lunedì 13 maggio 2019

A new trolley-bar


Ho costruito una nuova barra per trasportare la barca con la bicicletta copiando un sistema molto semplice già esistente nel mercato ed economico.


E' stato sufficiente prendere un tubo di alluminio di diametro adeguato, praticare due fori nel tubo leggermente disassati in modo che il reggisella possa essere infilato nella sua posizione naturale facendo rimanere il tubo in orizzontale, ed infine fissando un occhiello in fondo al tubo per permettere l'aggancio al trolley della barca.


Domani, tempo permettendo, si fa il collaudo con la barca sopra sperando che funzioni tutto bene.


Il giro a vuoto è stato più che soddisfacente.



martedì 7 maggio 2019

Experience the New Beneteau First 24!

FIRST24, dal sito Beneteau
Sperimenta nuovi modi di navigare senza sforzo combinati con i più alti livelli di sicurezza: lo scafo ampio e robusto offre una stabilità eccezionale, supportata dal peso sulla chiglia. 
Con un sistema a doppio timone, hai sempre il controllo e, come ulteriore garanzia di sicurezza, ci sono volumi insommergibili situati in cabina e nel pozzetto.
L'albero è a tenuta stagna e la copertura della cabina in neoprene mantengono la cabina asciutta.
Il trasporto facile su strada è una caratteristica fondamentale. Un sistema A-frame consente di alberare senza il bisogno di una gru e di vararlo da una rampa.
Lo scafo orientato alla prestazione consente una planata veloce anche in condizioni di vento leggero.
Progettato con un semplice piano di coperta e una forte stabilità dello scafo, il First 24 introduce un nuovo mondo di libertà, può imbarcare quattro persone.

Tutto questo è Beneteau FIRST 24



venerdì 3 maggio 2019

Archeologia della vela, una disciplina sufficientemente approfondita?

La nave di Kyrenia, dal sito Pianeta Euro
La Nave di Kyrenia è il relitto di una nave mercantile del IV secolo a.C. La barca solcò il mar Mediterraneo durante il periodo di Alessandro il Grande e i suoi successori. Affondò in acque aperte a meno di un miglio dal porto di Kyrenia. Il reperto rappresenta l'unica nave arrivata fino a noi dell'antica Grecia. La nave viene considerata ben conservata per circa il 75 %. È collocata all'interno del Museo del naufragio antico nel Castello di Kyrenia. (Fonte Wikipedia)
Di questa nave è stata fatta una ricostruzione, come si vede nella foto, ed è raffigurata sulle monete cipriote da 10, 20 e 50 centesimi di euro. Mi farebbe molto piacere averle.


Vi chiederete perché ho scelto proprio questa nave per affrontare un tema così complesso quale è quello dell'archeologia della vela, tema a mio parere non sufficientemente trattato a livello scientifico nonostante la grande tradizione iconografica che abbiamo a riguardo a meno di quello che ho trovato nel sito di Aldo e Corrado Cherini, un seppur piccolo trattato estremamente interessante ed istruttivo.
La risposta sta in un alcuni mosaici che ho osservato con molto interesse ad Ostia Antica ed uno in particolare nella mia gita a Ravenna, in particolare nella Basilica di Sant'Apollinare.

Foto tratta da quelle della nostra gita a Ravenna
Il particolare che mi aveva colpito erano i riquadri nella vela, riquadri che seppur poco coerenti con quanto andremo a discutere appaiono simili a quelli visti sia ad Ostia che, appunto, nella rappresentazione della nave di Kyrenia.


Il Parco Archeologico di Ostia Antica e i suoi mosaici sono un'autentica meraviglia che nessuno dovrebbe non aver mai visto almeno una volta nella sua vita e poiché Ostia era un antico porto di Roma lungo il Tevere quivi si trovavano le sedi commerciali degli armatori che rappresentavano le loro insegne con dei meravigliosi mosaici in tessere bianche e nere, mosaici oserei dire caratteristici e caratterizzanti tutta l'arte figurativa di Ostia Antica.


Ma esistono anche altre raffigurazioni di navi romane attraverso i mosaici come quelle di Rimini.

Le navi di Rimini, dal sito Chiamamicittà, informazione di Rimini e Provincia
Come potrete aver osservato nelle immagini la complessità della rappresentazione effettuata dagli artisti non può certamente esaurire e spiegare completamente la tecnica con cui venivano effettuate le manovre nelle navi fenicie e romane e solo una ricostruzione come quella che è stata effettuata sulla nave di Kyrenia può aiutarci, almeno in parte, a comprendere.

Nave assiro fenicia rappresentata dall'Associazione Navimodellisti Bolognesi

Nell'immagine tratta dal sito dei Navimodellisti Bolognesi si si può ben osservare come erano composte le manovre della vela e come poteva avvenire la loro riduzione, attraverso una composizione di funi che coprivano l'intera superficie della vela sia in senso verticale che orizzontale.

Ricostruzione della nave di Kyrenia, disegno ricalcato su fotografia, dal sito dei fratelli Cherini
Nel sito dei fratelli Cherini, si fa qualcosa di più, da un'immagine fotografica ci viene rappresentato come presumibilmente  la vela veniva ridotta e come venivano effettuate le manovre. I Cherini ci spiegano che la riduzione avveniva si per diminuire la superficie velica a causa della forza del vento ma anche per rendere possibili determinate andature.
Insomma, un problema estremamente complesso che non posso certamente esaurire in questo modesto post ma certamente interessante e da sviluppare, non solo per il suo grande fascino dal punto di vista storico e archeologico ma anche per capire qualcosa di più sulla fisica della vela e sulla sua storia.


Un altro argomento di estremo interesse è anche quello di come erano strutturate le vele di prua e di poppa che gli osservatori più attenti avranno notato nelle immagini che ho postato, ma questa è un'altra storia.





sabato 13 aprile 2019

"nonnino", il Catyak di Davide

La brochure del Catyak prodotto dalla Dayton Marine
Con vero piacere vi giro la mail di Davide che riguarda questo delizioso catamarano portatile, anche con la bici, e facilmente cartoppabile:

Ciao Francesco, 
in attesa di trovare il tempo per la modifica del Windglider in 'papi', ci tenevo a comunicarti che sabato andro' a ritirare quello che io chiamero' 'nonnino'. Un piccolo catamarano portatile dalle ridottissime dimensioni che nel tuo superlavoro di raccolta di esemplari non e' menzionato. 
Sì chiama Catyak ed e' un Kat molto old prodotto dalla Dayton Marine. 
Ti allego le foto della locandina originale e di quello da me acquistato per 90 euro in Germania.

Non ho potuto dire altro a Davide che il Catyak è veramente delizioso ed un pezzo di antiquariato nautico straordinario.


Bellissima immagine di un sailonbiker con il Catyak:

Immagine tratta da Thru-Hole
E si può caricare sul tetto dell'auto con facilità, fantastico!

Immagine tratta da Thru-Hole
Catyak, perché l'avete abbandonato? Ed infine "nonnino", il bel Catyak di Davide appena arrivato nella sua nuova casa sul tetto dell'auto dalla Germania.


Aggiungo qualche pubblicità d'epoca:

Catyak, the car-top catamaran


venerdì 5 aprile 2019

Una puntata al Circolo del Remo e della Vela di Montedoglio

Elena al Circolo del remo e della Vela di Montedoglio
Anche se con un po' di ritardo scrivo del Circolo del Remo e della Vela di Montedoglio, un bel circolino velico che circa un anno fa, dopo aver visto la meravigliosa Madonna di Donatello a Citerna, distante dal lago solo una ventina di chilometri, abbiamo esplorato con Elena.
Era un bel po' di tempo che desideravo vederlo e di sicuro ci tornerò per una serie di motivi. Il primo è che è rimasto l'unico circolo velico a "misura d'uomo", o meglio di velista, presente nelle nostre acque. Tariffe popolari (si parla di decine di euro), soci gentili e disponibili che hanno risposto alle nostre domande senza misurare quanto poteva essere capiente il mio portafogli. Perdonatemi ma oramai, pur rispettando tutti coloro che con la nautica ci lavorano, mandano avanti la famiglia, il PIL e pagano le tasse, so riconoscere chi questa attività la svolge solo per passione e chi invece ci lavora, ma le due cose sono differenti ed è giusto approcciarsi all'una o all'altra secondo le necessità. In certi casi la presenza di professionisti è indispensabile, in altri eccessiva e purtroppo qui da noi non si è lasciato alcuno spazio alla sola "passione", senza far intervenire troppo la presenza del denaro, quasi sempre obbligatoriamente senza lasciare possibilità di scelta. Insomma non si è riusciti a mediare quando invece quello di trovare il giusto mezzo è sempre la via migliore affinché chiunque possa accedere alla nautica, a prescindere dai soldi che possiede o che può spendere.

Barche alla boa sul lago di Montedoglio
Certo, qui i servizi sono limitati al minimo, non esistono veri e propri pontili, le barche o sono tirate in secca o vengono ormeggiate alla boa ma forse dovremmo chiedersi se il nostro modo di vivere questa meravigliosa passione che è la vela non si sia ridotto ad una eccessiva comodità. Ho notato solo la presenza di una piccola casetta, di un luogo di ristoro nonché di un ricovero all'aperto per le barche.


Mentre eravamo lì che guardavamo un gruppetto di soci del circolo stava alberando per il varo un piccolo cabinato che ho riconosciuto come uno dei primi modelli Jeanneau, poi prodotto da altri fabbricanti, molto carino ed ideale per questo luogo. Nella foto mi si vede lì sulla destra mentre parlo.


Come potete vedere nel sito del circolo ci sono dei piccoli cabinati e derive in vendita a prezzi modici e non vi nascondo che mi sarebbe davvero presa voglia di prenderne uno, chissà, vedremo. Ovviamente per varare una barca dal carrello c'è uno scivolo.


Una delle barche in vendita è un semi cabinato che se è quello nella foto, una volta rimesso, potrebbe essere davvero carino.


Nella foto l'ingresso al circolo con dietro il lago.


Ma uno dei motivi per cui mi piacerebbe tornare in questo circolo velico, situato nel cuore della Valtiberina, sono i magnifici luoghi che ci sono intorno: Anghiari, Sansepolcro, Città di Castello, Citerna, Monterchi, il Castello di Sorci con il fantasma di Baldaccio e ancora una gran quantità di bellezze quali pievi, castelli e conventi legate alla nostra storia medievale mantenute in gran parte nella loro originalità.

Nella foto io e Elena ad Anghiari

domenica 24 marzo 2019


martedì 19 marzo 2019

ARKEN Swim Trunks, una comoda alternativa al giubbotto di salvataggio

ARKEN Swim Trunks
Premesso che navigare senza indossare un dispositivo di galleggiamento è estremamente pericoloso, allora, secondo le condizioni in cui si naviga, bisogna trovare il salvagente più comodo ed adatto. 
Per esempio indossare con il bel tempo un giubbotto è così scomodo che si preferisce chiudere un occhio sulla sicurezza e non indossare nulla, spesso a rischio della vita.
ARKEN ha trovato la soluzione, il giusto compromesso tra comodità e sicurezza, nascondere il salvagente nel costume da bagno e se ci si trova in una condizione di pericolo basta tirare il cordino e il gioco è fatto.
Di seguito un video esplicativo sul funzionamento dell'indumento-dispositivo.


Veramente geniale ed interessante!
Ovviamente sono previste varie taglie, dalla Small alla Extra Large, nonché modelli e colori, i miei preferiti sono Arken Cairo e Arken Casablanca. Ulteriori informazioni e dettagli tecnici li potrete trovare sul sito ARKEN.

Dal sito ARKEN
Inutile suggerire che questa soluzione è ottima per gli stand-up paddle, le imbarcazioni a vela, a remi o motore che navigano lungo costa o per chi semplicemente vuol godersi una bella giornata in acqua senza sentirsi obbligato da uno scomodo salvagente.

Dal sito ARKEN


martedì 5 marzo 2019

Cartopping con due Beneteau First14 in Dalmazia

Due Beneteau First 14 sul tetto dell'auto, dal video Seascape
Che il cartopping sia già il presente e il futuro della piccola nautica è dimostrato da questo straordinario video girato nelle meravigliose acque dalmate. Si sta parlando, tra l'altro, di una bellissima ed importante deriva quale è la Beneteau Firs 14, già Seascape 14, a dislocamento leggero (67 kg) e di 14 piedi di lunghezza.
Null'altro da commentare se non video imperdibile.


domenica 17 febbraio 2019


mercoledì 13 febbraio 2019


sabato 9 febbraio 2019


giovedì 7 febbraio 2019


martedì 15 gennaio 2019


giovedì 27 dicembre 2018


mercoledì 12 dicembre 2018

O-Pro, una grande soluzione per gli Optimist



Volentieri vi giro questa fantastica innovazione segnalatami dall'amico Giacomo Volponi.

Poco più di un anno fa, Mattie Mason, quattro volte vincitore della Coppa America e figura ben nota nei circuiti di vela a livello professionale, in risposta ad una domanda del figlio William sul perché gli Optimist non avessero una prua, si è messo a lavorare sulla sua barca e, con assicelle di legno e colla alla mano, ha realizzato questa fantastica idea innovativa: un kit consistente in una prua aggiuntiva per l'Optimist e un nuovo armo velico. Questa idea, realizzata a livello industriale si chiama O-Pro.

O-Pro, dal sito Sail-World
Il suo costo in Nuova Zelanda, completo di tutto, dovrebbe aggirarsi intorno ai 1000 € ma rendetevi conto che questa innovazione permetterà a tutti i ragazzi che posseggono un Optimist, una volta cresciuti, di poter proseguire la propria carriera velica senza cambiamenti, in pratica cambiare "Classe" senza sostituire la barca. A mio parere è un'idea fantastica perché l'Optimist è una deriva eccezionale.
Come si vede dal video dimostrativo, la conversione si effettua in un minuto e mezzo e la barca aumenta la sua lunghezza di 450 mm (da 2,30 m. passa a 2.75 m), il peso da 35 kg a 38 kg e l'armo velico aumenta di 1,2 mq (da 3,25 a 4,45).
Come descritto nell'articolo scritto su Sail World si sta pensando di creare una Classe O-Pro a parte in cui le prestazioni veliche della deriva vengono consistentemente migliorate, nonché la possibilità di portare due bambini a bordo o un adulto.
Dimenticavo, una soluzione del genere è ottima anche per il "cartopping" per un solo adulto.

O-Pro, dal sito Sail-World

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