mercoledì 8 aprile 2015


lunedì 6 aprile 2015


domenica 5 aprile 2015

Individuato il gene mutante del velista compulsivo

Dal blog FunToSail
Ginevra, Svizzera (1 ° aprile 2015) 

Gli scienziati hanno annunciato l'individuazione del gene mutante che sembra essere responsabile del bisogno compulsivo di vela.
L'hanno chiamata la mutazione "da Gama", dal nome del famoso esploratore portoghese Vasco da Gama; è stata scoperta casualmente da un team di genetisti della Oxford University mentre stavano tentanto di isolare i geni "mutanti" in un gruppo di giocatori d'azzardo compulsivi.
Nel corso di un “briefing” informale tenuto sull'argomento dallo scienziato Hugo Fefferton, Jr. si è scoperto che egli stesso, non solo era un giocatore sfegatato di baccarat, ma anche un velista come quasi tutti i partecipanti allo studio, circa l'80%.
Una rapida serie di test ha rivelato una rara mutazione genetica chiamata ABDB7, che ora si crede sembra essere il “driver” primario del bisogno costante di navigare a vela.
"Ovviamente, se c'è stata delusione per non aver fatto progressi nella comprensione del problema del gioco" ha affermato Fefferton, Jr., "siamo rimasti entusiasti nell'aver scoperto la mutazione da Gama."
Fefferton, Jr. sostiene che questa scoperta avrà notevoli ripercussioni economiche, “i dipendenti velisti sono altamente inefficienti, il tempo perso a leggere riviste on line di vela, o semplicemente il pensare alle barche, occupa molto del loro tempo altrimenti destinato al lavoro. Ora che abbiamo identificato la mutazione genetica possiamo intervenire creando terapie farmacologiche che potranno indirizzare la mutazione, e, auspicabilmente, soffocare la voglia di navigare."
Fefferton, Jr. è già considerato un front-runner per il Premio Nobel per la genetica.
I più accaniti sostenitori per questo encomio sono i componenti della STAB il gruppo "Smettere di parlare di barche", composto in gran parte dai coniugi scontenti dei velisti.

Così tutti noi ora abbiamo una scusa per andare a vela e di esserne ossessionati ...

Via: FunToSail


sabato 4 aprile 2015


Alcune considerazioni e suggerimenti sul Parco del Lago Trasimeno

Una bella pilotina d'epoca semiaffondata nei pressi di Borghetto di Tuoro
La gita che io ed Elena abbiamo fatto l'altro ieri al Trasimeno ci ha fatto apprezzarne di nuovo la sua bellezza e rinascere il desiderio di tornarci prima possibile per il suo fascino incontaminato, la sua pace, i suoi colori intensi, la sua storia e, ovviamente, la sua natura straordinariamente unica.
Bisogna conoscerlo il Trasimeno per amarlo, bisogna frequentarlo, poco a poco, fino ad innamorarsene perdutamente come accade in ogni grande amore, di quegli amori veri ed autentici, di quelli che non chiedendo nulla ma danno e basta, con generosità. 
L'acqua che nel corso di questi ultimi mesi si è innalzata fino a mezzo metro oltre lo zero idrometrico ne ha cambiato i connotati, molte delle opere dell'uomo realizzate nel corso di anni di secca sono andate distrutte, tante "costruzioni" a noi familiari sono scomparse, sommerse dalle acque, portate via come piume al vento e delle quale rimangono, in certi casi, relitti o ruderi simboli di questa umanità vana e spesso presuntuosa rappresentata al peggio da una gran quantità di soldi ed investimenti andati perduti. 
Ma la natura ha fatto il suo corso ed in alcuni casi ci è sembrato che la situazione fosse in un completo stato di abbandono. Ma non è così perché in ogni area naturale protetta che si rispetti la natura deve fare sempre il suo corso e deve essere rispettata; per questo motivo l'opera dell'uomo con la tecnologia e le possibilità che offre deve riuscire ad integrarsi al meglio in una condizione di variabilità estrema.
Banchine, pontili, scivoli in ferro, legno e cemento non sono adatti ad un luogo come il Parco del Lago Trasimeno, il prato e ciò che galleggia regnano sovrani e principi ed è da qui che si deve ripartire.
Ad un certo punto abbiamo pensato che la gestione di questo patrimonio potrebbe essere concessa a dei volenterosi che se ne potessero occupare in comodato ma ragionandoci meglio abbiamo concluso che questa non è la soluzione, che poi è il pessimo rimedio che stanno attuando dando in gestione l'isola Polvese per soli 10.000 € annui. Non è svendendo i gioielli di famiglia che si ottengono risultati ai massimi livelli. Le azioni che sta attuando la Provincia di Perugia è solo una misera rinuncia ad un patrimonio immenso, a ciò che abbiamo di valore va dato il giusto prezzo affinché si ottenga il massimo del risultato e, perché no, del profitto.


Valorizzare questo patrimonio naturalistico e storico dovrebbe essere la priorità di tutti gli enti di governo cominciando con l'informazione, promuovendo la letteratura e la conoscenza, con libri, riviste, opuscoli, cartelli, mostre, video, iniziative culturali di ogni genere, etc.
Per quanto riguarda le strutture portuali credo che siano sufficienti pontili galleggianti e/ o gonfiabili rimovibili durante il periodo invernale, nulla di più oltre i prati, gli alberi e il canneto tipico del Trasimeno. Per quanto riguarda gli scivoli basterebbe tenere pulite le scese naturali che già esistono ed infine tante panchine per anziani, parchi giochi per bambini, tavoli pic-nic per famiglie, servizi igienici ben tenuti e puliti e parcheggi nascosti tra gli alberi.
Già avevo scritto che un grande maneggio e un campo da golf potrebbe essere un'attrazione turistica importante, quale luogo migliore di questo per andare a cavallo e giocare a golf.

Il torrione di Borghetto di Tuoro
Della bella torre presente a Borghetto di Tuoro, per esempio, si trovano pochissime informazioni ed entrando nel paese non c'è nessuna indicazione sul suo accesso, non so neppure se è un luogo pubblico, privato o se è visitabile. Di seguito riporto una delle pochissime note che ho trovato sul web in questi giorni.

Il castello venne, a più riprese, perduto e riconquistato, danneggiato e ricostruito e fu teatro di memorabili scontri, come quello del 1501 tra le nobili famiglie perugini degli Oddi e dei Baglioni, ma anche di scorrerie di opposte fazioni fino a divenire pressoché inabitabile. Ciò costrinse le autorità perugine a donare due mine di terreno (quasi un ettaro) a coloro che avessero avuto intenzione di stabilirsi a Borghetto. 
Dell’antico castello, oltre alla chiesa parrocchiale di S. Martino, la cui origine è concomitante proprio con i lavori di fortificazione di Borgo Nuovo, rimane la torre dell’angolo sud-orientale, simbolo della frazione, oltre a tratti di mura e delle torri angolari più piccole. Intorno al 1570, l’architetto militare Cipriano Piccolpasso ritrae la prima rappresentazione visiva del castello, disegnandone la pianta. Esso appare di forma rettangolare, con agli angoli quattro torrioni collegati da mura merlate alla cui sommità si sviluppa il camminamento di ronda. Nel mezzo di due mura sono disegnate due torri fuoriuscenti semicircolari, dalle cui feritoie, in caso di attacco, si effettuava il tiro di fiancheggiamento, risorsa questa molto vantaggiosa per i difensori. Infine, all’interno del cortile, sono poste varie abitazioni ma senza una precisa collocazione in isolati. Nel disegno non si notano né le due porte, una levante e l’altra ponente, né vi è indicata l’antica chiesa di S. Martino. 
Nel 1479 il castello fu preso dall’esercito fiorentino guidato da Roberto Malatesta, signore di Rimini, nel corso della guerra contro il Papa. Nel 1643 il castello subì l’ultima distruzione ad opera di Ferdinando II di Toscana. (tratto da prolocotuorosultrasimeno).

Alle mie spalle la foranea del porto turistico di Castiglione del Lago, quasi scomparsa
Se piove per altri due mesi la diga foranea del porto turistico di Castiglione del Lago scomparirà, a cosa sarà servito spendere tanti soldi? Forse non sarebbe bastata una protezione mobile galleggiante come se ne vedono ovunque, soprattutto nei laghi?

Arte e natura, un bel connubio che va promosso
Concludo affermando che apprezzo molto ciò che Comuni, Provincia e Regione stanno attuando sul lago Trasimeno, credo però che gli avvenimenti occorsi negli ultimi tempi insegnino ad attuare iniziative mirate, sicuramente meno costose e più utili di alcune che sono state realizzate finora. 
E come si fa a lasciare un patrimonio come il Monastero di San Secondo alla Polvese inutilizzato ed incompleto?

La grande incompiuta del Monastero di San Secondo alla Polvese

venerdì 3 aprile 2015

Alcune considerazioni sul nuovo armo velico Walkerbay e sul varo


L'errore che ho fatto ieri nella fase del varo di MAE mi ha spinto a fare alcune considerazioni di cui dovrò tenere conto in futuro poiché quello che è successo non è stato poi così banale visto che ero abituato a tutt'altra tecnologia.
La prima cosa che va detta è che la vela non si può ammainare pertanto l'unico modo per alleggerire la pressione del vento su di essa in caso di raffica è quello di sventarla il più possibile. Allo stesso tempo però il boma è dotato di una utilissima ritenuta, come vi ho mostrato nelle foto fatte nelle settimane precedenti, e a cui non voglio rinunciare.


A questo punto credo che la cosa migliore da fare sia quella di togliere il nastrino nero che tiene la vela sempre collegata con il boma e di lasciare solo il tesabase in modo che in caso di necessità diventi semplice e veloce lasciare la vela libera al vento.


Ultima considerazione è che se avessi tolto la stecca posizionata sulla parte superiore della vela avrei potuto avvolgere quest'ultima all'albero riducendola in modo da poter procedere con tranquillità con la vela ridotta anche con vento sostenuto.


L'errore poi di non aver tenuto presente cosa c'era in acqua ma aver guardato solo a terra è stato molto grave, una distrazione del genere può essere causa di un danneggiamento della barca. E' sempre buona norma utilizzare i corridoi di lancio o spiagge in cui si è sicuri del fondale. Guardate la barca dove era finita ..... sempre e soltanto velisti brocchi.
Nota: mi sono anche reso conto di come sia insidiosa la corrente nelle acque basse, bisogna fare molta attenzione.



giovedì 2 aprile 2015

Walkerbayers

Io dopo aver caricato la barca sul tetto dell'auto, tutto da solo a Castiglione del Lago
Sapevamo che il meteo oggi non era ideale per noi, troppo vento, ma abbiamo voluto provare lo stesso perché la giornata era veramente fantastica e dovevamo vedere se il nostro sogno di fare "cartopping" era realizzabile veramente e a quale prezzo .... in termini di fatica ovviamente.


Visto che abbiamo deciso all'ultimo momento non avevo preparato la macchina ma non c'è voluto molto, ci eravamo alzati piuttosto tardi quindi alla fine era tutto pronto alle dieci e mezzo.


Il viaggio è stato tranquillo, non ho mai superato i 70 all'ora anche perché la provinciale per il Trasimeno è abbastanza trafficata ed in qualche punto sconnessa. Unico fastidio un leggero rumore tanto che sembra di essere in aereo, ma io ci sono abituato al ronzio dell'elica.


Il primo luogo che abbiamo voluto vedere non appena arrivati al lago è stato il Borghetto di Tuoro Car-top Boat Park. E' bellissimo e c'è veramente tutto, parcheggi, ottimi servizi igienici, tavolini per il pic-nic, un bar risotorante ed una deliziosa spiaggetta. La vista su Castiglione del Lago in lontananza è imperdibile.


L'unica zona che richiede vendetta è la piccola darsena che a causa delle forti piogge e l'innalzamento del livello del lago è andata quasi completamente distrutta. Lo scivolo è inutilizzabile, colpevole il materiale depositatosi nel fondo.


Abbiamo deciso che comunque ci torneremo perché il luogo è davvero carino ma ci sono altri "cartoppers and carriers" che hanno avuto la nostra stessa idea prima di noi.


Poi abbiamo deciso di andare a Castiglione del Lago, scaricare la barca è stato semplicissimo.


Il carrellino smontabile che mi ero portato dietro ha fatto egregiamente il suo servizio, sia nella fase di carico e scarico che nel trasporto della barca.


Poi ho fatto due grandi errori, il primo è stato la scelta del posto dove varare la barca, in prossimità di un pontile in cemento e nei pressi di alcuni vincoli in acqua che potevano compromettere il lancio della barca e la sua stessa integrità.


Armare la barca è stato veloce e semplicissimo anche se l'ora ormai tarda, era quasi l'ora di pranzo, non mi ha permesso di montare i tubolari. 


L'altro errore che ho fatto nel corso del varo è stato quello di non aver sventato completamente la vela e considerato che il vento a quell'ora era intorno ai 10 nodi mi è risultato praticamente impossibile uscire. Poi il lago era abbastanza freddo e non ho voluto rischiare, dieci nodi di vento sono troppi per cominciare.


Quindi abbiamo pranzato e ci siamo riposati in riva al meraviglioso Lago Trasimeno. E' stato tutto veramente fantastico!


Dopo pranzo abbiamo deciso di ricaricare la barca sul tetto dell'auto e di fare un giretto per Castiglioni, il lago era meraviglioso.


Sulla via del ritorno siamo passati nel vicino "Camping Badiaccia" per vedere com'è, tante volte ci venisse voglia di rimanere sul lago per più di un giorno, quindi siamo tornati a casa per la funzione della "lavanda dei piedi" in chiesa.
Nei pressi di Badiaccia, sotto il ponte della superstrada per Perugia, ci hanno fermato i Carabinieri che, dopo i dovuti controlli e verifiche, ci hanno detto che era tutto a posto, nulla da eccepire sulla barca nel tetto del'auto.


Alle cinque la barca era già in garage ed ogni cosa al suo posto.


Insomma una giornata bellissima, in più abbiamo potuto verificare che con la Walker Bay si può fare "cartopping" anche in un solo giorno senza ammazzarsi di fatica. Questa è la FOTOGALLERY completa dei "walkerbayers".



mercoledì 1 aprile 2015

Borghetto di Tuoro Car-top Boat Park


Mi sono ricordato che anche a Borghetto di Tuoro c'è un Car-top Boat Park, piccolo ma molto carino ed attrezzato.
C'è tutto quello che serve e forse di più: lo scivolo, l'area attrezzata per camper, il parcheggio, l'area giochi per bambini, un'area pic-nic, un'area verde, un'ampio spazio fronte lago, un minuscolo marina con pontile ed infine un ristoro. Nei prossimi giorni ci andremo per vedere com'è visto che è molto tempo che non ci torniamo, potrebbe essere una meta alternativa a Castiglione del Lago.
Da qui, costeggiando, senza allontanarsi troppo dalla riva si possono raggiungere Tuoro, Passignano, le isole Maggiore e Minore e, dall'altra parte Castiglione del Lago.

.



martedì 31 marzo 2015

Sono arrivati i gilet, allora è proprio tempo di cominciare


Mentre ero lì che stavo verniciando la panchina del giardino sono arrivati i tre gilet salvagente Tribord che avevamo ordinato venerdì online al Dechatlon, presi in offerta fine serie a soli 17.45 € cadauno. 
Per me, il mio peso e la mia gobbetta c'è voluto quello più grande +80, ad Elena l'ho preso un po' più piccolo.
Sembra che per i prossimi tre giorni sia ancora bel tempo, credo proprio che sia ora di cominciare a veleggiare. Non vedo l'ora.

Gilet BA100 70n TRIBORD, dal sito Dechatlon

A presto al nostro cartop boat park



lunedì 30 marzo 2015


sabato 28 marzo 2015

Belimo, la nuova barca di Micro Class Italia


Novità da Micro Class Italia
Un Flyer Classic di Windyachts, divisione Cruiser. Costruita per i mondiali di Gdynia (Polonia) del 2012, in cui ha regatato come POL-80, è poi stata acquistata da un armatore tedesco, regatando ai mondiali di Berlino (Germania) come GER-80.
In preparazione al mondiale di Brest (Francia) Belimo parteciperà al campionato del Verbano. Dal 23 al 26 aprile a Monvalle l'associazione italiana ospiterà la prima prova del campionato europeo.
Benvenuta, Belimo!



venerdì 27 marzo 2015

Victura: the Kennedys, a Sailboat, and the Sea



Ciò che una piccola barca a vela ha insegnato ai Kennedy sulla vita, sulla famiglia, sulla leadership ed il successo.

Per comprendere veramente le dinamiche e la magia della famiglia Kennedy, si deve capire il loro rapporto intenso con la vela e il mare.
Molte famiglie navigano insieme, ma il rapporto dei Kennedy con "Victura", lo sloop di 25 piedi acquistato nel 1932 poco dopo il trasferimento della famiglia ad Hyannis Port, è storia a se.
Nel corso della loro breve vita, Joe Jr., Jack e Bobby hanno trascorso molte ore a bordo di  Victura, raggiunti dal fratello più piccolo Teddy quando è cresciuto.
Joe Jr. e Jack si sono classificati tra i migliori velisti universitari del New England tanto che la mancanza di impegno in una regata di uno dei suoi figli fecero infuriare il padre, Joseph P. Kennedy.
Anche Eunice divenne una velista di talento e competitiva, alla pari di tutti i suoi fratelli.
Dopo la guerra venne riconosciuta alla famiglia l'esperienza di Jack sul Victura che gli aveva permesso di aiutare l'equipaggio a sopravvivere al naufragio del caccia torpediniere su cui era imbracato nel Pacifico.
Nel 1950, le foto di Jack e Jackie a bordo del Victura sulla rivista Life's contribuirono al successo dei Kennedy nella vita ed in politica.
Jack scarabocchiava le immagini di Victura durante le sue riunioni nell'Ufficio Ovale, ed è probabile che il suo amore per la nautica abbia giocato un ruolo fondamentale nella sua decisione, presa nel 1961, di inviare un uomo sulla luna, impresa che fu chiamata "space-faring."
Anche Ted amava Victura, come tutti gli altri, e negli anni successivi navigò fino alla fine assieme ai propri figli e ai figli dei suoi fratelli ormai deceduti, utilizzandoli come equipaggio: attraverso le secche della sua carriera, meritandosi l'appellativo di "leone" della Senato.
Sul suo libro "Victura", James W. Graham ci descrive come la dinastia di una delle famiglie più importanti del Novecento abbia raggiunto il suo successo, in una narrazione straordinariamente originale ed avvincente.
Questa vera storia di una piccola barca a vela è un contributo prezioso per la nostra comprensione della grande storia dei Kennedy.
(maldestramente tradotto ed interpretato da me medesimo da: Thevictura)

La copertina del libro "Victura", da Thevictura
Autore James W. Graham
Edizioni University Press of New England
disponibile da Aprile 2014
272 pagine, 28 immagini,
Prezzo 29,95 $
Ebook 22,99 $
ISBN: 978-1-61168-4117

Ricordatevi però che ci sono anche i Chennedi de noantri:

Non belli come loro ..... ma quasi
Non ricchi, potenti e famosi come loro ....... neanche col cannocchiale
Sicuramente ugualmente felici in barca a vela


giovedì 26 marzo 2015


mercoledì 25 marzo 2015

Laigueglia: your next weekend at the waterfront


Thor Heyerdahl, il famoso antropologo norvegese il cui nome è legato alle vicende del Kon Tiki, di Laigueglia ebbe a dire “…Ho passato la mia vita a esplorare il mondo. Ma quando giunsi in questo luogo non ebbi esitazioni: la mia casa sarebbe sorta in questo piccolo paradiso…”. (tratto dal sito del Comune di Laigueglia).

Il corridoio di lancio di Laigueglia, immagine tratta da Google Earth
Mentre aggiornavo la Mappa dei Corridoi di Lancio, ad uso e consumo degli amici e colleghi "cartoppers", mi sono imbattuto in quelli esistenti a Laigueglia, i cui relativi tratti di spiaggia sono suddivisi per i pescatori professionisti e per i dilettanti. In questo modo ho scoperto un luogo meraviglioso che mi piacerebbe andare a visitare perché non sono mai stato nelle Riviere di Ponente e di Levante, se non di passaggio per la Costa Azzurra.
Ho trovato anche molto carini alcuni alberghi e/ o residences che si affacciano sul mare con la loro spiaggetta privata attigua, i più vicini al corridoio di lancio sono i seguenti:

Baia del Sole
Non so se Elena se la sentirà di fare i circa 400 km necessari per raggiungere Laigueglia da Arezzo con la barca sul tetto dell'auto, me che guido, il glaucoma ed i miei occhi malandati. Si vedrà, forse un giorno, ma se non ci andrò io ci andrà di sicuro qualche lettore.

Il "porto a secco" dei pescatori di Laigueglia, dal sito del Comune di Laigueglia

martedì 24 marzo 2015


Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...