Ho riaperto una directory sui VELIERI poiché ritengo che una visione globale su ciò che offre il mercato della piccola nautica interessi molti lettori.
L'ho ricreata in maniera molto semplice, suddivisa in sezioni al cui interno sono riportati solamente gli indirizzi dei costruttori e/ o rivenditori in relazione alle tipologie dei prodotti.
Le sezioni sono le seguenti:
tavole/ derive gonfiabili
catamarani/ trimarani gonfiabili
derive smontabili/ pieghevoli
kayak/ canoe rigidi a vela
gommoni, kayak e canoe gonfiabili a vela
derive/ dinghy/ catamarani/ trimarani rigidi
yacht carrellabili
La pagina sarà per un qualche tempo in continuo aggiornamento poiché devo ancora inserire molti costruttori, poi verrà aggiornata via via che usciranno nuovi modelli oppure dietro le vostre segnalazioni che saranno sempre gradite, anzi auspicate.
Questo blog non è commerciale, chiunque ed in qualsiasi veste può suggerire nuovi inserimenti.
JJanek è un inventore non professionista della Repubblica Ceca che si diletta ad apportare "varianti" su oggetti di utilizzo comune. Nelle sue FOTOGALLERY ne potrete trovare molte ma le variazioni dedicate al canotto sono veramente esaltanti, guardate voi stessi, dal canotto a vela alle motorizzazioni elettriche.
Assolutamente da menzionare il fatto che il suo gommone a vela ha una deriva centrale, non comune in questo tipo di soluzione, ed è trasportabile in un piccolo zainetto. Fantastico!
Per la gioia di tutti i miei lettori autocostruttori, e ce ne sono molti, con piacere pubblico l'esperienza di Gianmarco, uno scout come noi e studente di ingegneria meccanica come Tommaso, che si è autocostruito la sua barchetta a vela, una Bernarda 10' su progetto gratuito di Berny Layolo.
Riporto semplicemente ciò che mi ha scritto Gianmarco, ritengo sia sufficiente per comprendere quanto sia affascinate l'avventura dell'autocostruzione, fascino che già Enrico con il suo Goat Island Skiff ci aveva trasmesso con altrettanto entusiasmo e semplicità.
Ciao Francesco, ho pensato di mandarti, oltre alle caratteristiche della barca, qualche mia riflessione e alcuni appunti del lavoro svolto in questi mesi sulla barca. Riflessioni Essendo uno studente di ingegneria meccanica squattrinato e desideroso di pratica più che di teoria, sono incuriosito dalla costruzione e da tutti i processi annessi alla realizzazione di un manufatto. Nell' a.s. 2014/2015 mi sono dedicato per pura curiosità allo studio e alla ricerca sulla navigazione e la costruzione di una piccola deriva a vela, unendo così l'utile al dilettevole. Al termine di questo anno ho deciso di costruire la mia barca, scegliendo tra i vari modelli trovati sul web, quello che mi piaceva di più: la Bernarda 10 piedi di Berny Laiolo che ringrazio moltissimo poiché offre il suo progetto gratuitamente (http://utenti.quipo.it/laiolo/bernarda10/index.html). La mia scelta è stata dettata dal fatto che la Bernarda si adeguava perfettamente alle mie esigenze:
piccole dimensioni, così da poterla caricare su una macchina;
facile da costruire;
economica
e abbastanza confortevole per andarci in due.
A spingermi non è stato solo l'entusiasmo e la voglia di arricchire il mio bagaglio di esperienze, ma soprattutto la curiosità di conoscere un mondo a me totalmente oscuro.
Sono infatti uno scout da 18 anni e quindi molto più avvezzo ai paesaggi montani e boschivi (pratico di frequente trekking a piedi o a cavallo, arrampicata, tiro con l'arco, sci), piuttosto che alle avventure in mare. Durante la fase di studio, è maturato in me il sogno di navigare nelle acque della mia terra (il Gargano) e di godere dei suoi paesaggi, ma soprattutto è nata in me l'idea di affrontare il campeggio nautico, che permette di spostarsi in modo avventuroso e gratuito in mare. E' stato un anno di sogni ad occhi aperti, in cui ho immaginato ciò che ancora non apparteneva alla realtà, tentando di prevedere gli imprevisti, che si sono presentati numerosi. La soddisfazione provata a conclusione del lavoro mi ha ripagato delle piccole fatiche affrontate durante la costruzione della mia barchetta. Ottenuti i soldi necessari, ad aprile ho iniziato a costruire "Demoiselle"; la costruzione è durata 4 mesi, lavorando quasi esclusivamente nei week end.
Le difficoltà maggiori che ho incontrato sono stati il breve tempo a disposizione da dedicarvi e trovare il materiale adatto (cosa che avevo sottovalutato).
Caratteristiche
Lunghezza: 2,80 metri
Larghezza: 1.30 metri
Pescaggio: 1 metro
Superficie velica: 7,9 mq di cui 6,2 mq Randa e 1,7 mq di Fiocco Genova
Peso dello scafo: circa 50 kg albero, vele e attrezzatura compresi.
Armo: alla portoghese
La barca si presenta piuttosto stabile nell'affrontare le onde anche con mare formato, e molto veloce nei cambi di direzione, come qualsiasi deriva di queste dimensioni.
La natura della Bernarda non è sportiva ma tesa più alla comodità del timoniere nonostante la superficie velica sia generosa consentendole buone prestazioni.
Il fiocco, armato sul bompresso la rende leggermente poggiera.
Modifiche ed upgrade che farei alla mia barca:
albero più alto di circa 20 cm e spostato a poppavia di 4 o 5 cm., aggiunta di Vang e Cunningham
Se hai delle domande da pormi non esitare a farmele, io non sono molto esperto quindi non ho ancora sviluppato un attenzione ai dettagli degna di un velista esperto, dunque le caratteristiche che ho scritto derivano dalle mie sensazioni personali.
A presto!
Gianmarco da Foggia classe '90.
Superfluo aggiungere che ho fatto i miei complimenti a Gianmarco, le foto e la descrizione che ci ha inviato sono di per sé espressive dell'opera, espressione che si legge tutta nel suo volto felice al momento del varo.
Ma la vela è così, che sia un ormeggio, che sia l'autocostruzione anche di un piccolo guscio di noce, ce li fa condividere allo stesso modo con gli intrepidi esploratori del passato o, come in questo caso, i primi costruttori delle navi dell'antichità, dagli egizi e i fenici fino ai giorni nostri.
Complimenti Gianmarco e grazie, tienici informati sui tuoi progetti, buon vento e ..... buona strada!
Come promesso ho tentato di fare una traduzione della "Guida agli Sport Nautici in Mare", del Ministero dell'Ecologia, dello Sviluppo Sostenibile e dell'Energia francese, ma prima di trasformarlo in un'altra piccola pubblicazione in formato PDF ne anticipo i paragrafi che più ci interessano, soprattutto dal punto di vista della sicurezza.
La corretta condivisione del litorale costiero, osservando le regole, è di fondamentale importanza per trascorrere una vacanza all'insegna dello sport ma anche della serenità.
La vela si pratica con quattro manovre, un po' d'esperienza e molta, molta responsabilità.
La crociera costiera offre l'opportunità di vivere esperienze uniche ed irripetibili ma occorre essere molto accorti.
L'immersione subacquea, in apnea o con le bombole, è una pratica meravigliosa, forse ancora troppo poco conosciuta e sviluppata.
Nessun buon navigante può non essere anche un ottimo nuotatore.
Tutti i mezzi che si utilizzano per praticare sport in mare, per quanto piccoli, necessitano di accorgimenti per un uso corretto e sicuro.
Avrei aggiunto un bompresso a MAE, consistente in un tubo di alluminio lungo 130 cm, con due fori passanti alle due estremità per il fissaggio.
I motivi di questa aggiunta sono due, il primo ed il più ovvio è quello di prevedere l'utilizzo di un piccolo gennaker per le andature portanti, l'uso del gennaker in una barca a vela è straordinario e questa possibilità va sempre tenuta in considerazione.
L'altro è quello di provare ad utilizzarlo anche per il fiocchetto in modo da renderlo autovirante e quindi facilitare la navigazione senza dover sempre spostarsi a prua a far passare la scotta successivamente ad un cambiamento di bordo. Gli esperti mi hanno già detto che la barca avrà una tendenza maggiormente poggiera ma in ogni caso di provare, perché no.
Fissare il bompresso è stato molto semplice perché la barca è già predisposta con un foro e l'occhione a prua. Fantastica!
Dei Flagmanenok, i Cavalieri del Drago ne avevamo già parlato alla fine di anno scorso quindi sono andato a vedere se c'erano stati aggiornamenti in merito alla stagione 2015, Ebbene la loro FOTOGALLERY 2015 è nutritissima di Walker Bay 10 in navigazione con ogni tipo di vento ed onda, con molte bellissime foto.
Del Paper8, la barca pieghevole a propulsione ibrida, ne avevamo già accennato su: Pieghevole o smontabile?. Mi sembra davvero molto pratica, facilmente cartoppabile, e carina!
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali, come da BROCHURE.
Lunghezza: 3.05 m
Larghezza: 1.39 m
Peso: da 34 a 50 kg (dal solo scafo fino a completamente armata)
Siamo inesorabilmente lontani dai luoghi di produzione ma con i mezzi moderni di spedizione transfrontaliera non dovrebbe essere proprio un problema pensare di acquistare questo bel catamarano YARKAT FOXtrot nel bel mezzo della Russia Centrale.
Viroga è un kayak a vela innovativo con ottime prestazioni veliche. Di concezione modulare, appartiene alla categoria dei multi-sport, possiede due stabilizzatori laterali ed un armo velico molto interessante, completamente pieghevole con rapidità in modo da passare dalla modalità a vela a quella a remi anche frequentemente.
Grazie alla richiesta di un lettore mi sono andato ad informare su chi potrebbe realizzare un tubolare gonfiabile per una barca a vela, e non, al fine di aumentarne la stabilità. Ho trovato questa azienda ucraina, la katamaran che realizza qualsiasi tipo di tubolare gonfiabile, anche per catamarani autocostruiti. I prezzi, inoltre, mi sembrano assolutamente concorrenziali.
"Cari Terraferma Sailors, è in acqua Zen, una nuova deriva a vela di 4mt, pensata per navigare in maniera semplice e veloce. E' un prodotto made in Italy, dalla progettazione alla costruzione.
Inviamo in allegato una scheda tecnica ed immagini ad alta risoluzione delle prime uscite effettuate. Ulteriori immagini e video sono presenti sulla nostra PAGINA FACEBOOK. Qualora interessati restiamo a disposizione per fornire ulteriori info o immagini aggiuntive. Grazie anticipatamente per l' attenzione,
cari saluti Paolo
Zen sailstyle
+393299714193"
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza: 4 m
Larghezza: 1.55 m
Immersione: 0.90 m
Peso: 74 kg
Sup. velica: 7 + 7 mq
Costruzione: compensato marino + epoxy
Cantiere navale: Checchi
Ulteriori informazioni e foto le trovate sul DEPLIANT e QUI lo potete vedere il navigazione.
Carsten e Tom, i concessionari MiniCat in Germania, navigano a vela con un 420 intorno all'isola di Maiorca. Imperdibile, una "sfida" davvero emozionante considerando che se lo son portato dietro in due borse!
Questo libro è un vero e proprio pozzo di informazioni sulla storia della nautica e del diporto nautico, una storia costruita su abitudini, stili e linee oramai perdute nel tempo ma che hanno, a mio parere, un incommensurabile valore, non solo simbolico, che dovremmo riscoprire.
Osservate le linee d'acqua della canoa a vela riportate nell'immagine e poi non venitemi a dire se oggi si vede in giro qualcosa di più bello e affascinante, ma non è solo la bellezza che conta perché queste linee sono state costruite per secoli sull'acqua e sulla necessità dell'uomo di navigare in sicurezza e comodità.
L'idea di stamani era quella di parlare ancora di canoe a vela, argomento che tratterò comunque nei prossimi giorni, ma nel capitolo che avevo intenzione di tradurre mi ha colpito l'immagine della deriva "pieghevole", una tecnologia a me sconosciuta fino ad oggi poiché, come la maggioranza di voi credo, conoscevo solo la deriva "mobile".
Ho potuto constatare, in questo interessante articolo trovato su authenicboats, che ce n'erano due tipi:
La Brough: era realizzata con 5 lamine in bronzo che si aprivano e si chiudevano a ventaglio grazie ad una leva. Da richiusa era lunga circa 70 cm e larga 20 cm e si sa che costava 7 Sterline.
La Radix: di questa ne erano stati realizzati tre tipi, realizzati con diverse lamine in ottone che si aprivano e chiudevano a ventaglio che si contenevano l'una nell'altra, secondo le dimensioni che variavano da una lunghezza che andava da circa 40 a 60 cm ed una larghezza, sempre da chiusa, da 20 a 40 cm. In questo caso è stato specificato anche il peso che andava da 4 a 8 kg circa e la superficie totale, aperta, che arrivava ad un massimo di 0.4 metri quadri. Contrariamente alla Brough non si apriva grazie ad una leva rotante ma a scorrimento e costava un po' di più, da 15 a 25 Sterline, di allora ovviamente.
Se vi interessa capire come funzionasse questa straordinaria tecnologia lo potrete comprendere osservando le bellissime foto contenute su sailingcaones. dragonflycanoes.
"Discorso sulla Vela", c'è qualche foto e vi sono espressi pochi concetti fondamentali, certamente un libretto non in linea con l'editoria nautica, è solo una piccola raccolta libera e gratuita di considerazioni già presenti nel blog.
E' visibile anche nella barra laterale destra assieme alle altre pubblicazioni.
Non mi interessa più il calcio dai tempi di Rivera, calciatore che ho seguito appassionatamente finché il suo sport non è diventato un lucroso mestiere, oggi quando attaccano in TV mi viene il voltastomaco come con il gioco delle scatole. Però ero un milanista e devo dire che questa Mini Cooper Swindon ci sta proprio bene abbinata con l'Happy Cat Evolution, tutte e due in rossonero. E' così che andrei attrezzato a fare campeggio nautico e ai loro raduni se avessi qualche soldarello in più.
Alla spiaggia dell'Albaia, nei pressi di Monte del Lago sul Trasimeno, ci andammo per la prima volta nel 2007 con il Beneteau First 24, in una giornata estiva fredda e ventosa, con molte onde. Con quella barca non avemmo problemi a navigare in tutta sicurezza nonostante le condizioni meteo piuttosto avverse ma poiché avevamo la chiglia fissa non potemmo scendere a terra. La navigazione fu straordinaria, tanto vento e onde molto lunghe ci fecero provare sensazioni che di rado abbiamo provato al lago dove le onde sono spesso corte e fastidiose.
Il Beneteau First 24 ormeggiato a Castiglione del Lago
L'inverno successivo vendemmo questa barca perché, avendo deciso di tenerla al lago e non più al mare dove l'avevamo tenuta per due anni, la deriva fissa non ci permetteva la sufficiente autonomia in un lago dalle acque molto basse. A parte questo però la Beneteau First 24 è stata la barca più bella e migliore che abbiamo mai avuto e con la quale abbiamo fatto delle meravigliose veleggiate lungo la Costa Etrusca.
Intendo tornare all'Albaia con il mio barchino facendo cartopping poiché è un luogo ricco di fascino e bellezza, in aggiunta il paese di Monte del Lago è meraviglioso.
Car-topping
Di Monte del Lago e della storia del suo personaggio più famoso ed affascinante, la scrittrice di origini armene Vittoria Aganoor Pompilj, ne ho parlato nel post "Luminoso e giocondo come di maggio".
Imperdibile, una stupenda veleggiata da Kirkenes a Bodo, sul Mare di Barents, qui ci troviamo a Nord del Circolo Polare Artico. "There is a difference between Living and being Alive"!
Non vi posso nascondere di averlo fatto apposta: andare a ricercare le linee d'acqua del Dinghy Classico nel mio libro di vela preferito e posso assicurarvi di averle trovate, benché questo sia stato pubblicato ben dodici anni prima della sua uscita grazie alla penna e all'inventiva del suo creatore, l'avvocato inglese George Cockshott.
Se il mio blog avesse anche una briciola di importanza nel mondo della nautica sono certo che avrei scatenato una serie di furiose polemiche; puristi, tecnici e appassionati si sarebbero dilettati ad elencare le differenze tra il Dròleen e il Dinghy Classico, differenze che certamente ci sono, ma a mio parere assolutamente poco rilevanti.: stessa lunghezza, stessa larghezza, stesso armo, stessa superficie velica, stesso tipo di deriva, stesso equipaggio in regata, linee d'acqua molto simili a parte qualche dettaglio.
Come di consueto ho fatto una maldestra traduzione ed interpretazione del capitolo del libro di Henry Coleman Folkard che tratta dei "The Dròleen - One Design Class":
I Dròleens appartengono ad una One-Design Class Dinghy del Bray Sailing Club, adottato come tale nel 1897, la flotta è composta da sette imbarcazioni. Il loro nome di classe "Dròleens" deriva dal gaelico Drolin - un Wren (per gli iralndesi il Re di tutti gli uccelli, ndr). Le barche sono state progettate dal Sig W. Ogilvy, di Dublino e Bray, che è anche un membro del Bray Sailing Club, il quale me ne ha gentilmente inviato il disegno e la foto dalla quale sono state tratte le illustrazioni. Le dimensioni sono: - Lunghezza fuori tutto, 12 piedi; baglio, 6 piedi; sono dotati di una deriva in metallo (o chiglia girevole) in acciaio di 3/16 di pollice. L'armo velico dei "Dròleens" consiste in una vela singola al terzo in cotone marino di 100 sq. ft, tagliata in modo da stare quasi perpendicolare alla testa dell'albero quando è regolata correttamente. Portano anche uno spinnaker di 46 sq. Ft. per le andature di poppa. La chiglia girevole, è montata in modo da funzionare in una cassa di 2 piedi e 3 pollici, il cui perno attraversa la chiglia dall'esterno del fasciame. La chiglia può essere bloccata sia in posizione verticale che orizzontale in modo che possa essere prontamente sollevata quando il fondale è basso o scoglioso, o in caso di necessità. I "dròleens" non sono dotati di attrezzature in commercio di alcun tipo. La vela viene issata da due drizze. Queste barche vengono spesso utilizzate in condizioni di mare molto mosso quindi sono molto resistenti ma allo stesso tempo sufficientemente maneggevoli da essere sollevate da terra da due sole persone.
In regata, l'equipaggio è limitato a due persone; ma possono esserne trasportate in tutta sicurezza ben cinque. Esse appartengono ad una classe di piccole imbarcazioni a vela molto maneggevoli adatte per una gestione in solitario di costruzione e forma molto robusta, così sicure che le vele non hanno bisogno di essere terzarolate nelle normali condizioni meteomarine adatte ad una barca “open”. La loro miglior andatura è la bolina nel mare agitato e ventoso, quello in cui non di rado le incontriamo al largo delle coste di Bray.
In Irlanda, di recente, è nata un'Associazione, la "Bray Dròleens Make a Comeback" che sta cercando di riportare all'antico splendore questa barca, ricostruendone una e restituendogli il merito; nessuno però si è azzardato ad andare oltre riflettendo, come ho fatto io oggi, sulla straordinaria somiglianza tra i due piccoli velieri.
Metto anche una foto dalla FOTOGALLERY che feci ai dinghy classici a Castiglione del Lago, vedo una differenza solo nella linea a prua.
Tutto ciò senza nulla togliere al creatore del Dinghy Classico che ci ha messo del suo. E per fare onore ai Dròleen e all'Irlanda gustatevi questo bel video.
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