Il sito del MAEC a Cortona |
Dal 18 novembre al 5 maggio presso il MAEC di Cortona, a pochi passi dal Trasimeno, si terrà questa bella mostra su oggetti mai visti rinvenuti nel siti archeologici del territorio cortonese, oltre 150 pezzi riferibili alla fine del VII secolo a.C. ed altri. Un'occasione strabiliante per venire a visitare questo magnifico territorio e a conoscere la sua storia, Cortona e il Trasimeno.
"A pochi anni dall’apertura del Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona
e della clamorosa scoperta dei due circoli orientalizzanti del Sodo, Il Comune di Cortona,
l’Accademia Etrusca e la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana,
con il sostegno della Regione Toscana e della Provincia di Arezzo, della Banca Popolare
di Cortona, della Fondazione Nicodemo Settembrini e del Rotary Club Cortona
Valdichiana e quello di Arezzo compiono un nuovo, fondamentale passo avanti nel
quadro della valorizzazione dei beni archeologici.
La mostra “Restaurando la storia. L’alba dei principi etruschi” (corredata da catalogo
scientifico), è stata realizzata grazie all’impegno dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici
della Toscana che ha condotto gli scavi nel Parco Archeologico di Cortona,
e successivamente, grazie ad un lavoro avanzato di studio e restauro, ha garantito la
possibilità di esporre per la prima volta al grande pubblico questi straordinari reperti.
Si tratta dei corredi del Secondo Circolo funerario del Sodo, costituito da oltre 15
tombe intatte databili tra la fine del VII secolo e gli inizi del VI a.C. ed una serie di oggetti
mai visti rinvenuti nei siti archeologici del territorio (dal palazzo principesco di
Fossa del Lupo alla Villa Romana di Ossaia) esaminati sotto un nuovo punto di vista,
quello del restauro.
Obiettivo della mostra è quello di offrire un viaggio che porti il visitatore indietro di
2700 anni fino all’alba della civiltà etrusca cortonese.
Gli oggetti sono esposti grazie ad un allestimento originale sia per il valore storicoeducativo
che per quello spettacolare e tecnologico.
Una delle più significative novità di questa mostra, infatti, è l’impiego delle nuove
tecnologie e sistemi di comunicazione con uso del 3D (realizzato grazie alla collaborazione
di Studio Gallorini Engineering), video, computer grafica, filmati ed altro.
Un percorso che presenta i vari stadi del recupero illustrando tutte le fasi di quella
“catena di montaggio” che va dallo scavo archeologico, al recupero dei materiali, alla
diagnostica, fino al completamento del restauro, in vista di una definitiva esposizione
al MAEC.
La presentazione di tanti inediti di età Orientalizzante consente di far luce sulle fasi
più antiche di Cortona, quelle che addirittura precedono l’avvento dei Principi (ecco
quindi il richiamo all’alba, nel senso di inizio della loro cultura), benché, in realtà, se
ne possono cogliere anche i massimi sviluppi di età arcaica (grazie a spettacolari
reperti relativi a vecchi scavi mai pubblicati provenienti dal tumulo II del Sodo) ed il
progressivo smantellamento dell’identità e delle tradizioni, pur con certe resistenze,
con l’avvento di Roma (come testimoniano i materiali della villa rustica di Ossaia).
Tra gli oggetti in mostra (oltre 200 pezzi) si segnalano preziosi vasi in bucchero, gioielli
e collane in ambra, monili in avorio, armi e suppellettili in bronzo che raccontano
2700 anni fa dalle nebbie del mito la nascita dei principi etruschi
la vita delle “élites” etrusche della Cortona del VII secolo a.C., connotata da aristocrazie
guerriere ma anche da una solida economia basata su commercio, agricoltura e
allevamento.
In particolare emerge il ruolo della donna, protagonista all’interno della struttura sociale
etrusca sia nelle sue prerogative di filatrice e tessitrice ma anche attenta agli
equilibri di potere della società.
La mostra “Restaurando la storia. L’alba dei Principi Etruschi” conferma quanto già gli
storici antichi avevano narrato di Cortona, ritraendola come una città multiculturale,
con aspetti umbri, italici ed etruschi, ma aperta anche al fascino della cultura greca
ed orientale.
Per Cortona è un passo nel progetto del grande MAEC inserito nel contesto dei maggiori
musei archeologici europei che non sono semplicemente luoghi di conservazione
ma centri di produzione culturale, ricerca e innovazione in grado di stimolare
l’interesse del pubblico.
Dopo l’esperienza con il Museo dell’Ermitage (2009), con il Louvre (2011) il Comune
di Cortona e l’Accademia Etrusca stanno lavorando ad un progetto straordinario con
il British Museum di Londra per il 2014.
Una mostra che chiuderà un ideale percorso di riscoperta dell’immenso patrimonio
etrusco sparso nei maggiori musei europei e che pone Cortona al centro di questo
disegno.
A suggellare, anche in questa occasione, la tradizione di collaborazione tra grandi
Istituzioni Culturali ed il MAEC la mostra ospita preziosi reperti del Museo Archeologico
Nazionale di Firenze e, in particolare, una straordinaria armatura in bronzo del
IV sec. a.C. con elmo crestato proveniente da una collezione privata." (dal Comunicato scaricabile dal MAEC).
Particolare di fibula in oro conformato a pantera (580 a.C.), scaricabile dal sito del MAEC |
E qui la storia si fonde con quella della mia famiglia, del mio trisnonno, ingegnere e direttore operativo degli scavi archeologici della Società Colombaria svoltisi in Toscana tra il 1858 e il 1866, su questo argomento è stato scritto un libro, Gli Etruschi e gli scavi etruschi nel Risorgimento, ma anch'io ho svolto le mie ricerche tra le PUBBLICAZIONI rinvenute a riguardo nell'Archivio Storico Italiano del Gabinetto Vieusseux e la corrispondenza conservata presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze intercorsa tra il mio trisnonno e alcuni dei protagonisti di questa grande avventura, tra questi Giovan Pietro Vieusseux, una delle figure più importanti della cultura europea dell'ottocento. Tante sarebbero le cose da scrivere su questa ricerca che mi ha riempito di orgoglio ma anche stupito su come a quei tempi la società fosse controllata da principi e regole ferree, forse più di oggi, come il seguire i lavori con un attenzione particolare alla sicurezza nei luoghi di lavori nonché alla cura nella manipolazione dei reperti, ma non solo. Infatti nella corrispondenza si parla di svolgimento di concorsi per ottenere posti pubblici, della puntuale tenuta dei conti e delle spese, dell'acquisto, tramite il Gabinetto Vieusseux e assieme all'ingegnere aretino Carlo Gatteschi suo futuro datore di lavoro come Ingegnere Capo della Provincia di Arezzo, degli Annali Francesi "Des Ponts et Chaussées", annali della prestigiosa istituzione del Genio Civile francese. Questo è il LINK alla corrispondenza che ho trascritto dagli originali depositati presso la BNCF.
Statua femminile, una delle più importanti scoperte del mio trisnonno |
A quei tempi il mio trisnonno, come si evince dai documenti, lavorò molto negli scavi intorno a Cortona, ma nel "Melone Francois", scoperto nel 1842 dall'archeologo e erudito Alessandro Francois, e nel Melone del Sodo gli archeologi dovettero attendere il 1909 per scavare scientificamente a causa dell'opposizione dei proprietari dei terreni. Tutti i reperti trovati durante gli scavi della Società Colombaria sono oggi conservati presso il Museo Archeologico Nazionale di Firenze. I documenti a riguardo in possesso della Società Colombaria sono andati distrutti il 4 agosto del 1944 durante la ritirata dei tedeschi dalla città di Firenze che, per salvare Ponte Vecchio, distrussero tutti i palazzi che gli erano intorno tra cui il palazzo della "erudita società".
Reperti degli scavi della Società Colombaria, dal libro "Gli Scavi Etruschi nel Risorgimento" |
Non so se alcuni di questi reperti saranno presenti alla mostra, sarà davvero interessante andare a vedere.