lunedì 12 dicembre 2011

Almeno cinque ragioni per dire NON E' VERO!

Il mio barchino, prima o poi, tornerà sotto casa
Non esprimo il mio disappunto in controtendenza su questo argomento "bollente" perché sono stato uno dei "graziati" dalla tassazione sulle imbarcazioni di lusso del Decreto Monti, se fosse passata la prima versione di colpire anche i natanti avrei dovuto fare spazio nel mio piccolo giardino e tenere la barca sotto casa, invece che in un lago di seconda categoria con la chiglia che rischia di "inchiodarsi" tutte le volte che esce, per quanto meraviglioso. Extrema ratio ho pensato anche di affondarla. Sicuramente sarei stato nero anch'io, forse lo sarò in futuro perché non è detta l'ultima parola e capisco lo sconcerto, il disagio ed anche la rabbia dei molti armatori, molto meno accetto quella degli operatori del settore nautico, vedi fabbricanti, ormeggiatori, editori, velisti di professione, etc, insomma tutti quelli che su "questa nautica" ci stanno facendo affari d'oro. In soli cinque punti, come sempre per semplicità, vi spiego perché l'indignazione di questi signori, che io definisco "faraboloni della nautica" non è affatto onesta, e farebbero bene ad indignarsi poco, a me non solo indignano loro ma a questo punto mi mettono la nausea:
  1. Nel realizzare barche e nel venderle si è pensato alla grande, "oramai rendono solo quelle dai dodici metri in su" si è detto, ridetto e stradetto in ogni lingua e/ o versione dei fatti, dai 150.000 € in su per intenderci, esclusi gli accessori. Questo è il "target" scelto dall'industria nautica italiana. perdonatemi, non mi si venga a dire che questi yacht non sono un bene di lusso. Questa è la prima grande bugia.
  2. Questa corsa "al grande" ha condizionato tutto il comparto della nautica da diporto escludendo di fatto i più piccoli. Per una barca al di sotto dei dieci metri è diventato quasi impossibile trovare un posto decente in un porto decente. Tanti armatori si accontentano di essere letteralmente derubati nel tenere le loro barche in terza fila, tra le pantegane, a rischio esondazione, lungo le sponde di alcuni noti fiumi italiani, felici e contenti di spendere duemila euro in meno rispetto al nuovo porto costruito fuori dalla foce, chi s'accontenta gode, certo a loro in un porto qualsiasi un posto durante l'estate non verrà mai negato. Il povero disgraziato che ha una barca di otto metri invece se ne starà fuori a sbattere la chiglia contro il frangiflutti se gli va bene. Non mi si venga a dire che questi yacht non sono per privilegiati, ovunque vengano ormeggiati, e questa è la seconda grande bugia.
  3. Ne ho fatti tanti di conti in questi ultimi dieci anni. Mio fratello, quando gli comunicai l'intenzione di comprare una barca, mi disse testualmente "te sei matto, lo sai cosa costa? Eppure ne sappiamo qualcosa". Infatti aveva ragione e per questo motivo ho registrato tutte le spese, ma veramente tutte, e le mie barche sono state sempre piccoline, al massimo 24.7 piedi. Ebbene, oltre alla quasi impossibilità di trovare un posto barca, mantenere una barca di poco più di sette metri costa dai 3000 ai 5000 €/ annui, secondo dove la si tiene. Non c'è solo l'ormeggio che è l'aspetto più impegnativo dal punto di vista economico, ci sono l'antivegetativa, le assicurazioni, le riparazioni, la manutenzione e l'aggiornamento dei dispositivi a bordo. E' acclarato da tutti ed arcinoto che una barca di dimensioni superiori ai 10 metri, in Italia e solo qui da noi, costa di ormeggio e mantenimento circa 1000€ al metro/ annue. Questo significa lo stipendio "basso" di una gran parte degli italiani di oggi. Poi da aggiungere ci sono i costi delle crociere e su questo non conviene addentrarsi, d'altro canto fanno "indotto" dicono questi signori. Chi asserisce che mantenere una barca non è da ricchi dice la terza bugia.
  4. La quarta chicca è il mercato dell'usato. Oggi molto meno vista la crisi, ma solo cinque anni fa quando ero ancora un illuso, nell'andarmi a cercare la mia bella barchetta per passare le vacanze con tutta la famiglia cominciai subito a rendermi conto che ambiente di squali è quello della nautica. Immensi cadaveri che appena stavano a galla a dei prezzi impensabili, rispetto ad oggi il rapporto è, come minimo, del cinquecento per cento. Infatti finché le cose andavano bene, ovvero senza la Cina e la globalizzazione, il mercato dell'usato era letteralmente gonfiato e assurdo. Oggi vendere una barca è diventato quasi impossibile e chi ce l'ha se la tiene, fatto salvo per quelli che riescono a rifilarla a qualche coglione che crede ancora che sia possibile mantenersi una barca in Italia senza essere derubati. E questa è la quarta bugia perché oggi comprare una barca se non si è ricchi è solo da imprudenti.
  5. Anno scorso, quando ero ancora socio del Circolo Velico, aumentarono di punto in bianco gli "oneri" del 25%, due anni prima del 10%. A testa bassa pagai, poi me ne sono andato, ho trovato un posto meno impegnativo dal punto di vista economico e, consapevole che non durerà molto, ogni giorno misuro il giardino per vedere come e dove potrò mettere la mia piccolina. Per le barche a vela, specialmente quelle entro i 16 metri che sono barche molto grandi ed impegnative, questa tassazione ritenuta da questi operatori della nautica una "mostruosità", corrisponde più o meno agli incrementi annuali che loro hanno chiesto negli anni passati ai loro facoltosi clienti e che, pochi casi a parte, hanno pagato tutti a testa bassa presi per i fondelli dal loro mellifluo "penso a tutto io". Rabbrividisco di fronte a questa quinta bugia.
Ce ne sarebbero altre di bugie, ma mi fermo qui. Con tristezza faccio un'ultima osservazione: i molti ricchi di oggi, i figli dei privilegi, dell'evasione, dell'arroganza, del mondo della finanza e della politica non hanno nessuna dignità e sono quasi tutti dei bugiardi, quando va bene. Ieri in TV hanno detto che un Consigliere Regionale arriva a guadagnare quasi 8000 € al mese, loro possono certamente mantenersela una bella barca, anche con la tassa sul lusso del Governo Monti ma sono convinto che prima o poi troveranno il sistema di farla pagare anche a me, certamente per pagare meno loro.


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