Nel video che vi ho postato ieri sui torrenti termali in Val d’Orcia il bravo Alex Revelli li ha definiti “lusso democratico” e visto che questo termine ha solleticato la mia curiosità non mi sono potuto esimere da esprimere un mio parere, visto e considerato che più di una volta anche di
democrazia della vela si è parlato, patrimonio dei cugini d’oltralpe.
L’era del lusso democratico
Gli "addetti ai lavori" nel mondo del glamour e della moda si stanno interrogando se questo ossimoro abbia veramente un senso, cioè che significato abbia parlare di democrazia del lusso, quest'ultimo inteso come possibilità di godersi la vita in modo dispendioso, se rimarrà sempre e solo per pochi. Alcuni hanno cercato di spostare le argomentazioni sull’etica del lusso ma ritengo che questo cambiamento di “prospettiva” sia del tutto simile a ciò che si tenta di fare quando si vuol far entrare il “ricco” dentro la cruna dell’ago. Mi spiace di cuore contraddire le ultime argomentazioni che personaggi molto più qualificati di me hanno espresso anche di recente, ma io credo che nessun ricco, nessuno di noi forse, entrerà nel “regno dei cieli” in quanto ricco di fronte ai milioni di bambini e diseredati che soffrono nella nostra indifferenza più totale. La verità è che siamo tutti buoni finché non ci viene tolto lo spillo che teniamo ben stretto nelle nostre tasche.
Ma, bando ai moralismi, io penso che il problema sia esclusivamente socio-culturale e che di queste ere, fin dalla notte dei tempi, l’umanità ne abbia vissute diverse e che effettivamente esistano semplicemente per il fatto ogni cambiamento della società ha generato l’avvento della sua era di lusso democratico.
Immaginiamo l’evoluzione dell’umanità come una scala in discesa, stretta in cima ma che si allarga sempre di più, nella “pedata” ci stanno progressivamente più persone, l’”alzata” è il cambiamento culturale e il benessere sociale, diciamo che se nell’alzata si rappresenta la società, allora c’è anche il lusso, come la cultura d’altronde, soggettivi e relativi ad ogni era e sempre più grandi e diffusi, più e meno. L’angolo in alto dell’alzata rappresenta il massimo della società, anche del lusso, quello in basso rappresenta invece il momento del cambiamento “democratico”. Notare che il "massimo" di ogni società consolidata sta all'opposto del suo cambiamento.
E’ evidente quindi che il lusso, o la sua percezione, non è un concetto assoluto ma relativo ad ogni era, ogni cambiamento ha comportato la sua era di democratizzazione del lusso, che passa, attraverso l'immagine dell'angolo in basso, nel momento in cui il cambiamento si è consolidato fino al prossimo scalino.
Al giorno d'oggi abbiamo la fortuna, o sfortuna secondo come la si vede, di vivere questa trasformazione, la globalizzazione con tutti i suoi difetti ha portato benessere a masse di diseredati a scapito dei benestanti “di un tempo” incrementando la “democratizzazione” della società, se per democrazia intendiamo maggior benessere e/ o possibilità di vivere dignitosamente per più persone possibile.
Il lusso di domani non sarà più il lusso di ieri, così come il lusso degli imperatori romani non era quello dei faraoni. La storia ce lo insegna, nessuna tomba di imperatore è stata ricca come quella di Tutankhamon, e il lusso di Berlusconi e del Briatore, per fare gli esempi a noi più vicini, non sarà mai come quello vissuto dal Re Sole.
Tutto questo solo per dire che il mio barchino, da sfigato di oggi, sarà il lusso di domani, contrariamente a quello che sperano in molti, cioè che lo yacht di Briatore di oggi sarà il barchino di tutti di domani. Non so se mi sono capito.
|
Il nostro barchino, sfiga di oggi o lusso di domani? |