lunedì 1 novembre 2010

Tutto ciò che è utile e necessario avere per un buon "daysailing"

Navigar m'è dolce!

Ovvero tutto ciò che è necessario per non trasformare una tranquilla passeggiata in barca a vela in un incubo. Quelle che citerò di seguito sono solo le dieci cose per me più importanti, ma sicuramente ce ne potrebbero essere altre, diciamo che si parla dell'essenziale:

1. Esigenze fisiologiche: bugliolo o secchio con grande apertura, Porta-Potti, liquidi per dissolvenza etc.

Sapere di averlo è un gran sollievo!

2. Cura della pelle: repellente contro gli insetti, crema solare, protezione per le labbra, cappello, guanti, tendalino.

Il sole coce!

3. Idratazione: Acqua in bottiglia, the freddo, ghiaccio, borsa termica.

Serbatoio dell'acqua e fornello sono di grande utilità!

4. Alimentazione: fornellino a gas, accendino/ fiammiferi, barrette di cereali e/ o energetiche, scatolette, caffé, zucchero.

La galletta è utile quanto un maglione!

5. Navigazione: carta nautica, squadrette e goniometro, bussola, binocolo, orologio.

Tecnologia, che passione!

6. Comunicazione: VHF palmare, cellulare.

Porta il cellulare ovunque!

7. Sicurezza: combustibile di riserva, tutte le dotazioni di sicurezza previste, torcia elettrica, estintore, pompa a mano, secchio, pagaia, cassetta pronto soccorso, fischietti e/ o tromba, specchio.

Boetta ed estintore!

8. Meteo: barometro, termometro, guida alle previsioni meteo.

Stazioncina meteo, GPS e frigorifero, tre cose importanti!

9. Guasti: pinze, martelli, cacciaviti, chiavi, coltello, ago e filo per la vela, nastro isolante, fusibili, coppiglie, parti di ricambio varie, cime e cimette, candela, elica di riserva, etc.

Bisogna essere sempre in grado di far ripartire il motore!

10. Ormeggio: mezzomarinaio, parabordi, doppia linea di ancoraggio, cime di fissaggio.

E di vitale importanza ormeggiare bene!

domenica 31 ottobre 2010

Pesare la barca senza bascula


Il metodo dettagliato è descritto in questo sito: Nauticaltrek

Io ho semplificato un po' le cose, servono quattro misure fatte con un metro, una bilancia pesapersone e un filo a piombo:
P1: peso sul ruotino prima dello spostamento indietro della barca, in kg;
P2: peso sul ruotino dopo lo spostamento indietro della barca, in kg;
I: interasse tra ruota e ruotino, in metri;
S: misura spostamento indietro della barca (min 0.5 m), in metri
nota: per i decimali usare il punto

La formula è: (P1-P2) x I / S

Questo è il calcolo:

P1  in kg (peso sul ruotino prima dello spostamento)
P2 in kg (peso sul ruotino dopo lo spostamento)
Interasse tra ruota e ruotino in m
Spostamento indietro della barca in m (min. 0.5 m)
Peso della barca in kg              

Nota: la barca deve "scivolare" e poggiare soprattutto sui rulli centrali in basso mentre i rulli laterali devono servire da contenimento.


venerdì 29 ottobre 2010

Seaward Fox, un altro delizioso piccolo cruiser


Questo piccolo e bellissimo yacht di 17 piedi è ancora ordinabile "as a vintage" presso la Hake Yachts, direttamente dagli States. Ma per i carrellatori più convinti è possibile avere anche il 26RK, un vero e proprio grande yacht di circa 9 metri carrellabile, marino e spaziosissimo. Comunque voi tutti conoscete la mia predilezione per i più piccoli quindi vi parlerò solo del piccolo Fox.

Queste sono le sue caratteristiche principali:
Lunghezza: 5.3 m
Larghezza: 2.4 m
Pescaggio: 0.57 m
Peso: 650 Kg
Zavorra: 225 kg
Sup. Velica: 17.5 mq

Molte informazioni su questo "sofisticato daysailer" le potrete trovare su Quietboating, assieme ad altre interessantissime notizie e note tecniche.

E' veramente carino questo Seaward Fox:





mercoledì 27 ottobre 2010

Lo scempio di Talamone

Ultime barche portate via dal canale, foto tratta da Repubblica

Prendo spunto da un articolo di Repubblica che torna tristemente sull'argomento del nuovo porto di Talamone solo per ricordare cosa sono i nostri "governanti", locali e non. Non mi viene più nulla da dire se non un immensa, incontenibile tristezza mista a rabbia e malcontento. Tutte le osservazioni su questo eco mostro le potrete trovare in rete molto facilmente, questa è del WWF, ma ce ne sono altre.
Sto predisponendo uno spazio di circa 20 mq da togliere al mio piccolo giardino per poterci contenere barca e carrello, luogo dove inizia e finisce il mio rapporto con la nautica.
Una volta mi divertivo ad andar per porti a guardare e sognare delle belle barche, ora non voglio neppure più vederli, neanche da lontano.
Guardate, guardate che bellezza, mi ricorda qualcosa di familiare.

Foto tratta dal volantino del WWF

Dimenticavo, ricordatevi com'eraVisualizzazione ingrandita della mappa

Ecco il mio futuro posto barca:




martedì 26 ottobre 2010

Il coltello nell'acqua di Roman Polanski



La visione di questo film mi era stata raccomandata da un lettore e poiché la trama si svolge tutta in una barca a vela non potevo esimermi dal cercarlo e visionarlo. Sinceramente nelle due ore in cui è durato il film non ho mai scollato gli occhi dallo schermo attratto come non mai dallo stile delle due "Christine", le due vere protagoniste del film, la barca e la donna. Nella recensione pubblica che riporterò di seguito si ricerca il significato del film nel duello fra i due uomini che si contendono il coltello e la donna. E invece non penso che sia proprio esatto incentrare tutta l'attenzione sui due uomini, è la donna che esegue tutti i lavori e le manovre importanti in barca, è la donna che salva il marito quando la barca perde il controllo, ed è sempre la donna che la riporta al pontile, indenne, sopravvissuta alla prepotenza e alla stupidità del suo armatore: la donna e la barca. Significativo, se ci farete caso, il gesto in cui verso la fine il marito chiude la barca con il lucchetto quando aveva detto che in quel luogo non rubava niente nessuno, una identificazione della proprietà, la barca e la donna.

Una bellezza di altri tempi Jolanta Umecka, eppure sensuale nella sua imperfetta semplicità, bella e disarmante come la lancia a vela in legno, tutte e due, dal mio punto di vista, irresistibili. Il duello tra i due uomini diventa, secondo me, secondario e irrilevante e l'espressione della donna nelle ultime scene ne esalta la inevitabile, inequivocabile vittoria. E' il riscatto della donna sull'uomo che segnerà tutta la seconda metà del novecento fino ad oggi.
Bellissime e significative le ambientazioni nei Laghi Masuri (Mazury), insomma un film che mi è piaciuto moltissimo, denso di significati e di cui consiglio la visione a tutti. Allego qualche estratto fotografico e in fondo la recensione pubblica.


"Christine", la barca (fonte Marek): Lo yacht usato nel film di Polanski si trova in un capannone in condizioni non tanto buone ma probabilmente è possibile vederlo. La Mazuria che faceva parte dell'ex Prussia orientale prima della II guerra mondiale aveva una ricca storia di yachting. Durante la guerra li si trovavano tutti i più importanti gerarchi tedeschi. Come ho già scritto li è possibile visitare il quartier generale di Hitler. Una leggenda locale parla che la barca del film apparteneva a Herrman Goering. Si sa soltanto che possedeva uno yacht a motore e la sua vera passione era la caccia quindi non è una cosa certa. Quasi sicuramente ha navigato su un yacht simile.


Recensione pubblica: In procinto di partire per un'escursione in barca, un giornalista sportivo e sua moglie caricano sulla loro auto un giovane autostoppista e gli propongono di restare anche per la gita del fine settimana. Inizia così una convivenza " lunga 24 ore " nell'angusto spazio di una barca a vela che si fa teatro dello scontro psicologico, verbale ma anche fisico, tra i due uomini, antagonisti in una lotta che pare avere come posta in gioco l'attenzione della donna, osservatrice muta della disputa virile.
A tutti i costi i due vogliono dimostrare (all'altro, alla donna e soprattutto a se stessi) la propria superiorità: il modello familiare medio-borghese si contrappone allora alla spensieratezza e allo spirito d'avventura giovanile attraverso la contesa dei due "oggetti" ambiti: il coltello e la donna. Nello spazio ristretto e sospeso dell'imbarcazione, un microcosmo isolato e lontano dalla vita civile, gli impulsi e le passioni più profonde e basse dell'uomo vengono a galla più facilmente, dando vita a una parabola sulla natura umana, sugli istinti e sulle tensioni sociali e sessuali che la governano.
Al suo primo lungometraggio Polanski riesce così, con una disarmante semplicità di mezzi (una barca e tre personaggi), a costruire un'opera simbolica, densa di significati ed esteticamente raffinata (il bianco e nero fortemente contrastato, le inquadrature ardite e gli scorci inusuali). Quelle che saranno le atmosfere inquietanti e sinistre della sua futura filmografia si manifestano già in questa semplice storia tutta giocata sullo scontro psicologico e dialettico, in cui la tensione è sempre calibrata al punto giusto, pronta a esplodere da un momento all'altro. A posteriori, tipicamente polanskiana. Candidato all'Oscar come miglior film straniero (è stato girato in Polonia) nel 1963.

lunedì 25 ottobre 2010

Dalla Polonia Sasanka Viva 700 - ex charter

Dal sito Millennium

Varrebbe sicuramente la pena prendere un volo low-cost e andarli a vedere questi piccoli yacht carrellabili fabbricati in Polonia. Sono Sasanka VIVA 700 usati che vengono periodicamente venduti a prezzi molto bassi e sicuramente convenienti. Non male anche l'idea di farsi un bel charter nei laghi della Masuria, dove il regista Roman Polanski ha girato il suo primo film di successo "Il coltello nell'acqua". Questa è la lista delle barche in vendita: Nerw and Used Boat Sales, a prezzi veramente interessanti, tanto che il prezzo del trasporto diventerebbe poco influente.

Queste sono le sue caratteristiche principali:
Total length 7.30m
Shell length 7.00m Width 2.50m
Draught 0.32/1.40m
Mast height 9.0m
Weight 1350kg
Ballast 370kg
Keel 80kg
Births 6+1
Cabin height 1.70m
Mainsail 15.50m2
Foresail 9.50m2
Motor 4kM - Mercury SailPower


E dove ci andrei con una barca così interessante? Sicuramente la proverei proprio nei laghi della Masuria, in Polonia: Mazury


domenica 24 ottobre 2010

Da Parigi fino alla Grecia con un VIKO27

Dalla raccolta Facebook di Francois e Brigitte

Chi l'ha detto che uno yacht di circa 9 metri e 2 tonnellate non possa essere agevolmente trasportato da Parigi fino a Santa Maria di Leuca per poi navigare da lì fino alla Grecia? E' quello che invece che hanno fatto Francois e Brigitte e vi assicuro che dalle foto che ho potuto ammirare hanno navigato in dei luoghi fantastici. Complimenti agli amici Marinai di Terraferma Francois e Brigitte e Buon Vento per la prossima meravigliosa crociera con il loro VIKO27!




sabato 23 ottobre 2010

Windrider 17, uno stupendo compagno d'avventura

Foto tratta da Hydrosails Europe

Mi piace questo bel trimarano della Windrider, comodo, spazioso, veloce, idoneo anche per il camping nautico e, come sempre, facilmente carrellabile e gestibile. Ha la caratteristica che si governa con i pedali e le vele si regolano semplicemente con tre drizze tanto che può essere facilmente gestito in solitario stando comodamente seduti. Certamente è una filosofia della vela diversa, forse nuova, ma molto accativante e che stimola lo spirito ad una nuova ricerca di avventure e sensazioni. Insomma io credo che sia veramente bello. Completo di accessori dovrebbe costare intorno ai 10000 Euro, poi c'è da aggiungere un migliaio d'euro per il carrello. Ovviamente in Italia non c'è neanche un rivenditore, contrariamente a tutta Europa, ma chi si stupisce più oramai. 

Queste sono le sue caratteristiche principali:
Lunghezza fuori tutto: 5,30 m
Lunghezza al galleggiamento:  5,10 m
Baglio massimo: 3,80 m
Larghezza sul carrello: 1,80 - 2,50 m
Peso: 145kg
Superficie randa 9,0 mq
Superficie fiocco: 4,0 mq
Capacità massima: 363 kg

E questo è un bel video girato in Nuova Zelanda, nel Golfo di Harauki:




venerdì 22 ottobre 2010

Pocketship, la barca dandy


La barca "dandy", così è stato definito da Robert H. Perry di Sailing Magazine questo Pocket Cruiser fornito in kit dalla Chesapeake Light Craft e destinato agli autocostruttori. Il kit completo si porta a casa con poco più di 3000$ e onestamente le sue dolci linee di carena rimandano davvero la mia mente al Dandy Style:

Il Dandy è colui che non si sveglia prima delle due del pomeriggio 
Il Dandy è colui che vive per l'eleganza e lo stile 
Il Dandy è colui che ama gli oggetti di straordinaria bellezza 
Il Dandy è colui che professa idee pericolose e innovative 
Il Dandy è colui che tende a provocare ed affascinare allo stesso tempo 
Il Dandy è colui che non perdona né la volgarità, né la disonestà. 
...ma il futuro è in mano ai Dandy?
(dal blog TuttiDandy).


Queste sono le sue caratteristiche principali:
Lunghezza: 4.52 m
Larghezza: 1.91 m
Pescaggio: 0.41 - 0.91 m
Peso a vuoto: 363 kg
Peso deriva: 120 kg
Superficie velica: 13.77 mq
Posti letto: 2

Mi affascina molto questo pocket cruiser, se fossi un po' più capace a nazzicare con seghetti, colla e trapani non avrei dubbi, la comprerei subito per costruirmela .... poi entra precisa precisa nella rampa del mio garage.

C'è anche un bel video nel quale si può ammirare in tutto il suo "fascino":


E un bell'articoletto su Sailing Magazine.



Rollare la randa, ma non è così semplice?

Sea Pearl 21, ha due grandi rande completamente rollabili

Quando vedo queste cose non so se rimanere più sorpreso e meravigliato o, per contro, sconcertato e arrabbiato. Tutti i velisti della domenica come me, e specialmente quelli che navigano in solitario o con solo equipaggio "moglie-zavorra", si pongono sempre il problema di avere un armo semplice e che possa garantire sicurezza in caso di necessità. Come potete osservare nelle due imbarcazioni che l'azienda Marine Concepts produce, queste sono disponibili con due rande semplicemente e completamente rollabili. Questa tipologia di armo mi sembra una ottima soluzione e a questo punto chiedo una cosa ai fabbricanti di barche ed ai produttori di "rigging": si può essere un po' più elastici ed innovativi una volta tanto? Non ci sono problemi, per chi vuole continuare a mantenere alberi pesanti e vele difficilmente gestibili se li tengano pure, io preferirei di gran lunga avere un'attrezzatura siffatta. D'altro canto quello della vela è un mondo strano, quanto tempo è dovuto passare per accettare il genoa rollabile ed abbandonare la difficile gestione di fiocchi e fiocchetti?

Nel video si vedono le due rande parzialmente rollate.




giovedì 21 ottobre 2010

Si vive meglio con una barca piccola


Di Don Casey, Sailnet (tradotto e mal interpretato da me medesimo). 

Quando facevo l'insegnante di business una vita fa, in uno dei miei corsi era previsto un caso di studio sugli alimenti e di come fare ad iniziare una nuova piantagione di ananas in una piccola isola del Pacifico. Prestate attenzione a questo caso, è veramente divertente e significativo. Per portare a termine il caso abbiamo assunto praticamente tutta la popolazione indigena, e alla fine il progetto ebbe successo. Ma la cosa curiosa è che dopo aver pagato tutti nessun nativo tornò a lavorare alla piantagione. 

Ma diamine, che cosa era successo? Su questa isola remota i lussi consistevano in tutto ciò che il piccolo negozio aveva a disposizione: specchi, tessuto stampato, sedie di legno. Con il salario di due settimane  i nativi furono in grado di acquistare tutti i beni di lusso che avessero mai immaginato di appartenere e poiché la loro vita non poteva  essere migliorata di più non videro alcuna ragione per continuare a lavorare nella piantagione. 

C'è una lezione per i marinai in questo racconto. L'essenza della vela è il momento in cui tutti i pensieri fastidiosi si perdono in una scia diritta, quando il movimento del timone è diretto dall'orecchio, quando le vele e il cuore si gonfiano in concerto. Ma per sperimentare questa magia è necessario solo uno scafo scivoloso e una vela decente. 

Eppure l'impressione inevitabile che si ottiene dalla maggior parte degli articoli presenti in tutte le riviste patinate di nautica e di vela è quella che per ottenere il massimo del piacere dalla navigazione bisogna possedere una barca bella grande, un motore affidabile e avere tutte le ultime stregonerie elettroniche a disposizione. Io credo invece che, ironia della sorte, il divertimento della vela può essere mascherato o addirittura completamente annientato del tutto nel perseguimento di tutti questi elementi, o nella continua frustrazione della loro assenza. 

Già da subito si corre il rischio di perdere il lume della ragione con la scelta della barca. In America si tende a pensare "grande è meglio", partendo dalle case più grandi, poi nelle automobili, fino agli hamburger. Ma a questo punto bisogna porsi una domanda: le barche a vela più grandi sono veramente più divertenti? La verità è che alla fine della giornata abbiamo fatto un tale sforzo che le gite di piacere diventano eventi. Quando si ha una barca piccola è possibile navigare in un batter d'occhio, vantaggio estremamente importante per un passatempo totalmente dipendente dai capricci del vento. Le piccole imbarcazioni godono di altri vantaggi che sono in gran parte dimenticati dai media come il fatto che sono più facili da gestire e forse anche più sicure per un equipaggio ridotto. Le conseguenze di un errore come un incaglio o una  collisione, per esempio, sono quasi sempre meno gravi, e il recupero dell'imbarcazione più facile. Le piccole imbarcazioni sono sempre a portata di mano, e possono essere utilizzate anche in acque protette e possono attraversare anche acque basse. 

Le piccole imbarcazioni sono anche più economiche da acquistare, gestire e mantenere. Con tutte le altre attività che impegnano il tuo tempo libero, considerato il piccolo investimento, le barche più piccole possono rimanere molto più comodamente "inattive". Alla lunga questo aspetto ha un enorme impatto sulla godibilità della vela. Non fraintendetemi, non sto qui a snobbare le barche grandi ma mi sto rendendo conto che nella comunità della vela ci si avvicina di molto ad una dinamica simile al principio di Peter, detto "principio di incompetenza" e cioè che ogni lavoratore tende a salire fino al proprio livello di incompetenza. In pratica  i marinai si auto convincono a comprare barche sempre più grandi fino a quando la loro proprietà diventa così onerosa che la vela non è più divertente. Come si fa a difendersi da questa sciagura? Io non lo so. Se ci fosse stato un supermercato su quell'isoletta del Pacifico ho pochi dubbi che la maggior parte degli indigeni sarebbe ancora al lavoro oggi, ma per la maggior parte, non per tutti. 

Io penso che lo stratagemma migliore sia quello di possedere una barca sostanzialmente più piccola di quello che ci si possa permettere. In questo modo il divertimento è quasi certo, e il denaro risparmiato permetterà di equipaggiare la barca al meglio. I veri piaceri poi sono nella navigazione e mai a terra. Inoltre tra il tempo e il denaro spesi per la barca, quello che dà sempre il ritorno maggiore è il tempo. Molti miei lettori che vogliono acquistare una nuova barca mi chiedono sempre una lista di "papabili" e una lista di quelle da evitare. La mia risposta, ovviamente, è che non ho sufficienti informazioni visto che che se si parla di qualità o prestazioni qualcosa la potrei dire, ma non so assolutamente niente sulla loro idoneità. 

Tanto più che nessuna barca vi potrà mai soddisfare pienamente, la barca ideale non esiste. Se volete una barca che vi ispiri fiducia a prima vista non aspettatevi che sia brillante anche con vento leggero. Se invece una barca è divertente, tanto che renda emozionante un week-end, non è probabile che possa attraversare un oceano. Non aspettatevi mai forti accelerazioni e grande capacità di carico allo stesso tempo. È possibile acquistare una barca per correre in un club velico e poi una per fare il giro del mondo ma non ce ne sarà mai una che possa fare l'una e l'altra cosa contemporaneamente. 

Sembra quindi logico che il primo passo per determinare quale barca si dovrebbe comprare dovrebbe essere quello di determinare in che modo avete intenzione di utilizzare la barca. Ma la passione della vela è più epifanica che razionale, più spirituale che pratica e trascurare questa verità ci mette a rischio di prendere la decisione sbagliata, nonostante tutti i ragionamenti che si possano fare. Quindi per me il primo aspetto da prendere in considerazione è la bellezza. Molto di ciò che mi piace nella vela è l'aspetto estetico, se è la graziosa curva delle vele bianche contro il blu del cielo, oppure i dolci fruscii che solleticano i miei timpani abusati, o il calore inaspettato di una fuoriuscita di luce da un oblò nella notte. Di conseguenza trovo la bellezza in una barca più appagante che la velocità, o lo spazio, o il design innovativo. Quando mi faccio trascinare dalla mia barca  mi accorgo che la mia testa è inclinata più o meno allo stesso modo di quando ammiro un'opera d'arte. Mi sento privilegiato di possedere una barca così bella. Questo senso di orgoglio ha sostenuto la nostra relazione per 25 anni. Qualunque sia la vostra idea di una barca bella è che dovrebbe comunque essere il punto di partenza nella ricerca. Se la velocità non è  importante per voi non lasciatevi condizionare da chi vi vuole scoraggiare dal comprare una barca che ti piace perché è "lenta". 

Limitate le vostre aspirazioni e piuttosto pensate a come utilizzarla da subito. Anche la tanto discussa navigabilità o "marinità" sono concetti relativi, infatti la barca che si acquista dovrebbe fornire un elevato livello di sicurezza  per il modo in cui la si utilizza quindi non sono valori assoluti, come la bellezza che è negli occhi di chi guarda. È possibile trovare una barca che è veloce e allo stesso tempo di avere lo spazio di un appartamento, ma se non ti senti un po' orgoglioso di essere il proprietario di una barca da pesca, sei già sulla buona strada per guardare per la tua prossima barca. Se ti interessano le corse piuttosto che le crociere la velocità diventa l'aspetto prioritario e si può essere felici se la barca è veloce, ma..... 

Non date troppa importanza alle performance perché, per esempio, la velocità è un concetto relativo. In una tipica giornata di vela la barca più veloce della flotta getterà l'ancora mentre sta arrivando la barca più lenta. In tema di velocità, mi si permetta una piccola digressione. Vedo spesso citata l'affermazione che le barche  veloci sono anche più sicure. Questa logica troverebbe fondamento nel fatto che l'esposizione agli agenti atmosferici è ridotta. Ma allora questo ragionamento dovrebbe valere anche per le auto, premiamo sull'acceleratore così siamo meno esposti ai pericoli della guida.  Mi piace la velocità nella guida, come chiunque altro, ma più veloce va la barca, più si corrono rischi di collisione, maggiore è lo stress sul rigging, e minore è il tempo per reagire agli imprevisti. Se si dispone di abbastanza cibo e acqua a bordo la semplice verità è che più la barca è lenta e più è sicura. Naturalmente, nessuno vorrebbe andare alla deriva in un oceano, ma non non ci convinciamo che siamo più sicuri in una barca veloce. 

Tornando ai criteri di selezione, il costo è il numero 2 della mia lista. Per la maggior parte di noi la vela è sempre in concorrenza con altre attività in relazione al tempo libero che abbiamo. Se si spende troppo all'inizio si rischia di non potersi permettere la  manutenzione e l'ormeggio e alla fine si può arrivare alla triste conclusione che non ci si può permettere la vela. Invece tutti possono permettersi la vela. Quello che non può ci si può permettere è solo una barca sbagliata. Altro aspetto importante da considerare è che la barca che si acquista sia adatta al tipo di navigazione si può fare adesso, non quello che si spera di fare in futuro. 

Tutte le altre considerazioni che si possono fare hanno meno importanza, scegliere una barca è un lavoro duro, ma se sei onesto con te stesso, persistente e paziente, la barca perfetta sarà la tua ricompensa.


"L'essenza della vela è il momento in cui tutti i pensieri fastidiosi si perdono in una scia diritta, quando il movimento del timone è diretto dall'orecchio, quando le vele e il cuore si gonfiano in concerto."

Antivegetativa, quale, quanta, come, quando, dove e perché

Si ispeziona la carena, antivegetativa ancora buona dopo tre anni

Ho tentato di rimettere un po' le idee in ordine sul tema antivegetativa, speriamo solo di non aver aumentato la confusione.

QUALE:
Le opinioni sono controverse, se si tiene la barca sul carrello o non la si usa moltissimo sembra conveniente applicare una matrice dura, al contrario quando invece si usa molto la barca e la si tiene in acqua allora va applicata l'autolevigante. La problematica, in questo modo, è molto semplificata ma non sono in grado di scendere in argomenti troppo tecnici. Ogni tipo di antivegetativa ha i suoi vantaggi, l'autolevigante si toglie facilmente e non fa spessore, la matrice dura, a meno di non toglierla completamente tutte le volte ed è un lavoretto piuttosto impegnativo, fa spessore e la superficie della carena può non essere completamente liscia. Se si ala e si vara la barca tutte le volte potrebbe essere conveniente non metterla per niente, come si fa per le derive e per le barche da regata, ma l'aspetto che mi lascia perplesso in questo caso è che il gel-coat non ha più nessuna protezione, specialmente durante le fasi di alaggio e varo, e quindi si torna alla necessità di applicare la matrice dura che dovrebbe garantire una maggiore tenuta contro i graffi durante le "scivolature". L'autolevigante va applicata almeno una volta all'anno, la matrice dura, secondo le mani che sono state applicate, può durare anche qualche anno.

Alle barche da regata normalmente non viene applicata l'antivegetativa

QUANTA: 
Un piccolo programmino di calcolo:


Larghezza al galleggiamento in m (es.: 2)
Lunghezza al galleggiamento in m (es.: 5.5)
Pescaggio in m (es.: 0.3)
Potere coprente in mq/ litro (es.: 8)
Numero di litri da applicare per ogni mano              

COME: 
Preparazione della superficie: 
Pulire con getto a pressione per eliminare lo sporco e tracce di antivegetativa aiutandosi con uno straccio pulito imbevuto di diluente. Cambiare lo straccio quando è sporco. Smerigliare leggermente all’acqua (grana 200). Se nella superficie c'è antivegetativa o è in cattive condizioni decaparla con un raschietto e una spazzola, aiutandosi con acqua ad alta pressione. Levigare all’acqua (grana 200).
Primer:
Applicare una mano di Primer per garantire una buona adesione delle mani di antivegetativa che saranno applicate ulteriormente. A 20°C, attendere 6 ore prima di applicare una seconda o più mani. Il numero delle mani dipende da quanto tempo all'anno viene tenuta la barca in acqua e dalla temperatura della stessa, più calde sono le acque più bisogna stare attenti.
Antivegetativa:
Proteggere con strisce adesive la linea di galleggiamento, nonchè le sonde, gli anodi ecc. Applicare due mani di antivegetativa sulla carena, una mano sulla pala del timone, al galleggiamento e sui bordi di attacco. A 20° attendere 2h30 fra le mani e 4 ore prima della messa in acqua. La quantità calcolata deve essere applicata nella sua totalità. Per l'applicazione utilizzare una pennellata più larga possibile ed infine applicare incrociando su una superfice di 1 m² massimo.

QUANDO: 
Tra marzo e giugno, poco prima di tornare in acqua e dopo aver fatto asciugare la carena per almeno qualche giorno.

Tra aprile e maggio è il periodo migliore, almeno non rompono!

DOVE: 
Nell'opera viva appena sopra la linea di galleggiamento. Ovviamente va applicata anche sulla deriva e, se si vuole, anche sul timone.

Io la metto anche sul timone

Appena sopra la linea di galleggiamento

PERCHE':
La vernice antivegetativa serve a far sí che i microrganismi che vivono attaccati alle superfici immerse non aderiscano alla carena e fa prevenirne l'osmosi.

Una carena "pulita" è sempre bella!

mercoledì 20 ottobre 2010

BayCruiser 23, come si fa a non sognare una barca così?

Dal sito Swallowboats
Bella, elegante, inglese, spaziosa e carrellabilissima. Insomma un sogno di barca, poco altro da dire. Tutto quello che vorrete sapere di più lo troverete direttamente nel sito del suo fabbricante: Swalloboats.
Queste le sue caratteristiche tecniche principali: 
Lunghezza: 6.98 m
Larghezza: 2.36 m
Peso: 700 - 900 kg
Water ballast: 500 kg
Mi piace, e mi raccomando quando andrete nel Cardigan a prenderla ricordatevi di portarmi almeno un maglioncino.
E c'è anche un bel video:




martedì 19 ottobre 2010

MiniCat, la barca in una borsa

Dal sito Minicatamaran

Sono ben cinquantadue anni che convivo con questo problema, prima con mio padre, ora con mia moglie: dove teniamo la barca? Mio padre cominciò con i gommoni, un bello Zodiac da otto posti da spostare da Arezzo a Marina di Grosseto, dove mio nonno aveva costruito la prima casa della futura e ridente stazione balneare, e poi fin nell'isola di Procida dov'era nata mia nonna. Poi come è andata: comprammo un motoscafo ma dopo qualche anno, nonostante fossero solo gli anni '70, i prezzi per tenerlo cominciarono ad essere esosi e quindi ripassammo ai gommoni, ne cambiammo tre di cui uno rubato nella baia della Bagnaia all'isola d'Elba appena acquistato , e poi di nuovo due motoscafi, l'ultimo sul carrello. 

La nostra prima barca, un bello Zodiac ormeggiato a Vivara

Il dilemma mi si è ripresentato dopo che, una volta sposato, ho acquistato una barca a vela. Questo problema però non esiste assolutamente per chi acquista un Minicatamaran. Devo dire che l'idea è fantastica, visto e considerato che ce ne sono ben due modelli con una portata massima fino a 450 kg. Così si può andare con tutta la famiglia con la barca sulle spalle.
Immaginatevi poi l'idea a me tanto cara di portarsela in bicicletta, un gioco da ragazzi: Sail on Bike.
Comunque, torniamo ai catamarani gonfiabili della Minicatamaran. I modelli sono Minicat310 o Minicat420. 
Mi parecchio anche parecchio il 420 perché è molto capiente, queste sono le sue caratteristiche:

Lunghezza: 4.20 m
Larghezza: 2.15 m
Altezza albero: 5.50 m
Peso 44 kg
Sup. velica: 6.5 mq
Tempo di assemblaggio: 25 min.
Dimensioni borsa: 1.75x0.3x0.3 m
Capacità: 450 kg
Persone trasportabili: 4
Il prezzo si dovrebbe aggirare intorno ai 4090 €, inclusa l'IVA ma non la spedizione.

Questo è il test della rivista "Vela e motore" effettuata in una fredda giornata al Lago Maggiore, mi ha soddisfatto.


Attualmente mi sto ponendo il problema di allargare la mia rampa di accesso al garage per contenere tutto il mio barchino dentro il giardino, non è un lavorone ma pur sempre impegnativo. A questo punto, in alternativa, i casi sarebbero due o prendo una barca un po' più corta o acquisto un Minicat.



domenica 17 ottobre 2010

Vado pazzo per Miss Cindy

Dal sito di Miss Cindy

Speriamo che non lo scopra mia moglie, perché è veramente carina Miss Cindy, un piccolissimo cat con il quale si è riusciti a navigare per tutta la costa Ovest degli States, dal Canada fino al Mexico ed oltre.


Ma sono diverse le cose che mi attraggono in questo Mini Cruiser a due scafi, oltre le dimensioni contenute mi piace il doppio armo e la sua fantastica linea. Poi l'idea di metterla sul tetto di un auto mi fa proprio impazzire. Miss Cindy è un progetto amatoriale del quale il realizzatore ha deciso di non rendere pubblici i piani di fabbricazione nonostante le numerosissime richieste. Non ne ha comunicato i motivi ma io credo che possa essere un progetto in cui credere, per diversi motivi.


Non starò ad annoiarvi con altre informazioni che comunque potrete dettagliatamente trovare nel sito a lei dedicato: Miss Cindy.


giovedì 14 ottobre 2010

Dynamic Stability System, anche la deriva diventa un flap

Foto tratta da Thedailysail

Sempre di più come gli aeroplani queste barche. Quante ore ho tolto al sonno per pensare un sistema che rendesse più stabile la mia barca. Una delle prime idee è stata proprio questa, dotarla di "flaps" laterali come in un aeroplano. Ho sempre pensato che la soluzione migliore sarebbe stata di averli inclinati  leggermente verso l'alto in modo da sfruttare a proprio vantaggio la forza idrodinamica ma in questo caso vedo che sono semplicemente orizzontali, sicuramente avranno verificato che lasciarla orizzontale è il "compromesso" migliore per non pregiudicare la velocità e la direzione. Comunque bella idea, dal sito del fabbricante: Dinamicstabilitysystems.




lunedì 11 ottobre 2010

Montgomery 15, il mini cruiser più carrellabile del mondo

Dal sito Montgomery Boats

Solo per il fatto che entra nella rampa di accesso al mio garage tanto che lo potrei tenere tutto dentro il  giardino fa di questo piccolo yacht il mini cruiser da me preferito. Le forme del scafo, il suo design e la qualità di realizzazione ne fanno un vero gioiellino, tra l'altro di indiscutibile "marinità" visto che uno dei suoi proprietari ci ha attraversato l'Oceano Pacifico, dagli States fino alle Hawaii.


Queste sono le sue caratteristiche principali:
Lunghezza fuori tutto: 4.57 m
Lunghezza al galleggiamento: 4.05 m
Baglio massimo: 1.90 m
Superficie velica: 11.3 mq
Pescaggio: 0.45 - 0.76 m
Peso a vuoto: 340 kg
Peso zavorra: 125 kg
Peso deriva: 18 kg
Lunghezza albero: 6.7 m
Questo è il sito del suo fabbricante dove potrete trovare tutte le informazioni che vi occorrono, inclusi i prezzi: Montgomery Boats

Eccone uno in navigazione, veramente bello:




venerdì 8 ottobre 2010

Hobie CatSy, è già un cult

Dal sito Hobie
E' veramente già diventato un "cult" il Catsy, questo piccolo catamarano della Hobie, il più recente e a completamento di tutta la famiglia di catamarani prodotti da questa famosa azienda.
Queste sono le sue caratteristiche principali:
Lunghezza: 3,10 m
Larghezza: 1,66 m
Altezza albero: 3,80/4,10 m
Superficie randa: 3,75/5 m²
Superficie fiocco: 0,85 m²
Peso: 72 kg ca.
Equipaggio: 2
Omologazione CEE categoria D
Il prezzo dovrebbe andare tra i 3000 e i 4000 Euro.
Bello, ideale per i ragazzi ma un divertimento assicurato anche per gli adulti, e anche questo mi piace molto per la facilità di gestione e per le sue dimensioni contenute.
La Catsy Cup 2010:



martedì 5 ottobre 2010

Maora tris, divertirsi parecchio con poca spesa


Te lo porti via con soli 1600€ questo piccolo trimarano francese realizzato per il divertimento puro, si carica sul tetto dell'auto ed è leggerissimo da trasportare, insomma vela libera, piacevole e leggera. Questo è il sito del suo fabbricante: Nautylys e queste sono le sue caratteristiche principali, i colori sono selezionabili secondo i gusti:
Lunghezza fuori tutto: 3,00 m
Lunghezza scafo: 2,70 m
Larghezza in navigazione: 2,50 m
Larghezza in trasporto: 1,58 m
Peso scafo: 21 kg
Peso scafi laterali: 9 kg
Peso navicella: 13 kg
Pescaggio: 20 cm
Altezza albero: 4,85 m
Superficie velica: 5,00 o 6,00 m²
Omologazione: 1 adulto o 2 bambini, carico massimo : 112 kg
Architetto Stephan Vallet
Secondo me potrebbe essere una bella barchetta adatta anche per il trasporto su bici, insomma mi piace parecchio, come tutte le barche che si gestiscono con facilità.

Carino veramente, che in Italia siamo navigatori farlocchi si vede dal fatto che non c'è neanche un distributore, stesso discorso che vale anche per cabinati e derive ben più importanti. Trovato anche un Test Sail effettuato su la Praia do Laranjal con vento sopra i 15 nodi, resultado APPROVADO!!!:



L'argano a mano, uno strumento indispensabile

Dal sito del fabbricante, Draper

Conoscendo lo stato degli scivoli nel nostro paese e la professionalità e l'amore verso i diportisti con cui vengono in prima istanza progettati e poi gestiti, ritengo opportuno consigliare uno strumento indispensabile da portarsi sempre dietro in auto. Sarcasmo a parte l'imponderabile è sempre in agguato ed avere la possibilità di utilizzare un argano nel caso in cui l'auto non potesse farcela deve essere un'alternativa possibile. Ne fabbricano anche in Italia ma ho messo la foto di questo prodotto in Inghilterra nel quale è visibile il meccanismo. Il suo costo massimo, accessori ed estensioni inclusi, per una capacità di 1 tonnellata è al massimo intorno ai 100€, ma si trovano anche a prezzi inferiori.

Tanto per non ritrovarsi in certe situazioni!


lunedì 4 ottobre 2010

Dal carro a vela al Sea-quad

Foto tratta da Artsblog

Ram e Thayath, ovvero Ernesto Michahelles e Ruggero Alfredo Michahelles, furono due grandi esponenti della seconda fase del Futurismo in Italia. I due realizzarono molte geniali invenzioni come il bellissimo e dimenticato Carro-Vela che vediamo nella foto in azione nelle spiagge di Viareggio. Senza nulla togliere all'originalità dei suoi realizzatori, questa bellissima invenzione è stata riproposta in versione "nautica" con il Sea-quad, un catamarano anfibio dalle caratteristiche strepitose tanto che questo può muoversi liberamente sulla spiaggia e in acqua senza dover togliere le ruote. Veramente originale ed interessante questo brevetto di Martin Langinieuxè,  fusione perfetta di carro a vela, catamarano e kite surf. Insomma non si finisce mai di stupirsi, veramente divertente.

Queste sono le sue caratteristiche principali:
Lunghezza: 4,20 m
Larghezza: 2,25 m
Peso : 110 kg
Capacità: 1 - 2 (180 kg)




venerdì 1 ottobre 2010

WETA 4.4 facile, divertente, veloce

Foto tratte dal sito Wetaocean, rappresentante per l'Italia
Mi piace parecchio questo piccolo trimarano che viene dalla Nuova Zelanda, piccolo, pratico, veloce sembra offrire divertimento e un grandissimo piacere di vivere la vela. Si porta ovunque e ovunque può essere varato ed alato e ci si può fare un divertentissimo campeggio nautico piazzandoci una tendina. Cosa si può desiderare di più dalla vita? 
Queste sono le sue caratteristiche tecniche:

Lunghezza: 4.4m
Larghezza max: 3.5m
Larghezza min:  1.7m
Peso scafo centrale: 60 kg
Peso totale:  125kg
Superficie randa: 8.3 mq
Superficie fiocco: 3.2 mq
Superfiicie gennaker: 8 mq
Persone trasportabili: 3
Carico trasportabile: 240 kg
Categoria: C
Albero in carbonio

e qui potrete trovare tutte le informazioni fornite dal fabbricante: WETA MARINE

Insomma, veramente bello, come questo video che mi sembra provenga dal meraviglioso Queensland australiano:


Ma perché no, anche ad un'ora e mezza da casa sulle spiagge dorate della Maremma Toscana, a Principina per esempio, dove si parcheggia l'auto a due passi dalla spiaggia e una barca così la si mette in acqua in un attimo. Poi corri veloce contro il vento:
Più la studio più mi piace questa barca, dinghy dell'anno 2010 di Sailing World:






giovedì 30 settembre 2010

Un Piviere ed il suo carrello

dal sito de "il Piviere", il n° 136

Fra tutti gli appassionati di nautica, quelli veri, chi non conosce la storia del Piviere e del suo ideatore Mauro Mancini. Il Piviere fu progettato proprio perché potesse essere una barca alla portata di tutti e carrellabile anche se il sogno di Mancini fu realizzato solo in parte, la grande rinascita economica e l'esplosione della nautica da diporto degli anni '60 e '70 ne fece più che altro una barca "stanziale" da tenere in un bel posto barca in porto. Mio zio l'ha avuta e spesso andavamo a Marina di Grosseto ad ammirarla e, come gran parte degli italiani, la sognavamo perché era proprio bella, esattamente come quella nella foto di colore giallo e bianco. Questo tipo di imbarcazione, oggi, possono tenerla solo pochi appassionati  per i motivi che tutti conosciamo, i costi di manutenzione e mantenimento, ma anche la possibilità e capacità di mantenere la sua anima di legno perché non è poi così semplice. Certo riuscire a vederla finalmente nel suo carrello come avrebbe voluto Mancini mi fa un po' di invidia e ricorre il desiderio sempre costante di possederla. Ho fatto un disegno su come me la sarei dovuta ristrutturare, anzi in un periodo ho pensato anche che sarebbe stato bello iniziarne una nuova produzione in vetroresina e legno a vista, un po' più leggera ma sempre con la sua bellissima linea.



Controllare alcuni parametri del rimorchio

Ce ne ricordiamo sempre all'ultimo minuto, come per esempio la pressione dei pneumatici. Di seguito riporto alcine indicazioni importanti come il carico verticale sul gancio, la pressione dei pneumatici, lo schema elettrico dei connettori da 13 a 7 poli. Oltre la verifica della pressione dei pneumatici e della compatibilità del carico massimo ammissibile sul gancio installato verificate la corrispondenza dei poli dei due connettori posti sul gancio e sul carrello. Se non corrispondono vi dovete procurare un apposito adattatore tipo questo:

Adattatore per connettore gancio auto/ carrello, da Tribemarine


mercoledì 29 settembre 2010


martedì 28 settembre 2010


domenica 26 settembre 2010

La randa va veramente in soffitta?


Prendo spunto da questo articolo La randa va in soffitta? per fare alcune considerazioni in merito all'argomento.
1) Due grandi vele di prua rollabili sono di una comodità estrema, permettono di governare la barca facilmente anche in solitaria. Ho fatto miglia e miglia nel FIRST24 con il solo genoa aperto, con vento ed onda, mentre mia moglie se n'è stata tranquilla a prendere il sole tutto il tempo;
2) il boma, specialmente nelle nostre piccole barche è ingombrante e pericoloso in pozzetto, la possibilità di alzarlo e di accorciarlo riducendo la superficie della randa può essere una soluzione interessante;
3) Nella conduzione in solitario, con attrezzature di coperta ridotte al minimo come può spesso accadere nei mini cruiser oppure nel caso di velisti poco esperti come me, avere una randa già ridotta ed un grande genoa rollabile, secondo me è una soluzione responsabile ed intelligente.
Nel mio caso, per esempio riducendo la randa da 10 mq a 5-6 mq, aggiungendo una sola mano di terzaroli, ed un grande genoa di 10-12 mq rollabile si potrebbe avere la possibilità di gestire bene la barca in quasi tutte le condizioni di vento, anche sostenuto e in solitaria. Aggiungere poi in'altra vela di prua tipo Code 0, con la possibilità di sostituirla al gennaker, potrebbe essere la soluzione ideale. Vedremo con il tempo se è una possibilità attuabile seriamente.

Che le mie considerazioni non sono del tutto peregrine viene confortato dal fatto che esistono in produzione barche a vela che navigano con il solo genoa, vedi la Tilapia del cantiere Ocqueteau, ma ce ne sono altre come l'Ikone del cantiere Espace-Vag.



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