domenica 24 febbraio 2013

Autocostruire un "faltboot", non c'è limite alla perfezione

Dal sito di Igor Vigovsky
Il suo nome in italiano è "ciondolo" ed il suo costruttore gli ha dedicato una pagina tutta sua spiegandoci dettagliatamente come lo ha realizzato. Come potete osservare voi stessi l'armo velico è quello di un Optimist, il resto è stato autocostruito in alluminio e PVC. Ciondolo mi sembra semplicemente fantastico.

Dal sito di Igor Vigovsky
Questi sono i borsoni del Faltboot, CASPITA, si porta con la bicicletta!

Dal sito di Igor Vigovsky
Come abbiamo visto negli articoli precedenti in cui abbiamo parlato di queste barche eccezionali, i faltboot.
Klepper + bici, dal sito Faltbootbastlen
Ma nel sito di Igor Vigovsky potrete trovare tante altre belle cose e racconti di navigazione, incluse magnifiche foto come questa: lupi di mare!

Dal sito di Igor Vigovsky


sabato 23 febbraio 2013

"Annus horribilis" per la nautica italiana

Immagine tratta dal blog Youthentertainmentnetwork

Sembra che questa frase l'abbia coniata la Regina Elisabetta II nel 1992, ironicamente all'opposto dell'"Annus Mirabilis" del poeta John Dryden. Origini a parte, il 2012 sarebbe "annus horribilis" del turismo nautico come si evince dal IV Rapporto sul turismo nautico citato su Ansa Mare nell'articolo: Crisi, anno nero per il turismo nautico italiano.
E' bé, visto che loro si sono scomodati col latino io non posso essere da meno, "cave a lacrimis coccodrilli", non so se erano le lacrime di Serse secondo Seneca, quelle di cui dovevamo stare attenti, oppure un'ammonizione iscritta in una qualche abitazione della nostra amata patria, forse tutte e due le cose. Comunque sia il concetto è chiaro, si è costruita una nautica solo per i ricchi e quando questi sono venuti a "mancare" la nautica è andata a fondo con loro. 
Onestamente siamo preoccupati per il futuro del nostro barchino al Trasimeno a causa della privatizzazione della darsena pubblica, una cosa è certa, se le politiche continueranno ad essere quelle che hanno guidato i nostri amministratori fino ad oggi troveremo il sistema per arrangiarsi, o con un nuovo carrello o con una barca un po' più piccola, sempre carrellabile.
Non faccio altri commenti, soprattutto sulla incomprensibile richiesta di dare fiducia alle industrie nautiche, è certo, qua in Italia si toglie ai pensionati, ai malati, agli studenti, ai minorati per dare la possibilità ai ricchi di coltivare il proprio "io". 
Cara UCINA, non era meglio se si era pensato fin dall'inizio ad una nautica per tutti? Forse non si sarebbero versate lacrime di coccodrillo.

......."Ab hoc adfectu reges suam flevere potentiam, nec illos magnitudo fortunae suae delectavit sed venturus aliquando finis exterruit. 
Cum per magna camporum spatia porrigeret exercitum nec numerum eius sed mensuram comprenderet Persarum rex insolentissimus lacrimas profudit quod intra centum annos nemo ex tanta iuventute superfuturus esset. At illis admoturus erat fatum ipse qui flebat perditurusque alios in mari, alios in terra, alios proelio, alios fuga, et intra exiguum tempus consumpturus illos quibus centesimum annum timebat." ......

(Seneca - De Brevitate vitae)


D'altro canto l'importante è divertirsi, la vita è breve.


L'incroyable sauvetage d'Acciona



Questa è la risposta a tutti coloro che ancora si chiedono se una barca a vela cabinata possa scuffiare. Ebbene si, accade anche nelle migliori famiglie e, come in questo caso, non ci sono né grandezze né pesi che non possano far accadere l'inevitabile. 
Andar per mare è un problema di responsabilità, coscienza e fortuna non di barca.
Nonostante ciò, ancora il tempo non ce l'ha insegnato.


Rocca Super St Marcouf

Rocca Super St Marcouf, dal sito Leboncoin
Non me ne vogliano gli editori di Leboncoin, la versione francese del nostro "Subito", ma a volte mi diverto a dare un'occhiata ai barchini in vendita sotto i 5000 € in Francia, specialmente nelle zone atlantiche tra la Normandia e la Bretagna, e mi riesce sempre di trovare dei gioiellini di barche dei quali non riesco a trattenermi nel rubare qualche foto. Uno di questi è il Rocca Super St Marcouf, il fratellino più bello del Rocca Super Chausey di cui abbiamo già parlato nel post "Il barchino da passeggio". 
Solo 3900 € da investire per praticare lo sport più bello del mondo non sono poi tanti, non credete? Notate le finezze dell'entro-fuoribordo, del timone e della chiglia. 
Fantastico, correrei a prendermelo  in quel della stupenda Brest!

Rocca Super St Marcouf, dal sito Leboncoin


venerdì 22 febbraio 2013

Tirare le somme

Elena, Tommaso e la MEG al timone del First24
La necessità di ricontrollare tutti i 1100 e passa "post" del blog per fare manutenzione, recuperare ed ingrandire le immagini, ricorreggere l'allineamento dei testi e gli errori, etc., mi ha fatto riflettere sul fatto che quest'anno è il nono anno che andiamo in barca a vela. Certo, un po' di soldi spesi che avremmo potuto investire in un altro tipo di vacanza perché di questo si è trattato, una scelta alternativa alle vacanze che fanno in molti, ciabattine, albergo, ombrellone, spiaggia, gelato, bagni, abbronzatura e tutti a letto la sera dopo la passeggiatina. Dai 1500 ai 2000 € annui, inclusi gli oneri finanziari, questo ci è costata in questi anni la nostra barca  a vela, compresi i cambi di modello, gli ormeggi al lago e al mare e tutto il resto. 
Oggi, ormeggiati al lago in un posto pubblico, spendiamo solo qualche centinaio di euro e con i figli all'università, con le loro esigenze, non ci potremmo permettere altrimenti. 
Questi nove anni sono stati quelli centrali della nostra esistenza, quelli in cui abbiamo visto passare i nostri figli dall'essere bambini ad adulti, domani l'altro andiamo tutti a votare, e noi entrare nella "mezza età": la nostra vita che cambia volto, sogni, aspetto e aspettative. 
E' cambiato tutto in noi e questa avventura della vela che ci ha accompagnato mi sembra che ci abbia aiutato a sentirsi una cosa unica, un equipaggio in cui ognuno dipende dall'altro. Non c'è stato nulla e nessuno che ha imposto le sue scelte agli altri, abbiamo condiviso il mal di mare di Rachele e siamo tornati al lago, abbiamo condiviso la difficoltà di Elena ad entrare in una cabina stretta e abbiamo cambiato barca, abbiamo condiviso le necessità economiche ed abbiamo preso un barchino polacco, piccolo ma "estroso".
Le cose più belle da rivedere sono state le foto, i volti sorridenti e sereni, spesso scolpiti dal vento. Molte foto, specialmente le prime e quelle al mare, sono andate perse ma non i ricordi. 
Nessun rimpianto nell'aver fatto questa scelta, nessun rinfaccio di non essere potuti stare comodamente seduti in una spiaggia della Sardegna o dell'Argentario, quelle poche volte che l'abbiamo fatto ci siamo annoiati a morte. 
E non a caso la vacanza alternativa alla nostra vela è stata quella in montagna, nelle lunghe passeggiate prima a Chamonix e poi in Val di Fassa, in alta montagna. Non si va in montagna senza scarponi, non si va al mare senza barca.

In barca, l'unico modo possibile di vivere il mare
Insomma, un'esperienza meravigliosa questa della vela, vissuta da tutta la famiglia senza esagerare, senza esasperare, senza stancare, senza imporre, senza prevaricare, ma condivisa. La vorrei consigliare a chiunque, purché non sia occasione per lasciare la famiglia a casa, altrimenti non vale.
Non dimenticherò mai quei momenti in cui la barca iniziava a sbandare e Tommaso e la Rachele mi si aggrappavano addosso impauriti ed io, impaurito quanto loro, iniziavo a dare ordini sul da farsi o come disporsi; oppure quella volta che colti da una tempesta Elena mi ha dato il coraggio di andare avanti e di non arrendersi alla paura. Ricordi ed emozioni indimenticabili.
E poi c'è il blog, questo diario on-line in cui scrivo quello che sento, quello che scopro di nuovo, quello che mi piace di questo mondo della piccola nautica e della vela. Rileggendo i post mi sono accordo che non solo i "corpi" sono cambiati, ma anche il modo di pensare, e forse di scrivere. Molti dei sogni e delle aspettative di quando ho iniziato si sono avverati, barche che si portano con la bici, piccoli velieri che si tengono in garage, carrelli motorizzati da porti spiaggia e poi tanto altro.
Quanti cambiamenti, eppure sono passati "solo" nove meravigliosi e fantastici anni tutti assieme in barca a vela.
Quest'anno Tommaso ci ha preannunciato che non verrà più neanche in Val di Fassa, ha troppe cose da fare con i suoi amici, credo che anno scorso in barca sia venuto giusto una volta.
Inizia una nuova avventura, vissuta da me ed Elena, trascorrere il futuro assieme come un equipaggio .... per cambiare ancora fino a che non saremo tutt'uno per sempre.

Elena e la Rachele sul pontile



giovedì 21 febbraio 2013

Voglia di primavera ...... con una strizzatina d'occhio all'estate


Vi ricordate Luca e famiglia? Gli armatori del Micropomo Lazy Lady e della loro "Veleggiata Mestre - Premantura" intervistati dalla RAI su Linea Blu in occasione del servizio sul Salone Nautico di Genova?
Ebbene mi hanno inviato il resoconto della loro uscita pre - primaverile, in modo da farci sognare il momento in cui lo potremo fare anche noi al più presto, che vi giro molto volentieri con tanto di foto e commenti.



Sabato 16 febbraio 
Sono le 11 ed esco per prendere il pane. Dico ad Arianna che torno subito ma lei mi conosce e mi dice che mangiamo all’una. Ed in effetti l’aria fuori non è quella dei giorni scorsi. Il cielo è terso, la luce sembra diversa, più gialla e calda, la temperatura non è male. Torno dal fornaio e davanti al cancello di casa non resisto … mi metto in macchina destinazione S.Giuliano. Arrivato al CVC incontro molte persone in fermento, i Ferruzzi che stanno per uscire, chi sistema la barca. L’autovettura mi dava 12°C … e pensare che appena 2 settimane prima c’erano almeno 8 gradi in meno! Controllo la laguna ed il venticello che muove i segnavento delle imbarcazioni a terra. Vado verso “Lazy Lady” … è bellissima come sempre, oggi ancor di più con quella luce color oro. Certamente la mia non è una opinione oggettiva … comunque non posso dire che sia condizionata dal risveglio ormonale primaverile … è pur sempre una barca. Tolgo una manciata di neve dal pozzetto, a ricordare le rigide giornate passate, tolgo il telo che copre il tambuccio … e entro in barca. Ci sono circa 15 litri di acqua entrati chissà da dove e come … dico sempre che devo fare la prova con la canna dell’acqua, ma alla fine uso il poco tempo libero per veleggiare … meglio così. Con spugna e secchio tolgo tutto … il sole entra già un poco nel ventre di Lazy Lady … lascerò aperto così si asciuga. Mi guardo attorno e scrivo un SMS a Carlo … il mio compagno di ventura in Croazia e il cui Micropomo “Zita VA” riposa affianco alla mia barca. “Ciao Carlo. Sole, vento, 12 gradi. Cosa fate domani? Luca”. Non ho resistito … se le previsioni domani sono belle usciamo. A convincere Giacomo, che vorrebbe andare a slittare in montagna, ci pensiamo dopo. Torno a casa giusto in tempo per pranzare tutti assieme e così illustro i miei piani per l’indomani. Carlo non ha ancora chiamato … strano … Dopo pranzo le ore sono ancora più belle e la temperatura tiepida. Con Arianna decidiamo di portare i bambini al parco di S.Giuliano a pattinare un po’ assieme a due loro amichetti … così io posso andare a controllare la barca e chiuderla. Chiamo Carlo ma non risponde … starà poco bene ? Intanto ripasso al CVC provo ad armare randa e fiocco … tutto è in ordine e funziona bene … bisognerà solamente oliare qui e la qualche cosa. Chiudo la barca e la preparo per domani. Mentre Giacomo e Marta pattinano richiamo Carlo che non risponde e quindi come ultima spiaggia telefono ad Adriana sua moglie. Scopro così che Carlo sta facendo lavori di giardinaggio e il cellulare, principale strumento di lavoro durante la settimana, sarà imbucato da qualche parte. Con Adriana ci accordiamo per domenica … ritrovo alle 10 e destinazione Murano.


Domenica 17 febbraio 
Ci svegliamo attorno alle 7:30 … il cielo è coperto e c’è vento. Solamente verso est, dove sorge il sole, gli squarci di sereno sono più ampi e beneauguranti. Classica navigazione sui siti internet … windfinder, le immagini satellitari in infrarosso, le webcam di Col Visentin e della piattaforma Acqua Alta … la temperatura non è rigida, il vento in mare attorno ai 15 nodi da N-NE, il tempo in miglioramento, in montagna invece è brutto. Mi spiace per i nostri amici Giovanni e Stefania che sono andati a passare un week-end sulle piste. Colazione, preparativi, calzamaglia, giubbotti, guanti e cappelli, thè caldo nel thermos, patatine, salame … le solite cose … anzi anche un po’ di Rhum. Ogni volta diciamo di non portarvi via molto e finiamo con zaini e borse piene … così è la vita … Carichiamo in macchina il carrellino, il motore, benzina, parabordi … e si parte. Il cielo si sta rasserenando e il sole comincia a scaldare ogni cosa. Arrivati al Circolo incontriamo Giorgio e Graziella … e rimaniamo stupiti di ritrovarci per caso come quest’estate !! Certamente al CVC è più prevedibile incrociarci … mentre parliamo e scherziamo su questo assaggio di primavera arriva anche Carlo e famiglia … e così la compagnia è al completo. Anzi in più c’è Ercole , il cane di Carlo che oggi verrà con noi a giocare col vento. Mettiamo le barche in acqua e via. Naturalmente Giorgio non può navigare su una barca “normale” … e se questa estate planava sui foils del suo trimarano, ora è su una deriva stretta e lunga a due alberi ad armo sperimentale (solo lui può spiegarlo) e con vele gialle. Il vento è frizzante e teso … devo ridurre un po’ il genoa altrimenti sbandiamo troppo. Costeggiamo il ponte della libertà … prima a motore ma poi, con vento da N.NE, a vela di Bolina stretta. A noi si unisce anche Francesco a bordo di un Laser. Io e Carlo lasciamo il canale di S.Secondo a dritta e puntiamo a quello di Campalto lasciando a dritta l’omonima isola … fondale permettendo. Giorgio e Francesco invece si portano a ridosso di Venezia. All’ombra è un po fresco, complice anche il vento, ma siamo ben coperti e con tanta voglia di navigare. I bimbi stanno un po sottocoperta a disegnare e un po in pozzetto a cantare e giocare. Alle 12.30 arriviamo a Murano sempre a vela … ma per attraversare il canale di Tessera (maledetto traffico di taxi impazziti) accendiamo in nostro buon fuoribordo. Subito dietro di noi arriva Carlo. Ci dirigiamo dentro il canale che porta nella zona del Cimitero e dove un bel parco cittadino con panchine e giochi offre molto spazio per noi e i bambini. Ci ormeggiamo senza problemi e, mentre i bambini corrono sulle altalene … e le mamme pensano al cibo, io torno verso l’imboccatura del canale e cerco di dare una mano come posso a Giorgio e Francesco che sono appena arrivati. La corrente, il vento e soprattutto le onde dei taxi rendono tutto più problematico. Mentre Giorgio riesce a raggiungere la riva e scendere a terra … Francesco fa fatica ad avanzare e sembra aver rinunciato. Non sia mai che lasciamo uno della compagnia in balia di Eolo e delle maree … torno su Lazy Lady e, con l’aiuto di Carlo, andiamo a recuperare Francesco ed il suo Laser. Alle 13 siamo tutti sui tavolini del parco a riempire le panze infreddolite !! Il resto lo lascio alle foto …







… siamo tornati alla base attorno alle 15:30 e lungo il percorso abbiamo incontrato i Ferruzzi e Alberto. Una volta a terra e disarmate le vele siamo andati tutti a Forte Marghera a fare due passi nelle ultime ore di luce … e prendere qualcosa di caldo. 

Lunedì 18 febbraio 
Ore 9:00 lungo la A4 in un punto imprecisato tra Venezia e Bergamo. La temperatura è mite per essere una mattina di febbraio. Il cielo non è così terso ma il sole è quello dell’altro giorno, caldo e più intenso. Illumina i prati e le colline che passano velocemente al fianco e dove comincia a fare la comparsa quel verde acerbo e vivo … la stagione sta cambiando. E’ solo febbraio eppure la testa già fantastica sull’estate … e sui discorsi fatti ieri su dove si potrebbe andare, quando, con chi … Il cervello comincia a ripensare a quello che ti manca in barca … ai lavoretti da fare … E’ proprio strana la barca e per questo unica. Quando veleggi le sensazioni sono troppe e troppo intense per viverle tutte assieme. La testa si impregna di quella esperienza e così la rivivi nei giorni seguenti. Anche se poi la memoria dei bei momenti passati non ti basta mai … e la più bella veleggiata è sempre quella che farai domani.


Grazie Luca di averci regalato questa voglia di primavera!


martedì 19 febbraio 2013

Pocket Coastal Cruiser 398 diventa Inséparable 398

Inséparable 398, da Henseval Yacht Design
Ecco i primi "renders" di Eric Henseval Yacht Design che Aurelio mi ha gentilmente trasmesso del Pocket Coastal Cruiser 398 di cui abbiamo parlato qualche giorno fa, diventato definitivamente Inséparable 398. Un nome che è tutto un programma, in più le sue caratteristiche corrispondono alla mia barca ideale. Mi piace sempre di più.

Inséparable 398, da Henseval Yacht Design
Inséparable 398, da Henseval Yacht Design


domenica 17 febbraio 2013

La Darsena Pubblica di Castiglione del Lago va in concessione

Dal bando della Provincia di Perugia
Brutte nuove per me, la Darsena Pubblica di Castiglione del Lago va in concessione e questo significa che i privati avvieranno politiche di prezzi ben diverse da quelle attuali. Il BANDO, scaricabile dal sito della Provincia di Perugia, è molto interessante, specialmente per lo specchio d'acqua, 135 posti per 15000 € di concessione  (offerta di partenza). Il bando scade a fine febbraio.


sabato 16 febbraio 2013

Blog in manutenzione


Come potete osservare ho semplificato la grafica di contorno ed ingrandito le immagini. 
Andando indietro nei post mi sono accorto che molte delle immagini linkate sono sparite quindi le sto recuperando tutte con molta pazienza.



giovedì 14 febbraio 2013


mercoledì 13 febbraio 2013

Navionics è free on line in tutto il mondo

Dalla webapp Navionics
NAVIONICS, il fornitore di carte nautiche fornisce i suoi dati di dettaglio, liberamente free on-line come ausilio alla pianificazione.
Rimane inteso che per la navigazione le carte nautiche cartacee ed elettroniche particolareggiate devono essere acquistate. Per la navigazione questo servizio non è espressamente raccomandato, ma rimane comunque utilissimo e divertente, come abbiamo dichiarato molte volte.
Le carte possono essere visualizzate su qualsiasi dispositivo collegato ad internet, PC, Tablet, cellulare, etc.
Fantastico!

Via: yacht.de

Le fantastiche barche di John Claridge

Il Pram, dal sito John Claridge Boats
Quelli che asseriscono che non sono invidiosi sono quasi sempre dei bugiardi poiché tutti, più o meno e per natura, lo siamo. Ci sono però alcune categorie di persone che personalmente invidio di più, una è quella a cui appartiene John Claridge, il costruttore di queste meravigliose barche a vela. Non saprei di quale mettermi a parlare, sono tutte fantastiche, lo potete vedere voi stessi nel suo sito.

Un mito fin dagli anni '70, dal sito John Claridge Boats
Nel video Mr. Claridge ci parla delle sue belle barche al Southampton Boat Show, intervistato da  Emanuele Filiberto.


martedì 12 febbraio 2013

Il canotto a vela di Mr Colonel

Excursion 4 a vela, dalla FOTOGALLERY di Mr Colonel
Il canotto a vela che Mr Colonel ci presenta nella sua FOTOGALLERY è molto ben fatto e professionale. Credo però che tutto l'armo velico, il timone e le derive appartengano a un Minicat 310, il resto è stato autocostruito con molta cura nei particolari. 
Questa eccellente modifica mi fa sorgere il dubbio che Mr Colonel l'abbia realizzata per portarsi la bella moglie in barca con comodità, possibilità che, probabilmente, nel Minicat risulta un po' meno appetibile alle dolci consorti. 
Tutto ciò conforterebbe i dubbi che ho avuto in questi mesi: per quanto sportivo, facile da gestire e bello, un catamarano gonfiabile può essere compatibile con una moglie che, in barca, serve solo da zavorra? Successivamente ad un suo eventuale acquisto non vorrei dover riparare anch'io con un canotto a vela quindi tanto vale farselo da subito.
Nella fotogallery di Mr Colonel potrete trovare le sezioni:
Per la cronaca l'Excursion 4 della Intex si trova in commercio al prezzo di 184.50 €. Bravo Mr Colonel!

Excursion 4 a vela, dalla FOTOGALLERY di Mr Colonel


lunedì 11 febbraio 2013


domenica 10 febbraio 2013

Costruire un fuoribordo con un decespugliatore

Fuoribordo decespugliatore, dal sito alekssi.narod.ru
Sarò sincero, ho comprato il mio primo ed unico decespugliatore ben quattordici anni fa, non gli ho mai fatto nulla se non mettergli la benzina e l'olio e poi accenderlo, ancora funziona benissimo. 
Igor Vigovsky, l'autore di questo articolo in cui ci spiega come realizzare un fuoribordo con un decespugliatore, con tanto di FOTO esplicative, la pensa come me, un decespugliatore è economico, poco ingombrante, non puzza, è leggero e consuma pochissimo. 
I suoi 700 W di potenza dovrebbero corrispondere a poco meno di 1 CV, sufficienti per piccoli velieri dal peso contenuto. 
In questo caso le uniche modifiche da fare consistono nel raddrizzare l'asse, inserire l'elica e il carter di protezione.
La modifica al decespugliatore dal sito di Igor Vigovsky
E' stato utilizzato un Craftsman R Weedwacker con piede curvo come se ne trovano in commercio in rete a dei prezzi molto bassi, intorno ai 100 €.


Craftsman Weedwacker, dal sito searsoutlet
QUI potete trovare un altro articolo di un fuoribordo realizzato con un decespugliatore un po' più potente,  un C230 Shindaiwa da 2 CV.

Più potenza la motore, dal sito alekssi.narod.ru



Ibi semper est victoria, ubi concordia est

Dal programma IBI VICTORIA UBI CONCORDIA

Ibi victoria ubi concordia, vi è sempre vittoria dove vi è concordia, è la frase più celebre di Publilio Siro, scrittore e drammaturgo latino vissuto all'epoca in cui la Repubblica passò a Principato, contemporaneo di Cesare e di chi lo seguì dopo la sua morte. Ora mi chiederete cosa c'entra, c'entra, c'entra perché questo motto è stato adottato da un gruppo di appassionati di camping nautico ucraini che navigano lungo le frontiere marittime del loro paese nel Mar Nero. Bel progetto e bei VIDEO di cui vi consiglio la visione.
"Riuscire con il consenso" è una frase che di questi tempi ci dovrebbe far riflettere. Troppo forti e fantastiche le coste del Mar Nero!





venerdì 8 febbraio 2013


giovedì 7 febbraio 2013

Pocket Coastal Cruiser 398 - Henseval Yacht Design

La bozza del Pocket Coastal Cruiser 398 di Henseval Yacht Design disegnato per Aurelio

Con piacere vi giro quanto comunicatomi da Aurelio in merito al suo nuovo progetto, un Pocket Coastal Cruiser personalizzato che, secondo me, risulta essere il cabinato ideale. Aurelio, via via, ci terrà informati fornendoci i piani definitivi, in aprile, e aggiornandoci sulla sua successiva realizzazione.

"Ciao, ti allego disegno preliminare e dati del nuovo progetto che l'architetto Eric Henseval sta realizzando per noi, per uso lago, laguna ( velalonga, velaraid) e veleggiate costiere ( piccola vacanza estiva di una settimana max) un pocket costal cruiser di 3,98 metri armato a cat + gennaker su delfiniera fissa, riserva di galleggiamento in espanso sotto cuccette e pagliolato prua lunghezza scafo cm 398 (al galleggiamento cm 398 larghezza) baglio massimo cm 200 dislocamento circa 380 kg, pescaggio cm 20/100 deriva a baionetta zavorrata in basso totale kg 100, timone sempre a baionetta, puntapiedi, scotta randa con strozza fisso ( no trasto) superficie randa circa 16 mq con 2 mani terzaroli, albero pivottante in carbonio ( idem boma) insartiato con un ordine crocette e lazy bag + gennaker 13 mq 2 cuccette singole , fornellino su ripianetto e minitavolino su scassa deriva ( asportabile) stivaggio a pruavia della scassa deriva ( tra i bagli di rinforzo supporto interno albero) tambucio trasparente e pannello di aereazione apribile, pulpiti e candelieri(battagliole, 2 finestrature ovali fisse su ogni lato. costruzione in compensato marino di okumè 9 mm e resina epossidica, finitura in colore 2 colori ( come Aviateur 570) se vuoi puoi pubblicare ( piani definitivi ad Aprile) ti tengo informato Aurelio"

Bravo Aureio, mi sembra un ottimo progetto!.


Dal 1860 una gita al Lago Trasimeno

Dal sito ARBIT
Come accade per ogni suo post l'Associazione Arbit di Castiglione del Lago ci delizia con qualcosa di bello, «Le Lac de Trasimène e la carpe monstre». Dal 1860, la cronaca di una gita al Trasimeno.

Imperdibile, "....tutto è quiete intorno a noi, un’atmosfera soave e carezzevole ci avvolge di serenità e ci versa sin nel fondo del cuore un sollievo che vorremmo durasse per sempre..".



Vela, bici e mare dal Parco della Sterpaia fino a Cala Violina


Il Golfo di Follonica è conosciuto da tutti i praticanti della vela per il suo vento costante ed il mare protetto, quasi sempre accessibile, ma non solo. La maestosa pineta, la lunghissima spiaggia di sabbia dorata ed infine, più a sud, gli scogli e le meravigliose calette fino a Punta Ala e il Parco Regionale della Maremma creano un mix di natura ed offerta turistica tra le più variegate, anche queste accessibili a chiunque e per tutti i gusti, sia per chi se ne vuol stare tranquillo che per chi si vuol divertire, con tanti o con pochi soldi.
Il tratto di costa tra il Parco della Sterpaia e Cala Violina che vi propongo oggi può essere sicuramente uno tra i più interessanti tragitti per il "sailonbiker", facile e tranquillo per tutta la famiglia con la bici, estremamente divertente in barca a vela. I chilometri, o le miglia nautiche, non sono moltissime e credo che si possa fare in un week-end tra la terra, il mare ed il cielo della nostra bella Toscana, circa 24 km all'andata con la bici e 12 miglia al ritorno in barca.
Secondo quanto si è sportivi o meno si può scegliere di farlo con un bel cat gonfiabile oppure con un gommoncino a vela, insomma ce n'è proprio per tutti.
Anche per quanto riguarda il dormire ce n'è per tutti i gusti e le tasche, dai campeggi, ai villaggi turistici, dagli appartamenti fino agli alberghi, più o meno lussuosi.




mercoledì 6 febbraio 2013

App di iPhone: Uomo in mare (Man Over Board)

Man Over-board, dal sito Cruising World
"Chiunque va per mare dovrebbe avere questa App - Manoverboard è un'applicazione che potrebbe salvare una vita", dichiarano nel sito itunes.apple. Noi concordiamo considerato il prezzo: 1.99 $.

  

Semplice da usare, Manoverboard mostra la via e la posizione da fornire ai servizi di emergenza. Specialmente chi naviga da solo può avere salvata la vita. Se siete in un qualsiasi tipo di barca, yacht, motoscafo, gommone, tutto ciò che galleggia, la vostra sicurezza, quella del vostro equipaggio e degli ospiti è fondamentale. Non basta scaricare questa applicazione, fai in modo che venga utilizzata. Può essere utilizzata anche nel caso di "uomo in mare". Non c'è nulla di più semplice.
Basta premere il pulsante MOB (Man Over Board) per vedere:
  • la direzione da seguire 
  • il percorso residuo 
  • il tempo trascorso  
  • la posizione del MOB: latitudine e longitudine 
  • Quando ci si trova a meno di 100 metri il display cambia colore, da rosso a verde 
  • Quando si è a meno di 10 metri il display cambia mostrando MOB 
Premere il tasto Info per visualizzare:
  • la posizione attuale 
  • la posizione MOB 
L'uomo in mare è una condizione che accade abbastanza raramente, ma accade più spesso di quanto si pensi. Un po' di disordine nel ponte, una strambata, una cima che si allenta, ci sono almeno un centinaio di modi per trovarsi inaspettatamente in acqua.
  • be safe at sea
  • stay safe on the water
Una manutenzione intelligente la fanno le persone intelligenti.

Attenzione: L'uso continuato del GPS può ridurre drasticamente la durata della batteria.

Via: Cruising World


martedì 5 febbraio 2013


Microadventure, un'avventura molto portabile

Da Microadventure on the Shetland Isles
E così finalmente ho trovato il mio mentore, la guida dei miei pensieri e dei miei sogni, tutto ciò che vorrei essere, Alastair Humphreys e il suo anno di "microadventures".

Ieri sera, quando ho finito la traduzione di un articoletto trovato casualmente sul Geographical Magazine, avrei voluto pubblicarlo subito ma i miei occhi malandati, conci di buchi sulla retina tappati al laser e di glaucoma, erano davvero stanchi. Il racconto mi aveva preso completamente e, contrariamente a tante altre volte, mi importava che la traduzione fosse più possibile vicina all'originale. In questi casi non chiedo neppure aiuto ad Elena, laureata in lingue e brava insegnante, perché so bene che se non si conosce ciò di cui si parla è veramente difficile interpretare in un'altra lingua quello che l'autore intende raccontare, lo so bene da tanti anni oramai, fin da quando dovevo capire cosa significavano le Mil-Std e le A.Q.A.P. non classificate della N.A.T.O., d'altro canto cosa ne poteva sapere lei cosa erano i copper plated thru hole on multi-layer printed circuits o il controllo di qualità per le forniture militari e aerospaziali? Ma questa è un'altra storia, anche se la qualità dei materiali c'entra eccome.
Torniamo a parlare di Alastair ed della sua Microadventure on the Shetland Isles, credo che sia la "summa" ideologica di tutto ciò che vi sto raccontando da mesi, piccole e grandi avventure per scoprire la meravigliosa natura a noi più vicina, attrezzati con il minimo indispensabile, in questo caso una bici, una canoa gonfiabile ed uno zaino. Libidine!


Un'avventura molto portatile
(liberamente tradotto ed interpretato da me medesimo dal Geographical Magazine)

Eravamo su una spiaggia ai piedi di una scogliera nelle Isole Shetland. Le onde si alzavano e la visibilità era scarsa. Se la traversata della più grande isola delle Shetland, Mainland, aveva provato la mia bici pieghevole, la breve pagaiata per l'isola di Yell, che l'ha obbligata a navigare contro una forte corrente, certamente ha messo alla prova anche la mia barca pieghevole. Dopo averla presa dal mio zaino e averla montata sulla spiaggia, ho piegato la bici il più rapidamente possibile e ce l'ho fissata. Il vento era forte, la corrente veloce e io ero in ansia. Per tirarmi su il morale ho sospirato e sorriso al mio amico, Joe Sheffer. Poi siamo saliti sulle nostre barche e abbiamo iniziato a remare verso il mare. 

L'idea di questo viaggio ci era venuta un pomeriggio, a casa, mentre ascoltavamo la partita di cricket alla radio. Durante il pranzo parlammo con un guardiano del faro delle Isole Shetland che, con voce cadenzata, ci raccontava come aveva spesso ascoltato il cricket dal faro più a nord della Gran Bretagna, sulle scogliere tempestose di Muckle Flugga. 

'Muckle Flugga! Che bel nome, pensai. 'Devo andare là assolutamente.' Andai subito nel mio atlante a cercarla ed eccola lì, situata al largo della costa di Unst, l'isola abitata più settentrionale del Regno Unito, più di 160 chilometri a nord di John O'Groats. 

Così cominciai a programmare il mio viaggio immediatamente, e quando il pranzo era finito, avevo già pensato a quello che c'era da fare. Era mia intenzione percorrere per tutta la loro la lunghezza le isole Shetland fino a raggiungere Muckle Flugga. Avevo bisogno di una bicicletta per la terraferma e una canoa per attraversare il mare. Per poter essere autosufficiente e avere una attrezzatura portatile, avrei utilizzato la stessa bici pieghevole che mi serviva per districarmi nelle trafficate strade di Londra e di una barca pieghevole che avevo già comprato per attraversare l'Islanda. 

Ovviamente questa non aveva l'ambizione di essere una grande spedizione, ma si sarebbe perfettamente inserita in quello che avevo chiamato “il mio anno di microavventure”, durante il quale avevo scelto di esplorare il mio paese, invece di passare lunghi periodi all'estero. 

Tutti noi spiriamo da esperienze stimolanti ed entusiasmanti ma nella nostra vita moderna siamo spesso troppo presi nell'ottenerle. L'idea della microavventura invece era quello di ottenere una breve ma forte esperienza, lasciando le comodità per poco tempo visitando luoghi in cui non ero mai stato prima, facendolo nei i limiti della mia vita normale. 

Mentre preparavo l'attrezzatura giunsi alla conclusione che avrei potuto fare tutto con materiale che avevo già, il viaggio era sufficientemente breve da poter rischiare di avventurarsi con un kit non del tutto appropriato. Una tenda, un sacco a pelo, un fornello da campeggio, una padella, una giacca impermeabile e una gran quantità di insaccati di carne di maiale, erano tutto ciò che c'era nel mio zaino. 

Due ruote verso il nord 
Situate a 60° N, queste isole sono selvagge e remote. Sono un paradiso per i kayakers, i subacquei, gli appassionati di birdwatching e per gli amanti della natura. Non sono l'ideale per chi apprezza il cibo esotico, anche se un furgone porta cibo cinese ai piccoli villaggi una volta al mese, ma il pesce fresco e il meraviglioso paesaggio appaiono come un'alternativa equa. È possibile raggiungere le isole velocemente in aereo. oppure più lentamente e con più divertimento con un traghetto notturno che arriva da Aberdeen per mezzo delle Isole Orkney. 

Abbiamo iniziato la nostra 'spedizione' dalla punta sud del continente, dopo una lunga serie di viaggi in metropolitana, treni e traghetti partendo da Londra. Puffins ha imitato comicamente come io e Joe abbiamo attraversato i vicoli tortuosi della terraferma. Le strade sono tranquille e strette, più simili a corsie, ed i villaggi piccoli e assonnati. Ogni curva sembrava aprire orizzonti diversi di quel mare pulito e freddo: non si è mai lontani dal mare mentre si attraversa l'arcipelago più settentrionale della Gran Bretagna. 

Questo è stato il primo viaggio in bicicletta che avevo intrapreso da quando ho finito di girare per il mondo dalla fine del 2005, ed è stato emozionante scoprire che il sapore della vita quotidiana sulle strade dello Shetland era identico a quello che avevo vissuto durante il mio viaggio di 74 mila chilometri. Tuttavia ci sono delle differenze. E' opportuno osservare che le bici pieghevoli non sono progettate per visitare luoghi remoti. Le loro dimensioni “originali” rendono difficile trovare i pezzi di ricambio ed è difficile trasportarci attrezzature. I rapporti non sono sufficienti sui pendii impegnativi e sono meno confortevoli delle biciclette normali, specialmente sulle lunghe distanze. L'aspetto positivo è che sono facili da gestire nei mezzi pubblici, sono divertenti e, soprattutto per noi in questo caso, sono facili da fissare in barca. 

Tornare in barca 
Come molte altre cose, si ottiene quello che si paga con una bicicletta pieghevole. Si trovano a 100 sterline, ma qualcosa di decente costerà molto di più. Tutto ciò che riguarda una bicicletta pieghevole è un compromesso ed è necessario capire quali siano le caratteristiche da privilegiare. I fattori chiave, quali prezzo, peso, facilità di piegatura, dimensioni da piegata e quanto bene ci si va. 

La bici di Joe aveva dei portapacchi che gli hanno permesso di portare la maggior parte del suo equipaggiamento. Credo che questa sia la soluzione migliore per ogni tipo di viaggio in bicicletta. Tuttavia, in questa occasione io ho portato tutto in un sacco da canoa. Era a compartimento unico, che era irritante, e la gomma mi faceva sudare la schiena. Ma il suo sistema di fissaggio ha assicurato che mia attrezzatura rimanesse all'asciutto. 

Le nostre canoe erano di buona qualità, Alpacka, FlyWeight Design e Sevylor, tutte gonfiabili, ideali per ogni tipo di navigazione e di prezzo. 

Abbiamo affrontato due situazioni principali per raggiungere Muckle Flugga. Uno era il tratto snervante e difficile tra l'isola e Yell. L'altro, da Yell a Unst, che ci ha coinvolto in uno specchio di mare tranquillo, cieli azzurri e lontre marine. 

Le distanze erano molto brevi, ma non avevo idea di come la canoa se la sarebbe cavata con le correnti oceaniche, attraverso la nebbia, il vento e la pioggia. Nel tratto tra Yell e Unst siamo stati osservati da turisti stupefatti che stavano attraversando il canale su un traghetto che navigava accanto a noi. L'acqua era limpida e blu, e mi sono guardato attorno con entusiasmo nella vana speranza di scorgere i delfini e le balene killer che a volte attraversano quelle acque. Non avevo remato molto durante i 12 mesi precedenti, ma nonostante le condizioni del mare - e la mia ansia - ho apprezzato di essere di nuovo in barca. Uno degli scopi principali della mia serie di microadventures era di fare dei viaggi da poter raccontare. Con questo in mente, abbiamo ripreso il viaggio per le Shetland. L'apparecchiatura video, oltre alla fotocamera, era un treppiede e un registratore audio. Effettuare delle riprese “stabili” con un suono nitido sono il segreto per effettuare un buon video. Se si prevede di effettuare un video da una barca bisogna avere una custodia impermeabile per la fotocamera ma esistono telecamere ad alta definizione impermeabili. Sono piccole e di buona qualità e poco costose, (attenzione però: queste telecamere non galleggiano, come ho scoperto durante una ripresa nel Tamigi).  

Fine della strada
Io e Joe facevamo baldoria mentre scendevamo dalle canoe approdate sulla spiaggia di sabbia della costa meridionale di Unst. Avevamo raggiunto la parte più settentrionale abitata del Regno Unito. 

Alcuni Pony Shetland pascolavano accanto alla strada che saliva tranquilla verso nord. I muretti a secco erano allineati lungo la strada dove abbiamo visto un pastore portare un gregge bianco di pecore giù dalla palude mentre noi salivamo velocemente. 

Sul lato opposto della strada siamo passati davanti alla birreria più settentrionale della Gran Bretagna, ma non abbiamo sentito il bisogno di fermarsi: eravamo troppo presi dal nostro itinerario. Accanto a una deserta spiaggia di sabbia bianca abbiamo raggiunto la fine della strada: a nord da qui non ci sono più strade fino al Polo Nord. 

A questo punto abbiamo serbato una punizione finale per le nostre biciclette pieghevoli, portandole fuori strada, in salita, attraverso una palude e giù per le scogliere. Volevamo portarle fino alla fine, e quale fine. 

Abbiamo piantato la tenda in un prato piatto solo un passo o due dal bordo della scogliera. Personalmente ho avuto la fortuna di accamparmi in alcuni dei luoghi più belli del mondo, ma la vista sul faro del Muckle Flugga, nella penombra, a mezzanotte, nel solstizio d'estate, è stato uno spettacolo tra i migliori. 

L'anno delle microavventure di Alastair
Le isole Shetland sono state una delle scoperte più affascinanti della mia serie di microavventure. Per incoraggiare i lettori del mio blog a prenderle da esempio, ho iniziato l'anno con delicatezza impegnando solo il fine settimana. I viaggi successivi sono cresciuti costantemente in dimensioni: da dormire su una collina raggiunta in mountain bike, poi  remando fino all'isola di Skye. 

La mia microavventura preferita è il nuoto per due giorni lungo il Tamigi,  fiume che non evoca grandi visioni della natura e di bellezza. Ma dopo che ci ho portato la mia attrezzatura da campeggio dietro di me in una sacca, ho sentito quel mondo come selvaggio e avventuroso, come se stessi nuotando nello Zambesi. 

Ten of the best
Idealmente, un microavventura richiede il minimo equipaggiamento possibile. Per una breve e forte esperienza in una notte o un week-end lungo, può apparire superfluo trascorrere ore per preparare un sacco pesante che sarà, successivamente, un pesante fardello da portare. Tuttavia, alcune situazioni possono richiedere attrezzature specializzate. E nel caso della navigazione con Alastair Humphrey alle Shetland, la portabilità del suo kit è stato fondamentale.





Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...