Visualizzazione post con etichetta Film. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Film. Mostra tutti i post

sabato 19 novembre 2016

Il coltello è ancora nell'acqua ma lo "squalo" è rimasto a terra

Il "REKIN" al tempo dei suoi antichi splendori, dalla rivista ZAGLE
La rivista polacca online ZAGLE, che tradotto significa VELA", ci ha ricordato l'amaro destino del REKIN, squalo in italiano, lo yacht che è stato protagonista con il nome d'arte Christine nel film "Il coltello nell'acqua" di Roman Polanski. Di questo bel film, a mio parere per molti aspetti "visionario", ne avevo parlato diversi anni fa in questo blog, tanto bello che solo "La Dolce Vita" di Fellini riusci a strappare al regista polacco, allora alle prime armi, l'Oscar. 
Il film non è più visibile su Youtube per ovvi motivi di Copyright ma molte interessanti immagini relative alla sua realizzazione le potete trova su questa FOTOTEKA.

Immagine tratta dal film Il coltello nell'acqua
Tornando al REKIN, purtroppo, questo si trova in stato di assoluto abbandono depositato in un hangar presso il porto turistico Giżycko Almaturu, nel loro sito potrete trovare diverse foto che ci mostrano la situazione in cui si trova.


Di questo magnifico yacht d'epoca in legno si sa che molto probabilmente fu costruito dal Cantiere Ogonki nel 1936, nei pressi di Węgorzewo, e che uno dei suoi armatori è stato Georg Tepper, appassionato di vela su ghiaccio. La leggenda narra che fosse appartenuto a Hermann Goering, anche se l'unica cosa certa su questo argomento è che il ben noto comandante del Luftwaffe ci avesse navigato assieme a Ruciango di Mikołajek. (informazioni tratte dal forum.mazury).
Ancora si sta cercando un benefattore che riporti questo yacht al suo antico splendore, prima che vada completamente in rovina.
Per quanto riguarda il coltello che, ironia della sorte, è rimasto in acqua assieme alla telecamera di un cineoperatore del film, si sa che era del tipo Fallmesser, di quelli appartenuti ai famigerati paracadutisti nazisti.

Il REKIN in una cartolina d'epoca, foto tratta dal Forum. Mazury

martedì 13 ottobre 2015

Fantozzi "cartopper" e il ministro du petrol



Tra una traduzione ed un'altra dei miei libri preferiti eccovi una spassosissima gag di Fantozzi "cartopper", con tanto di barca e "auto-bianchina".
Subito dopo questa al minuto 21 circa, famosissima, anche la scena dell'urlo al campeggio del lago, mi sembra di essere me: film completo.


Allora aveva ragione Elena quando diceva che sembriamo io "Fantozzi" e lei la "signorina Silvani"?

Noi di ritorno dal mare

martedì 10 febbraio 2015

Cartopping: Le folli avventure di Rabbi Jacob

Rabbi Jacob (Louis de Funès) raciste, moi
Vi propongo un esilarante spezzone dal film "Le folli avventure di Rabbi Jacob" in cui un industrialotto parigino, un po' razzista, viene rappresentato come un vero e proprio "cartopper".
Credo che il film "Io, due figlie, tre valige" con  Louis de Funés sia il più divertente in assoluto nella storia del cinema comico, ma anche queste folli avventure sono davvero divertenti e ..... speriamo di non fare la stessa fine....

Le folli avventure di Rabbi Jacob, dal sito Film.tv


martedì 6 maggio 2014


lunedì 16 dicembre 2013

Lord Jim

Peter O'Toole nel film Lord Jim
Un film molto più attuale di quanto non si pensi, visionabile integralmente in lingua inglese su Youtube: Lord Jim (film 1965). Grande Peter O'Toole!

Lord Jim è un film anglo-americano del 1965 diretto da Richard Brooks e tratto dall'omonimo romanzo di Joseph Conrad. È stato il secondo film la cui sceneggiatura è stata tratta dal romanzo omonimo, il primo fu un film muto, Lord Jim, girato nel 1925 per la regìa di Victor Fleming. 
Jim è un promettente marinaio della marina mercantile Britannica che diviene Primo Ufficiale sotto il comandante Marlow. Rimasto ferito, Jim viene sbarcato a Giava. Guarito, egli si arruola sulla prima nave disponibile, una scalcinata nave da carico denominata S.S. Patna, sovraffollata di pellegrini musulmani diretti alla Mecca. Quando una tempesta minaccia la nave, che imbarca acqua, l'equipaggio, preso dal panico, sale sulle scialuppe senza pensare ai passeggeri: Jim, in un momento di debolezza, segue i colleghi. Raggiunto il primo porto, i marinai rimangono esterrefatti: il Patna, intatto, è ivi giunto prima di loro. L'equipaggio si dilegua ma Jim rimane e confessa la sua colpa all'ufficiale incaricato dell'inchiesta e viene radiato dai registri navali. Colmo di disgusto per sé stesso, Jim diviene un vagabondo.  .... (il resto su Wikipedia)

Sembro proprio io al timone di Aspirina, Peter O'Toole nel film Lord Jim
Quel cappello da marinaio mi piace, ma la paglietta è meravigliosa ..... riuscirò mai ad indossarla?

Peter O'Toole, immagine tratta da Coming Soon
Che sia un addio o un arrivederci poco importa, il suo sguardo ci ha sempre spiegato tutto, prima ancora che le cose accadessero.


giovedì 18 luglio 2013

sabato 29 giugno 2013

Terra d'amore, Panicale sul Trasimeno

Terra d'amore, visibile su RAI Replay
Terra d'amore, è andato in onda ieri pomeriggio su RAI 1, visibile su RAI Replay è un film romantico diretto da Michael Steinke con Barbara Wussow, Thomas Heinze e Luciano Casini.

La pellicola racconta la storia di Franziska, donna in carriera presso una banca di Amburgo, che ha vissuto parte della sua infanzia e adolescenza a Panicale, in Umbria, presso il nonno Marcello che tuttora vive in Italia. Per qualche misteriosa ragione i due non si vedono da molti anni, così Ben, il figlio di Franziska, mentendo alla madre riguardo le condizioni di salute di Marcello, riesce a portarla con lui in Italia. Lì la donna si innamorerà di Paul, amico di Marcello e suo socio nella produzione e vendita di olio d’oliva. La loro storia sarà disturbata dall’ex moglie di Paul, Vanessa, che ricattandolo, riuscirà per un breve peri odo a farlo tornare a Monaco…  (tratto da Cinetv).

Segnalo volentieri questo film non tanto per la trama romantica ma per la spettacolare immagine che si offre del Trasimeno e dei suoi dintorni, in questo caso nei pressi del borgo di Panicale.
Il lago Trasimeno si trova ad appena 15 minuti di auto da Panicale e da cui si gode un panorama di una bellezza incomparabile, immersi nella natura e nella storia della campagna umbra, delle sue dolci colline, dei suoi olivi, ma anche dell'aspetto immutato di un borgo che conserva tutte le caratteristiche strutturali medioevali.
La pianta del paese a cerchi concentrici ci rappresenta uno dei sistemi più avanzati di difesa militare a livelli successivi tipica dell'epoca medioevale. Infatti questo tipo di struttura difensiva consentì al castello di Panicale di resistere ai numerosi assedi a cui fu sottoposto. (da Benvenuti a Panicale)

Da vedere, per innamorarsene perdutamente. Panicale è anche su Lineaverde, cinque minuti da non perdere.

Panicale su Lineaverde


sabato 25 maggio 2013

All is lost



Presentato fuori concorso al Festival di Cannes di quest'anno All is lost (Tutto è perduto) si basa su di una storia vera. Interpretato da Robert Redford, unico personaggio del film, racconta la forza con la quale ci si aggrappa ad ogni nuovo tentativo anche quando tutto sembra perduto, la chiave del film. L'aspetto sorprendente è che non vi è nessun dialogo con altri personaggi, coinvolgendo allo stesso tempo gli spettatori nell'evoluzione della drammaticità della storia.
Privato della radio e delle apparecchiature per la navigazione a causa di una violenta tempesta, l'uomo scopre, al suo risveglio, che lo scafo del suo yacht di 12 metri è stato perforato in una collisione da un container alla deriva. 
Nonostante la riparazione, la sua competenza tecnica e la forza fisica il navigatore solitario sopravviverà a stento e se il sestante e le carte nautiche gli permetteranno di conoscere la sua posizione dovrà contare solo sulle correnti per essere portato sulla rotta di una nave di passaggio. Il sole implacabile, la minaccia degli squali e l'esaurimento delle riserve di acqua e di cibo porteranno il navigatore a guardare la morte in faccia.

Regia di Jeffrey C. Chandor, al suo secondo lungometraggio, e prodotto da Zachary Quinto.



mercoledì 8 maggio 2013

Sailing on the backs of whales



Assolutamente da guardare, sfiderei ognuno di voi lettori a fare la stessa cosa. Delle kayaksailor avevamo già parlato nel post "Sailing with Swing" e, se ben vi ricordate, le Vancouver Island le abbiamo viste almeno un centinaio di volte nelle piovose domeniche pomeriggio autunnali nel film "Luna, spirit of the whale".

L'orca Luna è esistita davvero, così come è vera la storia del film. Nata nel 1999 fu separata dalla madre e trascorse i suoi primi anni di vita al largo della costa occidentale della Vancouver Island. Luna creò effettivamente dei problemi causando danni alle imbarcazioni, ad un idrovolante e provocando ferite a se stessa a causa delle eliche delle barche. Nel 2004, come raccontato nel film, alcune associazioni di pescatori appoggiati dalle autorità locali cercarono di intrappolare Luna in una vasca per trasferirla ma l'opposizione di Mowachaht/Muchalaht First Nations ebbe la meglio dopo nove giorni di estenuanti proteste. Il 10 marzo del 2006 Luna morì, colpita da un elica del rimorchiatore oceanico "Generale Jackson". (Storia maldestramente tradotta ed interpretata da me medesimo da: Orcaspirit).

Camping nautico con kayaksailor, dal forum folding kayaks


martedì 13 dicembre 2011

Quando gli Egizi navigarono sul Mar Rosso


Sulle pareti del tempio di Deir el Bahari a Luxor, un bassorilievo ha lasciato a lungo perplessi gli archeologi e gli egittologi. Si vedono cinque imbarcazioni a vela che navigano verso la misteriosa "terra di Punt" su richiesta della potente regina Hatshepsut. Mentre fino ad oggi si era creduto che la flotta dei Faraoni fosse stata confinata solo nelle acque interne del Nilo, ora l'affresco di Luxor suggerisce un'altra ipotesi: la spedizione di Hatshepsut avrebbe attraversato il Mar Rosso per salvare le coste a sud dell'Impero ... E' possibile immaginare che un tale viaggio potesse essere effettuato con le capacità tecniche di allora? La domanda che è una sfida alle nostre conoscenze è a lungo rimasta senza risposta. Recenti esplorazioni archeologiche effettuate a Mersa Gawasis, sulla costa egiziana del Mar Rosso, hanno rianimato il dibattito. Un team di archeologi ha fatto importanti scoperte tra le quali alcune parti delle navi di Hatshepsut. Come si fa a provare la capacità tecnologica dei naviganti Egizi? Per l'archeologo americano Cheryl Ward, uno specialista in navigazione antica, l'unica soluzione era quella di ricostruire una delle navi della flotta di Hatshepsut e verificarne le doti marine. E' questa l'avventura che racconta il film, ripercorre le fasi della costruzione di Min, la barca e i pericoli occorsi durante la navigazione. Un viaggio favoloso!
Il film completo lo potrete vedere su ARTE', la nuova data di diffusione è Giovedì 22 Dicembre alle 10.15. Da vedere.

Via: Videos Arté TV

Barchetta sacra egizia al MAEC di Cortona

lunedì 17 ottobre 2011

Corte Sconta detta Arcana

Immagine tratta da Youtube
Corto Maltese, poter essere come lui forse è stato uno dei sogni più accarezzati da ogni adolescente, oggi mi accontenterei del suo magnifico completino. Rinunciate pure alla programmazione TV e godetevi questo bel racconto di Hugo Pratt, Corto Maltese - Corte Sconta detta Arcana, trovato su Youtube. Grande, a me fa ancora sognare!


martedì 27 settembre 2011

Deep Water, la folle regata

Donald Crowhurst, dal sito Everyeye
Era tanto che lo pieggiavo ed oggi, grazie ad una segnalazione, l'ho potuto vedere in streaming su RAI5. Questo film - documentario, secondo me, è bellissimo perché alla narrazione giornalistica si intercalano immagini e fatti realmente accaduti con interviste ai personaggi reali e cineriprese che coinvolgono emotivamente lo spettatore in maniera magistrale. Credo che tanto si sia scritto su questa tragica competizione quindi non vi annoierò con la mia ignoranza, e se volete conoscere un parere più brillante del mio c'è la recensione del libro effettuata da Amikus su Dinghy Mirror.
Solo questo mi è venuto alla mente appena ne ho terminato la visione:
"A parte chi a vinto che sicuramente lo ha meritato se non altro per la generosità, oltre che per la bravura, ne escono tutti a pezzi: il protagonista un uomo schiacciato dai suoi stessi sogni, i media che si comportano come sempre da nausea, il mondo dell'imprenditoria arrogante e avido, Bernard Monitssier un grande navigatore? Forse, ma non capisco il gesto, non amo i "mollo tutto e me ne vado", per me i veri eroi sono i "duri i banchi", a testa bassa e tutti zitti. 
Ho trattenuto a stento le lacrime, un quadro dell'esistenza che prescinde dalla vela e dalla regata."


Mi perdonino coloro che si sono risentiti, lungi da essere una recensione considerata la mia, già ammessa, ignoranza in materia. Cito solo l'ultima delle mie risposte sulla controversia:
"Lo sai per me chi è un eroe? Mia moglie Elena, che come tante altre donne che lavorano, un'ora fa è uscita per tornare in classe, la sua nuova prima con venti bambini di cui alcuni con problemi gravi. Lei non scriverà mai dei libri, di lei non si dirà mai che è coraggiosa, di lei si è detto che è fannullona, di lei si è detto che quei 1400 euro al mese dopo 20 anni di lavoro sono troppi e gli va tolta la tredicesima al posto del contributo di solidarietà ai ricchi. Lei ha pensato ai suoi figli, agli apparecchi ai denti, ai loro libri, alla scuola, a pagare le tasse, ora pensa all'università dei ragazzi, pensava a me quando ero in ospedale e poi tutto il resto. Di lei non parlerà mai nessuno, lei non potrà mai andarsene."


venerdì 22 luglio 2011

L'isola di Arturo

La copertina del libro, Da Mondadori Education
Dal capolavoro "L'isola di Arturo" di Elsa Morante, vincitrice del Premio Strega nel 1957. E' un film da vedere e sicuramente un bellissimo libro da leggere. Il film, come riportato nella critica più accreditata, ha qualche limite nella interpretazione dei suoi personaggi, ma offre la grandissima opportunità di vedere Procida come era. Procida era veramente così, come l'ho vista e vissuta cinquant'anni fa, una perla di rara bellezza, nella sua autenticità, nella sua crudezza, nel suo fascino irresistibile che ancora, nonostante quanto l'uomo abbia fatto per deturparla, rimane impresso nel mio cuore. C'è tutto, la Chiaia, i traghetti di una volta, i vicoli stretti tra i muretti che contenevano i giardini profumati di limoni, la sua gente indimenticabile, i suoi muri colorati e caldi, i suoi odori, i suoi rumori, la sua storia, la sua arte, il suo pensiero, i suoi sapori, i suoi scogli, il suo mare diverso da tutti gli altri mari più scuro, più profondo, più intenso. Vivere a Procida a quei tempi è stata per me una fortuna impareggiabile e per questo amerò sempre l'isola di Procida, l'isola di Arturo.


martedì 26 ottobre 2010

Il coltello nell'acqua di Roman Polanski



La visione di questo film mi era stata raccomandata da un lettore e poiché la trama si svolge tutta in una barca a vela non potevo esimermi dal cercarlo e visionarlo. Sinceramente nelle due ore in cui è durato il film non ho mai scollato gli occhi dallo schermo attratto come non mai dallo stile delle due "Christine", le due vere protagoniste del film, la barca e la donna. Nella recensione pubblica che riporterò di seguito si ricerca il significato del film nel duello fra i due uomini che si contendono il coltello e la donna. E invece non penso che sia proprio esatto incentrare tutta l'attenzione sui due uomini, è la donna che esegue tutti i lavori e le manovre importanti in barca, è la donna che salva il marito quando la barca perde il controllo, ed è sempre la donna che la riporta al pontile, indenne, sopravvissuta alla prepotenza e alla stupidità del suo armatore: la donna e la barca. Significativo, se ci farete caso, il gesto in cui verso la fine il marito chiude la barca con il lucchetto quando aveva detto che in quel luogo non rubava niente nessuno, una identificazione della proprietà, la barca e la donna.

Una bellezza di altri tempi Jolanta Umecka, eppure sensuale nella sua imperfetta semplicità, bella e disarmante come la lancia a vela in legno, tutte e due, dal mio punto di vista, irresistibili. Il duello tra i due uomini diventa, secondo me, secondario e irrilevante e l'espressione della donna nelle ultime scene ne esalta la inevitabile, inequivocabile vittoria. E' il riscatto della donna sull'uomo che segnerà tutta la seconda metà del novecento fino ad oggi.
Bellissime e significative le ambientazioni nei Laghi Masuri (Mazury), insomma un film che mi è piaciuto moltissimo, denso di significati e di cui consiglio la visione a tutti. Allego qualche estratto fotografico e in fondo la recensione pubblica.


"Christine", la barca (fonte Marek): Lo yacht usato nel film di Polanski si trova in un capannone in condizioni non tanto buone ma probabilmente è possibile vederlo. La Mazuria che faceva parte dell'ex Prussia orientale prima della II guerra mondiale aveva una ricca storia di yachting. Durante la guerra li si trovavano tutti i più importanti gerarchi tedeschi. Come ho già scritto li è possibile visitare il quartier generale di Hitler. Una leggenda locale parla che la barca del film apparteneva a Herrman Goering. Si sa soltanto che possedeva uno yacht a motore e la sua vera passione era la caccia quindi non è una cosa certa. Quasi sicuramente ha navigato su un yacht simile.


Recensione pubblica: In procinto di partire per un'escursione in barca, un giornalista sportivo e sua moglie caricano sulla loro auto un giovane autostoppista e gli propongono di restare anche per la gita del fine settimana. Inizia così una convivenza " lunga 24 ore " nell'angusto spazio di una barca a vela che si fa teatro dello scontro psicologico, verbale ma anche fisico, tra i due uomini, antagonisti in una lotta che pare avere come posta in gioco l'attenzione della donna, osservatrice muta della disputa virile.
A tutti i costi i due vogliono dimostrare (all'altro, alla donna e soprattutto a se stessi) la propria superiorità: il modello familiare medio-borghese si contrappone allora alla spensieratezza e allo spirito d'avventura giovanile attraverso la contesa dei due "oggetti" ambiti: il coltello e la donna. Nello spazio ristretto e sospeso dell'imbarcazione, un microcosmo isolato e lontano dalla vita civile, gli impulsi e le passioni più profonde e basse dell'uomo vengono a galla più facilmente, dando vita a una parabola sulla natura umana, sugli istinti e sulle tensioni sociali e sessuali che la governano.
Al suo primo lungometraggio Polanski riesce così, con una disarmante semplicità di mezzi (una barca e tre personaggi), a costruire un'opera simbolica, densa di significati ed esteticamente raffinata (il bianco e nero fortemente contrastato, le inquadrature ardite e gli scorci inusuali). Quelle che saranno le atmosfere inquietanti e sinistre della sua futura filmografia si manifestano già in questa semplice storia tutta giocata sullo scontro psicologico e dialettico, in cui la tensione è sempre calibrata al punto giusto, pronta a esplodere da un momento all'altro. A posteriori, tipicamente polanskiana. Candidato all'Oscar come miglior film straniero (è stato girato in Polonia) nel 1963.

giovedì 17 giugno 2010

Siamo tutti Yachtsmen


Non mi stancherò mai di guardare in TV "Sabrina", l'hanno ridato ieri sera forse per l'ottantesima volta e da quando sono nato l'avrò visto almeno quindici volte. C'è un perché, mi piace l'eleganza dei personaggi, il loro modo di fare, i loro abiti, la loro classe, caratteristiche che difficilmente si osservano nei personaggi veri o interpretati di oggi. Nei film attuali, quasi sempre, bisogna abbassarsi a constatare un cattivo gusto "ridondante" in ogni cosa, e non sto a ripetermi. Aspetto sempre con piacere quell'attimo in cui Humphrey Bogart porta Sabrina, la bellissima Audrey Hepburn, a fare una gita in barca. Di "Linus", il mitico Humphrey, hanno rappresentato le innumerevoli auto, la grande villa, il grattacielo, gli uffici e le numerose segretarie ma gli autori non hanno ritenuto necessario inquadrarlo, assieme a Sabrina, in un mega yacht, come avrebbero dovuto, bensì in un piccolo cabinato in legno. Capisco il perché, infatti mentre per le altre "cose" era necessario mostrare la  ricchezza dell'uomo quello della gita in barca è stato un momento intimo tra i protagonisti della storia nel quale l'amore, ormai sbocciato, si sarebbe consolidato. Questa immagine è a me cara come quella di JFK e Jackie e, come in Sabrina, amo la loro semplicità ed eleganza, anche se poi, ovviamente, la vita di Mr. President e della sua amata sarà tutt'altro. Sono convinto che chi ha curato la realizzazione e la distribuzione di quest'immagine abbia ritenuto importante inquadrarli "intimamente uniti" in gita in una piccola barca di legno, realmente di loro proprietà, il Wianno Senior


Non sto ad addentrarmi in questi dilemmi, sono profondi, e credo che quando si parla di "amore e di anima" non c'è assolutamente bisogno di ostentare, di possedere, si va alla sostanza delle cose, all'essere. Questo dovrebbe valere anche per la nautica e la marineria: oggi però non è così, per carità niente di male se, chi può permetterselo, si compra un grande yacht, ma quello che intristisce è che si guarda solo all'immagine, al mastodontico, al grande e i piccoli come se non esistessero. Nei blog, nei siti, nei forum, si parla solo di splendenti barche e di regate e regatelle da corsa, mai di piccola nautica per famiglie. Nelle riviste patinate si danno riconoscimenti all'ennesimo ed altrettanto inutile sito che parla di ormeggi inesistenti, pochi o nulli i riconoscimenti a chi parla di piccole barche e di vero amore per il mare e per la nautica; ma in fondo perché sto qui ancora a parlarne, rientra tutto nel copione del film di cattivo gusto che tutti noi interpretiamo. In questi giorni hanno inaugurato il nuovo porto di San Vincenzo, 350 posti barca per grandi yacht, "prosit", ma io continuerò ad immaginarmi Sabrina e Jackie nel loro piccolo cabinato in legno.



Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...