mercoledì 14 dicembre 2016

Blackcat Skipper é um mini veleiro com ótimo desempenho e confiabilidade

Skipper, dal sito VELEIRO INFLAVEL
SKIPPER è la "novidade" 2016 di Veleiro Inflavel. Si tratta di un catamarano gonfiabile adatto a ragazzi che vanno da 6 a 12 anni.
Ovviamente lo SKIPPER è completamente smontabile, è leggero (solo 19 kg), è molto agile, veloce e divertente. Può trasportare un adulto o due bambini. Eccezionale!

SKIPPER, dal sito VELEIRO INFLAVEL
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza: 2.6 m
Larghezza: 1.60 m
Altezza albero: 3.70 m
Peso: 19 kg
Dimensioni borse: 40 x 28 cm e 1.40 x 20
Tempo di montaggio: 20 minuti
Prezzo: non c'è scritto, ma lo comprerei subito ad occhi chiusi



martedì 13 dicembre 2016



lunedì 12 dicembre 2016

Stefano Medas, REX IUBA

REX IUBA, dal sito Mondadori
Ieri Stefano Medas, archeologo e autore del romanzo Rex Iuba, mi ha scritto per fornirmi qualche interessante dettaglio in più sul capitello la "Pesca Miracolosa, a vela, nella Pieve di Romena" di cui avevo scritto tempo fa nel blog. 
Mi ha fatto molto piacere che Stefano mi abbia contattato perché le tantissime pagine visualizzate non suscitano nei lettori un gran desiderio di confrontarsi sugli argomenti che via via gli sottopongo. In più se chi mi contatta è un personaggio pubblico, o uno studioso, questo mi riempie di orgoglio e soddisfazione, come quando il Dipartimento di Storia delle Esplorazioni Geografiche di una nota Università italiana mi contattò per chiedermi un parere tecnico su una delle più grandi ed importanti rotte che i nostri navigatori abbiano mai solcato, nel corso della scoperta dell'America, disquisendo su uno dei basilari documenti della navigazione del passato e della cartografia, la Cosmographiae Introductio.
Ma torniamo a Stefano e a quello che mi ha scritto, invitando anche tutti voi ad andare a vistare la meravigliosa Pieve di Romena ad ammirare quello straordinario capitello:

"Buongiorno Francesco, 
ho incontrato il tuo blog TS cercando informazioni sul capitello della pieve di Romena in cui compare la scena della pesca miracolosa, con Pietro e Andrea. Ho visitato la pieve proprio ieri, scoprendo questa inconsueta iconografia, particolarmente significativa per il fatto di appartenere al XII secolo, epoca avara di iconografie navali. In effetti, pur essendo molto stilizzata (i personaggi corrispondono bene ai canoni espressivi del nord Italia di quest'epoca, dal momento che la pieve sembra esser stata realizzata da maestranze lombarde), ci mostra due aspetti interessanti: 
1. la dominante diffusione dell'armo latino, in particolare nel naviglio minore, come quello da pesca;
2. la presenza del timone o governale laterale di tradizione antica, non ancora sostituito dal timone centrale di provenienza nord-europea (in effetti, in area mediterranea il timone centrale si affermerà lentamente, con fenomeni di persistenza del sistema antico, o di entrambi i sistemi insieme, fino a tutto il XIV e gli inizi del XV secolo). 
Che si tratti della scena evangelica della pesca miracolosa mi sembra confermato dalle linee seghettate che indicano il mare e che arrivano ad occupare quasi tutto lo scafo, per evidenziare la linea di galleggiamento molto alta, dunque il fatto che la barca fosse molto carica (di pesce, evidentemente). 
Ho quindi fatto un tour nel tuo blog, trovando notizie interessanti, tra libri, eventi e vicende. Ho appreso lì, tra l'altro, della morte di Elvstrom, personaggio che ho sempre ammirato moltissimo, essendo io derivista da quarant'anni. 
Considerando gli argomenti e interessi del blog (dove ho trovato con piacere le recensioni ai lavori degli amici Valerio Manfredi e Fabio Fiori), desideravo segnalarti un mio recente romanzo, il primo che ho scritto, dopo anni di pubblicazioni scientifiche dedicate alla storia della navigazione e all'archeologia navale. 
Si intitola REX IUBA e narra della spedizione che portò alla scoperta delle Isole Fortunate - le nostre Canarie - alla fine del I secolo a.C. Un'avventura interamente dedicata alla navigazione e al tormentato rapporto dell'uomo mediterraneo con gli spazi atlantici. 
Grazie per la pazienza. Un cordiale saluto

La Rachele mi ha già detto che sarà il suo regalo di Natale perciò, non appena avrò letto il romanzo di Stefano, ne farò una recensione qui nel blog. Questo è quanto si scrive del romanzo nel sito della Mondadori:

"Roma, 46 a.C. Nel corteo trionfale di Cesare dopo la campagna d'Africa sfila un giovanissimo orfano di guerra: è Giuba, figlio del re di Numidia, sconfitto dai cesariani. Un triste futuro lo attende se non fosse che gli dèi, da cui dipendono le sorti degli uomini, hanno in serbo altri progetti per lui: a Giuba è riservato un destino che lo porterà a riconquistare gli onori del suo rango. Viene infatti accolto nella famiglia di Augusto e cresciuto secondo il costume romano. Nel 25 a.C. è lo stesso Ottaviano ad assegnargli il regno di Mauretania, in Nordafrica, e a dargli in sposa la bella e sensuale Cleopatra Selene, figlia di Cleopatra e Marco Antonio, una donna colta e raffinata, legata al marito da un sentimento profondo. Appassionato di arte e letteratura, di filosofia e geografia, non pago dei preziosi volumi custoditi nella sua immensa biblioteca, Giuba promuove diverse spedizioni esplorative, spinto dalla sua inestinguibile sete di conoscenza. Fra queste, la più avventurosa e rocambolesca lo condurrà, insieme ad alcuni amici fidati e a una settantina di marinai abili con i remi quanto con la spada, alla scoperta delle Isole Fortunate, le odierne Canarie. Lì, in quei luoghi sospesi fra mito e realtà, agli estremi confini del mondo conosciuto, i protagonisti della spedizione scopriranno una natura spettacolare e selvaggia, incontreranno un popolo che non conosce il denaro e l'avidità, assisteranno ai fenomeni prodotti dall'immane potenza dell'Oceano, nelle cui viscere ribollono fiumi di lava e dimorano mostri marini. Con passione e competenza, restituendoci vividi i colori dell'epoca, Stefano Medas ci accompagna lungo le coste dell'Africa, in un itinerario costellato di pericoli che è prima di tutto un viaggio dell'anima, dal quale si torna inevitabilmente trasformati e consapevoli che il luogo ideale nel quale rifugiarsi per sfuggire ai nostri tormenti risiede, prima ancora che in qualche terra remota, in noi stessi."

Essendo Stefano un archeologo subacqueo,

Stefano Medas è archeologo subacqueo e navale e ha condotto numerose campagne di scavo su relitti e siti sommersi. È stato docente a contratto di Storia della navigazione antica all'università di Bologna ed è attualmente presidente dell'Istituto Italiano di Archeologia e Etnologia Navale. Ha pubblicato più di cento articoli su riviste scientifiche nazionali e internazionali, oltre ad alcune monografie, tra cui: La marineria cartaginese - le navi, gli uomini, la navigazione, De rebus nauticis - L'arte della navigazione nel mondo antico, Lo Stadiasmo o Periplo del Mare Grande e la navigazione antica. Da anni tiene corsi di vela con le barche tradizionali. Rex Iuba è il suo primo romanzo.

non ho potuto fare a meno di annoiarlo ed aggiornarlo in merito a tutte le mie ricerche, sulla storia della mia famiglia, del trisnonno ingegnere ed archeologo a Sovana, Chiusi, Poggio Gaiella e Roselle, del biadaiolo di Firenze e il suo Specchio Umano ed infine della Via Romea Imperiale da cui noi tutti Lenzi proveniamo, dimenticandomi però la storia più attinente al suo mestiere, cioè che avevo i nonni materni naviganti e armatori in quel della mitica isola di Procida e i suoi gatti. Ma cosa c'entrano i gatti? C'entrano, c'entrano, ma questa è un'altra storia.
La chiacchierata con Stefano mi ha fatto ricordare che la nostra è una civiltà straordinaria e antichissima.
Nella BIBLIOGRAFIA di Stefano, tra le altre, ho trovato una pubblicazione che non può non attizzare l'interesse di tutti i miei assidui lettori, Le Barche Tradizionali della Laguna Veneta.

BarcheTradizionali della Laguna Veneta, Stefano Medas


lunedì 5 dicembre 2016

The Elbow Run 2016 - The Lake Diefenbaker WindRider Experience

Dal video Youtube "The Elobow Run 2016"
Vi propongo questo imperdibile video di campeggio nautico:

"Otto trimarani WindRider e nove intrepidi marinai hanno navigato a vela e fatto campeggio nautico per una settimana sul lago di Diefenbaker, Saskatchewan, nel mese di luglio 2016 ...."



Il lago di Diefenbaker, il suo scivolo e la sua area di parcheggio, troppo complicato fare una cosa così in Italia è.


giovedì 1 dicembre 2016

Carte nautiche, secc. XIV-XVII, dall'Archivio di Stato di Firenze

Dal Progetto Archivi Digitalizzati dell'Archivio di Stato di Firenze
Carte nautiche, secc. XIV-XVII 
Raccolta probabilmente formata nella seconda metà del secolo XIX riunendo, per esigenze di conservazione, il materiale cartografico ritenuto di particolare valore appartenente a vari fondi archivistici (in particolare al Diplomatico). Contiene alcune delle più antiche carte nautiche conosciute e una rarissima carta della Toscana del sec. XVI.

Questo Progetto degli Archivi Digitalizzati dell'Archivio di Stato di Firenze è meraviglioso, come le Carte Nautiche che vi sono raccolte.
Ma è possibile trovare anche la data di nascita di un proprio antenato, magari nel Gonfalone dell'Unicorno a Orsanmichele come nel mio caso.
E' si perché: scala, nicchio, ferza, drago, carro, bue, leon nero, ruote, vipera, unicorno, leon rosso, leon bianco, leon d'oro, chiavi, vaio, non sono solo i nomi delle classi della scuola di Hogwarts di Harry Potter ma anche i Gonfaloni della Firenze medievale, che corrispondono più o meno ai suoi quartieri.

Atto di nascita all'incirca del 1390, dal 79° Libro dell'Età


Attività da imitare: Walker Bay Nong Bon Water Sport Center



Eh bé, insomma, mica ci sono solo io al mondo che naviga con la sua Walker Bay, qui siamo a Bankok al Walker Bay Nong Bon Sport Center dove si praticano gli sport della bici e della vela..



E per chi volesse imitare un'attività del genere che si può gestire tranquillamente in un piccolo laghetto con un pontile galleggiate può consultare il loro sito FACEBOOK

Dal sito Facebbok del Nong Bon Walker Bay Water Sport Center


lunedì 28 novembre 2016

Comprare o noleggiare? Questo è il dilemma

Il sito polacco di charter AHOJ
Comprare o noleggiare? E' un quesito che ci siamo posti spesso e di cui abbiamo parlato più di una volta anche in questo blog, oggi lo stesso interrogativo ci viene posto nella rivista di vela polacca ZAGLE che nello stesso tempo cerca di dare alcuni suggerimenti che condivido in tutto e per tutto.

Barche a vela: comprare o noleggiare? Il prezzo di una barca a vela può essere abbassato!

La domanda che abbiamo posto nel titolo pervade molti appassionati di vela. Se si acquista una barca a vela, come deve essere? Se la si vuol noleggiare, dove e per quanto tempo? Le risposte a queste domande non sono facili, tanto più che il generale aumento del benessere, fluttuazioni a parte, e dell'interessamento a questa pratica invocano una risposta soddisfacente ed urgente.
Sempre di più le offerte economiche in fase di acquisto di una barca vengono compilate prevedendo tutti gli accessori, come si dice in gergo prezzo "alla boa". Questo permette all'acquirente di capire subito dove si andrà a finire con i costi e se sarà in grado di completare l'acquisto della barca dei suoi sogni. Allo stesso tempo però l'acquisto in contanti sta perdendo sempre di più importanza lasciando spazio ad altre forme "finanziarie" come i leasing o i prestiti.

Acquistare una barca, i costi

L'acquisto dello yacht è solo una parte delle spese che si andranno a sostenere. Un importante quota di spesa annuale saranno le tasse portuali, che negli ultimi anni sono aumentati in modo significativo e vanno da
1000 € in su secondo le dimensioni della barca ed il luogo di ormeggio (ndr).
In media, ci si può aspettare una spesa di circa 2000 € all'anno (ndr). Il motivo è il forte aumento della domanda (numero di barche) per posti disponibili nei porti turistici e contemporaneamente uno scarso aumento degli investimenti in questo settore.
Si può ricorrere alla soluzione di "parcheggiare" la barca d'inverno altrove, a volte lontano dal marina ma anche in questo caso ci si può aspettare una spesa che difficilmente è inferiore ai 500 € (ndr). In quest'ultimo caso si presenta la necessità del trasporto, che nel caso di grandi yacht a vela di oltre 3,5 t (auto + rimorchio + yacht) spesso richiedono i servizi di società di trasporto professionali. In quest'ultimo caso i costi minimi vanno da circa 1€ al chilometro (ndr).
A tutto ciò si aggiungono le spese di manutenzione e mantenimento, vedi l'antivegetativa, le piccole riparazioni e gli adeguamenti dei sistemi per la sicurezza.
In molti casi, la spesa di manutenzione e mantenimento supera anche la diminuzione del valore annuale della barca a vela. Dopo dieci anni il suo valore è circa il 50 per cento del prezzo iniziale. Ed è già meglio che per le auto. Statisticamente, si può supporre che il costo totale di acquisto (Yacht di 24 piedi) di una barca a vela va da 2000 a 4000 € all'anno secondo se lo si trasporta sotto casa o lo si tiene in un marina (ndr), ed il calcolo non è esagerato. Vedi articolo "Quanto costa mantenere un piccolo cabinato a vela" (ndr).

Affittare la barca, un modo per ridurre i costi

Un modo intelligente per ridurre i costi è quello di affittare la barca o comprala direttamente stipulando un contratto con società che si occupano totalmente della sua gestione, insomma la barca è tua ma la gestione no (ndr).
Un altro modo efficace può essere quello di mettere la pubblicità nelle vele 😵 (ndr), oppure farsi sponsorizzare nel corso delle regate.

Noleggiare la barca a vela con un servizio di charter

Negli ultimi hanno sono nati molti servizi di charter, nazionali ed esteri, che offrono la possibilità di noleggiare una barca senza la necessità di spendere una grande quantità di denaro. 
Gli ultimi 20 anni sono stati caratterizzati da un rapido sviluppo dei charter di barche a vela. Si potrebbe dire che è stata la crescita della domanda che ne ha favorito il successo dando nello stesso tempo fiato ai cantieri nazionali che ancora oggi possono contare sulle esportazioni. 
Queste aziende procurano centinaia di barche a vela all'anno ai naviganti di ogni nazionalità (ndr).
Partendo dal presupposto che si vogliano trascorrere in barca almeno due settimane, dobbiamo fare i conti con il costo di poche migliaia di Euro (ndr), a seconda delle dimensioni della barca e il periodo. I prezzi tra l varie società non cambiano molto se non per la differenza di età dello yacht e dei servizi forniti.  
Il costo per il noleggio di barche più grandi è superiore, ma ci sono più posti disponibili con cui ripartire la spesa. Pertanto, le grandi barche a vela vengono affittate più volentieri dai giovani, che siano studenti o coppie. 
Il cosiddetto "last minute" a costi inferiori è normalmente un mito che invece diventa valido maggiormente al di fuori dei periodi più frequentati . 
Gli yacht più piccoli vengono normalmente noleggiati dalla "famiglia equipaggio", di solito con i bambini. Per loro la motivazione è diversa. Una piccola barca a vela è più facile da condurre da una sola persona, mentre l'altro genitore è generalmente occupato a guardare i figli e a prendersi cura della loro sicurezza; quest'ultimo, in situazioni difficili, raramente sarà in grado di aiutare nella gestione dello yacht. 

Conclusioni

Facciamo il saldo dei costi, che vi aiuteranno a prendere una decisione - comprare o affittare? 
La variabile più importante è la quantità di tempo che si può trascorrere in barca. Confrontando i costi di gestione di uno yacht a vela privato con i costi del noleggio, possiamo concludere che l'acquisto di uno yacht è conveniente se lo si utilizza (ogni anno per 10 anni) almeno 6 - 8 settimane. 
Questo è il motivo per cui nella maggior parte dei casi gli yacht vengono acquistati prevalentemente da persone in età pensionabile o che si è ritirata. 
E' solo a questa età che le persone che desiderano navigare cominciano ad avere il tempo e il denaro per farlo per un discreto periodo di tempo all'anno e, di conseguenza, permettersi un utilizzo economico dello yacht di proprietà. 
Un altro modo possibile è quello di condividerlo con altre persone, la cosiddetta comproprietà (ndr) .
In tutti gli altri casi, siamo condannati al charter.
Il soggetto di un altro articolo è  stato quello riguardante l'acquisto di una barca usata . Ma questo è un caso speciale, in cui più del prezzo della barca conta la conoscenza dell'acquirente. 
Vale la pena ricordare l'assoluta necessità di prestare attenzione nell'acquisto di uno yacht di "seconda mano" perché i successivi costi di riparazione potrebbero essere superiori a quelli dell'acquisto di una barca nuova.

(maldestramente tradotto ed interpretato da me medesimo dalla rivista ZAGLE)

Nota: le frasi non in grassetto menzionate con (ndr) sono state inserite dall'autore rapportando i prezzi qui da noi per barche medio piccole, massimo 28 piedi (8-9 metri) di lunghezza.

Tariffe di locazione di Horcamyseria a Porto Venere, Cinque Terre


martedì 22 novembre 2016

Se l'accesso all'acqua è troppo complicato si frena lo sviluppo del diporto nautico?



Proprio oggi nella rivista francese online actunautique si lancia un sondaggio d'opinione molto scottante per tutti coloro che possiedono una barca carrellabile/ trasportabile, a vela e non, così posto:

"Tra i sistemi più semplici ed economici per navigare ci sarebbero le imbarcazioni trasportabili se non fosse per il fatto che l'accesso all'acqua sta diventando troppo complicato se non impossibile. Cosa ne pensate? Il dibattito è aperto!".

E qui si entra in un vero e proprio ginepraio perché le problematiche da affrontare sono diverse e sotto diversi punti di vista.

Carrellabile o trasportabile?
Il primo interrogativo riguarda la dimensione della barca e se la si può trasportare con un carrello o con un trolley, quindi se la si può varare da una struttura portuale o da una spiaggia.
In ambedue i casi le regole ci sono e devono essere rispettate.

Porto/ carrello
Il problema non dovrebbe essere del diportista ma del gestore della struttura portuale. Uno scivolo, come ho più volte asserito, fa parte del "marina" e come tale deve essere mantenuto e gestito. Anche se in cemento armato lo scivolo richiede una costante manutenzione, nonché una progettazione a monte che dovrebbe rispettare regole tecniche, di sicurezza e di buon senso. Questo significa che la pendenza dovrebbe essere accettabile per qualsiasi tipo di veicolo, così come l'orientamento, la posizione, l'accesso, la protezione dai frangenti, etc.
Premesso ciò vi renderete conto che il cosiddetto "scivolo libero" è quanto di più rischioso ed improbabile che possa esistere. Chi si può prendere la responsabilità di gestire, che sia un'amministrazione pubblica o un privato, una struttura/ servizio che potrebbe causare un danno agli utenti?
E con questo è detto tutto poiché fatte le dovute premesse la gestione di uno scivolo implica dei costi che, se volessero, si potrebbero in ogni caso accollare l'amministrazione pubblica o il gestore privato, altrimenti dovrebbero essere fatti pagare agli utenti, così come quando si utilizza la gru. 
E' ovvio che questi ultimi dovrebbero essere ragionevoli, infatti se così fosse molti più diportisti si potrebbero avvicinare a questo tipo di nautica portando maggiori vantaggi economici al gestore. L'equazione è semplice: meno spesa = più utenti = maggior profitto = meno problemi.
Purtroppo questo tipo di equazione non rientra nella mentalità tipica dello squalo nostrano che, come vale per gli scivoli vale anche per tutto ciò che riguarda i servizi che ruotano intorno alla nautica da diporto, affonda i suoi denti sul primo malcapitato cercando di trarre il maggior profitto non pensando che, a lungo andare, questo modo di fare scoraggia tutto il settore della nautica da diporto. 
In aggiunta, per coloro che dovessero utilizzare lo scivolo e parcheggio per lunghi periodi, potrebbero essere previsti degli abbonamenti. Con questo ultimo ragionamento ho introdotto anche il tema parcheggio che non può essere slegato dallo scivolo, infatti dove li lasci auto e carrello? In mezzo ad una strada? Tutto ciò forma una struttura di tutto rilievo a cui potrebbero essere aggiunti servizi igienici e di ristoro, aree verdi, pic-nic, aree di lavaggio, etc. In questo modo chiunque sarebbe ben contento di pagare un servizio di qualità efficiente ed in ogni caso molto più economico di quello previsto per un ormeggio in una "marina" tradizionale. Tutto questo è il cosiddetto porto "verde" o a "secco" di cui abbiamo parlato tante volte.

Spiaggia/ trolley
Dopo aver posseduto per lunghi anni una barca carrellabile, anche se a dir la verità l'ho trasportata molto poco, mi sono orientato verso una piccola barca cosiddetta "da spiaggia". Che la si trasporti sul tetto dell'auto o con il carrello poco importa, l'unica cosa che conta è che la si possa varare da spiaggia con un piccolo trolley.
Anche in questo caso, poiché le regole sono rigide, il problema non dovrebbe essere del diportista ma del gestore della spiaggia che si dovrebbe preoccupare di realizzare un corridoio apposito per lo scorrimento delle barche, una piccola area di sosta per le stesse a terra, ed infine un corridoio di lancio in mare per proteggere i bagnanti.
Capisco che tutti i cosiddetti "bagni" non possano prevedere tali strutture, sarebbe sufficiente da parte delle amministrazioni pubbliche pianificarne la presenza ogni tanti chilometri di costa in modo da soddisfare le esigenze del diportista piccolo piccolo, come oggi sono io.
Sinceramente sarei ben contento di pianificare il mio week end al mare in una struttura organizzata, pagando una cifra giornaliera che mi potesse garantire, spazi, efficienza, agio e sicurezza per le mie uscite in deriva (o gommone se lo avessi).
Quindi le stesse identiche considerazioni finali fatte al punto precedente valgono anche per i gestori delle spiagge, esattamente tali e quali.

Quindi rispondendo al quesito posto nella rivista francese potrei tranquillamente rispondere così:
"La problematica deve essere affrontata e pianificata dal punto di vista finanziario ed economico, oltre che sociale, da parte dei gestori e degli amministratori pubblici, credendo in un tipo di STRUTTURA PORTUALE/ SPIAGGIA efficiente ed alla portata di un vasto numero di utenti. Qualsiasi tipo di nautica si pratichi l'arte di arrangiarsi o l'esclusione, come è stato fatto finora, non è né accettabile, né proponibile, né responsabile. In questi termini le responsabilità sono tutte dalla parte dei gestori e degli amministratori pubblici, a volte inefficienti, a volte insensibili alla nautica popolare, quasi sempre incapaci".





domenica 20 novembre 2016


sabato 19 novembre 2016

Il coltello è ancora nell'acqua ma lo "squalo" è rimasto a terra

Il "REKIN" al tempo dei suoi antichi splendori, dalla rivista ZAGLE
La rivista polacca online ZAGLE, che tradotto significa VELA", ci ha ricordato l'amaro destino del REKIN, squalo in italiano, lo yacht che è stato protagonista con il nome d'arte Christine nel film "Il coltello nell'acqua" di Roman Polanski. Di questo bel film, a mio parere per molti aspetti "visionario", ne avevo parlato diversi anni fa in questo blog, tanto bello che solo "La Dolce Vita" di Fellini riusci a strappare al regista polacco, allora alle prime armi, l'Oscar. 
Il film non è più visibile su Youtube per ovvi motivi di Copyright ma molte interessanti immagini relative alla sua realizzazione le potete trova su questa FOTOTEKA.

Immagine tratta dal film Il coltello nell'acqua
Tornando al REKIN, purtroppo, questo si trova in stato di assoluto abbandono depositato in un hangar presso il porto turistico Giżycko Almaturu, nel loro sito potrete trovare diverse foto che ci mostrano la situazione in cui si trova.


Di questo magnifico yacht d'epoca in legno si sa che molto probabilmente fu costruito dal Cantiere Ogonki nel 1936, nei pressi di Węgorzewo, e che uno dei suoi armatori è stato Georg Tepper, appassionato di vela su ghiaccio. La leggenda narra che fosse appartenuto a Hermann Goering, anche se l'unica cosa certa su questo argomento è che il ben noto comandante del Luftwaffe ci avesse navigato assieme a Ruciango di Mikołajek. (informazioni tratte dal forum.mazury).
Ancora si sta cercando un benefattore che riporti questo yacht al suo antico splendore, prima che vada completamente in rovina.
Per quanto riguarda il coltello che, ironia della sorte, è rimasto in acqua assieme alla telecamera di un cineoperatore del film, si sa che era del tipo Fallmesser, di quelli appartenuti ai famigerati paracadutisti nazisti.

Il REKIN in una cartolina d'epoca, foto tratta dal Forum. Mazury


giovedì 17 novembre 2016

A proposito di REVERSO

Dalla FOTOGALLERY di REVERSO
Quando ho iniziato a gestire un blog, oramai sono passati più di 12 anni, mi ero posto come priorità quello di presentare ai lettori le novità che riguardassero una nautica semplice ed accessibile, facilmente gestibile, poco costosa ma allo stesso tempo innovativa, tutto ciò considerata l'esperienza di navigazione che avevo avuto fin da piccolo con mio padre.
Io credo che questa straordinaria soluzione proposta da REVERSO riassuma tutti i miei propositi, mostrarvi una barca con alte prestazioni veliche che può essere trasportata nel bagagliaio di un auto e mantenuta a COSTO ZERO. E' si, a costo zero perché poter mettere la barca nel bagagliaio in cinque minuti, montarla ed armarla in due minuti, quindi non spendere più di un quarto d'ora per tutte queste operazioni, significa che la si può utilizzare anche in una sola mezza giornata senza dover pagare alcun deposito, senza doversi appoggiare a circoli e strutture, nonché chiedere soccorso a nessuno.

Dalla FOTOGALLERY di REVERSO
Ma vi rendete conto? Di REVERSO ne avevo già parlato quindi non mi dilungo oltre, vi giro solamente le novità inviatemi dai suoi creatori:

Ciao Francesco, how are you doing ? 
Following our conversation on year ago, here are some brand new HD photos of Reverso, a video and a press release (french.. ) Hope you will appreciate and hopefully publish our latest developments! 
Best regards 

PHOTOS studio

VIDEO record : montage du bateau complet en 120 secondes et notre dernière vidéo de montage en 2 (!) minutes


Nel loro sito potrete trovare anche i PREZZI e moltissime altre informazioni. Controllate le dimensioni del vostro bagagliaio, quasi certamente c'entra!





mercoledì 16 novembre 2016

Toybot 320, il microcruiser in scatola di montaggio

Dal sito Toyboat
Toybot 320, un microcruiser per autocostruttori di soli tre metri e venti. Straordinariamente carino oltre che molto interessante visto e considerato che ti arriva a casa una scatola con tutti i pezzi pronti per l'assemblaggio. A questo punto non serve neanche il seghetto, bastano le viti e la colla!
E' proprio vero che con una barca del genere non è mai stato così conveniente possedere uno yacht.



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