sabato 7 gennaio 2012

Di Bolina in Polonia

Riporto l'intervento di Luca riguardo la produzione di barche in Polonia, successivamente ad un articolo pubblicato su Bolina:

"Concordo in tutto o quasi, quanto commentato in questo argomento e nel precedente riferito alla Polonia. Sono anni che seguo lo sviluppo nautico della Polonia, perché la nostra offerta è pressochè nulla in queste metrature. Ho visto molte fiere e visitato sei cantieri. Sono stato ospite ed ho ospitato Polacchi, ho navigato, mangiato e bevuto con loro, lavoro con loro per due cantieri nautici, ed ora ho amici Polacchi. 
Parliamo di nautica, ci sono molte differenze e tante affinità. 
Per loro la nautica è sport nazionale viene quindi insegnata e praticata nelle scuole diffondendone tecnica, pratica e conoscenza. E' normale per il polacco medio (80%) fare almeno un ponte od una settimana in barca a vela, (altrettanto per lo sci). La barca con cui si confrontano, regatano e fanno le vacanze, è il 24 piedi. Sui laghi Mazuri ci sono decine di migliaia di cabinati. Intendiamoci, per loro è normale uscire in famiglia (4/5) persone o 5/6 ragazzi adulti per una settimana con tanto di panini, carne da grigliare casse di birra e bottiglia di vodcka. C'è chi fa le regate sociali e c'è chi fa le regate sportive ed i match race. C'è chi naviga nei mari del nord. Sanno navigare, pochi hanno la patente. Ormeggiano a bordo foresta, si fanno la grigliata e sono tutti felici e contenti, oppure attraccano in marina e cenano tutti assieme nei loro ristoranti, che poi offrono concerti. Negli ultimi anni si stano spostando sui 28/30 piedi. Le barche inferiori ai 24' sono di solito dei privati e delle famiglie. 
Dal punto di vista della produzione fino a 10 - 5 anni fa i cantieri producevano gli scafi che vendevano ad allestitori, che li terminavano soprattutto per il loro mercato interno (con un risparmio di circa un 20%). Qualcuno vendeva all'estero cambiando il marchio e questo ha creato confusione e poca credibilità anche sul livello della qualità. 
Oggi mi sembra ne siano restati un paio che lavorano in questo modo. 
Ora le produzioni e distribuzioni sono del cantiere che ne cura tutto il processo. Oggi probabilmente la metà dei grossi cantieri europei, che lavora metrature molto superiori, stratifica ed allestisce gli interni in Polonia (attrezzatura e componentistica sono monopolio di poche marche che vendono a tutti i cantieri). Oltre ad avere tradizione, esperienza e competenza i giovani progettisti ed ingenieri navali polacchi, che ovviamente parlano perfetto inglese hanno studiato nelle migliori università ed utilizzano strumenti e tecnologia all'avanguardia, hanno voglia, sono motivati e hanno spazio (cosa da noi impossibile). E' un paese di giovani ed il loro momento dopo decenni di disgrazie è ora! Queste competenze trovano e troveranno spazio tra la loro cantieristica di cabinati di media dimensione e i gruppi europei che lavorano barche più grandi. Considerando il comparto vivo, l'indotto l'esperienza e le potenzialità, non ho dubbi che nei prossimi anni saranno loro a determinare nuove vie. 
Da loro un operaio costa sui 10.000€ all'anno e la tassazione normale è del 19%, in aree disagiate o su progetti CEE è minore. 
Purtroppo e ripeto purtroppo da noi ciò è impossibile.

Purtroppo noi non siamo il loro mercato di destinazione.....loro producono barche con deriva basculante ed albero abbattibile e motorizzazione fuoribordo perchè la loro navigazione lo richiede. Hanno canali e ponti, fondali bassi ed ormeggiano praticamente a riva utilizzando l'ancora e gli alberi. Circa il 70% della loro produzione è mercato interno, il resto è assorbito da Germania, Olanda ed altri paesi. Esporre in Italia costa di più che esporre in Germania ed il mercato è 1 a 3, lavorare con l'Italia è più complicato che con l'estero (provate a domandare un leasing per una barca nuova da 20.ooo€.......). 
Credo quindi che quando si parla della Polonia e della sua cantieristica, l'immagine che se ne ha sia un po' sedimentata e si riferisca ad almeno 5 anni fa. E' cambiato il mondo e ne sono cambiati i pesi le le velocità. Sbagliamo se continuiamo a guardare in avanti con gli occhi del passato e nel sentirci, non si sa perché migliori di altri. Purtroppo e ripeto purtroppo sta a noi trovare soluzioni. 
Perché comprare gli stampi di un eventuale Viko 20 se non fosse più prodotto, e magari non definire delle specifiche, sviluppare il progetto e realizzare un ITA 20??? 
Se siamo un paese di navigatori e di "creativi" sta a noi trovare soluzioni......altrimenti facciamo i professori, commentiamo l'acqua calda e aspettiamo che siano altri a risolverci i problemi. 
Tengo a precisare che non mi permetto di polemizzare con nessuno, sono solamente dispiaciuto e contrariato rispetto alla situazione che stiamo vivendo, e lavorando con realtà diverse mi rendo conto che molto dipende da noi. 
Se ciò che abbiamo non ci soddisfa perchè non lo cambiamo????? 

Buon vento a tutti 
Luca
Natante a Vela
Sailandmore




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