lunedì 25 novembre 2013

Poly Navicular Morbus

Tra gli altri, mettere troppa roba in barca è un sintomo
Ultimamente il mio PNM sta divampando in modo preoccupante, l'unica cosa che mi consola è vedere gli annunci di tutti gli altri che vendono, vendono, vendono e poi comprano, comprano, comprano prima più piccola, poi più grande, poi carrellabile, poi abitabile, poi col cesso, poi senza cesso, poi che piace alla moglie, poi al vicino di posto barca ....... mi sembra di esserci già passato.
I sintomi sono evidenti, quando si vede l'immagine di una barca che non si possiede, o peggio ancora la si osserva passare su di un carrello in autostrada, si passa in pochi attimi dalla gioia nel vederla alla depressione più totale nel non possederla, ed infine un prepotente desiderio di dimenticarla con un bel bicchiere di rum, ironia della sorte non posso perché non sono un bevitore.
Allora l'unica soluzione potrebbe essere quella di regalare la mia barca a mio figlio o a mia figlia, ma a questo punto la malattia è progredita in maniera inesorabile, al di là di ogni possibilità di poterla curare, perché sembra che l'unica cura sia quella di acquistare un'altra barca!
(Molto liberamente ispirato e ampliato da: Trailersailor)

Keep Turnin Left ha creato un gruppo stile alcoolisti anonimi, stop-dipendenza, che con l'ausilio di psichiatri e psicologi cerca di offrire un utile strumento di autodiagnosi per aiutare gli armatori di barche a capire se soffrono di questa malattia, che sembra ancora incurabile.
La somma totale in piedi di barca posseduti è un parametro di base importante, ci rientrano anche canoe, kayak e tavole ma non i canotti. Per catamarani e trimarani le dimensioni vanno moltiplicate per due e per tre.
Queste le prime conclusioni:
  • meno di 20 piedi, malato dormiente
  • tra 20 e 50 piedi, infetto
  • tra 50 e 100 piedi, malato in stato avanzato
  • tra 100 e 150 piedi, malato seriamente
  • tra 150 e 250 piedi, malato cronico
  • oltre i 250 piedi, incurabile
Tenete presente che personalmente con le mie tre barche, escluso Papì che è gonfiabile, da me possedute sono intorno ai 65 piedi, quindi già "malato in stato avanzato".
Durante le confessioni di gruppo, nelle quali si è espressamente giurato di non divulgare informazioni relative ai presenti, sono venute fuori alcune importanti considerazioni:
  • la sofferenza è interiore, esteriormente la nostra vita di armatori e marinai sembra essere felice e ben regolata;
  • il primo sintomo classico della malattia è quello di mettere troppa roba in barca;
  • il secondo sintomo classico è quello di mettere la propria barca in vendita negli annunci on-line per poi ritirarla;
  • il terzo sintomo, uno dei più gravi, è quello di fingersi dispiaciuti dopo averla venduta quando invece sappiamo benissimo che il giorno in cui non l'abbiamo più, come quello in cui l'abbiamo acquistata, è il più bello della nostra vita di armatori;
  • il quarto sintomo sono i dubbi che perseguitano l'armatore in merito alla provenienza e alla qualità della barca che si possiede. Sarà che questa è venuta male? Se è usata come l'avrà tenuta il precedente armatore? Non sarà da cambiare, magari il nuovo modello della stessa barca?
  • il quinto sintomo è legato al precedente, caso strano chi soffre di PNM possiede imbarcazioni spesso simili;
  • l'ultimo e il peggiore di tutti i sintomi è possedere un blog in cui si parla solo di barche
Sono fritto, che non abbia diritto ad una pensione di invalidità?

(Molto liberamente ispirato e ampliato da: Keep Turning Left e Small Craft Advisor)

Su Small Craft Advisor in 10 Suggestion for Safe, Sane and Solvent Sailing, al punto 8, si dichiara espressamente:

8) Non possedere troppe barche.
Questo è molto, molto importante. I buoni marinai possiedono solo due barche, una grande e una piccola. Possedere, o aver posseduto, troppe barche è una vera e propria maledizione e agisce come deterrente alla felicità, tanto da rendere frustrato il navigante. Le buone barche richiedono manutenzione e la manutenzione richiede tempo, tempo che dovrebbe essere impiegato navigando. Quella di possedere troppe barche è ormai una malattia: si chiama, nome riconosciuto a livello internazionale, PNM o Poly Navicular Morbus.


sabato 23 novembre 2013

Lavori a bordo: la barra del timone

Il timone di Aspirina rimesso a nuovo
Mentre eravamo lì che prendevamo tutti e quattro il tè delle cinque, anzi in cinque perché c'è anche la Meg che pretende i biscotti, ho rimontato la barra del timone che nei giorni scorsi avevo provveduto a scartare e riverniciare. Anche questa operazione, come la pulizia delle vele, la revisione del motore, la sistemazione della barca per l'inverno, il lavaggio del tendalino e l'antivegetativa, fa parte dei riti che ogni armatore deve attuare periodicamente per prendersi cura della sua amata barchina.
La barra del timone l'avevo rifatta solo due anni fa tanto che ho deciso di realizzare una foderina per evitare rifacimenti troppo ravvicinati.
Questa volta non ho usato il classico flatting nautico ma una vernice all'acqua della Syntilor, lucido, per esterni, color mogano chiaro, come carta vetrata ho usato la grana da 60 per asportare il vecchio e da 100 per rifinire. Questa meraviglia è venuta fuori con sole tre mani di vernice.

Prima o pi ci sarà da riverniciare anche il tavolo
Eccovi il timone nelle varie fasi di lavorazione, condotte tutte in garage causa maltempo dei giorni scorsi.

Ridotto malino e poi scartato riportato al nuovo

venerdì 22 novembre 2013

Discorso sul P.I.L.



A 50 anni dalla morte di JFK ho preferito non parlare di una delle tante ipotesi sulla sua morte quanto riproporvi il "Discorso sul P.I.L." che suo fratello Bob tenne all'Università del Kansas.
Di JFK e di Bob si è parlato oggi su RAI 3 - La Grande Storia, uno dei più bei programmi del nostro servizio pubblico radiotelevisivo.


giovedì 21 novembre 2013

Gli interni di Aspirina su SketchUp

Gli interni di Aspirina realizzati da Iperegocentrico
Molto bello il lavoro che vi ho segnalato qualche post fa, "Il VIKO 20 di Iperegocentrico su SketchUp", visto che, selezionata con la freccia la tuga e poi spostata, sono visibili anche gli interni esattamente come sono realmente.
Ancora complimenti Iperegocentrico!
Un solo rimprovero, hai visto male le mie foto, il mezzo marinaio sta appoggiato sulla sinistra, sulla parete del bagnetto.



mercoledì 20 novembre 2013

Onda Sailski, divertimento puro

Onda Sailski, dal sito Lightspeed Kayaks
Mi piace un sacco questa soluzione, semplice, comoda, portatile e multifunzionale, l'Onda Sailski, una tavola da surf con l'armo velico.
L'Onda può essere utilizzata per qualsiasi tipo di navigazione, dalle escursioni lungo costa  fino al semplice divertimento da spiaggia utilizzandola come una piattaforma da gioco, per una nuotata, o per il fitness. Ritornati alla spiaggia, scesi con l'acqua fino al ginocchio, la si trasporta con estrema facilità senza doversi sottomettere a rocambolesche discese dal pozzetto.
L'Onda è l'ideale per il divertimento estivo dei bambini, ma non solo perché è attrezzata e per garantire prestazioni veliche di tutto rispetto anche agli sportivi.
E' possibile utilizzarla come windsurf, come barca a vela, come kayak o come stand up paddle modificando con estrema facilità e a piacimento ogni sua funzionalità. L'Onda è anche facilissima da utilizzare ed è altrettanto facile imparare a navigarci: get-wet-and-go-fast.
L'Onda è adatta sia per i bambini che per gli adulti, fino agli anziani e, a differenza di ciò che accade per altre piccole imbarcazioni, se non c'è vento basta pagaiare.
Esiste anche una versione di Onda chiamata "Grande" con stabilizzatori. Fantastica!

Onda Grande con stabilizzatori, dal sito Lightspeed Kayaks
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza: 11' 2" (13'5" Grande)
Larghezza: 27" (30" Grande)
Peso tavola: 38 lbs
Sup. velica: 38 sq. feet (con terzaroli a 30 e 24 sq. feet)

E per portarla con la bici ci vuole un trolley adatto, in questo caso un Wheele, the perfect rack.

Foto tratta dal sito Wheele


Il VIKO 20 di Iperegocentrico su SketchUp

Il VIKO 20 di Iperegocentrico su SketchUp
Un lettore del blog ed estimatore del nostro amato barchino lo ha "ridisegnato" su SketchUp e me ne ha inviato i riferimenti per poter migliorarlo ed eventualmente adattarlo ad i propri gusti nonché correggere eventuali errori nelle misure.
Ho scaricato SchetchUp ed ho provato a fare qualche modifica, mi ci vorrà un po' di tempo per prendere pratica, intanto vi giro, pari pari, le istruzioni su come fare ad entrare nel programma.
SchetchUp si scarica da QUI. Vanno scaricati i programmi in versione "free", SketchUp Make 2013 e SketchUp 8 nella sezione in italiano.

Dal sito di SketchUp
Per scaricare il VIKO 20 realizzato da Iperegocentrico bisogna andare QUI e digitando su "SCARICA MODELLO" lo si salva nel proprio computer. A questo punto una volta aperto il programma e il relativo disegno del VIKO 20 presente nel pc è possibile fare le modifiche. Iperegocentrico mi ha dato qualche indicazione che io stesso dovrò seguire con più attenzione. Di sicuro c'è una cosa da modificare, la parte superiore del tambuccio è troppo corta, poi il colore della barca, sapete che mi piace blu e il ponte al massimo un "panna chiaro".

ISTRUZIONE 1

ISTRUZIONE 2


ISTRUZIONE 3


ISTRUZIONE 4


ISTRUZIONE 5


Sono appena riuscito a modificare il colore dello scafo, oggi vedo se riesco anche con il ponte. Insomma bel programmino, complimenti per il lavoro, interessante e grazie mille da parte mia e di tutti i lettori a Iperegocentrico.



martedì 19 novembre 2013

Barchette di carta: Les Voiliers

dec voiliers 2
Les Voiliers, via Agence Eureka
Piegate i due prigionieri F e G e incollate il telaio del teatrino al panorama di fondo.

dec voiliers 1
Les Voiliers, via Agence Eureka
Incollate queste due pagine, o stampatele direttamente, su di un cartoncino. Tagliate lungo le linee continue e piegate lungo le linee tratteggiate. Tagliate la parte interna del telaio del teatrino. Applicate il faro e navi sopra le lettere corrispondenti.


lunedì 18 novembre 2013


Fipofix, l'Atlantico in fibra vulcanica

Fipofix, dal sito di Norbert Sedlaceck
Non so bene quale sia la notizia veramente interessante in questa impresa, se la ricerca di un ennesimo record trans oceanico, se la sperimentazione di un nuovo tipo di tessuto di vetro denominato "fibra vulcanica" ASA.TEC, oppure tutte e due le cose messe assieme.
Comunque riviste ben più qualificate del mio modesto blog ne hanno parlato, QUI in italiano, pur non spiegandoci veramente in cosa consisterebbero le novità: l'Open 16 è di soli 4.9 metri e largo 2.3 metri ma sappiamo anche che l'Atlantico l'hanno attraversato in canoa e se di certo la doppia traversata implicherà la copertura della distanza di ben 8000 km nel minor tempo possibile, 80 giorni previsti, a questi record oramai siamo ben "avvezzi".
Queste sono le caratteristiche tecniche principali  dell'Open 16:
Lunghezza F.T.: 5.6 m
Larghezza: 2.3 m
Lunghezza al galleggiamento: 4.9 m
Pescaggio: 1.7 m
Peso a vuoto: 450 kg
Peso chiglia: 180 kg
Water ballast: 112 + 78 litri
Randa: 15.5 mq
Genoa: 11.5 o 7.5 mq
Area coperta: 1.5 mq

Fipofix, dal sito di Norbert Sedlaceck
La barca esteticamente mi piace molto, è bella, si dice che sia una versione in piccolo di un Open 60, però la questione interessante sarebbe, per l'appunto, il materiale con cui è stata costruita che gli permetterebbe di raggiungere velocità fino ad oggi inaspettate per questo tipo di imbarcazione, fino a farla letteralmente planare nell'acqua.

Le tappe di Fipofix, dal sito di Norbert Sedlaceck
La scelta di questa impresa però mi lascia perplesso, ho un po' di esperienza nei test sui materiali, specialmente la vetroresina, e credo che in questo caso si mettano in campo variabili imponderabili che potrebbero mettere a rischio ciò che veramente ci interessa, la scoperta di una nuova tecnologia con cui realizzare barche.
Nel sito Fipofix si trova qualche informazione sul materiale:
I vantaggi delle fibre sulla base di minerali (fibre vulcaniche) sono:
  • idrofobe (o idrorepellente), quindi perfettamente corrispondenti alle applicazioni nautiche;
  • altamente antiacide;
  • resistenti alle alte temperature e ignifughe;
  • dermatologicamente ben tollerate;
  • quasi inesauribili e disponibili;
  • riciclabili al 100% contrariamente al carbonio, Vectran, Dyneema, vetro, ecc che sono rifiuti speciali altamente velenosi;
  • prodotti naturali "verdi", corrispondente allo spirito del tempo del consumatore finale.

A detta loro ci sarebbe davvero da vincere un premio Nobel, spero proprio di si!
Staremo a vedere. Intanto godetevi la partenza di Fipofix dalle coste francesi di Les Sables d'Olonne.




Via: Yacht.de


sabato 16 novembre 2013



venerdì 15 novembre 2013

Glamping nautico all'Achensee

L'Achensee, dal sito Achnsee-camping
Una cosa che mi piacerebbe parecchio fare con Elena è vistare l'Austria, in particolare coniugare la montagna. con un po' di vela immergendosi nella natura di uno dei suoi meravigliosi laghi, l'Achensee, per esempio.
Senza impegnarsi troppo mi organizzerei con due cose importanti da portarsi dietro, oltre l'auto e le bici, la prima potrebbe essere questo tipo di tenda che si mette sul tetto dell'auto. Ce ne sono di diversi tipi, le più famose sono le Overcamp Autohome, nell'immagine c'è una Tepui-Ayer

Tepui Ayer, dal sito Tepui Tents
Ovviamente la seconda una canoa/ kayak a vela da mettere nel bagagliaio, come ben sapete mi piacciono molto le faltboot, in questo caso con un meraviglioso rig velico che si chiama Mistral.

Dal sito Faltbootsegel
Certo l'impegno economico richiede qualche migliaio di euro, ma credo che ne varrebbe davvero la pena.




giovedì 14 novembre 2013

Kon-Tiki 1947


Il Kon-Tiki è la zattera usata dall'esploratore e scrittore norvegese Thor Heyerdahl nella sua spedizione nel 1947 attraverso l'Oceano Pacifico dal Sud America alle isole della Polinesia. Il battello fu così chiamato secondo un antico nome Inca del dio del sole (Kon). In seguito alla sua impresa lo stesso nome fu il titolo del libro di buon successo che Heyerdahl scrisse per descrivere la sua avventura. .... (Tutta la storia su: Wikipedia).

Purtroppo il film è in lingua inglese, ma per quanto lo si capisca poco le immagini sono più che sufficienti, fantastiche, significative e uniche nella storia della navigazione.

Kon-Tiki 1947, via Wikipedia in inglese



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