Elena accanto ad una delle opere esposte di Icastica |
ICASTICA, dall'8 giugno Arezzo da spazio alle donne: 40 artiste internazionali in più di 20 location per riscoprire la città.
Stamani con Elena abbiamo fatto un giro per Arezzo alla scoperta di Icastica, questa bella ed importante manifestazione culturale che finalmente la nostra amministrazione è riuscita ad organizzare e a curare con intelligenza e spirito visionario.
ICASTICA è una manifestazione della cultura estetica internazionale. Le espressioni creative coinvolgono la dimensione di arte, architettura, design, teatro, musica, danza, in una sorta di prassi del saper mostrare, basata sulla forza della sintesi e dell’evidenza: per una struttura teorica della forma, abilitata all’esaltazione sostanziale immediata. ICASTICA saprà raccogliere la qualità formale da tutto il mondo, accanto a momenti di riflessione di approfondimento in grado di condurre la prima edizione a un tema che cade sull’attualità della condizione femminile. Tale concetto è riassunto dalla parola “glocal” (insieme di “globale” e “locale”), alludendo alla territorialità quale ascendente politico. Il termine Glocalisationnasce negli anni Ottanta in Giappone, ma viene importato un decennio più tardi nella lingua inglese dal sociologo Roland Robertson, per venire sviluppato in seguito dal filosofo polacco Zygmunt Bauman. Nel Duemila, in effetti, l’energia di una cultura è cultura dell’appartenenza, che arriva a uniformare attraverso i caratteri della singolarità. Si formano, così, i tratti caratteristici dell’unica possibile universalità: l’espressione quotidiana più vicina all’individuo del presente, ossia l’apparenza, la valenza linguistica come semantica di una moda da seguire e praticare in una sola maniera. E ciò nella donna si compie quale esasperazione di un concetto che la riguarda di più per tendenza antropologica, ruolo che è ormai stile. Dai marciapiede delle metropoli di tutto il mondo si guarda l’aspetto uniformato degli adolescenti – esplicito e codificato modello di espressività individuale, che diviene, in questo modo, universale con la proposta di giovani cinesi uguali a giovani americani, e di africani uguali ad australiani, e di europei uguali ad indiani. Come dato etnologico contemporaneo si rende esperibile la divulgazione di un’estetica dell’appartenenza, che trasporta via con sé i limiti della diversità quale chiusura, manifestando invece i vantaggi dell’atipicità locale che assurge al ruolo di promozione espressiva globale poiché globalizzante. (dal sito di Icastica)
Certamente un'occasione in più per tutti i miei lettori per venire a vedere Arezzo, la nostra città, una città stupenda nel suo centro medievale, un po' meno già nella prima cintura a ridosso delle antiche mura che in gran parte sono andate distrutte assieme alla fascia ottocentesca, incomprensibilmente e assurdamente rasi al suolo nel primo dopoguerra per dare spazio a brutture di ogni genere perpetrate fino ad oggi.
La città storica però merita una visita, e la merita ancora di più con Icastica che rende la nostra città, come ha detto Elena, accogliente ai visitatori. E' stato un piacere ed una gioia stamani riscoprire una città così bella, affascinante e colta, non mi era mai successo ad Arezzo.
Non avendo pensato a fare il biglietto, dal costo di 7€ comprensivo di tutte le mostre "indoor" sparse per la città, non abbiamo potuto vedere ancora tutto, provvederemo nei prossimi giorni.
Comunque sia passeggiare per il centro storico di Arezzo fa sempre piacere, per le sue meraviglie storiche e architettoniche.
Abbiamo avuto anche occasione di passare davanti al set del nuovo film di Leonardo Pieraccioni, "Un fantastico via vai", mentre giravano dentro al ristorante cinese in via Madonna del Prato. Lui stava girando all'interno altrimenti gli avrei detto "Ciao Leo!".
La sedia di Pieraccioni sul set del film "un fantastico via vai" |
E come sempre, ingenuamente, ci siamo fatti una foto. Questa è la FOTOGALLERY completa.