lunedì 18 novembre 2013

Fipofix, l'Atlantico in fibra vulcanica

Fipofix, dal sito di Norbert Sedlaceck
Non so bene quale sia la notizia veramente interessante in questa impresa, se la ricerca di un ennesimo record trans oceanico, se la sperimentazione di un nuovo tipo di tessuto di vetro denominato "fibra vulcanica" ASA.TEC, oppure tutte e due le cose messe assieme.
Comunque riviste ben più qualificate del mio modesto blog ne hanno parlato, QUI in italiano, pur non spiegandoci veramente in cosa consisterebbero le novità: l'Open 16 è di soli 4.9 metri e largo 2.3 metri ma sappiamo anche che l'Atlantico l'hanno attraversato in canoa e se di certo la doppia traversata implicherà la copertura della distanza di ben 8000 km nel minor tempo possibile, 80 giorni previsti, a questi record oramai siamo ben "avvezzi".
Queste sono le caratteristiche tecniche principali  dell'Open 16:
Lunghezza F.T.: 5.6 m
Larghezza: 2.3 m
Lunghezza al galleggiamento: 4.9 m
Pescaggio: 1.7 m
Peso a vuoto: 450 kg
Peso chiglia: 180 kg
Water ballast: 112 + 78 litri
Randa: 15.5 mq
Genoa: 11.5 o 7.5 mq
Area coperta: 1.5 mq

Fipofix, dal sito di Norbert Sedlaceck
La barca esteticamente mi piace molto, è bella, si dice che sia una versione in piccolo di un Open 60, però la questione interessante sarebbe, per l'appunto, il materiale con cui è stata costruita che gli permetterebbe di raggiungere velocità fino ad oggi inaspettate per questo tipo di imbarcazione, fino a farla letteralmente planare nell'acqua.

Le tappe di Fipofix, dal sito di Norbert Sedlaceck
La scelta di questa impresa però mi lascia perplesso, ho un po' di esperienza nei test sui materiali, specialmente la vetroresina, e credo che in questo caso si mettano in campo variabili imponderabili che potrebbero mettere a rischio ciò che veramente ci interessa, la scoperta di una nuova tecnologia con cui realizzare barche.
Nel sito Fipofix si trova qualche informazione sul materiale:
I vantaggi delle fibre sulla base di minerali (fibre vulcaniche) sono:
  • idrofobe (o idrorepellente), quindi perfettamente corrispondenti alle applicazioni nautiche;
  • altamente antiacide;
  • resistenti alle alte temperature e ignifughe;
  • dermatologicamente ben tollerate;
  • quasi inesauribili e disponibili;
  • riciclabili al 100% contrariamente al carbonio, Vectran, Dyneema, vetro, ecc che sono rifiuti speciali altamente velenosi;
  • prodotti naturali "verdi", corrispondente allo spirito del tempo del consumatore finale.

A detta loro ci sarebbe davvero da vincere un premio Nobel, spero proprio di si!
Staremo a vedere. Intanto godetevi la partenza di Fipofix dalle coste francesi di Les Sables d'Olonne.




Via: Yacht.de


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