Visualizzazione post con etichetta Ambiente. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Ambiente. Mostra tutti i post

lunedì 4 aprile 2011

La fibra vegetale della Gazelle des Sables




Sicuramente un video interessante sull'utilizzo della fibra vegetale nella costruzione delle barche a vela. In più si parla di questo meraviglioso piccolo veliero che, come sapete, a me piace molto: La Gazelle des Sables, tra modernità e tradizione.
Nel video successivo la Gazelle al Salone Nautico di Parigi, fantastica, anche perché in Francia può essere trasportata tranquillamente con la bici:



martedì 22 marzo 2011

Lo sviluppo sostenibile del Parco del Trasimeno

La darsena di Castiglione del Lago, esempio di portualità "eco-sostenibile"

Coniugare sviluppo e ambiente presuppone una forte volontà di conservazione del patrimonio ambientale ma allo stesso tempo tante idee e risorse per adeguare il territorio ad una maggiore ricettività. Certo al Trasimeno la pressione antropica non potrà mai superare determinati limiti ma, d'altro canto, la massa è già orientata verso altre destinazioni e quello che è giusto chiedersi è se questo meraviglioso lago potrebbe accogliere una maggior presenza di "eco-turisti". Io penserei proprio di si, specialmente se si sceglie e si investe su diversi fronti in modo da garantire l'offerta per tutto l'arco dell'anno.

Portualità: la nuova darsena di Castiglione del Lago è un vero e proprio gioiello, la dimostrazione di come possa essere realizzato un porto senza cementificare costituito solo da prati e pontili flottanti. Purtroppo ritengo che lo sforzo, per quanto notevole, non sia sufficiente anche se l'amministrazione Provinciale di Perugia sta attuando lodevoli ed importanti interventi nella darsena di Passignano. Castiglione del Lago, Tuoro, Passignano, San Feliciano e Sant'Arcangelo dovrebbero diventare le destinazioni cardine su cui sviluppare il "polo nautico" del Trasimeno. E' di fondamentale importanza che l'appassionato di nautica trovi a disposizione un minimo di servizi come l'accesso ai pontili per l'ormeggio, uno scivolo, un parcheggio per auto, un'eventuale area sosta camper, un deposito a secco per le barche piccole ed infine i servizi igienici, non servirebbe nient'altro. Per quanto riguarda il servizio gru è sufficiente quello già attuato nelle darsene di Castiglion del Lago, Passignano e San Feliciano. Non si possono fare "i conti senza l'oste" dice un vecchio detto popolare, ma le infrastrutture sono l'alimento di qualsiasi presenza turistica, che sia un porto in una località di mare o lago o un impianto di risalita in montagna, ed una portualità ben concepita e distribuita farebbe la differenza.

Econautica: ne abbiamo già parlato nel post "Non lasciare traccia" e siamo abbastanza consapevoli di cosa significhi tutto ciò in un ambiente così delicato come quello del Trasimeno. Si tratterebbe quindi di promuovere e sviluppare determinati tipi di attività quali il nuoto, la vela, la canoa, il sailonbike, l'utilizzo di motori elettrici, il kitesurf, insomma gli sport nautici a "basso impatto ambientale". Anche in questo caso la nuova Scuola di Vela all'Isola Polvese è certamente il "fiore all'occhiello" ma non è sufficiente tanto che difficilmente si alimenterà se non vengono promosse attività parallele. Con questo intendo, per esempio, locazione di piccole barche, cabinati, canoe, sailyak, piccoli motoscafi, bici e canoe, insomma ogni darsena dovrebbe essere dotata di un piccolo centro di "charter" e di ampi spazi per il "transito", cioè per coloro che frequentano il lago solo per brevi periodi.

Stabilimenti balneari: è un punto importante e molto critico, difficilissimo esternare un'idea, per quanto gratuita e peregrina come tutte quelle che sto scrivendo. Il problema nasce dalla naturale irregolarità della profondità del lago, sembra però che questo problema si stia risolvendo, almeno in parte. Io non credo che si debbano creare arenili dove non esistano, sarebbe uno scempio, si potrebbe invece migliorare l'accesso ai piccoli arenili tipici del lago. Grandi prati ben curati ed alberi ad alto fusto fino alle piccole spiagge naturali che si affacciano nell'acqua. Un esempio è il lungo lago di Castiglione del Lago, ma ce ne dovrebbero essere molti altri. Non necessariamente una spiaggia deve essere fatta di rena, potrebbe essere un prato ed apparire altrettanto bella. Le strutture balneari mi sembra che siano quasi totalmente assenti ed è ovvio che questo tipo di attività è, come per i porti, la ninfa vitale della presenza turistica. Come presupposto ci deve essere una grande attenzione a mantenere il livello del lago costante e all'accesso agli stabilimenti come le strade ed i parcheggi.

Ciclismo, equitazione, golf: Ottima l'iniziativa della ciclabile e del servizio di locazione biciclette ma è arrivato il momento di alzare il "tiro" con l'equitazione ed il golf lungo i meravigliosi percorsi storici, archeologici, naturalistici delle Terre del Trasimeno.

Turismo eno-gastronomico: già si fa tanto ma non c'è solo quello.

Avifauna e percorsi storico-naturalistici: la locazione di battelli, di bici e di cavalli, nonché la creazione di adeguate infrastrutture, può essere un mezzo per accedere più facilmente il territorio, con attività quali il bird watching, i percorsi museali, etc., non sto ad elencarli tutti, anche perché già viene fatto tanto. Si può fare di più.

E' proprio lei, la Moretta Tabaccata specie rarissima che frequenta il Trasimeno?

lunedì 21 marzo 2011

Pare-Fouling, una sfida eco tripla

Dal sito Nautic-Innovation

Mi piace parecchio questa soluzione proposta dalla azienda francese Nautic Innovation, il Pare-Fouling. Nel loro sito vengono elencate le tre motivazioni per cui vale la pena informarsi seriamente su questo prodotto, e che ho tentato di tradurre maldestramente. Ovviamente Pare-Fouling è valido per chi lascia sempre la barca in acqua e non la utilizza per lunghi periodi.

UNA SFIDA ECO TRIPLA

Ecologia:
- L'antivegetativa è protetta dal Pare-Fouling e non si diffonde nell'ambiente.
- Il carenaggio è meno frequente (da 3 a 5 anni)  e i rifiuti associati alla pulizia della carena sono, di conseguenza, ridotti.
- I film utilizzati sono stati appositamente selezionati e progettati per questo utilizzo a causa della loro neutralità per l'ambiente e le loro caratteristiche completamente riciclabili.

Economia di tempo e fatica:
- 1 ora (posa o rimozione), rispetto a 1 o 2 giorni per un refit.
- tempi di prenotazione per effettuare le operazioni di carenaggio.
- tempi di raschiatura e verniciatura.

Risparmio:
- Il  Pare-Fouling prolunga la vita dell' antivegetativa, riducendo la frequenza delle carene da eseguire.
- La sua vita, quando vengono soddisfatte le condizioni di installazione e utilizzo, è di 5 anni minimo.
- Il suo acquisto è ammortizzato nel primo anno, cosa alquanto rara nel mondo dello yachting.


mercoledì 16 marzo 2011

Un altro Po




"Un viaggio per aiutarci a salvare questo grande fiume, e un progetto per nutrire le coscienze. Un viaggio a impatto zero risalendo il Po a remi e a vela, fatto con le uniche risorse dei doni ricevuti lungo il cammino, per sensibilizzare sul fiume che muore, su uno stile di vita leggero e lento, una riflessione sui limiti di uno sviluppo frenetico che dimentica l’uomo e la natura, sulla decrescita possibile, sul vivere meglio con poco." (dal sito Un altro Po).

DON’T LEAVE THIS PLANET TO THE STUPID. PLEASE: ULTRAPO

Dal sito di UltraPo

Un bellissimo sito, una bellissima iniziativa, una filosofia da amare e condividere!


venerdì 25 febbraio 2011


martedì 4 gennaio 2011

Tenuta di San Rossore - Gombo, si applicano le restrizioni


Visualizza Gombo - San Rossore in una mappa di dimensioni maggiori

Nessun toscano che si rispetti e che abbia avuto una barca come minimo di tre metri può negare di esser mai approdato sulle spiagge di San Rossore e/ o di essersi riparato dietro gli scogli artificiali del Gombo. E chi può negare poi di essersi inginocchiato sull'arenile e, facendosi cullare dolcemente dalle onde, di aver raccolto una quantità di telline sufficienti per una bella spaghettata serale? Le dune e la spiaggia di San Rossore sono un luogo tanto aspro quanto suggestivo, tanto arido quanto affascinante. Gli scogli del Gombo possono essere anche un ottimo riparo dopo ore di navigazione a vela, magari con mari e venti difficili e, nel caso di una forte libecciata, un luogo dove ripararsi.
Fino a qualche tempo fa c'era una certa tolleranza da parte delle autorità locali e l'ormeggio al Gombo veniva consentito, insomma si chiudeva un occhio.  Buona pace per chi ne ha approfittato, come noi, perché sembra che non sia più così e si rischiano multe salate. Mi dispiace, le disposizioni emanate dalla Capitaneria di Porto sono le seguenti:
  1. divieto di balneazione e approdo arenile della Tenuta di San Rossore che va dalla foce del fiume Arno fino alla foce del Serchio;
  2. la navigazione e l'ormeggio sono consentiti ad una distanza di 250 metri dalla battigia se non nei casi di necessità previsti dal Codice della Navigazione;
  3. non è consentito l'uso della balneazione al fine di conservare la sua naturalità (e, ovviamente, c'è il divieto di mettere ombrelloni e quant'altro);
  4. sono previste deroghe per i militari della vicina base e per i dipendenti della tenuta;
  5. la navigazione lungo i fiumi Arno e Serchio è consentita ad una velocità massima di 3 e 4 nodi rispettivamente.
Come si vede dall'immagine la distanza massima della foranea del Gombo è di 200 metri circa dalla riva, quindi non è possibile ormeggiare all'interno. Nell'immagine satellitare è evidente quanto, fino ad oggi, venisse tollerato l'ormeggio. 


Per chi c'è stato quindi ravvivo il ricordo su ciò che rimane: "telline che passione":


Preparazione 

Cuocere la pasta in acqua salata.

Lavate le telline e mettetele in una padella per farle aprire.

Sgusciatele e mettete da parte la loro acqua.
Fate soffriggere in una padella l'olio con due spicchi d'aglio tritati e un po' di prezzemolo tritato; unite poi i pelati, sale e pepe.
A metà cottura versate il vino e dieci minuti prima della fine cottura aggiungete le telline, la loro acqua ed un po' di prezzemolo tritato.
Scolate gli spaghetti e conditeli con la salsa.

Ingredienti e dosi per 4 persone
500 g di pasta tipo spaghetti
1000 g di telline
1 bicchiere di vino bianco
200 g di pomodori pelati
2 spicchi di aglio
Prezzemolo
Olio d'oliva
Sale
Pepe
Quando si sbarcava al Gombo a far telline ma soprattutto a sentirsi in "terraferma".




lunedì 3 gennaio 2011

Le aree marine protette, c'è qualcosa da sapere

Area Protetta delle Cinque Terre, dal sito Tutela Mare
La navigazione lungo costa mi ha spinto a fare un po' di chiarezza sull'argomento, visto e considerato che il mancato rispetto dei limiti imposti dalla legge comportano notevoli sanzioni. Tutte le informazioni si trovano nel sito del Ministero dell'Ambiente - Portale Tutela del Mare, dove si evince che:

"Le aree marine protette sono 26 oltre a 2 parchi sommersi che tutelano complessivamente circa 200 mila ettari di mare e circa 700 chilometri di costa. Ogni area è suddivisa, generalmente, in tre tipologie di zone con diversi gradi di tutela. Sono costituite da ambienti marini, dati dalle acque, dai fondali e dai tratti di costa prospicienti, che presentano un rilevante interesse per le caratteristiche naturali, geomorfologiche, fisiche, biochimiche con particolare riguardo alla flora e alla fauna marine e costiere e per l'importanza scientifica, ecologica, culturale, educativa ed economica che rivestono. Vi è inoltre il Santuario Internazionale dei mammiferi marini, detto anche Santuario dei Cetacei."

Di fondamentale importanza è conoscere la suddivisione in zone:

Le aree marine protette generalmente sono suddivise al loro interno in diverse tipologie di zone denominate A, B e C. 

L'intento è quello di assicurare la massima protezione agli ambiti di maggior valore ambientale, che ricadono nelle zone di riserva integrale (zona A), applicando in modo rigoroso i vincoli stabiliti dalla legge. Con le zone B e C si vuole assicurare una gradualità di protezione attuando, attraverso i Decreti Istitutivi, delle eccezioni (deroghe) a tali vincoli al fine di coniugare la conservazione dei valori ambientali con la fruizione ed uso sostenibile dell'ambiente marino. Le tre tipologie di zone sono delimitate da coordinate geografiche e riportate nella cartografia allegata al Decreto Istitutivo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Zona A (nella cartografia evidenziata con il colore rosso), di riserva integrale, interdetta a tutte le attività che possano arrecare danno o disturbo all'ambiente marino. 

La zona A è il vero cuore della riserva. In tale zona, individuata in ambiti ridotti, sono consentite in genere unicamente le attività di ricerca scientifica e le attività di servizio. 

Zona B (nella cartografia evidenziata con il colore giallo), di riserva generale, dove sono consentite, spesso regolamentate e autorizzate dall'organismo di gestione, una serie di attività che, pur concedendo una fruizione ed uso sostenibile dell'ambiente influiscono con il minor impatto possibile. Anche le zone B di solito non sono molto estese.

Zona C (nella cartografia evidenziata con il colore azzurro), di riserva parziale, che rappresenta la fascia tampone tra le zone di maggior valore naturalistico e i settori esterni all'area marina protetta, dove sono consentite e regolamentate dall'organismo di gestione, oltre a quanto già consentito nelle altre zone, le attività di fruizione ed uso sostenibile del mare di modesto impatto ambientale. La maggior estensione dell'area marina protetta in genere ricade in zona C.

In generale la legge 394/91 vieta nelle aree marine protette:
A) la cattura, la raccolta e il danneggiamento delle specie animali e vegetali nonché l'asportazione di minerali e di reperti archeologici; 
B) l'alterazione dell'ambiente geofisico e delle caratteristiche chimiche e idrobiologiche delle acque; 
C) lo svolgimento di attività pubblicitarie; 
D) l'introduzione di armi, di esplosivi e ogni altro mezzo distruttivo e di cattura; 
E) la navigazione a motore; F) ogni forma di discarica di rifiuti solidi e liquidi.

Nel sito Tutela del Mare si trova l'elenco delle Aree Marine Protette
Come vedete nel sito del Ministero dell'Ambiente potrete trovare tutti i dettagli inerenti alle zone ed ai relativi vincoli. 



giovedì 18 novembre 2010

Non lasciare traccia

Noi sugli scogli di Nisporto
La baia di Nisporto è una delle più belle e caratteristiche dell'Elba, per il suo mare e la sua natura incontaminate. Purtroppo però non è sempre così, nei periodi più affollati dell'anno non è difficile ritrovarsi in mezzo ad una moltitudine di "residui organici e non" galleggianti scaricati dagli yacht di passaggio. Ciascun navigante dovrebbe avere un etica a riguardo e poco o nulla invece viene fatto per sensibilizzare gli uomini ad avere più rispetto per l'ambiente e per i propri simili. A tal riguardo negli USA, in collaborazione tra privati, organizzazioni ambientali, enti di gestione e controllo ambientale  e scuola, è stato sviluppato un programma etico ed educativo denominato "Leave No Trace", non lasciare traccia. Quali siano i valori di riferimento è chiarissimo, qualunque attività si svolga durante le nostre vacanze, che si trekking, campeggio o diporto nautico, per esempio, bisogna adottare tecniche e metodologie tali da rilasciare il minor impatto ambientale possibile, lasciare tutto esattamente come lo abbiamo trovato. Per ottenere ciò occorre un programma educativo ed è questo lo scopo di Leave No Trace.


Questi sono i principi etici di riferimento di LNT che ciascun navigante dovrebbe fare suoi:

Pianifica in anticipo e preparati
Studia le normative di riferimento, gli obblighi per le aree protette e le attenzioni particolari della zona che si va a visitare. Preparati per eventuali fenomeni meteorologici estremi, i pericoli, e le emergenze. Programma il tuo viaggio/ navigazione per evitare tempi di sosta inutili. Quando possibile, evita gli assembramenti cercando di visitare luoghi meno frequentati. Riutilizza i contenitori e gli alimenti stessi per minimizzare gli sprechi. Utilizza la mappa, la bussola le tecniche di rilevamento per non lasciare segni di nessun genere. 

Rispetto per i luoghi
Che tu sia a terra o in acqua sosta su superfici stabilite ed idoneamente preparate, cercando di lasciare inalterata la natura del luogo, che siano le piante, la poseidonia o le rocce e la sabbia del fondo. Tieniti ad adeguata distanza da riva, dai laghi e dai ruscelli e cerca di non alterare il sito in nessun modo, non è necessario. Pianifica il tuo percorso o la tua navigazione su sentieri, villaggi, campeggi, porti, ormeggi, boe ed evita più possibile i luoghi incontaminati.

Smaltisci i rifiuti adeguatamente 
Confeziona tutti i rifiuti, organici e inorganici, e non rilasciare mai niente nell'ambiente. Prima di partire assicurati di avere tutto il necessario per gestirli e definisci i luoghi dove questi devono essere smaltiti, informandoti sulla disponibilità del luogo. Per lavare qualsiasi cosa utilizza sapone biodegradabile, il minimo indispensabile. Anche l'acqua deve essere sempre utilizzata in piccole quantità perché è un bene prezioso. 

Lascia tutto come lo hai trovato
Preserva il passato: osserva, ma non toccare. Lascia rocce, piante e tutto ciò che è naturale esattamente come lo hai trovato. Evita di introdurre o il trasporto di specie non indigene. Non costruire strutture, evita di scavare buche. 

Attenzione agli incendi
Il fuoco può causare effetti duraturi sull'ambiente. Utilizza metodi e tecniche idonei e sicuri per la cucina e l'illuminazione. Accendi fuochi solo dove sono autorizzati ed in tal caso predisponi tutti gli accorgimenti per delimitarne l'area, facendo attenzione alle condizioni atmosferiche come il vento e il caldo, nonché eventuali fonti di innesco. Preoccupati che i fuochi siano completamente spenti quando te ne vai.

Rispetto della fauna
Tieniti a distanza e rispetta la fauna. Non seguire o non avvicinarti ad animali in libertà. Non nutrire mai gli animali. Nutrire qualsiasi animale allo stato di libertà è un danno alla sua salute, altera i suoi comportamenti naturali, e lo espone ai predatori e ad altri pericoli. Proteggi la fauna selvatica dal tuo cibo e dai tuoi rifiuti. Evita la fauna selvatica nei momenti delicati come l'accoppiamento, la nidificazione, la gestione dei piccoli, ecc. 

Rispetta gli altri
Rispetta gli altri visitatori e tutela la qualità della loro esperienza. Siate cortesi, cedi sempre il passo. Mantieniti più lontano possibile dagli altri visitatori. Fai prevalere i suoni della natura e non i tuoi, evita di parlare a voce alta e i rumori.



domenica 18 luglio 2010

Man of the River, una barca e un uomo attraverso l'Europa


Ben 5200 chilometri attraverso l'Europa, questo è il progetto di Giacomo "Man of the River" , "Sui fiumi del Vecchio Continente per restituire l’uomo alla natura, la natura all’uomo, l’uomo all’uomo. Per un uomo Nuovo" come dice lui stesso nel suo blog, dal quale ripropongo in estratto parte del suo progetto:

Le cifre. 5.200 chilometri, 6 mesi su una barca a remi, giorno e notte, 1 milione di vogate sul Reno e il Danubio, dalla Manica al Mar Nero; ad aiutarlo – attraverso 15 paesi, da Londra ad Istanbul, passando attraverso Inghilterra, Francia, Germania, Austria, Slovacchia, Ungheria, Serbia, Bulgaria, Romania e Turchia – ci sarà solo il vento, una vela. Tutto questo non per una performance sportiva, ma per raccontare un nuovo rapporto con la natura, con l’acqua, con i fiumi.
È l’impresa di Giacomo De Stefano, astigiano ma veneziano d’adozione, 44 anni. Qualcosa di più di un ambientalista, lui si definisce un “viandante del nuovo mondo”. Il miracolo dell’impresa sta scritto alla voce budget: 0 euro. Tutto ruota attorno ad un’ “economia de dono”, della gratuità. Aziende private, amici, partner: lavorano con lui, gli stanno fornendo mezzi e idee; tutti stanno creando le condizioni per rendere possibile un qualcosa che ha dell’eccezionale.
Man on the river. Ad aprile, partirà da Londra, con “Man onthe River”. Sei mesi in barca a remi, farà leva solo sulle sue braccia, le braccia di un uomo: un uomo che racconta un nuovo umanesimo, oltre la tecnica dei motori a mille cavalli.

Invito i lettori a seguirlo nei suoi sogni ed in tutto ciò a cui crede: "Cambiare si può".


lunedì 7 giugno 2010

Video che dimostra come si potrebbe propagare la macchia di petrolio nel Golfo del Messico

Questo video mostra una simulazione di quello che potrebbe succedere nel Golfo del Messico nei prossimi mesi. Una dimostrazione di come la cupidigia e la scelleratezza dell'uomo possano portare a dei disastri ambientali senza precedenti. Ma quale pianeta lasceremo ai nostri figli?
BoatUs ha aperto un sito in cui si vedono tutti gli aggiornamenti in diretta: OilSpill - BoatUs




martedì 11 maggio 2010

Un disastro ambientale senza precedenti


Quando accadde a Chernobyl pensammo che forse le cause erano da ricollegarsi anche ad altri fattori, come quelli economici derivanti dal crollo dell'impero sovietico. La fiducia immensa che tutti noi avevamo nella tecnologia, nella ingegneria, nella scienza e nelle capacità dell'uomo di dominare tutti gli eventi non poteva affievolirsi per colpa di qualche tecnico "incapace, sprovveduto e squattrinato".
Ebbene oggi i fatti dimostrano che non è così, il disastro si è ripetuto e si è ripetuto nelle condizioni più ottimali possibili, imperi del petrolio che hanno finanziato imprese colossali per continuare a speculare sul bisogno di ognuno di andare avanti, nessuna mancanza di soldi, nessuna mancanza di accorgimenti, nessun errore umano, nessun progetto sbagliato, nessun risparmio, ma solamente e semplicemente la natura che ha fatto il suo corso con una enorme bolla di metano che, come un scureggia, è venuta fuori dal ventre della terra. Potranno tutti gli ingegneri della terra evitare che gli uomini scureggino? Penso proprio di no e non c'è proprio niente da fare e lo stesso vale per la nostra amata terra. Il guaio è che potrebbe accadere ancora e ovunque, in ogni parte della terra anche davanti alle nostre coste, e qui ci assale un dubbio tremendo: ma tutti questi buchi nella terra, tutti questi esperimenti, tutte queste centrali nucleari, tutti questi inceneritori, tutta questa scienza sbandierata a destra e manca è veramente sicura? E la cosa ancora più grave, non è che dietro ci sono solo interessi economici enormi?
Ora la BP chiede aiuto, ma quale aiuto potremmo offrire noi? Io penso che l'unico modo per aiutare questo mondo trivellato e inquinato sia quello di dire BASTA! Ma c'è solo un modo per poterlo fare perché i governi fanno gli interessi dei potenti, potenti che permettono lo scandalo che ogni sei secondi possa morire un bambino di fame: iniziare da noi stessi rinunciando. Bisogna rinunciare a produrre rifiuti, bisogna rinunciare a mettere il culo sempre in auto, bisogna rinunciare a "consumare", bisogna rinunciare ad usare la benzina dei nostri motori e l'energia prodotta dal petrolio e dal gas. C'è poco altro da dire, cominciamo da noi stessi se vogliamo salvare la terra e il nostro amato mare: il mondo deve cambiare.

lunedì 20 ottobre 2008

La Dichiarazione del Trasimeno


Anticipo la mia traduzione ed interpretazione personale del documento emesso nel corso del 12° Meeting annuale del Living Lakes tenutosi dal 22 al 27 settembre a Castiglion del Lago sul Trasimeno e che si trova su:
La Dichiarazione del Trasimeno

Carta del paesaggio lacustre
(la Dichiarazione del Trasimeno)
I laghi, le loro zone umide e i bacini di acqua da cui si sono formati paesaggi in forma storica, spirituale ed estetica detengono le più ricche biodiversità presenti sulla terra e contribuiscono in modo determinante alla crescita fisica, culturale e del benessere di tutti gli uomini e di tutte le forme di vita.
Eppure, i laghi vengono degradati e stanno scomparendo a un velocità senza precedenti in tempi umani. Una maggiore comprensione del funzionamento dei sistemi delle zone umide, porta alla conclusione che è solo la nostra incapacità di concordare procedure per la gestione sostenibile del lago che sta consentendo a così tanti laghi di continuare la loro spirale di degrado. E' responsabilità di ciascuno quella di lavorare insieme per risolvere i conflitti di interessi in modo che coloro i quali vivono nei laghi possano continuare a fornire i valori del paesaggio culturale e i servizi ecosistemici sui quali si basa il futuro della vita umana.
Questa situazione è diventata critica, e occorre agire ora.
Queste sono state le conclusioni a cui sono arrivati gli oltre 100 membri e associati della Rete Living Lakes da 30 paesi del mondo, in rappresentanza dei 55 laghi della rete Living Lakes, che hanno discusso questi temi nel 12° Convegno annuale dal titolo "Linking Cultural Landscapes to Lake Protection" tenuto presso il Lago Trasimeno, Italia, tra il 22 e 27 Settembre 2008, e ospitato dalla Provincia di Perugia, Regione Umbria, Comunità Montana - Associazone dei Comuni 'Trasimeno Medio-Alto Tevere', Legambiente, Italia e Global Nature Fund (GNF), in Germania.
I partecipanti al simposio intendono esortare i governi, gli operatori del settore privato, le istituzioni del mondo accademico, le organizzazioni non governative e tutti i cittadini ad impegnarsi a sostenere una gestione dei laghi in un quadro di sviluppo sostenibile, prendendo atto della seguenti conclusioni della conferenza:
Lo stato attuale dei laghi e le modifiche apportate ai paesaggi naturali e dei bacini sono in gran parte la conseguenza diretta delle pratiche che sono profondamente radicate nella cultura dell'uomo. I laghi sono importanti indicatori dello stato della nostra cultura e dell'ambiente in cui viviamo. La velocità con cui i laghi si stanno degradando e, in molti casi della loro perdita, è il riflesso della confusione predominante nella nostra cultura contemporanea, anche se la stragrande maggioranza delle persone di valore sta tentando di ristabilire la nostra integrità culturale.
Le biodiversità che sono presenti nei laghi e che ne sostengono i sistemi sono una componente fondamentale dei beni culturali paesaggistici e del modo in cui le nostre culture si sono evolute. Tutti i cittadini, che siano essi locali o lontani, hanno un grande interesse a mantenere l'integrità laghi. Nella maggior parte dei casi sono proprio coloro che abitano i laghi che sono i loro veri custodi, e la loro cultura spesso affonda le sue radici proprio nel rispetto per la natura e per il laghi. La popolazione locale, e soprattutto gli agricoltori e i pescatori, sono la parte più vulnerabile quando i laghi si degradano e normalmente hanno scarse possibilità di dar voce la loro preoccupazioni.
Il paesaggio culturale è strettamente legato alla produzione alimentare e quindi all'agricoltura e alla pesca più di quanto non si pensi tanto che dovrebbe essere data un'attenzione prioritaria nella pianificazione per la conservazione del lago.
Nell'utilizzo della terra si dovrebbe tener conto del fatto che viviamo in uno stato di 'crisi idrica' e che la maggior parte della popolazione terrestre non ha accesso libero all'acqua.
Le valutazioni economiche, quali il PIL, non rilevano i valori culturali che indirettamente generano la redditività finanziaria del turismo - che può essere sostanziale.
La cultura e la conoscenza sono inseparabili. La cultura è difficile da misurare scientificamente, anche se dati scientifici sulla ecologia dei laghi e dei paesaggi possono fornire le informazioni essenziali su cui basare le decisioni.
La gestione sostenibile dei laghi contribuisce alla applicazione delle disposizioni nazionali e degli impegni internazionali, come la tutela del Patrimonio Mondiale dell'UNESCO, dell'Uomo, della biosfera e alle convenzioni internazionali come la Convenzione di Ramsar sulle zone umide.
L'acqua, come fonte di vita, è fondamentale per molte pratiche culturali - spirituali e religiose.
Il cambiamento climatico sta modificando il nostro modo di pensare il mondo - e, quindi, la nostra cultura. Dobbiamo rispondere ai cambiamenti climatici con degli interventi che producano effetti positivi e adottare una cultura della sostenibilità.
La cultura rende l'impressione della mentalità della gente. L'arte, in tutte le sue forme, e la sua celebrazione può dare un forte contributo alla cultura legata alla protezione del lago.
Molte iniziative sono già state prese per migliorare la gestione dei laghi, al fine di sostenere i loro valori culturali. Abbiamo bisogno di costruire su storie di successo come quello di Mono Lake in California e altri esempi presentati in occasione della conferenza.
I partecipanti alla conferenza hanno concluso che i valori culturali e spirituali dei laghi, insieme con gli obiettivi ambientali ed economici, i servizi che forniscono i laghi, possono diventare esempi indiscussi di protezione del lago. Essi si impegnano a intraprendere azioni nei seguenti settori:

Rafforzare la collaborazione e cercare nuovi partenariati tra i settori produttivi e i sistemi di protezione interessati al lago, in particolare all'interno e tra governi, organizzazioni non governative e il settore privato, in modo da rispondere per le diverse culture della nostra società;
Continuare ad adoperarsi per aumentare nella gente la consapevolezza della necessità della protezione dei laghi, non solo per rispetto per rispetto ma anche al fine di conservare il paesaggio e la cultura dell'uomo;
Adottare nuovi e più innovativi approcci per la partecipazione delle persone nel processo decisionale e di co-gestione nonché del monitoraggio dei laghi, ed aiutarle a costituire le capacità necessarie per essere parte integranti di questi processi;
Adottare la cultura della sostenibilità nelle nostre pratiche e promuovere questa cultura al di là delle nostre società;
Dare un supporto alla conoscenza, con iniziative come la proposta dell'Accademia dei Laghi;
Favorire le relazioni tra i laghi, l'acqua e la cultura tra le principali parti internazionali e nazionali, su politiche, piani e strategie. Ad esempio, definire specifici obiettivi e indicatori che collegano la gestione sostenibile dei laghi agli Obiettivi di Sviluppo del Millennio;
Trasmettere questa dichiarazione e tutti gli altri documenti del Living Lakes alla Conferenza Ramsar, alle altre convenzioni internazionali impegnate per la conservazione e la corretta gestione dei laghi, e ai livello locale, nazionale regionale e alle autorità politiche;
Aiutare a costruire la capacità di più approcci integrati al lago e alla gestione delle risorse idriche a beneficio di tutti i cittadini. Ad esempio, creare opportunità per l'apprendimento al delle fuori strutture formali, con un particolare accento sul distretto e sul locale; sviluppare e applicare conoscenze e tradizioni locali;
Imparare dalle esperienze condivise nella Conferenza Living Lakes e di intraprendere un'azione immediata in modo che il degrado del Lago Trasimeno, e di molti altri laghi il cui declino è stato descritto nel corso della conferenza, venga interrotto tanto da limitarne la sofferenza.
I partecipanti alla Conferenza hanno espresso la loro gratitudine senza riserve alla Provincia di Perugia, alla Regione Umbria, alla Comunità Montana - Associazone dei Comuni 'Trasimeno Medio-Alto Tevere ', a Legambiente e all'Italia che hanno ospitato la Conferenza in un luogo unico per cultura e patrimonio. I partecipanti hanno molto apprezzato la generosa gastronomia locale e culturale che ha stimolato la discussione tra i partecipanti alla Conferenza alimentando la loro determinazione a promuovere le azioni all'interno e all'esterno della Rete di Living Lakes.

mercoledì 23 aprile 2008

Giornata Mondiale della Terra



Tra l'indifferenza generale, oggi 22 Aprile 2008, si è celebrata la 38° edizione dell'Earth Day:

"Nato come movimento universitario, l'Earth Day, la Giornata mondiale della Terra, è divenuto un evento mondiale che coinvolge la maggior parte dei Paesi. La data della ricorrenza annuale, il 22 aprile, è stata ufficializzata per la prima volta dal senatore statunitense Gaylord Nelson al fine di creare una coscienza comune ai problemi ambientali. Sono previsti 4000 eventi in tutto il mondo.
Fu celebrato per la prima volta il 22 aprile 1970 per sottolineare la necessità della conservazione delle risorse naturali della Terra. Per gli ecologisti è un'occasione per fare il punto sulle problematiche del pianeta: inquinamento dell'aria, dell'acqua e del suolo alla distruzione dell'ecosistema, con migliaia di piante e specie animali che scompaiono e l'esaurimento delle risorse non rinnovabili, per finire con il surriscaldamento del globo e lo scioglimento dei ghiacci eterni.
Lo scopo di tale ricorrenza è quello di trovare soluzioni che permettano di eliminare gli effetti negativi delle attività dell'uomo, come il riciclo dei materiali - a partire dalla spazzatura che noi italiani conosciamo bene - la conservazione delle risorse naturali come il petrolio, il divieto di utilizzare prodotti chimici dannosi, la cessazione della distruzione di habitat fondamentali all'ecosistema, come i boschi, e la protezione delle specie minacciate, come le micro rane della Nuova Zelanda. Estratto da: Viaggi.alice.it "


La mia proposta: Accesso ai laghi, alle vie fluviali, ai parchi marini e più in generale alle aree marine e lacustri protette alle sole imbarcazioni dotate di propulsione a vela e/ o elettrica.

E TU COME SALVERESTI IL PIANETA? DI' LA TUA

mercoledì 9 aprile 2008

Porti, ambiente e turismo sostenibile



Non sono uno di quegli ambientalisti che tirano diritto ad occhi chiusi, quelli che dicono no a tutto per presa di posizione ideologica e politica, ma in merito a questo argomento ritengo che debba essere fatta un po' di chiarezza, soprattutto da parte delle istituzioni. Per istituzioni chiamo direttamente in causa il Ministero dell'Ambiente.
La prima cosa è quella che dovrebbe essere fatta una Valutazione Ambientale Strategica Globale delle coste italiane che comprendesse una pianificazione territoriale su area vasta e che privilegiasse tutti gli aspetti: sociali, etici, economici ed ambientali per ciascuna regione e/ o area di indagine.
Non si può non ammettere che il turismo stia diventando una delle poche carte da giocare da un paese ridotto allo stremo dalla concorrenza indotta dalla globalizzazione e, senza farla troppo lunga, non ci possiamo permettere di far passare questo treno.....ma neanche di commettere gravi errori. Anzi di ritornare agli errori del passato: cementificare sconsideratamente migliaia delle coste dei nostri mari e dei nostri laghi con il miraggio di poter "vivere" o "sopravvivere" con il turismo. Ci siamo già passati e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Analizzando alcuni studi preliminari presentati dalle istituzioni locali per proporre la realizzazione di nuovi porti turistici (ex. Porto di Tarquinia) emerge con una evidenza quasi patetica che le proposte si basano su studi e raffronti approssimativi. Faccio l'esempio più calzante: si confrontano le unità da diporto per 1000 abitanti tra Germania ed Italia e si scopre che i tedeschi ne hanno molte di più, pur avendo molte coste in meno. Soluzione: costruiamo un porto da 4000 barche dai 9 metri in su. Non è venuto in mente a nessuno però di andare a vedere come hanno fatto i tedeschi a gestire questa situazione (così come nessuno è andato a vedere come abbiano fatto a riempire un paese "freddo" di pannelli solari termici). Proseguendo con lo stesso tenore, diciamo da bar, per quello che so, la maggior parte dei tedeschi non possiede dei 9 metri ma molti carrelli e molti motori fuoribordo elettrici. Ci sarebbe da dire molto su questo argomento e non posso permettermi di annoiare i lettori, quindi devo giungere in fretta alla conclusione.
Non esiste una sola alternativa, o si cementifica o si muore. Esiste un modo ambientalmente sostenibile di conciliare lo sviluppo turistico con l'ambiente. Questo è quello di alternare a porti turistici di grosse dimensioni, e probabilmente quelli che ci sono basterebbero, con piccoli porti costruiti con pontili galleggianti o addirittura porti a secco per piccole barche carrellabili. Non tutti gli italiani possiedono un 9 metri!


Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...