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sabato 7 gennaio 2017

Melchiorre attraversa il Mar Rosso, a vela, e lo yachting medievale di Francesco Pesellino

Pesellino (Francesco di Stefano) Viaggio dei Magi , Melchiorre attraversa il Mar Rosso 1440-1445

In verità non è certo l'autore di questo bellissimo e pressoché sconosciuto dipinto su tavola, forse facente parte di un trittico che comprendeva gli atri due Magi. Le attribuzioni sono diverse, la più accreditata sembra essere quella effettuata da Zanobi Strozzi ad un tal Pseudo Domenico di Michelino della Bottega del Beato Angelico, anche se più spesso lo troviamo appartenente a Francesco di Stefano, detto il Pesellino. 
Più certa è la datazione, in ogni caso della metà del XV secolo, tra il 1430 e il 1460. 
Personalmente ritengo probabili i dubbi espressi da Federico Zeri che ha aggiunto tra i possibili autori anche Benozzo Gozzoli e il Pesellino, prediligendo quest'ultimo per la simpatia che mi ispira il nome.
Attribuzione a parte ritengo questo dipinto estremamente interessante sotto il profilo strettamente nautico, addirittura visionario su quello che sarà il futuro della nautica da diporto.
E' si, perché qui di nautica da diporto si tratta, andare ad adorare Gesù non si può definire per certo un azione spinta dalla necessità, bensì dalla volontà, dal desiderio e dalla fede.
Nel dipinto sono rappresentate, in una sorta di pellegrinaggio mistico, classi sociali e clero che attraversano il Mar Rosso su navi di diverse dimensioni, ciascuna secondo le proprie possibilità, in una sorta di pratica della navigazione a vela che sembra rappresentare lo yachting moderno.
Il fraticello in primo piano naviga in solitario su di una piccola barchetta, poi, subito prima della grande nave di Melchiorre il Re, c'è quella del nobile con la sua corte messa ai remi, quindi c'è il grande "yacht" di Melchiorre seduto sul trono, anch'esso con la sua corte ed i marinai, dietro vediamo la barca del commerciante in piedi con l'equipaggio, e poi la famigliola composta da due persone. A terra ci sono notabili e dame che osservano. Un frate osserva dalla grotta perché quello è il luogo a lui più convenevole secondo la tradizione francescana. Di contorno città fortificate e tante altre barche a vela in pellegrinaggio.
E' impressionante, a questo punto possiamo asserire che il pellegrinaggio nautico fosse una sorta di "yachting medievale"?


giovedì 4 agosto 2016

Resti di antichi frangiflutti: l'antico Porto di Classe

L'Antico Porto di Classe rappresentato nella Basilica di Sant'Apollinare Nuovo a Ravenna
Antico Porto di Classe, abbiamo potuto verificarne l'esistenza, anche se non abbiamo visitato gli scavi, nella nostra gita a Ravenna. Inutile dilungarsi nella descrizione dei luoghi dei Ravenna, già Patrimonio dell'UNESCO, che lasciano il visitatore senza fiato. Questa è la FOTOGALLERY della nostra gita.
Partendo da uno degli stupendi mosaici presenti nella Basilica di Sant'Apollinare Nuovo abbiamo approfondito l'argomento con l'intento di ritornarci non appena il progetto completo del parco archeologico del porto sarà terminato.

L’insediamento di Classe nasce in età romana, quando Ottaviano Augusto stabilisce a Ravenna la flotta incaricata della difesa dell’Adriatico. L’abitato prese il nome di Classe (che deriva dalla parola latina Classis, che significa flotta) solo in epoca tardo imperiale e bizantina, quando assunse l’aspetto che si vede nel mosaico di Sant’Apollinare Nuovo, a Ravenna (VI secolo): circondato da mura, probabilmente erette nel corso del IV secolo, con una porta urbica e il canale portuale di epoca romana, rimpicciolito e parzialmente chiuso, trasformato esso stesso nel porto di epoca bizantina, nel quale le navi, ormai solo commerciali, potevano entrare e uscire esclusivamente usando il flusso della marea. Nel corso del V secolo, con il nuovo ruolo di capitale svolto da Ravenna, la civitas Classis assunse a sua volta una funzione fondamentale come sbocco commerciale e probabilmente di baluardo militare verso il mare. (questo e altro su: parcoarcheologicodiclasse).

Nell'affresco di Sant'Apollinare Nuovo mi ha lasciato incuriosito la rappresentazione della vela della barca posta in alto costituita da rettangoli conformati similmente a quelli delle mura della città. Forse che l'autore volesse dare un significato simbolico a quella vela? Chissà!
Ma c'è anche un'altra cosa importante che per mancanza di tempo non abbiamo potuto vedere a Ravenna, la Pietra Tombale del Costruttore di Navi Publio Longidieno esposta al Museo Nazionale. Da questa stele, della quale ne parlano anche nell'interessante blog dell'Associazione Arbit, si può capire quanto l'arte e la tecnica del maestro d'ascia siano rimaste immutate nei secoli, fin dalla notte dei tempi, tanto che la rappresentazione dello strumento di lavoro è del tutto simile a quella dei giorni nostri, ma anche la composizione stessa della chiglia e la tecnica di giunzione delle parti.

Stele funeraria di Publio Longidieno, dal sito dell'Associazione Arbit
Nell'attesa di tornare a Ravenna a scoprire altri tesori ci accontentiamo di osservare l'Antico Porto di Classe dall'alto grazie a Google Maps.


martedì 28 giugno 2016

Il Sogno di Theimer alla Magnifica Fortezza Medicea di Arezzo


Il Sogno di Theimer, a cura di Vittorio Sgarbi.

Le sale sotterranee della Fortezza Medicea sono state scelte per l'esposizione delle sculture di Theimer proprio in virtù del rapporto fra la pietra da costruzione e il bronzo. Grazie agli importanti lavori di consolidamento e restauro appena terminati, gli aretini si sono riappropriati di uno spazio cittadino unico per imponenza architettonica e valore paesaggistico. (Dalla locandina della mostra).


Ivan Theimer è uno scultore ceco che si ispira al manierismo toscano, ma anche al simbolismo e ai classicismi delle età antiche.


"Il sogno di Theimer", è una straordinaria esposizione incastonata nella magnifica cornice della rinnovata Fortezza Medicea di Arezzo, progettata e realizzata dai "Da Sangallo" a metà del 1500. L'ingresso è gratuito e la mostra durerà fino al 23 ottobre. 
Nota per i visitatori: all'ingresso non andate subito sulla destra nel corridoio principale ma entrate nella porticina a sinistra mezza occupata da delle sedie senza nessuna indicazione, vi troverete luoghi e opere di una bellezza unica.


E visto che Vittorio Sgarbi all'inaugurazione della mostra si era divertito ad appoggiarsi alle statue, io senza toccarle ho fatto di molto peggio.

Il famoso bacio "a pesce lesso"


I famoso bacio detto "della medusa", ovvero quello che accadde dopo aver mangiato panzanella con cipolla


Il famoso "gentleman stick"


Il più famoso dei "selfie-control"


La famosa "zone érogène" (notata la perfetta posizione "chiastica" del corpo"? Manco nelle migliori delle statue di Antinoo).


Abbiamo scoperto luoghi mozzafiato.


La FOTOGALLERY completa vale una visita, come l'esposizione.



Poi abbiamo proseguito nella fortezza e trovato la vasca da bagno del mio trisavolo, quel famoso Bartolomeo di Francesco Lenzi che, messo lì dai Medici a mantenere l'ordine, sparava su quei buzzurri degli aretini con i cannoni, è bé, .... guardate cosa c'ha in testa. Credo che vada cercato anche il bidet, non poteva non averlo.


Arezzo era magnifica, impossibile non passare attraverso le scalette di via de' Pileati che si affacciano sulle Logge del Vasari in Piazza Grande, uno dei luoghi più affascinanti del mondo e in cui ho avuto la fortuna di vivere e sostare.


Arezzo è unica, come almeno due dei suoi abitanti!


C'è scappato anche un piccolo video, fatto in qualche modo, ma insomma.


Alla fine Elena non ne poteva più dei miei versi e della telecamerina, era spossata!



martedì 21 aprile 2015

Il mondo magico, a vela, di Claudia Myatt

Dal sito di Claudia Myatt
Ho scoperto che Claudia Myatt fa la disegnatrice per le più prestigiose riviste inglesi di nautica, Classic Boat Magazine, Practical Boat Owner, nonché per la Royal Yachting Association ed altre associazioni e pubblicazioni. 
A mio parere i suoi acquarelli non sono solo belli ma sono caratterizzati da un fascino tutto particolare che riavvicina i nostri pensieri ai sogni di quando eravamo bambini e in fondo come diceva William Shakespeare:

"Siamo fatti anche noi della materia di cui sono fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo d’un sogno è racchiusa la nostra breve vita."

Un'altra particolarità che traspare nei dipinti di Claudia Myatt è il suo incondizionato amore per la vela. Complimenti Claudia!



sabato 15 novembre 2014

In viaggio "pittorico" nella Toscana costiera



Una sorta di “Grand Tour” alla scoperta dei paesaggi costieri della nostra regione, attraverso scorci, panorami, ma anche leggende e storie dimenticate, dalla Versilia alla Maremma: c’è questo e molto altro nell’ultimo volume della collana “Le Città Ritrovate”. Parliamo del libro “Viaggio pittorico nella Toscana costiera. Fra Otto e Novecento”, che è stato presentato venerdì 14 novembre in Corso Italia ad Arezzo. A guidare la presentazione, lo storico dell’arte Carlo Sisi ed il professor Attilio Brilli, curatore del libro. “Le Città Ritrovate” è la collana che dedica ai luoghi più belli e famosi del territorio in cui opera, e che raccoglie le testimonianze di viaggio di illustri scrittori, artisti e viaggiatori europei e americani dal Cinquecento al Novecento. 
Riprese di Gianni Stanganini. TSD Notizie Flash del 15 novembre 2014.


lunedì 8 settembre 2014

Arezzo, tesori e tradizioni in mostra


E' stato impossibile dire di no ad Elena che è voluta a tutti i costi andare in centro a vedere la sfilata della Giostra del Saracino, la mattina eravamo stati immersi nel silenzio e nella solitudine del nostro amatissimo lago, non potevo fargli pesare più di tanto la mia avversione ai luoghi affollati e la mia latente "agorafobia".
Questa era la mia faccia prima che arrivassero i figuranti della sfilata.


Poi chissà, forse è stato grazie ai rulli dei tamburi che ti entrano dentro facendoti sobbalzare, come d'incanto mi sono rasserenato e ho cominciato a tifare anch'io il mio quartiere, Porta Santo Spirito.


Elena tifa Sant'Andrea che vince quasi sempre, invece ieri ha vinto proprio il mio quartiere, il Santo Spirito. I quartieri sono quattro Santo Spirito, Sant'Andrea, Porta del Foro e Porta Crucifera e, come voi tutti saprete, la sfida è a cavallo e lancia contro il buratto.
Terminata la sfilata siamo saliti al "Prato" a vedere la Fiera Antiquaria, sempre molto affascinante.


Ma la cosa straordinaria che che siamo riusciti a vedere è stato il MUDAS, il Museo Diocesano d'Arte Sacra. Prima abbiamo visitato la mostra "Il Libro della Speranza", l’esposizione raccoglie 38 opere di arte contemporanea di Kamilla Chilingarova e Aleksandr Smirnov, che raccontano storie tratte dalla Bibbia, nate dopo la lettura di alcuni brani dei Vangeli e dell’Apocalisse, in un percorso che parla di maternità e speranza.


Da lì siamo entrati con soli 2€ a testa nel MUDAS e soli, dicasi assolutamente soli per la mezz'ora circa che abbiamo passato nel museo mentre fuori nelle piazze c'erano decine di migliaia di persone che vagavano senza meta, abbiamo potuto ammirare inestimabili meraviglie di arte, pittura e scultura medievali e rinascimentali.


Nel museo vi sono esposte opere pittoriche di Vasari, Spinello Aretino, Signorelli ed altri importanti vissuti tra il XV e il XIX secolo. Una delle sale accoglie tre grandi e rari crocefissi lignei, del XII e XIII secolo, che simboleggiano il sacrificio di Cristo sulla croce, l’esemplare più antico risale al 1179 e in origine era rivestito di lamine in rame dorato e quindi concepito come un grande oggetto di oreficeria.


Come sempre ho fatto le foto anche per voi perché poteste verificare di persona di che opere si sta parlando, visto e considerato che questo museo è stato quasi completamente ignorato dai più. Queste sale sarebbero degne di essere presenti tra le più prestigiose nel Museo degli Uffizi.


Per questo motivo mi sono preso un doveroso e severo rimprovero dal personale addetto al museo, ma non ho potuto fare a meno di fare qualche foto, era tutto troppo meraviglioso. Purtroppo quando sono giunto ad un portale dipinto, originariamente presente nella nostra Basilica d San Domenico, ero già stato redarguito perciò non l'ho potuto fotografare, è bellissimo. Notevoli anche le opere del Vasari.
Nella mostra è presente una collezione di prestigiose oreficerie e parati sacri, tra le quali emerge per importanza la famosa Pace di Siena raffigurante da un lato il Cristo morto sorretto dagli angeli e dall’altro la Madonna Addolorata. Si tratta di un opera di manifattura francese di grande raffinatezza e rarità in oro, smalti, pietre preziose e perle. Databile agli inizi del Quattrocento, la Pace fu donata da Papa Pio II Piccolomini alla cattedrale di Siena, che a sua volta la donò alla cattedrale aretina nel 1799 durante i moti anti francesi del Viva Maria.


A questo punto mi chiedo come sia stato possibile che in una giornata come quella di ieri in cui la città era stracolma di gente una mostra di tale portata sia stata pressoché ignorata. 
Io credo che qui ad Arezzo, e questo vale anche per la maggior parte dei nostri tesori artistici ed architettonici presenti in tutta Italia , manchi un'adeguata comunicazione ed informazione. Siamo un po' stanchi di sole chiacchiere.



Sotto queste colonne c'è il portale della Pieve di Arezzo. Nello strombo dell'arco sono raffigurate le "stagioni" risalenti alla scuola dell'Antelami, una magnifica scultura di arte romanica ignorata da tutti perché nessuno sa che esiste. Attualmente è anche poco visibile perché coperta da un'orribile grata per la protezione dai piccioni.



giovedì 21 agosto 2014

La pesca miracolosa, a vela, nella Pieve di Romena

La "pesca miracolosa", capitello della Pieve di Romena
TEMPORE FAMIS MCLII. (Tempo di carestia 1152)
Questa scritta è scolpita sul secondo capitello della navata di sinistra della splendida Pieve di San Pietro a Romena ed indica la circostanza e l’anno in cui questa pieve romanica fu edificata.  
Qui lo stile romanico si esalta ed anche il profano non può non rimanerne affascinato.  
Questa pieve romanica a tre navate fu costruita su un preesistente edificio religioso, probabilmente del secolo VIII, i cui resti e certi frammenti sono visibili scendendo nel sotto chiesa attraverso una scala, sulla destra, all’interno dell’edificio. 
Esternamente la parte di maggior fascino della Pieve di Romena, oggi dichiarata Monumento Nazionale, è sicuramente l’abside. Al visitatore che giunge da Pratovecchio o dal Castello di Romena appare come una scultura perfettamente incastonata in un classico paesaggio toscano, anzi, nel tipico e splendido paesaggio Casentinese. Dal 1991 questa Pieve è anche sede della Fraternità di Romena, luogo di fede e amicizia. (Tratto da: Il Bel Casentino).

L'abside della Pieve di Romena è attrazione di molti artisti
Credo che non ci stancheremo mai di andare a vistare questa stupenda pieve romanica, tra le più belle nella storia dell'arte medievale, situata a solo qualche chilometro da Raggiolo, luogo dove di consuetudine passiamo qualche giorno di Agosto.
Questa volta sono rimasto colpito dal secondo capitello della navata di destra, sulla facciata rivolta verso l'abside e quindi nascosto alla vista del visitatore distratto. Ed è tanto nascosto che mi era quasi sfuggito, solo per caso sono riuscito ad accorgermi della sua particolarità rimanendo attratto dalla sua bellezza, certamente uno dei capitelli romanici più interessanti e significativi che abbia mai visto.
Secondo la tradizione sembra che rappresenti la "pesca miracolosa" e i due personaggi dovrebbero essere Pietro ed il fratello Andrea, altri hanno inteso intravedere in esso un significato più mondano, "la barca dell'umanità" con due naviganti nel mare della vita.
Ma non voglio entrare in argomenti, per così dire, "escatologici", quanto soffermarmi sull'immagine, quella di una barca a vela con due uomini a bordo, uno con un remo, o un timone, in mano, l'altro appoggiato all'albero, oppure che lo sorregge assieme alla vela.
Questa immagine, dal punto di vista della storia della navigazione è estremamente interessante poiché intende rappresentare una barca da pesca come minimo di quei tempi, intorno all'anno mille.
Le due estremità affilate la fanno assomigliare alla canoa a vela della quale abbiamo tanto parlato negli ultimi mesi, inevitabile l'accostamento alla canoa a vela americana con la pagaia che fa da timone e forse, in questo caso, con il secondo componente dell'equipaggio che tiene su l'albero e la vela latina, come in una specie di windsurf.

Il capitello sembra rappresentare una navigazione in canoa a vela
Non mi posso addentrare in supposizioni ed argomentazioni complesse, certo questa immagine pone molti interrogativi sui modi di navigare nei secoli precedenti l'anno mille. Comunque sia questa rappresentazione "nautica" ha esaltato la mia immaginazione e credo che si possa definire come un elemento storico di rilievo nella storia della navigazione.
Per il resto la Pieve di Romena è semplicemente meravigliosa, all'interno ....

La navata e l'abside della Pieve di Romena
.... e all'esterno.

Pieve di Romena, vista laterale
Altre immagini della pieve le potete trovare nella FOTOGALLERY della nostra vacanza a Raggiolo, che si deve ancora concludere.

Il capitello in cui viene indicata la data di costruzione della pieve con la consegna delle chiavi


venerdì 15 agosto 2014

Lucignano, la sua bellezza e i suoi tesori

San Francesco in barca a vela, parte (o arriva) per (o da) la Terrasanta?
Se si vuol raggiungere il lago Trasimeno da Arezzo più in fretta passando per la superstrada si deve attraversare Lucignano, un vero gioiello di architettura medievale sul cui SITO istituzionale potrete trovare la storia. 
Per poterne apprezzare in pieno la bellezza però bisogna visitare Lucignano di persona e vi assicuro che ne vale assolutamente la pena poiché è uno di quei paesi ancora completamente raccolto entro le sue mura, rimasto in buona parte integro nella struttura originale, seppur stratificata nei secoli.
Essendo il giorno dell'Assunta, come da tradizione, non ho potuto fare a meno di riflettere sul "magnificat" di Maria e quanto questo sia alla base di tutto il pensiero francescano, ne avevamo già parlato. Anche per questo motivo, una visita a San Francesco a Lucignano era d'obbligo e, come sempre accade quando ci si inoltra nella fantastica vita di questo Santo, mi sono interrogato sulle immagini poste negli affreschi di questa Basilica, in particolare una, quella in cui lo si vede imbarcato per la Terrasanta.

La Basilica di San Francesco a Lucignano
Nelle troppo poche informazioni che ho trovato su questi affreschi sul web e nelle enciclopedie si dice che in questa immagine San Francesco sia in partenza per la Terrasanta ma a me non sembra in quanto la pala del timone è posta sulla destra a poppa, in basso, e l'uomo a prua non sta governando una barra quanto probabilmente sta preparandosi per l'attracco. Inoltre, se San Francesco è partito da Ancona ed è tornato a Venezia, allora le due colonne sono proprio quelle del porto di Venezia, come mi ha fatto notare Elena. Premesso ciò c'è un'altro particolare che pone enormi ed importantissimi interrogativi, cosa tiene in mano il Santo? Secondo me potrebbe essere la Sacra Sindone. A questo punto cadrebbero tutte le teorie secondo le quali questa importantissima reliquia sarebbe arrivata in Francia direttamente dalla Terrasanta. Ma perché se Frate Elia è tornato con il "Chiodo della Croce", e molto probabilmente anche con il "Santo Graal", in Italia la Sacra Sindone dovrebbe essere arrivata in Francia? Queste tre reliquie, e forse altre ancora celate, sono arrivate tutte in Italia grazie a San Francesco e Frate Elia. E cosa aspetta la Sacra Chiesa Romana a riabilitare una figura così importante come Frate Elia, posto a capo dei francescani dallo stesso San Francesco, e fare "mea culpa" sulla sua "damnatio memoriae"? Questa cosa è semplicemente scandalosa, è una negazione della storia del cristianesimo e della sua umanità.

Il "trionfo della morte"attro meraviglioso affresco posto in San Francesco a Lucignano
E se del sopra citato affresco non si parla affatto qualcosa ho trovato su quest'altra meraviglia che è il "trionfo della morte", raffigurata come un cavaliere che scocca la freccia. Insomma, solo per queste due opere Lucignano merita una visita, ma c'è molto, molto di più da vedere. Guardate la FOTOGALLERY che meraviglia!.


Tra le foto ce ne sono due significative, una riporta una frase di Mussolini che è rimasta ancora impressa in uno dei muri del paese, "quando si è forti si è cari agli amici e temuti dai nemici", l'altra è la lapide commemorativa appesa sulla casa del partigiano Licio Nencetti. Tutte e due, tristemente, ci ricordano un'epoca, la prima con la banalità dell'arroganza, la seconda con grandezza dell'eroismo, Licio Nencetti è stato un vero eroe, martire della nostra democrazia.

Uno scorcio caratteristico nei pressi della casa di Licio Nencetti


martedì 24 giugno 2014

Arezzo Icastica 2014 Outdoor

Io cammino in mezzo all'opera di Michal Trpak situata all'ingresso della stazione ferroviaria
Come di consueto anche quest'anno ci siamo avventurati in mezzo all'arte diffusa per le strade della nostra città grazie alla bella mostra Arezzo Icastica 2014. E come d'abitudine non ci cimenteremo nei commenti caratteristici dei critici d'arte, possiamo solo dire che questa iniziativa culturale pubblica che ha trasformato la bella Arezzo in un evento di rappresentazione artistica di grande spessore, tra contemporaneo e passato, ci è piaciuta tantissimo.

Elena accanto all'opera di Paolo Grassino, sotto le meravigliose Logge del Vasari
"Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose.
La crisi porta progressi; è nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato.
Chi attribuisce alla crisi i propri fallimenti, da più valore ai problemi che alle soluzioni.
La vera crisi è la crisi dell'incompetenza.
L'inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni; senza crisi non ci sono sfide, senza crisi non c'è merito: nella crisi emerge il meglio di ognuno di noi.
Finiamola una volta per tutte con l'unica crisi pericolosa: la tragedia di non voler lottare per superarla!
Albert Einstein"
(Tratto dalla brochure di Arezzo Icastica 2014).

Elena seduta accanto alle opere di Studio AFA ITALIA
Per oggi abbiamo potuto vedere e fotografare solo alcune delle opere "outdoor" più avanti penseremo a completare il giro e a guardare quelle "indoor".

Lavori in corso davanti ai portici di Arezzo, dalle opere di Studio AFA ITALIA
Il bello di questa mostra diffusa è che le opere possono essere avvicinate, toccate e fotografate con la gente accanto, come i tanti omini che ci si sono posizionati vicino apposta. Questi fanno parte del contesto.

Magritte, Mary Poppins o tutti e due? Opere di Michal Trpak in corso Italia
Nel 2013 ad Arezzo nasce ICASTICA: iniziativa culturale pubblica di carattere internazionale, che fonde l’ambito artistico strettamente visivo con momenti di spettacolo, teatro, danza, poesia, design, giornate di studio. Ogni estate la città si colora di caratteri e personalità lontane ma, grazie alla cultura, non più distanti. 


Don Chisciotte in Piazza Guido Monaco
Quasi quaranta le sedi: musei, palazzi, basiliche, piazze, vie – un centro storico di 4 km invaso d’istanti attivi in cui si può vivere diversamente la stasi della provincia… Il turista fotografa, racconta, viaggia; il cittadino sorride. Così la città ricorda d’esser stata rinascimentale: qui e ora l’arte più prestigiosa del presente, da mezzo mondo, riscopre Cimabue, Piero della Francesca, Giorgio Vasari. L’arte contemporanea più prestigiosa o innovativa sospinge quella eterna del passato, rifacendosi a questa poiché il contesto architettonico (con sedi e spazi) è espressione del medioevo aretino, e le opere d’arte sono così anche quelle dei grandi artisti toscani che hanno lasciato ad Arezzo l’inestimabile eredità di crocifissi o polittici trecenteschi e di affreschi del Quattrocento. Lo scopo è la coerenza: il rilancio dell’immagine aretina, di una città che ha donato i natali a tanti personaggi storici illustri (Carducci docet!). (Dal sito di Icastica).

Elena davanti ad  una delle opere di Javier Marin, in Piazza Guido Monaco
ICASTICA significa “arte di rappresentare la realtà”. Icàstico (aggettivo, dal greco εἰκαστικός «rappresentativo», derivazione di εἰκάζω «rappresentare») vuol dire rappresentazione efficace, incisiva, perciò suggestiva e, in questo senso, sintetica. 

Robert Barta e Yves Dana sono in Piazza San Francesco
ICASTICA si riferisce a qualcosa di elastico, di adattabile, che diventa turismo ed economia: vitalità moderna, insomma, nella sua forma da “recuperare” e “rivalutare”.  (Dal sito di Icastica).

Io tra mura etrusche e caprette, le opere di Pedro Cabrida Reis, in Via dei Pileati
ICASTICA è un fenomeno; un mondo nuovo o, forse, il ritorno a un mondo nuovo. ICASTICA vuol dire conoscere l’arte e riconoscere una città.  (Dal sito di Icastica).

Meraviglioso scorcio di Arezzo tra le opere di Pedro Cabrida Reis, in Via dei Pileati
In sezioni legate al concetto di RESTART 2014, tema di quest'anno, esercizi di archeologia, danza, design, musica, poesia, polifonico, teatro.

Ancora opere di Studio ASA Italia, ai portici
Nel sito è disponibile la MAPPA GENERALE di Arezzo Icastica 2014, ad Arezzo non c'è pericolo, non ci si perde.

Elena accanto all'opera di Javier Marin, in Piazza della Badia
Quasi tutto l'itinerario è visitabile gratuitamente a parte solo alcune SEDI che sono a pagamento.

Io faccio l'intellettuale seduto sull'opera di Javier Marin in Corso Italia
Visitare Arezzo Icastica è anche una magnifica occasione per accorgersi di nuovo quanto la nostra città sia meravigliosa.

Opera di Carlo Bernardini al Palazzo Comunale
E non si può far altro che visitarla a piedi e/ o in bicicletta.

Elena in bici davanti alle spettacolari "ombre" di Brigitte Zieger
E come sempre è davvero bello fare queste cose assieme.

E per finire il solito "selfie"

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