giovedì 31 dicembre 2009

IL "VADE MECUM" DEL PERFETTO NAVIGATORE


Trovata in un sito che è veramente un piccolo gioiello: Lungomarecastiglioncello

Ovverosia: Schidionata di proverbi raccolti dalla impavida bocca d'un vecchio lupo di mare, il quale nei suoi lunghi viaggi attraverso e intorno al mondo, scoprì in un'isola deserta del continente la vera e infallibile ricetta per fare il cacciucco alla livornese.

Con tutti i venti,
Il navigare è sempre da imprudenti.
Vento a ponente,
Chi salpa dalla riva se ne pente.
Il buon nocchier, con lo scirocco fresco,
Pensa a' suoi cari, e si trattiene al desco.
Quando soffia il maestrale,
Stare in porto non è male.
Nubi a levante,
Catene, ancore e boe son cose sante.
Se la brezza è di Nord-Este,
Sfuggi il mar come la peste.
Vento alla terra,
Chi sta in porto mai non erra.
Il buon nocchier quand'ode il mar che rugge
Monta in un treno e, senza indugio, fugge.
Se t'imbarchi col grecale,
Pescicani e funerale.
Pecorelle a mezzogiorno,
Partirai senza ritorno.
Se t'imbarchi col garbino,
È tremendo il tuo destino.
Il buon nocchiero, anche se il tempo è bello,
Non si fidi e s'agguanti al gavitello.
Il buon marino, quando il tempo è brutto,
Piuttosto che salpar, risica tutto.
Vento fresco di Provenza.
Navigar non è prudenza.
Guarda il mare e, s'è maretta.
Resta in terra con gran fretta.
Aria rossa la mattina,
Non salpar, torna in cantina.
Aria rossa sul tramonto,
Navigar non mette conto.
Messi a scelta l'acqua e il vino,
Scansa l'acqua il buon marino.
Quando è pronto il tuo veliero,
Non salpar, muta pensiero.
Bonaccia, la mattina, alla riviera,
La partenza rimandala a stasera.
Bonaccia, sulla sera, alla marina
Non t'imbarcare, aspetta a domattina.
Il buon nocchiero, anche coi venti aprichi,
Pensa alla pancia e se la serba ai fichi.
Ne di Venere ne di Marte,
Non s'imbarca ne si parte.
Se a libeccio gira il vento,
Fuggi il mare con spavento.
L'esperienza ce la da per certa:
Uomo in battello, sepoltura aperta.
Quando il sole è solicello,
Non montare sul battello.
Non gettare in mar la lancia
Se nel cuore hai la tua pancia.
Se a ponente vedi un lampo,
È naufragio senza scampo.
Pecorelle all'orizzonte,
Vai sul molo e...dietro fronte!
Se vuoi esser buon nocchiere,
Volgi al mar sempre il sedere.

di Neri Tanfucio

sabato 14 novembre 2009

Thalassokràtores


"Il Dio del Sole", esposto a Cortona dai tesori dell'Ermitage presa da "Il Sole24ore"

Nonostante che i sogni siano tanti non so se riuscirò mai a navigare luoghi diversi dal mio Trasimeno e della vicina "Costa Etrusca", e parlo di una costa meravigliosa che comprende l'Arcipelago Toscano, l'Argentario, il Parco Naturale della Maremma e via dicendo lungo tutta la costa della Toscana fino al Lazio. Quando ripenso a queste meraviglie naturali, ma non solo, anche artistiche e storiche faccio sempre le stesse considerazioni, in fondo mi posso accontentare, sono già tanto fortunato ad essere nato qui ed aver avuto la possibilità fin da piccolo di vivere in questi luoghi. E poi ci sono ancora paesi e coste stupendi da vedere e da scoprire.

Qualche mese fa a Cortona, al MAEC, hanno esposto alcuni reperti provenienti dal Museo dell'Ermitage ed uno in particolare mi ha colpito, una rappresentazione del Dio del Sole, e la memoria è tornata agli studi liceali sugli etruschi, questa comunità misteriosa e poco conosciuta. Sono andato a ricercare qualche informazione che andasse oltre i vaghi ricordi che me lo rappresentavano come un popolo mite, dedito principalmente all'agricoltura e al culto della morte. Ed invece su Archeosub ho trovato, tra le altre, questa frase:

Dionigi d'Alicarnasso decanta comunque l'esperienza marinara e la grande potenza navale dei rasenna e li definisce thalassokràtores ovvero «dominatori del mare» (Ant. Rom. I, 11). Tale talassocrazia, nella tradizione storica greca, era fatta risalire ad epoca remotissima, sino a confondersi con il mito, come testimonia l'episodio appunto mitico del dio del vino Dioniso, rapito da insolenti «pirati» etruschi che finiscono, però, per essere trasformati in delfini (Inno omerico «a Dioniso»).

Nave etrusca, da scientia antiquitatis
... gli Etruschi, un poplo di terricoli che dominarono i mari! E' stata un pò una sorpresa, anche se tutti sappiamo che si sono insediati nelle nostra terre proveniendo dal mare, forse dall'Africa o dai lontani paesi dell'Asia che si affacciavano nel Mediterraneo. E d'altro canto tanti sono i luoghi presenti nella nostra costa che ce li ricordano, e basta citarne alcuni come Vada, Populonia, Portoferraio, Talamone e via dicendo, tutti luoghi che ho visitato, e forse solo ora mi rendo conto senza la necessaria attenzione.

giovedì 12 novembre 2009

Mini cruiser


Mini cruiser, così li chiamo, diciamo che sono i piccoli cabinati di peso contenuto, di facile trasportabilità ed ottimi per le uscite giornaliere senza grandi pretese crocieristiche, quindi hanno caratteristiche di poco superiori a quelle di una deriva ma che possono garantire una maggiore sicurezza e comodità durante brevi navigazioni lungo costa anche di alcune miglia. Li ho selezionati tra quelli che hanno un peso massimo di 450 kg. Ovviamente hanno anche il pregio che si armano con una certa facilità ed alcuni si manovrano con molta semplicità. Diciamo la verità, ho cercato parecchio ma ne ho trovati veramente pochi. Per non annoiarvi troppo cito alcuni di quelli attualmente in produzione e di facile reperibilità in Europa, degli altri ne riparleremo nei prossimi articoli. Personalmente ritengo che sia sempre più conveniente orientarsi verso le piccole barche a vela di questo tipo perché riescono comunque a dare grandi soddisfazioni con un minimo investimento e costi di manutenzione e mantenimento a livello di una deriva. Il loro prezzo di acquisto del nuovo non supera di solito i 20000 Euro tutto compreso. Normalmente ci si può dormire in due, come in una tendina, si possono trasportare con una FIAT 500, l'albero si tira su senza fatica e sono sufficienti 2CV per andare a motore. Ovvimente sono ottimi quando si è costretti a veleggiare da soli senza equipaggio, o con la sola moglie - zavorra a bordo, ma certamente entro qualche miglio dalla costa e in condizioni meteo marine discrete, le stesse in cui si naviga anche con le derive.
L'immagine in testa è "Dodo", un progetto per autocostruttori di Flavio Faloci tratto da: duckworksmagazine.com

West Wight Potter, Potter 15: West Wight Potter
Lunghezza: 4,57 m, Larghezza: 1,60 m, Pescaggio, 0,21 - 0,90 m, Peso: 217 kg, Sup. Velica: 11 mq, praticità d'oltreoceano!



Wieker Boot, Kajut Ruegenjolle: Wiekerboote
Lunghezza: 5,10 m, Larghezza: 2,06 m, Pescaggio: 0,18 - 1,18 m, Peso: 330 kg, Sup. velica: 14,20 mq, bella, semplice e tedesca come una Volkswagen.



Cadei, Limit TCI: Cadei
Lunghezza: 4,98 m, Larghezza: 2,20 m, Peso: 300 kg, deriva mobile a scomparsa, Sup. velica: 14 mq., italian style anni ottanta!



Paiardi, Erre 18: Paiardi
Lunghezza: 5,50 m, Larghezza: 2,10 m, Peso: 350 kg, Pescaggio max: 1,30 m, Sup. Velica: 17 mq., un classico!



Astus Boats, Astus 20.2: Astus Boats
Lunghezza: 5,95 m, Larghezza: 2,40 - 4,25, Peso: 350 kg, Pescaggio: 0,25 - 1,25 m, Sup. Velica: 20 mq, Tres interessant!



Centro Nautico Calasetta, Winning Cat: Centro Nautico Calasetta
Lunghezza: 6,36 m, Larghezza: 2,42 m, Pescaggio: 0,16 - 1,32 m, Peso: 380 kg, Sup. velica: 19 mq, progetto Farr!



FTmarines, Globe 530: FTMarines
Lunghzza: 5,34 m, Larghezza: 2,08 m, Peso: 380 kg, Sup. velica: 17,40 mq, deriva mobile a scomparsa, water ballast ad acqua di 120 kg che vanno sottratti al peso totale, veramente non male per la trasportabilità!



Swallow Boats, Bay Cruiser 20: Swallow Boats
Length: 20ft 3ins (6.17m) Beam: 7ft 6ins (2.3m) All up weight: 990 lbs (450kg). Weight of water ballast tanks: 880lbs (400kg), very English!


Fabola Campus 6.6.: Fabola Campus
Lunghezza fuori tutto: 6.60 m ; Lunghezza al gallegghiamento: 6.20 m ; Larghezza: 2.30 m ; Peso: 455 + 150 di water ballast ; Sup. velica: 14 - 17 mq ; Cuccette: 4, Bellissima e molto carrellabile!


venerdì 6 novembre 2009

Trekking nautico all'Argentario


Visualizza Argentario in una mappa di dimensioni maggiori

Apri la mappa interattiva e naviga con tutto quel che c'è da sapere: ormeggi, parcheggi, baiette e quant'altro di utile per il trekking nautico in uno dei luoghi più affascinanti della Costa Etrusca.


martedì 6 ottobre 2009

Velista della domenica


Io sono proprio uno di quelli. Si e no conosco le precedenze e appena le leggere brezze pomeridiane cominciano a farsi "preoccupanti" tiro giù ogni cosa e me ne ritorno a casa. Delle crociere per il Mediterraneo poi non se parla più da anni in casa mia, il sogno si è infranto oltre le battagliole dalle quali mia moglie e mia figlia si sporgevano non appena il mare diventava un tantino formato mandando ai pesci il seppur misero pasto della giornata, ah queste donne!

Terraferma Sailors, poco inclini alla vera navigazione eppur attratti e affascinati da quei rari momenti in cui ti senti, nel silenzio, portare dal vento.

Ma non era di questo che volevo parlare. L'altro ieri un commentatore del TG1 al Salone di Genova ha tirato fuori la frase fatidica: oggi va il "day sailing!" e mi sono improvvisamente risvegliato dal tipico torpore con cui sono abituato a guardare di queste cose. Che stia cambiando qualcosa? A vedere le novità sul sito del Salone sembra di no, ma la cosa mi ha incuriosito e sono andato a vedere in qua e là i commenti di chi al Salone c'è stato. Ebbene mi ha colpito l'articoletto che un amico velista ha fatto in un noto blog di vela in cui dichiarava che aveva deciso di rinunciare al mitico "firstino" per una bella deriva, con la quale già sognava di solcare mari e laghi in ogni dove. Troppo complicato armare, disarmare, troppo costoso avere il fuoristrada, troppo impegnativo fissare gru e relativi ometti, insomma troppo tutto. Eppure il "firstino" è uno delle più belle barche carrellabili.

Io stesso, pur essendo il mio Viko una barca molto "facile", mi rendo conto che quando i miei figli vorranno andare per i fatti loro sarà problematico gestirlo da solo con mia moglie. Certo per un altro anno o due potrò stare tranquillo, ma poi dovrò ripensare a qualcosa di più piccolo e facilmente gestibile. Escluderei la deriva perché alla fine sarei costretto ad andare da solo, una cabina seppur piccola è troppo comoda. Ebbene ti metti alla ricerca e ti accorgi che di barche possibili si contano in una mano. Alcune le ho citate nell'articoletto precedente ma mi ha stupito il fatto che non ce n'è veramente una che racchiuda tutte le caratteristiche di trasportabilità, estetica e facilità di utilizzo che vorrei: mi piace l'armo velico del winning cat ma ritengo un pò scomoda la barca, ammiro la semplicità del Ruegenjolle ma penso che l'estetica un pò datata, non sarebbe male l'R18 ... ma quella cabina cosi "appruata", insomma ancora non ce n'è nessuna che mi appassioni.

Possibile che nessun progettista e nessun cantiere ci possa fare questo regalo, una barca semplice, leggera, facile da armare da una persona, con una piccola cabina con un unico letto matrimoniale dove riporre le poche cose utili alla giornata e le proprie membra dopo i pasti, moderna nella linea e alla fine, ovviamente, non troppo costosa. Insomma sui 5 metri di lunghezza, due di larghezza, 300 kg di peso, per 4 persone e due posti letto, dodici metri quadri di vela e che costi al massimo, motore incluso, 15000 Euro. Chiedo troppo?

giovedì 10 settembre 2009


martedì 8 settembre 2009

Perché comprare una barca


"Perché comprare una barca", questo è la frase che più di tutte mi ha stupito nel report giornaliero sui motori di ricerca di Google Analytics. Ho visto di tutto, dalla ricerca di feste per single alle pizzate con amici, certamente le più ricercate sono le carte nautiche gratis e a seguire le barche a vela carrellabili, l'autocostruzione ed infine un elenco sterminato di nomi di barche a vela. Ma proprio "perché comprare una barca!??". Semmai io mi chiederei "perché non comprare una barca". Sembrerebbero così ovvii i motivi per cui uno dovrebbe comprare una barca che semmai ci sarebbe da chiedersi perché non la dovrei acquistare vista e considerata la situazione della nautica in Italia. Eppure pensandoci bene la domanda ha un senso, eccome! Perché dovrei comprare una barca visto che la maggioranza sono abbandonate ed inutilizzate nei porti per gran parte dell'anno, perché dovrei comprare una barca visto quanto costa, visto quanto è impegnativo mantenerla ed ormeggiarla, visto quanto può essere disagevole e pericoloso andar per mare, visto quanti pensieri e preoccupazioni ci da quando siamo a terra ed in acqua. Potrei continuare all'infinito, certamente l'unico motivo valido che rimane è la passione per il mare e per la vela, ma in fondo si potrebbero tranquillamente affittare le barche, oppure andare semplicemente in un windsurf o in un laserino per provare le stesse identiche soddisfazioni che ogni giorno siamo qui a decantare. Non c'è un motivo valido o vero per comprare una barca, questo dubbio mi assale, forse in fondo è l'espressione della mia vanità, o il senso del possesso che mi pervade in ogni cosa che desidero. Perché ho comprato una barca?? Non so!

sabato 1 agosto 2009

Living Lakes, un piano d'azione e ... la nostra proposta


Adattamento ai cambiamenti del clima, tutela delle biodiversità e sviluppo sostenibile i principali obiettivi
(Cittadino e Provincia) - Perugia, 7 gennaio '09 - Adattamento al cambiamento climatico, protezione e aumento della biodiversità, uso sostenibile delle risorse naturali nelle aree lacuali. Lungo queste tre direttrici si muoveranno le azioni di Living Lakes Italia nei prossimi tre anni. A indicare gli obiettivi di fondo di quello che dovrà essere il Piano di azione della rete italiana dei laghi nel prossimo futuro sono stati i membri del tavolo tecnico (Provincia di Perugia, Legambiente, Uisp e Comunità Montana) che, nel mese di dicembre, si sono incontrati con la presidente di Living Lakes internazionale Marion Hammerl. E proprio da lei è giunto l'invito a mettere a punto rapidamente un Piano d'azione tutto italiano nel quale siano inseriti i principali problemi dei partner, gli obiettivi e le misure concrete da realizzare per ciascun lago aderente alla rete per i prossimi tre anni. "Inoltre - secondo quanto riferisce il coordinatore italiano Fiorello Primi - nel Piano dovranno essere definite le responsabilità nel portare avanti le misure individuate, così come gli indicatori significativi per monitorare il risultato e l'impatto delle misure intraprese". Rispetto agli obiettivi e alle misure da perseguire, le idee dei partner sono chiare. Sulla base infatti dell'esperienza di Living Lakes in merito a piani di gestione e d'azione sviluppati e implementati in altre aree lacuali, il Piano d'Azione di "Living Lakes Italia" dovrà contenere concreti obiettivi nei seguenti campi d'azione: protezione del clima e adattamento al cambiamento climatico (es. energie rinnovabili, compensazione di CO2, gestione delle acque e della siccità), protezione e aumento della biodiversità (es. recupero di spiagge lacuali e parti poco profonde del lago, qualità dell'acqua, recupero di habitat legati all'acqua), sviluppo sostenibile di aree lacuali e uso sostenibile delle risorse naturali (es. sport acquatici sostenibili, turismo, agricoltura). Trasversali a ciascun campo di attività saranno poi la gestione dei laghi e l'educazione ambientale. In questo quadro generale, i responsabili dei laghi aderenti all'organizzazione sono invitati a identificare le proprie priorità ed a formulare proposte concrete da inserire all'interno del Piano. Analogamente Legambiente sta lavorando alla elaborazione di proposte di progetti concreti nel campo dell'educazione ambientale da estendere progressivamente a tutti i 10 laghi italiani. Anche l'esperienza della Goletta dei laghi potrà essere riprodotta presso i bacini lacustri associati a Living Lakes. Dal canto suo la Uisp nazionale è stata invitata a formulare una proposta di attività sportive ecosostenibili per tutti i laghi, lavorando in stretta collaborazione con Legambiente. Il Piano di azione del network italiano sarà presentato al World Water Forum di Istanbul nel prossimo mese di marzo. "Il lago Trasimeno - sono le parole di Primi - per le sue esperienze e attività già consolidate soprattutto sul fronte dell'educazione ambientale, può rappresentare un valido campo di prova e una sorta di laboratorio da esportare in altre realtà lacustri".

La nostra proposta rinnovata:
Finalità del progetto "Porti Verdi": proporre al Living Lakes, alle Regioni e alle Provincie la realizzazione di una rete di porti a basso impatto ambientale per medie e piccole imbarcazioni munite di carrello. Questa rete potrà essere estesa, nel futuro, alle aree marine protette.
Scopo del progetto:
a) ridurre l'impatto ambientale dei "marina";
b) aumentare la disponibilità portuale per la piccola nautica favorendo l'utilizzo "alternativo" del Porto Verde;
c) promuovere e sviluppare anche in Italia, già molto diffuso nei paesi anglosassoni, il turismo nautico del natante carrellabile, itinerante, ecologico e sociale.
Localizzazione: privilegiare aree destinata alla riqualificazione ambientale, paesaggistica e turistica entro un chilometro dalla costa.
Generalità del progetto: i "Porti verdi" dovranno essere costituiti da un ampio parcheggio per auto e relativo carrello della capienza di circa 150 posti, strada di collegamento dal parcheggio alla spiaggia/ costa, scivolo a quattro corsie sul lago/ mare dotato arganetto, piccola diga foranea di protezione dai frangenti, campo boe della capienza di 25 posti.
Il parcheggio: Il parcheggio, posizionato a circa 500 - 1000 m dalla spiaggia/ costa verrà inserito in un contesto paesaggistico e naturale costituito da prati e piante ad alto fusto. Il parcheggio sarà adeguatamente protetto , dotato di servizi igienici, area ristoro e pic-nic e parco giochi per bambini.
Fabbricati e pavimentazioni dovranno rispettare i canoni della bioedilizia in quanto "ecologicamente orientati" evitando, per esempio, l'uso dell'asfalto ma idonee pavimentazioni "a prato" oppure tecnologie costruttive bioedili ed impianti a basso dispendio energetico.
Collegamento al lago/ mare: strada asfaltata a doppia corsia che collega il parcheggio fino alla spiaggia/ costa, dove questa si interrompe.
Passaggio sulla spiaggia: il collegamento dalla strada agli scivoli dovrà garantire il minimo impatto visivo, quindi costituito da materiali che siano compatibili con il colore tipico della sabbia/ costa.
Scivoli: Scivolo a quattro corsie, munito di eventuale arganetto mobile, pendenza naturale 10-12%. Gli scivoli saranno mobili, e quindi asportabili durante la stagione invernale.
Diga foranea: piccola diga foranea di protezione dai frangenti di lunghezza adeguata e posta da una distanza tale da garantire la sicurezza dei natanti in entrata e in uscita.
Campo boe: costituito da 25 posti per circa la metà protetti dalla diga.
Uso: i "Porti verdi" hanno come priorità l'uso "sociale" e lo sviluppo della nautica minore, pertanto il loro utilizzo non deve essere destinato agli "stanziali", che già sono privilegiati nell'utilizzo dei porti marini, ma per il turista che si muove. Gestione e costi dovranno essere del tutto paragonabili a quelli di un'area di sosta camper/ parcheggio.

La presente proposta è stata inviata a:
- Living Lakes
- Provincia di Perugia
- Presidente Regione Sardegna Renato Soru
- ex Ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio
- Circuito Piccola Nautica


lunedì 9 marzo 2009

Cambiare barca



Mi è capitato quasi per caso, neanche tanto perché sono stato incauto nell'acquisto, anzi le barche erano ottime, forse è stato solo per quell'immancabile senso di insicurezza che pervade la mia vita, comunque è andata così, e nell'arco di due mesi, una volta deciso, le ho rivendute. Non ci ho guadagnato, non sono un commerciante, ma con quelle barche ci abbiamo fatto delle belle vacanze, diversi mesi di utilizzo all'anno spendendo, inclusi compravendita, trasporti tra mare e lago, l'ormeggio, la manutenzione e tutte le spese fino all'ultima goccia di benzina poco più di 2000 Euro all'anno. Se le avessi affittate ci avrei fatto si e no qualche settimana. Mia moglie che negli anni passati è sempre stata piuttosto critica nei miei acquisti, in special modo per le auto, quando si parla delle barche esordisce: "Zitto, almeno quelle ce le siamo godute tutte!". Non da poco l'aspetto che i figli sono sempre venuti con noi volentieri,... almeno finora.
Tutt'oggi tengo una rigorosa contabilità su quello che costa la mia barca cercando di ottenere i maggiori vantaggi con la minima spesa. Penso che se tutti facessero come me eviterebbero di chiedere cifre assurde nella vendita delle loro barche evitando di occupare spazi negli annunci. Infatti, questa meticolosità mi ha aiutato a rivenderle subito, un metodo che non prevede analisi di mercato, verifica sui listini, controllo delle quotazioni, ma solamente una "svalutazione" in base ai costi annui sostenuti. Certamente il metodo non è applicabile sempre, ci vogliono delle condizioni preliminari:
1) i costi annui di manutenzione e mantenimento devono essere inferiori al 10% del valore della barca;
2) la barca deve essere di qualità, o perlomeno deve avere delle caratteristiche tecniche che "interessano" determinate fasce di potenziali acquirenti;
3) la barca non deve essere troppo vecchia, e se lo è, deve essere tenuta in maniera esemplare e questo significa averla acquistata già in condizioni ottime;
4) a parte la normale manutenzione, non bisogna spendere troppo denaro in strumentazioni, attrezzature e ammennicoli vari: quelli non te li ripaga nessuno.
Premesso ciò, se la barca viene mantenuta nelle sue condizioni "originali" e rivenduta ad un prezzo ragionevolmente inferiore a quello di acquisto si rivende subito, e quel "ragionevolmente" significa accettare di rivenderla al prezzo di acquisto meno il "valore goduto" che equivale alla sua "svalutazione" reale.
Le mie scelte si sono orientate fin da subito sulle "carrellabili" o barche inferiori agli otto metri. La prima era un grande carrellabile, su questa abbiamo imparato, ma allora avevamo il fuoristrada e incoscientemente l'abbiamo trasportata senza rendersi conto che eravamo fuori delle 3,5 tonnellate. Incidentato il fuoristrada, e io non potendo prendere la BE per motivi di vista, abbiamo rivenduto sia fuoristrada che barca orientandoci verso una più grande per vivere un po' di mare. Per me il mare è stata un'esperienza bellissima, ma non per tutti in famiglia. Mia figlia ha sofferto molto e ancora oggi quando si parla di tornare al mare con la barca storce la bocca, non ne vuol sapere, contrariamente al lago che vive in assoluta tranquillità e remissione. Ma non è stato questo il motivo per cui l'ho rivenduta: una barca di 24 piedi del valore di circa 16000 Euro mi sarebbe costata per manutenzione e mantenimento circa 3000 Euro annue, troppo per noi e troppo per l'utilizzo che ne potevamo fare. Fatti tutti i conti, presa la decisione, stabilita una cifra e rivenderla è stato tutt'uno. Mi sono divertito e non me ne sono pentito e sono molto contento di non aver speso molti più soldi, quando me lo potevo permettere, in una barca più grande.
Oggi sono molto soddisfatto del mio attuale barchino di cinque metri e mezzo, ci faccio esattamente le cose che ci facevo prima e, per certi aspetti, forse in futuro ci potrò fare di più. Non ho intenzione di cambiarla, ma se lo farò sarà solo per una barca più piccola, più gestibile da me e mia moglie quando saremo costretti ad andarcene da soli, ma speriamo che passi ancora qualche anno.


sabato 7 marzo 2009

Laghi per vivere, laghi per la vita


Questo è lo slogan di un convegno internazionale che si terrà presso il Cumbria Lake District in Inghilterra nel mese di maggio. Una scelta non casuale che fa sua in quattro parole tutta la filosofia del Living Lakes e di cui abbiamo già parlato in più occasioni. L'opinione pubblica è sempre più consapevole che il lago è uno dei sistemi ambientali più delicati sul quale ruota attorno tutta la qualità della vita umana. In ogni parte del mondo, ovunque si vada, il lago è considerato come qualcosa da proteggere e allo stesso tempo è diventato il simbolo di un modo di vivere più attento verso l'uomo e il suo ambiente: è il doveroso rispetto verso la natura in ogni sua forma che impongono le regole utili per la sua sopravvivenza.
Onestamente abbiamo provato in tutti i modi a far sentire anche la nostra voce, aderendo alle iniziative di Italia Nostra contro la cementificazione selvaggia nei grandi laghi del nord, oppure a ventilare l'ipotesi dell'utilizzo di imbarcazioni a vela, a remi o con motori elettrici in tutti i laghi, e infine proponendo la "rete dei porti verdi" come luogo ideale dove far sostare le barche con un basso impatto ambientale. Ringrazio e cito gli Assessori Lupi della Regione Toscana e Pierini del Comune di Follonica, sui quali rimettiamo tutte le nostre speranze, ma non c'è stato un grande riscontro da parte dei politici che, purtroppo, non sono molto abituati ad ascoltare la gente, struggente incapacità che puntualmente si materializza nell'assenza di una seppur modesta risposta. Ma non importa. Ciascuno di noi è chiamato, anche nel suo piccolo, a partecipare a questo meraviglioso progetto che si sta sviluppando quasi per necessità e a seguirne seppur gradualmente la scia attuando le sue scelte in modo autonomo e consapevole. Immagino qualche "proposta" e ne cito solo alcune:
1) premesso che il lago è un bene prezioso da conservare e valorizzare, il principale aspetto da tenere presente è quello di modificare totalmente il nostro reciproco rapporto: si passa dallo sfruttamento turistico al puro "godimento", quasi fosse un'opera d'arte. Lo si osserva, lo si vive, lo si ammira, ma con la dovuta distanza e il dovuto rispetto;
2) quanto espresso al punto precedente impone necessariamente la riduzione dell'uso dei motori a scoppio, del cemento, dell'inquinamento, dello smog;
3) cambiamo le nostre barche prendendole più piccole, e sostituiamo i motori a benzina con motori elettrici, ma soprattutto andiamo a vela o a remi. In Germania, come lo è stato con i pannelli solari, sono molto più avanti di noi in questo campo, informiamoci e adeguiamoci;
4) non buttiamo niente nel lago, non utilizziamo antivegetative inquinanti, non facciamo rumore;
5) quando non usciamo, teniamo le nostre barche a terra ed utilizziamo gli scivoli, quelli ben fatti se ci sono, o perlomeno privilegiamo strutture portuali che sono state realizzate con il più grande rispetto per l'ambiente: pontili galleggianti e strutture di supporto ridotte al minimo e tanti alberi e prati al posto del cemento e delle banchine. Ritengo che il porticciolo di Castiglion del Lago sia un valido esempio;
6) frequentiamo i laghi, ci si vive bene, amiamo la loro natura, la flora, la fauna, ma anche la loro storia, le opere d'arte che ci sono intorno e che hanno ispirato artisti, architetti, scultori. Promuoviamone il valore e la qualità della vita in modo che diventino luoghi privilegiati dove vivere o passare il tempo libero.
Da queste considerazioni prende forma l'idea che tutti i laghi del centro Italia, e cito solo i più importanti quali, Trasimeno, Bolsena, Bracciano, Vico, Piediluco, Montedoglio, ecc. potrebbero far parte anch'essi di un "distretto dei laghi" nei quali le amministrazioni hanno fatto una ed una sola scelta importante: mettiamo avanti il valore della natura e del suo rispetto, tutto il resto viene da sé.


mercoledì 4 febbraio 2009

Solitudo



Chi non conosce il sito di Franco Bechini "Solitudo" , luogo di riferimento per tutti coloro che sono alla ricerca di un modo diverso vivere la nautica nel rispetto di se stessi, del mare e dell'ambiente. Ma non voglio entrare in questi argomenti, se n'è già parlato parecchio e ancora se ne parlerà, piuttosto mi voglio soffermare sul termine solitudo che dal latino significa "solitudine", e quindi sul titolo che l'autore ha voluto dare al suo spazio pubblico ricercandone, con il dovuto rispetto, le origini, le motivazioni, oppure ancora meglio quel legame silenzioso che unisce almeno una parte di noi velisti.
Ugo Foscolo nelle Ultime lettere di Jacopo Ortis scriveva: " ....il cuore nella solitudine e nella pace va a poco a poco obliando i suoi affanni; perché la pace e la libertà si compiacciono della semplice e solitaria natura...". E ancora non voglio dare un significato letterario a questa frase quanto esprimere il sentimento che mi ispira nel riportare la mia mente a vette imponenti che mi sovrastano o al vento che trascina la barca in un meraviglioso silenzio. Ed è proprio questo sentimento che mi lega al senso della solitudine, alla ricerca di momenti unici ed irripetibili da soli, o con le sole persone veramente amate, un sentimento che non solo mi fa sentire in pace, libero dalle tensioni e dagli affanni del mondo, ma che mi fa riscoprire tutte le volte il significato vero della mia umanità: essere semplice, solitario, essere umano. Concludo affermando che non sono un filosofo e neanche nella condizione di addentrarmi nei meandri di un pensiero che giustifichi queste sensazioni ma la vela e la montagna sono per me i luoghi privilegiati della mia solitudine, via da volti noti ed ignoti, via dal chiasso e dal rumore, via dai ricchi e dai poveri, via dagli uomini di successo e dai falliti, ma solo dentro me stesso ed è qui che riesco a ritrovare il senso della mia esistenza. Penso che sia questo che mi lega ad alcuni di voi e a Franco Bechini.

domenica 4 gennaio 2009

Aria di tempesta



Tutti i bravi marinai sanno cosa fare quando tira "aria di tempesta". Per prima cosa bisogna accorgersi che sta arrivando, percepirne il pericolo. Si sente nell'aria, poi si scruta l'orizzonte, si studiano le nuvole, i venti e le correnti, si tengono sotto controllo gli strumenti, il VHF, il barometro, il termometro, il segnavento. Alla fine si prendono le decisioni dopo aver adeguatamente informato e preparato l'equipaggio: si modifica o si mantiene la rotta, si controllano le attrezzature di coperta, si predispongono tutti i sistemi di sicurezza, si preparano le vele, ci si assicura alla barca .... che non vorremmo mai abbandonare. Alla fine si attende il suo arrivo, pronti, consapevoli che sarà dura, ma che abbiamo fatto tutto quello che era possibile fare. Il timore, la paura reverenziale verso i fenomeni della natura da noi tanto amata ci attanagliano il cuore e la mente, non tanto per noi stessi, ma per il nostro equipaggio, i nostri figli.
E' proprio di ieri la notizia che non avremmo mai voluto sentire. Il proprietario di un noto cantiere di La Rochelle si è suicidato. Non ne riporto il nome per rispetto. Ha lasciato scritto solo un breve messaggio nel quale chiede perdono, non aveva più i soldi per pagare i suoi 120 operai. In Francia c'è stata una mobilitazione tra tutti gli amanti del mare che stanno donando un Euro per tutte quelle famiglie che non hanno più uno stipendio su cui contare, allevare e mantenere i propri figli. Ma questa non è la prima e unica brutta notizia, anche se forse la peggiore. E' di questo mese la comunicazione della liquidazione del cantiere che costruiva le mitiche Cornish Crabber. E non si parli poi dell'amministrazione controllata della Dehler, fiore all'occhiello dell'industria nautica tedesca. C'è un grande sofferenza in tutto il mondo, milioni di famiglie stanno per solcare, per la prima volta, la soglia della povertà.
Eppure fino a soli sei mesi fa si mantenevano gli interessi bancari come se nulla fosse, il petrolio era alle stelle e si continuava a dire che l'economia era solida. Manager, presidenti e direttori di banche nazionali ed europee, opinionisti, ministri e sottosegretari, geni della finanza... e così via nella lunghissima lista di super pagati funzionari, politici e amministratori procedevano diritti a dissanguare le ultime sostanze di questo capitalismo dell'ultim'ora.
A questo punto la riflessione da fare è solamente questa: in che mani siamo? Chi sono i marinai che conducono questa barca, se non si accorgono neanche di una tempesta così importante in arrivo?
Lascio a voi questo dubbio e la ricerca delle risposte.

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