venerdì 3 maggio 2019

Archeologia della vela, una disciplina sufficientemente approfondita?

La nave di Kyrenia, dal sito Pianeta Euro
La Nave di Kyrenia è il relitto di una nave mercantile del IV secolo a.C. La barca solcò il mar Mediterraneo durante il periodo di Alessandro il Grande e i suoi successori. Affondò in acque aperte a meno di un miglio dal porto di Kyrenia. Il reperto rappresenta l'unica nave arrivata fino a noi dell'antica Grecia. La nave viene considerata ben conservata per circa il 75 %. È collocata all'interno del Museo del naufragio antico nel Castello di Kyrenia. (Fonte Wikipedia)
Di questa nave è stata fatta una ricostruzione, come si vede nella foto, ed è raffigurata sulle monete cipriote da 10, 20 e 50 centesimi di euro. Mi farebbe molto piacere averle.


Vi chiederete perché ho scelto proprio questa nave per affrontare un tema così complesso quale è quello dell'archeologia della vela, tema a mio parere non sufficientemente trattato a livello scientifico nonostante la grande tradizione iconografica che abbiamo a riguardo a meno di quello che ho trovato nel sito di Aldo e Corrado Cherini, un seppur piccolo trattato estremamente interessante ed istruttivo.
La risposta sta in un alcuni mosaici che ho osservato con molto interesse ad Ostia Antica ed uno in particolare nella mia gita a Ravenna, in particolare nella Basilica di Sant'Apollinare.

Foto tratta da quelle della nostra gita a Ravenna
Il particolare che mi aveva colpito erano i riquadri nella vela, riquadri che seppur poco coerenti con quanto andremo a discutere appaiono simili a quelli visti sia ad Ostia che, appunto, nella rappresentazione della nave di Kyrenia.


Il Parco Archeologico di Ostia Antica e i suoi mosaici sono un'autentica meraviglia che nessuno dovrebbe non aver mai visto almeno una volta nella sua vita e poiché Ostia era un antico porto di Roma lungo il Tevere quivi si trovavano le sedi commerciali degli armatori che rappresentavano le loro insegne con dei meravigliosi mosaici in tessere bianche e nere, mosaici oserei dire caratteristici e caratterizzanti tutta l'arte figurativa di Ostia Antica.


Ma esistono anche altre raffigurazioni di navi romane attraverso i mosaici come quelle di Rimini.

Le navi di Rimini, dal sito Chiamamicittà, informazione di Rimini e Provincia
Come potrete aver osservato nelle immagini la complessità della rappresentazione effettuata dagli artisti non può certamente esaurire e spiegare completamente la tecnica con cui venivano effettuate le manovre nelle navi fenicie e romane e solo una ricostruzione come quella che è stata effettuata sulla nave di Kyrenia può aiutarci, almeno in parte, a comprendere.

Nave assiro fenicia rappresentata dall'Associazione Navimodellisti Bolognesi

Nell'immagine tratta dal sito dei Navimodellisti Bolognesi si si può ben osservare come erano composte le manovre della vela e come poteva avvenire la loro riduzione, attraverso una composizione di funi che coprivano l'intera superficie della vela sia in senso verticale che orizzontale.

Ricostruzione della nave di Kyrenia, disegno ricalcato su fotografia, dal sito dei fratelli Cherini
Nel sito dei fratelli Cherini, si fa qualcosa di più, da un'immagine fotografica ci viene rappresentato come presumibilmente  la vela veniva ridotta e come venivano effettuate le manovre. I Cherini ci spiegano che la riduzione avveniva si per diminuire la superficie velica a causa della forza del vento ma anche per rendere possibili determinate andature.
Insomma, un problema estremamente complesso che non posso certamente esaurire in questo modesto post ma certamente interessante e da sviluppare, non solo per il suo grande fascino dal punto di vista storico e archeologico ma anche per capire qualcosa di più sulla fisica della vela e sulla sua storia.


Un altro argomento di estremo interesse è anche quello di come erano strutturate le vele di prua e di poppa che gli osservatori più attenti avranno notato nelle immagini che ho postato, ma questa è un'altra storia.





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