Area Protetta delle Cinque Terre, dal sito Tutela Mare |
La navigazione lungo costa mi ha spinto a fare un po' di chiarezza sull'argomento, visto e considerato che il mancato rispetto dei limiti imposti dalla legge comportano notevoli sanzioni. Tutte le informazioni si trovano nel sito del Ministero dell'Ambiente - Portale Tutela del Mare, dove si evince che:
"Le aree marine protette sono 26 oltre a 2 parchi sommersi che tutelano complessivamente circa 200 mila ettari di mare e circa 700 chilometri di costa. Ogni area è suddivisa, generalmente, in tre tipologie di zone con diversi gradi di tutela. Sono costituite da ambienti marini, dati dalle acque, dai fondali e dai tratti di costa prospicienti, che presentano un rilevante interesse per le caratteristiche naturali, geomorfologiche, fisiche, biochimiche con particolare riguardo alla flora e alla fauna marine e costiere e per l'importanza scientifica, ecologica, culturale, educativa ed economica che rivestono.
Vi è inoltre il Santuario Internazionale dei mammiferi marini, detto anche Santuario dei Cetacei."
Di fondamentale importanza è conoscere la suddivisione in zone:
Le aree marine protette generalmente sono suddivise al loro interno in diverse tipologie di zone denominate A, B e C.
L'intento è quello di assicurare la massima protezione agli ambiti di maggior valore ambientale, che ricadono nelle zone di riserva integrale (zona A), applicando in modo rigoroso i vincoli stabiliti dalla legge. Con le zone B e C si vuole assicurare una gradualità di protezione attuando, attraverso i Decreti Istitutivi, delle eccezioni (deroghe) a tali vincoli al fine di coniugare la conservazione dei valori ambientali con la fruizione ed uso sostenibile dell'ambiente marino. Le tre tipologie di zone sono delimitate da coordinate geografiche e riportate nella cartografia allegata al Decreto Istitutivo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.
Zona A (nella cartografia evidenziata con il colore rosso), di riserva integrale, interdetta a tutte le attività che possano arrecare danno o disturbo all'ambiente marino.
La zona A è il vero cuore della riserva. In tale zona, individuata in ambiti ridotti, sono consentite in genere unicamente le attività di ricerca scientifica e le attività di servizio.
Zona B (nella cartografia evidenziata con il colore giallo), di riserva generale, dove sono consentite, spesso regolamentate e autorizzate dall'organismo di gestione, una serie di attività che, pur concedendo una fruizione ed uso sostenibile dell'ambiente influiscono con il minor impatto possibile. Anche le zone B di solito non sono molto estese.
Zona C (nella cartografia evidenziata con il colore azzurro), di riserva parziale, che rappresenta la fascia tampone tra le zone di maggior valore naturalistico e i settori esterni all'area marina protetta, dove sono consentite e regolamentate dall'organismo di gestione, oltre a quanto già consentito nelle altre zone, le attività di fruizione ed uso sostenibile del mare di modesto impatto ambientale. La maggior estensione dell'area marina protetta in genere ricade in zona C.
In generale la legge 394/91 vieta nelle aree marine protette:
A) la cattura, la raccolta e il danneggiamento delle specie animali e vegetali nonché l'asportazione di minerali e di reperti archeologici;
B) l'alterazione dell'ambiente geofisico e delle caratteristiche chimiche e idrobiologiche delle acque;
C) lo svolgimento di attività pubblicitarie;
D) l'introduzione di armi, di esplosivi e ogni altro mezzo distruttivo e di cattura;
E) la navigazione a motore;
F) ogni forma di discarica di rifiuti solidi e liquidi.
Nel sito Tutela del Mare si trova l'elenco delle Aree Marine Protette |
Come vedete nel sito del Ministero dell'Ambiente potrete trovare tutti i dettagli inerenti alle zone ed ai relativi vincoli.