lunedì 12 ottobre 2015

The Brough and Radix Centreboards, le derive pieghevoli

Sailing Canoe with Radix patent folding centre-plate
"L'illustrazione mostra il prospetto di una moderna canoa a vela dotata di una deriva pieghevole Radix brevettata."

Questo libro è un vero e proprio pozzo di informazioni sulla storia della nautica e del diporto nautico, una storia costruita su abitudini, stili e linee oramai perdute nel tempo ma che hanno, a mio parere, un incommensurabile valore, non solo simbolico, che dovremmo riscoprire. 
Osservate le linee d'acqua della canoa a vela riportate nell'immagine e poi non venitemi a dire se oggi si vede in giro qualcosa di più bello e affascinante, ma non è solo la bellezza che conta perché queste linee sono state costruite per secoli sull'acqua e sulla necessità dell'uomo di navigare in sicurezza e comodità.
L'idea di stamani era quella di parlare ancora di canoe a vela, argomento che tratterò comunque nei prossimi giorni, ma nel capitolo che avevo intenzione di tradurre mi ha colpito l'immagine della deriva "pieghevole", una tecnologia a me sconosciuta fino ad oggi poiché, come la maggioranza di voi credo, conoscevo solo la deriva "mobile".
Ho potuto constatare, in questo interessante articolo trovato su authenicboats, che ce n'erano due tipi: 
  1. La Brough: era realizzata con 5 lamine in bronzo che si aprivano e si chiudevano a ventaglio grazie ad una leva. Da richiusa era lunga circa 70 cm e larga 20 cm e si sa che costava 7 Sterline.
  2. La Radix: di questa ne erano stati realizzati tre tipi, realizzati con diverse lamine in ottone che si aprivano e chiudevano a ventaglio che si contenevano l'una nell'altra, secondo le dimensioni che variavano da una lunghezza che andava da circa 40 a 60 cm ed una larghezza, sempre da chiusa, da 20 a 40 cm. In questo caso è stato specificato anche il peso che andava da 4 a 8 kg circa e la superficie totale, aperta, che arrivava ad un massimo di 0.4 metri quadri. Contrariamente alla Brough non si apriva grazie ad una leva rotante ma a scorrimento e costava un po' di più, da 15 a 25 Sterline, di allora ovviamente.
Se vi interessa capire come funzionasse questa straordinaria tecnologia lo potrete comprendere osservando le bellissime foto contenute su sailingcaones. dragonflycanoes.


venerdì 9 ottobre 2015


giovedì 8 ottobre 2015

Il "Discorso sulla Vela" è ONLINE

Visualizzabile e scaricabile da GoogleDocs
"Discorso sulla Vela", c'è qualche foto e vi sono espressi pochi concetti fondamentali, certamente un libretto non in linea con l'editoria nautica, è solo una piccola raccolta libera e gratuita di considerazioni già presenti nel blog. 
E' visibile anche nella barra laterale destra assieme alle altre pubblicazioni.


Swindon Evolution, cuore rossonero

Mini Cooper Swindon, dal sito Topspeed
Non mi interessa più il calcio dai tempi di Rivera, calciatore che ho seguito appassionatamente finché il suo sport non è diventato un lucroso mestiere, oggi quando attaccano in TV mi viene il voltastomaco come con il gioco delle scatole. Però ero un milanista e devo dire che questa Mini Cooper Swindon ci sta proprio bene abbinata con l'Happy Cat Evolution, tutte e due in rossonero. E' così che andrei attrezzato a fare campeggio nautico e ai loro raduni se avessi qualche soldarello in più.

Happy Cat Evolution, dal sito Grabner


martedì 6 ottobre 2015

Albaia Car-top Boat Park


Alla spiaggia dell'Albaia, nei pressi di Monte del Lago sul Trasimeno, ci andammo per la prima volta nel 2007 con il Beneteau First 24, in una giornata estiva fredda e ventosa, con molte onde. Con quella barca non avemmo problemi a navigare in tutta sicurezza nonostante le condizioni meteo piuttosto avverse ma poiché avevamo la chiglia fissa non potemmo scendere a terra. La navigazione fu straordinaria, tanto vento e onde molto lunghe ci fecero provare sensazioni che di rado abbiamo provato al lago dove le onde sono spesso corte e fastidiose.

Il Beneteau First 24 ormeggiato a Castiglione del Lago
L'inverno successivo vendemmo questa barca perché, avendo deciso di tenerla al lago e non più al mare dove l'avevamo tenuta per due anni, la deriva fissa non ci permetteva la sufficiente autonomia in un lago dalle acque molto basse. A parte questo però la Beneteau First 24 è stata la barca più bella e migliore che abbiamo mai avuto e con la quale abbiamo fatto delle meravigliose veleggiate lungo la Costa Etrusca.
Intendo tornare all'Albaia con il mio barchino facendo cartopping poiché è un luogo ricco di fascino e bellezza, in aggiunta il paese di Monte del Lago è meraviglioso.

Car-topping
Di Monte del Lago e della storia del suo personaggio più famoso ed affascinante, la scrittrice di origini armene Vittoria Aganoor Pompilj, ne ho parlato nel post "Luminoso e giocondo come di maggio".



domenica 4 ottobre 2015



venerdì 2 ottobre 2015

The "Bray Dròleen", l'anima irlandese del Dinghy Classico

The Bray Dròleen
Non vi posso nascondere di averlo fatto apposta: andare a ricercare le linee d'acqua del Dinghy Classico nel mio libro di vela preferito e posso assicurarvi di averle trovate, benché questo sia stato pubblicato ben dodici anni prima della sua uscita grazie alla penna e all'inventiva del suo creatore, l'avvocato inglese George Cockshott.


Se il mio blog avesse anche una briciola di importanza nel mondo della nautica sono certo che avrei scatenato una serie di furiose polemiche; puristi, tecnici e appassionati si sarebbero dilettati ad elencare le differenze tra il Dròleen e il Dinghy Classico, differenze che certamente ci sono, ma a mio parere assolutamente poco rilevanti.: stessa lunghezza, stessa larghezza, stesso armo, stessa superficie velica, stesso tipo di deriva, stesso equipaggio in regata, linee d'acqua molto simili a parte qualche dettaglio.

Uno dei stette Dròleen in regata nelle acque di Bray
Come di consueto ho fatto una maldestra traduzione ed interpretazione del capitolo del libro di Henry Coleman Folkard che tratta dei "The Dròleen - One Design Class":

I Dròleens appartengono ad una One-Design Class Dinghy del Bray Sailing Club, adottato come tale nel 1897, la flotta è composta da sette imbarcazioni. 
Il loro nome di classe "Dròleens" deriva dal gaelico Drolin - un Wren (per gli iralndesi il Re di tutti gli uccelli, ndr). 
Le barche sono state progettate dal Sig W. Ogilvy, di Dublino e Bray, che è anche un membro del Bray Sailing Club, il quale me ne ha gentilmente inviato il disegno e la foto dalla quale sono state tratte le illustrazioni. 
Le dimensioni sono: - Lunghezza fuori tutto, 12 piedi; baglio, 6 piedi; sono dotati di una deriva in metallo (o chiglia girevole) in acciaio di 3/16 di pollice. 
L'armo velico dei "Dròleens" consiste in una vela singola al terzo in cotone marino di 100 sq. ft, tagliata in modo da stare quasi perpendicolare alla testa dell'albero quando è regolata correttamente. 
Portano anche uno spinnaker di 46 sq. Ft. per le andature di poppa. 
La chiglia girevole, è montata in modo da funzionare in una cassa di 2 piedi e 3 pollici, il cui perno attraversa la chiglia dall'esterno del fasciame. 
La chiglia può essere bloccata sia in posizione verticale che orizzontale in modo che possa essere prontamente sollevata quando il fondale è basso o scoglioso, o in caso di necessità. 
I "dròleens" non sono dotati di attrezzature in commercio di alcun tipo. 
La vela viene issata da due drizze. 
Queste barche vengono spesso utilizzate in condizioni di mare molto mosso quindi sono molto resistenti ma allo stesso tempo sufficientemente maneggevoli da essere sollevate da terra da due sole persone. In regata, l'equipaggio è limitato a due persone; ma possono esserne trasportate in tutta sicurezza ben cinque. 
Esse appartengono ad una classe di piccole imbarcazioni a vela molto maneggevoli adatte per una gestione in solitario di costruzione e forma molto robusta, così sicure che le vele non hanno bisogno di essere terzarolate nelle normali condizioni meteomarine adatte ad una barca “open”. 
La loro miglior andatura è la bolina nel mare agitato e ventoso, quello in cui non di rado le incontriamo al largo delle coste di Bray.

In Irlanda, di recente, è nata un'Associazione, la "Bray Dròleens Make a Comeback" che sta cercando di riportare all'antico splendore questa barca, ricostruendone una e restituendogli il merito; nessuno però si è azzardato ad andare oltre riflettendo, come ho fatto io oggi, sulla straordinaria somiglianza tra i due piccoli velieri.

Dròleen in regata, dal sito Bray Dròleens make a Comeback
Metto anche una foto dalla FOTOGALLERY che feci ai dinghy classici a Castiglione del Lago, vedo una differenza solo nella linea a prua.


Tutto ciò senza nulla togliere al creatore del Dinghy Classico che ci ha messo del suo. E per fare onore ai Dròleen e all'Irlanda gustatevi questo bel video.



giovedì 1 ottobre 2015

Lo "Strangford Latine" di Dudley Fitzgerald de Ros, XXIV Barone de Ros

The Strangford Latine Rig, l'armo velico del Barone de Ros
Baron de Ros è il titolo baronale più antico nel Paria d'Inghilterra e non mi stupisce che nel corso delle mie letture l'abbia ritrovato in uno dei testi di vela a me più cari, "The sailing boat, a treatise on sailing boats and small yachts, their varieties of type, sails, rig, etc. With practical directions for sailing and management; also, the one-design and restricted classes, fishing and shooting boats, sailing chariots and ice yachts, foreign and colonial boats, canoes, etc., etc", scritto da Henry Coleman Folkard e pubblicato a Londra nel 1901 da Edward Stanford.


L'autore non specifica esattamente quale Baron de Ros gli avesse indicato la descrizione e lo schema del suo armo velico, il cosiddetto "Strangford Latine", ma l'ultimo dei Baroni di Ros di Helmsley, nel 1901, era Dudley Fitzgerald, generale inglese, scudiero del Principe Consorte.

24th Baron de Ros, immagine tratta da Wikipedia
Ma veniamo alla descrizione che Folkard fa di questo armo velico nel suo libro del quale, come di consueto, ho fatto una maldestra traduzione ed interpretazione:

"Si tratta di una moderna forma di armo latino, su un piano adottato dall'ultimo dei Lord de Ros il quale, su richiesta, me ne ha gentilmente inviato una descrizione completa anche di un disegno, da cui è stata tratta la figura sopra. 
La ben nota abilità ed esperienza di Sua Signoria nella pratica della vela sono di per sé sufficienti ad assicurarne l'efficacia; sembra davvero essere un armo velico pratico e boliniero, adatto ad una piccola barca. 
Come si vede dalla figura il boma è fissato all'albero nel punto b , il pennone è collegato all'albero da una drizza d, fissata nel punto a, che può essere messa in tensione grazie ad anelli metallici e giunzioni permettendo così a questo di essere abbassato, anche parzialmente per ridurre la superficie velica, o totalmente per ammainare la vela, da un solo passeggero a bordo senza dover abbandonare il timone. 
Il boma e il pennone sono fissati in modo che si aprano e chiudano a compasso; i terzaroli si mettono ruotando il pennone dall'alto verso il basso, però l'angolo inferiore rimane alla stessa distanza dalla poppa così che la vela non perda di potenza quando questa viene ridotta.

Nota: ho chiamato questo armo "Strangford Latine", come il suo inventore, l'ultimo Lord de Ros, che lo ha provato ed utilizzato a Strangford.

I miei lettori avranno già capito che questo armo velico lo abbiamo visto diverse volte, nel Sailfish di Jackie e nella versione successiva del Sunfish, prodotto ancora da LaserPerformance, ma anche in tutte le proposte di SailboatsToGo che ne prevedono una massiccia applicazione nei gonfiabili a vela, nei kayak e nelle canoe.


E' molto semplice e carino questo armo velico per la sua semplicità e praticità tanto che abbinato con un piccolo gommoncino gonfiabile la barca a vela possa essere tranquillamente trasportata in due borsette.

La barca a vela in due borsette, da SailboatsToGo
Chi l'avrebbe mai detto che l'ultimo dei Baron de Ros di allora avrebbe fatto una variazione dell'armo latino così importante ed ancora così ben utilizzato dopo ben centoquindici anni.
L'armo del Sunfish di Laserperformance


mercoledì 30 settembre 2015

Reisekatamaran für Auto & Wohnwagen - HAPPY CAT NEO



Il video ufficiale del nuovo Happy Cat NEO della Grabner, bellissimo! Nel canale youtube di Gerd Kassel potete trovare la sua fantastica avventura di campeggio nautico (segeltrekkingtour) tra le isole svedesi dello Stora Bör a bordo, con sua figlia Samira  e i suoi due cani, del prototipo di questo nuovo catamarano gonfiabile.

Da uno dei video di Gerd Kassel
Questa si che è libertà, navigazione, avventura, null'altro da aggiungere.


martedì 29 settembre 2015


lunedì 28 settembre 2015



In Olanda risorge il campeggio nautico

Il campeggio nautico è di nuovo popolare, su De Telegraaf Vaarkrant
Il campeggio nautico è di nuovo popolare 

Articolo di Teije Brandsma su De Telegraaf Vaarkrant (maldestramente tradotto ed interpretato da me medesimo).

La tenda in crociera, si tratta di una combinazione ideale che è stata recentemente riscoperta, anche dai proprietari di yacht a vela e a motore. 
"Vedo per la prima volta in tanti anni le persone che arrivano in barca con le loro tende montate accanto ad essa", ha detto il manager di un porto turistico in Frisia. 
Il vento si alza verso le cinque. I ragazzi Abram e Joel, entrambi di undici anni, guardano sul Randmeer un'isola in lontananza, la Huizer Hoef. 
Con il loro padre hanno preso una barca a noleggio ad Almere Haven ed ora sono alla ricerca di isole disabitate dove possano montare la loro tenda in tutta tranquillità. 

A caccia di misteri 
Potrebbe essere davvero quella l'isola misteriosa dei loro sogni? Vorrebbero fare un fuoco, esplorarla, montare la tenda ed incontrare meno persone possibile. "Si potrà circumnavigare l'isola in modo da poterla esplorare?" chiede Abram. 

Saper scegliere 
Come vedono un paio di alberi spuntare dalla Huizer Hoef constatano che ci sono già alcune imbarcazioni. Questo rende l'isola meno attraente per i ragazzi. "Se si trovano lì vuol dire che ci sarà una capitaneria di porto a cui chiedere il permesso per la sosta," esordisce il timoniere, e questo rende l'isola meno attraente. «Cerchiamo un'altra isola", risponde Abram esitante. 

Un'isola da sogno 
Poche ore più tardi e a miglia di distanza, hanno trovato la loro isola da sogno. È possibile effettuare il fuoco, sembra selvaggia e non esiste una capitaneria di porto. Qui possono montare il loro campo sulla dura terra. 

Prendere delle decisioni
«Vogliamo andare a dormire sotto la tenda a bordo del Falcon o a terra," chiede Joel. Si consultano ed è infine il primo a prendere una decisione. Con la luce del piccolo fuoco fumoso, la sera tardi, si può vedere solo la sagoma della barca con la sua tenda montata a bordo. Qualche istante dopo i ragazzi sono già sotto la tenda nel Falcon, ad ascoltare i fruscii della notte, che dal loro sacco a pelo sono più rilassanti che fastidiosi. Che avventura!

Il fuoco di bivacco 
Joel e Abram non sono gli unici che navigano attraverso i Paesi Bassi con una tenda a bordo. Coen Egberink dalla Frisia Aldeboarn è andato in giro per dodici anni con un Wester Engh sloop. Per quattro anni Coen ha effettuato crociere anche molto lunghe, a volte di settimane, anche con i suoi figli, di età compresa tra i sette e i tredici anni. "La libertà di andare in barca, vivere in mezzo alla natura, disporre di spazio intorno alla tenda e fare un fuoco di bivacco è una grande avventura per i ragazzi", dice. "Vedo sempre più persone farlo." 

Una riscoperta 
Vedo anche gente molto esperta in navigazione riscoprire di nuovo il campeggio nautico. "Sembra una tendenza anche nel settore della vela", ha detto Rixt Dijkema del Woudfennen Marina nel Frisone Boornzwaag. Anni fa c'erano molti giovani con le tende e i Falcon che giravano per la Frisia, poi hanno preferito le grandi barche dove dormivano a bordo. 

Anche per gli adulti 
Negli ultimi mesi ho visto una dozzina di tende accanto a piccole imbarcazioni. "E sai qual è la differenza con il passato? Non sono solo i govani a farlo ", dice Rixt. «Ora vedo molti adulti smontare la loro tenda la mattina presto!"

Questo articolo dovrebbe far riflettere gli operatori del settore nautico, i fabbricanti di barche e i gestori dei marina. E' la voglia di riscoprire la vera avventura e il contatto con la natura o solo frutto della crisi? Credo sia importante trovare una risposta.

MAE pronta per il campeggio nautico

venerdì 25 settembre 2015


giovedì 24 settembre 2015

Sistema abbattimento & issata albero - Micropomo Lazy Lady


Ogni volta che volevo disalberare erano sudori freddi per me e per il povero santo che mi dava una mano.
Con l'aiuto di mio padre abbiamo realizzato un semplice kit per abbattere ed issare l'albero anche da soli.
Il video è riferito alla prima prova in assoluto (ovvero montato e provato) pertanto la confidenza è poca e qualche passaggio è stato fatto con calma. Tuttavia il sistema promette bene!
Il kit è composto da un asse di rimando (a cui viene collegata la drizza dello spinnaker ed un paranco fissato a prua) e da due tubi in alluminio che (tenuti fermi tramite le draglie ed un nastro che corre sotto lo scafo).


Dal canale di Youtube di Luca.


Un tendalino per MAE


Ecco il tendalino per MAE, la mia Walker Bay 10' modello Breeze. Non pensavo che sarebbe venuto così bene e preciso visto che non ho speso assolutamente nulla ma ho semplicemente recuperato un sopra tenda di una tendina da due, degli anni ottanta, e che non utilizzavamo più da lungo tempo.


L'idea iniziale era quella di appoggiare il tendalino sopra il boma, ma se ho utilizzato il boma per fissarlo a poppa l'ho tirato su con una drizza a prua, sfruttando i fori e gli occhioni per la paleria delle vecchie tende, paleria che oggi non viene più usata nelle tende di nuova generazione. I bordi sono stati fissati con degli elastici che passano sotto o sul fianco dello scafo.


Questo sistema mi ha permesso di creare molto spazio all'interno, lo stesso di una tendina da due, basterà appoggiare un ripiano tra le due panche tanto che si potrebbe tranquillamente dormirci dentro.


Nella foto sopra si vede come sono posizionati il boma e il telo.


Per fare passare l'albero ho scucito qualche centimetro di stoffa tra le giunzioni del sopra tenda, scucitura che dovrà essere rifinita con un bordo, a questo ci penserà Elena.


Anche l'ingresso è piuttosto agevole, manca solo una chiusura che potrà essere realizzata in maniera molto semplice


Non appena ho finito il lavoro è iniziato a piovere, così ho potuto verificare l'isolamento della barca dall'acqua.


Che dite, quasi quasi stanotte ci dormo!


QUI, c'è la fotogallery completa, con qualche foto in più .

lunedì 21 settembre 2015


domenica 20 settembre 2015

Segnavento tricolore per MAE


Mancavano un segnavento e la bandierina, per MAE ho preferito non doverli gestire con attrezzi complicati applicando un semplice nastrino tricolore in corrispondenza dell'inserimento della stecca, nastrino che svolge egregiamente tutte e due le funzioni: indicatore della direzione del vento e bandiera.


La crisi della nautica e la svolta reazionaria del Partito Democratico di Renzi

Da Repubblica
Oramai l'unica considerazione che mi viene da fare è che "al peggio non c'è mai fine", questo su Repubblica è un articolo che non avrei mai voluto leggere e mi chiedo ogni giorno di più come il Sig. Renzi e tutti i suoi leccapiedi possano definirsi esponenti di un partito di centro sinistra.
E' vero anche che gli onorevoli deputati sono passati nella schiera degli arricchiti pertanto mi sembra logico che debbano difendere i loro interessi in quanto neo proprietari di imbarcazioni di lusso, oltre che avere la stucchevole pretesa di prendere i voti dai destrorsi reazionari.
Ma la cosa più scandalosa sono le menzogne di fondo che stanno alla base di tutte le considerazioni che vengono espresse in questo articolo, nonché nel vergognoso convegno che hanno organizzato gli onorevoli deputati del PD.
Ne ho parlato molto e spesso della famigerata "tassa Monti", certamente discutibile come le molte cose che sono state fatte e non fatte in quel governo ma attribuirgli la perdita di ben 40.000 posti barca nel settore nautico mi sembra veramente una bufala nauseabonda.
A mio parere l'unica colpa che ha avuto il balzello del Professore, così come l'aumento dei canoni demaniali, è stata quella di dare l'opportunità a tutta quella schiera di squali che hanno gestito il demanio pubblico portuale italiano di giustificare il loro fallimento e la loro cupidigia.
Allora, ripresentiamo i due conti che feci allora per una barca a vela di 14 metri di 10 anni di anzianità:
  • la tassa dovrebbe andare dai 450 agli 800 euro annui, sono stati fatti sconti che non ho più seguito;
  • è noto a tutti, prima di questa crisi ovviamente, che l'esborso medio per un 14 metri era di 1000 euro al metro annuo, quindi 14.000 euro annue. Ovviamente se uno tiene la sua bella barca in terza fila lungo il Tevere o l'Arno a mezz'ora di navigazione dal mare, in mezzo alle pantegane, con i servizi degni delle stazioni pubbliche, allora è tutt'altra cosa, comunque non si spendeva meno di 5000 euro (io nel 2007, sull'Arno, a mezz'ora dal mare, solo ormeggio, solo da giugno a ottobre in acqua, per un 24 piedi spendevo 2400 euro).
  • a queste spese sono da aggiungere le spese di crociera, manutenzione della barca, etc etc, e se la barca la si usa almeno un mese l'anno, che è il minimo, si devono aggiungere altri 3 o 4000 euro. Quindi siamo già da un minimo di 9000 euro fino ai 18.000 euro.
  • non so quanto abbia inciso l'aumento dei canoni demaniali sul posto barca, mi risulta che con disposizioni recenti si era arrivati che non potesse essere inferiore del 10% di quanto richiesto, mi sembra più che ragionevole.
Ritenete quindi che una persona onesta possa asserire che queste tasse abbiano potuto influire sulla crisi attuale della nautica?
Certamente la tassa Monti ha avuto una conseguenza importante, la necessità di fare un censimento delle proprietà, censimento che ha infastidito parecchio la gran parte degli evasori italiani, che siano stati i proprietari degli yacht che i loro servizievoli leccapiedi, pronti a prosciugargli il portafoglio alla minima occasione, senza mai rilasciare regolare fattura.
Sono certamente consapevole che la gestione di un porto ha dei costi di manutenzione e mantenimento molto importanti ma questo è un altro discorso, non bisogna mescolare le carte, basterebbe che i bilanci fossero trasparenti con la loro pubblicazione nel loro sito. 
Una legge sana che un Partito Democratico degno di questo nome dovrebbe fare è che i bilanci di tutte le Società Partecipate e/ o che gestiscono il demanio pubblico, per il pubblico, dovrebbero essere pubblicati nel loro sito web, a disposizione di tutti, in maniera semplice e leggibile da tutti.
Vi ricordate il principe Piotr di "umiliati e offesi"?

"Ecco la mia moralità; se però ne volete sapere assolutamente di più vi confesserò che, secondo me, è ancora meglio, il prossimo, non pagarlo ma riuscire a fargli fare le cose gratis. ..... e io non conosco nulla che sia più piacevole che vivere con gli imbecilli dando loro sempre ragione, c'è il suo tornaconto .... e badate bene che di individui come me ce n'è a schiere e tutti stanno bene. Nel mondo tutto può sparire, ma noi no spariremo." (Fëdor Dostoevskij)

Siamo proprio degli imbecilli, ma vi assicuro che io non crederò più alle menzogne di questi signori. Dimenticavo, gli incentivi agli imprenditori non devono essere un affare di stato, gli affari di stato devono riguardare la gente e i loro bisogni. Gli incentivi alla nautica non hanno creato i posti di lavoro, che si sono creati per l'intraprendenza e la capacità di imprenditori veri, ma hanno generato evasione e speculazione.


sabato 19 settembre 2015

Veleggiare nel Lago di Vico, tra la Villa Farnese e la Necropoli di Norchia


Populonia, Golfo di Baratti e il Lago di Molveno nelle Dolomiti saranno quasi certamente i primi tour pianificati per l'anno prossimo ma non potremo fare a meno di fare anche una veleggiata nel Lago di Vico in mezzo a due escursioni importanti, la Villa Farnese a Caprarola e la Necropoli di Norchia.

Mappa escursione
Il Palazzo Farnese, a Capraola, è uno dei migliori esempi di dimora d'epoca presenti nel nostro territorio nazionale e forse non tutti sanno che uno degli architetti è lo stesso che ha realizzato la Fortezza Medicea di Arezzo, Antonio da Sangallo il Giovane; inconfondibile la pianta di tutti e due gli edifici, mi è bastato vedere il Palazzo Farnese dall'alto per capire immediatamente chi l'avesse progettato.

Palazzo Farnese a Caprarola, via Wikipedia
Andando indietro di circa duemila anni, dall'altra parte del lago, lungo la via Clodia che si dirigeva verso Tuscania ed il mare (tutte le strade degli etruschi andavano verso il mare)  si trova un'altra delle meraviglie archeologiche del nostro paese, la Necropoli di Norchia, già presente nel territorio fin dal IV o V secolo a.C.
Nella rete potrete trovare diverse descrizioni del sito archeologico, attualmente in completo ED INCREDIBILE stato di abbandono, e varie tipologie di escursioni da attuare ma io vi consiglio di leggere la prima descrizione che ne fece il Dennis nel suo "Cities and cemeteries of Etruria", a pagina 242. Un'ottima trascrizione in inglese è QUI, ma dalla quale si può estrarre una discreta e fedele traduzione con il Google Translate, e benché il libro sia stato scritto nel 1848, più di 150 anni fa, chi ci è stato mi ha assicurato che è rimasto tutto esattamente com'era allora, a parte le ingiurie del tempo.


Anche a Norchia c'è una via cava, come avevamo visto a Sovana, che intendo esplorare, la "cava buia", via che è ormai quasi certamente appurato che non si trattava né di strada di collegamento né di struttura militare ma, proprio perché realizzata come tutte le altre solo in prossimità delle necropoli, una strada che introduceva i morti nell'aldilà, oltretomba che per gli etruschi era legato alle viscere della terra. QUI potrete trovare qualche informazione in più a riguardo (anche se si parla di quella di Sovana), e ha importanza relativa se poi questa si sia trovata esattamente lungo la via romana Clodia, successivamente utilizzata dai romani come collegamento viario.

Le tombe rupestri della Necropoli di Norchia, immagine tratta da Wikipedia
Ovviamente porteremo con noi anche la nostra barchina, come abbiamo sempre fatto quest'anno.




venerdì 18 settembre 2015

Tanzania, the Ocean is calling you

Dal sito "the adventurists"
La caratteristica principale di questa straordinaria regata organizzata da "the adventurists" è che non si fa con una barca qualsiasi, ma a bordo di una ngalawa.
Come scritto su wikipedia, "lo ngalawa è un tipo di canoa a doppio bilanciere tipico della tradizione swahili di Zanzibar e della costa della Tanzania. È lungo 5-6 m e dispone di una coppia di bilancieri, uno per lato, che favoriscono la stabilità dell'imbarcazione e consentono di utilizzare una propulsione a vela. Viene usata per gli spostamenti brevi (per esempio traghettare persone e materiale fra isole adiacenti) e come imbarcazione da pesca. La ngalawa può considerarsi una variante di un altro tipo di canoa molto diffuso nella stessa area e chiamato mtumbwi."

Il percorso, la cartina dovrebbe essere orientata verticalmente
Come descritto nel loro sito queste sono le ultime frontiere dell'avventura in questo nostro vecchio pianeta fin troppo conosciuto, fin troppo navigato con ogni mezzo a disposizione.
In questo caso invece abbiamo l'opportunità di confrontarsi con la schiacciante superiorità dell'oceano, come potremmo resistere?
Si tratta di una regata che si snoda per 500 km lungo la costa orientale dell'Africa, guidati dagli alisei tra le isole dell'Arcipelago di Zanzibar.
Sono state organizzate due regate, dal 29 dicembre al 9 gennaio 2016 e dal 4 luglio al 16 luglio. Costo di partecipazione 3000 Dollari per un equipaggio di 3 persone,. Partenza da Kilwa, arrivo al Pelma Island. Ulteriori dettagli anche sui costi aggiuntivi li potrete trovare QUI.



Insomma, meravigliosa questa regata, quale altra occasione avremmo di perderci o annegare nell'oceano, vabbé oltre che navigare in una ngalawa e attraversare luoghi meravigliosi.

ngalawa, dal sito "the adventurists"

giovedì 17 settembre 2015

Rolley M1, supporto a ventosa per GoPro in barca

Rollei M1, dal sito Rollei
Dal sito Rollei un interessante supporto per la GoPro.

Il supporto a ventosa per videocamera M1 Suction Cup Mount si applica su qualsiasi superficie liscia e pulita, come quella di: 

  • Autoveicoli 
  • Imbarcazioni 
  • Superfici piane, poste sia in orizzontale che in verticale (pareti, vetrate e piani d'appoggio). 

Utile e dall'aspetto sportivo, questo supporto è disponibile in quattro accattivanti colori, quali il nero, il rosso, l'arancione e il blu. 
Basta provarlo e non potrete più farne a meno!

Rollei M1, dal sito Rollei
Via: Yacht.de


mercoledì 16 settembre 2015


martedì 15 settembre 2015

Il WaterWacker di Lorenzo

Il WaterWacker di Lorenzo di cui abbiamo già parlato
Lorenzo ha già installato il suo WaterWacker di cui avevamo già parlato e del quale si dice soddisfatto, a parte qualche aggiustamento da fare sull'immersione dell'elica.
QUI c'è già un rivenditore, mi sembra molto interessante non solo per il costo ma soprattutto per il peso ridotto, caratteristica assolutamente indispensabile quando si parla di barche molto piccole.


lunedì 14 settembre 2015



Lago di Idro, una vacanza celestiale


Su Segeln-forum, alla pagina 245 della discussione relativa ai piccoli catamarani, ho trovato l'interessante intervento di un iscritto che parlava del Lago di Idro del quale vi giro la mia solita maldestra interpretazione:

Vi suggerisco il Lago di Idro
Siamo appena tornati dalla nostra vacanza in Italia e a questo punto posso tranquillamente suggerirvi un super appartamento sul lago di Idro. L'appartamento non è molto grande in dimensioni (solo per 4 persone) ma lo è per la sua posizione. 
Il lago di Idro si trova a soli 50 km dal Lago di Garda ma, contrariamente a quest'ultimo per il turismo, è quasi sconosciuto.
Ci sono pochissimi alberghi, solo un paio di campeggi e appartamenti in affitto. 
L'appartamento che abbiamo preso può essere facilmente trovato su Google, se si digita sul motore di ricerca "casa Willy Lago di Idro". 
La sua qualità principale è che si trova solo a 100 metri in linea d'aria da una baia dove ci si può sdraiare e lasciare tranquillamente il catamarano durante tutte le vacanze! 
Si può arrivare con l'auto fino a 10 m dalla baia  anche se è presente una scala, ma che è per noi non è un ostacolo. 
Sembra incredibile, ma vi dico la sacrosanta verità nell'affermare che durante le nostre due settimane di vacanza siamo stati quasi sempre da soli nella baia !! 
Solo una volta abbiamo visto il proprietario della casa ed un pescatore che ha la sua piccola barca lì. 
Per quanto riguarda il vento: siamo stati in grado di navigare ogni giorno. Probabilmente è simile a quello di Garda, leggera brezza fino a mezzogiorno poi il pomeriggio e la sera molto spesso più forte. 
La mattina c'era la quasi totale assenza di vento, occasione che abbiamo sfruttato per fare il bagno.
Il lago non è molto grande, ma più che sufficiente per noi e non ci si deve preoccupare della presenza di altre barche, non se ne vedono quasi!
Certo, ogni tanto si vedono in giro alcune piccole barche a motore, abbiamo incontrato anche Hobie che non si è rivisto. 
Per noi lì è stata una vacanza quasi celestiale. 
Chi ne volesse saperne di più sono disponibile ad inviare ulteriori informazioni in privato. 
Attualmente abbiamo un catamarano +16 collaudato estensivamente, ne riparleremo più avanti in un post a parte. 
Micha

Grazie Micha!

Dal sito Lago d'Idro


venerdì 11 settembre 2015


giovedì 10 settembre 2015

Crystal Lagoons, piscine per velisti e non solo



"Crystal Lagoons, la nostra azienda raccomanda la costruzione di lagune con una superficie di almeno 1 acro (0,5 ha.) per consentire la pratica della vela e degli sport acquatici in un corpo d'acqua di grandi dimensioni, unico dal punto di vista ambientale e con un impressionante volume di acqua, aggiungendo un incalcolabile valore al contesto paesaggistico ed antropico. I costi di costruzione e gestione di queste lagune sono così bassi che il mantenimento dell'acqua cristallina è economicamente sostenibile.  E' possibile comunque realizzare anche piccole lagune in base alle specifiche di ogni progetto."

(maldestramente tradotto ed interpretato dal sito Crystal Lagoon).

Ho visto che è in fase di studio anche una realizzazione nei pressi della Laguna Veneta, certo è che una riqualificazione di uno dei più grandi obbrobri del secolo quale è il Porto Marghera, realizzato davanti alla città più bella del mondo, potrebbe essere auspicabile, se ben realizzato, lasciando perdere considerazioni quali "rispettando l'ambiente" perché questo risulta ancora essere il sito più inquinato d'Italia, per non parlare dei vari stabilimenti siderurgici in fase di riconversione sparsi qua e là lungo le nostre coste.

La Crystal Lagoon di San Alfonso del Mar in Cile


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