venerdì 28 febbraio 2014

Test di ribaltamento di un Deltania 20.5 e un Jollenkreuzer

tv.yacht.de
Il test di ribaltamento visibile su tv.yacht.de è stato effettuato con 18 nodi di vento con due tipi di barche diverse, un Deltania 20.5 e un Jollenkreuzer d'epoca.
A prescindere dalle considerazioni tecniche che vengono esposte si può vedere che in condizioni di vento non estreme barche a vela di questo tipo possono scuffiare e ribaltarsi. 
E' evidente che il test è stato condotto da persone esperte, prima nel simulare le condizioni di ribaltamento che peraltro possono verificarsi a causa di inesperienza o imprudenza e poi, e soprattutto, nel fare in modo che la barca non si capovolga completamente.
Un video che deve far riflettere.



Holzboot Charter, das blaue paradies

HOLZBOOT CHARTER
Non rimpiango i tempi in cui prendevo la mia valigetta per andare in giro da clienti e fornitori, spessissimo in Italia, qualche volta in Germania, ma di quest'ultimo paese ho un bellissimo ricordo, delle sue acque, delle sue foreste, delle sue casette immerse nel verde intenso di dolci colline ed infine della gente che, per quanto seria nel lavoro, non è mai stata avara di sorrisi e disponibilità.
Ho molta nostalgia della Germania e mi piacerebbe tornarci, questa volta con Elena, e sono sicuro che piacerebbe anche a lei.
Allora perché non in una meravigliosa barchetta in legno d'epoca presa da Holzboot Charter nel "blaue paradies", nei laghi di Postdam o nel Brandeburg Havel ma volendo anche nel Mar Baltico, con dei PREZZI che vanno per un week end a meno di 200 € fino ad un massimo di 1000 € per una settimana in alta stagione, ma c'è anche la possibilità di uscite giornaliere.
Sarebbe davvero fantastico!



giovedì 27 febbraio 2014

Claude Monet, le sue marine e le sue barche


Claude Monet è stato il pittore impressionista più impressionista di tutti e se tutti hanno dipinto scene marine, barche, fiumi e porti credo che mai nessuno di loro sia arrivato al punto di costruirsi in giardino una rimessa per barche per poter dipingere nell'acqua. 
Nella pubblicazione che ho inserito nel post potrete vedere moltissime delle sue meravigliose barche a vela navigare sulla Senna e nel mare della Normandia.


mercoledì 26 febbraio 2014

Assicurazioni, la Top Ten delle rivalse in USA

BOATUS
10° Posizione: Fulmine
Anche se solo l'1.2 % delle rivalse riguarda questo tipo di incidente rimane uno dei più costosi, più della collisione, a causa dei danni molto estesi allo scafo o delle ferite mortali. Purtroppo in questo caso dare consigli veramente validi è anche molto difficile.

9° Posizione: Furto
Il furto è il tipo di rivalsa più caro in assoluto, pur essendo al nono posto in quantità. Il 90% dei furti avviene su barche che sono sul loro rimorchio.

8° Posizione: Ferite
Quasi tutti gli incidenti che provocano ferite riguardano ospiti o equipaggio inesperto. Per questo motivo è assolutamente indispensabile avere un'assicurazione e segnalare agli ospiti i pericoli come le superfici scivolose e quant'altro.

7° Posizione: Impatto con gli scogli
Buone carte nautiche, esperienza nella loro lettura ed ecoscandaglio prevengono in buona parte questo tipo di incidente.

6° Posizione: Collisione
La maggior parte delle collisioni sono il risultato di una combinazione di tre fattori: la disattenzione, i punti ciechi, e la troppa velocità. Normalmente questi avvengono tra due imbarcazioni ma anche "incontri ravvicinati" con pontili, boe, moli ed altri oggetti fissi, questi ultimi provocano molto meno danni.

5° Posizione: Incendio/ esplosione
La rivalsa relativa ai danni è seconda solo al furto poiché normalmente l'incendio e l'esplosione provocano la perdita totale della barca. Le cause principali dipendono dai cablaggi di approvvigionamento gas e combustibile difettosi. Oltre i doverosi controlli agli impianti, assicuratevi sempre di avere un estintore a bordo.

4° Posizione: Collisione con oggetti semisommersi
A differenza del caso precedente è difficile arrivare alla perdita totale della barca, anche se si possono provocare danni gravi. Quando si sente un tonfo è sempre buona norma controllare attentamente lo scafo.

3° Posizione: Meteo/ vento
Ovviamente non si parla di uragani che è al primo posto, ma le condizioni meteo estreme sono sempre una causa importante di incidenti anche quando la barca è ormeggiata. Il consiglio è di tenerla in un luogo protetto.

2° Posizione: Naufragio
La prima regola della navigazione è tenere l'acqua fuori dalla barca, troppo spesso però questa regola viene disattesa. Nel 2011 i sinistri pagati per l'affondamento hanno superato quelli dell'Uragano Irene. L'acqua molto spesso trova la sua strada attraverso quei buchi fastidiosi posti al di sotto della linea di galleggiamento.
Molti fori subacquei hanno un sistema per essere tenuti chiusi quando non sono necessari, sono le prese a mare, ma le prese a mare spesso rimangono aperte grazie all'utilizzo di raccordi e tubi che tengono l'acqua fuori.
Controllate sempre, spremete, e tirate tutti i raccordi sotto la linea di galleggiamento almeno una volta per stagione per assicurarsi che la vostra barca rimanga a galla.

1° Posizione: Uragano
Tra il 2008 e il 2012, ci sono stati tre grandi uragani, Ike, Irene e Sandy, gli ultimi due hanno avuto un numero di sinistri che contavano migliaia di barche danneggiate. Il payout medio per sinistro, però, arriva per ultimo perché l'imbarcazione nella maggior parte dei casi può essere recuperata. Difendersi da un uragano significa preparare un piano di protezione della barca ben congegnato.

(Maldestramente tradotto, ma soprattutto interpretato da me medesimo, da: Boatus).

Via: Dailyboater

Con un catamarano gonfiabile alle Isole Shantar, nel Mare di Okhotsk



Di un'avventura simile effettuata in queste latitudini ne avevamo già parlato nel post "Navigare l'Arcipelago delle Curili, tra le Isole del Nord ed un secolo e mezzo di controversie". 
Oggi vi propongo un video in cui si naviga con un catamarano gonfiabile della classe Stalker nell'Arcipelago dell'Isola di Shantar, sempre nel Mare di Okhotsk, per circa 1100 km, accolti da megattere, balene beluga, narvali, orsi e banchi di salmoni rosa che depositano le uova. Imperdibile.



martedì 25 febbraio 2014

Prova di tenuta albero e satiame di Papì


Tanto per dimostrare ulteriormente la praticità di questa "deriva gonfiabile" vi posso assicurare che ho fatto tutto in tre quarti d'ora, montaggio, smontaggio e test di tenuta dell'albero e del sartiame.
Per prima cosa ho deciso di utilizzare il boma originale, è ugualmente leggero e qualora si volesse fare il surf è lì pronto.
Ovviamente per effettuare il test non c'è stato bisogno di montare deriva e timone.


La prova è consistita nel ruotare prima il boma e la vela e poi la barca fino a ribaltarla completamente.


L'albero non si è mosso dal vano che lo contiene.....


.... nel quale è infilato per circa 30 mm e fissato con dei cordini alla base.


Unica modifica che ho deciso di apportare riguarda il fissaggio delle "sartie", costituite da due cimette, con un morsetto fissa cavi del tipo in figura, il semplice nodo potrebbe non essere sufficiente, in questo modo invece le continue sollecitazioni sull'albero non andranno a modificare più di tanto la tensione delle sartie.


Concludendo, il test mi è sembrato soddisfacente, come si vede dall'ultima foto l'albero e il sartiame nonostante le sollecitazioni e i ribaltamenti sono rimasti al loro posto.


Il prossimo test sarà al mare.


lunedì 24 febbraio 2014


domenica 23 febbraio 2014

VOILIER - CORSAIRE su Leboncoin

Voilier Corsaire (Morin) su Leboncoin
E' un'altra di quelle barche che se ne avessi la possibilità l'andrei a prendere senza pensarci un attimo. Ce ne sono due modelli bellissimi in vendita su Leboncoin, quello nella figura sopra a 4700€, quello nella figura sotto a 8000€. Mitico il Corsaire di J.J. Herbulot.

Voilier Corsaire de 2007 su Leboncoin


sabato 22 febbraio 2014

Yachtshipyard, qualche suggerimento per una piacevole piccola crociera

«Большие мелочи» для малой яхты.
In un post dell'interessante blog russo Yachtshipyard danno alcuni suggerimenti per rendere più piacevole la crociera anche in piccoli cabinati.
Uno di questi, e certamente il più interessante a parte le tre grazie a bordo, è il boma rollabile che qui da noi rimane incomprensibilmente un privilegio solo per le barche più grandi.
Eppure, come si vede nelle immagini sottostanti, si tratta di mettere due cuscinetti, uno in fondo ed uno in cima al boma, in modo che questo possa ruotare liberamente. Ovviamente occorre qualche accorgimento per la scotta della randa e del vang. Nella figura hanno posizionato la prima in fondo al boma, nello stesso punto di aggancio dell'amantiglio, il secondo invece ha la possibilità di allungarsi secondo la rotazione del boma. Comunque sia si potrebbe risolvere tutto con un piccolo "carter" indipendente dalla rotazione del boma.

«Большие мелочи» для малой яхты.


venerdì 21 febbraio 2014

Lavori a bordo di Papì


Finalmente ho potuto mettere mano al mio amato Papì che ha atteso pazientemente diversi mesi di essere messo nuovamente in condizioni di navigare. Avevamo detto che i punti di fissaggio dell'albero erano deboli e necessitavano di un imbullonamento alla base che, come vedete, ho realizzato con la modica spesa di 4 €. 
La base dell'albero ho preferito non vincolarla con un perno per permettere l'utilizzo di Papì anche come "windsurf", l'albero rimarrà semplicemente infilato per circa 3 cm nel suo vano con dei cordini che lo tengono. Se ci fossero problemi di tenuta in futuro potrei mettere il perno ma credo che sia meglio procedere passo passo cercando di evitare il più possibile modifiche invasive. Infatti l'inserimento del perno mi obbligherebbe a staccare circa 40 cm della copertura del pianale per poi doverla incollare di nuovo, operazione che vorrei evitare.


Ho effettuato la prima prova di tenuta, avrei dovuto farla prima, ruotando Papì di 90°. Il risultato è stato ottimo, nessun segno di cedimento. Comunque nei prossimi giorni provvederò a rimontare completamente l'armo velico in giardino per rifare la stessa prova con tutta l'attrezzatura montata.


Non vedo l'ora di riprovare Papì in mare, con il vento sostenuto e costante della meravigliosa Costa Etrusca, credo i primi giorni di Giugno, un giorno infrasettimanale quando le lunghissime spiagge a ridosso del Parco Regionale della Maremma sono pressoché deserte.


A presto Papì!


giovedì 20 febbraio 2014

Sealander, sviluppo di un dispositivo multifunzionale per il trekking

BraunPreis 2007, Sealander
"Sealander" fonde le caratteristiche di una  "chaise longue bike" con la tecnologia di una barca pieghevole in modo che possa essere utilizzata per le attività di viaggio e tempo libero nelle regioni in cui corsi d'acqua e terreno si alternano. La combinazione delle due modalità di trasporto permette un adattamento flessibile ai diversi requisiti ambientali e la possibilità di viaggiare senza ostacoli su lunghe distanze. Nella sua realizzazione si è riusciti a integrare il  telaio della bicicletta nella struttura della barca in modo da permettere il doppio utilizzo dei numerosi elementi funzionali. Un'altra importante innovazione consiste nell'ottimizzazione dei materiali, spazi e pesi garantiscono la qualità del prodotto. Grazie alla sua flessibilità, "Sealander" permette al viaggiatore di esplorare luoghi precedentemente inaccessibili e allo stesso tempo di pianificare liberamente ogni tipo di itinerario. (Maldestramente tradotto ed interpretato da me medesimo via: media.braun)

Sealander, bauhausverein

Il "Sealander" è un veicolo da trasporto che si basa sulla propulsione muscolare, realizzato in modo che possa essere utilizzato sia a terra che in acqua, un mezzo ottimale per svolgere trekking senza limitazioni.
Il progetto non è altro che il risultato tra la fusione di una bicicletta con un kayak, un mezzo anfibio che possa interagire con le caratteristiche topografiche del paesaggio.
Progettato per percorsi a lungo raggio, lungo regioni paesaggistiche attraenti in cui si incontrano reti terresti e vie navigabili, questo tipo di veicolo permetterà di esplorare luoghi in altro modo non visitabili.
La caratteristica principale del Sealander è che esso può essere utilizzato completamente nella rispettiva modalità di trasporto, che sia bicicletta che kayak. Il telaio della bicicletta è completamente integrato nella costruzione del kayak, così da garantire un notevole risparmio di peso, e allo stesso tempo tutti i componenti del mezzo vengono riutilizzati in modo che non rimangano parti nella conversione. (Maldestramente tradotto ed interpretato da me medesimo da: Bauhausverein)

forschung-fuer-die-zukunft
Purtroppo non ci sono ulteriori novità su questa interessantissima idea sviluppata qualche anno fa da due studenti della Hochschule Anhalt di Dessau, Gregor Zeilder e Falko Strauch.

Via: PM Magazin


mercoledì 19 febbraio 2014

1.5 HP Mini Trolling Outboard

Small Outboard Engine
Small Outboard Engine produce piccoli motori per piccole barche, estremamente leggeri, portatili e poco costosi, sono l'ideale per tutti coloro che non si vogliono ammazzare di fatica quando devono montare il motore in barca. 
Non credo che ancora sia commercializzabile in Europa  a causa del marchio CE e di tutti gli obblighi ad esso correlato ma penso che una soluzione del genere sia  molto attraente.
Queste sono le sue caratteristiche tecniche, tenendo presente che la gamma di motori fuoribordo va dai 1.5 ai 2.0 HP, a 2 e a 4 tempi.

Peso: circa 8 kg
Velocità max: 3.5 nodi
Tempi: 1.5 HP solo 2 tempi, 2.0 HP 2 e 4 tempi
Capacità serbatoio: 1 litro
Marce: 1, con rotazione motore 360°
Raffreddamento: aria
Prezzi: da 475 a 620 $

Questo tipo di motore è l'ideale per kayak, canoe, piccoli cabinati, gommoni, dinghy e quant'altro non superi qualche centinaio di kg di peso, ovviamente.



martedì 18 febbraio 2014


domenica 16 febbraio 2014



sabato 15 febbraio 2014

West Wight Potter Ax-15 in vendita su YachtWorld

West Wight Potter AX -15ft, Walton on the Naze, Essex, United Kingdom
Questo West Wight Potter AX è un piccolo, popolare e stabile cruiser realizzato da Martin Pook. Questo particolare modello, è uno dei 16 costruiti da Mr Pook, in compensato marino leggero e molto resistente.
Lo AX 'speciale' indica le sue caratteristiche rispetto al'originale 'A' di Potter, che prevede un extra di 14'' in più di lunghezza rispetto al progetto ed è anche un po' più largo. Il 'Potter' è improntato tutto sulla semplicità, è così leggero che una persona da sola lo può varare e alare, è grande abbastanza da ospitare due adulti in crociera, allo stesso tempo è abbastanza piccolo per essere trainato da una piccola auto ed essere tenuto in giardino. La barca è in ottime condizioni, lo scafo è stato revisionato di recente e recentemente è stato rinnovato il sartiame e la vernice. Le vele sono in buone condizioni, ed è dotato di un ottimo carrello. Il Potter è stato progettato per essere stabile e con la sua chiglia retrattile è ideale per fare crociera su estuari, fiumi e coste poco profonde. La sua prua alta permette di far fronte alle condizioni più estreme e il suo pozzetto autosvuotante aiuta con una sufficiente esperienza di navigazione. Una grande barca e un ottimo investimento di sole £ 3250 (sterline). (maldestramente tradotto ed interpretato da me medesimo da Yacht World).

Se ne avessi la possibilità andrei di corsa a comprarlo, anche con il rischio di schiantarmi sulle Bianche Scogliere di Dover. E' bellissimo!

West Wight Potter AX -15ft, Walton on the Naze, Essex, United Kingdom


OMG: una nave da carico spagnola di 100 metri si spezza in due sulle coste francesi



C'è da chiedersi che senso abbia interrogarsi sula stabilità o meno di una barca, quanto piuttosto cosa ci si voglia fare, dove ci si voglia andare e perché.

La Francia ha sollevato un allarme inquinamento dopo che una nave cargo spagnola si è spezzata in due su un frangiflutti vicino a Bayonne, sulla costa atlantica. Alla deriva, dopo un guasto al motore, il Luno si è schiantato contro il frangiflutti a Anglet, dividendosi perfettamente in due, con le due metà su entrambi i lati delle rocce. Tutti i 12 membri dell'equipaggio sono stati salvati con il verricello da un elicottero, uno alla volta. Solo un membro dell'equipaggio si è rotto il naso.


Il salvagente per l'iPad

Lifejacketcase
Poiché la vita a bordo può essere difficile anche per un iPad, con il quale oramai si fa praticamente tutto incluso misurare la velocità del vento e della barca oltre che pianificare la rotta e sapere con quali navi ci potremmo scontrare, perciò anche lui ha bisogno di molte attenzioni e protezione.
Il giubbotto di salvataggio Lifejacketcase è impermeabile, galleggiante e dispone di una staffa di montaggio.
Costa $ 100.

Via: Cruising World


venerdì 14 febbraio 2014




Con una "sanpierota" attraverso l'Atlantico

Dal sito di Marco Tapetto
La "sanpierota", tipica imbarcazione veneziana in legno che misura circa 6.70 metri di lunghezza e 0.8 metri di larghezza, sarà dotata di tutta l'attrezzatura necessaria per garantirne l’immediata rintracciabilità nonché di un autogonfiabile.
“Achab”, è il suo nome, si appresta a sfidare l'Atlantico con a bordo due intrepidi navigatori, Marco Tapetto e sua moglie Ursula Zancarlin. Questa Sanpierota che è stata progettata e costruita dallo stesso Tapetto, ideatore dell’impresa, abile carpentiere navale ed esperto velista, partirà dal porto di la Spezia tra il 15 e il 18 febbraio a bordo di una nave cargo alla volta dell’Isola di Sal, nell’arcipelago di Capo Verde, dove giungerà alla fine del mese. Da Sal, una volta salpati, Marco e Ursula giungeranno in circa un mese, prima alle Barbados e dopo ad Antigua navigando per circa 2500 miglia con il solo ausilio delle correnti marine e degli Alisei, conosciuti anche come i venti del commercio, in quanto i viaggi di esplorazione seguirono proprio la loro direzione.
Per seguire la loro grande avventura vi potete collegare al loro sito: www.marcotapetto.com.


Via: Ansa Mare, Venezia Today



giovedì 13 febbraio 2014

Aspirina è sotto il Ponte di Brooklyn


In una fredda giornata di febbraio, nell'attesa di climi più miti per salpare, Aspirina naviga con l'immaginazione in luoghi lontani, forse non impossibili visto che l'Atlantico si è attraversato in canoa. Per ora sotto il Ponte di Brooklyn grazie ad Iperegocentrico, a SketchUp e a Google Earth: LINK.


mercoledì 12 febbraio 2014


martedì 11 febbraio 2014

Arezzo, il Casentino e le sue bellezze antiche



Il bravo Alex Revelli Sorini direttore dell'Accademia Italiana di Gastronomia Storica nella trasmissione RAI Unomattina Verde - racconta le bellezze del Casentino.
Mi sono tornati alla mente i tempi in cui io e Elena, molto più giovani, liberi e belli, abbiamo visitato tutti i meravigliosi castelli del Casentino (circa 100) partendo dalla sua casina a Raggiolo.



La ciclobarchina "Serenella" a vela, qualche anticipazione

Ciclobarchina "Serenella", vista laterale in versione "acqua"
C'è chi ha scatenato la sua immaginazione creando un vero e proprio mezzo "anfibio" realizzando uno dei grandi sogni dell'umanità, avere la possibilità di procedere in acqua e sulla terra con lo stesso mezzo.
Sono settimane che ci sta lavorando e ancora non ha raggiunto la versione definitiva ma, avendomela messa a disposizione, non ho saputo trattenermi dal pubblicarla subito, salvo aggiornamenti futuri.

Ciclobarchina "Serenella", vista dall'alto in versione "acqua"
Come potete osservare dalle figure la versione vela prevede tutto ciò che serve per navigare: gli scafi, la deriva, il timone, l'elica a pedali, l'albero e la vela. Gli scafi, a questo punto del progetto, consistono in tubi in PVC riempiti da poliuretano a bassa densità, o altro materiale che garantisca galleggiamento e spinta, con un semplice sistema di rotazione che permetta di sollevarli. Non sono escluse però altre soluzioni.

Ciclobarchina "Serenella", vista laterale in versione "strada"
Una volta sollevati gli scafi, il timone e la deriva il gioco è fatto, si procede per strada dallo scivolo. Fantastica questa ciclobarchina "Serenella", poi è a due posti!

Ciclobarchina "Serenella", vista dall'alto in versione "strada"
Sono convinto che i tanti lettori "teutonici" che leggono questo blog e maestri nella meccanica sarebbero in grado di realizzarla al meglio.


domenica 9 febbraio 2014

Les Phares de la Côte - Bretagne


"Oggi i guardiani dei fari sono scomparsi, superati dalla "modernità". Solo i fari con la loro presenza, ormai quasi tutti abbandonati, testimoniano ancora un passato non così lontano. Questo video è un modesto omaggio a quegli uomini e donne che hanno rischiato la loro vita e hanno a lungo "sfidato" gli elementi della natura per salvare naviganti in difficoltà. Le splendide immagini aeree sono della nostra amata costa della Bretagna .... I fari potrebbero raccontarci delle tempeste che hanno superato, della loro eroica resistenza alle onde dell'inverno che colpiscono ancora, ancora e ancora. Loro sono sempre in piedi ad affrontare il mare, senza batter ciglio. Ma la mancanza di mezzi di sostentamento per le loro colonne di pietra li stanno facendo morire lentamente ..."-

Via: Canale Youtube MGROYAUME



sabato 8 febbraio 2014

Giallo sul blu, il ritorno di un colore intelligente?

Lo stupendo Armagnac giallo "Fricco", dal blog Voilier-Fricco
Una volta quando ad un nostro lettore dissi che Aspirina mi sarebbe piaciuta più di colore blu, questi mi fece giustamente osservare che il blu sul blu poteva non essere poi una scelta ideale a causa della difficoltà a distinguerla per poi rischiare abbordi in mare. Non ho potuto fare a meno di concordare, ed aggiungo che spesso nella scelta del colore della barca ragioniamo più col sentimento e l'estetica che con la ragione.
Nella rivista yacht.de potrete trovare un interessante anticipo su di un articolo della rivista che rivaluta il giallo che era molto in auge nella metà del secolo scorso.
Quelli della mia età si ricorderanno che molti dei primi "Pivere" erano di colore giallo, colore che progressivamente è stato coperto con il bianco o il blu, così come gli Armagnac simili allo stupendo Fricco.

Dal post "Un Piviere e il suo carrello"
Via: Yacht.de


venerdì 7 febbraio 2014

Mr. Punch a bordo

Mr. Punch aflot, dal Progetto Gutemberg
Mr. Puch afloat è un'esilarante serie di aneddoti e storielle marinaresche raffigurate creata per rappresentare la "crema" dell'humor nazionale inglese. Il tema forte della comicità britannica è l'autoironia, rappresentata in modo distaccato ed impassibile, con le emozioni sepolte sotto un umorismo che appare distaccato ed insensibile alle altre culture. 

Purtroppo la necessità di tradurre ed interpretare i testi non ne rendono semplice la comprensione, neppure a chi conosce la lingua, vale però assolutamente la pena di sforzarsi e cercare di capire come sono capaci di prendersi in giro i più grandi navigatori del mondo.
Nel mondo nostrano della nautica italiana ho visto una capacità del genere solo con "Il vademecum del perfetto navigatore" di Neri Tanfucio e altri suoi racconti.

Nota: Mr. Punch è una maschera inglese utilizzata nei teatri dei burattini. La figura clownesca di Punch è un derivato di Pulcinella, dalla commedia dell'arte italiana, prima approdato in Francia come Polichinelle e di qui giunto a Londra come Punchinello (in seguito abbreviato in "Punch"). Le scenette di Punch e Judy erano eseguite da un solo burattinaio. Punch apparve nei teatri dei burattini inglesi nel XVII secolo, ma solo nel XVIII si definirono le sue caratteristiche: la gobba, il lungo naso adunco che quasi si unisce al mento ricurvo. Il vestito, a differenza della casacca bianca di Pulcinella, è un appariscente abito giallo e rosso da giullare. Si caratterizzò come maschera negativa, dedito alle peggiori malefatte e sempre capace di sfuggire alla "giusta punizione" facendosi beffe delle istituzioni umane (il boia) o addirittura di forze soprannaturali (incluso Satana in persona). (estratto da: Wikipedia)

Sembro io!!!


mercoledì 5 febbraio 2014

Coracle NRX 250 con armo velico fotografato al London Boat Show 2014

Nautiraid Coracle NRX 250 al London Boat Show, dal Joly's Braime Blog
Ne avevamo parlato qualche giorno fa della presenza Nautiraid al London Boat Show 2014 ma non ero ancora riuscito a trovare una foto del nuovo modello del Nautiraid NRX 250 con armo velico. 
Ebbene nell'interessante blog di Joly Braime ho scovato una bella foto e non solo, si vede anche il trolley per portarlo a mano, ed eventualmente in bicicletta.
Joly nel post "I punti salienti del London Boat Show", ci descrive la sua visita al salone puntualizzando quelle che, secondo lui, sono state le cose più interessanti che ha visto. Tra queste ci parla della Nautiraid, rappresentata in Inghilterra dalla Nestaway Dinghy, inserendo la foto dei Coracle NRX 250 e 300 con armo velico. Vi consiglio di leggerlo.
Il Coracle NRX 250 rimane, secondo me, una delle soluzioni più interessanti in tema di piccole barche trasportabili per i seguenti motivi:
  • è bello;
  • è ben curato;
  • è stabile e sicuro,
  • è facilmente trasportabile con ogni mezzo;
  • è economico, qui ci sono i PREZZI base nel Regno Unito.
Personalmente mi piace molto e rimane tra le tre o quattro possibilità di un eventuale acquisto che potrebbero essere, oltre a questo, o un kayak faltboot, o un catamarano gonfiabile, o un sit-on-top gonfiabile, tutti con armo velico.
Mi permetto di tradurre ed interpretare il punto, "3. Barche da commandos", in cui Joly ci parla della Nautiraid.

"Gli inglesi hanno una particolare predilezione per tutto ciò che si piega, si gonfia e si apre oppure che si può confezionare in una borsa, e c'è sempre un bello spazio espositivo quando nei saloni nautici britannici c'è il bisogno di mostrare queste barche.
Questo aspetto (contrariamente a quanto accade qui da noi, ndr) restituisce al visitatore  una meravigliosa sensazione di democrazia per il fatto che, per quanto piccola sia la vostra casa o l'auto, si può sempre sognare di possedere una barca che può essere contenuta in uno scaffale o in un armadio ed infine portare la barca sul tetto di una Mini e assemblarla da soli in pochi minuti. (....)
E' già da tempo che apprezzo le proposte delle barche smontabili Nestaway , che si possono suddividere in più sezioni infilandosi una dentro l'altra come curiose "matrioske" nautiche. Il concetto è divertente, e le barche carine, ma ho sempre pensato che fossero ancora un po' troppo ingombranti e pesanti, fino a quando ho visitato il nuovo stand di Nautiraid ed ho potuto ammirare le sue barche pieghevoli. 
Nautiraid è una società francese che costruisce barche skin-on-frame, canoe e kayak (il loro background è nei kayak militari per le forze speciali), fatte apposta per essere leggere ed essere trasportate sulla schiena. 
Così anche i sogni di un piccolo ragazzo potrebbero essere realizzati. 
Inoltre, con quella pelle addosso, le versioni del "Coracle" assomigliano un po' a delle grandi banane scure."

Grazie Joy! Se volete sapere qualcosa di più di Nautiraid, nel blog di Madame Rêve potete trovare foto ed informazioni davvero interessanti.

Nel video il montaggio del modello più piccolo, l'NRX 190.




Quality Marine e l'idoneità all'uso di Assonautica


Il 3 febbraio 2014 presso la Sala Convegni del Circolo del Golf dell'Argentario si è tenuta una tavola rotonda sulla "grande" nautica da diporto in Maremma. 
Gli interventi si sono focalizzati sui numeri in caduta libera del fatturato, da 6.5 miliardi di euro di qualche anno fa ai 2.5 miliardi di oggi addebitandone le responsabilità, almeno così sembra dai comunicati, alla caotica successione di novità normative culminate con la Finanziaria del 2007, che riguardava le concessioni demaniali. Le conclusioni hanno puntualizzato l'esigenza di creare una rete portuale turistica nonché quella di rivedere i titoli professionali con l'ausilio del progetto, presentato da Assonautica, Quality Marine.
Questo, detto in due parole, è quello che mi sembra di aver capito.
Almeno per una volta condivido, seppur solo parzialmente, l'analisi di Assonautica, credo di aver scritto anni fa su questo blog che senza la pianificazione territoriale su larga scala della portualità turistica non si sarebbe andati da nessuna parte. Purtroppo invece in Italia ognuno ha coltivato il suo orticello e se a un Comune è partita l'idea di fare, o ingrandire, un porto non c'è stato nulla che lo abbia potuto trattenere dallo spendere milioni di euro del contribuente, senza tenere presente che magari a pochi chilometri di distanza c'era una grande area portuale dismessa che poteva essere riconvertita e/ o senza considerare i devastanti impatti ambientali, territoriali, paesaggistici e sociali che queste infrastrutture comportano. 
Non stilo elenchi, di esempi ce ne sono di buoni e di meno buoni, oppure quelli che pur presentando gli aspetti positivi della riqualificazione del territorio, vedi il nuovo porto di Marina di Pisa, vengono straziati dalla gestione privatistica dello stesso.
I risultati di questa "babele" sono nei numeri, ma non solo, perché l'approssimazione porta anche ad una scarsa qualità dell'offerta caratterizzata principalmente dai comportamenti discutibili dei gestori. L'esigenza di rivedere i requisiti professionali ha automaticamente scoperchiato anche questa "pentola".
Ho scritto che sono solo parzialmente d'accordo su questa analisi perché parte da presupposti sbagliati. 
Il primo è che non si può parlare di "grande" nautica senza parlare anche della media e piccola. E qui si torna al concetto di coltivare il proprio orticello, la pianificazione su larga scala deve essere fatta per qualsiasi tipo di portualità, che sia il grande porto che il piccolissimo "marina" turistico e/ o il porto a secco. I numeri devono comprendere tutti e questo non riveste solo un importante aspetto sociale che deve essere necessariamente tenuto presente ma anche quelli relativi alla sicurezza della navigazione e all'impatto ambientale. Non è concepibile che entro una determinata area territoriale non ci sia accoglienza per ogni tipo di barca, che sia un piccolo natante o un grande yacht di cento metri, oppure che non si tengano presenti i limiti imposti dalla conservazione del paesaggio privilegiando nell'uno, o nell'altro caso, un'area invece che un'altra. 
Il secondo presupposto di partenza sbagliato, complementare al primo, è l'innalzamento delle barriere, architettoniche e non. I gestori, normalmente poco qualificati  e spesso maleducati, si sono appropriati del territorio innalzando delle barriere con la comunità circostante. Si entra nel marina alzando una sbarra con tanto di usciere e se ne esce abbassandola: NULLA DI PIU' SBAGLIATO, NULLA DI PIU' STUPIDO, NULLA DI PIU' INSENSATO, NULLA DI PIU' ORRIBILE. Ditemi voi se nella storia dell'umanità e della marineria si era mai visto un abominio del genere.
Non vado oltre in queste considerazioni potrei scrivere per ore, ma avendo lavorato nella qualità per vent'anni credo di aver imparato che quando i risultati sono negativi bisogna saperne ricercare le cause in maniera accurata e sistematica per poi predisporre le modifiche al sistema. Una causa di non poco conto da tener presente, per esempio, è che il fatturato non è sempre garantito se non si coltivano più tipologie di clientela.
E' giunta l'ora di capire veramente, per la prima volta in questi ultimi trent'anni, cosa significa "idoneità d'uso" di una struttura portuale.

Nota: Sulla Strett View in testa le sbarre del porto di Cala Galera, queste dovrebbero essere vietate dalla legge.

Via: ANSA MARE


martedì 4 febbraio 2014

Dallo Strug al Banana Boot, la barca pieghevole

Lo "Strug", dal sito Hobbyport
Nel sito Hobbyport potete trovare un interessante progetto di autocostruzione di una barca pieghevole di nome "Strug". Contrariamente a quanto accade normalmente, in questo caso, il traduttore è estremamente preciso pertanto se ne percepiscono con esattezza tutte le caratteristiche. Il materiale da costruzione dello Strug è l'alluminio ma credo che questo possa essere facilmente sostituibile con materie plastiche.
Di barche pieghevoli di questo tipo se ne trovano diverse nel mercato, tra cui la Banana Boote, la Porta-Bote e la Maraposa. Quest'ultima, come lo Strug, non prevede l'armo velico che può essere tranquillamente acquistato on-line da Sailboats ToGo.

Porta-bote
Non è una barca bellissima da vedere ma è molto pratica perché la si trasporta e arma facilmente, in più è leggera con modelli e lunghezze che partono dai 2,6 metri circa fino ai 4,3 metri con pesi a vuoto che vanno dai 30 ai 50 kg circa.
Questo tipo di barca pieghevole può essere utilizzata come tender in un piccolo cabinato poiché la si può appoggiare ai candelieri occupando pochissimo spazio.
L'amico lettore Luca l'aveva provata a Premantura in Croazia regalandoci questo bellissimo video che avevamo visto nel post "Pieghevole o smontabile?".


Ma c'è anche un bel video più recente girato sul Lago di Garda, a Torbole.




Der Klepper Mantel

Le mantelle Klepper, da una pubblicità del tempo
C'è tutto uno stile di vita dietro il mondo della Klepper Faltbootwerft di Rosenheim, uno stile che si ispira alla vita sana all'aria aperto, al trekking, allo sport, al camping e ad una nautica vissuta secondo quelli che sono i canoni di semplicità ed economicità che ci sono cari. E' per questo motivo che mi piacciono le "faltboote" in generale, oltre al fatto che si possano utilizzare in qualsiasi ambiente acquatico e trasportare con qualunque mezzo.
Però non ci sono solo le barche smontabili nella grande intuizione del loro ideatore Johann Klepper ma, come abbiamo visto ci sono le tende e, quello che vediamo oggi, l'abbigliamento.
Personalmente ho sempre adorato le mantelle e, dopo la giacchetta da marinaio che ho acquistato quest'anno, l'anno prossimo sarà di sicuro per una mantella impermeabile con cappuccio stile Klepper, un po' vintage.

La prima mantella Klepper è stata realizzata a Rosenheim nel 1920. Il sarto Johann Klepper sviluppò una mantella completamente impermeabile, rivestendo in gomma una giacca di cotone. Responsabile dell'impermeabilità all'acqua e dell'elevata resistenza alla lacerazione e all'abrasione era uno speciale processo di rivestimento che comunque garantiva la traspirazione dell'aria. In più l'invenzione di Johann Klepper garantiva un indumento leggero che poteva essere trasportato facilmente. 
La giacca ebbe un lungo successo, prodotta fino al 1969 in vari modelli. Durante questo periodo furono approvati una serie di brevetti che garantivano una maggiore aerazione delle mantelle, nonché il cambiamento della forma, del modello, dei materiali e delle modalità di impermeabilizzazione che con una impregnazione al silicone, rese la superficie maggiormente idrorepellente. Fino al 1969, il cappotto Klepper venne sviluppato come prodotto "Evergreen" e tra il 1979 e il 1988, la mantella ebbe di nuovo una grande popolarità. 
Nel 1997 ne fu prodotta, per l'ultima volta, una edizione limitata.
(maldestramente riassunto, tradotto ed interpretato da me medesimo da Wikipedia).

Nel video una piccola storia delle mantelline Klepper.


Davvero curiose le molte foto che si trovano in rete, stile catena e frustino, ohi ohi.



No Frills 15 alias Kingston 15, un altro "pico cruiser" per autocostruttori

"Primerose" in navigazione, dalla sua FOTOGALLERY Picasa
Molto carino e straordinariamente spazioso questo nuovo "pico cruiser" che vi propongo oggi, il NO FRILLS 15, alias KINGSTON 15. E' un piccolissimo cruiser a vela per due persone con due cuccette e sul quale, sembra, si possa stare comodamente a bordo. C'è chi l'ha realizzato e che generosamente ci ha regalato una bella FOTOGALLERY con tutte le fasi di costruzione.

I carinissimi interni di"Primerose", dalla sua FOTOGALLERY Picasa
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali.
Lunghezza: 4.63 m
Larghezza: 1.88 m
Pescaggio: 0.21 - 0.64 m
Peso a vuoto: 339 kg
Dislocamento totale: 580 kg
Sup. velica (randa + fiocco): 11.14 mq
Letti: 2
Costo realizzazione: 3000 $ circa

"Primerose" sul carrello, dalla sua FOTOGALLERY Picasa
Questa barchina è stupenda! C'è anche un piccolissimo video di Primerose in navigazione.




domenica 2 febbraio 2014

Klepper - Faltboot on Tour

KLEPPER - FALTBOOT ON TOUR
E' fantastico questo Klepper - Faltboot on Tour che, pur contenendo solo due post, la dice lunga sulle potenzialità delle Faltboot, a mio parere tra le le barche più belle ed ingegnose che esistano.
I nostri eroi di oggi si sono portati dietro la Klepper Aerius prima in viaggio di nozze alle Seychelles e successivamente in Thailandia.
Chiunque può capire con il traduttore istantaneo ma bastano le immagini, seppur poche, a suscitare i migliori sentimenti di invidia.
Notevole la segnalazione che con la compagnia Qatar Airways non hanno pagato il sovrapprezzo per il bagaglio, le attrezzature sportive non costano nulla.
La loro vacanza con la faltboot si è svolta ne Parco Nazionale Tarutao, nel Mare delle Andamane, nella parte meridionale della Thailandia, al confine con la Malaysia.
Ohi, ohi, che meraviglia.
Certo, per acquistare una Klepper Aerius II a due posti con rig velico ci vogliono qualcosa di più di 4000 €, a questo punto credo che ne valga proprio la pena, prescindendo che nel mercato tedesco si trovano degli ottimi usati a tutti i prezzi.

Immagine tratta dal Catalogo Klepper


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