Avrei aggiunto un bompresso a MAE, consistente in un tubo di alluminio lungo 130 cm, con due fori passanti alle due estremità per il fissaggio.
I motivi di questa aggiunta sono due, il primo ed il più ovvio è quello di prevedere l'utilizzo di un piccolo gennaker per le andature portanti, l'uso del gennaker in una barca a vela è straordinario e questa possibilità va sempre tenuta in considerazione.
L'altro è quello di provare ad utilizzarlo anche per il fiocchetto in modo da renderlo autovirante e quindi facilitare la navigazione senza dover sempre spostarsi a prua a far passare la scotta successivamente ad un cambiamento di bordo. Gli esperti mi hanno già detto che la barca avrà una tendenza maggiormente poggiera ma in ogni caso di provare, perché no.
Fissare il bompresso è stato molto semplice perché la barca è già predisposta con un foro e l'occhione a prua. Fantastica!
Dei Flagmanenok, i Cavalieri del Drago ne avevamo già parlato alla fine di anno scorso quindi sono andato a vedere se c'erano stati aggiornamenti in merito alla stagione 2015, Ebbene la loro FOTOGALLERY 2015 è nutritissima di Walker Bay 10 in navigazione con ogni tipo di vento ed onda, con molte bellissime foto.
Del Paper8, la barca pieghevole a propulsione ibrida, ne avevamo già accennato su: Pieghevole o smontabile?. Mi sembra davvero molto pratica, facilmente cartoppabile, e carina!
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali, come da BROCHURE.
Lunghezza: 3.05 m
Larghezza: 1.39 m
Peso: da 34 a 50 kg (dal solo scafo fino a completamente armata)
Siamo inesorabilmente lontani dai luoghi di produzione ma con i mezzi moderni di spedizione transfrontaliera non dovrebbe essere proprio un problema pensare di acquistare questo bel catamarano YARKAT FOXtrot nel bel mezzo della Russia Centrale.
Viroga è un kayak a vela innovativo con ottime prestazioni veliche. Di concezione modulare, appartiene alla categoria dei multi-sport, possiede due stabilizzatori laterali ed un armo velico molto interessante, completamente pieghevole con rapidità in modo da passare dalla modalità a vela a quella a remi anche frequentemente.
Grazie alla richiesta di un lettore mi sono andato ad informare su chi potrebbe realizzare un tubolare gonfiabile per una barca a vela, e non, al fine di aumentarne la stabilità. Ho trovato questa azienda ucraina, la katamaran che realizza qualsiasi tipo di tubolare gonfiabile, anche per catamarani autocostruiti. I prezzi, inoltre, mi sembrano assolutamente concorrenziali.
"Cari Terraferma Sailors, è in acqua Zen, una nuova deriva a vela di 4mt, pensata per navigare in maniera semplice e veloce. E' un prodotto made in Italy, dalla progettazione alla costruzione.
Inviamo in allegato una scheda tecnica ed immagini ad alta risoluzione delle prime uscite effettuate. Ulteriori immagini e video sono presenti sulla nostra PAGINA FACEBOOK. Qualora interessati restiamo a disposizione per fornire ulteriori info o immagini aggiuntive. Grazie anticipatamente per l' attenzione,
cari saluti Paolo
Zen sailstyle
+393299714193"
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza: 4 m
Larghezza: 1.55 m
Immersione: 0.90 m
Peso: 74 kg
Sup. velica: 7 + 7 mq
Costruzione: compensato marino + epoxy
Cantiere navale: Checchi
Ulteriori informazioni e foto le trovate sul DEPLIANT e QUI lo potete vedere il navigazione.
Carsten e Tom, i concessionari MiniCat in Germania, navigano a vela con un 420 intorno all'isola di Maiorca. Imperdibile, una "sfida" davvero emozionante considerando che se lo son portato dietro in due borse!
Questo libro è un vero e proprio pozzo di informazioni sulla storia della nautica e del diporto nautico, una storia costruita su abitudini, stili e linee oramai perdute nel tempo ma che hanno, a mio parere, un incommensurabile valore, non solo simbolico, che dovremmo riscoprire.
Osservate le linee d'acqua della canoa a vela riportate nell'immagine e poi non venitemi a dire se oggi si vede in giro qualcosa di più bello e affascinante, ma non è solo la bellezza che conta perché queste linee sono state costruite per secoli sull'acqua e sulla necessità dell'uomo di navigare in sicurezza e comodità.
L'idea di stamani era quella di parlare ancora di canoe a vela, argomento che tratterò comunque nei prossimi giorni, ma nel capitolo che avevo intenzione di tradurre mi ha colpito l'immagine della deriva "pieghevole", una tecnologia a me sconosciuta fino ad oggi poiché, come la maggioranza di voi credo, conoscevo solo la deriva "mobile".
Ho potuto constatare, in questo interessante articolo trovato su authenicboats, che ce n'erano due tipi:
La Brough: era realizzata con 5 lamine in bronzo che si aprivano e si chiudevano a ventaglio grazie ad una leva. Da richiusa era lunga circa 70 cm e larga 20 cm e si sa che costava 7 Sterline.
La Radix: di questa ne erano stati realizzati tre tipi, realizzati con diverse lamine in ottone che si aprivano e chiudevano a ventaglio che si contenevano l'una nell'altra, secondo le dimensioni che variavano da una lunghezza che andava da circa 40 a 60 cm ed una larghezza, sempre da chiusa, da 20 a 40 cm. In questo caso è stato specificato anche il peso che andava da 4 a 8 kg circa e la superficie totale, aperta, che arrivava ad un massimo di 0.4 metri quadri. Contrariamente alla Brough non si apriva grazie ad una leva rotante ma a scorrimento e costava un po' di più, da 15 a 25 Sterline, di allora ovviamente.
Se vi interessa capire come funzionasse questa straordinaria tecnologia lo potrete comprendere osservando le bellissime foto contenute su sailingcaones. dragonflycanoes.
"Discorso sulla Vela", c'è qualche foto e vi sono espressi pochi concetti fondamentali, certamente un libretto non in linea con l'editoria nautica, è solo una piccola raccolta libera e gratuita di considerazioni già presenti nel blog.
E' visibile anche nella barra laterale destra assieme alle altre pubblicazioni.
Non mi interessa più il calcio dai tempi di Rivera, calciatore che ho seguito appassionatamente finché il suo sport non è diventato un lucroso mestiere, oggi quando attaccano in TV mi viene il voltastomaco come con il gioco delle scatole. Però ero un milanista e devo dire che questa Mini Cooper Swindon ci sta proprio bene abbinata con l'Happy Cat Evolution, tutte e due in rossonero. E' così che andrei attrezzato a fare campeggio nautico e ai loro raduni se avessi qualche soldarello in più.
Alla spiaggia dell'Albaia, nei pressi di Monte del Lago sul Trasimeno, ci andammo per la prima volta nel 2007 con il Beneteau First 24, in una giornata estiva fredda e ventosa, con molte onde. Con quella barca non avemmo problemi a navigare in tutta sicurezza nonostante le condizioni meteo piuttosto avverse ma poiché avevamo la chiglia fissa non potemmo scendere a terra. La navigazione fu straordinaria, tanto vento e onde molto lunghe ci fecero provare sensazioni che di rado abbiamo provato al lago dove le onde sono spesso corte e fastidiose.
Il Beneteau First 24 ormeggiato a Castiglione del Lago
L'inverno successivo vendemmo questa barca perché, avendo deciso di tenerla al lago e non più al mare dove l'avevamo tenuta per due anni, la deriva fissa non ci permetteva la sufficiente autonomia in un lago dalle acque molto basse. A parte questo però la Beneteau First 24 è stata la barca più bella e migliore che abbiamo mai avuto e con la quale abbiamo fatto delle meravigliose veleggiate lungo la Costa Etrusca.
Intendo tornare all'Albaia con il mio barchino facendo cartopping poiché è un luogo ricco di fascino e bellezza, in aggiunta il paese di Monte del Lago è meraviglioso.
Car-topping
Di Monte del Lago e della storia del suo personaggio più famoso ed affascinante, la scrittrice di origini armene Vittoria Aganoor Pompilj, ne ho parlato nel post "Luminoso e giocondo come di maggio".
Imperdibile, una stupenda veleggiata da Kirkenes a Bodo, sul Mare di Barents, qui ci troviamo a Nord del Circolo Polare Artico. "There is a difference between Living and being Alive"!
Non vi posso nascondere di averlo fatto apposta: andare a ricercare le linee d'acqua del Dinghy Classico nel mio libro di vela preferito e posso assicurarvi di averle trovate, benché questo sia stato pubblicato ben dodici anni prima della sua uscita grazie alla penna e all'inventiva del suo creatore, l'avvocato inglese George Cockshott.
Se il mio blog avesse anche una briciola di importanza nel mondo della nautica sono certo che avrei scatenato una serie di furiose polemiche; puristi, tecnici e appassionati si sarebbero dilettati ad elencare le differenze tra il Dròleen e il Dinghy Classico, differenze che certamente ci sono, ma a mio parere assolutamente poco rilevanti.: stessa lunghezza, stessa larghezza, stesso armo, stessa superficie velica, stesso tipo di deriva, stesso equipaggio in regata, linee d'acqua molto simili a parte qualche dettaglio.
Come di consueto ho fatto una maldestra traduzione ed interpretazione del capitolo del libro di Henry Coleman Folkard che tratta dei "The Dròleen - One Design Class":
I Dròleens appartengono ad una One-Design Class Dinghy del Bray Sailing Club, adottato come tale nel 1897, la flotta è composta da sette imbarcazioni. Il loro nome di classe "Dròleens" deriva dal gaelico Drolin - un Wren (per gli iralndesi il Re di tutti gli uccelli, ndr). Le barche sono state progettate dal Sig W. Ogilvy, di Dublino e Bray, che è anche un membro del Bray Sailing Club, il quale me ne ha gentilmente inviato il disegno e la foto dalla quale sono state tratte le illustrazioni. Le dimensioni sono: - Lunghezza fuori tutto, 12 piedi; baglio, 6 piedi; sono dotati di una deriva in metallo (o chiglia girevole) in acciaio di 3/16 di pollice. L'armo velico dei "Dròleens" consiste in una vela singola al terzo in cotone marino di 100 sq. ft, tagliata in modo da stare quasi perpendicolare alla testa dell'albero quando è regolata correttamente. Portano anche uno spinnaker di 46 sq. Ft. per le andature di poppa. La chiglia girevole, è montata in modo da funzionare in una cassa di 2 piedi e 3 pollici, il cui perno attraversa la chiglia dall'esterno del fasciame. La chiglia può essere bloccata sia in posizione verticale che orizzontale in modo che possa essere prontamente sollevata quando il fondale è basso o scoglioso, o in caso di necessità. I "dròleens" non sono dotati di attrezzature in commercio di alcun tipo. La vela viene issata da due drizze. Queste barche vengono spesso utilizzate in condizioni di mare molto mosso quindi sono molto resistenti ma allo stesso tempo sufficientemente maneggevoli da essere sollevate da terra da due sole persone.
In regata, l'equipaggio è limitato a due persone; ma possono esserne trasportate in tutta sicurezza ben cinque. Esse appartengono ad una classe di piccole imbarcazioni a vela molto maneggevoli adatte per una gestione in solitario di costruzione e forma molto robusta, così sicure che le vele non hanno bisogno di essere terzarolate nelle normali condizioni meteomarine adatte ad una barca “open”. La loro miglior andatura è la bolina nel mare agitato e ventoso, quello in cui non di rado le incontriamo al largo delle coste di Bray.
In Irlanda, di recente, è nata un'Associazione, la "Bray Dròleens Make a Comeback" che sta cercando di riportare all'antico splendore questa barca, ricostruendone una e restituendogli il merito; nessuno però si è azzardato ad andare oltre riflettendo, come ho fatto io oggi, sulla straordinaria somiglianza tra i due piccoli velieri.
Metto anche una foto dalla FOTOGALLERY che feci ai dinghy classici a Castiglione del Lago, vedo una differenza solo nella linea a prua.
Tutto ciò senza nulla togliere al creatore del Dinghy Classico che ci ha messo del suo. E per fare onore ai Dròleen e all'Irlanda gustatevi questo bel video.
L'autore non specifica esattamente quale Baron de Ros gli avesse indicato la descrizione e lo schema del suo armo velico, il cosiddetto "Strangford Latine", ma l'ultimo dei Baroni di Ros di Helmsley, nel 1901, era Dudley Fitzgerald, generale inglese, scudiero del Principe Consorte.
Ma veniamo alla descrizione che Folkard fa di questo armo velico nel suo libro del quale, come di consueto, ho fatto una maldestra traduzione ed interpretazione:
"Si tratta di una moderna forma di armo latino, su un piano adottato dall'ultimo dei Lord de Ros il quale, su richiesta, me ne ha gentilmente inviato una descrizione completa anche di un disegno, da cui è stata tratta la figura sopra. La ben nota abilità ed esperienza di Sua Signoria nella pratica della vela sono di per sé sufficienti ad assicurarne l'efficacia; sembra davvero essere un armo velico pratico e boliniero, adatto ad una piccola barca. Come si vede dalla figura il boma è fissato all'albero nel punto b , il pennone è collegato all'albero da una drizza d, fissata nel punto a, che può essere messa in tensione grazie ad anelli metallici e giunzioni permettendo così a questo di essere abbassato, anche parzialmente per ridurre la superficie velica, o totalmente per ammainare la vela, da un solo passeggero a bordo senza dover abbandonare il timone. Il boma e il pennone sono fissati in modo che si aprano e chiudano a compasso; i terzaroli si mettono ruotando il pennone dall'alto verso il basso, però l'angolo inferiore rimane alla stessa distanza dalla poppa così che la vela non perda di potenza quando questa viene ridotta. Nota: ho chiamato questo armo "Strangford Latine", come il suo inventore, l'ultimo Lord de Ros, che lo ha provato ed utilizzato a Strangford.
I miei lettori avranno già capito che questo armo velico lo abbiamo visto diverse volte, nel Sailfish di Jackie e nella versione successiva del Sunfish, prodotto ancora da LaserPerformance, ma anche in tutte le proposte di SailboatsToGo che ne prevedono una massiccia applicazione nei gonfiabili a vela, nei kayak e nelle canoe.
E' molto semplice e carino questo armo velico per la sua semplicità e praticità tanto che abbinato con un piccolo gommoncino gonfiabile la barca a vela possa essere tranquillamente trasportata in due borsette.
Chi l'avrebbe mai detto che l'ultimo dei Baron de Ros di allora avrebbe fatto una variazione dell'armo latino così importante ed ancora così ben utilizzato dopo ben centoquindici anni.
Il video ufficiale del nuovo Happy Cat NEO della Grabner, bellissimo! Nel canale youtube di Gerd Kassel potete trovare la sua fantastica avventura di campeggio nautico (segeltrekkingtour) tra le isole svedesi dello Stora Bör a bordo, con sua figlia Samira e i suoi due cani, del prototipo di questo nuovo catamarano gonfiabile.
Da uno dei video di Gerd Kassel
Questa si che è libertà, navigazione, avventura, null'altro da aggiungere.
Articolo di Teije Brandsma su De Telegraaf Vaarkrant (maldestramente tradotto ed interpretato da me medesimo).
La tenda in crociera, si tratta di una combinazione ideale che è stata recentemente riscoperta, anche dai proprietari di yacht a vela e a motore. "Vedo per la prima volta in tanti anni le persone che arrivano in barca con le loro tende montate accanto ad essa", ha detto il manager di un porto turistico in Frisia. Il vento si alza verso le cinque. I ragazzi Abram e Joel, entrambi di undici anni, guardano sul Randmeer un'isola in lontananza, la Huizer Hoef. Con il loro padre hanno preso una barca a noleggio ad Almere Haven ed ora sono alla ricerca di isole disabitate dove possano montare la loro tenda in tutta tranquillità. A caccia di misteri Potrebbe essere davvero quella l'isola misteriosa dei loro sogni? Vorrebbero fare un fuoco, esplorarla, montare la tenda ed incontrare meno persone possibile. "Si potrà circumnavigare l'isola in modo da poterla esplorare?" chiede Abram. Saper scegliere Come vedono un paio di alberi spuntare dalla Huizer Hoef constatano che ci sono già alcune imbarcazioni. Questo rende l'isola meno attraente per i ragazzi. "Se si trovano lì vuol dire che ci sarà una capitaneria di porto a cui chiedere il permesso per la sosta," esordisce il timoniere, e questo rende l'isola meno attraente. «Cerchiamo un'altra isola", risponde Abram esitante. Un'isola da sogno Poche ore più tardi e a miglia di distanza, hanno trovato la loro isola da sogno. È possibile effettuare il fuoco, sembra selvaggia e non esiste una capitaneria di porto. Qui possono montare il loro campo sulla dura terra. Prendere delle decisioni «Vogliamo andare a dormire sotto la tenda a bordo del Falcon o a terra," chiede Joel. Si consultano ed è infine il primo a prendere una decisione. Con la luce del piccolo fuoco fumoso, la sera tardi, si può vedere solo la sagoma della barca con la sua tenda montata a bordo. Qualche istante dopo i ragazzi sono già sotto la tenda nel Falcon, ad ascoltare i fruscii della notte, che dal loro sacco a pelo sono più rilassanti che fastidiosi. Che avventura! Il fuoco di bivacco Joel e Abram non sono gli unici che navigano attraverso i Paesi Bassi con una tenda a bordo. Coen Egberink dalla Frisia Aldeboarn è andato in giro per dodici anni con un Wester Engh sloop. Per quattro anni Coen ha effettuato crociere anche molto lunghe, a volte di settimane, anche con i suoi figli, di età compresa tra i sette e i tredici anni. "La libertà di andare in barca, vivere in mezzo alla natura, disporre di spazio intorno alla tenda e fare un fuoco di bivacco è una grande avventura per i ragazzi", dice. "Vedo sempre più persone farlo." Una riscoperta Vedo anche gente molto esperta in navigazione riscoprire di nuovo il campeggio nautico. "Sembra una tendenza anche nel settore della vela", ha detto Rixt Dijkema del Woudfennen Marina nel Frisone Boornzwaag. Anni fa c'erano molti giovani con le tende e i Falcon che giravano per la Frisia, poi hanno preferito le grandi barche dove dormivano a bordo. Anche per gli adulti Negli ultimi mesi ho visto una dozzina di tende accanto a piccole imbarcazioni. "E sai qual è la differenza con il passato? Non sono solo i govani a farlo ", dice Rixt. «Ora vedo molti adulti smontare la loro tenda la mattina presto!"
Questo articolo dovrebbe far riflettere gli operatori del settore nautico, i fabbricanti di barche e i gestori dei marina. E' la voglia di riscoprire la vera avventura e il contatto con la natura o solo frutto della crisi? Credo sia importante trovare una risposta.
Ogni volta che volevo disalberare erano sudori freddi per me e per il povero santo che mi dava una mano.
Con l'aiuto di mio padre abbiamo realizzato un semplice kit per abbattere ed issare l'albero anche da soli.
Il video è riferito alla prima prova in assoluto (ovvero montato e provato) pertanto la confidenza è poca e qualche passaggio è stato fatto con calma. Tuttavia il sistema promette bene!
Il kit è composto da un asse di rimando (a cui viene collegata la drizza dello spinnaker ed un paranco fissato a prua) e da due tubi in alluminio che (tenuti fermi tramite le draglie ed un nastro che corre sotto lo scafo).
Dal canale di Youtube di Luca.
Ecco il tendalino per MAE, la mia Walker Bay 10' modello Breeze. Non pensavo che sarebbe venuto così bene e preciso visto che non ho speso assolutamente nulla ma ho semplicemente recuperato un sopra tenda di una tendina da due, degli anni ottanta, e che non utilizzavamo più da lungo tempo.
L'idea iniziale era quella di appoggiare il tendalino sopra il boma, ma se ho utilizzato il boma per fissarlo a poppa l'ho tirato su con una drizza a prua, sfruttando i fori e gli occhioni per la paleria delle vecchie tende, paleria che oggi non viene più usata nelle tende di nuova generazione. I bordi sono stati fissati con degli elastici che passano sotto o sul fianco dello scafo.
Questo sistema mi ha permesso di creare molto spazio all'interno, lo stesso di una tendina da due, basterà appoggiare un ripiano tra le due panche tanto che si potrebbe tranquillamente dormirci dentro.
Nella foto sopra si vede come sono posizionati il boma e il telo.
Per fare passare l'albero ho scucito qualche centimetro di stoffa tra le giunzioni del sopra tenda, scucitura che dovrà essere rifinita con un bordo, a questo ci penserà Elena.
Anche l'ingresso è piuttosto agevole, manca solo una chiusura che potrà essere realizzata in maniera molto semplice
Non appena ho finito il lavoro è iniziato a piovere, così ho potuto verificare l'isolamento della barca dall'acqua.
Che dite, quasi quasi stanotte ci dormo!
QUI, c'è la fotogallery completa, con qualche foto in più .
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