la barca.
Posizionate le camere d'aria degli pneumatici nel centro del tetto dell'auto e legate la barca ai quattro angoli della vettura.
La barca si equilibrerà e adatterà sulle camere d'aria senza toccare il tetto dell'auto in nessun punto.
Per imbarcazioni leggere uno o due camere d'aria gonfiate saranno sufficienti, in più potranno svolgere il compito del salvagente.

A. R. Finley, Altadena, in California.

Maldestramente tradotto ed interpretato da Popular Mechanics, dicembre 1952


domenica 26 luglio 2015


giovedì 23 luglio 2015

2015 TIWAL's Cup



La Seconda Coppa TIWAL si è svolta sabato scorso nel golfo di Morbihan (Bretagna - Francia). Dopo 4 gare, Antoine NEVO ha vinto nella categoria solista con con il punteggio impressionante di 1, 1, 1, 1. Mickaëlle MORICE è arrivata seconda.
Nella categoria in duo hanno vinto, Florence DELAGE e Christophe REY che hanno conquistato la loro prima vittoria. Alix et Michel LUONG si sono assicurati il secondo posto.



mercoledì 22 luglio 2015

Alla ricerca del Sigillo di Re Salomone

Dalla relazione del Conte Conestabile della Staffa del dicembre 1859 sull'Archivio Storico Italiano
Mancava solo quello e l'abbiamo trovato, era a Sovana il "Sigillo del Re Salomone", il pentacolo, successivamente ed erroneamente identificato con la stella a sei punte del Re Davide.
Che Re Salomone, specialmente negli ultimi anni del suo regno, non fosse stato un praticante della religione ebraica del tutto ortodosso a causa delle numerose mogli e figli che credevano in un'innumerevole schiera di dei lo si sapeva, e di questa stirpe si è sempre cercato traccia.
Ebbene l'abbiamo trovata a Sovana, e con numerosi indizi che ora vado ad elencare:
  • la stella a cinque punte incisa nella parte interna delle tazze di terra nera rinvenute nella necropoli etrusca di Sovana. Le tazze oggi sono conservate presso il Museo Archeologico Nazionale di Firenze;
  • la svastica incisa nel "cavone" più grande della necropoli etrusca di Sovana accanto al cognome gentilizio VERTNA. La svastica, presente anche in un urna cinera rinvenuta a Vulci, è ritenuto ufficialmente dagli studiosi uno dei simboli (il nodo) collegato alla stella di Re Salomone; 
  • la tomba "Ildebranda" a forma di tempio, una delle più grandi ed importanti di tutta l'Etruria;
  • l'archetipo, assolutamente originale rispetto alle cattedrali romaniche del tempo, del duomo di Sovana è in tutto e per tutto simile a quello del tempio di Salomone. "Dietro armonia e bellezza, qui è stata inserita ad arte la sapienza che re Salomone riconobbe in Hiram, l’archetipo di Tyro chiamato a costruire il Tempio di Gerusalemme considerato il più importante mai edificato in onore dell’Altissimo. La stessa sapienza dei numeri, proporzioni, misure, simboli e forme, tradizionale retaggio dei costruttori di chiese e cattedrali che nobilitarono con la loro arte il medioevo cristiano." (Via: stampalternativa)
La ricostruzione della tomba Ildebranda a forma di tempio a Sovana
Tengo a precisare che, erroneamente, si cita come scopritore della tomba Ildebranda colui che l'ha portata alla luce nel 1924 ma di fatto il primo a notarla è stato l'archeologo inglese Ansley nel 1843 e poi successivamente, come risulta dagli annali dell'Archivio Storico Italiano, nella relazione sugli scavi etruschi della Società Colombaria, viene citata da Pietro Capei in quanto rinvenuta dal mio trisnonno nella campagna di scavi della primavera del 1861 e precedenti del 1859: 

"E ne' pianetti di Sovana altresì voluto avrebbe la direzione portare l'opera sua; conciossiachè insin dall'anno precedente avesse scorto un monticello o tumulo che pareva nascondere un sepolcrale edificio; monticello spettante alla signora Rosa Santarelli di Pitigliano : ma incontrato il 3 di aprile sulla faccia del luogo un mandatario di lei che domandava la ingente somma di scudi cinquecento per la pura e semplice licenza di scavare, dovè il signor ..... (omissis mio trisnonno) ristringersi nelle spalle, contento dello avere appurato come quel monticello, ingombro di colonne e di muri, sembri esibire ruderi di un tempietto e non di una tomba."



A questo punto appare chiaro dalle evidenze che non è plausibile che il popolo etrusco possa avere un origine ebraica ma, al contrario, una discendenza del Re Salomone non di religione ebraica.
Sembra così cadere completamente anche la tesi dello sterminio del popolo etrusco da parte dei romani, di certo c'è stata un'assimilazione, forse una estinzione parziale per motivi sociali, economici e politici ma non uno stermino vero e proprio per motivi religiosi come qualcuno ha asserito.
Il 28 siamo al Sovana Hotel Resort a verificare in loco queste ultime scoperte che poi confuteremo, non appena ci sarà possibile, con gli oggetti esposti al Museo Archeologico Nazionale di Firenze; il 29 andiamo a veleggiare all'Argentario, sempre con la barchina sul tetto dell'auto ovviamente.


Nota: Ho volutamente omesso il nome e cognome del mio trisnonno per dovere di riservatezza, essendo gli eredi impossibilitati ad autorizzarmi la divulgazione nel motore di ricerca. Questa informazione si può trovare nella documentazione dell'Archivio Storico Italiano - Resoconto degli Scavi della Società Colombaria.



martedì 21 luglio 2015

lunedì 20 luglio 2015

La bella vita

Rsitorante "la bella vita" a Borghetto di Tuoro
Stamani quando Elena ha insistito di andare al Trasimeno ho, in cuor mio, pensato che ambisse alla vedovanza, la previsione dei 43 gradi percepiti non mi convincevano affatto. Alla fine però mi sono fidato dei suoi "sensori" e devo dire che ho fatto benissimo.


Un piacevole venticello proveniente da meridione, dopo aver attraversato il lago, ci ha mantenuto freschi tutto il tempo che siamo rimasti nella spiaggetta di Borghetto di Tuoro, all'ombra dei bei tigli che si affacciano sull'acqua.


Borghetto è perfetto, una piccola darsena, un bel risorantino, dei tavolini per il pic nic in alternativa, bagni pubblici efficienti e puliti, un parco gioco per bambini, un bel prato ed infine il lago che, una volta usciti dalla piccola insenatura, si profila in tutta la sua bellezza e maestosità.


Il vento c'è stato e finalmente mi ha permesso di assaporare le gioie che anche la deriva può regalarti, il dolce fruscio dell'acqua che corre sotto lo scafo, il dondolio sulle onde, lo sbandamento e il vento sul viso. E' stato bellissimo, peccato che anche oggi Elena abbia preferito rimanere a terra, non sa cosa si è persa ma credo che, tutto sommato, sia stata bene anche lei.


Abbandonati i cappellini da velista, forse un po' troppo pretenziosi per la nostra barchina da passeggio, gli abbiamo preferito un comodo cappello di paglia.


Insomma, una giornata meravigliosa in un luogo stupendo. Solo una pecca, il fondo in quel punto del lago è un po' limaccioso e non è proprio il massimo per fare il bagno, ma davvero tutto non si può avere.


domenica 19 luglio 2015

Are you ready? We are more than ready


Indecisi fino all'ultimo se sfidare o meno il caldo torrido di questi giorni alla fine ci siamo decisi, domani si va in barca. Tutto pronto in poco più di mezz'ora.
Domani si val al lago, a fine mese si torna nell'agro soanese alla ricerca di tesori perduti e poi questa volta sul mare dell'Argentario.



venerdì 17 luglio 2015

Raggiolo fa parte dei Borghi più Belli d'Italia

Dal Blog della Brigata di Raggiolo
A Raggiolo c'eravamo ieri ed è proprio lì che abbiamo appreso la bella notizia che questo meraviglioso e caratteristico borgo in pietra situato in Casentino sotto il Pratomagno è entrato a far parte dei Borghi più belli d'Italia, grazie all'impegno e alla dedizione dei più attivi componenti della Brigata di Raggiolo, associazione di cui mi onoro di far parte fin dal suo esordio, anche se devo precisare che io sono uno di quei soci il cui unico sforzo è stato quello di rinnovare la tessera annualmente.

Elena e la Rachele, domenica a Raggiolo
Forse non è un caso che due dei luoghi che amiamo e frequentiamo di più, Castiglion del Lago e Raggiolo, abbiano avuto un riconoscimento così importante.

La piazzetta del "sepolcreto", proprio dietro la casa di Elena a Raggiolo
Ieri, dopo aver frescheggiato lungo quel "condizionatore naturale" che è il torrente Teggina che scorre nei pressi di Raggiolo

Elena tra i sassi del torrente Teggina, ieri
siamo tornati a vistare dei luoghi che erano anni che non vedevamo più, la Pieve di San Martino a Vado, caratterizzata da stupendi capitelli romanici,

Il quadrifoglio, simbolo misterioso dei cavalieri templari
e poi l'impianto castellare di Castel San Niccolò, alla ricerca dell'impronta del Diavolo.

Il castello di San Niccolò
La famosa impronta che Belzebù ha lasciato sulla pietra prima della realizzazione della rocca non l'abbiamo potuta vedere perché il castello era chiuso, ma non importa, la realtà della meraviglia dei nostri borghi è di gran lunga superiore alle leggende che, per quanto curiose, sono il simbolo di epoche lontane e caratterizzate da superstizioni e paure. 


E per chi non lo sapesse, lo strano orologio con solo sei cifre nella torre all'ingresso della porta posta a nord di Castel San Niccolò è un orologio a sei ore, cosiddetto alla "romana", sapete perché?

Sono orologi solari, che indicavano, al suono delle campane, le antiche Ore Italiche adottate, a Roma, dalla Chiesa verso la fine del XIII secolo. 
Queste Ore venivano scandite considerando l’inizio della misurazione del tempo dall’Avemaria della sera, poco dopo il tramonto, e non più dalla mezzanotte, come era consuetudine. 
Erano quindi necessari quattro giri completi della lancetta per arrivare a segnare le 24 ore, suddividendo così la giornata in quattro intervalli dal 6 ore ciascuno. 
Per garantire una migliore comprensione dell’ora, era anche prevista la cosiddetta ribotta: dopo circa un minuto, si ripeteva lo stesso numero di rintocchi per rendere così comprensibile l’ora anche per i più distratti. 
Successivamente, ci fu l’invasione delle truppe napoleoniche nel territorio italiano che portò all’introduzione delle ore dette Oltramontane o alla Francese, in cui la giornata iniziava con la mezzanotte ed era divisa in due intervalli di dodici ore. 
Questo tipo di conteggio del tempo, in breve, venne adottato in tutta Europa. 
(.......). (Via. ViaggiandoValDi).



mercoledì 15 luglio 2015


martedì 14 luglio 2015

"Discorso sulla vela", in uscita il mio nuovo librino


Come gli altri miei librini si caratterizza per essere breve, conciso e gratuito, spero denso di contenuti, frutto delle mie riflessioni e traduzioni nel blog.
Ne anticipo l'introduzione:

“Discorso sulla vela” per un retto uso della propria ragione e per la ricerca della verità nella pratica della propulsione silenziosa più le metodiche di massima di questo metodo con lo scopo di rendere almeno un uomo libero ( …... quasi come Cartesio per le scienze, la diottrica e la geometria). 

I contenuti di questo nuovo libro non sono certamente all'altezza del titolo anche se l'ambizione di riportare la passione della vela entro i limiti che nel corso degli ultimi anni sono stati travalicati a causa della vanità umana e del consumismo c'è, è inutile nasconderlo. 
Il testo è tratto da alcuni dei più significativi articoli scritti nel mio blog, frutto talvolta di traduzioni, altre volte del pensiero dell'autore. 
In questa breve introduzione vorrei precisare fin da subito cosa non è per me la vela, da velista della domenica, in modo che chi non è d'accordo possa interromperne la lettura, non è tattica, non è regata, non è velocità, non è competizione, non è tecnologia, non è vanità, non è business; al contrario molto semplicemente è libertà.



sabato 11 luglio 2015


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