lunedì 4 marzo 2013

Manovre in banchina 2


Non per insegnare a nessuno, voglio solo per ripassare qualche manovra prima di partire per la  stagione della vela, a scanso di errori. Capita di dover attraccare o partire senza motore e poi sarebbe bene esercitarsi comunque anche con il rischio di prendere, o dare, qualche bottarella.


Questa è una situazione in cui mi sono trovato a Marina di Pisa con il motore in panne, abbiamo risalito l'Arno con il vento in poppa e poi ormeggiato al corpo morto.


Ed infine l'ormeggio alla boa. Alcuni esempi non esaustivi ma utili.





sabato 2 marzo 2013

Terraferma Sailors su Tiwal

La sezione "STAMPA" del sito italiano di TIWAL
Non capita spesso di essere ricompensati con una menzione però, se questo accade, fa ancora più piacere quando il prodotto rientra nell'eccellenza.
A mio parere le TIWAL è una vera deriva sportiva che si può portare in due borse, ma questa non rientra nelle tante interessanti soluzioni che vi propongo giornalmente bensì in un vero concentrato di sportività, divertimento ed economicità, insomma un'invenzione non una soluzione, un'alternativa non un compromesso.
Come avrete potuto già osservare le TIWAL ha il suo sito in italiano e ho potuto constatare personalmente quanto il suo concessionario offra il massimo della disponibilità ed attenzione poiché le TIWAL interessa molto anche me.

Che bella parola "libertà", dal sito TIWAL


venerdì 1 marzo 2013

Scafi gonfiabili per catamarani

Modello 10, dal sito PNEVMO-SIB
Vi propongo alcuni scafi gonfiabili per catamarani della PNEVMO-SIB di Novosibirsk. La produzione prevede scafi per modelli come l'Albatross, di cui abbiamo già parlato nel post Inflatable Cruising Catamaran e altri, oppure di dimensioni che vanno da 3.9 m fino a 5.4 m di lunghezza. Il loro prezzo netto va da 450 a 600 € circa, ovviamente devono essere aggiunte tutte le spese.
L'azienda produce anche scafi su specifica del cliente.

Dal sito PNEVMO-SIB



The Longitude Problem



La scoperta del modo per misurare la longitudine ha rivoluzionato per sempre la navigazione marittima, ma l'istituzione che ha reso possibile questa grande scoperta è quasi scomparsa dalla memoria. I ricercatori guidati dal professor Simon Schaffer nel 2010 hanno lanciato un progetto per ricordare "The Board of Longitudine" e raccontare la sua straordinaria storia per intero per la prima volta.

Da Cambridge Library
"E' ben noto a tutti coloro che conoscono l'arte della navigazione che nulla è tanto voluto e desiderato quanto la scoperta della Longitudine, per la sicurezza e la rapidità dei viaggi in mare, la conservazione delle navi e della vita degli uomini"
(Dall'atto di istituzione del premio destinato a persone che si prodighino per la scoperta della Longitudine in mare. 1714)
Gli archivi dell'Osservatorio Reale di Greenwich, situati presso la Cambridge University Library, conservano il percorso completo dei documenti del "Consiglio della Longitudine" che si è tenuto dal XVIII secolo fino alla sua abolizione, nel 1828.
Questi documenti gettano una viva luce sul ruolo che lo stato britannico  ha avuto  per incoraggiare la sua invenzione e scoperta, ma anche sulla cultura e l'ingegnosità, nel corso del XVIII secolo, dei molti aspetti dell'esplorazione e della navigazione marittima nell'Oceano Pacifico e nell'Artico. 
Nel mese di luglio 1714, una legge del Parlamento inglese ha istituito un premio per la grande scoperta della longitudine, la determinazione della posizione in mare, a est o a ovest da una linea fissa, il meridiano. 
Il premio variava a seconda della precisione del metodo proposto: il maggiore, consistente in 20.000 Sterline sarebbe stato assegnato per un metodo con precisione entro le 30 miglia nautiche, e a condizione che il metodo fosse dimostrato in mare. Ulteriori somme potevano essere elargite per contributi ed esperimenti. 
Fu nominato un gruppo di commissari per amministrare il premio, inclusi i rappresentanti del Ministero della Marina, la Royal Society, il Royal Observatory, le Università, e i membri del Parlamento. 

Il primo "sea clock" di Harrison, via Wikipedia
La prima riunione del Consiglio di Amministrazione fu messa a verbale nel 1737, iniziata con la verifica di un "orologio nautico" costruito da un artigiano di Humberside, John Harrison. Molto del lavoro successivo del consiglio si incentrò sul caso di Harrison, così come lo sviluppo di un diverso metodo astronomico per la determinazione della longitudine, l'osservazione della distanza tra la Luna e le stelle, ed il calcolo di un almanacco per prevedere le posizioni lunari e stellari con elevata precisione. 
Dal 1770, le funzioni del Consiglio di Amministrazione furono modificate e ampliate: i suoi membri discussero il miglioramento del design dell'orologio, l'esecuzione di una serie di strumenti di navigazione e astronomici, e una vasta gamma di programmi di calcolo, i metodi magnetici, e la realizzazione di tabelle e grafici utili alla navigazione. 
Negli anni successivi fu inviata al Consiglio una vasta gamma di progetti tecnici, più o meno pratici, ai fini della valutazione. Il Consiglio svolse anche un ruolo importante nella pianificazione dei viaggi di James Cook, e dei suoi successori, nel Pacifico nel 1770 e nel Artico nei primi decenni del XIX secolo. Nel 1828 molte delle funzioni del Consiglio furono trasferiti ad altri enti e quindi venne abolito. 
(maldestramente tradotto ed interpretato da me medesimo da: Cambridge Digital Library).



giovedì 28 febbraio 2013

MAD-Axe, l'annexe a voile

Dal sito annexeavoile
Mi perdoni il suo bravo inventore ma il sito in cui viene pubblicizzato questo kit vela per gommoni chiamato MAD-Axe lascia un po' a desiderare. L'idea invece è eccellente e bastano le IMMAGINI per rendergli l'onore che merita. 
Queste sono le caratteristiche tecniche principali del kit vela:
Peso totale del kit: 15 kg
Dimensioni del sacco: 220 x 45 cm
Tempo di montaggio: 10 - 20 min.
Pescaggio 0 - 60 cm
Sup. velica: 3.7 + 1.3 mq
Prezzo (nel 2009): 1500 €

Dal sito annexeavoile
E c'è anche qualche video dimostrativo, MAD-Axe in navigazione:


e questo è il montaggio:




Lo scivolo e la darsena dell'Hotel La Caletta a Porto Santo Stefano


Non tutti si sentono predisposti a passare le proprie vacanze all'interno di una barca e se rimane inviolato il concetto che al mare senza barca cosa ci si va a fare si può sempre trovare un buon compromesso che è quello di usare la barca durante il giorno per starsene comodamente in una struttura di accoglienza durante la notte. 
Quello che vi propongo oggi è l'Hotel La Caletta nei pressi di Porto Santo Stefano che, come si vede su Google Maps e nel suo sito, mette a disposizione dei suoi clienti una piccola darsena con relativo scivolo. Anche i prezzi sono interessanti e poi il mare dell'Argentario è tra i più belli della nostra Costa Etrusca. Insomma, da farci un pensierino.

Barche a vela dalla spiaggia della Caletta, dal sito Caletta

San Vincenzo, come era ieri, come è oggi

La foto del vecchio porticciolo di San Vincenzo oramai obsoleta, da marinas
Quello che vedete nella foto oggi non esiste più. Era il vecchio porticciolo di San Vincenzo qualche anno fa, l'ho voluto immortalare per ricordo visto che prima o poi l'immagine verrà aggiornata e non ne rimarrà più traccia se non in qualche cartolina ingiallita riposta in un cassetto. 
Lungi da me dall'essere un bacchettone ambientalista mi rendo conto che l'economia deve andare avanti, che anche la nautica, i porti ed i grandi yacht ne fanno parte, ma mi chiedo, non ci poteva essere un'altro modo per ingrandire questo porto rispettando le sue origini, il suo passato, la sua storia e la sua cultura? Era proprio necessario tutto questo cemento? Erano proprio necessari banchine, centri commerciali, piazzali per mega - yacht e tutto il resto? Non c'era un altro modo per rendere più pratico, bello e funzionale questo porticciolo che faceva parte della nostra tradizione e cultura marinaresca?

Lo scivolo di San Vincenzo era al centro del porticciolo, ora non ci sono scivoli,  da marinas
Qui siamo in Toscana, dove la tradizione ambientalista e la cultura popolare sono nel cuore della gente. Come si fa a non sentirsi traditi da questa classe politica?
Il porto di San Vincenzo com'è oggi su StreetView, a quando la sbarra?


Non so, nei dintorni di Piombino ci sono aree industriali da riqualificare abbandonate a se stesse e all'incuria, non si poteva scegliere di fare lì un porto per i grandi yacht e, in alternativa, abbellire e razionalizzare il porticciolo di San Vincenzo esaltandone le caratteristiche di piccolo porto di pescatori e turisti, come si fa in tutti i paesi civili che tengono alle proprie tradizioni e cultura?

Il porto di Audierne in Bretagna, da Il Reporter Francia
Quello nella foto è il porto di Audierne in Bretagna, oggi lo specchio d'acqua davanti al paese è costellato di yacht, una volta c'erano i pescherecci, e dove una volta c'erano le pescherie oggi ci sono negozietti per turisti. Vedete cemento, vetro, banchine e piazzali come a San Vincenzo? Non mi sembra, ma vi potrei citare migliaia di casi simili a questo sparsi in tutto il mondo.
Allora mi chiedo, chi è il cialtrone in questo paese di irresponsabili, truffatori e corrotti?


mercoledì 27 febbraio 2013

Ansichten eines Clowns

La copertina di "Opinioni di un Clown", Edizioni Mondadori

Abbiamo scomodato il nostro caro Presidente per far capire ad uno stupido che prima di parlare bisogna accendere il cervello ma credo che non ce ne sarebbe stato proprio bisogno.
Era tempo che volevo consigliare ai lettori di questo blog uno dei miei libri preferiti, le "Opinioni di un clown" di Heinrich Böll, un classico della letteratura tedesca del dopo guerra. Heinrich Böll ha ricevuto il Premio Nobel per la letteratura nel 1972.
Questo libro è un "manifesto" contro l'ipocrisia e le convenzioni della società borghese, un romanzo che con la sua atroce e disperata condanna della società bigotta e falsa rimane per me uno dei capolavori della letteratura contemporanea, per quanto fortemente discusso dalla critica.
"Opinioni di un clown", assieme a pochi altri, è sempre sopra la mia scrivania  ... forse un giorno lo rileggerò per la terza volta.
Credo proprio che a questo punto l'aspirante Cancelliere Steinbrueck abbia solo dimostrato a se stesso e a tutto il mondo che, oltre a capire poco, è anche poco affezionato alla cultura, alla storia e al senso civico del suo paese.



Explorare il mondo con l'Explorer 2 Grabner

Dal sito Grabner

C'è un nostro assiduo lettore che è armatore di un Explorer 2 Grabner, lo ha messo in vendita/ scambio per sostituirlo con una catamarano sportivo gonfiabile e con piacere vi giro la segnalazione. Questo è il suo sito, il Blog di Giuseppe Liberotti e questo è l'annuncio su Subito.it.

Dal sito Grabner
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Canoa:
Lunghezza/ baglio max: 500 x 75 cm
Peso: 26 kg
Dimensioni imballaggio canoa: 70 x 40 x 30 cm
Persone trasportabili: 2
Carico massimo: 230 kg
Prezzo canoa: 2850 €
Kit vela:
Sup. velica 2.5 + 1.5 mq
Dimensioni imballaggio kit velico: 150 x 25 x 20 cm
Peso: 14 kg
Prezzo kit vela: 1400 €

I borsoni, dal sito Grabner
Guardando nel sito Grabner si possono trovare numerosi racconti di viaggi ed esplorazioni fatte con queste comodissime canoe gonfiabili che si possono trasportare in spalla, in bici, in treno, in autobus, in moto, in auto, in nave o in aereo, insomma con tutti i mezzi di locomozione. Il grosso vantaggio di scegliere una canoa è quello che, oltre la navigazione nei laghi e nei mari, è possibile scendere lungo fiumi e torrenti.

Explorer sul pontile, dal sito Grabner
Specialmente per chi abita nell'entroterra come noi, marinai di terraferma, quella di avere la possibilità di scendere anche lungo i fiumi, oltre che di veleggiare al lago e al mare, è un vantaggio da non lasciare inexplorato. Insomma, molto interessante questo Explorer 2.







martedì 26 febbraio 2013

Vela invernale



Eccovi le uscite invernali di Federico con il suo Deltania 20 che si chiama "Millepiedi" riassunte in un unico video.
Come lui stesso mi ha scritto, non saranno certo navigazioni avventurose ma bastano per regalare un po' di serenità ..... come le nostre passeggiatine.


lunedì 25 febbraio 2013


domenica 24 febbraio 2013

La barca su due ruote

La barca su due ruote, dal sito okafish
Avevo pensato che questa sarebbe stata una "soluzione" solo per eccentrici invece ci viene proposta in piena regola con tanto di misure su okafish. Qui da noi il "sezionabile" per eccellenza è il clinker 8ft della Nestaway.

Dal sito Nestaway
Le misure ci stanno tutte anche con le regole restrittive italiane, per il peso di 36 kg ne rimangono ben 14 kg per arrivare al limite di 50 kg, per la lunghezza di 1.27 m ne rimangono circa 2 m per arrivare al limite dei 3 m + 0.50 m di sporgenza, per la larghezza di 1.2 m per attivare a 0.70 m + 0.50 m di sporgenza.

Lo Stem, da Yachting Monthly


Autocostruire un "faltboot", non c'è limite alla perfezione

Dal sito di Igor Vigovsky
Il suo nome in italiano è "ciondolo" ed il suo costruttore gli ha dedicato una pagina tutta sua spiegandoci dettagliatamente come lo ha realizzato. Come potete osservare voi stessi l'armo velico è quello di un Optimist, il resto è stato autocostruito in alluminio e PVC. Ciondolo mi sembra semplicemente fantastico.

Dal sito di Igor Vigovsky
Questi sono i borsoni del Faltboot, CASPITA, si porta con la bicicletta!

Dal sito di Igor Vigovsky
Come abbiamo visto negli articoli precedenti in cui abbiamo parlato di queste barche eccezionali, i faltboot.
Klepper + bici, dal sito Faltbootbastlen
Ma nel sito di Igor Vigovsky potrete trovare tante altre belle cose e racconti di navigazione, incluse magnifiche foto come questa: lupi di mare!

Dal sito di Igor Vigovsky


sabato 23 febbraio 2013

"Annus horribilis" per la nautica italiana

Immagine tratta dal blog Youthentertainmentnetwork

Sembra che questa frase l'abbia coniata la Regina Elisabetta II nel 1992, ironicamente all'opposto dell'"Annus Mirabilis" del poeta John Dryden. Origini a parte, il 2012 sarebbe "annus horribilis" del turismo nautico come si evince dal IV Rapporto sul turismo nautico citato su Ansa Mare nell'articolo: Crisi, anno nero per il turismo nautico italiano.
E' bé, visto che loro si sono scomodati col latino io non posso essere da meno, "cave a lacrimis coccodrilli", non so se erano le lacrime di Serse secondo Seneca, quelle di cui dovevamo stare attenti, oppure un'ammonizione iscritta in una qualche abitazione della nostra amata patria, forse tutte e due le cose. Comunque sia il concetto è chiaro, si è costruita una nautica solo per i ricchi e quando questi sono venuti a "mancare" la nautica è andata a fondo con loro. 
Onestamente siamo preoccupati per il futuro del nostro barchino al Trasimeno a causa della privatizzazione della darsena pubblica, una cosa è certa, se le politiche continueranno ad essere quelle che hanno guidato i nostri amministratori fino ad oggi troveremo il sistema per arrangiarsi, o con un nuovo carrello o con una barca un po' più piccola, sempre carrellabile.
Non faccio altri commenti, soprattutto sulla incomprensibile richiesta di dare fiducia alle industrie nautiche, è certo, qua in Italia si toglie ai pensionati, ai malati, agli studenti, ai minorati per dare la possibilità ai ricchi di coltivare il proprio "io". 
Cara UCINA, non era meglio se si era pensato fin dall'inizio ad una nautica per tutti? Forse non si sarebbero versate lacrime di coccodrillo.

......."Ab hoc adfectu reges suam flevere potentiam, nec illos magnitudo fortunae suae delectavit sed venturus aliquando finis exterruit. 
Cum per magna camporum spatia porrigeret exercitum nec numerum eius sed mensuram comprenderet Persarum rex insolentissimus lacrimas profudit quod intra centum annos nemo ex tanta iuventute superfuturus esset. At illis admoturus erat fatum ipse qui flebat perditurusque alios in mari, alios in terra, alios proelio, alios fuga, et intra exiguum tempus consumpturus illos quibus centesimum annum timebat." ......

(Seneca - De Brevitate vitae)


D'altro canto l'importante è divertirsi, la vita è breve.


L'incroyable sauvetage d'Acciona



Questa è la risposta a tutti coloro che ancora si chiedono se una barca a vela cabinata possa scuffiare. Ebbene si, accade anche nelle migliori famiglie e, come in questo caso, non ci sono né grandezze né pesi che non possano far accadere l'inevitabile. 
Andar per mare è un problema di responsabilità, coscienza e fortuna non di barca.
Nonostante ciò, ancora il tempo non ce l'ha insegnato.


Rocca Super St Marcouf

Rocca Super St Marcouf, dal sito Leboncoin
Non me ne vogliano gli editori di Leboncoin, la versione francese del nostro "Subito", ma a volte mi diverto a dare un'occhiata ai barchini in vendita sotto i 5000 € in Francia, specialmente nelle zone atlantiche tra la Normandia e la Bretagna, e mi riesce sempre di trovare dei gioiellini di barche dei quali non riesco a trattenermi nel rubare qualche foto. Uno di questi è il Rocca Super St Marcouf, il fratellino più bello del Rocca Super Chausey di cui abbiamo già parlato nel post "Il barchino da passeggio". 
Solo 3900 € da investire per praticare lo sport più bello del mondo non sono poi tanti, non credete? Notate le finezze dell'entro-fuoribordo, del timone e della chiglia. 
Fantastico, correrei a prendermelo  in quel della stupenda Brest!

Rocca Super St Marcouf, dal sito Leboncoin


venerdì 22 febbraio 2013

Tirare le somme

Elena, Tommaso e la MEG al timone del First24
La necessità di ricontrollare tutti i 1100 e passa "post" del blog per fare manutenzione, recuperare ed ingrandire le immagini, ricorreggere l'allineamento dei testi e gli errori, etc., mi ha fatto riflettere sul fatto che quest'anno è il nono anno che andiamo in barca a vela. Certo, un po' di soldi spesi che avremmo potuto investire in un altro tipo di vacanza perché di questo si è trattato, una scelta alternativa alle vacanze che fanno in molti, ciabattine, albergo, ombrellone, spiaggia, gelato, bagni, abbronzatura e tutti a letto la sera dopo la passeggiatina. Dai 1500 ai 2000 € annui, inclusi gli oneri finanziari, questo ci è costata in questi anni la nostra barca  a vela, compresi i cambi di modello, gli ormeggi al lago e al mare e tutto il resto. 
Oggi, ormeggiati al lago in un posto pubblico, spendiamo solo qualche centinaio di euro e con i figli all'università, con le loro esigenze, non ci potremmo permettere altrimenti. 
Questi nove anni sono stati quelli centrali della nostra esistenza, quelli in cui abbiamo visto passare i nostri figli dall'essere bambini ad adulti, domani l'altro andiamo tutti a votare, e noi entrare nella "mezza età": la nostra vita che cambia volto, sogni, aspetto e aspettative. 
E' cambiato tutto in noi e questa avventura della vela che ci ha accompagnato mi sembra che ci abbia aiutato a sentirsi una cosa unica, un equipaggio in cui ognuno dipende dall'altro. Non c'è stato nulla e nessuno che ha imposto le sue scelte agli altri, abbiamo condiviso il mal di mare di Rachele e siamo tornati al lago, abbiamo condiviso la difficoltà di Elena ad entrare in una cabina stretta e abbiamo cambiato barca, abbiamo condiviso le necessità economiche ed abbiamo preso un barchino polacco, piccolo ma "estroso".
Le cose più belle da rivedere sono state le foto, i volti sorridenti e sereni, spesso scolpiti dal vento. Molte foto, specialmente le prime e quelle al mare, sono andate perse ma non i ricordi. 
Nessun rimpianto nell'aver fatto questa scelta, nessun rinfaccio di non essere potuti stare comodamente seduti in una spiaggia della Sardegna o dell'Argentario, quelle poche volte che l'abbiamo fatto ci siamo annoiati a morte. 
E non a caso la vacanza alternativa alla nostra vela è stata quella in montagna, nelle lunghe passeggiate prima a Chamonix e poi in Val di Fassa, in alta montagna. Non si va in montagna senza scarponi, non si va al mare senza barca.

In barca, l'unico modo possibile di vivere il mare
Insomma, un'esperienza meravigliosa questa della vela, vissuta da tutta la famiglia senza esagerare, senza esasperare, senza stancare, senza imporre, senza prevaricare, ma condivisa. La vorrei consigliare a chiunque, purché non sia occasione per lasciare la famiglia a casa, altrimenti non vale.
Non dimenticherò mai quei momenti in cui la barca iniziava a sbandare e Tommaso e la Rachele mi si aggrappavano addosso impauriti ed io, impaurito quanto loro, iniziavo a dare ordini sul da farsi o come disporsi; oppure quella volta che colti da una tempesta Elena mi ha dato il coraggio di andare avanti e di non arrendersi alla paura. Ricordi ed emozioni indimenticabili.
E poi c'è il blog, questo diario on-line in cui scrivo quello che sento, quello che scopro di nuovo, quello che mi piace di questo mondo della piccola nautica e della vela. Rileggendo i post mi sono accordo che non solo i "corpi" sono cambiati, ma anche il modo di pensare, e forse di scrivere. Molti dei sogni e delle aspettative di quando ho iniziato si sono avverati, barche che si portano con la bici, piccoli velieri che si tengono in garage, carrelli motorizzati da porti spiaggia e poi tanto altro.
Quanti cambiamenti, eppure sono passati "solo" nove meravigliosi e fantastici anni tutti assieme in barca a vela.
Quest'anno Tommaso ci ha preannunciato che non verrà più neanche in Val di Fassa, ha troppe cose da fare con i suoi amici, credo che anno scorso in barca sia venuto giusto una volta.
Inizia una nuova avventura, vissuta da me ed Elena, trascorrere il futuro assieme come un equipaggio .... per cambiare ancora fino a che non saremo tutt'uno per sempre.

Elena e la Rachele sul pontile



giovedì 21 febbraio 2013

Voglia di primavera ...... con una strizzatina d'occhio all'estate


Vi ricordate Luca e famiglia? Gli armatori del Micropomo Lazy Lady e della loro "Veleggiata Mestre - Premantura" intervistati dalla RAI su Linea Blu in occasione del servizio sul Salone Nautico di Genova?
Ebbene mi hanno inviato il resoconto della loro uscita pre - primaverile, in modo da farci sognare il momento in cui lo potremo fare anche noi al più presto, che vi giro molto volentieri con tanto di foto e commenti.



Sabato 16 febbraio 
Sono le 11 ed esco per prendere il pane. Dico ad Arianna che torno subito ma lei mi conosce e mi dice che mangiamo all’una. Ed in effetti l’aria fuori non è quella dei giorni scorsi. Il cielo è terso, la luce sembra diversa, più gialla e calda, la temperatura non è male. Torno dal fornaio e davanti al cancello di casa non resisto … mi metto in macchina destinazione S.Giuliano. Arrivato al CVC incontro molte persone in fermento, i Ferruzzi che stanno per uscire, chi sistema la barca. L’autovettura mi dava 12°C … e pensare che appena 2 settimane prima c’erano almeno 8 gradi in meno! Controllo la laguna ed il venticello che muove i segnavento delle imbarcazioni a terra. Vado verso “Lazy Lady” … è bellissima come sempre, oggi ancor di più con quella luce color oro. Certamente la mia non è una opinione oggettiva … comunque non posso dire che sia condizionata dal risveglio ormonale primaverile … è pur sempre una barca. Tolgo una manciata di neve dal pozzetto, a ricordare le rigide giornate passate, tolgo il telo che copre il tambuccio … e entro in barca. Ci sono circa 15 litri di acqua entrati chissà da dove e come … dico sempre che devo fare la prova con la canna dell’acqua, ma alla fine uso il poco tempo libero per veleggiare … meglio così. Con spugna e secchio tolgo tutto … il sole entra già un poco nel ventre di Lazy Lady … lascerò aperto così si asciuga. Mi guardo attorno e scrivo un SMS a Carlo … il mio compagno di ventura in Croazia e il cui Micropomo “Zita VA” riposa affianco alla mia barca. “Ciao Carlo. Sole, vento, 12 gradi. Cosa fate domani? Luca”. Non ho resistito … se le previsioni domani sono belle usciamo. A convincere Giacomo, che vorrebbe andare a slittare in montagna, ci pensiamo dopo. Torno a casa giusto in tempo per pranzare tutti assieme e così illustro i miei piani per l’indomani. Carlo non ha ancora chiamato … strano … Dopo pranzo le ore sono ancora più belle e la temperatura tiepida. Con Arianna decidiamo di portare i bambini al parco di S.Giuliano a pattinare un po’ assieme a due loro amichetti … così io posso andare a controllare la barca e chiuderla. Chiamo Carlo ma non risponde … starà poco bene ? Intanto ripasso al CVC provo ad armare randa e fiocco … tutto è in ordine e funziona bene … bisognerà solamente oliare qui e la qualche cosa. Chiudo la barca e la preparo per domani. Mentre Giacomo e Marta pattinano richiamo Carlo che non risponde e quindi come ultima spiaggia telefono ad Adriana sua moglie. Scopro così che Carlo sta facendo lavori di giardinaggio e il cellulare, principale strumento di lavoro durante la settimana, sarà imbucato da qualche parte. Con Adriana ci accordiamo per domenica … ritrovo alle 10 e destinazione Murano.


Domenica 17 febbraio 
Ci svegliamo attorno alle 7:30 … il cielo è coperto e c’è vento. Solamente verso est, dove sorge il sole, gli squarci di sereno sono più ampi e beneauguranti. Classica navigazione sui siti internet … windfinder, le immagini satellitari in infrarosso, le webcam di Col Visentin e della piattaforma Acqua Alta … la temperatura non è rigida, il vento in mare attorno ai 15 nodi da N-NE, il tempo in miglioramento, in montagna invece è brutto. Mi spiace per i nostri amici Giovanni e Stefania che sono andati a passare un week-end sulle piste. Colazione, preparativi, calzamaglia, giubbotti, guanti e cappelli, thè caldo nel thermos, patatine, salame … le solite cose … anzi anche un po’ di Rhum. Ogni volta diciamo di non portarvi via molto e finiamo con zaini e borse piene … così è la vita … Carichiamo in macchina il carrellino, il motore, benzina, parabordi … e si parte. Il cielo si sta rasserenando e il sole comincia a scaldare ogni cosa. Arrivati al Circolo incontriamo Giorgio e Graziella … e rimaniamo stupiti di ritrovarci per caso come quest’estate !! Certamente al CVC è più prevedibile incrociarci … mentre parliamo e scherziamo su questo assaggio di primavera arriva anche Carlo e famiglia … e così la compagnia è al completo. Anzi in più c’è Ercole , il cane di Carlo che oggi verrà con noi a giocare col vento. Mettiamo le barche in acqua e via. Naturalmente Giorgio non può navigare su una barca “normale” … e se questa estate planava sui foils del suo trimarano, ora è su una deriva stretta e lunga a due alberi ad armo sperimentale (solo lui può spiegarlo) e con vele gialle. Il vento è frizzante e teso … devo ridurre un po’ il genoa altrimenti sbandiamo troppo. Costeggiamo il ponte della libertà … prima a motore ma poi, con vento da N.NE, a vela di Bolina stretta. A noi si unisce anche Francesco a bordo di un Laser. Io e Carlo lasciamo il canale di S.Secondo a dritta e puntiamo a quello di Campalto lasciando a dritta l’omonima isola … fondale permettendo. Giorgio e Francesco invece si portano a ridosso di Venezia. All’ombra è un po fresco, complice anche il vento, ma siamo ben coperti e con tanta voglia di navigare. I bimbi stanno un po sottocoperta a disegnare e un po in pozzetto a cantare e giocare. Alle 12.30 arriviamo a Murano sempre a vela … ma per attraversare il canale di Tessera (maledetto traffico di taxi impazziti) accendiamo in nostro buon fuoribordo. Subito dietro di noi arriva Carlo. Ci dirigiamo dentro il canale che porta nella zona del Cimitero e dove un bel parco cittadino con panchine e giochi offre molto spazio per noi e i bambini. Ci ormeggiamo senza problemi e, mentre i bambini corrono sulle altalene … e le mamme pensano al cibo, io torno verso l’imboccatura del canale e cerco di dare una mano come posso a Giorgio e Francesco che sono appena arrivati. La corrente, il vento e soprattutto le onde dei taxi rendono tutto più problematico. Mentre Giorgio riesce a raggiungere la riva e scendere a terra … Francesco fa fatica ad avanzare e sembra aver rinunciato. Non sia mai che lasciamo uno della compagnia in balia di Eolo e delle maree … torno su Lazy Lady e, con l’aiuto di Carlo, andiamo a recuperare Francesco ed il suo Laser. Alle 13 siamo tutti sui tavolini del parco a riempire le panze infreddolite !! Il resto lo lascio alle foto …







… siamo tornati alla base attorno alle 15:30 e lungo il percorso abbiamo incontrato i Ferruzzi e Alberto. Una volta a terra e disarmate le vele siamo andati tutti a Forte Marghera a fare due passi nelle ultime ore di luce … e prendere qualcosa di caldo. 

Lunedì 18 febbraio 
Ore 9:00 lungo la A4 in un punto imprecisato tra Venezia e Bergamo. La temperatura è mite per essere una mattina di febbraio. Il cielo non è così terso ma il sole è quello dell’altro giorno, caldo e più intenso. Illumina i prati e le colline che passano velocemente al fianco e dove comincia a fare la comparsa quel verde acerbo e vivo … la stagione sta cambiando. E’ solo febbraio eppure la testa già fantastica sull’estate … e sui discorsi fatti ieri su dove si potrebbe andare, quando, con chi … Il cervello comincia a ripensare a quello che ti manca in barca … ai lavoretti da fare … E’ proprio strana la barca e per questo unica. Quando veleggi le sensazioni sono troppe e troppo intense per viverle tutte assieme. La testa si impregna di quella esperienza e così la rivivi nei giorni seguenti. Anche se poi la memoria dei bei momenti passati non ti basta mai … e la più bella veleggiata è sempre quella che farai domani.


Grazie Luca di averci regalato questa voglia di primavera!


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