venerdì 2 ottobre 2015

The "Bray Dròleen", l'anima irlandese del Dinghy Classico

The Bray Dròleen
Non vi posso nascondere di averlo fatto apposta: andare a ricercare le linee d'acqua del Dinghy Classico nel mio libro di vela preferito e posso assicurarvi di averle trovate, benché questo sia stato pubblicato ben dodici anni prima della sua uscita grazie alla penna e all'inventiva del suo creatore, l'avvocato inglese George Cockshott.


Se il mio blog avesse anche una briciola di importanza nel mondo della nautica sono certo che avrei scatenato una serie di furiose polemiche; puristi, tecnici e appassionati si sarebbero dilettati ad elencare le differenze tra il Dròleen e il Dinghy Classico, differenze che certamente ci sono, ma a mio parere assolutamente poco rilevanti.: stessa lunghezza, stessa larghezza, stesso armo, stessa superficie velica, stesso tipo di deriva, stesso equipaggio in regata, linee d'acqua molto simili a parte qualche dettaglio.

Uno dei stette Dròleen in regata nelle acque di Bray
Come di consueto ho fatto una maldestra traduzione ed interpretazione del capitolo del libro di Henry Coleman Folkard che tratta dei "The Dròleen - One Design Class":

I Dròleens appartengono ad una One-Design Class Dinghy del Bray Sailing Club, adottato come tale nel 1897, la flotta è composta da sette imbarcazioni. 
Il loro nome di classe "Dròleens" deriva dal gaelico Drolin - un Wren (per gli iralndesi il Re di tutti gli uccelli, ndr). 
Le barche sono state progettate dal Sig W. Ogilvy, di Dublino e Bray, che è anche un membro del Bray Sailing Club, il quale me ne ha gentilmente inviato il disegno e la foto dalla quale sono state tratte le illustrazioni. 
Le dimensioni sono: - Lunghezza fuori tutto, 12 piedi; baglio, 6 piedi; sono dotati di una deriva in metallo (o chiglia girevole) in acciaio di 3/16 di pollice. 
L'armo velico dei "Dròleens" consiste in una vela singola al terzo in cotone marino di 100 sq. ft, tagliata in modo da stare quasi perpendicolare alla testa dell'albero quando è regolata correttamente. 
Portano anche uno spinnaker di 46 sq. Ft. per le andature di poppa. 
La chiglia girevole, è montata in modo da funzionare in una cassa di 2 piedi e 3 pollici, il cui perno attraversa la chiglia dall'esterno del fasciame. 
La chiglia può essere bloccata sia in posizione verticale che orizzontale in modo che possa essere prontamente sollevata quando il fondale è basso o scoglioso, o in caso di necessità. 
I "dròleens" non sono dotati di attrezzature in commercio di alcun tipo. 
La vela viene issata da due drizze. 
Queste barche vengono spesso utilizzate in condizioni di mare molto mosso quindi sono molto resistenti ma allo stesso tempo sufficientemente maneggevoli da essere sollevate da terra da due sole persone. In regata, l'equipaggio è limitato a due persone; ma possono esserne trasportate in tutta sicurezza ben cinque. 
Esse appartengono ad una classe di piccole imbarcazioni a vela molto maneggevoli adatte per una gestione in solitario di costruzione e forma molto robusta, così sicure che le vele non hanno bisogno di essere terzarolate nelle normali condizioni meteomarine adatte ad una barca “open”. 
La loro miglior andatura è la bolina nel mare agitato e ventoso, quello in cui non di rado le incontriamo al largo delle coste di Bray.

In Irlanda, di recente, è nata un'Associazione, la "Bray Dròleens Make a Comeback" che sta cercando di riportare all'antico splendore questa barca, ricostruendone una e restituendogli il merito; nessuno però si è azzardato ad andare oltre riflettendo, come ho fatto io oggi, sulla straordinaria somiglianza tra i due piccoli velieri.

Dròleen in regata, dal sito Bray Dròleens make a Comeback
Metto anche una foto dalla FOTOGALLERY che feci ai dinghy classici a Castiglione del Lago, vedo una differenza solo nella linea a prua.


Tutto ciò senza nulla togliere al creatore del Dinghy Classico che ci ha messo del suo. E per fare onore ai Dròleen e all'Irlanda gustatevi questo bel video.



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