giovedì 4 novembre 2010

Le responsabilità dello "skipper" e dell'equipaggio

Achab, grande Capitano.

(Tradotto e mal interpretato da me medesimo da Suite101)

Il comandante o il capitano deve essere un leader esperto che sia in grado di delegare e gestire la barca in tutte le condizioni, mentre l'equipaggio deve eseguire gli ordini. Prima di intraprendere una navigazione, è fondamentale che comandante ed equipaggio siano a conoscenza di quali sono le loro responsabilità e che siano in grado di lavorare insieme come una squadra, indipendentemente dalle circostanze. E' anche importante per entrambe le parti aver seguito qualche corso di sopravvivenza in mare o una formazione di base per la navigazione per i ruoli che si devono svolgere. 

Responsabilità dello Skipper
Indipendentemente dal nome con il quale è conosciuto, "capitano", "comandante", "capo", "skipper", "mister" o "boss" ci sono i ruoli chiave che questa posizione deve soddisfare per aiutare tutti a bordo, e arrivare alla destinazione prescelta con successo. Il Manuale della Sopravvivenza in Mare sottolinea le responsabilità principali associate alla funzione dello skipper, che include le seguenti:
  • Essere in grado di gestire la barca in tutte le condizioni
  • Avere familiarità con la barca e tutte le attrezzature
  • Essere addestrato e pronto ad affrontare tutte le possibili emergenze
  • Comprendere appieno / conformarsi alle normative
  • Essere in grado di navigare in modo sicuro sulla base di tutte le normative vigenti
  • Essere in grado di interpretare le previsioni meteo e saper ottenere tutte le informazioni meteo
  • Essere in grado di fornire la formazione adeguata all'equipaggio, se necessario.
Siate tolleranti con gli altri, purché non mettano a repentaglio la sicurezza. Ulteriori competenze richieste per lo skipper sono quelle di saper coinvolgere ed essere in grado di delegare, saper controllare, saper distribuire equamente i compiti, saper prendere decisioni e promuovere la coesione nella squadra. Un aspetto molto importante per essere un buon leader comprende anche la possibilità di saper ascoltare l'equipaggio e saper prendere le misure necessarie per garantire a tutti un adeguato benessere.

Responsabilità dell'equipaggio
Come lo skipper, anche l'equipaggio ha i propri ruoli e responsabilità, che include le seguenti:
  • Rispettare tutte le norme di sicurezza, per tutto il tempo della navigazione 
  • Capire come utilizzare tutto l'equipaggiamento di sicurezza e di emergenza 
  • Essere disposti ad eseguire tutti i lavori a bordo, sia quelli piacevoli che non 
  • Essere tolleranti con gli altri, ma senza compromettere la sicurezza 
  • Portare con se un coltello attaccato ad un cordino 
  • Essere in grado effettuare i nodi principali 
  • Mantenere la barca e le sue attrezzature in ordine  
  • Vestirsi adeguatamente
  • Non gettare rifiuti in mare 
  • Aver frequentato un corso di sopravvivenza e navigazione
  • Fare un corso di primo soccorso. 
Come sottolineato in precedenza, se lo skipper e l'equipaggio sono a conoscenza dei reciproci ruoli e responsabilità mentre navigano saranno avvantaggiati e concluderanno con successo la loro navigazione. Un corso di sopravvivenza personale e di navigazione sono fondamentali al fine di prevenire situazioni inaspettate che si potrebbero trasformare in tragedia. Se il principale ruolo di skipper è quello di essere un buon leader, indipendentemente dal meteo o dalle circostanze, il ruolo dell'equipaggio è quello di eseguire gli ordini, essere tolleranti con gli altri, rispettare tutte le norme di sicurezza e saper usare correttamente tutti gli equipaggiamenti di sicurezza e d'emergenza.


lunedì 1 novembre 2010

Tutto ciò che è utile e necessario avere per un buon "daysailing"

Navigar m'è dolce!

Ovvero tutto ciò che è necessario per non trasformare una tranquilla passeggiata in barca a vela in un incubo. Quelle che citerò di seguito sono solo le dieci cose per me più importanti, ma sicuramente ce ne potrebbero essere altre, diciamo che si parla dell'essenziale:

1. Esigenze fisiologiche: bugliolo o secchio con grande apertura, Porta-Potti, liquidi per dissolvenza etc.

Sapere di averlo è un gran sollievo!

2. Cura della pelle: repellente contro gli insetti, crema solare, protezione per le labbra, cappello, guanti, tendalino.

Il sole coce!

3. Idratazione: Acqua in bottiglia, the freddo, ghiaccio, borsa termica.

Serbatoio dell'acqua e fornello sono di grande utilità!

4. Alimentazione: fornellino a gas, accendino/ fiammiferi, barrette di cereali e/ o energetiche, scatolette, caffé, zucchero.

La galletta è utile quanto un maglione!

5. Navigazione: carta nautica, squadrette e goniometro, bussola, binocolo, orologio.

Tecnologia, che passione!

6. Comunicazione: VHF palmare, cellulare.

Porta il cellulare ovunque!

7. Sicurezza: combustibile di riserva, tutte le dotazioni di sicurezza previste, torcia elettrica, estintore, pompa a mano, secchio, pagaia, cassetta pronto soccorso, fischietti e/ o tromba, specchio.

Boetta ed estintore!

8. Meteo: barometro, termometro, guida alle previsioni meteo.

Stazioncina meteo, GPS e frigorifero, tre cose importanti!

9. Guasti: pinze, martelli, cacciaviti, chiavi, coltello, ago e filo per la vela, nastro isolante, fusibili, coppiglie, parti di ricambio varie, cime e cimette, candela, elica di riserva, etc.

Bisogna essere sempre in grado di far ripartire il motore!

10. Ormeggio: mezzomarinaio, parabordi, doppia linea di ancoraggio, cime di fissaggio.

E di vitale importanza ormeggiare bene!

domenica 31 ottobre 2010

Pesare la barca senza bascula


Il metodo dettagliato è descritto in questo sito: Nauticaltrek

Io ho semplificato un po' le cose, servono quattro misure fatte con un metro, una bilancia pesapersone e un filo a piombo:
P1: peso sul ruotino prima dello spostamento indietro della barca, in kg;
P2: peso sul ruotino dopo lo spostamento indietro della barca, in kg;
I: interasse tra ruota e ruotino, in metri;
S: misura spostamento indietro della barca (min 0.5 m), in metri
nota: per i decimali usare il punto

La formula è: (P1-P2) x I / S

Questo è il calcolo:

P1  in kg (peso sul ruotino prima dello spostamento)
P2 in kg (peso sul ruotino dopo lo spostamento)
Interasse tra ruota e ruotino in m
Spostamento indietro della barca in m (min. 0.5 m)
Peso della barca in kg              

Nota: la barca deve "scivolare" e poggiare soprattutto sui rulli centrali in basso mentre i rulli laterali devono servire da contenimento.


venerdì 29 ottobre 2010

Seaward Fox, un altro delizioso piccolo cruiser


Questo piccolo e bellissimo yacht di 17 piedi è ancora ordinabile "as a vintage" presso la Hake Yachts, direttamente dagli States. Ma per i carrellatori più convinti è possibile avere anche il 26RK, un vero e proprio grande yacht di circa 9 metri carrellabile, marino e spaziosissimo. Comunque voi tutti conoscete la mia predilezione per i più piccoli quindi vi parlerò solo del piccolo Fox.

Queste sono le sue caratteristiche principali:
Lunghezza: 5.3 m
Larghezza: 2.4 m
Pescaggio: 0.57 m
Peso: 650 Kg
Zavorra: 225 kg
Sup. Velica: 17.5 mq

Molte informazioni su questo "sofisticato daysailer" le potrete trovare su Quietboating, assieme ad altre interessantissime notizie e note tecniche.

E' veramente carino questo Seaward Fox:





mercoledì 27 ottobre 2010

Lo scempio di Talamone

Ultime barche portate via dal canale, foto tratta da Repubblica

Prendo spunto da un articolo di Repubblica che torna tristemente sull'argomento del nuovo porto di Talamone solo per ricordare cosa sono i nostri "governanti", locali e non. Non mi viene più nulla da dire se non un immensa, incontenibile tristezza mista a rabbia e malcontento. Tutte le osservazioni su questo eco mostro le potrete trovare in rete molto facilmente, questa è del WWF, ma ce ne sono altre.
Sto predisponendo uno spazio di circa 20 mq da togliere al mio piccolo giardino per poterci contenere barca e carrello, luogo dove inizia e finisce il mio rapporto con la nautica.
Una volta mi divertivo ad andar per porti a guardare e sognare delle belle barche, ora non voglio neppure più vederli, neanche da lontano.
Guardate, guardate che bellezza, mi ricorda qualcosa di familiare.

Foto tratta dal volantino del WWF

Dimenticavo, ricordatevi com'eraVisualizzazione ingrandita della mappa

Ecco il mio futuro posto barca:




martedì 26 ottobre 2010

Il coltello nell'acqua di Roman Polanski



La visione di questo film mi era stata raccomandata da un lettore e poiché la trama si svolge tutta in una barca a vela non potevo esimermi dal cercarlo e visionarlo. Sinceramente nelle due ore in cui è durato il film non ho mai scollato gli occhi dallo schermo attratto come non mai dallo stile delle due "Christine", le due vere protagoniste del film, la barca e la donna. Nella recensione pubblica che riporterò di seguito si ricerca il significato del film nel duello fra i due uomini che si contendono il coltello e la donna. E invece non penso che sia proprio esatto incentrare tutta l'attenzione sui due uomini, è la donna che esegue tutti i lavori e le manovre importanti in barca, è la donna che salva il marito quando la barca perde il controllo, ed è sempre la donna che la riporta al pontile, indenne, sopravvissuta alla prepotenza e alla stupidità del suo armatore: la donna e la barca. Significativo, se ci farete caso, il gesto in cui verso la fine il marito chiude la barca con il lucchetto quando aveva detto che in quel luogo non rubava niente nessuno, una identificazione della proprietà, la barca e la donna.

Una bellezza di altri tempi Jolanta Umecka, eppure sensuale nella sua imperfetta semplicità, bella e disarmante come la lancia a vela in legno, tutte e due, dal mio punto di vista, irresistibili. Il duello tra i due uomini diventa, secondo me, secondario e irrilevante e l'espressione della donna nelle ultime scene ne esalta la inevitabile, inequivocabile vittoria. E' il riscatto della donna sull'uomo che segnerà tutta la seconda metà del novecento fino ad oggi.
Bellissime e significative le ambientazioni nei Laghi Masuri (Mazury), insomma un film che mi è piaciuto moltissimo, denso di significati e di cui consiglio la visione a tutti. Allego qualche estratto fotografico e in fondo la recensione pubblica.


"Christine", la barca (fonte Marek): Lo yacht usato nel film di Polanski si trova in un capannone in condizioni non tanto buone ma probabilmente è possibile vederlo. La Mazuria che faceva parte dell'ex Prussia orientale prima della II guerra mondiale aveva una ricca storia di yachting. Durante la guerra li si trovavano tutti i più importanti gerarchi tedeschi. Come ho già scritto li è possibile visitare il quartier generale di Hitler. Una leggenda locale parla che la barca del film apparteneva a Herrman Goering. Si sa soltanto che possedeva uno yacht a motore e la sua vera passione era la caccia quindi non è una cosa certa. Quasi sicuramente ha navigato su un yacht simile.


Recensione pubblica: In procinto di partire per un'escursione in barca, un giornalista sportivo e sua moglie caricano sulla loro auto un giovane autostoppista e gli propongono di restare anche per la gita del fine settimana. Inizia così una convivenza " lunga 24 ore " nell'angusto spazio di una barca a vela che si fa teatro dello scontro psicologico, verbale ma anche fisico, tra i due uomini, antagonisti in una lotta che pare avere come posta in gioco l'attenzione della donna, osservatrice muta della disputa virile.
A tutti i costi i due vogliono dimostrare (all'altro, alla donna e soprattutto a se stessi) la propria superiorità: il modello familiare medio-borghese si contrappone allora alla spensieratezza e allo spirito d'avventura giovanile attraverso la contesa dei due "oggetti" ambiti: il coltello e la donna. Nello spazio ristretto e sospeso dell'imbarcazione, un microcosmo isolato e lontano dalla vita civile, gli impulsi e le passioni più profonde e basse dell'uomo vengono a galla più facilmente, dando vita a una parabola sulla natura umana, sugli istinti e sulle tensioni sociali e sessuali che la governano.
Al suo primo lungometraggio Polanski riesce così, con una disarmante semplicità di mezzi (una barca e tre personaggi), a costruire un'opera simbolica, densa di significati ed esteticamente raffinata (il bianco e nero fortemente contrastato, le inquadrature ardite e gli scorci inusuali). Quelle che saranno le atmosfere inquietanti e sinistre della sua futura filmografia si manifestano già in questa semplice storia tutta giocata sullo scontro psicologico e dialettico, in cui la tensione è sempre calibrata al punto giusto, pronta a esplodere da un momento all'altro. A posteriori, tipicamente polanskiana. Candidato all'Oscar come miglior film straniero (è stato girato in Polonia) nel 1963.

lunedì 25 ottobre 2010

Dalla Polonia Sasanka Viva 700 - ex charter

Dal sito Millennium

Varrebbe sicuramente la pena prendere un volo low-cost e andarli a vedere questi piccoli yacht carrellabili fabbricati in Polonia. Sono Sasanka VIVA 700 usati che vengono periodicamente venduti a prezzi molto bassi e sicuramente convenienti. Non male anche l'idea di farsi un bel charter nei laghi della Masuria, dove il regista Roman Polanski ha girato il suo primo film di successo "Il coltello nell'acqua". Questa è la lista delle barche in vendita: Nerw and Used Boat Sales, a prezzi veramente interessanti, tanto che il prezzo del trasporto diventerebbe poco influente.

Queste sono le sue caratteristiche principali:
Total length 7.30m
Shell length 7.00m Width 2.50m
Draught 0.32/1.40m
Mast height 9.0m
Weight 1350kg
Ballast 370kg
Keel 80kg
Births 6+1
Cabin height 1.70m
Mainsail 15.50m2
Foresail 9.50m2
Motor 4kM - Mercury SailPower


E dove ci andrei con una barca così interessante? Sicuramente la proverei proprio nei laghi della Masuria, in Polonia: Mazury


domenica 24 ottobre 2010

Da Parigi fino alla Grecia con un VIKO27

Dalla raccolta Facebook di Francois e Brigitte

Chi l'ha detto che uno yacht di circa 9 metri e 2 tonnellate non possa essere agevolmente trasportato da Parigi fino a Santa Maria di Leuca per poi navigare da lì fino alla Grecia? E' quello che invece che hanno fatto Francois e Brigitte e vi assicuro che dalle foto che ho potuto ammirare hanno navigato in dei luoghi fantastici. Complimenti agli amici Marinai di Terraferma Francois e Brigitte e Buon Vento per la prossima meravigliosa crociera con il loro VIKO27!




sabato 23 ottobre 2010

Windrider 17, uno stupendo compagno d'avventura

Foto tratta da Hydrosails Europe

Mi piace questo bel trimarano della Windrider, comodo, spazioso, veloce, idoneo anche per il camping nautico e, come sempre, facilmente carrellabile e gestibile. Ha la caratteristica che si governa con i pedali e le vele si regolano semplicemente con tre drizze tanto che può essere facilmente gestito in solitario stando comodamente seduti. Certamente è una filosofia della vela diversa, forse nuova, ma molto accativante e che stimola lo spirito ad una nuova ricerca di avventure e sensazioni. Insomma io credo che sia veramente bello. Completo di accessori dovrebbe costare intorno ai 10000 Euro, poi c'è da aggiungere un migliaio d'euro per il carrello. Ovviamente in Italia non c'è neanche un rivenditore, contrariamente a tutta Europa, ma chi si stupisce più oramai. 

Queste sono le sue caratteristiche principali:
Lunghezza fuori tutto: 5,30 m
Lunghezza al galleggiamento:  5,10 m
Baglio massimo: 3,80 m
Larghezza sul carrello: 1,80 - 2,50 m
Peso: 145kg
Superficie randa 9,0 mq
Superficie fiocco: 4,0 mq
Capacità massima: 363 kg

E questo è un bel video girato in Nuova Zelanda, nel Golfo di Harauki:




venerdì 22 ottobre 2010

Pocketship, la barca dandy


La barca "dandy", così è stato definito da Robert H. Perry di Sailing Magazine questo Pocket Cruiser fornito in kit dalla Chesapeake Light Craft e destinato agli autocostruttori. Il kit completo si porta a casa con poco più di 3000$ e onestamente le sue dolci linee di carena rimandano davvero la mia mente al Dandy Style:

Il Dandy è colui che non si sveglia prima delle due del pomeriggio 
Il Dandy è colui che vive per l'eleganza e lo stile 
Il Dandy è colui che ama gli oggetti di straordinaria bellezza 
Il Dandy è colui che professa idee pericolose e innovative 
Il Dandy è colui che tende a provocare ed affascinare allo stesso tempo 
Il Dandy è colui che non perdona né la volgarità, né la disonestà. 
...ma il futuro è in mano ai Dandy?
(dal blog TuttiDandy).


Queste sono le sue caratteristiche principali:
Lunghezza: 4.52 m
Larghezza: 1.91 m
Pescaggio: 0.41 - 0.91 m
Peso a vuoto: 363 kg
Peso deriva: 120 kg
Superficie velica: 13.77 mq
Posti letto: 2

Mi affascina molto questo pocket cruiser, se fossi un po' più capace a nazzicare con seghetti, colla e trapani non avrei dubbi, la comprerei subito per costruirmela .... poi entra precisa precisa nella rampa del mio garage.

C'è anche un bel video nel quale si può ammirare in tutto il suo "fascino":


E un bell'articoletto su Sailing Magazine.



Rollare la randa, ma non è così semplice?

Sea Pearl 21, ha due grandi rande completamente rollabili

Quando vedo queste cose non so se rimanere più sorpreso e meravigliato o, per contro, sconcertato e arrabbiato. Tutti i velisti della domenica come me, e specialmente quelli che navigano in solitario o con solo equipaggio "moglie-zavorra", si pongono sempre il problema di avere un armo semplice e che possa garantire sicurezza in caso di necessità. Come potete osservare nelle due imbarcazioni che l'azienda Marine Concepts produce, queste sono disponibili con due rande semplicemente e completamente rollabili. Questa tipologia di armo mi sembra una ottima soluzione e a questo punto chiedo una cosa ai fabbricanti di barche ed ai produttori di "rigging": si può essere un po' più elastici ed innovativi una volta tanto? Non ci sono problemi, per chi vuole continuare a mantenere alberi pesanti e vele difficilmente gestibili se li tengano pure, io preferirei di gran lunga avere un'attrezzatura siffatta. D'altro canto quello della vela è un mondo strano, quanto tempo è dovuto passare per accettare il genoa rollabile ed abbandonare la difficile gestione di fiocchi e fiocchetti?

Nel video si vedono le due rande parzialmente rollate.




giovedì 21 ottobre 2010

Si vive meglio con una barca piccola


Di Don Casey, Sailnet (tradotto e mal interpretato da me medesimo). 

Quando facevo l'insegnante di business una vita fa, in uno dei miei corsi era previsto un caso di studio sugli alimenti e di come fare ad iniziare una nuova piantagione di ananas in una piccola isola del Pacifico. Prestate attenzione a questo caso, è veramente divertente e significativo. Per portare a termine il caso abbiamo assunto praticamente tutta la popolazione indigena, e alla fine il progetto ebbe successo. Ma la cosa curiosa è che dopo aver pagato tutti nessun nativo tornò a lavorare alla piantagione. 

Ma diamine, che cosa era successo? Su questa isola remota i lussi consistevano in tutto ciò che il piccolo negozio aveva a disposizione: specchi, tessuto stampato, sedie di legno. Con il salario di due settimane  i nativi furono in grado di acquistare tutti i beni di lusso che avessero mai immaginato di appartenere e poiché la loro vita non poteva  essere migliorata di più non videro alcuna ragione per continuare a lavorare nella piantagione. 

C'è una lezione per i marinai in questo racconto. L'essenza della vela è il momento in cui tutti i pensieri fastidiosi si perdono in una scia diritta, quando il movimento del timone è diretto dall'orecchio, quando le vele e il cuore si gonfiano in concerto. Ma per sperimentare questa magia è necessario solo uno scafo scivoloso e una vela decente. 

Eppure l'impressione inevitabile che si ottiene dalla maggior parte degli articoli presenti in tutte le riviste patinate di nautica e di vela è quella che per ottenere il massimo del piacere dalla navigazione bisogna possedere una barca bella grande, un motore affidabile e avere tutte le ultime stregonerie elettroniche a disposizione. Io credo invece che, ironia della sorte, il divertimento della vela può essere mascherato o addirittura completamente annientato del tutto nel perseguimento di tutti questi elementi, o nella continua frustrazione della loro assenza. 

Già da subito si corre il rischio di perdere il lume della ragione con la scelta della barca. In America si tende a pensare "grande è meglio", partendo dalle case più grandi, poi nelle automobili, fino agli hamburger. Ma a questo punto bisogna porsi una domanda: le barche a vela più grandi sono veramente più divertenti? La verità è che alla fine della giornata abbiamo fatto un tale sforzo che le gite di piacere diventano eventi. Quando si ha una barca piccola è possibile navigare in un batter d'occhio, vantaggio estremamente importante per un passatempo totalmente dipendente dai capricci del vento. Le piccole imbarcazioni godono di altri vantaggi che sono in gran parte dimenticati dai media come il fatto che sono più facili da gestire e forse anche più sicure per un equipaggio ridotto. Le conseguenze di un errore come un incaglio o una  collisione, per esempio, sono quasi sempre meno gravi, e il recupero dell'imbarcazione più facile. Le piccole imbarcazioni sono sempre a portata di mano, e possono essere utilizzate anche in acque protette e possono attraversare anche acque basse. 

Le piccole imbarcazioni sono anche più economiche da acquistare, gestire e mantenere. Con tutte le altre attività che impegnano il tuo tempo libero, considerato il piccolo investimento, le barche più piccole possono rimanere molto più comodamente "inattive". Alla lunga questo aspetto ha un enorme impatto sulla godibilità della vela. Non fraintendetemi, non sto qui a snobbare le barche grandi ma mi sto rendendo conto che nella comunità della vela ci si avvicina di molto ad una dinamica simile al principio di Peter, detto "principio di incompetenza" e cioè che ogni lavoratore tende a salire fino al proprio livello di incompetenza. In pratica  i marinai si auto convincono a comprare barche sempre più grandi fino a quando la loro proprietà diventa così onerosa che la vela non è più divertente. Come si fa a difendersi da questa sciagura? Io non lo so. Se ci fosse stato un supermercato su quell'isoletta del Pacifico ho pochi dubbi che la maggior parte degli indigeni sarebbe ancora al lavoro oggi, ma per la maggior parte, non per tutti. 

Io penso che lo stratagemma migliore sia quello di possedere una barca sostanzialmente più piccola di quello che ci si possa permettere. In questo modo il divertimento è quasi certo, e il denaro risparmiato permetterà di equipaggiare la barca al meglio. I veri piaceri poi sono nella navigazione e mai a terra. Inoltre tra il tempo e il denaro spesi per la barca, quello che dà sempre il ritorno maggiore è il tempo. Molti miei lettori che vogliono acquistare una nuova barca mi chiedono sempre una lista di "papabili" e una lista di quelle da evitare. La mia risposta, ovviamente, è che non ho sufficienti informazioni visto che che se si parla di qualità o prestazioni qualcosa la potrei dire, ma non so assolutamente niente sulla loro idoneità. 

Tanto più che nessuna barca vi potrà mai soddisfare pienamente, la barca ideale non esiste. Se volete una barca che vi ispiri fiducia a prima vista non aspettatevi che sia brillante anche con vento leggero. Se invece una barca è divertente, tanto che renda emozionante un week-end, non è probabile che possa attraversare un oceano. Non aspettatevi mai forti accelerazioni e grande capacità di carico allo stesso tempo. È possibile acquistare una barca per correre in un club velico e poi una per fare il giro del mondo ma non ce ne sarà mai una che possa fare l'una e l'altra cosa contemporaneamente. 

Sembra quindi logico che il primo passo per determinare quale barca si dovrebbe comprare dovrebbe essere quello di determinare in che modo avete intenzione di utilizzare la barca. Ma la passione della vela è più epifanica che razionale, più spirituale che pratica e trascurare questa verità ci mette a rischio di prendere la decisione sbagliata, nonostante tutti i ragionamenti che si possano fare. Quindi per me il primo aspetto da prendere in considerazione è la bellezza. Molto di ciò che mi piace nella vela è l'aspetto estetico, se è la graziosa curva delle vele bianche contro il blu del cielo, oppure i dolci fruscii che solleticano i miei timpani abusati, o il calore inaspettato di una fuoriuscita di luce da un oblò nella notte. Di conseguenza trovo la bellezza in una barca più appagante che la velocità, o lo spazio, o il design innovativo. Quando mi faccio trascinare dalla mia barca  mi accorgo che la mia testa è inclinata più o meno allo stesso modo di quando ammiro un'opera d'arte. Mi sento privilegiato di possedere una barca così bella. Questo senso di orgoglio ha sostenuto la nostra relazione per 25 anni. Qualunque sia la vostra idea di una barca bella è che dovrebbe comunque essere il punto di partenza nella ricerca. Se la velocità non è  importante per voi non lasciatevi condizionare da chi vi vuole scoraggiare dal comprare una barca che ti piace perché è "lenta". 

Limitate le vostre aspirazioni e piuttosto pensate a come utilizzarla da subito. Anche la tanto discussa navigabilità o "marinità" sono concetti relativi, infatti la barca che si acquista dovrebbe fornire un elevato livello di sicurezza  per il modo in cui la si utilizza quindi non sono valori assoluti, come la bellezza che è negli occhi di chi guarda. È possibile trovare una barca che è veloce e allo stesso tempo di avere lo spazio di un appartamento, ma se non ti senti un po' orgoglioso di essere il proprietario di una barca da pesca, sei già sulla buona strada per guardare per la tua prossima barca. Se ti interessano le corse piuttosto che le crociere la velocità diventa l'aspetto prioritario e si può essere felici se la barca è veloce, ma..... 

Non date troppa importanza alle performance perché, per esempio, la velocità è un concetto relativo. In una tipica giornata di vela la barca più veloce della flotta getterà l'ancora mentre sta arrivando la barca più lenta. In tema di velocità, mi si permetta una piccola digressione. Vedo spesso citata l'affermazione che le barche  veloci sono anche più sicure. Questa logica troverebbe fondamento nel fatto che l'esposizione agli agenti atmosferici è ridotta. Ma allora questo ragionamento dovrebbe valere anche per le auto, premiamo sull'acceleratore così siamo meno esposti ai pericoli della guida.  Mi piace la velocità nella guida, come chiunque altro, ma più veloce va la barca, più si corrono rischi di collisione, maggiore è lo stress sul rigging, e minore è il tempo per reagire agli imprevisti. Se si dispone di abbastanza cibo e acqua a bordo la semplice verità è che più la barca è lenta e più è sicura. Naturalmente, nessuno vorrebbe andare alla deriva in un oceano, ma non non ci convinciamo che siamo più sicuri in una barca veloce. 

Tornando ai criteri di selezione, il costo è il numero 2 della mia lista. Per la maggior parte di noi la vela è sempre in concorrenza con altre attività in relazione al tempo libero che abbiamo. Se si spende troppo all'inizio si rischia di non potersi permettere la  manutenzione e l'ormeggio e alla fine si può arrivare alla triste conclusione che non ci si può permettere la vela. Invece tutti possono permettersi la vela. Quello che non può ci si può permettere è solo una barca sbagliata. Altro aspetto importante da considerare è che la barca che si acquista sia adatta al tipo di navigazione si può fare adesso, non quello che si spera di fare in futuro. 

Tutte le altre considerazioni che si possono fare hanno meno importanza, scegliere una barca è un lavoro duro, ma se sei onesto con te stesso, persistente e paziente, la barca perfetta sarà la tua ricompensa.


"L'essenza della vela è il momento in cui tutti i pensieri fastidiosi si perdono in una scia diritta, quando il movimento del timone è diretto dall'orecchio, quando le vele e il cuore si gonfiano in concerto."

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