venerdì 9 settembre 2016
mercoledì 7 settembre 2016
Campeggio nautico alle Lofoten
Dal FORUM Ducky |
Un bel reportage fotografico di un catamarano gonfiabile cabinato Ducky alle Lofoten. Bellissimo.
Via: Forum Ducky
sabato 3 settembre 2016
Caldo, afa e poco vento
E' andata proprio così questa uscita di fine estate a Castiglione, il lago risentiva molto della calura estiva, anche l'acqua non era tanto buona per rinfrescarsi dal caldo e dall'afa.
Avevo creduto che qualche giornata di sole tra due perturbazioni, in aggiunta alle previsioni di windfinder, avrebbero portato un bel venticello invece così non è stato.
Dieci minuti di refolo e mezz'ora di calma piatta, alla quarta e dopo aver mangiato abbiamo levato le tende ma in ogni caso è stato comunque divertente, questa è la FOTOGALLERY.
mercoledì 31 agosto 2016
Pulire le vele su SoloVelaNet
Dal sito SoloVelaNet |
Su SoloVelaNet c'è un interessante articolo su come pulire le vele e come fare altre piccole manutenzioni.
lunedì 29 agosto 2016
Kayacat, the boat in a bag
Dal sito Kayacat |
Delle barche in una borsa ne abbiamo parlato spesso, ma questa Kayacat le supera veramente tutte. Questo è il messaggio che l'amico lettore Marco mi ha inviato stamani e che pubblico molto volentieri:
Ciao Francesco, spero vada tutto ok a te e famiglia.
Sto finalizzando l'acquisto dagli USA di un aggeggio che per noi malati di vela "sana" è un vero :"bijou". Si tratta di una startup che ha raggiunto il budget ed inizia la produzione. Consegna prevista primi di Novembre.
Dai un occhiata sul loro sito e credo che ti piacerà (kayacat.com).
Ciao a presto
Marco
Strepitoso! Sta veramente in uno zainetto.
Il prezzo per la versione vela si aggira intorno ai 1000 Dollari ma l'aspetto più importante è che la barca pesa meno di 10 kg e si arma in pochi minuti. Ovviamente la si può portare in bici senza nessun attrezzo complementare. Troppo bella.
Strepitoso! Sta veramente in uno zainetto.
Il prezzo per la versione vela si aggira intorno ai 1000 Dollari ma l'aspetto più importante è che la barca pesa meno di 10 kg e si arma in pochi minuti. Ovviamente la si può portare in bici senza nessun attrezzo complementare. Troppo bella.
Immagine tratta da un video di kayacat |
Grazie di cuore Marco, da parte mia e da tutti i miei lettori sparsi in giro per il mondo.
sabato 27 agosto 2016
lunedì 22 agosto 2016
venerdì 19 agosto 2016
domenica 14 agosto 2016
Mirror at Sea, Poole - Swanage
Ricordo ai lettori che il Dinghy Mirror è una piccola barca di soli 3.30 metri e del peso di circa 60 kg.
Come tenere puliti i bordi della WB e qualche altro accorgimento per il trasporto
Il tema è banale ma non poi tanto poiché per chi fa "cartopping" sporcare i bordi della WB con la gomma dei portapacchi è molto frequente, specialmente con il caldo. Io sono arrivato a proteggerli con i vecchi calzini bucati.
Giustamente chi ha progettato la barca li ha fatti ruvidi e resistenti in modo che si possano rigare ed intaccare più difficilmente ed in ogni caso, se questo accade, un rigo si nota molto meno che sullo scafo che è liscio.
Ho provato a pulirli con molti prodotti ma quello che funziona assolutamente meglio è l'acqua ragia poiché scioglie lo sporco che si annida nella superficie ruvida, il mezzo ideale per eliminare definitivamente anche la gomma fusa dal caldo è frizionare con una spugnetta abrasiva.
Subito dopo aver pulito con l'acqua ragia lavare bene con acqua e sapone o un detergente spray.
Un'altro consiglio che mi è stato dato per lucidare la barca, e per togliere soprattutto le piccole rigature, è utilizzare panno e dentifricio.
Per quanto riguarda eventuali intaccature più importanti ne riparleremo quando ci troveremo ad affrontare l'argomento, speriamo non troppo presto.
Un altro accorgimento che ho attuato è stato quello di mettere un elastico sul fondo dei tubolari sgonfi in modo da tenerli attaccati allo scafo il più possibile e proteggerli durante i vari rovesciamenti della barca.
sabato 13 agosto 2016
Solita uscita ma con le ochette
Non si vede dalle foto ma oggi al lago c'era un bel po' di vento, dagli otto ai dodici nodi ma nessun problema con MAE.
Sono uscito solo quando il vento era meno forte, non rischio mai da solo, guardate un po' come sbandava la barca sullo sfondo ed era una di quelle un bel po' pesanti.
Comunque in ogni caso tutto molto bello, come si vede dalla FOTOGALLERY.
Nota di servizio: non so perché Google si ostina sempre a modificare peggiorando visibilmente ciò che c'era prima, hanno eliminato Picasa e non posso più mettere le slide show ed è tutta una gran confusione. Mah, va tutto così!
venerdì 12 agosto 2016
Паруса Детства - le foto 2016
Dal sito Паруса Детства |
Паруса Детства, sempre belle da leggere e da vedere le storie e le fotogallery dei campus con catamarani gonfiabili a vela sul Volga.
Dal sito Паруса Детства |
giovedì 11 agosto 2016
Il Presepe dei Pescatori a Procida
Ogni tanto mi prende la nostalgia ed entro su StreetView a girellare per le strade di Procida con la speranza che vi abbiano inserito anche le vie che frequentavo di più, le case della famiglia di mia nonna in via Cavour o la spiaggia della Chiaia appartenuta allo zio Andrea e poi anche a mia madre.
Credo che il nucleo originario della famiglia avesse una casa nei terreni di Ciraccio, ancora di proprietà dei cugini, per poi ingrandirsi nell'ottocento acquistando un complesso che comprendeva l'ex carcere di Procida, posto proprio lì prima che le scelte scellerate degli amministratori di allora trasformassero un Palazzo Reale in Penitenziario dove fu trasferito.
Carlo III di Borbone, amante della caccia che trasformò tutta l'isola in una riserva, ebbe quasi certamente come guardiacaccia reale un mio trisavolo, quello che fu incaricato di accertarsi che nessun gatto fosse più presente ad infastidire lepri e fagiani. Ho trovato il suo nome nella ricerca condotta nel post "L'amaro destino dei gatti di Procida al tempo dei Borboni", anche se sappiamo bene che la fortuna della famiglia crebbe grazie alla navigazione, come per quasi tutti i procidani .
Carlo III di Borbone, amante della caccia che trasformò tutta l'isola in una riserva, ebbe quasi certamente come guardiacaccia reale un mio trisavolo, quello che fu incaricato di accertarsi che nessun gatto fosse più presente ad infastidire lepri e fagiani. Ho trovato il suo nome nella ricerca condotta nel post "L'amaro destino dei gatti di Procida al tempo dei Borboni", anche se sappiamo bene che la fortuna della famiglia crebbe grazie alla navigazione, come per quasi tutti i procidani .
Oggi mi è cascato l'occhio su questo meraviglioso Presepe dei Pescatori realizzato nella chiesetta all'interno della Terra Murata, il Castello Borbonico dei D'Avalos, oggi in stato di semi abbandono, almeno per quello che so .... e poi basta guardare fuori dalla porta aperta.
Io mi chiedo come ancora sia possibile che Procida, un gioiello del genere non sia stato inserito, e posto sotto tutela, nel Patrimonio dell'Unesco, e non solo la Corricella come alcuni hanno ventilato ma tutta l'isola.
Io credo che se, a questo punto, i procidani facessero pagare un biglietto d'ingresso, come l'isola meriterebbe, forse qualcuno si prendere maggior cura di questo immenso tesoro.
E' uno scandalo e una vergogna inimmaginabile.
Io, mamma e mio fratello nel terreno di Ciraccio, al tempo che fu |
lunedì 8 agosto 2016
domenica 7 agosto 2016
sabato 6 agosto 2016
WHAT IS SCUBAJET? Single Jet-Engine - multiple possibilities
Scubajet con adattatore per dinghy, dal sito scubajet |
Scubajet è una nuova invenzione ideale per esercitare la serie di sport acquatici più popolari come le immersioni subacquee, gli Stand Up Paddle Board (SUP) e più in generale lo yachting se applicato a canoe, kayak, catamarani gonfiabili e non, a vela e non, dinghy di ogni specie, etc.
Il motore è sicuro, adatto ai bambini, è in grado di fornire prestazioni con una potenza massima di 3,1 kW e con una durata delle batterie fino a 1,5 ore. La batteria è rimovibile e sostituibile con una eventuale di riserva.
La SCUBAJET può essere facilmente controllato con un telecomando resistente all'acqua. Il motore si spegne automaticamente anche se il telecomando è ad alcuni metri di distanza dal motore.
Lo Scubajet è lungo circa 80 cm, pesa 2,4 kg ed è abbastanza sottile da stare in una tasca di uno zainetto.
Lo Scubajet è lungo circa 80 cm, pesa 2,4 kg ed è abbastanza sottile da stare in una tasca di uno zainetto.
Sono previste diverse opzioni, o kit, per l'assemblaggio su diversi mezzi.
Molte informazioni, foto e video su questo prodotto eccezionale si possono trovare su Kickstarter.
Il suo prezzo stimato, una volta che sarà iniziata la produzione andrà dai 1300 ai 1500 $
Molte informazioni, foto e video su questo prodotto eccezionale si possono trovare su Kickstarter.
Il suo prezzo stimato, una volta che sarà iniziata la produzione andrà dai 1300 ai 1500 $
venerdì 5 agosto 2016
Sailbird Segelsystem DEMO-Video (2,30m Schlauchboot)
Nuovo video DEMO di Sailbird Segelsystem, armo a vela per canotti e gommoni a vela di cui abbiamo già parlato QUI.
Immagine tratta dal sito sailbird |
giovedì 4 agosto 2016
Resti di antichi frangiflutti: l'antico Porto di Classe
L'Antico Porto di Classe rappresentato nella Basilica di Sant'Apollinare Nuovo a Ravenna |
Antico Porto di Classe, abbiamo potuto verificarne l'esistenza, anche se non abbiamo visitato gli scavi, nella nostra gita a Ravenna. Inutile dilungarsi nella descrizione dei luoghi dei Ravenna, già Patrimonio dell'UNESCO, che lasciano il visitatore senza fiato. Questa è la FOTOGALLERY della nostra gita.
Partendo da uno degli stupendi mosaici presenti nella Basilica di Sant'Apollinare Nuovo abbiamo approfondito l'argomento con l'intento di ritornarci non appena il progetto completo del parco archeologico del porto sarà terminato.
L’insediamento di Classe nasce in età romana, quando Ottaviano Augusto stabilisce a Ravenna la flotta incaricata della difesa dell’Adriatico.
L’abitato prese il nome di Classe (che deriva dalla parola latina Classis, che significa flotta) solo in epoca tardo imperiale e bizantina, quando assunse l’aspetto che si vede nel mosaico di Sant’Apollinare Nuovo, a Ravenna (VI secolo): circondato da mura, probabilmente erette nel corso del IV secolo, con una porta urbica e il canale portuale di epoca romana, rimpicciolito e parzialmente chiuso, trasformato esso stesso nel porto di epoca bizantina, nel quale le navi, ormai solo commerciali, potevano entrare e uscire esclusivamente usando il flusso della marea.
Nel corso del V secolo, con il nuovo ruolo di capitale svolto da Ravenna, la civitas Classis assunse a sua volta una funzione fondamentale come sbocco commerciale e probabilmente di baluardo militare verso il mare. (questo e altro su: parcoarcheologicodiclasse).
Nell'affresco di Sant'Apollinare Nuovo mi ha lasciato incuriosito la rappresentazione della vela della barca posta in alto costituita da rettangoli conformati similmente a quelli delle mura della città. Forse che l'autore volesse dare un significato simbolico a quella vela? Chissà!
Ma c'è anche un'altra cosa importante che per mancanza di tempo non abbiamo potuto vedere a Ravenna, la Pietra Tombale del Costruttore di Navi Publio Longidieno esposta al Museo Nazionale. Da questa stele, della quale ne parlano anche nell'interessante blog dell'Associazione Arbit, si può capire quanto l'arte e la tecnica del maestro d'ascia siano rimaste immutate nei secoli, fin dalla notte dei tempi, tanto che la rappresentazione dello strumento di lavoro è del tutto simile a quella dei giorni nostri, ma anche la composizione stessa della chiglia e la tecnica di giunzione delle parti.
Nell'affresco di Sant'Apollinare Nuovo mi ha lasciato incuriosito la rappresentazione della vela della barca posta in alto costituita da rettangoli conformati similmente a quelli delle mura della città. Forse che l'autore volesse dare un significato simbolico a quella vela? Chissà!
Ma c'è anche un'altra cosa importante che per mancanza di tempo non abbiamo potuto vedere a Ravenna, la Pietra Tombale del Costruttore di Navi Publio Longidieno esposta al Museo Nazionale. Da questa stele, della quale ne parlano anche nell'interessante blog dell'Associazione Arbit, si può capire quanto l'arte e la tecnica del maestro d'ascia siano rimaste immutate nei secoli, fin dalla notte dei tempi, tanto che la rappresentazione dello strumento di lavoro è del tutto simile a quella dei giorni nostri, ma anche la composizione stessa della chiglia e la tecnica di giunzione delle parti.
Stele funeraria di Publio Longidieno, dal sito dell'Associazione Arbit |
Nell'attesa di tornare a Ravenna a scoprire altri tesori ci accontentiamo di osservare l'Antico Porto di Classe dall'alto grazie a Google Maps.
domenica 31 luglio 2016
Just like a dink
Visto che Tommaso verrà un giorno al mare con noi e non vuole i tubolari su MAE li ho tolti e ho fatto qualche prova. La Walker Bay mi è sembrata in ogni caso stabile e carina, sicuramente più "barca a vela".
Al Trasimeno ieri è stata una giornata fantastica, una lieve brezza ci ha accompagnato e rinfrescato tutto il tempo.
venerdì 29 luglio 2016
L'Ara degli Etruschi a Socana
Ieri pomeriggio abbiamo accompagnato Tommaso al campo scout e, di ritorno, ci siamo fermati a visitare l'Ara degli Etruschi in prossimità della Pieve di Socana, in Casentino.
Sono rimasto strabiliato per la sua rara bellezza e credo che, anche se forse è la meno conosciuta e fuori dai normali circuiti turistici - archeologici, questa sia l'ara etrusca più bella che sia rimasta. A parte l'Ara della Regina di Tarquinia, are etrusche simili a quella di Socana e risalenti allo stesso periodo si trovano nei pressi di Marzabotto, lungo la direttrice che portava dalla Tuscia verso il Mare Adriatico e la Pianura Padana, le rotte commerciali del grano e marittime privilegiate dagli etruschi prima che si imponessero quelle etrusco - romane del Mar Tirreno.
L’Ara e il Tempio etrusco sono stati ritrovati in seguito ai lavori di
restauro della chiesa di Pieve a Socana, effettuati negli anni 1966-
1972 dalla sopraintendenza ai Beni Ambientali, Architettonici,
Artistici e Storici di Arezzo. L’Ara fu ritrovata nel settembre del
1969: è molto ben conservata, ma manca la parte superiore. Sul
lato destro dell’Ara erano ancora presenti rivoli di grasso
attaccati alla pietra: nell’ara si sacrificavano capretti, agnelli,
cinghiali di cui sono stati trovate ossa e denti. L’Ara si trova
davanti al tempio, è a pianta rettangolare ed è lunga mt 4,99 x mt
3,75; al centro presenta una cavità rotondeggiante, costruita su
tre piani ed è un’ “Ara sacrificale” dove gli animali venivano
sacrificati alla dea Tinia Minerva alla quale era dedicato il tempio.
Sono stati inoltre ritrovati 12 scalini in “tufo locale” con sotto la
pietra d’appoggio che permettevano l’accesso al tempio il quale
misurava mt 40 x mt 18,40. Davanti ad esso sono state trovate
delle tegole di gronda, losanghe e ante-fisse, quest’ultime
risalgono alcune al V secolo a.C. e hanno forma di medane, altre al
III secolo a.C., sono di epoca ellenistica e hanno la forma di una
donna che rappresenta la testa della dea Minerva. Una delle antefisse
più belle è la testa di una donna con capelli lunghi fino alle
spalle, ondulati, occhi neri e una collana che ne orna il collo,
risalente probabilmente al 470-460 a.C. (Via: armanduck)
Testa della Minerva ritrovata a Socana, via Wikipedia |
Se da un lato abbiamo potuto constatare la bellezza di questa area archeologica, sul suo stato di conservazione siamo rimasti assolutamente delusi dalla carenza di informazioni ed indicazioni a riguardo. Non una segnalazione, non un cartello sulla sua storia. La scalinata all'antico tempio che si trova sotto la Pieve l'ha vista per caso Elena, io non mi sarei neppure accorto che esistesse.
La scalinata in tufo che apparteneva al tempio della Mineva si trova dietro quella grata in ferro |
Tutti siamo a conoscenza quanto gli etruschi prediligessero il tufo come materiale da costruzione ed il fatto che in zona fosse presente fa presupporre che questa non sia l'unica costruzione di rilevo realizzata in quest'area del Casentino. Gli stessi toponini: Rassina, di evidente derivazione etrusca, Tulliano, antica villa romana, Santa Maria del Bagno, forse antichissime acque salubri e termali può far pensare che alcune ricerche archeologiche potrebbero essere approfondite.
L'antica scalinata del Tempio nascosta sotto la Pieve di Socana |
Mi auguro inoltre che tutta l'area venga conservata e promossa con maggior attenzione, purtroppo anche voi, dalla FOTOGALLERY, potrete notare una notevole trasandatezza.
mercoledì 27 luglio 2016
Resti di antichi frangiflutti: la Villa Augustea di Palazzo a Mare a Capri
Palazzo a Mare
Una delle ville romane più significative è localizzata nell’area che porta il nome di Palazzo a Mare. La villa si estendeva su di una vasta superficie che va dalla punta Bevaro alla spiaggia nota come “Bagni di Tiberio”, disponendosi con vari nuclei tra mare e promontorio, secondo la tipologia della villa marittima caratterizzata da elementi architettonici sparsi, in posizione panoramica, nel contesto naturale. La villa, attribuita ad Augusto con successivi rifacimenti dovuti a Tiberio, fu scavata e depredata di pavimenti, capitelli e lastre marmoree dall’austriaco Hadrawa, nel Settecento; subì ulteriori danni durante l’occupazione francese, agli inizi dell’Ottocento, quando la parte centrale fu trasformata in piazza d’armi e vi fu costruito un fortino; l’attività edilizia ha, poi, trasformato ulteriormente l’aspetto dei luoghi, per cui dell’antica dimora imperiale non restano che spezzoni di muri di terrazzamento, alcune cisterne e scarsi avanzi dei quartieri residenziali.
Mappa dell'antica Villa, foto tratta da Archemail |
Di questi resti mancano studi
approfonditi che contribuiscano a
creare un quadro unitario del complesso:
da un’analisi sommaria sembra
che il grandioso sistema di
sostruzione e di approvvigionamento
idrico sia concepito secondo un piano
unitario e, pertanto, non ascrivibile a
due diverse fasi. Secondo il Maiuri, la
residenza vera e propria, di modesta estensione, era nell’area dell’ex-fortino,
poi trasformato in villa privata,
dove sono ancora riconoscibili alcuni
ambienti di incerta funzione, cisterne,
un impluvium (vasca per raccogliere
l’acqua piovana) rivestito di
marmo, resti di pavimenti a mosaico;
molti frammenti marmorei appartenenti
alla collezione Bismarck erano,
quasi certamente, elementi di arredo
della villa; nell’ampio spazio tenuto
a verde, invece, si dislocavano piccoli
edifici per il riposo e il godimento
delle bellezze naturali e paesaggistiche:
nell’area del vecchio campo di
calcio va riconosciuto un grande
giardino-xystus, dove passeggiava
l’imperatore, con una serie di
ambienti disposti all’intorno.
Una rampa con gradini di marmo,
attualmente nascosta dalla vegetazione,
conduceva al quartiere marittimo
della villa, al centro del quale si apre
la grande esedra-ninfeo. Pertinenti a
questo quartiere sono alcune vasche,
forse utilizzate per la piscicoltura, e
altre strutture in cui si è riconosciuto
un porticciolo di approdo alla villa.
Strutture sommerse sono relative a
impianti per la piscicoltura mentre
un quartiere rustico era, probabilmente,
ubicato dove sorge l’attuale
campo di calcio. (Fonte: Capritourism).
Resti del Palazzo a Mare, via Capritourism |
martedì 26 luglio 2016
Vaxholm Marina ha attivato l'alternativa ecologica alle antivegetative, eccovi i prezzi
Foto tratta dal sito Pakryss |
Vi ricordate BoatWasher, l'alternativa svedese all'antivegetativa? Finalmente c'è davvero qualcuno che comincia a crederci, e fa bene perché con questo sistema si riduce l'inquinamento in acqua e a terra, si risparmia benzina del 15%, si hanno scafi più veloci e performanti specialmente nella vela, si riducono le emissioni di carburante ed infine si risparmia in costi di manutenzione.
Il porto che ha fatto quest'investimento nel futuro è quello di Waxholms Gästhamn e sul loro sito potrete trovare informazioni e PREZZI. Come potete constatare voi stessi 3 lavaggi, che dovrebbero coprire quasi un'intera annata, costano circa 180 €. Fantastico! Cosa stiamo aspettando anche qui da noi in Italia? Già, dimenticavo i lobbisti e gli squali, mica siamo in Svezia.
venerdì 22 luglio 2016
What a wonderful world
"Che mondo meraviglioso!", questo è ciò che pensavo ieri al lago mentre veleggiavo. Nient'altro da aggiungere.
lunedì 18 luglio 2016
Meketre, uno yachtman al tempo di Mentuhotep III
Modellino di barchetta ritrovato nella tomba di Meketre, dal sito Maritime History Podcast |
Meketre è uno che fece carriera durante i regni di ben tre faraoni, Mentuhotep II, Mentuhotep III e Amenemhat I, appartenenti alla XI Dinastia del Medio Regno dell'Antico Egitto. Da quel che ci riferiscono le fonti passò dall'essere un semplice ufficiale fino a ricoprire cariche ben più importanti come quella di Cancelliere e Gran Maestro. Si parla di un periodo temporale che si aggira intorno ai 2000 anni prima di Cristo.
Nella sua tomba, situata accanto a quelle regali di Sheikh Abd el-Qurna, sono stati ritrovati numerosi modellini di barche tanto da supporre che il nostro Meketre fosse un esperto marinaretto.
Due sono le caratteristiche di questi splendidi modellini che mi hanno colpito di più, il primo è la conferma della tecnica che avevo già ipotizzato in un precedente post, La nave di Teseo sul vaso François ed i suoi interrogativi ancora irrisolti, di disalberare la barca quando questa non utilizzava la vela, l'altra è che lo yacht di Meketre veniva utilizzato per fare un "daysailing" che culminava in un pic-nic.
Da quello che si può osservare dalle varie mansioni dei componenti l'equipaggio, nel menu per la gita in barca di Meketre era previsto arrosto, pollame, bresaola, pane, birra, e una sorta di zuppa. Una ciotola annerita probabilmente conteneva carbone per arrostire la cacciagione, insomma per fare il barbecue.
Un uomo provvedeva ad alimentare una stufa sulla quale ribolliva una zuppa mentre dall'altra parte dello yacht una donna macinava del grano.
All'interno della cabina venivano preparate pagnotte di pane ma c'era anche chi pensava a produrre birra. Nella dinette dello yacht di Meketre non mancava nulla per fare dell'ottima cucina.
Nei modellini si trova anche la conferma che i rematori vogavano con le spalle a prua.
Tutte queste indicazioni, che destano un grandissimo interesse dal punto di vista storico e sociale poiché ci confermano che lo "yachting" ha delle origini che risalgono fino alla notte dei tempi, ci lasciano ancora con un grandissimo interrogativo: perché le barche venivano disalberate? Forse i ricoveri, ormeggi o marina avevano una porta di ingresso per essere meglio protetti o invece il disalberamento permetteva una vogata migliore considerate le linee d'acqua molto diverse dalle barche a vela di oggi?
Due sono le caratteristiche di questi splendidi modellini che mi hanno colpito di più, il primo è la conferma della tecnica che avevo già ipotizzato in un precedente post, La nave di Teseo sul vaso François ed i suoi interrogativi ancora irrisolti, di disalberare la barca quando questa non utilizzava la vela, l'altra è che lo yacht di Meketre veniva utilizzato per fare un "daysailing" che culminava in un pic-nic.
Da quello che si può osservare dalle varie mansioni dei componenti l'equipaggio, nel menu per la gita in barca di Meketre era previsto arrosto, pollame, bresaola, pane, birra, e una sorta di zuppa. Una ciotola annerita probabilmente conteneva carbone per arrostire la cacciagione, insomma per fare il barbecue.
Un uomo provvedeva ad alimentare una stufa sulla quale ribolliva una zuppa mentre dall'altra parte dello yacht una donna macinava del grano.
All'interno della cabina venivano preparate pagnotte di pane ma c'era anche chi pensava a produrre birra. Nella dinette dello yacht di Meketre non mancava nulla per fare dell'ottima cucina.
Nei modellini si trova anche la conferma che i rematori vogavano con le spalle a prua.
Tutte queste indicazioni, che destano un grandissimo interesse dal punto di vista storico e sociale poiché ci confermano che lo "yachting" ha delle origini che risalgono fino alla notte dei tempi, ci lasciano ancora con un grandissimo interrogativo: perché le barche venivano disalberate? Forse i ricoveri, ormeggi o marina avevano una porta di ingresso per essere meglio protetti o invece il disalberamento permetteva una vogata migliore considerate le linee d'acqua molto diverse dalle barche a vela di oggi?
La stufa presente nello yacht di Meketre, dal blog peashooter85 |