mercoledì 21 settembre 2011

Gli scivoli dal Monte di Procida per il Regno del Nettuno


Visualizzazione ingrandita della mappa

Se quello che ho scritto è vero, Procida, l'isola più bella del mondo, allora devo dare qualche informazione su come arrivarci, anche se queste sono mutuate più dalla tecnologia che dai ricordi. Infatti l'unica cosa che ricordo bene è che tenevamo il motoscafo nel cantiere proprio accanto allo scivolo di Baia e da lì partivamo per Procida con tutte le nostre valige a bordo, noi sette a volte anche con degli ospiti e il cane. Il motoscafo lo tenevamo ormeggiato tutto il mese alla boa davanti alla spiaggia della Chiaia, quindi credo ben protetto dai frangenti visto che è rimasto sempre lì e comunque non lontano ci sono la Corricella e le sue foranee dove poter riparare in caso di necessità.

Il nostro FIART ormeggiato alla Chiaia
Non bisogna dimenticarsi però che, contrariamente ad allora, oggi il Regno del Nettuno è Area Marina Protetta, quindi bisogna ben sapere dove andare e dove poter ormeggiare: Attività Permesse, dal sito Regno di Nettuno. Da quello che sembra tutto ciò in quella zona non può essere fatto, salvo autorizzazione.
Comunque, tornando agli scivoli, dal Monte di Procida ce ne sono due, uno nel nuovo Marina di Acquamorta, che è ben visibile su Google Maps, e l'altro è quello di Baia che si vede molto bene sulle Mappe di Bing: Scivolo di Baia, tutti e due sono buoni e facilmente accessibili. Altro consiglio da dare, oltre che cercarsi un bel parcheggio a pagamento, è quello di dimenticarsi di questi luoghi in pieno mese di Agosto, la stessa Procida e Ischia sono invivibili. Raggiungere le due isole invece è facilissimo, navi e traghetti a parte, e la traversata prevede circa due miglia di navigazione per la prima e, successivamente, altre due per la seconda. E' la navigazione ideale per una barca a vela di dimensioni medio piccole come le nostre e i luoghi, come già detto, sono meravigliosi.
Qualche altra informazione in più la potrete trovare su: 
Nota parcheggi: tra Pozzuoli e Baia ci sono diversi parcheggi a pagamento e, purtroppo, come in ogni luogo in Italia i prezzi sono abbastanza cari considerando che va lasciato anche il carrello.


martedì 20 settembre 2011


lunedì 19 settembre 2011


Yeoman & Kinsman

Dal sito Yeoman&Kinsman
Più sono i giorni che impiego ad approfondire questo bellissimo mondo della piccola nautica e più mi rendo conto di quanto in giro si trovano delle barche meravigliose. Che cosa si può dire di questi due velieri Yeoman & Kinsman, praticamente uguali meno il fatto che una è a deriva mobile e l'altra no, se non che lasciano stupefatti per la loro bellezza. Esiste anche l'Associazione di Classe di supporto agli armatori e agli Yacht Club per regate  e manifestazioni con tante informazioni utili e foto per chi fosse interessato.
Nonostante tutto mi stupisco ancora di quanto questo tipo di produzione venga del tutto snobbato in Italia, ma non dovrei: come si può in un paese diviso in due tra pochi, famosi, politici e  ricchi e dall'altra parte tanta povera gente che lavora a testa bassa nelle aziende, nei negozi e nel pubblico impiego, tartassata da ogni tipo di balzello, potersi permettere una barca di sei metri? E' ovvio che vadano per la maggiore solo i "loro" grandi yacht.
Ma dimentichiamo le cose sgradevoli e diamo qualche dettaglio:
Lunghezza: 6 m
Larghezza: 1.9 m
Peso totale: 670 kg
Peso zavorra: 325 kg
Sup. velica: 20 mq circa
Prezzo: ritengo che ragionevolmente e sulla base di quanto trovato in rete il prezzo della barca completa parta dalle 20.000 Sterline. Su Apolloduck si trovano degli ottimi usati dal 3000 alle 8000 Sterline.
Ovviamente sia Yeoman che Kinsman sono trasportabilissime con il carrello e parcheggiabili sotto casa.

Eccole in un bel video:


sabato 17 settembre 2011

Oggi lavori a bordo


Aspirina finalmente con il timone rimontato per il verso giusto
Purtroppo le barche hanno bisogno anche di un po' di manutenzione intermedia. Infatti mi ero accorto che, dopo l'antivegetativa, il timone mi era stato rimontato al contrario quindi ho dovuto togliere le spine, stenderlo nel pozzetto e girarlo. Sono cose da niente ma richiedono un po' di tempo e pazienza. Comunque il risultato è stato ottimo.

Ora il timone sta su bello dritto
Poi, massimo delle sciagure, mi ero accorto che il serbatoio interno del motore perdeva benzina. Con le vibrazioni si è rotta la pipetta di collegamento di un tubo inutile che chi ha progettato il motore ha voluto mettere tra la parte superiore ed inferiore del serbatoio per salvare un goccio di benzina. Ho dovuto tappare tutti e due i buchi di collegamento al tubo ed eliminarlo. Che pazienza!

Questo è il tubo che ho dovuto eliminare, le pipette di collegamento si sono rotte e ho messo due tappi
Peccato perché c'era un bel venticello giusto per noi tra i 6 e i 7 nodi, sarà per la prossima. Dimenticavo, ho dato anche una bella lavata, si vede è!

Aspirina bella pulita e a posto!


venerdì 16 settembre 2011

Hunter 15, un daysailer a misura di famiglia

Dal sito Hunter
Quante volte ci siamo chiesti quale poteva essere la barca ideale per fare "daysailing", ovvero sufficientemente comoda, spaziosa, sicura e che lasciasse tutta la famiglia asciutta per l'intera giornata senza dimenticare la cosa più importante: avere la possibilità di tenerla in giardino o in garage e poterla gestire in modo semplice e veloce. Mi sembra che questo modello della Hunter Marine, l'Hunter 15 uscito nel 2010, sia la risposta a tutte queste domande. Bello il pozzetto con il bordo libero alto che può garantire una piacevole navigazione a chiunque, sia allo sportivo che al velista della domenica, carino anche il gavone a prua.

Queste sono le sue caratteristiche principali:
Lunghezza: 4.42 m
Larghezza: 1.98 m
Pescaggio: 0.15 - 0.92 m
Sup. velica 9.96 mq
Peso: 170 kg
Prezzo: negli States, tutto compreso incluso il carrello, costa introno agli 8000 $, non so da noi. Il rappresentante in Italia della Hunter Marine è: Navytalia. Questa è la BROCHURE dove potrete trovare qualche dato in più.
Ho letto da qualche parte che questo Hunter 15 è la barca a misura di recessione, concordo ed è un aspetto da tenere in grande considerazione perché una barca così permette a tutti, ed in famiglia, di praticare la passione meravigliosa della vela. E' la barca ideale per andare ovunque, tutti assieme, e con poca spesa, insomma bella e azzeccata.

Una bella foto dell'Hunter 15 trovata in rete, secondo me con una bella tenda per la notte e/ o un tendalino per il sole sostituisce egregiamente un cabinato: 

Hunter 15, foto tratta da Pimpmyboat


The Crab Line, bici, barca e passeggiate nel Kent


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Mi sembra proprio un tipo di vacanza interessante quella che vi voglio proporre oggi: The Crab Line, a Whitstable Holiday Bungalow. E come non poteva colpirmi l'immagine della barca parcheggiata in giardino a disposizione dei clienti, un bel Microchallenger di cui abbiamo già parlato e di cui riparleremo a breve: Il Microchallenger una barca che merita.

Il Microchallenger parcheggiato in giardino, dal sito Crab Line Holiday
Ma oltre la possibilità di navigare lungo le sponde meridionali della Gran Bretagna, nel Southend on Sea, oppure di visitare in bici e a piedi quelle zone, in poco più di un'ora si raggiunge la magnifica Londra percorrendo strade e visitando luoghi a dir poco incantevoli con viste sull'Oceano imperdibili. I prezzi in alta stagione mi sembrano buoni e sono più che convinto che valga assolutamente la pena di farci un pensierino, insomma un tipo di vacanza pronta a soddisfare le esigenze di tutta la famiglia.

Il caratteristico porto a 10 minuti da casa a piedi, dal sito Crab Line Holiday
Qui si vede benissimo il vecchio porto dei pescatori: Whitstable, e a circa 15 miglia di navigazione iniziano  Le Bianche Scogliere di Dover, la meraviglia naturale più famosa di tutta la Gran Bretagna.


mercoledì 14 settembre 2011

Procida, l'isola più bella del mondo


Nel ringraziarmi dell'articolo scritto su di lui, Maybe nel Sud della Bretagna, Roger, ricordando Procida e le indicazioni che gli avevo dato l'anno scorso per arrivarci, mi ha confidato che secondo lui è l'isola più bella del mondo. Concordo! E non solo perché ci ho passato dei momenti meravigliosi durante le vacanze estive quando ero un bambino, oppure per il fatto che mia nonna era nata lì e nel mio sangue c'è un po' di procidano, no non è solo questo, non sarebbe abbastanza.

Palazzo di caccia borbonico alle Centane. Foto tratta da Alwaysonvacation
Dei miei antenati procidani sappiamo ben poco, vivevano in un grande "compound" situato in via Cavour nel quale si entrava attraversando un arco e che, oltre naviganti ed armatori come molti altri procidani, erano proprietari di alcuni appezzamenti di terreno e proprietà sparsi nell'isola,  dove ancora hanno casa dei cugini di mia madre. Tutto ciò mi rende un po' orgoglioso, sentirmi una parte di quest'isola anche se ora vivo in "continente". E' si, continente, perché i procidani chiamano la terraferma il continente, luogo in cui si recano solo per necessità e di molto mal volentieri. Così almeno era allora, quando la frequentavo, ma credo che sia così anche oggi, il procidano ama vivere solo nella sua isola ed in mezzo al mare.

La Corricella, foto tratta da Wikipedia
Se dovessi descrivere Procida a qualcuno gli direi che è un tesoro immenso nascosto e coperto da un vecchio straccio polveroso, non certo per incuria ed incapacità dei suoi abitanti perché loro fanno parte di tutto ciò, ma per colpa nostra, di tutti coloro che, come me, dopo averla vista da fuori anche se ne comprendono in pieno lo straordinario valore umano, storico, architettonico e naturalistico non hanno la capacità di cambiare il suo inesorabile destino di isola dimenticata. 


Si conosce così poco di quest'isola e dei suoi abitanti tanto che si è voluta definire l'architettura di Procida nella più modesta delle definizioni, l'"architettura spontanea", Cosa significa architettura spontanea, qualcuno me lo può spiegare? Come si fa a definire un qualcosa di così unico ed irripetibile come l'architettura delle case di Procida come architettura spontanea. Sinceramente non saprei come definire la meraviglia di forme e di colori delle case di Procida ma questa definizione mi sembra un po' riduttiva. L'arco, la scala rampante, le volte, mi ricordo che le grandi cantine di mia nonna e di mio zio, oltre a contenere botti e una miriade di cianfrusaglie odoranti di vecchio, avevano delle volte meravigliose, e poi quelle stanze immense delle sue case che nascondevano tante di quelle cose. I suoi tetti, i suoi colori, le sue grandi finestre, le case in cui ho vissuto a Procida sembravano destinate non a delle persone normali, ma a dei giganti, a degli esseri soprannaturali che nella mia fantasia di bambino assumevano le sembianze, una volta dei grandi marinai del passato, altre volte di personaggi indefiniti, tinti di nero, talvolta spaventosi, forse memorie sbiadite di racconti di invasioni e distruzioni da parte di pirati e orde di saraceni.

Mamma vestita da Graziella, dalla tradizione popolare procidana
Si è detto dei procidani che costruivano navi e che sono da sempre degli ottimi naviganti. E basta? C'è un bel libro intitolato "La Storia di Procida" del quale non si legge recensione che ho letto tantissimi anni fa,  lo vorrei acquistare perché ben poco mi ricordo. Penso che forse oggi ci vorrebbe qualcosa di più, quest'isola merita che qualcuno riscriva la sua storia in modo più accurato, scientifico, tanto da restituirgli la dignità ed il valore che merita, senza nulla togliere a ciò che è già stato detto oramai troppo tempo fa.
Voglio concludere questa piccola e modesta memoria su Procida asserendo con convinzione che non esiste nessun luogo della terra bello come Procida. Si è vero, vicino c'è Capri, Ischia, la Costiera Amalfitana, tutti luoghi meravigliosi ma che nulla hanno a che fare con il fascino e la bellezza di Procida. Se volete vedere Procida come era qualche decennio fa ne ho già parlato e ve ne consiglio la visione: L'Isola di Arturo. Credo ancora che Procida possa essere salvata da questo mondo distratto e un po' arrogante e riportata al suo antico splendore.

Il mare di Elsa Morante, da La Rivista del Mare
Nel rivedere il film tratto dal bel romanzo della Morante mi sono tornati alla mente gli ergastolani che, a volte, passavano incatenati lungo la strada che portava a casa di mia nonna o che incontravamo lungo le viuzze strette tra due muri. Il dolce ricordo di mia madre che mi prendeva per mano in senso di protezione mi stringe il cuore, com'era bella. Ma voglio tornare agli ergastolani e cosa hanno significato per Procida, secondo me una tragedia, in tutti i sensi. Se da un lato il risvolto umano di questa esperienza del Penitenziario durata circa un secolo e mezzo deve essere necessariamente rispettato mi chiedo come si possa aver trasformato un Palazzo Reale in una prigione, e non basta, continuare a mantenerlo in stato di assoluto degrado. Se tutti i giorni non faccio altro che vergognarmi di essere italiano e della classe politica che ci governa, e che peraltro ci meritiamo, credo proprio che non ci meritiamo affatto ciò che i nostri antenati ci hanno lasciato. Procida non la meritiamo!

Vivara, dal sito Vivara
A questo punto però non posso dimenticarmi il mare, come non parlare del mare scuro e profondo di Procida. Se vi aspettate il mare verde smeraldo della Sardegna o delle isolette del Pacifico qui non lo troverete. Il mare di Procida è mare, è mi tornano alla mente i momenti in cui mio padre ci buttava in quel mare così scuro per fare lo sci nautico, che paura, non si vedeva nulla, solo blu profondo. E poi quella roccia, il marrone scuro del vulcano che milioni di anni fa aveva creato l'isola dal fuoco e dalle fiamme, forgiata come una spada da Zeus. Il mare più bello di Procida lo si vede a Vivara, oggi riserva naturale ma che da bambini ci piaceva esplorare liberamente per lungo e per largo sognando di trovare sepolto lì un qualche tesoro lasciato dai pirati, chissà, forse c'è ancora.

Vorrei parlare anche dei limoni e dei suoi orti, ma questa è un'altra storia.


lunedì 12 settembre 2011

Explorer 20', il mitico


L'Explorer 20', una bella barca di produzione italiana che ho rivisto molto volentieri sabato al lago e che mi ha fatto veramente un'ottima impressione. Oltre la linea filante mi è sembrata una barca veloce, stabile e con un bel pozzetto spazioso. Barca da regata, ma anche da crociera, è la barca ideale per soddisfare le ambizioni di un velista che non si accontenta di avere solo una barca. Dislocamento leggero, deriva mobile con bulbo, interni abitabili, ampio pozzetto è sicuramente una barca da tenere in grande considerazione nella valutazione dell'acquisto e poi, aspetto di non secondaria importanza, è di produzione italiana con tutto ciò che ne consegue in termini di assistenza e costi accessori. C'è da aggiungere che il cantiere EXSOL, meglio conosciuto come Cooperativa Nautica, offre tutta una serie di servizi ed opportunità sui quali conviene di sicuro informarsi tanto che ciascuno si potrebbe personalizzare la barca esattamente come la vuole, insomma una barca unica e su misura di se stessi. Mi piace!


Queste sono le sue caratteristiche principali:
Lunghezza: 6.18 m
Larghezza: 2.40 m
Pescaggio: 0.50 - 1.40 m
Dislocamento: 750 kg
Zavorra con bulbo: 180 kg
Sup. velica: 25 mq

Un bel video prodotto da un armatore:




domenica 11 settembre 2011


A simple life


Ieri la consueta gita al Trasimeno, il vento è durato esattamente dalle 15 alle 17, poi se ne è andato inesorabilmente. Comunque due ore magnifiche con un venticello alternato tra i sei e gli otto nodi e la barca che filava intorno ai tre. Un po' distratto ho lasciato i parabordi giù .... e anche il motore. A simple life? Ci piace proprio questa vita semplice.


sabato 10 settembre 2011


venerdì 9 settembre 2011



giovedì 8 settembre 2011

Corso di navigazione - Glénans

Dal sito Ugo Mursia Editore
I QUADERNI DEI GLÉNANS 

Da usare senza moderazione, è uno stimolante della fantasia! 
Pagine: 1330 
Codice: 18165 EAN 9788842531197 
Collana: I quaderni dei Glenans 
Prezzo: 67€ 

Dal sito Ugo Mursia Editore: 
Con questo corso di navigazione del terzo millennio, pubblicato nella vesione italiana da Mursia, i Glénans vi offrono la possibilità di evadere in mare per tutto il tempo della sua lettura. Ascoltate e coltivate il richiamo del largo che vibra in voi. L'interesse di questo manuale risiede tanto nell'esperienza che i Glénans continuano ad accumulare solcando le acque dell'Atlantico e del Mediterraneo, quanto nella loro passione per il rinnovamento. Da più di cinquant'anni, un'esigenza da perfezionisti li spinge alla ricerca incessante di miglioramento in tema di mare, sicurezza e navigazione. Rispetto a quella precedente del 1995, questa sesta edizione a colori è completamente nuova. Il suo obiettivo rimane lo stesso: fornire i mezzi per governare una barca a vela con sicurezza, imparando ad affrontare gli elementi, vento, mare, correnti e.. la vita in equipaggio. Tra le numerose novità presenti in questo Corso, citiamo due capitoli inediti: La pratica sportiva e Homo maritimus. Quest'ultimo comprende la regolamentazione del diritto marittimo e la responsabilità in mare del proprietario o del noleggiatore di una barca a vela. Tutti i capitoli sono stati arricchiti, che si tratti della storia della cartografia marina, del routage meteorologico, oppure del cielo stellato o dell'evoluzione delle tecnologie e delle apparecchiature. Il Corso è frutto dei metodi attuali dei Glénans, basati sulla pratica prima ancora che sulla conoscenza teorica. E' il manuale di referenza per ogni appassionato diel mare: dal principiante al diportista esperto, senza dimenticare l'istruttore, il regatante e il curioso. Il lettore trova, alla fine del volume, un glossario e un indice analitico che facilitanola consultazione di 1300 pagine e più. Fontwe di documentazione unica nel suo genere, questo libro è il risultato dell'esperienza continualmente rinnovata degli istruttori e dei capibarca dei Glénans. 

La mia recensione personale:
L'ho comprato subito ed ho iniziato a leggere con avidità, ma non sono arrivato alla fine, almeno nel modo classico con cui si legge un libro. Il Glénans è un manuale e per questo motivo si va per argomenti, si deve cominciare da quello che al momento ci preme di più e poi via via argomento per argomento. Ritengo che sia un manuale di vela eccezionale e completo, per me forse fin troppo esaustivo nelle sezioni meteo e cartografia, ma è ovvio che debba servire a tutti. Ci sono sezioni che forse non leggerò mai come quelle sui catamarani o sui surf ma mi rassicura il fatto che ci siano. Ottimo, non si finisce mai di leggere.


martedì 6 settembre 2011

Maybe nel Sud della Bretagna

Dal blog di Maybe
Vi ricordate Maybe da Rosignano a Procida? Ebbene quest'anno Roger ha deciso di solcare altri mari e, con il suo Kerkena 6.1, ha navigato per ben sette settimane nel Sud della Bretagna. Nel racconto traspare la fatica di mari ben più difficili dei nostri ma le considerazioni finali se da un lato mettono in evidenza, con modestia, i limiti dell'equipaggio e della barca, e che invece a me sembrano fantastici, dall'altro esaltano la meraviglia dei luoghi e dell'esperienza. Certamente una piccola barca carrellabile con un dislocamento intorno ai 700 kg e con deriva mobile che naviga nell'Atlantico richiede indiscusse capacità  e consapevolezza ma i nostri amici ce l'hanno fatta e sono tornati molto soddisfatti. Tutto il racconto la potrete leggere nel blog: Maybe en Bretagne Sud. Roger, sei un mito!

Dal blog di Maybe

Ricettività sulle sponde del Trasimeno


Visualizza Ricettività sulle sponde del Trasimeno in una mappa di dimensioni maggiori


Ho prodotto una mappa interattiva con le "location", secondo le necessità, di dove alloggiare ed eventualmente ormeggiare. Ovviamente questa carta può essere d'ausilio a chiunque volesse venire a farsi una vacanza in barca, e non, in questo luogo a me caro.
Molte delle strutture visibili della mappa hanno la possibilità di ormeggio e/ o ricovero di una piccola barca, presso Acquadolcesailing, a Passignano, è possibile prendere a noleggio barche di varia metratura, cabinate e non.


domenica 4 settembre 2011

K1, la deriva a chiglia

Dal sito K1 Sailing
E' veramente bella la K1 questa deriva con chiglia a siluro, il suo design intende combinare velocità, stile, facilità di navigazione e sicurezza. E' l'unica deriva in commercio con un bulbo che pesa 60 kg, separabile dallo scafo che ne pesa meno di 50. L'albero e il boma sono i carbonio, le vele in Mylar - Hyde.

Dal sito K1 Sailing
Queste sono le sue caratteristiche principali:

Lunghezza: 4.57 m
Larghezza: 1.30 m
Peso scafo: 45 kg
Peso chiglia: 60 kg
Peso totale: 125 kg
Sup. velica: 11 mq

Presso Vander Craft in UK viene venduta intorno alle 7000 Sterline, il prezzo è alto ma personalmente credo che le valga tutte perché questa barca offre prestazioni e caratteristiche decisamente superiori a quelle della sue consorelle. Insomma, bella e imprendibile!
Un bel video del K1 con 20 nodi:


sabato 3 settembre 2011

Incontri con la refolella


Una refolella settembrina ci ha regalato un bel sabato pomeriggio in barca nonostante questo residuo di afa. Abbiamo fatto dei bellissimi incontri, un Meteor che ovviamente ci ha superato, un magnifico Comet 26, il Delphia 24 che, come al solito, lo facevano sbandare di brutto e altri barchini in lontananza.

Bello il Comet 26, grandissima barca
Il Delphia 24 che sbanda
Io felice al timone
I casi sono due, o un dandy o "il nonno cade"
La fotogalley completa:



Il Programma Trek+Ultra di Nauticaltrek

La sintesi del programma Trek+Ultra, dal sito Nauticaltrek
Il Programma Trek+Ultra è sicuramente da seguire con attenzione perché tutti gli utenti di Nauticaltrek vengono inviatati a collaborare nel progetto della barca ideale da "trekking nautico". Questa barca a vela dovrebbe avere caratteristiche tali da essere capiente, maneggevole e facilmente trasportabile in quanto l'idea di fondo è quella di abbattere i costi abbandonando il "marina" e offrendo la possibilità di visitare luoghi diversi ogni volta, insomma le due colonne che fondano le basi della nautica carrellabile. 
Le caratteristiche che dovrebbe avere questa barca a vela sono ben delineate nel programma che per correttezza preferisco non riportare per intero, riporto solo il peso massimo a vuoto che dovrebbe avere, cioè 500 kg in modo tale da poter essere trasportata da un carrello non frenato, prima perché i freni odiano il mare, e poi perché deve essere manipolabile a mano. Insomma tante considerazioni da valutare con interesse.

La Versione 5 del Trek+Ultra Trimaran


venerdì 2 settembre 2011

Overcoming glaucoma: Dennis Howard's story

Dennis Howard's Story, video visualizzabile sul Canale della CBS
Dennis Howard è un uomo che, come me, convive con glaucoma, lui ha il sette per cento della visione nell'occhio sinistro. Dopo l'incontro con un chirurgo per alleviare alcuni dei suoi forti dolori, ha deciso di non considerare il suo handicap non più un limite, e sta per tentare di navigare intorno al mondo, da solo.

Oltre la passione per la vela condivido con Dennis questa malattia, in aggiunta ad una debolezza congenita delle retine che mi ha tenuto fermo in ospedale per mesi, diversi anni fa, e ad un costante controllo ed attenzione delle mie retine bucherellate.
Buon vento Dennis!

I miei occhi fragili, un po' come me



Caesura e Aeon, la costruzione di due magnifici Melonseed Skiff

I Melonseed Skiff di Barry pronte per il battesimo, dal Blog Marginalia - Melonseed  Build
Sono rimasto sbalordito nell'osservare la passione e la cura con cui sono stati realizzati questi due magnifici Melonseed Skiff. Avevamo già parlato di questa barca, il Melonseed di Roger Crawford, ma non posso fare a meno di riproporvi la visione di questo blog nel quale vengono descritte tutte le fasi della loro realizzazione: Melonseed Build. Barry, il costruttore, spiega tutto con molta precisione dalla genesi fino al battesimo delle due barche, compresa l'origine dei due nomi.
I piani di costruzione del Melonseed Skiff possono essere acquistati presso "The Wooden Boat Store", costano 90$ in formato cartaceo, 0,99$ in formato digitale.
E' superfluo aggiungere che sono attanagliato da un'insana invidia nell'osservare la bellezza di queste due barche, sono meravigliose!

Un particolare di Aeon, dal Blog Marginalia - Melonseed  Build
Un video di Caesura che viene portata fuori dal laboratorio, dal Canale Youtube di Barry:


mercoledì 31 agosto 2011


martedì 30 agosto 2011

La Mini Altura 2011 in flottiglia di Lazy Lady e le altre

Barche in flottiglia, dalla FOTOGALLERY DI SERGIO
La Mini Altura 2011 è la crociera in flottiglia organizzata da cinque armatori di piccole barche carrellabili tra Mestre e Grado. Inutile descrivere ciò che voi stessi potrete osservare nelle meravigliose immagini che loro stessi propongono. Parliamo di velieri come Micropomo, Microchalleneger, Stag 18, ma quello che conta maggiormente sono i volti e la felicità dei loro equipaggi.

Approdo, dalla di FOTOGALLERY DI LUCA
A tutti quelli che mi chiedono informazioni se e come acquistare un piccolo veliero carrellabile posso solo dare un consiglio: siate certi che la vostra famiglia vi segua e poi guardate queste foto, lì troverete tutte le risposte.

Tramonto, dalla FOTOGALLERY DI FRANCESCO
Per concludere riporto ciò che Luca ha scritto nelle conclusioni nel suo DIARIO

Ricorderemo questa vacanza per molti motivi ... la bellezza di navigare in flottiglia, il caffè onnipresente di Franco e Luciana, lo sguardo stupito e curioso degli equipaggi incontrati ai marina, l'aver conosciuto Sergio, suo figlio Francesco e l'omonimo amico ... e anche l'imprevisto (risolto felicemente) occorso a Ivana.
Anche se non siamo arrivati fin dove volevamo a Pirano ... abbiamo vissuto una bellissima esperienza visitando dei posti incantevoli che, forse, non hanno nulla da invidiare alle costa Istriana. Comunque sia a Pirano prima o poi ci arriviamo ...
Nonostante vivere per quasi dieci giorni in 4 persone a bordo di un Micropomo non sia facile, soprattutto per chi è alto quasi 2 metri come me ..... le miglia fatte a vela non sono mai abbastanza e così quatto giorni dopo, il 18 agosto, il nostro equipaggio risale a bordo di Lazy Lady per una crociera di 5 giorni fino ad Albarella.
Ma questa è un'altra storia ...

Ecco i VIDEO di Luca, bellissimi:




domenica 28 agosto 2011


La vela è la nostra libertà


(Condiviso, tradotto, interpretato e integrato da quanto letto in rete)

La possibilità di praticare la vela non ha vincoli particolarmente onerosi, per esempio come il tennis o il calcio tanto che se sei una schiappa non ti fanno giocare, ma agisce liberamente, proporzionalmente alla abilità e alla passione che ci metti. Questa possibilità è disponibile alla stessa maniera sia per il velista della domenica che per la medaglia olimpica, come ricompensa per il principiante che per il “solitario” intorno al mondo, oppure semplicemente il modo per rilassarsi di un modesto impiegato o di un ricco imprenditore.  La sua arte consiste nel controllare la potenza del vento e delle onde in modo tale da procedere in avanti, spesso contrariamente a queste stesse forze e, indipendentemente dalla barca che si possiede, dipende tutto dal cervello. Per quanto abbiano riso al circolo velico dei tanti errori che ho fatto da principiante nessuno mi ha mai potuto negare la possibilità di praticare questa straordinaria opportunità.

Il fascino antico di questo mix ha impegnato la curiosità dell’uomo fin dalla notte dei tempi che fece della vela il principale mezzo di scoperta e comunicazione verso i “nuovi mondi”, dai Fenici fino a Cristoforo Colombo. Questo patrimonio di conoscenza aggiunge un valore storico e intellettuale al piacere della propulsione silenziosa, a ciò che a volte viene considerato solo dal punto di vista sportivo e ricreativo. E non è capitato anche a voi di considerare un semplice ormeggio a vela come un qualcosa di condiviso con gli intrepidi esploratori del passato? A me si, e più di una volta.

Affidarsi totalmente al potere naturale della vela crea un’intimità sensoriale con il mondo acquatico circostante e di conseguenza un innato rispetto per l’acqua e l’aria, i suoi principali elementi di supporto. Oggi il rispetto di questi elementi richiede una costante vigilanza contro il crescente inquinamento e le scelte sconsiderate dell’uomo che stanno minacciando l’intrinseca bellezza e purezza della natura acquatica.

Allora facciamo si che praticare la vela sia un punto di convergenza tra un passato glorioso e un passaporto duraturo per il futuro dei nostri figli.


sabato 27 agosto 2011

Marblehead 22, semplicemente se stessa

Marblehead 22, da Sail Magazine
Questo Marblehead 22, un day sailer in legno prodotto da Samoset BoatWorks, è semplicemente se stesso ma anche meraviglioso e se fossi ricco non ci penserei un attimo, lo comprerei subito. La rivista Sail Magazine ne fa una bella recensione: The Marblehead 22, dove potrete trovare molte informazioni su questa barca nonché un bel VIDEO.
Ecco il suo eccezionale piano velico, mi piace l'idea di questa vela come se fosse un surf, penso che questo sistema faciliti e semplifichi molto la sua regolazione e tensione. Bella, stupenda, fantastica! L'albero è in carbonio e, come potrete osservare, niente "rigging", ovvero sartie, paterazzo e strallo. 

Piano velico, dal sito Samoset Boatworks
Queste sono le sue caratteristiche principali:
LOA: 22ft 9in 
LWL: 18ft 8ft in
Beam: 6ft 10in
Displacement: 2300 lb
Ballast: 1.260 lb
Sail area: 271ft 2
Prezzo: 84.500 $

Jack e Matt, i due primi fortunati possessori del primo Marblehead 22, al Boothbay Harbor Yacht Club.

La Marblehead 22 di Jack e Matt, dal sito Bootbay Harbor Yacht Club


Topaz Taz, divertimento garantito

E' bella e molto interessante questa piccola deriva premiata come il miglior dinghy del 2011 dalla rivista Sail Magazine. Piccola, circa 3 metri, leggera, pesa meno di 50 kg, divertente e sicura Topaz Taz è la barca ideale per praticare la vela senza alcun pensiero. Il suo prezzo è inferiore ai 3000 dollari e viene consegnata ovunque, all'Europasurfandsailing, a Malcesine sul Garda, la potrete prendere a noleggio e provarla.
Dimenticavo, fuorché in Italia e d'altro canto basta vedere le teste che ci governano, una barca così si porta anche con la bicicletta e fare SAILONBIKE.

Una bella FOTOGALLERY da Sailing World, e c'è anche un bel VIDEO,


venerdì 26 agosto 2011

Que ces chaleur

Si prepara Aspirina per la partenza
"Que ces chaleur",era veramente caldo e forse ci siamo alzati tardi. Anche il vento se n'è andato in fretta per poi ritornare quando era l'ora di tornare a casa, fortuna che il nostro barchino si muove sempre, basta un alito, regalandoci la felicità di farsi cullare dalle acque placide del lago. Que ces chaleur, a tout à l'heure vela Trasimeno!

Il motore parte subito, come sempre
Solita foto di noi due
Calma piatta ma vele gonfie ..... mica facile!


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