martedì 6 ottobre 2015

Albaia Car-top Boat Park


Alla spiaggia dell'Albaia, nei pressi di Monte del Lago sul Trasimeno, ci andammo per la prima volta nel 2007 con il Beneteau First 24, in una giornata estiva fredda e ventosa, con molte onde. Con quella barca non avemmo problemi a navigare in tutta sicurezza nonostante le condizioni meteo piuttosto avverse ma poiché avevamo la chiglia fissa non potemmo scendere a terra. La navigazione fu straordinaria, tanto vento e onde molto lunghe ci fecero provare sensazioni che di rado abbiamo provato al lago dove le onde sono spesso corte e fastidiose.

Il Beneteau First 24 ormeggiato a Castiglione del Lago
L'inverno successivo vendemmo questa barca perché, avendo deciso di tenerla al lago e non più al mare dove l'avevamo tenuta per due anni, la deriva fissa non ci permetteva la sufficiente autonomia in un lago dalle acque molto basse. A parte questo però la Beneteau First 24 è stata la barca più bella e migliore che abbiamo mai avuto e con la quale abbiamo fatto delle meravigliose veleggiate lungo la Costa Etrusca.
Intendo tornare all'Albaia con il mio barchino facendo cartopping poiché è un luogo ricco di fascino e bellezza, in aggiunta il paese di Monte del Lago è meraviglioso.

Car-topping
Di Monte del Lago e della storia del suo personaggio più famoso ed affascinante, la scrittrice di origini armene Vittoria Aganoor Pompilj, ne ho parlato nel post "Luminoso e giocondo come di maggio".



domenica 4 ottobre 2015



venerdì 2 ottobre 2015

The "Bray Dròleen", l'anima irlandese del Dinghy Classico

The Bray Dròleen
Non vi posso nascondere di averlo fatto apposta: andare a ricercare le linee d'acqua del Dinghy Classico nel mio libro di vela preferito e posso assicurarvi di averle trovate, benché questo sia stato pubblicato ben dodici anni prima della sua uscita grazie alla penna e all'inventiva del suo creatore, l'avvocato inglese George Cockshott.


Se il mio blog avesse anche una briciola di importanza nel mondo della nautica sono certo che avrei scatenato una serie di furiose polemiche; puristi, tecnici e appassionati si sarebbero dilettati ad elencare le differenze tra il Dròleen e il Dinghy Classico, differenze che certamente ci sono, ma a mio parere assolutamente poco rilevanti.: stessa lunghezza, stessa larghezza, stesso armo, stessa superficie velica, stesso tipo di deriva, stesso equipaggio in regata, linee d'acqua molto simili a parte qualche dettaglio.

Uno dei stette Dròleen in regata nelle acque di Bray
Come di consueto ho fatto una maldestra traduzione ed interpretazione del capitolo del libro di Henry Coleman Folkard che tratta dei "The Dròleen - One Design Class":

I Dròleens appartengono ad una One-Design Class Dinghy del Bray Sailing Club, adottato come tale nel 1897, la flotta è composta da sette imbarcazioni. 
Il loro nome di classe "Dròleens" deriva dal gaelico Drolin - un Wren (per gli iralndesi il Re di tutti gli uccelli, ndr). 
Le barche sono state progettate dal Sig W. Ogilvy, di Dublino e Bray, che è anche un membro del Bray Sailing Club, il quale me ne ha gentilmente inviato il disegno e la foto dalla quale sono state tratte le illustrazioni. 
Le dimensioni sono: - Lunghezza fuori tutto, 12 piedi; baglio, 6 piedi; sono dotati di una deriva in metallo (o chiglia girevole) in acciaio di 3/16 di pollice. 
L'armo velico dei "Dròleens" consiste in una vela singola al terzo in cotone marino di 100 sq. ft, tagliata in modo da stare quasi perpendicolare alla testa dell'albero quando è regolata correttamente. 
Portano anche uno spinnaker di 46 sq. Ft. per le andature di poppa. 
La chiglia girevole, è montata in modo da funzionare in una cassa di 2 piedi e 3 pollici, il cui perno attraversa la chiglia dall'esterno del fasciame. 
La chiglia può essere bloccata sia in posizione verticale che orizzontale in modo che possa essere prontamente sollevata quando il fondale è basso o scoglioso, o in caso di necessità. 
I "dròleens" non sono dotati di attrezzature in commercio di alcun tipo. 
La vela viene issata da due drizze. 
Queste barche vengono spesso utilizzate in condizioni di mare molto mosso quindi sono molto resistenti ma allo stesso tempo sufficientemente maneggevoli da essere sollevate da terra da due sole persone. In regata, l'equipaggio è limitato a due persone; ma possono esserne trasportate in tutta sicurezza ben cinque. 
Esse appartengono ad una classe di piccole imbarcazioni a vela molto maneggevoli adatte per una gestione in solitario di costruzione e forma molto robusta, così sicure che le vele non hanno bisogno di essere terzarolate nelle normali condizioni meteomarine adatte ad una barca “open”. 
La loro miglior andatura è la bolina nel mare agitato e ventoso, quello in cui non di rado le incontriamo al largo delle coste di Bray.

In Irlanda, di recente, è nata un'Associazione, la "Bray Dròleens Make a Comeback" che sta cercando di riportare all'antico splendore questa barca, ricostruendone una e restituendogli il merito; nessuno però si è azzardato ad andare oltre riflettendo, come ho fatto io oggi, sulla straordinaria somiglianza tra i due piccoli velieri.

Dròleen in regata, dal sito Bray Dròleens make a Comeback
Metto anche una foto dalla FOTOGALLERY che feci ai dinghy classici a Castiglione del Lago, vedo una differenza solo nella linea a prua.


Tutto ciò senza nulla togliere al creatore del Dinghy Classico che ci ha messo del suo. E per fare onore ai Dròleen e all'Irlanda gustatevi questo bel video.



giovedì 1 ottobre 2015

Lo "Strangford Latine" di Dudley Fitzgerald de Ros, XXIV Barone de Ros

The Strangford Latine Rig, l'armo velico del Barone de Ros
Baron de Ros è il titolo baronale più antico nel Paria d'Inghilterra e non mi stupisce che nel corso delle mie letture l'abbia ritrovato in uno dei testi di vela a me più cari, "The sailing boat, a treatise on sailing boats and small yachts, their varieties of type, sails, rig, etc. With practical directions for sailing and management; also, the one-design and restricted classes, fishing and shooting boats, sailing chariots and ice yachts, foreign and colonial boats, canoes, etc., etc", scritto da Henry Coleman Folkard e pubblicato a Londra nel 1901 da Edward Stanford.


L'autore non specifica esattamente quale Baron de Ros gli avesse indicato la descrizione e lo schema del suo armo velico, il cosiddetto "Strangford Latine", ma l'ultimo dei Baroni di Ros di Helmsley, nel 1901, era Dudley Fitzgerald, generale inglese, scudiero del Principe Consorte.

24th Baron de Ros, immagine tratta da Wikipedia
Ma veniamo alla descrizione che Folkard fa di questo armo velico nel suo libro del quale, come di consueto, ho fatto una maldestra traduzione ed interpretazione:

"Si tratta di una moderna forma di armo latino, su un piano adottato dall'ultimo dei Lord de Ros il quale, su richiesta, me ne ha gentilmente inviato una descrizione completa anche di un disegno, da cui è stata tratta la figura sopra. 
La ben nota abilità ed esperienza di Sua Signoria nella pratica della vela sono di per sé sufficienti ad assicurarne l'efficacia; sembra davvero essere un armo velico pratico e boliniero, adatto ad una piccola barca. 
Come si vede dalla figura il boma è fissato all'albero nel punto b , il pennone è collegato all'albero da una drizza d, fissata nel punto a, che può essere messa in tensione grazie ad anelli metallici e giunzioni permettendo così a questo di essere abbassato, anche parzialmente per ridurre la superficie velica, o totalmente per ammainare la vela, da un solo passeggero a bordo senza dover abbandonare il timone. 
Il boma e il pennone sono fissati in modo che si aprano e chiudano a compasso; i terzaroli si mettono ruotando il pennone dall'alto verso il basso, però l'angolo inferiore rimane alla stessa distanza dalla poppa così che la vela non perda di potenza quando questa viene ridotta.

Nota: ho chiamato questo armo "Strangford Latine", come il suo inventore, l'ultimo Lord de Ros, che lo ha provato ed utilizzato a Strangford.

I miei lettori avranno già capito che questo armo velico lo abbiamo visto diverse volte, nel Sailfish di Jackie e nella versione successiva del Sunfish, prodotto ancora da LaserPerformance, ma anche in tutte le proposte di SailboatsToGo che ne prevedono una massiccia applicazione nei gonfiabili a vela, nei kayak e nelle canoe.


E' molto semplice e carino questo armo velico per la sua semplicità e praticità tanto che abbinato con un piccolo gommoncino gonfiabile la barca a vela possa essere tranquillamente trasportata in due borsette.

La barca a vela in due borsette, da SailboatsToGo
Chi l'avrebbe mai detto che l'ultimo dei Baron de Ros di allora avrebbe fatto una variazione dell'armo latino così importante ed ancora così ben utilizzato dopo ben centoquindici anni.
L'armo del Sunfish di Laserperformance


mercoledì 30 settembre 2015

Reisekatamaran für Auto & Wohnwagen - HAPPY CAT NEO



Il video ufficiale del nuovo Happy Cat NEO della Grabner, bellissimo! Nel canale youtube di Gerd Kassel potete trovare la sua fantastica avventura di campeggio nautico (segeltrekkingtour) tra le isole svedesi dello Stora Bör a bordo, con sua figlia Samira  e i suoi due cani, del prototipo di questo nuovo catamarano gonfiabile.

Da uno dei video di Gerd Kassel
Questa si che è libertà, navigazione, avventura, null'altro da aggiungere.


martedì 29 settembre 2015


lunedì 28 settembre 2015



In Olanda risorge il campeggio nautico

Il campeggio nautico è di nuovo popolare, su De Telegraaf Vaarkrant
Il campeggio nautico è di nuovo popolare 

Articolo di Teije Brandsma su De Telegraaf Vaarkrant (maldestramente tradotto ed interpretato da me medesimo).

La tenda in crociera, si tratta di una combinazione ideale che è stata recentemente riscoperta, anche dai proprietari di yacht a vela e a motore. 
"Vedo per la prima volta in tanti anni le persone che arrivano in barca con le loro tende montate accanto ad essa", ha detto il manager di un porto turistico in Frisia. 
Il vento si alza verso le cinque. I ragazzi Abram e Joel, entrambi di undici anni, guardano sul Randmeer un'isola in lontananza, la Huizer Hoef. 
Con il loro padre hanno preso una barca a noleggio ad Almere Haven ed ora sono alla ricerca di isole disabitate dove possano montare la loro tenda in tutta tranquillità. 

A caccia di misteri 
Potrebbe essere davvero quella l'isola misteriosa dei loro sogni? Vorrebbero fare un fuoco, esplorarla, montare la tenda ed incontrare meno persone possibile. "Si potrà circumnavigare l'isola in modo da poterla esplorare?" chiede Abram. 

Saper scegliere 
Come vedono un paio di alberi spuntare dalla Huizer Hoef constatano che ci sono già alcune imbarcazioni. Questo rende l'isola meno attraente per i ragazzi. "Se si trovano lì vuol dire che ci sarà una capitaneria di porto a cui chiedere il permesso per la sosta," esordisce il timoniere, e questo rende l'isola meno attraente. «Cerchiamo un'altra isola", risponde Abram esitante. 

Un'isola da sogno 
Poche ore più tardi e a miglia di distanza, hanno trovato la loro isola da sogno. È possibile effettuare il fuoco, sembra selvaggia e non esiste una capitaneria di porto. Qui possono montare il loro campo sulla dura terra. 

Prendere delle decisioni
«Vogliamo andare a dormire sotto la tenda a bordo del Falcon o a terra," chiede Joel. Si consultano ed è infine il primo a prendere una decisione. Con la luce del piccolo fuoco fumoso, la sera tardi, si può vedere solo la sagoma della barca con la sua tenda montata a bordo. Qualche istante dopo i ragazzi sono già sotto la tenda nel Falcon, ad ascoltare i fruscii della notte, che dal loro sacco a pelo sono più rilassanti che fastidiosi. Che avventura!

Il fuoco di bivacco 
Joel e Abram non sono gli unici che navigano attraverso i Paesi Bassi con una tenda a bordo. Coen Egberink dalla Frisia Aldeboarn è andato in giro per dodici anni con un Wester Engh sloop. Per quattro anni Coen ha effettuato crociere anche molto lunghe, a volte di settimane, anche con i suoi figli, di età compresa tra i sette e i tredici anni. "La libertà di andare in barca, vivere in mezzo alla natura, disporre di spazio intorno alla tenda e fare un fuoco di bivacco è una grande avventura per i ragazzi", dice. "Vedo sempre più persone farlo." 

Una riscoperta 
Vedo anche gente molto esperta in navigazione riscoprire di nuovo il campeggio nautico. "Sembra una tendenza anche nel settore della vela", ha detto Rixt Dijkema del Woudfennen Marina nel Frisone Boornzwaag. Anni fa c'erano molti giovani con le tende e i Falcon che giravano per la Frisia, poi hanno preferito le grandi barche dove dormivano a bordo. 

Anche per gli adulti 
Negli ultimi mesi ho visto una dozzina di tende accanto a piccole imbarcazioni. "E sai qual è la differenza con il passato? Non sono solo i govani a farlo ", dice Rixt. «Ora vedo molti adulti smontare la loro tenda la mattina presto!"

Questo articolo dovrebbe far riflettere gli operatori del settore nautico, i fabbricanti di barche e i gestori dei marina. E' la voglia di riscoprire la vera avventura e il contatto con la natura o solo frutto della crisi? Credo sia importante trovare una risposta.

MAE pronta per il campeggio nautico

venerdì 25 settembre 2015


giovedì 24 settembre 2015

Sistema abbattimento & issata albero - Micropomo Lazy Lady


Ogni volta che volevo disalberare erano sudori freddi per me e per il povero santo che mi dava una mano.
Con l'aiuto di mio padre abbiamo realizzato un semplice kit per abbattere ed issare l'albero anche da soli.
Il video è riferito alla prima prova in assoluto (ovvero montato e provato) pertanto la confidenza è poca e qualche passaggio è stato fatto con calma. Tuttavia il sistema promette bene!
Il kit è composto da un asse di rimando (a cui viene collegata la drizza dello spinnaker ed un paranco fissato a prua) e da due tubi in alluminio che (tenuti fermi tramite le draglie ed un nastro che corre sotto lo scafo).


Dal canale di Youtube di Luca.


Un tendalino per MAE


Ecco il tendalino per MAE, la mia Walker Bay 10' modello Breeze. Non pensavo che sarebbe venuto così bene e preciso visto che non ho speso assolutamente nulla ma ho semplicemente recuperato un sopra tenda di una tendina da due, degli anni ottanta, e che non utilizzavamo più da lungo tempo.


L'idea iniziale era quella di appoggiare il tendalino sopra il boma, ma se ho utilizzato il boma per fissarlo a poppa l'ho tirato su con una drizza a prua, sfruttando i fori e gli occhioni per la paleria delle vecchie tende, paleria che oggi non viene più usata nelle tende di nuova generazione. I bordi sono stati fissati con degli elastici che passano sotto o sul fianco dello scafo.


Questo sistema mi ha permesso di creare molto spazio all'interno, lo stesso di una tendina da due, basterà appoggiare un ripiano tra le due panche tanto che si potrebbe tranquillamente dormirci dentro.


Nella foto sopra si vede come sono posizionati il boma e il telo.


Per fare passare l'albero ho scucito qualche centimetro di stoffa tra le giunzioni del sopra tenda, scucitura che dovrà essere rifinita con un bordo, a questo ci penserà Elena.


Anche l'ingresso è piuttosto agevole, manca solo una chiusura che potrà essere realizzata in maniera molto semplice


Non appena ho finito il lavoro è iniziato a piovere, così ho potuto verificare l'isolamento della barca dall'acqua.


Che dite, quasi quasi stanotte ci dormo!


QUI, c'è la fotogallery completa, con qualche foto in più .

lunedì 21 settembre 2015


domenica 20 settembre 2015

Segnavento tricolore per MAE


Mancavano un segnavento e la bandierina, per MAE ho preferito non doverli gestire con attrezzi complicati applicando un semplice nastrino tricolore in corrispondenza dell'inserimento della stecca, nastrino che svolge egregiamente tutte e due le funzioni: indicatore della direzione del vento e bandiera.


Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...