giovedì 31 dicembre 2015

2015 in cifre e Buon 2016 a tutti

Immagine tratta da Google Analytics
Il cambio del nome del blog e un minor impegno da parte mia ha portato ad una discreta riduzione delle viste, pur sempre importanti per essere uno spazio personale e gratuito:

Pagine visualizzate: 153896
Sessioni: 34036
Utenti: 20652
Nazioni: 111  (80% Italia; 5% Francia; 2% USA. Germania, Svizzera, UK; 1% Spagna)

Grazie e Buon 2016 a tutti! Il mondo non basta ....

Immagine tratta da Google Analytics


mercoledì 30 dicembre 2015

Barchette di carta: Lelievlet la barca degli scout nautici olandesi e irlandesi


Il Lelievlet è una barca in acciaio a propulsione a vela e a remi, la più comunemente utilizzata dagli Scout Olandesi ma anche dal NWAC a Killaloe, in Irlanda.
Il suo design si basa sulla beenhakkervlet e il suo nome deriva dal logo internazionale degli scout, il giglio.
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza: 5.60 m
Larghezza: 1,80 m
Peso: 650 kg
Sup. velica: 12.15 mq

La barchetta di carta è scaricabile gratuitamente dal sito di ELFRINK-BOUWPLATEN.

La barchetta di carta Lelievlet, scaricabile dal sito di Elfrink Bouwpalten

Via: Papermau


lunedì 28 dicembre 2015

Redningsselskapet, il salvataggio in mare si insegna fin da piccoli

Walker Bay 10', barche scuola nella "sommerskole" di Svolvaer tra i fiordi norvegesi
Redningsselskapet è un'associazione umanitaria norvegese ad adesione volontaria. Il suo scopo ha quattro priorità principali: salvare vite umane, recuperare persone ma anche cose, proteggere l'ambiente costiero e divulgare una cultura adeguata riguardo a questo problema ed infine prevenire gli infortuni per migliorare la sicurezza dei naviganti.
Attualmente questa associazione è fortemente impegnata nel progetto "Nessuno dovrebbe annegare nel Mediterraneo" volta a dare supporto alle squadre norvegesi di soccorso dei migranti Frontex "Poseidon" di stanza in Grecia in termini sia economici che di assistenza tramite volontari adeguatamente formati.
Tra le attività di questa associazione, di cui auspico la creazione anche qui da noi che, professionisti a parte, di naviganti abbiamo solo il nome e la grande spocchia, c'è quella di educare i bambini alle attività di navigazione e salvataggio in mare in cosiddette "sommerskole" distribuite lungo le meravigliose coste della Norvegia



sabato 26 dicembre 2015


venerdì 25 dicembre 2015


mercoledì 23 dicembre 2015


A cabin for your boat

A cabin for your boat - Popular Mechanics, giugno 1950
Di seguito maldestramente traduco ed interpreto parte di un interessante articoletto intitolato "Una cabina per la tua barca", da Popular Mechanics del giugno 1950.

Ogni armatore di una piccola barca che ha sentito la sferza pungente della pioggia mentre era in navigazione ha desiderato possedere una cabina accogliente. 
John Gartner di Long Beach, in California., ha deciso di realizzare una vera e propria cabina contro le intemperie che non sia il solito tendalino. 
Grazie alla semplicità costruttiva, qualsiasi altro armatore può adattare quest'idea alla sua barca.
La cabina, in multistrato, può essere smontata, pesa meno di 50 chili e richiede meno di cinque minuti di tempo e un paio di bulloni per essere assemblata. 


Le parti della cabina smontata, da Popular Mechanics
L'unico elemento essenziale sulla barca è una sorta di mastra su cui può essere montata la cabina. 
I lati e il tetto della cabina sono in compensato impermeabile di 1/8 di pollice e rinforzati con strisce di 3/4 di pollice quadrati di abete o rovere e alcuni pezzi di compensato di 1/4 di pollice. 

Le fasi di montaggio della cabina, da Popular Mechanics
Il resto dell'articolo tratta delle fasi di assemblaggio che iniziano con il fissaggio delle pareti laterali e poi del tetto, fasi che sono sufficientemente chiare guardando le figure. Gli oblò sono realizzati in plexiglass successivamente avvitati alle paratie.
Non proprio il massimo della bellezza ma interessante il concetto di cui avevamo trattato nel post, Nauticab, la cabina ripiegabile per ogni tipo di barca.


giovedì 17 dicembre 2015

Come costruire un "weekender", parte 1

"weekender", dal sito Stevenson Projects
Roman Shklovskiy ha realizzato un interessante video sulla auto costruzione di un "weekender" di Stevenson Projects.
Il "weekender" è un bel cabinatino carrellabile di piccole dimensioni e facilmente trasportabile con un carrello, queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza FT: 5,97 m
Lunghezza scafo: 4,87 m
Larghezza: 1,82 m
Pescaggio: 0,3 - 0,9 m
Peso a vuoto: 250 kg
Sup. velica: 11 mq
Perone trasportabili: 4
Costo del progetto: dai 100 ai 200 $ circa

Fasi cistruttive del "weekender", dal sito Stevenson Projects
E questo è il video di Roman Shklovskiy, parte 1:



martedì 15 dicembre 2015

La Vela Democratica, una passione libera

Immagine tratta dal sito "una vela per l'infanzia"
E' solo di qualche giorno fa la notizia pubblicata su yacht.de che l'ISAF, la Federazione Mondiale della Vela, avrà un nuovo nome, World Sailing, e un nuovo motto, Uno Sport per la Vita.
Se questo cambiamento comprenderà davvero i quattro obiettivi principali che avrà l'associazione non lo so, ovvero "maggiore trasparenza, una migliore comunicazione, una leadership più forte e una maggiore responsabilità", ma quello che mi auguro io è una maggiore attenzione nei confronti dei più piccoli e, in senso stretto, anche alla vela cosiddetta "democratica".
Già in un mio precedente post, "la vela è la nostra libertà", avevo indicato quanto questo sport sia inclusivo tanto che effettivamente il nuovo motto ne riassume tutte le prerogative.
Nei giorni scorsi ho ritrovato un vecchio scritto che non avevo mai pubblicato e che credo, in questa occasione, possa essere utile a far riflettere e ad indirizzare verso un reale cambiamento:

Non so esattamente quando si sia cominciato a “democratizzare” la vela, forse ufficialmente fin dai tempi di Rob Roy e di Baden Powell con le loro canoe modificate, poi successivamente sviluppate con i Glenans, gli architetti navali francesi, quei “gusci di noce” cabinati e carrellabili, per passare attraverso il “socialismo reale” con le pieghevoli e i catamarani gonfiabili, uniche imbarcazioni che potevano essere possedute privatamente dai cittadini sovietici, fino ai giorni nostri con una completa e variegata offerta di piccoli grandi velieri facilmente trasportabili con carrelli, borse o portapacchi. Tutto ciò è accaduto per la vela perché per quanto riguarda la nautica a motore pochi sono i dubbi nell'asserire che questa si è democratizzata definitivamente e stabilmente con la diffusione del gommone, fin dagli anni cinquanta qualsiasi famiglia in ogni parte del mondo ha avuto la possibilità di praticare una nautica a basso costo gonfiando e sgonfiando il proprio canotto all'occorrenza e con questo godere degli stessi identici privilegi dei ricchi, una bellissima baia vista a cinquecento metri dalla riva era la stessa sia per la famigliola che possedeva un piccolo gommone che per il ricco proprietario di un grande yacht. Quante volte con i miei, da bambino, mi sono sentito immensamente felice nel godere lo spettacolo della natura e del mare seduto su dei tubolari gonfiabili, per nulla intimorito e sottomesso da chi aveva una barca più grande della nostra poiché l'avevamo sempre considerata come una “scelta” e non uno “status symbol”, opzione quest'ultima peraltro faticosa in quanto sapevamo bene come fosse impegnativa la vita a bordo, in quel mare solcato per secoli dai nostri antenati. Tutto il resto e quanto ci hanno inculcato negli ultimi devastanti decenni di consumismo sconsiderato sono altre faccende che non rientrano nella sfera della navigazione e del suo approccio con l'acqua e la natura ma nella sfera dell'uomo e della sua psicologia, argomento che in questa sede non ci interessa, né siamo all'altezza di trattare. In questo piccolo blog che gestisco non c'è nulla di originale, vengono semplicemente riproposte soluzioni ed esperienze vissute da altri, spesso a titolo di esempio, affinché la pratica della vela possa essere avvicinata da un maggior numero possibile di persone e famiglie, a basso costo, con pochi soldi e con un impatto sull'ambiente ridotto al minimo. Personalmente credo che nella vita non sia importante pensare a cosa “possedere” ma è assolutamente necessario sapere cosa fare, che sia negli impegni di tutti i giorni che nel tempo libero. Purtroppo quest'ultima è una considerazione tanto ovvia quanto inascoltata. 
L''assenza del verbo essere non è casuale poiché “La Vela Democratica” va considerata in “stricto sensu”, cioè una tipologia di vela, quella libera; in termini più generali la vela al giorno d'oggi non è di per sé stessa democratica poiché soggetta alle restrizioni imposte dai marina e dai circoli velici che la rendono dipendente dal tempo, dalla partecipazione, dal denaro e/ o dalla proprietà, quindi non più libera. Se si può azzardare un paragone è la stessa differenza che corre tra il volo che si pratica negli aeroclub e negli aeroporti, assolutamente dipendente dalle dimensioni del proprio conto in banca, e il “volo libero” e leggero, praticato con deltaplani, paracaduti e ultraleggeri, però nei prati anziché nelle spiagge.

Nel nuovo logo della World Sailing la barca a vela assume, certo casualmente, l'immagine di una "D", che la vela diventi finalmente "democratica"?

Il nuovo logo dell'Federazione Mondiale della Vela


Barchette di carta: il Botter olandese

Botter olandese, dal sito Softart Design
Il botter, il nome deriva forse da boat, un pesce locale, è il modello più diffuso (in Olanda, ndr.). Nato nelle acque della parte più interna della Zuiderzee, è un’imbarcazione priva di corpo cilindrico (la porzione dello scafo in cui la sezione rimane costante) con una larghezza massima decisamente spostata verso la prua. L’attrezzatura velica comprende una randa al terzo con il tipico picco incurvato delle imbarcazioni olandesi, un grande fiocco murato al dritto di prue ed eventualmente un fiocco più piccolo murati all’estremità di un lungo bompresso. (Dal sito del Politecnico di Milano).

Softart Design, il sito da dove potete scaricare la barchetta di carta de Botter
" .. Dopo quasi tre anni ho finalmente finito di colorarlo. Digitando sul link potete scaricare i file per realizzarlo. Questo modello di Zuiderzee Botter è un'idea di Lubbert Schenk. Ci sono diversi pescherecci e altre imbarcazioni da pesca trovate in vecchie fotografie molto simili a questo. Per idee, suggerimenti e domande o commenti mi potete contattare tramite il mio indirizzo email (info@softart.nl)..."

Questo Zuiderzee Botter mi sembra una barchetta di carta molto bella ma che ci racconta anche la storia della marineria olandese.
Ne avevamo già parlato QUI ma allora non era stato ancora colorato.


Formula 550, il catamarano gonfiabile di Alexander Yakunenko

L'idea del suo progettista è quella di creare un prodotto da diporto a prezzi accessibili, così come dichiarato dallo stesso Yakunenko nella rivista RUS Yachting.
Queste sono le sue caratteristiche principali:
Lunghezza: 5,50 m
Larghezza: 2.50 m
Sup.velica: randa: 13.5 mq; genoa: 3.75 mq; gennaker: 17.5 mq
Peso a vuoto: 140 kg
Tempo di assemblaggio: 2 ore circa

Le borse per il trasporto del Formula 550, dal sito RUS Yachting
Come ben sappiamo, il catamarano pieghevole con scafi gonfiabili ha un certo numero di vantaggi operativi: 
  1. Trasporto: può essere trasportato con qualsiasi mezzo (auto, treno, aereo) e sul portapacchi della propria vettura. 
  2. Borse: non assemblato il catamarano è contenuto in borse di lunghezza non superiore a 2.2 m. che possono essere tranquillamente conservate in un armadio di casa. 
  3. Sicurezza di funzionamento: la struttura "morbida" degli scafi non teme gli urti e sono dotati di 4 compartimenti stagni. 
  4. Manutenzione: non richiede manutenzioni specializzate.
Normalmente i catamarani gonfiabili non possono garantire le stesse prestazioni garantite da quelli con scafi rigidi, nel caso del Formula 550 sono stati inserite delle parti rigide a prua e a poppa che li rendono molto simili ai multiscafi in vetroresina, pur mantenendo la comodità del gonfiabile.
Il costo di realizzazione del prototipo si aggira sui 4.000 Euro.
Ulteriori informazioni su questo progetto, inclusi molti dettagli tecnici sulle sue fasi costruttive, le potrete trovare su: FORDAK


venerdì 11 dicembre 2015

Klakboat, una barca forse non classificabile ma certamente pieghevole



Klakboat, una barca non classificabile ma pieghevole, è così che la rivista francese Bateaux definisce questo nuovo prodotto del mercato nautico delle trasportabili da spiaggia.
Come noterete dalle caratteristiche tecniche Klakboat è la barca ideale per divertirsi senza pensieri, si trasporta con qualunque mezzo, anche a mano, va a remi, a motore e a vela ed infine costa relativamente poco.

Dal sito Twitter di Klakboat
Disponibile in due misure, 2,60 e 2,90 metri, l'assemblaggio non richiede più di cinque minuti; costruita in polietilene è forte e flessibile.

Dal sito Twitter di Klakboat
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza: 2,60 m (Klakboat 260); 2,90 m (Klakboat 290)
Larghezza: 0,90 m (Klakboat 260); 1,00 m (Klakboat 290)
Pescaggio: 1,00 m (Klakboat 260); 1,00 m (Klakboat 290)
Peso: 12 kg (Klakboat 260); 14 kg (Klakboat 290)
Prezzo: a partire da 890€ (Klakboat 260); da 990€ (Klakboat 290)
Tenete presente che il modello armato a vela completo di tutto viene sui 2150 €.
Impossibile non notare ed apprezzare i 12 kg di peso e i 10 cm di spessore quando è richiusa.

Dal sito Twitter di Klakboat
Via: Bateaux


giovedì 10 dicembre 2015


Foro passa albero per il tendalino di MAE


Elena ha cucito un elastico nel foro passa albero che avevo praticato nel tendalino per MAE, il lavoro non è risultato perfetto ma accettabile. 


La verifica mi ha permesso di effettuare un ulteriore montaggio e fare pratica qualora ce ne fosse la necessità la prossima estate.


mercoledì 9 dicembre 2015

E' la "Snark" la barca a vela più venduta al mondo, chiediamoci perché

Lo Snark da una pubblicità del tempo, foto tratta da Popular Mchanics/ Wikipedia
La "Snark" è una barca a vela che ha tra le sue caratteristiche peculiari quelle di essere molto leggera e facilmente attrezzabile. Armata a vela latina, viene attualmente commercializzata in cinque modelli e può portare da due a quattro persone con lunghezze che vanno da 11 a 12 piedi e pesi tra i 30 ed i 60 kg circa.
Per questi motivi la Snark è la barca cartoppabile per eccellenza, il modello più leggero lo si può sollevare completamente con la forza delle sole braccia.



Realizzate con un "sandwich" in polistirene espanso rivestito chiamato Corelite e brevettato come Armorclad le Snark possono essere ordinate per corrispondenza e consegnate in scatola in tutto il mondo, e con una discreta quantità di accessori e varianti, da SailBoatsToGo.

Una Snark in navigazione, dal sito Meyersboat
Un'altra delle sue caratteristiche è che è molto economica, negli States costa poco più di 1000 Dollari, non so in Europa ma anche se ci si mettono tasse ed accessori credo che non si vada molto oltre i 1500 €.

La Snark sul tetto di una Ford Fiesta berlina, dal sito Fiestafaction
Su Wikipedia potete trovare la storia completa di questa barca della quale si stima ne siano state vendute più di mezzo milione di modelli, è la barca a vela più venduta al mondo dal 1958 anno di inizio della produzione fino ad oggi. 
Nel 1971 la rivista americana "Boating Magazine" la definirà la Volkswagen delle barche a vela e nello stesso anno una marca di sigarette la utilizzerà come "marchio immagine" tanto che con solo questo logo ne furono venduti ben 18.000 esemplari. 
Quello di affibbiare un logo immagine ad una barca potrebbe essere un'idea interessante anche oggi, penso.
Bé, a questo punto credo che, date queste quattro informazioni, sia inutile chiedersi tanti perché.


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