lunedì 1 giugno 2015

Il varo di MAE


Oggi, con il varo di MAE, è completamente cambiato il nostro modo di fare vela. La scelta di abbandonare il cabinato per la deriva ha comportato grandi novità, dal cartopping e alla gestione della barca, di cui non facciamo altro che parlare, fino alla navigazione che abbiamo provato oggi per la prima volta con MAE.
Le prime prove di navigazione mi hanno mostrato che niente ha più a che vedere con la stabilità del cabinato ma allo stesso modo ho provato le grandi sensazioni che la propulsione silenziosa offre: la barca che scivola nell'acqua sospinta dal vento con la grande emozione del suo governo in funzione della sua direzione e della sua forza. Essere a contatto con l'acqua in barca a vela è sempre un'esperienza meravigliosa.
Anche le distanze che prima potevamo permetterci di affrontare non sono più le stesse, una cosa è avventurarsi in mezzo al lago macinando miglia altra è volteggiare sotto costa, sempre con un punto di riferimento sott'occhio.


Ancora è presto per fare bilanci e per accertare quale modo di vivere questa grande passione sia il migliore, certo è che oggi abbiamo goduto la bellezza di un luogo meraviglioso del quale non eravamo a conoscenza, avendolo visto solo da lontano.
Ho fatto un bagno su di un fondale sabbioso e pulito a noi sconosciuto al Trasimeno, normalmente un po' limaccioso, poi gli orizzonti, gli spazi e i colori tra il verde e l'azzurro intenso ci sono sembrati altrettanto belli, come sempre.
Per ultimo la possibilità di cambiare ogni volta il bacino di navigazione ci sembra un vantaggio non da poco, probabilmente anche se oggi al Trasimeno siamo stati benissimo la prossima volta andremo al mare.
La barchina è praticissima e molto carina, mi sembra abbia molti pregi ma anche qualche difetto.


Delle qualità della Walkerbay Breeze 10' ne abbiamo in gran parte parlato, trasportabilità, semplicità di utilizzo e gestione, economicità, etc. quindi non vado oltre, semmai parleremo dei pregi dal punto di vista tecnico in futuro, magari in occasione di una giornata più ventosa.
I pregi che saltano all'occhio subito al meno esperto sono:
  • la presenza dei remi che sono utilissimi per l'avvicinamento e l'allontanamento dalla costa. Non me ne vogliano i puristi della deriva.
  • i tubolari laterali offrono molta stabilità e sicurezza. All'interno della barca mi sono mosso in ogni modo, anche maldestramente, e non ho mai avuto la sensazione di rovesciarmi.
  • il timone regolabile in altezza
Le uniche carenze che ho notato oggi sono state le seguenti:
  • mancanza del segnavento
  • mancanza delle sedute laterali (se si è soli e ci si siede a poppa la barca si alza a prua)
  • barra del timone corta se si deve governare dalla seduta centrale
Ovviamente sono tutte piccolezze che possono essere facilmente risolte. Inoltre come tutte le barche, canoe e kayak di plastica si riga abbastanza facilmente quindi occhio: avrete notato che durante il carico e lo scarico dall'auto utilizzo una coperta per evitare rigature, credo che comunque ci si debba fare l'abitudine ad avere la barca un po' rigata; sarà dura per un perfettino come me.


Ho fatto i soliti errori degni del "decalogo del velista brocco": montato il boma all'incontrario e fissato assolutamente male il punto di scotta, avevo troppa voglia di veleggiare; non ho raddoppiato la scotta del fiocco tanto che ogni volta che viravo di bordo mi obbligava di andare a prua per farla passare, ma non sono certo che l'abbiano fatta sufficientemente lunga, probabilmente dovrò cambiare cima.

Infine immancabile, come sempre, le barche cambiano ma i selfie no.


La FOTOGALLERY completa.




domenica 31 maggio 2015


sabato 30 maggio 2015

TackingMaster, sailing smarter

Dal sito TackingMaster
Il TackingMaster si indossa come un orologio da polso e serve a dare una valutazione dei salti di vento durante la navigazione a vela. Questo semplice strumento è stato sviluppato in Danimarca ed è completamente analogico, impermeabile e non consuma nulla.
La direzione del vento prevalente si imposta con il quadrante esterno bianco, la freccia arancione indica la direzione (boa di bolina).


Ruotando il cerchio interno, adattandolo alla bussola, in base alle variazioni si può capire qual'è la migliore direzione da seguire.
Dal sito FACEBOOK di TackingMaster

Prezzo: 80 euro

Via: yacht.de


giovedì 28 maggio 2015


mercoledì 27 maggio 2015


martedì 26 maggio 2015


The Limpet 10 is the latest craze in the world of classic sailing tenders

LIMPET 10, dal sito Cornish Crabbers
Forse un po' più costoso del mio 10 piedi ma certamente più affascinate questo Limpet 10 della Cornish Crabbers.

"Un piccolo dinghy incredibilmente stabile che ha la versatilità di una semplice barca a remi ma anche di una deriva a vela. 
In entrambe le modalità di utilizzo vi è sufficiente spazio per due adulti e, se le cose si fanno impegnative, può essere montato un piccolo fuoribordo a poppa. 
Il Limpet 10 è la scelta ideale come tender per una barca più grande poiché permette la flessibilità necessaria per lasciare il vostro yacht all'ormeggio e scendere a riva, oppure perché non avere la possibilità di godersi un po' di deriva a vela? 
Le modanature in vetroresina sono ricoperte con un'elegante falchetta in Iroko, lo stesso materiale con cui è stato realizzato il timone. (....)
Lo stile classico e artigianale della Cornish Crabber, riconoscibile sia dentro che fuori dall'acqua,  è stato applicato anche sul Limpet 10."

Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza: 3 m
Larghezza: 1.3 m
Pescaggio: 1.78 cm – 73 cm
Sup. velica: 4.2 mq
Peso: 65 kg
Peso trasportabile: 190 kg
Prezzo: a partire da 3490 Sterline (escluse tasse, accessori e spedizione)

Il Limpet 10 mi sembra un'altra barca ideale per essere trasportata sul tetto dell'auto, è anche molto carina.


lunedì 25 maggio 2015

Una vacanza con la barca a Baia Verde


Al Camping Baia Verde, nei pressi di Punta Ala uno dei luoghi più belli della Costa Etrusca, è possibile portarsi dietro la barchina e tenerla sulla spiaggia in un comodo rimessaggio, QUI ci sono le tariffe, anche a forfait per tutta la stagione estiva.  
Che altro dire, a memoria, i luoghi, le spiagge e i dintorni sono meravigliosi.

Dal sito FACEBOOK di Baia Verde


domenica 24 maggio 2015

Il "Sunfish", la barca più popolare al mondo, è trasportabile sul tetto dell'auto

Immagine tratta da Wikipedia
"Sunfish, progettata nel 1952 è un miracolo di semplicità. Il piano velico richiede solo due scotte per le regolazioni e la barca può essere armata e pronta a navigare in qualche minuto. 
Il sistema brevettato del timone permette facili alaggi e vari. 
Lo scafo del Sunfish è leggero, trasportabile sul tetto dell’auto, richiede poca manutenzione e vi garantisce anni di divertimento. 
Il Sunfish combina performance, stabilità e durata nel tempo in un pacchetto che attrae chi si avvicina alla vela ma anche i più esperti. 
Se sono le regate che cerchi, l’Associazione Internazionale Sunfish organizza centinaia di eventi in tutto il mondo e se a questo aggiungi gli eventi che organizzano le Associazioni Nazionali non avrai alcun problema a tenerti occupato a regatare ! 
Più o meno giovane, alto o basso, principiante o esperto, il Sunfish ti garantirà anni di divertimento. 
Il Sunfish è disponibile in due versioni con possibilità di scegliere i colori delle vele."
(Estratto dalla BROCHURE del Sunfish).

Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza: 4.60 m
Larghezza: 1.20 m
Peso: 54.40 kg
Sup. velica: 7 mq
Persone: 2
Prezzo, Negri Nautica la offre anche a rate.
Offerta Negri Nautica
C'è anche un bel video.


Tavola a vela "Golf", l'alternativa russa al Tiwal e al Multisport

Golf, dal sito Volveter
Interessante questa tavola gonfiabile armata a vela costruita in Russia dal produttore di kayak e catamarani BEMEP.
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza - 3.2 m.
Larghezza - 1,5 m.
Peso - 30 kg.
Sup. velica- 5 mq.
Prezzo di partenza tasse e spedizione esclusi: 1050 €




giovedì 21 maggio 2015

Bente 24, da un'idea ad una barca a vela

BENTE 24
Bente 24, sviluppato in una collaborazione tra l'Università di Hannover, lo studio di progettazione Judel - Vrolijk ed il cantiere polacco Yacht Service che ha realizzato il primo prototipo, sembra davvero essere uno yacht a vela dalle caratteristiche innovative.

Bente 24, dal sito FACEBOOK
Lunga 7,55 metri, larga 2,75 metri, ha un pescaggio che va da 1,50 a 1,80 metri. Una versione con chiglia retrattile non è ancora prevista. La zavorra è di circa 0,5 tonnellate e il peso totale compreso tra 1,2 e 1,3 tonnellate. Sono previste due versioni, una sportiva con una superficie velica di 38 metri quadrati e una versione crociera con un'invelatura di 33 metri quadri.

Bente 24, dal sito FACEBOOK
Interessanti le linee d'acqua, ma io non sono un esperto, e lo spray hood in plexiglass fisso ma ancora di più il prezzo fissato, con la barca alla boa, a 30.000 €.

Gli interni, dal sito Bente 24
Che altro dire, mi sembra bellissima.


Via: Yacht.de 

mercoledì 20 maggio 2015


martedì 19 maggio 2015

MAE cabinata


Stamani mi sono divertito, avendo fatto prendere aria alla mia barchina, ho provato a metterci sopra la tendina con cui Tommaso era stato in Pratomagno in quest'ultimo fine settimana con gli scout.
Devo dire che ci sta a pennello, mancano solo due pianali richiudibili con cerniera da mettere tra le tre panche. L'albero potrebbe essere lasciato su, basterà togliere il boma e la vela.
Non credo che Elena verrà mai con me a dormire in tenda in barca ma da ragazzo l'ho fatto con il gommone perciò ve lo propongo in ogni modo.


Quando sei dentro la tendina è comoda come in qualsiasi altro posto della terra.


L'importante è adattarsi. Infine, come vedete ho completato l'applicazione dei nastrini con il velcro per facilitare il trasporto dei tubolari già montati.



sabato 16 maggio 2015


martedì 12 maggio 2015

The next "Walkerbayers" Tour


Not a conventional tour, se proprio lo si vuol vedere dal punto di vista nautico, ma noi siamo quelli di terraferma e per quanto "terricoli" sappiamo bene che anche gli etruschi sono stati "thalassokràtores", ovvero come li ha definiti Dionigi d'Alicarnasso "dominatori dei mari".
Oltre Chiusi e la visita all'ipotetica tomba del grande Re etrusco Porsenna, alla ricerca del suo tesoro perduto, ci spingeremo verso le cittadelle di Sorano, sede della magnifica Fortezza Orsini, e Sovana per visitare luoghi le cui origini si perdono nella notte dei tempi.
In questi paesi perduti in mezzo alla Maremma il mio trisnonno, tra il 23 marzo e l'8 maggio 1860, ha escavato ben 104 tombe etrusche rinvenendo numerosissimi reperti oggi esposti al Museo Nazionale Etrusco di Firenze.
Cammineremo nella storia attraverso le Vie Cave, denominate anche Cavoni, che costituiscono una suggestiva rete viaria di epoca etrusca che collega vari insediamenti e necropoli nell'area compresa tra Sovana, Sorano e Pitigliano, sviluppandosi prevalentemente in trincea tra ripide pareti rocciose di tufo e poi la vista alle necropoli, quelle meno conosciute, quelle che si trovano solo negli archivi delle biblioteche, e dove si possono nascondere ancora immensi tesori.

Foto tratta da Wikipedia
Attraverso le Vie Cave ci spingeremo verso la stupenda Tomba Ildebranda per proseguire verso la Necropoli di Grezzano, la Valle Buona, il Poggio della Cava, il Felciaio, i Campi della Madonna, il Pischero e il Poggio di Brisca.

Tomba Ildebranda, via Wikipedia
Terminate le visite alle rovine etrusche e alla Fortezza degli Orsini, che si dice essere magnifica, ci fermeremo fino alla mattina seguente alle Terme di Sorano.

Hotel Terme di Sorano
Il mare, che lo raggiungeremo con la barchina sul tetto dell'auto, sarà quello dalle Bocche d'Albegna in poi, nei pressi di Albinia e dell'Argentario che, in caso di venti e mari sfavorevoli, ci permetterà di girargli attorno alla ricerca di acque più tranquille nelle quali veleggiare fino a sera, quando ce ne torneremo a casa.
Sotto, una bella baietta nei pressi di Porto Santo Stefano che potrebbe essere l'ideale per noi.




lunedì 11 maggio 2015


domenica 10 maggio 2015

Car Topping Inflatable Boats

Da inflatableboats4less
Car Topping Inflatable Boats, su questo articolo potrete trovare alcuni interessanti consigli su come fissare il vostro kayak/ canoa gonfiabile a vela sul portapacchi dell'auto. Lo spunto che mi sembra più utile è quello di non fissare le cinghie al kayak, che si potrebbe danneggiare, bensì comprimerlo e basta.
Abbiamo parlato più di una volta del SeaEagle Paddleski con armo velico, questo interessante ibrido tra catamarano e kayak gonfiabile che può essere trasportato facilmente grazie al suo peso e dimensioni contenuti quando è sgonfio. Allo stesso tempo la comodità di gonfiarselo a casa e di trasportarlo già pronto, a disposizione, per evitare perdite di tempo può essere una soluzione.

Il nuovo armo velico del Paddleski, dal sito SeaEagle


venerdì 8 maggio 2015

FLASH II, la Classe Star di JFK va all'asta

Flash II, dal sito Heritage Auctions
Su Heritage Auctions, una tra le più grandi case d'asta al mondo, si può acquistare FLASH II, la Classe Star di John Fitzgerald Kennedy con un'offerta di apertura di 100.000 $. 
La barca è stata perfettamente restaurata in ogni particolare dai precedenti proprietari e se è pur tanto vero che una Classe Star in ottime condizioni la si può trovare ad un prezzo molto inferiore questa può essere considerata come un "pezzo della storia americana", quasi un oggetto da museo invece che da divertimento.


Flash II è stata acquistata dai fratelli Kennedy nel 1934 ed è stata utilizzata negli anni successivi sia per la navigazione da diporto che per le regate.
Registrata con il numero # 721 dall'International Star Class Yacht Racing Association, tutti i passaggi di proprietà effettuati fin dal 1930, anno della sua costruzione, sono stati documentati.
Lo scafo di questo bello sloop finito in lino e verniciato di bianco a base di olio, con accessori in bronzo lucido ed inserti in legno è lungo più di ventidue piedi con un albero di una trentina di piedi, secondo le regole stabilite dalla Classe Star.
I fratelli Kennedy si sono fatti una grande notorietà nelle regate Nantucket Sound Fleet con questa barca nel periodo tra il 1934 e il 1940.
Grazie al restauro straordinario e scrupoloso di un precedente proprietario, Flash II è "seaworthy" e pronta per la tua prossima avventura di "daysailing".

Lo Star è un natante a vela nato nel 1911 per mano del statunitense William Gardner, rientra nella categoria internazionale delle barche a chiglia ed ha partecipato a 16 edizioni dei Giochi olimpici. La classe è governata dalla International Star Class Yacht Racing Association.
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza: 6.92 m
Larghezza: 1.73 m
Peso: 662 kg
Sup. velica: 26 mq
Equipaggio: 2 persone

Flash II, dal sito Heritage Auctions
Attualmente sono ancora attive circa 2000 barche della Classe Star, molte di queste partecipanti a regate di vario genere.

"Io davvero non so come sia possibile che tutti noi siamo così attratti dal mare, penso che non dipenda solo dal fatto il mare subisce dei cambiamenti, anche le luci e le barche cambiano, ma forse perché siamo tutti venuti dal mare. E' un dato biologico interessante quello che tutti noi abbiamo, nelle nostre vene la stessa percentuale di sale che esiste nel mare e, quindi, se abbiamo sale nel nostro sangue lo abbiamo anche nel nostro sudore e nelle nostre lacrime. Siamo legati al mare. E quando torniamo al mare, sia che si tratti per andare in barca vela che solo per osservarlo, torniamo da dove siamo venuti. " - Il Presidente John F. Kennedy, a cena con l'ambasciatore australiano e gli equipaggi della Coppa America, il 14 settembre 1962.

Lo Star # 721 è stato originariamente costruito nel 1929-1930 da Ole Hope per il primo proprietario HB Atkin della Manhasset Bay, a Long Island, regatando nella Western Long Island Sound fleet con il nome di Jubilee dal 1930 al 1933.
Nel 1934 fu venduto a John F. e Joseph P. Kennedy che lo ribattezzarono con il nome Flash II (ndr: aaaarrrrrrghhhh, non si cambia nome ad una barca!!!) navigando con questo nome nel Nantucket Sound Star Fleet in proprietà congiunta fino al 1940. Questa è stata la loro seconda barca a vela della Classe Star (da qui il nome "II"). Essi avevano precedentemente acquistato una Classe Star, la # 902, che fu costruita per loro dalla Parkman Yachts di Brooklyn e fu chiamata Flash. I registri mostrano che hanno venduto la # 902 nel 1936.
Ovviamente la # 721 è stata una barca ad un livello superiore della precedente e partecipando a numerosi concorsi, tra cui il Nantucket Sound Star Class Championship nel 1936, i fratelli Kennedy sono risultati vincitori. (....). Dai successivi passaggi risulta che JFK ne diventò unico proprietario.

(maldestramente tradotto ed interpretato parzialmente da me medesimo da: Heritage Auctions).

Che altro vi posso dire, se avessi i soldi la comprerei subito e la esporrei nel mio Museo della Piccola Nautica che avrei aperto nell'antico Monastero di San Secondo all'Isola Polvese sul Trasimeno.

il chennedi del noantri
Via: yacht.de


mercoledì 6 maggio 2015


Thomas Boats, why put a price on beauty?

MacGregor by Iain Oughtred, Thomas Boats
Il progetto originale di questa barca, costruita da Thomas, è un MacGregor di Iain Oughtred e prende ispirazione dal noto libro di Scot John MacGregor, "A Thousand Miles in the Rob Roy Canoe".
Barca molto celebre alla fine del 19° secolo possiede ancora un fascino irresistibile con i suoi quasi cinque metri di lunghezza e 80 cm di baglio. E' anche una grande barca da mare!

Questa meravigliosa barca autocostruita era in vendita per 4000 $, è proprio vero quello che dice l'autore: "perché dare un prezzo alla bellezza?"

Aggiungo una piccola nota ad uso dei molti giovani disoccupati che oggi non sanno cosa fare: esistono diversi corsi per maestri d'ascia e costruttori di barche in legno, perché non provare a intraprendere questo mestiere? Io una barca così l'avrei comprata subito.

MacGregor by Iain Oughtred, Thomas Boats
In esclusiva per i miei lettori ho trovato il libro Scot John MacGregor, in versione originale del 1866:


martedì 5 maggio 2015


Cinque maggio del novanta

ieri
Solo due foto per festeggiare i nostri primi venticinque anni di matrimonio, e ventisette esatti che stiamo assieme.

oggi
Così ho dedicato a Elena una poesia alla "Jacques Prévert", anzi meglio:

“mille e poi mille e poi mille ancora sono gli attimi di felicità che mi hai donato, dalla maxieternità, da quando m'hai baciata, da quando t'ho baciata, quel cinque di maggio”


lunedì 4 maggio 2015

Il lago di Chiusi, lo specchio della Dea del Cielo



Fin dall’antichità il lago ha avuto una notevole importanza per Chiusi. Gli Etruschi lo chiamavano “Chiaro di luna” perché credevano che nelle sue limpide acque venisse a specchiarsi nelle notti serene la dea del cielo, Tiu. Secondo la tradizione cristiana Santa Mustiola, fuggendo da Roma, attraversò sul suo mantello le acque del lago lasciando una scia di luce che d’allora sembra riapparire ogni anno, all’alba del terzo giorno d’aprile. In alcune memorie del Quattrocento è ricordato lo Sposalizio delle Chiane, con il quale la città rivendicava simbolicamente il possesso delle acque del lago - che segna il conteso confine con l’Umbria - gettandovi un anello d’argento. In realtà il lago, che si trova a 5 Km dal centro storico, è una sorta di “reperto”: un piccolo specchio d’acqua sopravvissuto, insieme al Lago di Montepulciano, alla bonifica della Val di Chiana che trasformò in terreni fertili un’estesa palude malarica. Oggi il lago riveste una particolare importanza ambientale per le numerose specie di pesci che lo popolano, per le moltissime piante ed erbe palustri che vi crescono e per essere il rifugio, dall’autunno alla primavera, di numerosi uccelli migratori: vi nidificano molte specie di aironi che, tra i folti rami di salici e pioppi, hanno creato una delle più importanti colonie dell’Italia centro-meridionale. Insomma, un paradiso per gli amanti della natura, per gli appassionati non solo di bird-watching, ma anche delle escursioni a bordo lago a piedi o in bicicletta, oltre che per canoisti e pescatori. 

Fonte: Pubblicazione a cura dell’Apt Chianciano Terme Val di Chiana Ideazione e testi: Simone Marrucci


Nella nostra "gita fuoriporta" del primo di maggio non abbiamo potuto fare a meno di andare a visitare il piccolo lago di Chiusi che io avevo conosciuto solo per  motivi di lavoro nel corso di alcuni "audit" svolti su impianti per la gestione del ciclo idrico integrato situati in prossimità del lago stesso.
Effettivamente me lo ricordavo come un luogo ameno, tanto bello quanto poco frequentato e così mi è sembrato sia rimasto benché quel giorno ci fossero numerosi turisti che, provenienti dalla cittadella di Chiusi, si aspettavano di trovare un momento di relax dopo le visite culturali ai musei, alle tombe e alle rovine.
Purtroppo per loro così non è stato, in prossimità di questo meraviglioso specchio d'acqua ci sono ben poche aree attrezzate e, a  parte un paio di bar ristoranti situati a cinquecento metri l'uno dall'altro, nulla sembra voler attrarre a se famiglie con bambini, turisti di passaggio e amanti degli sport acquatici e della natura.


Una caratteristica che ho notato di questo lago è che seppur in quel momento ci fosse un bel venticello le sue acque erano rimaste tranquille, protette dalle dolci colline toscane situate a ridosso e forse anche per le sue dimensioni contenute. Insomma l'ideale per praticare sport quali la canoa, la vela, il kayak e il nuoto. 
Siamo a conoscenza del fatto che esiste un circolo canottieri ma da questo a farne un'attrazione turistica ce ne corre tanto che in acqua in quel momento non c'era assolutamente nessuno.


Io credo che in un contesto naturale d'eccezione come il lago di Chiusi, in prossimità di un importante centro archeologico quale è la cittadella etrusca e tutti i suoi dintorni, la sua promozione sia un qualcosa che debba avere una priorità a livello nazionale i termini di valorizzazione e sviluppo economico.
Smettiamola di dare i soldi ai petrolieri e ai gruppi imprenditoriali, grandi e piccoli, soldi che sono utili a gestire solamente l'arroganza di prepotenti senza scrupoli che si arricchiscono sempre di più, al contrario sviluppiamo al meglio il nostro territorio dando fiducia ai giovani e a chi voglia intraprendere iniziative in questo senso.


Questa barca affondata è il simbolo dell'abbandono di questo nostro meraviglioso paese in mano a maniche di ciarlatani, una dietro l'altra, troppo pagati per poter svolgere un lavoro onestamente. Ci è rimasta solo la bellezza di questi luoghi; quel "masaniello" di turno continua a dire che la bellezza salverà il mondo ma non certamente lui; ed ecco come una meravigliosa frase di Fedor Dostoevskij può diventare tanto stucchevole quanto antipatica.




sabato 2 maggio 2015

Alla ricerca del tesoro perduto di Re Porsenna


"Le tradizioni Toscane parlano del potente lucumone che, sentendo la morte arrivare, aveva fatto costruire un cocchio trainato da 12 cavalli tutto d'oro, così come una chioccia con cinquemila pulcini, anch'essi d'oro." 


Sulla base dei resoconti che il Conte Gian Carlo Conestabile della Staffa aveva fatto degli scavi etruschi effettuati in collaborazione col mio trisnonno sapevo che avevano escavato anche il "Tumulo di Poggio Gaiella" che per molti anni era stata ritenuta la possibile sepoltura del potente lucumone di Chiusi, quel Re Porsenna che mise sotto scacco Roma. Dopo la delusione avuta dal fatto che eravamo arrivati tardi per il giro delle tombe organizzata dal museo di Chiusi ci siamo avviati verso Poggio Gaiella. Per caso e solo per l'occhio acuto di Elena abbiamo trovato il tumulo che per un altro evento fortuito era stato ripulito proprio in questi giorni. Del tesoro perduto di Porsenna non abbiamo trovato neanche uno dei cinquemila pulcini d'oro ma la visita è stata bella lo stesso, soprattutto dopo aver apprezzato anche le catacombe di Santa Mustiola, il bellissimo museo di Chiusi, la città di Chiusi ed infine il suo stupendo lago.


Di seguito, nella mappa, sono riportati i luoghi di escavazione effettuati dal mio trisnonno, ingegnere, in collaborazione con la Società Colombaria, sotto la direzione del Conte Giovan Carlo Conestabile della Staffa nell'Agro Chiusino, nelle due campagne tra il 1858 e il 1859.


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