martedì 20 settembre 2011


lunedì 19 settembre 2011


Yeoman & Kinsman

Dal sito Yeoman&Kinsman
Più sono i giorni che impiego ad approfondire questo bellissimo mondo della piccola nautica e più mi rendo conto di quanto in giro si trovano delle barche meravigliose. Che cosa si può dire di questi due velieri Yeoman & Kinsman, praticamente uguali meno il fatto che una è a deriva mobile e l'altra no, se non che lasciano stupefatti per la loro bellezza. Esiste anche l'Associazione di Classe di supporto agli armatori e agli Yacht Club per regate  e manifestazioni con tante informazioni utili e foto per chi fosse interessato.
Nonostante tutto mi stupisco ancora di quanto questo tipo di produzione venga del tutto snobbato in Italia, ma non dovrei: come si può in un paese diviso in due tra pochi, famosi, politici e  ricchi e dall'altra parte tanta povera gente che lavora a testa bassa nelle aziende, nei negozi e nel pubblico impiego, tartassata da ogni tipo di balzello, potersi permettere una barca di sei metri? E' ovvio che vadano per la maggiore solo i "loro" grandi yacht.
Ma dimentichiamo le cose sgradevoli e diamo qualche dettaglio:
Lunghezza: 6 m
Larghezza: 1.9 m
Peso totale: 670 kg
Peso zavorra: 325 kg
Sup. velica: 20 mq circa
Prezzo: ritengo che ragionevolmente e sulla base di quanto trovato in rete il prezzo della barca completa parta dalle 20.000 Sterline. Su Apolloduck si trovano degli ottimi usati dal 3000 alle 8000 Sterline.
Ovviamente sia Yeoman che Kinsman sono trasportabilissime con il carrello e parcheggiabili sotto casa.

Eccole in un bel video:


sabato 17 settembre 2011

Oggi lavori a bordo


Aspirina finalmente con il timone rimontato per il verso giusto
Purtroppo le barche hanno bisogno anche di un po' di manutenzione intermedia. Infatti mi ero accorto che, dopo l'antivegetativa, il timone mi era stato rimontato al contrario quindi ho dovuto togliere le spine, stenderlo nel pozzetto e girarlo. Sono cose da niente ma richiedono un po' di tempo e pazienza. Comunque il risultato è stato ottimo.

Ora il timone sta su bello dritto
Poi, massimo delle sciagure, mi ero accorto che il serbatoio interno del motore perdeva benzina. Con le vibrazioni si è rotta la pipetta di collegamento di un tubo inutile che chi ha progettato il motore ha voluto mettere tra la parte superiore ed inferiore del serbatoio per salvare un goccio di benzina. Ho dovuto tappare tutti e due i buchi di collegamento al tubo ed eliminarlo. Che pazienza!

Questo è il tubo che ho dovuto eliminare, le pipette di collegamento si sono rotte e ho messo due tappi
Peccato perché c'era un bel venticello giusto per noi tra i 6 e i 7 nodi, sarà per la prossima. Dimenticavo, ho dato anche una bella lavata, si vede è!

Aspirina bella pulita e a posto!


venerdì 16 settembre 2011

Hunter 15, un daysailer a misura di famiglia

Dal sito Hunter
Quante volte ci siamo chiesti quale poteva essere la barca ideale per fare "daysailing", ovvero sufficientemente comoda, spaziosa, sicura e che lasciasse tutta la famiglia asciutta per l'intera giornata senza dimenticare la cosa più importante: avere la possibilità di tenerla in giardino o in garage e poterla gestire in modo semplice e veloce. Mi sembra che questo modello della Hunter Marine, l'Hunter 15 uscito nel 2010, sia la risposta a tutte queste domande. Bello il pozzetto con il bordo libero alto che può garantire una piacevole navigazione a chiunque, sia allo sportivo che al velista della domenica, carino anche il gavone a prua.

Queste sono le sue caratteristiche principali:
Lunghezza: 4.42 m
Larghezza: 1.98 m
Pescaggio: 0.15 - 0.92 m
Sup. velica 9.96 mq
Peso: 170 kg
Prezzo: negli States, tutto compreso incluso il carrello, costa introno agli 8000 $, non so da noi. Il rappresentante in Italia della Hunter Marine è: Navytalia. Questa è la BROCHURE dove potrete trovare qualche dato in più.
Ho letto da qualche parte che questo Hunter 15 è la barca a misura di recessione, concordo ed è un aspetto da tenere in grande considerazione perché una barca così permette a tutti, ed in famiglia, di praticare la passione meravigliosa della vela. E' la barca ideale per andare ovunque, tutti assieme, e con poca spesa, insomma bella e azzeccata.

Una bella foto dell'Hunter 15 trovata in rete, secondo me con una bella tenda per la notte e/ o un tendalino per il sole sostituisce egregiamente un cabinato: 

Hunter 15, foto tratta da Pimpmyboat


The Crab Line, bici, barca e passeggiate nel Kent


Visualizzazione ingrandita della mappa

Mi sembra proprio un tipo di vacanza interessante quella che vi voglio proporre oggi: The Crab Line, a Whitstable Holiday Bungalow. E come non poteva colpirmi l'immagine della barca parcheggiata in giardino a disposizione dei clienti, un bel Microchallenger di cui abbiamo già parlato e di cui riparleremo a breve: Il Microchallenger una barca che merita.

Il Microchallenger parcheggiato in giardino, dal sito Crab Line Holiday
Ma oltre la possibilità di navigare lungo le sponde meridionali della Gran Bretagna, nel Southend on Sea, oppure di visitare in bici e a piedi quelle zone, in poco più di un'ora si raggiunge la magnifica Londra percorrendo strade e visitando luoghi a dir poco incantevoli con viste sull'Oceano imperdibili. I prezzi in alta stagione mi sembrano buoni e sono più che convinto che valga assolutamente la pena di farci un pensierino, insomma un tipo di vacanza pronta a soddisfare le esigenze di tutta la famiglia.

Il caratteristico porto a 10 minuti da casa a piedi, dal sito Crab Line Holiday
Qui si vede benissimo il vecchio porto dei pescatori: Whitstable, e a circa 15 miglia di navigazione iniziano  Le Bianche Scogliere di Dover, la meraviglia naturale più famosa di tutta la Gran Bretagna.


mercoledì 14 settembre 2011

Procida, l'isola più bella del mondo


Nel ringraziarmi dell'articolo scritto su di lui, Maybe nel Sud della Bretagna, Roger, ricordando Procida e le indicazioni che gli avevo dato l'anno scorso per arrivarci, mi ha confidato che secondo lui è l'isola più bella del mondo. Concordo! E non solo perché ci ho passato dei momenti meravigliosi durante le vacanze estive quando ero un bambino, oppure per il fatto che mia nonna era nata lì e nel mio sangue c'è un po' di procidano, no non è solo questo, non sarebbe abbastanza.

Palazzo di caccia borbonico alle Centane. Foto tratta da Alwaysonvacation
Dei miei antenati procidani sappiamo ben poco, vivevano in un grande "compound" situato in via Cavour nel quale si entrava attraversando un arco e che, oltre naviganti ed armatori come molti altri procidani, erano proprietari di alcuni appezzamenti di terreno e proprietà sparsi nell'isola,  dove ancora hanno casa dei cugini di mia madre. Tutto ciò mi rende un po' orgoglioso, sentirmi una parte di quest'isola anche se ora vivo in "continente". E' si, continente, perché i procidani chiamano la terraferma il continente, luogo in cui si recano solo per necessità e di molto mal volentieri. Così almeno era allora, quando la frequentavo, ma credo che sia così anche oggi, il procidano ama vivere solo nella sua isola ed in mezzo al mare.

La Corricella, foto tratta da Wikipedia
Se dovessi descrivere Procida a qualcuno gli direi che è un tesoro immenso nascosto e coperto da un vecchio straccio polveroso, non certo per incuria ed incapacità dei suoi abitanti perché loro fanno parte di tutto ciò, ma per colpa nostra, di tutti coloro che, come me, dopo averla vista da fuori anche se ne comprendono in pieno lo straordinario valore umano, storico, architettonico e naturalistico non hanno la capacità di cambiare il suo inesorabile destino di isola dimenticata. 


Si conosce così poco di quest'isola e dei suoi abitanti tanto che si è voluta definire l'architettura di Procida nella più modesta delle definizioni, l'"architettura spontanea", Cosa significa architettura spontanea, qualcuno me lo può spiegare? Come si fa a definire un qualcosa di così unico ed irripetibile come l'architettura delle case di Procida come architettura spontanea. Sinceramente non saprei come definire la meraviglia di forme e di colori delle case di Procida ma questa definizione mi sembra un po' riduttiva. L'arco, la scala rampante, le volte, mi ricordo che le grandi cantine di mia nonna e di mio zio, oltre a contenere botti e una miriade di cianfrusaglie odoranti di vecchio, avevano delle volte meravigliose, e poi quelle stanze immense delle sue case che nascondevano tante di quelle cose. I suoi tetti, i suoi colori, le sue grandi finestre, le case in cui ho vissuto a Procida sembravano destinate non a delle persone normali, ma a dei giganti, a degli esseri soprannaturali che nella mia fantasia di bambino assumevano le sembianze, una volta dei grandi marinai del passato, altre volte di personaggi indefiniti, tinti di nero, talvolta spaventosi, forse memorie sbiadite di racconti di invasioni e distruzioni da parte di pirati e orde di saraceni.

Mamma vestita da Graziella, dalla tradizione popolare procidana
Si è detto dei procidani che costruivano navi e che sono da sempre degli ottimi naviganti. E basta? C'è un bel libro intitolato "La Storia di Procida" del quale non si legge recensione che ho letto tantissimi anni fa,  lo vorrei acquistare perché ben poco mi ricordo. Penso che forse oggi ci vorrebbe qualcosa di più, quest'isola merita che qualcuno riscriva la sua storia in modo più accurato, scientifico, tanto da restituirgli la dignità ed il valore che merita, senza nulla togliere a ciò che è già stato detto oramai troppo tempo fa.
Voglio concludere questa piccola e modesta memoria su Procida asserendo con convinzione che non esiste nessun luogo della terra bello come Procida. Si è vero, vicino c'è Capri, Ischia, la Costiera Amalfitana, tutti luoghi meravigliosi ma che nulla hanno a che fare con il fascino e la bellezza di Procida. Se volete vedere Procida come era qualche decennio fa ne ho già parlato e ve ne consiglio la visione: L'Isola di Arturo. Credo ancora che Procida possa essere salvata da questo mondo distratto e un po' arrogante e riportata al suo antico splendore.

Il mare di Elsa Morante, da La Rivista del Mare
Nel rivedere il film tratto dal bel romanzo della Morante mi sono tornati alla mente gli ergastolani che, a volte, passavano incatenati lungo la strada che portava a casa di mia nonna o che incontravamo lungo le viuzze strette tra due muri. Il dolce ricordo di mia madre che mi prendeva per mano in senso di protezione mi stringe il cuore, com'era bella. Ma voglio tornare agli ergastolani e cosa hanno significato per Procida, secondo me una tragedia, in tutti i sensi. Se da un lato il risvolto umano di questa esperienza del Penitenziario durata circa un secolo e mezzo deve essere necessariamente rispettato mi chiedo come si possa aver trasformato un Palazzo Reale in una prigione, e non basta, continuare a mantenerlo in stato di assoluto degrado. Se tutti i giorni non faccio altro che vergognarmi di essere italiano e della classe politica che ci governa, e che peraltro ci meritiamo, credo proprio che non ci meritiamo affatto ciò che i nostri antenati ci hanno lasciato. Procida non la meritiamo!

Vivara, dal sito Vivara
A questo punto però non posso dimenticarmi il mare, come non parlare del mare scuro e profondo di Procida. Se vi aspettate il mare verde smeraldo della Sardegna o delle isolette del Pacifico qui non lo troverete. Il mare di Procida è mare, è mi tornano alla mente i momenti in cui mio padre ci buttava in quel mare così scuro per fare lo sci nautico, che paura, non si vedeva nulla, solo blu profondo. E poi quella roccia, il marrone scuro del vulcano che milioni di anni fa aveva creato l'isola dal fuoco e dalle fiamme, forgiata come una spada da Zeus. Il mare più bello di Procida lo si vede a Vivara, oggi riserva naturale ma che da bambini ci piaceva esplorare liberamente per lungo e per largo sognando di trovare sepolto lì un qualche tesoro lasciato dai pirati, chissà, forse c'è ancora.

Vorrei parlare anche dei limoni e dei suoi orti, ma questa è un'altra storia.


lunedì 12 settembre 2011

Explorer 20', il mitico


L'Explorer 20', una bella barca di produzione italiana che ho rivisto molto volentieri sabato al lago e che mi ha fatto veramente un'ottima impressione. Oltre la linea filante mi è sembrata una barca veloce, stabile e con un bel pozzetto spazioso. Barca da regata, ma anche da crociera, è la barca ideale per soddisfare le ambizioni di un velista che non si accontenta di avere solo una barca. Dislocamento leggero, deriva mobile con bulbo, interni abitabili, ampio pozzetto è sicuramente una barca da tenere in grande considerazione nella valutazione dell'acquisto e poi, aspetto di non secondaria importanza, è di produzione italiana con tutto ciò che ne consegue in termini di assistenza e costi accessori. C'è da aggiungere che il cantiere EXSOL, meglio conosciuto come Cooperativa Nautica, offre tutta una serie di servizi ed opportunità sui quali conviene di sicuro informarsi tanto che ciascuno si potrebbe personalizzare la barca esattamente come la vuole, insomma una barca unica e su misura di se stessi. Mi piace!


Queste sono le sue caratteristiche principali:
Lunghezza: 6.18 m
Larghezza: 2.40 m
Pescaggio: 0.50 - 1.40 m
Dislocamento: 750 kg
Zavorra con bulbo: 180 kg
Sup. velica: 25 mq

Un bel video prodotto da un armatore:




domenica 11 settembre 2011


A simple life


Ieri la consueta gita al Trasimeno, il vento è durato esattamente dalle 15 alle 17, poi se ne è andato inesorabilmente. Comunque due ore magnifiche con un venticello alternato tra i sei e gli otto nodi e la barca che filava intorno ai tre. Un po' distratto ho lasciato i parabordi giù .... e anche il motore. A simple life? Ci piace proprio questa vita semplice.


sabato 10 settembre 2011


venerdì 9 settembre 2011



giovedì 8 settembre 2011

Corso di navigazione - Glénans

Dal sito Ugo Mursia Editore
I QUADERNI DEI GLÉNANS 

Da usare senza moderazione, è uno stimolante della fantasia! 
Pagine: 1330 
Codice: 18165 EAN 9788842531197 
Collana: I quaderni dei Glenans 
Prezzo: 67€ 

Dal sito Ugo Mursia Editore: 
Con questo corso di navigazione del terzo millennio, pubblicato nella vesione italiana da Mursia, i Glénans vi offrono la possibilità di evadere in mare per tutto il tempo della sua lettura. Ascoltate e coltivate il richiamo del largo che vibra in voi. L'interesse di questo manuale risiede tanto nell'esperienza che i Glénans continuano ad accumulare solcando le acque dell'Atlantico e del Mediterraneo, quanto nella loro passione per il rinnovamento. Da più di cinquant'anni, un'esigenza da perfezionisti li spinge alla ricerca incessante di miglioramento in tema di mare, sicurezza e navigazione. Rispetto a quella precedente del 1995, questa sesta edizione a colori è completamente nuova. Il suo obiettivo rimane lo stesso: fornire i mezzi per governare una barca a vela con sicurezza, imparando ad affrontare gli elementi, vento, mare, correnti e.. la vita in equipaggio. Tra le numerose novità presenti in questo Corso, citiamo due capitoli inediti: La pratica sportiva e Homo maritimus. Quest'ultimo comprende la regolamentazione del diritto marittimo e la responsabilità in mare del proprietario o del noleggiatore di una barca a vela. Tutti i capitoli sono stati arricchiti, che si tratti della storia della cartografia marina, del routage meteorologico, oppure del cielo stellato o dell'evoluzione delle tecnologie e delle apparecchiature. Il Corso è frutto dei metodi attuali dei Glénans, basati sulla pratica prima ancora che sulla conoscenza teorica. E' il manuale di referenza per ogni appassionato diel mare: dal principiante al diportista esperto, senza dimenticare l'istruttore, il regatante e il curioso. Il lettore trova, alla fine del volume, un glossario e un indice analitico che facilitanola consultazione di 1300 pagine e più. Fontwe di documentazione unica nel suo genere, questo libro è il risultato dell'esperienza continualmente rinnovata degli istruttori e dei capibarca dei Glénans. 

La mia recensione personale:
L'ho comprato subito ed ho iniziato a leggere con avidità, ma non sono arrivato alla fine, almeno nel modo classico con cui si legge un libro. Il Glénans è un manuale e per questo motivo si va per argomenti, si deve cominciare da quello che al momento ci preme di più e poi via via argomento per argomento. Ritengo che sia un manuale di vela eccezionale e completo, per me forse fin troppo esaustivo nelle sezioni meteo e cartografia, ma è ovvio che debba servire a tutti. Ci sono sezioni che forse non leggerò mai come quelle sui catamarani o sui surf ma mi rassicura il fatto che ci siano. Ottimo, non si finisce mai di leggere.


martedì 6 settembre 2011

Maybe nel Sud della Bretagna

Dal blog di Maybe
Vi ricordate Maybe da Rosignano a Procida? Ebbene quest'anno Roger ha deciso di solcare altri mari e, con il suo Kerkena 6.1, ha navigato per ben sette settimane nel Sud della Bretagna. Nel racconto traspare la fatica di mari ben più difficili dei nostri ma le considerazioni finali se da un lato mettono in evidenza, con modestia, i limiti dell'equipaggio e della barca, e che invece a me sembrano fantastici, dall'altro esaltano la meraviglia dei luoghi e dell'esperienza. Certamente una piccola barca carrellabile con un dislocamento intorno ai 700 kg e con deriva mobile che naviga nell'Atlantico richiede indiscusse capacità  e consapevolezza ma i nostri amici ce l'hanno fatta e sono tornati molto soddisfatti. Tutto il racconto la potrete leggere nel blog: Maybe en Bretagne Sud. Roger, sei un mito!

Dal blog di Maybe

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