lunedì 26 novembre 2012

L'amaro destino dei gatti di Procida al tempo dei Borboni

immagine tratta da "Da Napoli a Procida, passeggiata"

Nel ricercare notizie sul ramo procidano della mia famiglia mi sono imbattuto in questa triste e alquanto singolare storia. Le fonti mi hanno dato informazioni insperate, ma ......

".... Lo stesso governatore scrisse poi al Fogliani (il 2 marzo 1755) d'avere, mercè una spia regolata, scoperto che i Domenicani di SM Margherita tenean nascosto un gatto " tutto bianco con una macchia cannellina sul capo „. Fattoselo consegnare, quantunque i frati negassero d'averlo, lo aveva fatto uccidere da un birro. Il Fogliani (passato da Tor Guevara a Caserta) rispose, 1'8 marzo 55, che non restava altro da fare."

"Il luogo dove si sbarca a Procida è una calata. lunga quanto la Città, che chiamasi La Marina di S. Maria Cattolica. Nulla ivi attrae l’attenzione del viaggiatore, se .non che é da osservarsi che la Città stessa è congiunta verso levante con un borgo chiamato la Madonna delle Grazie, costrutto sopra di quel colle, cui fa corona un magnifico castello. Questo forte, è ora, sguarnito di truppa e di cannoni: trovasi in esso un palazzo reale che i viaggiatori non sono soliti di visitare dacché è smobigliato. Sull'alto del Castello vedesi un Semaforo, che, verso Levante, corrisponde con quello di Capri. Dal terrazzo sul quale questo telegrafo è piantato , si gode una stupenda veduta dei due golfi di Napoli, e di Gaeta. ma dopo di aver contemplato quell’ampio spazio pieno ai rimembranze istoriche, non che di naturali curiosità, l’occhio dell’osservatore è con non minore diletto attratto verso la soggiacente Isoletta tutta amena e tutta fertile, che pare una gentil miniatura. Conteneva essa una volta tre Reali caccie di fagiani che ai particolari era proibito sotto gravi pene l’uccidere. Questi stabilimenti vennero distrutti nei tempi revoluzionari. Niuna anticchità si osserva in quest’Isola, che é interessantissima a motivo del suo fecondo territorio, e per l’industria degli abitanti, non meno che per importanza marittima , quantunque, non sia molto distinta nella storia dei tempi antichi. Gli storici l’hanno mentovata per dire che una volta formava parte della vicina Isola d’Ischia , da cui, secondo essi , l’avrebbe separata la violenza dì iin terremoto. Quest’opinione per altro non era generale neppur fra gli antichi, giacché Strabone dice che Procida era stata divisa dal capo Miseno. Alcuni naturalisti moderni , poi, analizzate le rispettive terre, onde sono composti questi diversi luoghi , hanno impugnata la possibilità di queste supposte separazioni. I primi abitanti di Procida furono una colonia di Calcidiesi ed Eritresi , di quegli stessi popoli, cioè, che anticamente occuparono Ischia. Quest' Isola acquistò celebrità per effetto del Vespro Siciliano, avvenuto nel 1282, essendo essa la Patria di quel Giovanni , promotore famoso di tale insurrezione. Egli era altronde feudatario dell’Isola, che , in conseguenza del vespro , gli venne confiscata , ma la ricuperò nell’ anno 1339, ed ottenne allora dal Re di Napoli la facoltà di venderla. Dalla sua famiglia passò infatti ad esser proprietà di altra, chiamata Cossa, e da questa ad altre , finché , soppresso nel Regno di Napoli il sistema feudale , divenne intieramente soggetta alla Corona. Il territorio di Procida è in massima parte composto di ceneri, e frammenti di lava, il che veramente par che giustifichi l’opinione che fosse una volta porzione d’Ischia. L’Isola ha sette miglia di circonferenza, e,. supposto che il viaggiatore, per farne il giro, si piarta dal Borgo di S. Maria Cattolica , e si dirigga a Ponente, incontrerà un dopo l’altro , i villaggi di Punta di Ciopeto, Cottamo , Ciracci , o Campo Inglese (quivi era una Caccia Reale), Chiajolella, Punta di Socciaro, Perillo (sul di cui territorio vi era un’altra Caccia del Re), Centano, Bosco, o Boschetto (ov’era una terza Reale Riserva ) Ulmo, Coricella , e la Madonna delle Grazie. Tanti villaggi in una piccola isola , danno da se stéssi un’idea dell’esser ella straordinariamente popolata; ci ricordiamo infatti di aver letto in qualche Statistico, che in proporzione della sua superficie, Procida è la più popolata terra del globo. Contiene da 14000 anime , e anticamente ne avea 18000. Nella sua circonferenza quest’Isola presenta diverse cale sabbiose, fra le quali evvi a Ponente quella di Chiajolella ove si costruiscono sovente dei bastimenti, ma il porto più frequentato, è quello della Città , il quale fa parte del canale fra Procida, e la Terraferma. I procidani posseggono un centinajo di grossi brigantini, e sono generalmente tenuti per buoni marinaj. La terra è sommamente fertile: produce principalmente del vino, e i frutti ivi maturano cosi primaticci che si mandano a Napoli ove si vendono cari. Vi si fabbrica una pìccola quantità di seta, e vicino alla costa , cioè fra il porto, e la Punta di Ciopeto, vi si mantiene una tonnara che da Maggio a Settembre somministra lucroso impiego a quegli abitanti. Il viaggiatore, o dopo di aver fatto il circuito dell’Isola, o andando direttamente dalla Città, dovrà recarsi a Chajolella, che ne è distante un miglio. La strada é perfettamente piana, e piacevolmente abitata. Chiajolella giace alla punta opposta dell’Isola, e vi si trovano facilmente dei battelli per passare ad Ischia. La distanza fra le due isole è di circa tre miglia. L’Isoletta disabitata, che vedesi vicino a Chiajolella, si chiama Bivaro, o Vivaro. Ivi esiste una Caccia Reale di Conigli ed è protetta da un fortino.
Estratto da: Nuova guida di Napoli, dei dintorni, di Procida, Ischia e Capri".

Pozzuoli la Terraferma, da "Da Napoli a Procida, passeggiata"

"Graditissima al Re, sin da’ primi tempi, fu l’isola di Procida, dall’aria saluberrima e dall’abbondante caccia a’ fagiani; stata già delizia di un giorno a Filippo V, che aveal confiscata all’austricante marchese Del vasto, Michelangelo D’Avalos. Questi riebbe l’isola da Carlo d’Austria, ma, vissuto lui a morte indi a poco, passata l’isola in retaggio al nipote Giambattista d’Avalos, la restaurazione borbonica trovò oberato di debiti il nuovo signore. Poté quindi, irretendolo né processi, facilmente rimettere Procida in proprietà del Re. Sequestratene sin da principio le rendite, subito si provvide, con ordini rigorosi e minuziose misure, (imposte in nome del “clementissimo” sovrano), perché nulla vi turbasse l’agevolezza della caccia reale e ne scemasse l’abbondanza.
L'isola di Procida fu il primo de’ “siti reali”. Gli ordini emanati per essa, le opere e i mutamenti eseguitivi possono tipicamente rappresentare quanto via via si venne praticando negli altri luoghi elevati all'onore di reali delizie. Il vecchio castello feudale, sul ciglione nordorientale dell'isola, sicuro, in alto, sul Canale , divenuto palazzo del re, fu riattato, rinnovato, ingrandito, decorato . Cosi si fece negli altri luoghi , costruendo di pianta dove, come a Persano, mancava un palazzo, o una villa, o una casa di riposo,. Que’ lavori durarono sia quasi al termine del regno di Carlo . Si sparsero ovunque gli ordini rigorosi, perché nulla disturbasse la reale delizia . Principalmente a quel fine, furono preposti Intendenti a què siti col soldo, che, durante il regno di Carlo, giunse a 1200 ducati , oltre la grazia della carrozza con due cavalli, cocchiere e livrea."

Nelle note si scrive ancora, ed è davvero interessante:

"Essendosi V. M. degnata comandare che coli' occasione del sequestro ordinato, e da noi eseguito, delle rendite dell'Isole di Procida ed Ischia, avessimo dovuto tenere special cura, e pensiero della Caccia, che vi è in quella di Procida, riservando la medesima sol' al suo divertimento, e dando tutte le disposizioni e previdenze opportune per lo maggior suo accrescimento, e perchè niuno ardisse ammazzare alcun Faggiano, Coniglio o altro animale abbile a cacciarsi; Dopo adempiti colla maggior vigilanza ed attenzione, ch'abbiam saputo, i suoi Clementissimì Comandamenti, eccoci ad umiliare alla sovrana sua intelligenza ciò che ci è riuscito fare per l'accerto del R. Servigio, e de' R. sovrani suoi cenni. Non ha dubbio, S. R. M. , che la Caccia, specialmente de' Fagiani trovai presentemente diminuita, e di molto, da quella ch'era nell'isola di Procida per cagione forse del poco genio, che avevavi il March. del Vasto, di cui avvedutisi i suoi offici hanno atteso più tosto a distruggerla che a conservarla. Il primo passo da noi dato per porla e presto in sistema, è stato di far numerare colla più soprafina diligenza, che si è potuto, e che altre volte si è pratticata, i Fagiani tutti che sono nell'Isola. A quest' effetto abbiam prescelto i migliori e più esperti Cacciatori e di Procida e d'Ischia, ch'avendo girata l'intiera Isola per lo spazio di tre giorni continui coll'assistenza de' nostri attuarij, ne giunsero a numerarne novantanove... Questo num. 99, anzi sino a Cento Fagiani, l'abbiam consegnati a Persone che si sono obbligate presso fatti di mantenerli, conservarli, ed esibirli ad ogni ordine di V. M, e nel caso di mancanza di uno o più di essi pagarne il prezzo a ragione di Ducati Venti l'uno... Abbiam fatto un Banno rigorosissimo, dichiarando tutta la Caccia di quest'Isola riservata sol' al divertimento R.le della M. S. e a tutti proibita. Specialmente abbiam vietato l'ammazzare i Fagiani, Conigli e qualunque specie d'Animali abili a cacciarsi, sotto pena a' Nobili di Ducati 50000, e di anni sette di Presidio chiuso; e agli Ignobili di Ducati 200, e di anni sette di Galea... Abbiam proibito generalmente in tutta 1'Isola, sue pertinenze e distretto lo sparo delle scoppette, ed a miccij ed a Grillo, sotto pena di Ducati 50 ecc.. E sol' abbiamo limitata questa proibizione di sparare nel Caso, in cui fusse, che Iddio non voglia, quell'Isola invasa da' Corsari, ò da Nemici. Abbiamo sotto ristesse prime rigorose pene proibito 'l far molestare o disturbare gli Animali suddetti con mazze, mazzarelle, canne appuntate o spontate, chiappitelli, pietre o altro istrumento di qualsivoglia sorte, siccome pur l'introdurvi o tenervi Foretti, a riserva dell'un di questi, che presentemente vi è, e del quale dovrà tenere special cura il Capocaccia da noi destinato , acciò quando la M. S. si compiacerà passare a quel divertimento se ne possa valere per cacciare i Conigli dalle Tane. Abbiam di più stabilito che, contravenendo a tali ordini le Persone Ecclesiastiche , le pene si eseguano a dirittura contro i lor Congiunti più prossimi ... Abbiamo privilegiata la prova delle Contravenzioni, stabilendo che bastino a convincere i Rei le deposizioni di un Testimonio di veduta, e di due altri de audito: Che le penne de' Fagiani ritrovate in Casa di qualched'uno, o in qualche Bosco siano indizio bastante alla Tortura.., e che la scoppetta ritrovata addosso a qualcheduno dopo intesa la botta dello sparo, faccia pur indizio a tortura... Né abbiamo omesso di promettere la metta delle sudo pene pecuniarie a chi rivelerà i Trasgressori.., siccome pur d' incaricare al Capocaccia, che invigili, acciò intomo i luoghi della Caccia, ninno tenghi Cani, o Gatte, che possano disturbarla... Capocaccia che abbiam destinato... è Andrea Guarracino... senza mercede... Per custodire però , mantenere ed aumentare la Caccia di tutte sorti d'animali, è stato prezzo eliggere otto altri Cacciatori, i quali a vicenda devono girar notte e giorno col soldo di Carlo III 15 per ciasched'uno il mese, che importano in tutto Ducati 12 per mese.. „. Come esempio caratteristico de' rapporti che usavano avere que' cacciatori col sovrano, presento qui una supplica d'uno di essi (Siti Reali, fase. 2*): S. R. M. = Signore = Francesco Schiavo. Capo Cacciatore della R. Caccia de Fagiani di V. M nell'Isola di Procida, umilmente rappresenta, come per la Dio grazia in'quest' anno l'allievo di detti Fagiani si spera possa essere più aumentato dell'anno passato, atteso che le cove si vedono, che passano più di venti, ed in buona parte di essi, sono di già usciti alla luce li Fagianelli appresso alle loro Madri, e tanto da esso supplicante, quanto dagli altri Cacciatori si sta con tutta la vigilanza possibile, acciò non .sia danneggiato il detto aumento, affinchè V. M. possa ritrovarne gran numero per maggiormente divertirsi in quella Reale delicia. Perlochè posto a piedi di V. M. la supplica degnarsi darli licenza da potersi accasare; giacche essendosi V. M. per la Dio grazia accasato, il supplicante promette a V. R.i M. non accasarsi, se prima non si accasava V. R. M., della qual grazia si compromette il Supplicante, e tutta la sua famiglia di pregare il Sig. Iddio per la lunga, e buona salute di V. M , e della Regina Nostra Signora con felicissima Prole per maggior Consolazione delli suoi Regni e fedelissimi Vassalli, ut Deus „. . Per l'opposto, circa le condizioni fatte da' bandi sovrani alla rimanente popolazione, si ebbero conseguenze deplorevoli sempre, pur quando non furono tragiche. É noto ciò che narrò il Dumas, 57, del precidano refrattario all'ordine di sterminio de' gatti. Prima di lui, lo Spiriti, IV, aveva narrato che, imposto agi' isolani di Precida di sterminare tutti i gatti , perchè infesti a' fagiani , se ne moltiplicassero tanto i topi da venirne spesso, oltreché rosi i frutti de' campi e quanto occorre alla vita, tronco il naso e cavati gli occhi e le guancie ai bimbi per avventura lasciati soli a casa dalle madri. Quanto alla revoca dell'editto insensato, affermata dal Dumas, in seguito alle minaccie della popolazione furibonda, consta ch'esso era in pieno vigore ancora presso al termine del regno di Carlo. Il governatore di Precida infatti, Domenico Pattolini , scriveva al ministro Fogliani, l'8 gennaio del 1755: * Avendo discoperto nonostante il rigoroso Banno penale che feci pubblicare con tra gli Ecclesiastici dell' esfratto per due mesi da quest' Isola, ai Civili di due mesi di Castello, alle Donne di due mesi di Carceri in Casa, ai Plebani ed alle Femmine di due mesi nel carcere pubblico, di essersi pure nascoste ed allevate tre Gatte in questo Conservatorio delle Orfane; ho fatt'ordinare ai Procurator di esso, ehe è il sacerdote D. Tomaso Ferrara , il qual parea di non averne la scienza, che avesse insinuato a Suor Sebastiana Willar, Sup.ra del Conserva., di subito mandarmele. Ed informatosi il Ferrara ha trovato esser vero, ma invece dell'effetto, fattosi pietoso alle lacrime delle Orfane, mi ha mandato per risposta, ch'egli stima troppo crudeltà, che si levassero alle medesime le Gatte, le quali stando chiuse di dentro il Conserva., non possono dannificare la Reale Caccia. Perloche conoscendo, come per la debolezza di esso, ch'è pur Confessore, dassi un positivo maraviglioso esempio di disprezzo al Banno... ho fatto ordinare al Ferrara, che frallo spazio di giorni quattro uscisse da quest'Isola per due mesi, e sentire nel medesimo tempo al Vicario, che avesse la Superiora a tal oggetto per due mesi sospesa del suo ufficio. Dopo poche ore mi anno dentro un sacco inviate le tre Gatte, le quali facendosi scappar ad una ad una, ho uccise io proprio a schioppetta... „. Rispose il Fogliani al terribile Governatore (da Caserta ai 18 genn. del 55) che, senza procedersi effettivamente all'esilio del Ferrara e sospensione della Superiora, poteva bastare la mortificazione lor data.  Lo stesso governatore scrisse poi al Fogliani (il 2 marzo 55) d'avere, mercè una spia regolata, scoperto che i Domenicani di SM Margherita tenean nascosto un gatto " tutto bianco con una macchia cannellina sul capo „. Fattoselo consegnare, quantunque i frati negassero d'averlo, lo aveva fatto uccidere da un birro. Il Fogliani (passato da Tor Guevara a Caserta) rispose, 1'8 marzo 55, che non restava altro da fare."
Estratto da: Il regno di Napoli al Tempo di carlo di Borbone".

Certamente è impressionante l'accanimento contro i gatti e le pene severissime per i trasgressori che si ritrovarono i figli morsicati dai topi, come si legge ancora.

Procida, immagine tratta da ProcidaTour
"Carlo III aveva una passione che dominava tutte le altre, la caccia, lo abbiam già detto, passione di famiglia dei Borboni, che induriva il suo cuore, e che oscurava il suo spirito. Egli aveva destinato l'isola di Procida ad essere il suo vivaio di fagiani, e colà egli faceva i suoi allievi, che così trasportava poi nei castelli reali, che egli voleva ripopolare di selvaggiume.
Or siccome i gatti erano i nemici naturali dei fagiani, grossi e piccoli, egli ordinò l'estirpazione della razza felina in tutta l'isola di Procida.
Buffon, che non saremo accusati di citar troppo spesso, soprattutto quando si parla di storia naturale: "Il gatto è un animale nocivo fatto per distruggerne altri più nocivi ancora". Or questa massima di Buffon si trovò giustificata dall'avvenimento. I gatti non essendo più la per distruggere i sorci, ed i topi, questi pullulavano, e divennero audaci tanto, che un bambino nella culla fu divorato da essi.
Questo fatto che aveva diggià contribuito ad esasperare gli abitanti di Procida, coincise con un altro che non era tale da calmarli. Un uomo il quale malgrado l'editto del Re, avea conservato il suo gatto, sia per affezione a quello, sia per odio ai sorci, fu denunciato, imprigionato, convinto e condannato alla frusta per mano del carnefice, fu fatto andare per l'isola col suo gatto appeso al collo e venne mandato poscia alle galere.
A questa crudeltà, che rassomigliava a demenza, gli abitanti di Procida furiosi presero le armi e, riuniti in corpo, dichiararono che, se l'editto non fosse revocato essi andrebbero a chiedere asilo alle potenze barbaresche, meno crudeli secondo loro, d'un Re, che lasciava mangiare i loro figli dai topi, piuttosto che correre il rischio di veder mangiato dai gatti uno dei suoi fagiani.
Rendiamo giustizia al Re che capì quanto era tirannico questo decreto, e che l'annullò immediatamente.
Estratto da: I Borboni di Napoli".

Purtroppo questa ultima citazione non rende concordi tutti gli storici, infatti secondo quanto citato dalle fonti il decreto rimase vigente per tutto il periodo in cui regnarono i Borboni  .... e questa è la storia dell'amaro destino dei gatti di Procida al tempo dei Borboni.

Carlo III, immagine tratta da Wikipedia


domenica 25 novembre 2012

Boat Tent Test

Un Melonseed attrezzato per camping nautico, dal sito Eyeinhand

Abbiamo già parlato del Melonseed, questo fantastico veliero di Roger Crawford, così come di Caesura e Aeon realizzati dal webmaster di Eyeinhand; ve ne consiglio la visione perché queste due barche a vela sono meravigliose. Questa volta ci stupiscono ancora con una praticissima attrezzatura per il campeggio nautico, sono sinceramente invidioso: Boat Tent Test.
A questo punto non rimane altro che goderseli in navigazione, "Sailing on Chincoteague Bay".





sabato 24 novembre 2012

In letargo

Aspirina prima di tornare a casa, un tuffo al cuore
Anche se la nebbia in Val di Chiana, soprattutto al calar del giorno durante il ritorno a casa, ci ha preoccupato un bel po' non c'è stata giornata migliore di questa per dire arrivederci ad Aspirina, nessun rimpianto! Oramai il lago era completamente addormentato avvolto nella nebbia, nell'umido e con tanto freddo.
Dovremo rivederci alla fine di marzo perciò ho portato via le ultime cose rimaste dentro la barca, un paio di cime, l'ancora ed il motore ed infine ho messo la copertina. Tutto di corsa e col fiatone per non fare troppo tardi, la nebbia quando cala sul serio è una brutta bestia. Ora corro a mettere il motore al caldo.


venerdì 23 novembre 2012

Zavorra portatile

Sacchetti zavorra, dal sito Iapir-sicurezza

Velisti ben più esperti di me suggeriscono di spostare il materiale più pesante della barca, tipo il motore o le ancore, in corrispondenza del centro della deriva per dare una maggiore stabilità alla barca. Se questo non è possibile, e soprattutto quando l'equipaggio è ridotto, non c'è nulla di più semplice e pratico che utilizzare dei semplici sacchetti che possono contenere dai 15 ai 25 kg di acqua, sabbia o qualsiasi altro materiale, secondo il peso specifico. Personalmente ne ho acquistati due, al prezzo di 5€ l'uno, che applico sotto il tavolo della dinette e che aumentano la zavorra di circa 40/ 50 kg.

La dinette di Aspirina
Come si vede dalla foto, durante traversate impegnative, sotto il tavolino della dinette si potrebbero tranquillamente applicare circa 100 kg di "zavorra portatile" aggiuntiva senza alcun problema. Successivamente all'uso i sacchetti possono essere svuotati e ripegati occupando pochissimo spazio



giovedì 22 novembre 2012

Naufragio di un veliero francese al largo della costa algerina

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Qualche giorno fa, davanti alle coste algerine, è naufragato il catamarano di nazionalità francese "Love Love" portandosi con sé quattro vittime ed un disperso. L'equipaggio era pronto per una traversata transoceanica e molto esperto, purtroppo una serie di concause ha generato questa grandissima tragedia per la nautica da diporto internazionale. Il catamarano stava procedendo a motore per una destinazione dove fare riparazioni al rigging ma le condizioni del tempo sono mutate improvvisamente al peggio, più di quanto prevedeva il meteo locale.
La famiglia dell'armatore accusa la Capitaneria di Porto di Saïdia che nella zona dove è avvenuto l'incidente erano presenti numerosissime reti da pesca non segnalate che hanno fatto improvvisamente bloccare l'elica e il motore. Le condizioni meteo-marine avverse e l'impossibilità di issare le vele hanno fatto tutto il resto. C'è da aggiungere che le previsioni nella zona non davano un peggioramento di tale portata, anche di questo aspetto sono da accertare le cause.
Nell'esprimere il mio profondo e sentito cordoglio per le vittime e le loro famiglie voglio solamente trarre qualche conclusione del tutto personale ad uso di noi, armatori di piccole imbarcazioni a vela, che viviamo continuamente nell'illusione che qualcosa di più "grande" potrebbe essere più sicuro:
  • le cause delle tragedie sono quasi sempre più di una;
  • in mare non c'è errore che può essere perdonato;
  • non esiste barca che non si possa capovolgere, qui si parla un catamarano di 42 piedi;
  • non esiste equipaggio abbastanza esperto.
A queste considerazioni ne aggiungo un'ultima esprimendo la mia più sentita disapprovazione verso coloro che, in Italia, negli ultimi mesi hanno accusato il Governo per una modesta tassa sulle imbarcazioni, una miseria in confronto ai costi totali di mantenimento di uno yacht e al caro-carburante, e per i controlli effettuati dalla Finanza e dalle Capitanerie durante le vacanze estive. Gradirei che questa sottospecie di giornalisti e dirigenti di Associazioni che hanno generato e appoggiato queste accuse, principalmente provenienti da UCINA, l'Associazione delle Industrie Nautiche, a valutare la possibilità di cambiare mestiere e di dimettersi. tanto più che la subdola asserzione che gli armatori si sarebbero trasferiti all'estero, incluse le strutture di cui si parla, potrebbero portare gli armatori stessi verso destinazioni poco sicure e incontrollate. Perdonatemi perché non è il luogo, né il momento, ma nulla accade mai per caso. Ritengo invece che l'Italia sia ancora un paese di persone serie, questi irresponsabili a parte.




mercoledì 21 novembre 2012

Verniciare e proteggere la barca con una pellicola



Il Canale del Giornale della Vela ci propone un sistema innovativo, alternativo alla verniciatura, che consiste in una pellicola per rinnovare e proteggere le fiancate delle nostre barche, sembra anche meno costoso. Devo dire che il video è estremamente interessante e la finitura perfetta, credo assolutamente consigliabile per i colori scuri, o il verde, che tendono ad opacizzarsi e a rigarsi con molta facilità. Di questo prodotto se ne parla da tempo per le auto, car wrapping, e se i prezzi sono simili, per ridare colore alla mia barca di circa 16 mq di fiancate occorrerebbero circa 2000€.
Per riassumere il sistema è più ecologico, più protettivo, più economico, più facile da applicare, occorre molto meno tempo di lavorazione ed infine dura molto di più, cosa altro vogliamo?


martedì 20 novembre 2012

Nasce il blog di Little AlasKA, il Make 25 di Giorgio

Dal blog Liitle AlasKA
E' davvero stupendo Little AlasKA, un Make 25 del quale Giorgio, affezionato lettore, ci ha dato segnalazione assieme alla creazione del suo nuovo blog.
Vi invito alla lettura di Little AlasKA perché credo che ne valga assolutamente la pena.

Giusto per farci un pensierino, il Make 25 è una carrellabile, dal blog di Little AlasKA
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza F.T.: 7.66 m
Larghezza: 2.54 m
Pescaggio: 1.20 (1.48) m
Peso: 1480 kg
Peso zavorra: 500 kg
Sup. velica: 27.6 mq
E' fantastica! E ci sono anche dei bei video sul suo Canale di YouTube.



Dimenticavo, Giorgio mi ha comunicato che dovrà anche lui costruirsi il "canotto a vela" con la duplice funzione di tender e per fare SailOnBike.
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La Riserva Naturale del Tombolo e della Feniglia


Visualizza Riserva Naturale del Tombolo e della Feniglia in una mappa di dimensioni maggiori

Per me è il percorso di trekking velonautico più bello del mondo, da Talamone attraverso la Riserva Naturale della Laguna di Orbetello fino alla Riserva Naturale del Tombolo e della Feniglia, quest'ultima lungo una pista ciclabile tra le meravigliose dune della sua spiaggia dorata fino ad Ansedonia. Il ritorno è programmato in navigazione con il Minicat  310 fino a Cala Galera dove, il giorno dopo, si riprende la bici fino alle Bocche d'Albegna da cui si veleggia fino a Talamone. Una fantastica avventura da fare in un fine settimana. Barca, bici, trolley e zainetto tutto in quattro borse.

Foto tratta dal sito del Camping Village Feniglia, luogo ideale dove pernottare


lunedì 19 novembre 2012

Rotte del Mediterraneo

Rotte del Mediterraneo, visibile su RAI Replay

Rotte del Mediterraneo è un interessante programma che oggi ho potuto vedere su RAI Repaly, trasmesso in diretta su RAI 5 dal lunedì al venerdì alle 18.50.  La particolarità che mi ha colpito di questa trasmissione RAI è stata la semplicità e la simpatia dei conduttori ma soprattutto il fatto che, oltre che di vela e di sport acquatici, si parla della cultura, della storia e della natura del nostro magnifico Mar Mediterraneo.

"Un affascinante viaggio in barca a vela in compagnia di tre giovani amanti del mare e della natura e di un esperto capitano, pronto a svelare per noi le meraviglie del Mar Mediterraneo. Un itinerario che parte da Fiumicino e approda a Porto Rotondo, dopo aver fatto tappa, fra le tante destinazioni all’isola di Giannutri, alle Cinque Terre, a Capraia, e in Corsica a Porto Vecchio, Lavezzi e Bonifacio. Ad ogni approdo i ragazzi, con le Capitanerie di Porto, approfondiranno un argomento legato "all'andare per mare", con il Capitano che cercherà di trasmettere loro tutta la passione ed i segreti della cultura marinara." (Rotte del Mediterraneo)

Insomma, belli e bravi.


Sgommino a vela

Seahawk 3 con kit vela

Come insegnatoci su "canotto a vela", ecco come farei il mio sgommino a vela con la speranza di spendere al massimo 400 - 500 €, borsone unico compreso poco ingombrante sia per Aspirina che per la bici. Le  modifiche sono nella qualità delle vele, l'aggiunta del fiocchetto, del segnavento ed infine la barra, le pale del timone e delle derive realizzate in legno. Le parti metalliche devono essere frazionabili.

Ihsan Kit Bag, dal sito Sialkot Shop


domenica 18 novembre 2012

The Boat Side Car, questo si che è carrellare!

Immagine tratta dal sito Ocean Kayak

Magari poterlo fare con il nostro Vespino come fanno su Ocean Kayak! Guardate anche Vrumble's Rambling Biker Blog, davvero fantastiche quelle foto d'epoca e di come Grimm ha risolto il problema delle vacanze.

Il nostro vespino
Ma si può fare anche con una bici, il sidecar e dei bei catamarani gonfiabili, per esempio, anche quelli di grosse dimensioni.

Velotrade, dal sito Velo-City

Non male neanche Xtracycle Cargo Sidecar, si parte in vacanza con la barca e tutto quel che serve in bicicletta.

Xtracycle Cargo Sidecar

Le borse del Grabner Ultralight.

Le borse del Grabner Ultra Light



venerdì 16 novembre 2012

Armare un Elan 210



Un video molto interessante in cui vengono mostrate tutte le fasi operative per la preparazione di un veliero carrellabile, in questo caso un Elan 210, per la navigazione. Questo è un video ben fatto, esplicativo, significativo e valido per tutti questi tipi di barche. Ovviamente i tempi reali sono molto più dilazionati rispetto a quelli del filmato, secondo l'esperienza e il numero delle persone che lavorano, in questo caso sono in tre. Personalmente credo che ci vogliano dalle tre alle sei ore, noi per il primo varo di Aspirina, in due e con un minimo di esperienza ci abbiamo messo dalle cinque alle sei ore, incluso il varo.

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giovedì 15 novembre 2012

Canotto a vela



Eccezionale! Se non avesse messo una tenda da salotto al posto della vela sarebbe stato semplicemente perfetto.
Il canotto nel video è un Intex Seahawk 3 che ha la caratteristica di essere particolarmente robusto rispetto agli altri presenti nel mercato, il suo prezzo è intorno ai 100 €.
Immagine tratta dai rivenditori Intex, via Misterprice

Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza: 2.95 m
Larghezza: 1.37 m
Carico utile: 300 kg
Peso: 13 kg
Persone: 3
Le dimensioni di ingombro della borsa dovrebbero essere del tutto simili agli altri presenti nel mercato, circa 0.60 x 0.40 x 0.15 m.
La superficie velica ipotizzabile potrebbe essere intorno ai 2.5 mq.
C'è da aggiungere che il timone può essere appoggiato ad un comodo supporto del motore che costa meno di 30 €.
Kit supporto motore/ timone Intex, dal sito Megafitness

Altri canotti simili che possono essere utilizzati, secondo il gusto e i colori.



Il catamarano ibrido Ti Babouche e la "La Voie du Pôle"



Al Festival del Cinema dell'Avventura, che si terrà dal 15 al 17 novembre a  La Rochelle verrà presentato il film integrale della incredibile avventura del catamarano ibrido Ti Babouche, avventura chiamata "La via del Polo". Ben quarantasette giorni di navigazione tra acqua e ghiacci a bordo di un catamarano autocostruito di 5 x 2.40 m e del peso di 150 kg capace di navigare, solo a vela, senza motore, con l'aiuto del vento e delle braccia, sia nell'acqua che nel ghiaccio dell'Oceano Artico e senza scalo per ben 1750 miglia delle quali circa  270 tra i ghiacci.

L'attraversamento dell'Oceano Artico di Ti Babouche, dal sito di Sébastien Roubinet

Tutte le informazioni, il diario e le immagini di questa navigazione tra acqua, ghiaccio e cielo le potrete trovare nel sito di Sébastien Roubinet, uno dei componenti dell'equipaggio.

Ti Babouche, dal sito di Sébastien Roubinet


Feldkamp Katamarane, catamarani gonfiabili

Feldkamp K 100 S, dal sito Feldkamp
Sono davvero belli ed interessanti questi catamarani gonfiabili prodotti dalla Feldkamp-Katamarane, in varie dimensioni, tipologie e prezzi che, come da LISTINO;  ci confermano come si possa coniugare la passione e lo sport della vela con la economicità nell'acquisto e nella gestione. I modelli sono sei e si va da una lunghezza di 3.60 metri fino a 5.30 metri con portata da 400 fino a 1000 kg. I prezzi di partenza, che vanno da 2450 a 5350 €, non dovrebbero essere comprensivi di IVA, comunque sia si parte da circa 3100 €, mica male!
Un'altra cosa che mi attira parecchio è che la Feldkamp Katamarane vende anche gli scafi singoli in modo che se un giorno mi volessi accingere all'autocostruzione, potrei ordinarli separatamente. Fantastico, perché una cosa sono le lavorazioni meccaniche di profilati in alluminio e poco più, altro è la realizzazione di una barca tradizionale in legno. Insomma, potrei riuscire a farcela anch'io a costruirmi una barca a vela.

I tubolari Feldkamp, dal sito Feldkamp

E c'è anche un bel video. Dimenticavo, dovrò aggiungerli a "Catamarani gonfiabili riepilogo".





mercoledì 14 novembre 2012

Etap 21i, una vera Etap



Questo blog è molto frequentato e spesso i miei commenti sulle barche, e non solo, appaiono in bella mostra nella prima pagina dei motori di ricerca tanto che mi viene da pensare che qualcuno dei veramente esperti, dei rivenditori e dei produttori potrebbe osservare "ma questo tizio che spessore tecnico ha per esprimersi?", anche se io parlo sempre bene dei piccoli velieri presenti nel mercato ed è solo la passione che mi guida. E questo è quello che potrebbe pensare l'ing. Tamburrano, concessionario per l'Italia delle Etap con "Le inaffondabili", persona notoriamente gentile, competente e disponibile che si prodigò subito di inviarmi una dettagliatissima documentazione sulle Etap quando gli richiesi un'offerta. Credo che sia stata la mia prima richiesta di offerta quando decisi di comprare una barca a vela e devo dire che non avevo affatto sbagliato, le Etap sono barche meravigliose.
Non mi perdonerò mai di non avergli risposto per ringrazialo e non sono giustificato dal fatto che purtroppo arrivai alla conclusione di non potermi permettere di acquistare la bellissima Etap 21i. Se osservate le foto nel sito de "Le inaffondabili" non verrebbe in mente a nessuno che l'Etap 21i è un modello che ha certamente più di otto anni, visto e considerato che richiesi l'offerta nel 2004. E non si può neanche sperare di trovarne di usate perché di Etap 21i  in vendita se ne trovano veramente poche, e chi penserebbe mai di rivendere un gioiello del genere?
Nel sito de "Le inaffondabili" troverete anche articoli tecnici sulla INAFFONDABILITA', argomento di sicuro interesse per tutte le barche di cui si parla in questo blog, i piccoli velieri carrellabili.
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza F.T.: 6.56 m
Larghezza: 2.49 m
Pescaggio: 0.70 - 1.30 m
Dislocamento: 1180 kg
Peso chiglia: 300 kg
Sup. velica: 23.90 (randa + fiocco/ genoa)
Prezzo di partenza esclusa IVA: 21051€
Se si decide di comprare una barca a vela non si può non sognare una Etap.


martedì 13 novembre 2012

PowerPot, produci elettricità mentre cucini

PowerPot, immagine tratta da Gearjunkie

PowerPot è un nuovo generatore termoelettrico che utilizza il calore della cucina per produrre elettricità. In pratica, qualsiasi fiamma si utilizzi per cucinare, che sia fuoco, la piastra o il fornellino a gas, questa pentola su cui potete cucinare pasta, minestroni o quant'altro trasforma il calore utilizzato in elettricità. Mi sembra un'idea fantastica. Ovviamente ci si possono caricare telecamere, GPS, portatili e/ o Tablet, VHF, etc., insomma tutti oggetti utilissimi in barca. 

PowerPot in azione, immagine tratta da Gearjunkie
Il suo prezzo oltre oceano è di 149 $, quindi qui da noi non dovrebbe superare i 200 €. Oltre il prezzo, di notevole interesse è  il test effettuato da Gearjunkie il cui risultato ha evidenziato tempi di ricarica velocissimi, al contrario di altre attrezzature come i pannelli solari che richiedono tempi molto lunghi.
E' c'è anche un piccolo video dimostrativo.




Restaurando la storia, l'alba dei principi etruschi

Il sito del MAEC a Cortona

Dal 18 novembre al 5 maggio presso il MAEC di Cortona, a pochi passi dal Trasimeno, si terrà questa bella mostra su oggetti mai visti rinvenuti nel siti archeologici del territorio cortonese, oltre 150 pezzi riferibili alla fine del VII secolo a.C. ed altri. Un'occasione strabiliante per venire a visitare questo magnifico territorio e a conoscere la sua storia, Cortona e il Trasimeno.

"A pochi anni dall’apertura del Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona e della clamorosa scoperta dei due circoli orientalizzanti del Sodo, Il Comune di Cortona, l’Accademia Etrusca e la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, con il sostegno della Regione Toscana e della Provincia di Arezzo, della Banca Popolare di Cortona, della Fondazione Nicodemo Settembrini e del Rotary Club Cortona Valdichiana e quello di Arezzo compiono un nuovo, fondamentale passo avanti nel quadro della valorizzazione dei beni archeologici. La mostra “Restaurando la storia. L’alba dei principi etruschi” (corredata da catalogo scientifico), è stata realizzata grazie all’impegno dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana che ha condotto gli scavi nel Parco Archeologico di Cortona, e successivamente, grazie ad un lavoro avanzato di studio e restauro, ha garantito la possibilità di esporre per la prima volta al grande pubblico questi straordinari reperti. Si tratta dei corredi del Secondo Circolo funerario del Sodo, costituito da oltre 15 tombe intatte databili tra la fine del VII secolo e gli inizi del VI a.C. ed una serie di oggetti mai visti rinvenuti nei siti archeologici del territorio (dal palazzo principesco di Fossa del Lupo alla Villa Romana di Ossaia) esaminati sotto un nuovo punto di vista, quello del restauro. Obiettivo della mostra è quello di offrire un viaggio che porti il visitatore indietro di 2700 anni fino all’alba della civiltà etrusca cortonese. Gli oggetti sono esposti grazie ad un allestimento originale sia per il valore storicoeducativo che per quello spettacolare e tecnologico. Una delle più significative novità di questa mostra, infatti, è l’impiego delle nuove tecnologie e sistemi di comunicazione con uso del 3D (realizzato grazie alla collaborazione di Studio Gallorini Engineering), video, computer grafica, filmati ed altro. Un percorso che presenta i vari stadi del recupero illustrando tutte le fasi di quella “catena di montaggio” che va dallo scavo archeologico, al recupero dei materiali, alla diagnostica, fino al completamento del restauro, in vista di una definitiva esposizione al MAEC. La presentazione di tanti inediti di età Orientalizzante consente di far luce sulle fasi più antiche di Cortona, quelle che addirittura precedono l’avvento dei Principi (ecco quindi il richiamo all’alba, nel senso di inizio della loro cultura), benché, in realtà, se ne possono cogliere anche i massimi sviluppi di età arcaica (grazie a spettacolari reperti relativi a vecchi scavi mai pubblicati provenienti dal tumulo II del Sodo) ed il progressivo smantellamento dell’identità e delle tradizioni, pur con certe resistenze, con l’avvento di Roma (come testimoniano i materiali della villa rustica di Ossaia). Tra gli oggetti in mostra (oltre 200 pezzi) si segnalano preziosi vasi in bucchero, gioielli e collane in ambra, monili in avorio, armi e suppellettili in bronzo che raccontano 2700 anni fa dalle nebbie del mito la nascita dei principi etruschi la vita delle “élites” etrusche della Cortona del VII secolo a.C., connotata da aristocrazie guerriere ma anche da una solida economia basata su commercio, agricoltura e allevamento. In particolare emerge il ruolo della donna, protagonista all’interno della struttura sociale etrusca sia nelle sue prerogative di filatrice e tessitrice ma anche attenta agli equilibri di potere della società. La mostra “Restaurando la storia. L’alba dei Principi Etruschi” conferma quanto già gli storici antichi avevano narrato di Cortona, ritraendola come una città multiculturale, con aspetti umbri, italici ed etruschi, ma aperta anche al fascino della cultura greca ed orientale. Per Cortona è un passo nel progetto del grande MAEC inserito nel contesto dei maggiori musei archeologici europei che non sono semplicemente luoghi di conservazione ma centri di produzione culturale, ricerca e innovazione in grado di stimolare l’interesse del pubblico. Dopo l’esperienza con il Museo dell’Ermitage (2009), con il Louvre (2011) il Comune di Cortona e l’Accademia Etrusca stanno lavorando ad un progetto straordinario con il British Museum di Londra per il 2014. Una mostra che chiuderà un ideale percorso di riscoperta dell’immenso patrimonio etrusco sparso nei maggiori musei europei e che pone Cortona al centro di questo disegno. A suggellare, anche in questa occasione, la tradizione di collaborazione tra grandi Istituzioni Culturali ed il MAEC la mostra ospita preziosi reperti del Museo Archeologico Nazionale di Firenze e, in particolare, una straordinaria armatura in bronzo del IV sec. a.C. con elmo crestato proveniente da una collezione privata." (dal Comunicato scaricabile dal MAEC).

Particolare di fibula in oro conformato a pantera (580 a.C.), scaricabile dal sito del MAEC
E qui la storia si fonde con quella della mia famiglia, del mio trisnonno, ingegnere e direttore operativo degli scavi archeologici della Società Colombaria svoltisi in Toscana tra il 1858 e il 1866, su questo argomento è stato scritto un libro, Gli Etruschi e gli scavi etruschi nel Risorgimento, ma anch'io ho svolto le mie ricerche tra le PUBBLICAZIONI rinvenute a riguardo nell'Archivio Storico Italiano del Gabinetto Vieusseux e la corrispondenza conservata presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze intercorsa tra il mio trisnonno e alcuni dei protagonisti di questa grande avventura, tra questi Giovan Pietro Vieusseux, una delle figure più importanti della cultura europea dell'ottocento. Tante sarebbero le cose da scrivere su questa ricerca che mi ha riempito di orgoglio ma anche stupito su come a quei tempi la società fosse controllata da principi e regole ferree, forse più di oggi, come il seguire i lavori con un attenzione particolare alla sicurezza nei luoghi di lavori nonché alla cura nella manipolazione dei reperti, ma non solo. Infatti nella corrispondenza si parla di svolgimento di concorsi per ottenere posti pubblici, della puntuale tenuta dei conti e delle spese, dell'acquisto, tramite il Gabinetto Vieusseux e assieme all'ingegnere aretino Carlo Gatteschi suo futuro datore di lavoro come Ingegnere Capo della Provincia di Arezzo, degli Annali Francesi "Des Ponts et Chaussées", annali della prestigiosa istituzione del Genio Civile francese. Questo è il LINK alla corrispondenza che ho trascritto dagli originali depositati presso la BNCF.

Statua femminile, una delle più importanti scoperte del mio trisnonno
A quei tempi il mio trisnonno, come si evince dai documenti, lavorò molto negli scavi intorno a Cortona,  ma nel "Melone Francois", scoperto nel 1842 dall'archeologo e erudito Alessandro Francois, e nel Melone del Sodo gli archeologi dovettero attendere il 1909 per scavare scientificamente a causa dell'opposizione dei proprietari dei terreni. Tutti i reperti trovati durante gli scavi della Società Colombaria sono oggi conservati presso il Museo Archeologico Nazionale di Firenze. I documenti  a riguardo in possesso della Società Colombaria sono andati distrutti il 4 agosto del 1944 durante la ritirata dei tedeschi dalla città di Firenze che, per salvare Ponte Vecchio, distrussero tutti i palazzi che gli erano intorno tra cui il palazzo della "erudita società".
Reperti degli scavi della Società Colombaria, dal libro "Gli Scavi Etruschi nel Risorgimento"
Non so se alcuni di questi reperti saranno presenti alla mostra, sarà davvero interessante andare a vedere.


sabato 10 novembre 2012

What is a Tinker?

Tinker al raduno di Chirchester, dal sito Tinker Class Owners Association

Non è una petroliera! Il vero Tinker è stato disegnato da Fred Beyon-Tinker (così ora sapete da dove viene il suo nome). La Classe Tinker è nata più di 25 anni fa grazie al suo primo produttore, la Henshaw Inflatables Ltd. Da quei tempi il Tinker si è evoluto con opzioni importanti come la zattera autogonfiabile e la tenda di sopravvivenza gonfiabile. La forma dello scafo è stata aggiornata nel 2001 con cambiamenti nei profili dimensionali in aggiunta al punto di attacco del fiocco più avanzato. 
Esistono quattro modelli di base della gamma Tinker:
  • Traveller - (lunghezza: 3.66 m, sup velica: 5.45 m2) 
  • Tramp - (lunghezza: 2.75 m, sup velica: 4.83 m2)    
  • Foldaway Rib - (lunghezza: 2.75 m, sup velica: 5.50 m2)  
  • Funsail - (lunghezza: 3.15 m, sup velica: 4.83 m2)  
Con il kit "sailing performance" che include fiocco e rollafiocco il modello Traveller diventerà Star Traveller e il Tramp sarà Super Tramp. Tutti i Tinker sono gonfiabili e possono essere attrezzati a vela, a remi e a motore. Una volta sgonfiato e piegato il Tinker occupa poco spazio tanto da poter essere trasportato da un auto di medie dimensioni, l'albero si articola in sezioni di lunghezza massima di 1.8 m. Tutti i Tinker possono essere condotti da una sola persona e con più membri di equipaggio e ci possono essere montati motori fuoribordo tra 4 e 5 CV. Il Tinker si attrezza completamente in circa 40 minuti. (tradotto, interpretato e integrato da me medesimo, dal sito Tinkerowners).

Il Tinker con la tenda gonfiabile, immagine tratta da sv-footprint 
Il peso totale del Tinker si aggira intorno ai 45 kg, quindi può essere trasportato con la bici e con idoneo trolley si rispettano i limiti delle più restrittive leggi italiane.

Il borsone del Tinker, immagine tratta da sv-footprint 
Il Tinker è dotato di deriva estraibile come un vero e proprio dinghy, inutile decantarne quindi le doti di sicurezza, stabilità, facilità d'uso ed infine buone performance veliche in condizioni di vento fino a 15 nodi. Ma anche il suo prezzo di partenza sembra davvero interessante poiché fino agli inizi del nuovo millennio si aggirava intorno alle 600 Sterline.
Attraverso la Tinker Class Owners Association è possibile partecipare a raduni che si svolgono in Inghilterra ed in tutta Europa, ecco il Calendario 2013

Tinker al raduno di Chirchester, dal sito Tinker Class Owners Association
Il sito dell'ultimo fabbricante del Tinker non risponde, spero proprio che non ne abbiano interrotta la produzione perché il Tinker è una deriva gonfiabile utilizzabile come tender e/ o per fare saiolonbike e campeggio nautico davvero interessante. E c'è anche un bel video, ma su Youtube se ne trovano altri come quello di KeepTurningLeft



giovedì 8 novembre 2012


Bay-Dream 5.5, un trimarano carrellabile vela/ motore


Attraverso questo video eccovi la conferma di quanto sia decisamente interessante ed innovativo il Bay-Dream 5.5, questo trimarano "ibrido" di Astus Boats e del quale avevamo preannunciato l'uscita nel mercato. Stabilità, trasportabilità, comfort, economicità, facilità di attrezzaggio con un solo grande fiocco, mica male! Mi piacerebbe davvero provarlo.

Dal sito Astus Boats


Cinquecento per mille

Foto e dati tecnici da Italiantestdriver

Sono ben mille i chilogrammi che possono essere trainati da questo nuovo modello della FIAT 500 "familiare", oggi chiamata 500L "lounge". Notevole anche il bagagliaio che può contenere fino a 400 litri con gli schienali posteriori alzati e 1310 litri con tutti i sedili giù, certamente utili per chi si sposta con la barca a rimorchio.
Questi sono i dati tecnici principali:
Lunghezza: 4,15 metri
Larghezza: 1,78 metri
Peso in ordine di marcia: da 1.245 kg (0.9 TwinAir) a 1.315 kg (1.3 diesel)
Peso rimorchiabile: 1.000 kg
Motorizzazioni: da 85 a 105 CV con alimentazione a benzina, diesel e metano
Prezzi: a partire da 15000 € circa.
Con la 500L possono essere trainate barche con un peso massimo intorno ai 550 kg, diciamo fino alla versione odierna del Micropomo, il Pajnik 550 che pesa 580 kg e perfettamente compatibile anche per la larghezza.

Pajnik 550 sul carrello, dal sito Pajnik
Do quasi per certo invece che non ci si può trainare il VIKO20 che, seppur dichiarati 580 kg, ha un peso reale intorno ai 750 kg anche per i primi modelli, quindi ci vuole un auto che come minimo traini 1200 kg.


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