giovedì 24 luglio 2014

Rollout, il cargo trailer semovente per bici

Rollout Trailers
Il problema più grosso dei trailer per biciclette è la grande sollecitazione fisica che richiedono, in particolar modo quando si trasportano carichi pesanti come quelli che si vedono in figura, oppure nel corso di pendenze e percorrenze impegnative. 
L'ingegnere americano Brian Bartel ha risolto questa difficoltà dotando il suo carrello, che ha chiamato Brouhaha Rollout, di un motore elettrico, ma l'aspetto interessante di questa realizzazione è che questo provvede solo a se stesso lasciando che il ciclista continui a pedalare normalmente come se dovesse andare da solo con la sua bici, senza toglierli il piacere delle due ruote . 
Tutto ciò è stato reso possibile grazie ad un'alimentazione elettrica controllata da sensori che mantengono a zero la forza necessaria per il traino.
Per ora il Brouhaha è solo un prototipo ma, una volta definiti alcuni dettagli, questo verrà commercializzato entro breve tempo.
La campagna di vendita offre varie opportunità, dal noleggio a 1200 $ per tre mesi, al ritiro dei prototipi usati per 2500 $, fino all'acquisto del nuovo che si aggirerà intorno ai 5000 $. 
Le possibili applicazioni di questo nuovo tipo di carrello per bicicletta sono elencate nella sezione Trailer Apps del sito di Brian, tra queste la più interessante per noi è il trasporto di imbarcazioni, gonfiabili, smontabili o addirittura intere come kayak e canoe.

Brouhaha sullo scivolo, dalla FOTOGALLERY di Rollout
E a questo punto arriviamo al punto importante perché la combinazione di una batteria da 36 V da 500 W garantisce un'autotrazione del carrello fino a 181 kg lordi.
Per concludere il video di Brian.



Via: GIZMAG


martedì 22 luglio 2014

Tao : sauvetage réussi en plein Atlantique


Pubblicato il 22/lug/2014 
La mattina del 15 Maggio 2014, la barca francese Tao, trovatasi in mezzo ad una tempesta nel Nord Atlantico è stata capovolta da un'onda anomala. Una grande quantità di acqua ha riempito la barca nel corso del capovolgimento durato circa 5 minuti. 
Sebbene l'equipaggio fosse molto esperto, questo non ha potuto impedire l'affondamento di questa robusta barca di 44 piedi in lega d'alluminio. Un Hercules C-130 statunitense della Guardia Costiera è arrivato ​​rapidamente sulla scena per salvare i naufraghi che alla fine sono stati raccolti da un peschereccio spagnolo. 
Ecco una ricostruzione con l'impressionante filmato girato dalla Guardia Costiera.

Via: Canale Youtube Voilesetvoiliers

Impressionnant!




lunedì 21 luglio 2014

La balade du Balea


Cosa c'è di più semplice di un piccolo veliero attrezzato perché possa essere armato in pochi secondi? Cosa c'è di più pratico di una barca facile da trasportare, varare e alare in acqua senza difficoltà? Se va sia a vela che a remi cosa c'è di più versatile ed ecologico per divertirsi nell'acqua con o senza vento?
Eccovi una dimostrazione nel Bacino di Arcachon, con un très sympathique Balea. (via: voilemagazine).



Balea è una piccola e magnifica canoa a vela della quale si possono acquistare i piani di costruzione per 130 €, costruirsela da se con circa 2000 €, oppure acquistarla finita, pronta a navigare, per 7500 €.
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza: 4.50 m
Larghezza max: 1.50 m
Peso: 66 kg (70 kg completa di tutto)
Sup. velica: 5.10 mq
Zavorra ad acqua: 48 litri
Persone trasportabili: 2

Uno stupendo Balea in costruzione, dal sito KANOTA
E per concludere un bel blog per gli amanti di questa barca: le blog de escumayres-talasta.


sabato 19 luglio 2014


Il viaggio di Brent e Gary lungo il Bow River con una bici, un trolley e una canoa


In una calda giornata estiva c'è solo una cosa migliore che andare in bicicletta lungo il bordo di un fiume meraviglioso, è remare lungo il fiume in canoa. Per anni queste due attività sono state pensate per essere reciprocamente esclusive. 
La logistica della spola di una canoa dal punto A per poi recuperarla al punto B è abbastanza difficile. Non c'è proprio bisogno di farsi venire il mal di testa nel cercare di far entrare un paio di biciclette assieme alle pagaie, i giubbotti di salvataggio e gli zaini in una station wagon già caricata con la canoa nel tetto. 
Nell'estate del 2003, Gary Pluim ha deciso di fondere il mondo del ciclismo con quello della canoa. La sua idea è stata geniale, risolvendo il problema secolare che ha sempre tenuto queste due attività separate.
E lui lo ha risolto così, non con l'idea di una nuova station wagon, ma eliminandola definitivamente! 
Il fatto che Gary non possedesse una station wagon, nonostante fossimo a conoscenza della sua audacia nello sfidare le convenzioni, è stata ammirevole. 
Il suo piano è consistito nell'utilizzare una bicicletta tandem per il traino di una canoa su un piccolo rimorchio a due ruote dal centro di Calgary lungo tutta la strada fino a Bow Lake, la bicicletta e il rimorchio sarebbero stati stivati ​​nella canoa, e poi con la barca avrebbe remato indietro verso Calgary lungo il fiume Bow. (maldestramente tradotto ed interpretato da me medesimo da: Bikeforest).

BIKEFOREST
I rimorchi per le biciclette si trovano facilmente nei negozi di bici di oggi, ma trovarne uno che possa trainare una barca di 16 piedi e che pesa 50 kg non è poi così facile. La scarsità di questo tipo di rimorchi è stato un piccolo ostacolo, ma certamente non abbastanza per fermare Gary. 
Ma perché poi Gary si doveva preoccupare del rimorchio se non aveva né la bicicletta né la canoa? Gary avrebbe acquistato una canoa in alluminio usata per questa avventura. Quest'ultima non era l'ideale per le acque del fiume Bow superiore, ma in caso di deragliamento sulla strada un colosso del genere sembrava una scelta saggia. 
In qualità di partner di Gary, l'acquisto della bici e del rimorchio era passato sotto la mia responsabilità. Ho realizzato un trailer personalizzato nel mio garage in Ontario e ordinato una bicicletta tandem pieghevole da dei bravi artigiani di Eugene nell'Oregon, i Bike Friday
La bicicletta tandem ci è stata spedita direttamente a Calgary dove Gary la stava aspettando ansiosamente con la sua lucida canoa d'argento. 
Il trailer è arrivato quando l'ho terminato. Questo non si adattava alla bici come avevo previsto ma con un po' di ritocchi, abbiamo realizzato un qualcosa che ha funzionato. 
Siamo andati subito a navigare dolcemente su e giù per le strade ripide del quartiere dove abita Gary.


BIKE FRIDAY
Il 7 agosto, in una splendida mattinata nell'Alberta, siamo partiti dal centro di Calgary. Abbiamo avuto un paio di scontri contro le barricate di cemento lungo le ciclabili finché finalmente non abbiamo capito come dovevamo curvare con il nostro rimorchio e ben presto ci siamo diretti velocemente fuori la città.

....... continua a leggere su BIKEFOREST


Romena e i suoi castelli


Ieri sera siamo andati a cena a Raggiolo in Casentino e nel tornare a casa ci siamo ricordati delle meravigliose serate al tramonto ai piedi del Castello di Romena mangiando le ciliege, i duroni casentinesi, proprio in quella "greppa" che si vede su Street View. 
Non dimenticherò mai l'ultima volta che ci sono stato, tanti anni fa il giorno in cui morì mio padre, credo che sia arrivato il momento di tornarci.



L'itinerario che vi propongo oggi, a piedi, in bici o in auto, sono i Castelli del Casentino. Da non perdere.

Il castello di Romena, Dante e Mastro Adamo   ....   ma c'è anche D'Annunzio
Le prime testimonianze sull'esistenza del fortilizio risalgono al 1088 quando era la residenza del conte Guido Alberto dei Marchesi di Spoleto, il quale partendo da questa rocca riuscì nel corso del XI secolo ad estendere i suoi domini sul Casentino. Nel XII secolo il maniero divenne proprietà dei nuovi signori della valle: i conti Guidi. Alla morte del conte Guido Guerra III (1217), i beni dei Guidi furono suddivisi tra i figli e il castello di Romena passò ad Aghinolfo, e da lui discendono i cosiddetti "conti Guidi di Romena", un ramo minore della famiglia.
L'episodio forse più celebre nella lunga storia del castello avvenne nel 1281. In quel tempo presso il castello viveva Mastro Adamo da Brescia che per conto dei Guidi di Romena, falsificava i fiorini d'oro della Repubblica di Firenze. Catturato e condannato a morte venne giustiziato nei pressi del castello nella località oggi chiamata Omomorto; l'episodio di Mastro Adamo è riportato anche da Dante Alighieri nel canto XXX dell'Inferno.
Lo stesso Dante Alighieri è vissuto per qualche tempo nel castello al tempo del suo esilio durato dal 1301 alla morte nel 1321. Dante era in buoni rapporto con i conti Guidi che accettarono di ospitarlo e proteggerlo, va detto per amor di verità che il sommo poeta risiedette però quasi sempre nel vicino Castello di Porciano. I Guidi rimasero padroni di Romena fino al 1357 quando il castello venne acquistato dal comune di Firenze.
Nel XIV secolo il castello aveva un aspetto molto diverso dall'attuale: era presente un palazzo signorile per i Signori ed anche un cassero qual punto di estrema difesa, era difeso da un sistema costituito da ben tre cerchie murarie e da 14 torri. All'interno del recinto murario vi erano le abitazioni per circa cento persone ed anche un ospedale per i pellegrini o per i poveri; in seguito le torri furono ridotte a cinque.
Probabilmente il numero delle torri diminuì già nel 1440 quando il castello fu conquistato e in parte distrutto dalle truppe arruolate dai Visconti, signori di Milano, guidate dal condottiero Niccolò Piccinino. Il castello pochi anni dopo tornò in mano ai fiorentini e da allora in poi seguì le vicende prima di Firenze poi del Granducato di Toscana. Un devastante terremoto nel 1579 ridusse il maniero in un rudere. Proprietà prima dei conti Goretti passò nel 1768, a seguito di un'asta pubblica, ai Flamini, ancora oggi proprietari del castello. Ancora nel 1889 i terreni all'interno delle mura erano coltivati con viti e olivi e addossate alla seconda cerchia di mura c'erano della case da contadini. Al conte Ottaviano Flamini si deve il restauro conservativo che ha permesso al castello di salvarsi da un inesorabile degrado. Nel castello soggiornò nel 1901 Gabriele d'Annunzio che qui scrisse gran parte dell'Alcyone.
Purtroppo durante la seconda guerra mondiale il castello venne pesantemente bombardato dall'esercito alleato per cacciare le truppe tedesche che qui si erano arroccate. (tratto da Wikipedia).


Perché ogni imbarcazione può capovolgersi, o scuffiare?

ZAGLE
Finalmente nella rivista polacca ZAGLE si dice a chiare lettere la verità: tutte le barche a vela possono rovesciarsi, ma soprattutto che il termine "yacht autoraddizzante" andrebbe bandito  definitivamente dalla terminologia nautica.
Il punto dell'articolo che mi ha fatto andare in brodo di giuggiole è stato quando si scrive:

"il ribaltamento non può essere evitato neppure se si rispettano le norme tecniche che disciplinano la fabbricazione delle barche dell'Unione europea (RCD), secondo le quali ogni imbarcazione prodotta in serie deve soddisfare i criteri stabiliti nel cosiddetto indice di stabilità - STIX. Il valore che viene fuori con questo indice offre il diritto (sacrosanto, ndr) agli yacht di navigare in un corpo idrico idoneo al limite appropriato della forza del vento e delle condizioni meteomarine, secondo le seguenti categorie di progettazione: 
A - tutte le acque, 
B - per la navigazione nelle aree marine, 
C - nella zona costiera e le baie, 
D - solo la navigazione interna, con forza del vento 4B e onda max di 0,3 m 
Tutti gli yacht che soddisfano i criteri per la progettazione di categoria C superiori a 6 m, devono essere dotati d adeguate riserve di galleggiamento in caso di allagamento.
Ma la natura, però, ignora tutte le regole, anche quelle dell'Unione Europea."

Nell'articolo potrete trovare tanto di spiegazioni e grafici smentendo coloro i quali che si illudono che avere uno yacht con chiglia fissa e baricentro più basso renda la barca più sicura, per concludere con:
"Una barca è stabile solo con piccoli angoli di sbandamento, non superiori a 20 - 30 gradi".

Che l'Elena con i suoi piantini quando la barca comincia a sbandare troppo non abbia avuto ragione? Come sempre d'altronde!

Via:  ZAGLE


giovedì 17 luglio 2014

Thalassa. Le acque del Mediterraneo


«Thalassa è la parola che preferisco fra le tante che i greci avevano per indicare il mare perché significa semplicemente acqua salata. È il luogo del vivere, l’orizzonte della pratica, il Mediterraneo dell’esperienza.» 

Le acque mediterranee, da millenni teatro di storie e avventure, continuano a regalare grandi emozioni, quelle del nuoto, del remo e della vela. Passioni antiche che l’autore ogni giorno rinnova, ascoltando la voce delle onde e dei marinai, di ieri e di oggi. Nuotare e navigare riflettono un amore unico e ancestrale per il mare, che è il punto di partenza di questo portolano sentimentale. Nelle sue pagine i piaceri e le gioie che il Mediterraneo offre quotidianamente si intrecciano con la storia, la geografia, il mito, le scienze e le arti, dando vita a un racconto intenso e vitale. Una rotta che porta dalle fondamenta di Venezia alle banchine di Genova, dalle Bocche di Bonifacio allo Stretto di Messina, dalle verdi acque adriatiche a quelle blu tirreniche, restituendo un significato concreto alla mediterraneità, che è fatto storico-culturale e appassionata pratica del mare.

Fabio Fiori, marinaio e scrittore, ha pubblicato Un mare. Orizzonte adriatico (2005), Abbecedario Adriatico. Natura e cultura delle due sponde (2008), Vela libre. Idee e storie per veleggiare in libertà (2012) e con Mursia Ánemos. I venti del Mediterraneo (2012). Scrive di paesaggio, ecologia e cultura del mare su quotidiani, riviste, tra cui «Bolina» e «Lettera Internazionale», e sul blog www.maregratis.blogspot.com

Pagine 134 
Euro 9,00 
ISBN-13 9788842553144


martedì 15 luglio 2014


lunedì 14 luglio 2014

Alla Laurea di Tommaso


Grande giornata ed evento per la nostra famiglia, Tommaso si è laureato in Ingegneria Meccanica. La sua Tesi trattava di un modello matematico per l'individuazione e il controllo di emissioni inquinanti di Ossidi di Azoto e di Carbonio all'interno di un combustore di una turbina a gas, visto che il suo indirizzo è quello energetico ... almeno per quel poco che ho potuto capire nella sua pur brillante esposizione.  Bravo Tommaso!


domenica 13 luglio 2014



venerdì 11 luglio 2014

Una puntata al Dechatlon

Kayak Sirocco e Giubbotto Tribord al Dechatlon
La necessità di dover accompagnare la Rachele al lavoro a Montevarchi ci ha convinto a fare una puntatina al nuovo negozio Dechatlon di Figline Valdarno.
L'impressione generale è stata positiva, ovviamente se non si cercano abbigliamento e attrezzature di fascia alta, per queste cose ci vogliono ancora i negozi specializzati. 
In questo magazzino invece determinati capi od oggetti si trovano a prezzi estremamente bassi, come il costume della Tribord che ho pagato solo 3,89 € e  le scarpette da camminatore che mi sono costate 13 €.
A parte questo mi sono piaciute molto le canoe gonfiabili Sevylor Sirocco e Thaiti, che, come avrete visto negli articoli precedenti, possono essere facilmente dotate di kit velico. Inoltre ho potuto constatare con grande interesse che la borse sono veramente a portata di "braccio". Anche il comodo giubbotto salvagente Tribord, acquistabile per solo 16 €, non è affatto male.



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