lunedì 17 giugno 2013

Dalla Royal Ship of Cheops alle borose di Akhenaton

Source of drawing: C.R.Lepsius, Denkmäler aus Aegypten und Aethiopien,1897
Nell'antico Egitto le vele erano rettangolari. Durante l'Antico Regno la parte superiore della vela era legata ad una trave, mentre la parte inferiore era legata alla murata, successivamente la vela venne fissata tra un longherone superiore ed uno inferiore. 
Al tempo di Akhenaton entrò in uso un circuito consistente in piccole corde che rendevano l'avvolgimento della vela più facile.
(Maldestramente tradotto da Reshafim.)

Akhenaton, vissuto intorno al 1350 a.C. apparteneva alla XVIII dinastia del Nuovo Regno, fu uomo di gusti raffinati, abile diplomatico è passato alla storia come il faraone eretico per il tentativo di introdurre il culto monoteista del Dio Aton.
Akhenaton ebbe tra le sue mogli la bellissima Nefertiti e di recente, grazie a complesse indagini sul DNA, è stato dimostrato che fu il padre del faraone bambino Tutankhamon, Re Tut.
Da oggi si è scoperto che è stato anche il padre del "circuito delle borose"::

Akhenaton e Nefertiti, immagini tratte da Wikipedia
La Royal Ship of Cheops invece è una delle imbarcazioni più antiche del mondo.
Fu scoperta dagli archeologi nel 1954 nella piana di Giza, in una fossa sul lato sud della grande piramide di Cheope. Racchiusa in una camera ermeticamente sigillata, la barca era scomposta in 1224 pezzi, il cui legno si è conservato intatto per più di 4600 anni. Per ricostruirla sono occorsi 13 anni. Lunga circa 43 metri, ha cinque remi per lato più due a poppa, con funzione di timoni e, dal 1982, è esposta in un museo creato appositamente a fianco della piramide e progettato dall'architetto italiano Franco Minissi. Poco dopo fu scoperta un'altra barca che però, a causa delle cattive condizioni di conservazione, è stata lasciata all'interno della “galleria” originaria.
(Tratto da Wikipedia)

Cheope vissuto intorno al 2550 a.C., apparteneva alla IV Dinastia dell'Antico Regno. Questo è l'interessantissimo ed affascinate resoconto della ricostruzione della nave che sarebbe servita a Cheope per raggiungere il regno di Osiride.

King Cheop's Royal Ship


Barchette di carta: la Santa Maria

La Santa Maria, dal sito Paper Toys
La Santa Maria è stato il fiore all'occhiello e la più grande delle tre navi utilizzate da Cristoforo Colombo nel suo primo viaggio verso le Americhe. Le altre due navi sono state chiamate il La Nina (The Girl) e La Pinta (The Painted One). 
La Santa Maria era di proprietà di Juan de la Cosa , un cartografo, conquistador ed esploratore, che ha navigato con Colombo nei suoi primi tre viaggi (1492, 1493, e 1498).

I viaggi di Cristoforo Colombo, dal sito Paper Toys
Anche se non è certo, le tre navi furono comprate usate e forse erano addirittura di terza mano. Nessuna delle tre era stata costruita per l'esplorazione trans-oceanica. 
La Santa Maria era stata originariamente chiamata La Gallega (la galiziana), perché costruita a Pontevedra, in Galizia, nel nord-ovest della Spagna. 
La Santa Maria era una nave piccola per gli standard attuali, misurava circa 60 piedi (18 metri) di lunghezza e 18 piedi (5,5 metri) di larghezza. Aveva un solo ponte con tre alberi. Questa è all'incirca la dimensione di uno yacht moderno. 
La Santa Maria si è arenata nel suo primo viaggio verso le americhe presso Cap Haitien, ad Haiti, il ​​giorno di Natale, il 24 dicembre, 1492 e lì è rimasta. 
I suoi legni sono stati utilizzati per realizzare un'altra nave, La Navidad (Natale), perché il naufragio della Santa Maria avvenne il giorno di Natale. 
L'ancora della Santa Maria risiede ancora presso il Museo Nazionale di Haiti a Port-au-Prince.
(maldestramente tradotto ed interpretato da me medesimo da sito Papertoys).

Questa storia conferma l'ipotesi che i galiziani furono i primi a costruire navi capaci di risalire il vento a tal punto da poter attraversare gli oceani.

Via: Papercraftsquare


domenica 16 giugno 2013

Classe Lightning, dominano gli americani

Classe Lightning in attesa della regata
Grandi emozioni a Castiglione del Lago per il Campionato Mondiale Classe Lightning, le ultime regate si sono svolte con un bel vento che è passato dai 7 fino ai 15 nodi, provocando ben tre scuffie. 
La vittoria è andata all'equipaggio numero 47 capitanato da David Starck, del prestigioso Buffalo Canoe Club. Tra i 46 equipaggi partecipanti i primi italiani sono arrivati al 25° posto.

Certo per far scuffiare 318 kg di peso a vuoto e un metro e mezzo di deriva ce ne vuole di coraggio!


venerdì 14 giugno 2013

Intorno all'Elba in canoa a vela, la versione in italiano

L'Elba vista da Piombino, dal sito Bootsbaugarage
Vi ricordate che qualche settimana fa vi avevo segnalato la straordinaria avventura di Axel che con la sua canoa a vela aveva attraversato il Canale di Piombino, "Con una canoa a vela intorno all'isola d'Elba"?
Ho ritenuto importante che questa impresa meritasse di essere conosciuta ai molti appassionati di piccole barche a vela anche qui da noi così ho tradotto il racconto in italiano e Axel lo ha pubblicato, "Intorno all'Elba in canoa a vela".
Per me che non sono un professionista non è stato facile perché il linguaggio utilizzato da Axel non era tecnico e certi passaggi che volevano esprimere sentimenti e situazioni intense e particolari sono stati di difficile interpretazione ma nonostante tutto sono arrivato al termine, sperando di aver fatto un buon servizio ai miei lettori e ad Axel, questo bravo e simpatico costruttore di barche a vela in legno. 
Ovviamente, conto sempre sulla vostra indulgenza per gli errori di traduzione o interpretazioni troppo libere, vale comunque la pena di leggerselo tutto, il racconto è veramente bello, intenso e straordinario. Grazie Axel!

Axel, il Flying Dutchman di Gerd, dal sito Bootsbaugarage

giovedì 13 giugno 2013

Grandi yacht per un tozzo di pane. L'affare del secolo?

Yacht di 25 metri in vendita per soli 25000€, dal sito Le Figaro Nautisme
Io un buco nell'acqua di tale portata non potrei prenderlo neanche me lo regalassero, ma chi è in cerca di buoni affari, magari avendo già il posto dove metterlo, potrebbe realizzare l'occasione della vita.
Questa è la LISTA delle barche in vendita all'Asta Giudiziaria che si terrà il 2 luglio presso il Tribunale di La Rochelle. Tra questi, quelli sotto i dieci metri, vanno da cifre che partono da 1500 € fino ad un massimo di 5000 €. Per fare un altro esempio, la "Desert Rose", una barca in alluminio di 11 metri, verrà messa all'asta per 3500 €.
I vecchi proprietari di queste barche hanno lasciato debiti di migliaia di Euro al porto di La Rochelle, anche qualche centinaio, che con questa vendita vorrebbe in piccola parte recuperare le perdite.
Rimane inteso che chi farà l'affare si dovrà portare via la barca immediatamente perché in quel porto c'è una lista di attesa con 1800 iscritti.

Ulteriori informazioni su "l'affaire du siècle" le potrete trovare su Le Figaro Nautisme


Tre per due, ovvero trikayak schooner

Trikayak schooner con base САЛЮТ, dal sito Gik.fordak,ru
La ragione principale che spinge un futuro armatore a orientarsi per uno "schooner" è quasi sempre puramente romantica. Infatti questo tipo di armo velico rimanda all'odore delle corde incatramate che stridolano al movimento della barca tra le onde dei mari del sud, alla ricerca di tesori in mezzo ai pirati.
Ma in questo caso la scelta è stata dettata dal senso pratico, un trikayak affidabile, facile da montare, con buone prestazioni, tenuta in mare ed infine adatto sia per le regate che il campeggio nautico.
Nel caso specifico è stato scelto un kayak smontabile Hucho-2, tutto il resto è stato autocostruito come ci viene mostrato nel sito Modelist-Konstructor.

Trikayak scooner, dal sito Modelist-Konstruktor

Viene spiegato anche come realizzare gli scafi laterali, le vele e quant'altro necessario così come mostrato nel libro di V.Peregudov di cui vi ho già parlato.
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza: 5.0 m
Larghezza: 2,8 m
Altezza totale: 4.2 m
Sup. velica trinchetta e randa: 3.3 mq + 3.3 mq
Tempo di assemblaggio: 2.5 ore
Per concludere QUI potrete trovare le foto di un altro bellissimo trikayak schooner. In questo caso la base è della Triton, di cui abbiamo parlato più volte.

Vuoksa-3 schooner, dal sito gik.fordak.ru


mercoledì 12 giugno 2013

Arezzo Icastica

Elena accanto ad una delle opere esposte di Icastica
ICASTICA, dall'8 giugno Arezzo da spazio alle donne: 40 artiste internazionali in più di 20 location per riscoprire la città.


Stamani con Elena abbiamo fatto un giro per Arezzo alla scoperta di Icastica, questa bella ed importante manifestazione culturale che finalmente la nostra amministrazione è riuscita ad organizzare e a curare con intelligenza e spirito visionario.


ICASTICA è una manifestazione della cultura estetica internazionale. Le espressioni creative coinvolgono la dimensione di arte, architettura, design, teatro, musica, danza, in una sorta di prassi del saper mostrare, basata sulla forza della sintesi e dell’evidenza: per una struttura teorica della forma, abilitata all’esaltazione sostanziale immediata. ICASTICA saprà raccogliere la qualità formale da tutto il mondo, accanto a momenti di riflessione di approfondimento in grado di condurre la prima edizione a un tema che cade sull’attualità della condizione femminile. Tale concetto è riassunto dalla parola “glocal” (insieme di “globale” e “locale”), alludendo alla territorialità quale ascendente politico. Il termine Glocalisationnasce negli anni Ottanta in Giappone, ma viene importato un decennio più tardi nella lingua inglese dal sociologo Roland Robertson, per venire sviluppato in seguito dal filosofo polacco Zygmunt Bauman. Nel Duemila, in effetti, l’energia di una cultura è cultura dell’appartenenza, che arriva a uniformare attraverso i caratteri della singolarità. Si formano, così, i tratti caratteristici dell’unica possibile universalità: l’espressione quotidiana più vicina all’individuo del presente, ossia l’apparenza, la valenza linguistica come semantica di una moda da seguire e praticare in una sola maniera. E ciò nella donna si compie quale esasperazione di un concetto che la riguarda di più per tendenza antropologica, ruolo che è ormai stile. Dai marciapiede delle metropoli di tutto il mondo si guarda l’aspetto uniformato degli adolescenti – esplicito e codificato modello di espressività individuale, che diviene, in questo modo, universale con la proposta di giovani cinesi uguali a giovani americani, e di africani uguali ad australiani, e di europei uguali ad indiani. Come dato etnologico contemporaneo si rende esperibile la divulgazione di un’estetica dell’appartenenza, che trasporta via con sé i limiti della diversità quale chiusura, manifestando invece i vantaggi dell’atipicità locale che assurge al ruolo di promozione espressiva globale poiché globalizzante. (dal sito di Icastica)


Certamente un'occasione in più per tutti i miei lettori per venire a vedere Arezzo, la nostra città, una città stupenda nel suo centro medievale, un po' meno già nella prima cintura a ridosso delle antiche mura che in gran parte sono andate distrutte assieme alla fascia ottocentesca, incomprensibilmente e assurdamente rasi al suolo nel primo dopoguerra per dare spazio a brutture di ogni genere perpetrate fino ad oggi.


La città storica però merita una visita, e la merita ancora di più con Icastica che rende la nostra città, come ha detto Elena, accogliente ai visitatori. E' stato un piacere ed una gioia stamani riscoprire una città così bella, affascinante e colta, non mi era mai successo ad Arezzo.


Non avendo pensato a fare il biglietto, dal costo di 7€ comprensivo di tutte le mostre "indoor" sparse per la città, non abbiamo potuto vedere ancora tutto, provvederemo nei prossimi giorni.


Comunque sia passeggiare per il centro storico di Arezzo fa sempre piacere, per le sue meraviglie storiche e architettoniche.


Abbiamo avuto anche occasione di passare davanti al set del nuovo film di Leonardo Pieraccioni, "Un fantastico via vai", mentre giravano dentro al ristorante cinese in via Madonna del Prato. Lui stava girando all'interno altrimenti gli avrei detto "Ciao Leo!".

La sedia di Pieraccioni sul set del film "un fantastico via vai"
E come sempre, ingenuamente, ci siamo fatti una foto. Questa è la FOTOGALLERY completa.





martedì 11 giugno 2013

Aquaglide Multisport e versioni precedenti, qualche chiarimento

Aquaglide Multisport e Aquaglide 4.1 messi a confronto

Qualche tempo fa vi ho parlato di questa deriva multifunzionale, l'Aquaglide Multisport e, non conoscendola nel dettaglio, ho ingenerato una qualche confusione, tra le varie versioni, nei molti lettori che sono interessati a valutarne l'acquisto.
Il primo riguarda il prezzo di vendita in Italia dell'ultima versione, certamente superiore a quello negli USA e che comunque dovrebbe andare intorno ai 1800 €. 
Ora che ho Papì ho capito dove sta la differenza principale tra l'ultimo modello e quelli precedenti, lo si vede nella foto, la base dell'albero.
L'ultima versione, come vi ho mostrato in un precedente post, ha una base che consiste in un perno con la duplice funzione di far inserire l'albero quando la si usa come deriva,

Il perno del nuovo Aquaglide Multisport nel caso lo si usasse come deriva
oppure come vano per inserire il perno "mobile" ad uso della vela come windsurf.

Il perno mobile del nuovo Aquaglide Multisport utilizzato come windsurf
Nelle versioni precedenti si è tentato di utilizzare il perno mobile anche in versione deriva, sembra che nei modelli 3.1 e 4.1 ci siano riusciti anche se credo con qualche incertezza sulla stabilità dell'albero, tanto è che poi la base è stata modificata.

Aquaglide 4.1 in versione deriva, dal sito weekend-hobby
Nel Windglider Mistral che ho io il perno mobile del windsurf consisteva in una taschina cubica che conteneva al suo interno qualche centimetro di albero, quindi non era assolutamente possibile utilizzarlo come deriva, così ho fatto la modifica come vi ho già mostrato.

La base dei vecchi Aquaglide che io ho modificato con un perno fisso, come nell'ultima versione
Eccovi lo scafo dell'Aquaglide 4.1,

Aquaglide 4.1, dal sito weekend-hobby
e questo è il Multisport 270.

Dal sito Aquaglide
Quindi chi avesse la possibilità di trovare un Aquaglide 4.1 usato o acquistarlo in PARTI DI RICAMBIO potrà decidere di utilizzarlo tal quale o fare la modifica che ho fatto io stesso, ovviamente con il rischio di rovinarne la base del'albero.
Un'altra modifica interessante, tra le altre, che è stata effettuata nell'ultima versione è il punto di attacco dello strallo di prua che dovrebbe permettere, se si vuole, anche l'inserimento di un fiocchetto.

Dal sito Aquaglide
Come già detto in precedenza, per la funzione deriva personalmente ritengo più indicato un boma simile a quello dell'Optimist, con la sua "trozza" ovviamente, più leggero, versatile e soprattutto che si ruota con facilità, secondo le andature.
Il boma dell'Optimist
I rivenditori che ho trovato in Italia sono i seguenti:

lunedì 10 giugno 2013

La statistica degli incidenti nella nautica da diporto in USA

Rapporto Recreational Boating Statistics 2012

Su Boatsafe Blog ho trovato il riassunto relativo ad una interessante statistica sugli incidenti nella nautica da diporto effettuata negli USA  che, ovviamente, rispetto ai dati nostrani forniti dalla Guardia Costiera hanno ben poco a che vedere, sia per i numeri che entrano in gioco ma soprattutto per l'accuratezza con cui sono stati forniti.
Ritengo che sia importante cercare di interpretare questi numeri ai fini della prevenzione che dovrebbe essere effettuata in tutte le scuole di ogni ordine e grado ogni anno prima delle vacanze estive. Regolarmente in questo periodo, nei TG ci vantiamo di quanta gente va al mare, mai che si sia pensato ad insegnare come ci si deve comportare in un ambiente in cui l'uomo è assolutamente inadeguato alla sopravvivenza senza idonei mezzi ed esperienza.
Aggiungo quanto i numeri relativi alle immatricolazioni siano assolutamente discordanti rispetto ai nostri per il fatto che da noi una barca da 9.9 metri è ritenuta fiscalmente e socialmente identica ad un laser, uno dei tanti scandali vergognosi di un paese in cui i furbi e gli evasori hanno sempre la meglio, con la scusa degli incentivi  e dei piagnistei. Mi si faccia il piacere!

Nel 2012, la Guardia Costiera ha contato 4.515 incidenti che hanno coinvolto 651 morti, 3000 feriti e circa 38 milioni dollari di dollari di danni materiali a seguito di incidenti nautica da diporto. 
Il tasso di mortalità è stato di 5,4 decessi per 100.000 imbarcazioni da diporto registrate. Tale tasso rappresenta una diminuzione del 12,9% rispetto allo scorso anno scorso anno. 
Rispetto al 2011, il numero di incidenti è diminuito 1,6%, il numero di morti è diminuito del 14,1% e il numero di lesioni è diminuito del 2,6%. 
Quasi il 71% di tutte le vittime di incidenti mortali in barca è annegato, e di questi, quasi l'85% per cento non indossava un giubbotto di salvataggio. 
Quasi il 14% dei decessi si è verificato su barche in cui il comandante aveva ricevuto formazione sulla sicurezza. Solo il 9% dei decessi è avvenuto a bordo di imbarcazioni in cui il comandante aveva ricevuto un corso effettuato da enti approvati. 
Sette navigatori su dieci che sono annegati erano su imbarcazioni di lunghezza inferiore a 21 piedi. Disattenzione, inesperienza, eccessiva autostima, guasti e l'eccessiva velocità sono stati i primi cinque fattori che hanno causato gli incidenti. 
L'uso di alcol è il principale fattore che ha contribuito agli incidenti mortali in barca, è stato indicato come il fattore principale nel 17% dei decessi. 
Ventiquattro bambini sotto i tredici anni hanno perso la vita in barca nel 2012. 
Il 42% dei bambini che sono morti nel 2012 sono morti per annegamento. 
Il 20% dei bambini che sono annegati indossavano il giubbotto di salvataggio, come richiesto dalla legge statale e federale. 
I tipi più comuni di imbarcazioni coinvolte negli incidenti sopra riportati sono stati motoscafi aperti (47%), moto d'acqua (19%) e motoscafi cabina (15%). 
Le 12.101.936 imbarcazioni da diporto immatricolate dagli USA nel 2012 rappresentano un calo 0,59% rispetto all'anno precedente. (RAPPORTO COMPLETO)

(maldestramente tradotto ed interpretato da me medesimo da Boatsafe Blog)


Small Yacht Construction and Rigging


Un bel manuale d'epoca che ci spiega come costruire piccole barche in legno con assi, viti di ottone e ascia.
Il suo autore, Linton Hope, è stato un famoso navigante e architetto navale inglese vissuto a cavallo tra la seconda metà dell'ottocento e i primi del novecento.
Un grandioso piano velico riportato nel libro di Linton Hope


sabato 8 giugno 2013

Veleggiata con Classe Lightning

Un bellissimo Lightning proveniente dagli USA
Vi ricordate che vi avevo preannunciato che il Lightning World Championship 2013 si sarebbe tenuto a Castiglione del Lago? Ebbene, abbiamo toccato con mano e visto da vicino tanti equipaggi provenienti da tutto il mondo, anche da oltreoceano.

I container con cui sono arrivati i Lightning dagli USA
La veleggiata è stata breve ma intensa, un bel venticello tra i 6 e i 7 nodi ci ha sospinto nelle placide acque del lago fino a che i nuvoloni neri che si stavano addensando sopra di noi non ci hanno fatto desistere. 

Noi su Aspirina
Il lago come sempre era meraviglioso e c'era qualche bel Lightning in giro, credo in allenamento, perché oggi pomeriggio non si sono tenute regate.

Lightning USA sotto la Rocca del Leone

Così abbiamo girellato un po' per la darsena a vedere tante belle barche. C'erano tanti stranieri.

Io vicino al mitico n° 19
C'era anche un modellino del Lightning.

Il modellino del Lightning
Al circolo velico c'era una grande aria di festa, insomma un bell'evento.


Questa è la FOTOGALLERY completa della nostra bella giornata.




Il trikayak di Ivan

Il trikayak di Ivan, dal sito Fordak - Megatema Canoe a Vela
Con i suoi "dieci comandamenti" Ivan ci aveva spiegato egregiamente qual'è il modo migliore  per vivere la passione della vela, senza però avere una visione completa di molti particolari del suo bel trikayak. Nel forum Fordak - Megatema Canoe a Vela è possibile ammirare meglio questa formidabile barca che, se be vi ricordate si può portare anche in bicicletta, lo abbiamo visto su Cyclojachting.




venerdì 7 giugno 2013

Bamboo trailer


Il Bamboo Trailer è un trolley per bicicletta sviluppato da Carry Freedom per il terzo mondo. Questo trolley è semplice ma robusto e nel progetto viene spiegato in ogni dettaglio come realizzarlo.
L'aspetto più rivoluzionario di questo trolley è che chiunque può costruirlo senza attrezzi speciali e con qualsiasi materiale, oltre il bamboo ovviamente. Le sue dimensioni possono essere variate secondo le necessità  e può trasportare ogni tipo di oggetto.
Se le biciclette offrono la libertà di andare in giro il Bamboo Trailer offre la libertà di trasporto, con lo scopo prioritario di promuovere la micro economia.
Questo trolley è innovativo per i seguenti motivi:
  • è facile da realizzare
  • può essere costruito con strumenti e materiali semplici
  • è flessibile
  • è resistente.

Il Bamboo Trailer in FOTOGALLERY.

Una canoa trasportata con il Bamboo Trailer, da sito velo-city


Non c'è nulla di più bello di un Dragone

Un dragone usato in vendita dal sito di Doomernik, un produttore olandese di dragoni
Non diventerò mai un milionario ma se lo fossi non avrei dubbi, mi comprerei un dragone. Nel sito dell'associazione Drachenklasse potete trovare tutte le informazioni su questa barca meravigliosa, incluse le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza: 8,94 m
Larghezza: 1.95 m
Pescaggio: 1.25 m
Peso: 1700 kg
Sup. velica: 27.7 mq (randa+genoa)

Vintage Day Sailor, il dragone di Doomernik
Nel sito della Drachenklasse potrete trovare anche una lista di PRODUTTORI E RESTAURATORI, con diverse segnalazioni di usato in vendita, ma come minimo per una barca in buone condizioni si spendono 25/ 30000 €.




giovedì 6 giugno 2013

Il Gunter Sprit

Lo "spreet" dal libro di Warington Baden Powell
Abbiamo già parlato più di una volta del NAUTILUS di Warington Baden Powell senza però soffermarsi sulla importante innovazione che fece delle sue canoe la più grande intuizione della nautica da diporto di fine ottocento, l'armo velico. Questo tipo di armo denominato Gunter-Spit, o Spreet mi sembra di leggere nel suo libro, ha caratteristica fondamentale che pur avendo un albero corto, questo lo si può allungare con lo "sprit" in modo da ottenere una superficie velica relativamente grande. 
L'evoluzione nel tempo di questo tipo di armo velico, tutt'ora molto utilizzato specialmente nelle piccole barche classiche e nelle canoe a vela, viene egregiamente descritta in questo articolo, Batwing Gunter Rigs.
E' molto interessante notare che questo armo è particolarmente adatto in tutte quelle situazioni in cui la barca debba passare sotto un ponte, risolvendo il problema dell'abbattimento dell'albero, oppure durante il trasporto ottenendo un pratico "sezionamento".
Il Gunter Sprit è anche molto bello da vedere, nelle canoe a vela di piccole dimensioni lo si vede spesso applicato nella sua versione "simple".
Attenzione però a non confondere il Gaff Rig (armo aurico) con il Gunter Rig, infatti nel primo caso la vela  viene sollevata orizzontalmente, senza la rotazione che si ha nel secondo caso. Si dice in giro che si sia fatta molta confusione su questo argomento, anche se nelle piccole barche le due tecniche possono diventare complementari.
Non si finisce mai di imparare.

Sprit-simple, da Thecheappages


mercoledì 5 giugno 2013

Progetto Narwhal, il primo catamarano gonfiabile e Capo Horn

Il catamarano gonfiabile autocostruito del Progetto Narwhal
Una spedizione si è recata nel punto più meridionale del continente sudamericano, a Capo Horn, con un catamarano gonfiabile autocostruito. La spedizione è stata condotta sotto la guida di un capitano donna, Olesya Ilina, ed è durata dal 18 gennaio al 17 febbraio 2013. La navigazione è stata effettuata nel territorio del Cile, come si vede nella mappa.

Il tragitto, da Myroad.info
Il Diario di Bordo completo di questa fantastica avventura lo potrete trovare sul sito Narwhal - Terra del Fuoco, oppure nel forum gik.fordak.ru.

Il catamarano gonfiabile autocostruito del Progetto Narwhal


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