martedì 26 novembre 2013


lunedì 25 novembre 2013

Come conservare l'ancora nel suo gavone


Tradotto e male interpretato da me medesimo:
A meno che non si abbia un "salpancora", conservate l'ancora sottocoperta nel suo gavone a prua. Assicuratevi che questa sia ben fissata e legata, un'ancora "allentata" può causare molti danni. Utilizzate uno o due piccoli parabordi in modo che proteggano lo scafo dai movimenti dell'ancora. Assicuratevi che il gavone dell'ancora sia sempre asciutto, che il foro di fuoriuscita dell'acqua non sia otturato e che le eventuali guarnizioni siano in buone condizioni. Se si naviga con mare agitato, l'acqua nel gavone dell'ancora farà abbassare la prua della barca che diventerà più difficile da manovrare.


Poly Navicular Morbus

Tra gli altri, mettere troppa roba in barca è un sintomo
Ultimamente il mio PNM sta divampando in modo preoccupante, l'unica cosa che mi consola è vedere gli annunci di tutti gli altri che vendono, vendono, vendono e poi comprano, comprano, comprano prima più piccola, poi più grande, poi carrellabile, poi abitabile, poi col cesso, poi senza cesso, poi che piace alla moglie, poi al vicino di posto barca ....... mi sembra di esserci già passato.
I sintomi sono evidenti, quando si vede l'immagine di una barca che non si possiede, o peggio ancora la si osserva passare su di un carrello in autostrada, si passa in pochi attimi dalla gioia nel vederla alla depressione più totale nel non possederla, ed infine un prepotente desiderio di dimenticarla con un bel bicchiere di rum, ironia della sorte non posso perché non sono un bevitore.
Allora l'unica soluzione potrebbe essere quella di regalare la mia barca a mio figlio o a mia figlia, ma a questo punto la malattia è progredita in maniera inesorabile, al di là di ogni possibilità di poterla curare, perché sembra che l'unica cura sia quella di acquistare un'altra barca!
(Molto liberamente ispirato e ampliato da: Trailersailor)

Keep Turnin Left ha creato un gruppo stile alcoolisti anonimi, stop-dipendenza, che con l'ausilio di psichiatri e psicologi cerca di offrire un utile strumento di autodiagnosi per aiutare gli armatori di barche a capire se soffrono di questa malattia, che sembra ancora incurabile.
La somma totale in piedi di barca posseduti è un parametro di base importante, ci rientrano anche canoe, kayak e tavole ma non i canotti. Per catamarani e trimarani le dimensioni vanno moltiplicate per due e per tre.
Queste le prime conclusioni:
  • meno di 20 piedi, malato dormiente
  • tra 20 e 50 piedi, infetto
  • tra 50 e 100 piedi, malato in stato avanzato
  • tra 100 e 150 piedi, malato seriamente
  • tra 150 e 250 piedi, malato cronico
  • oltre i 250 piedi, incurabile
Tenete presente che personalmente con le mie tre barche, escluso Papì che è gonfiabile, da me possedute sono intorno ai 65 piedi, quindi già "malato in stato avanzato".
Durante le confessioni di gruppo, nelle quali si è espressamente giurato di non divulgare informazioni relative ai presenti, sono venute fuori alcune importanti considerazioni:
  • la sofferenza è interiore, esteriormente la nostra vita di armatori e marinai sembra essere felice e ben regolata;
  • il primo sintomo classico della malattia è quello di mettere troppa roba in barca;
  • il secondo sintomo classico è quello di mettere la propria barca in vendita negli annunci on-line per poi ritirarla;
  • il terzo sintomo, uno dei più gravi, è quello di fingersi dispiaciuti dopo averla venduta quando invece sappiamo benissimo che il giorno in cui non l'abbiamo più, come quello in cui l'abbiamo acquistata, è il più bello della nostra vita di armatori;
  • il quarto sintomo sono i dubbi che perseguitano l'armatore in merito alla provenienza e alla qualità della barca che si possiede. Sarà che questa è venuta male? Se è usata come l'avrà tenuta il precedente armatore? Non sarà da cambiare, magari il nuovo modello della stessa barca?
  • il quinto sintomo è legato al precedente, caso strano chi soffre di PNM possiede imbarcazioni spesso simili;
  • l'ultimo e il peggiore di tutti i sintomi è possedere un blog in cui si parla solo di barche
Sono fritto, che non abbia diritto ad una pensione di invalidità?

(Molto liberamente ispirato e ampliato da: Keep Turning Left e Small Craft Advisor)

Su Small Craft Advisor in 10 Suggestion for Safe, Sane and Solvent Sailing, al punto 8, si dichiara espressamente:

8) Non possedere troppe barche.
Questo è molto, molto importante. I buoni marinai possiedono solo due barche, una grande e una piccola. Possedere, o aver posseduto, troppe barche è una vera e propria maledizione e agisce come deterrente alla felicità, tanto da rendere frustrato il navigante. Le buone barche richiedono manutenzione e la manutenzione richiede tempo, tempo che dovrebbe essere impiegato navigando. Quella di possedere troppe barche è ormai una malattia: si chiama, nome riconosciuto a livello internazionale, PNM o Poly Navicular Morbus.


sabato 23 novembre 2013

Lavori a bordo: la barra del timone

Il timone di Aspirina rimesso a nuovo
Mentre eravamo lì che prendevamo tutti e quattro il tè delle cinque, anzi in cinque perché c'è anche la Meg che pretende i biscotti, ho rimontato la barra del timone che nei giorni scorsi avevo provveduto a scartare e riverniciare. Anche questa operazione, come la pulizia delle vele, la revisione del motore, la sistemazione della barca per l'inverno, il lavaggio del tendalino e l'antivegetativa, fa parte dei riti che ogni armatore deve attuare periodicamente per prendersi cura della sua amata barchina.
La barra del timone l'avevo rifatta solo due anni fa tanto che ho deciso di realizzare una foderina per evitare rifacimenti troppo ravvicinati.
Questa volta non ho usato il classico flatting nautico ma una vernice all'acqua della Syntilor, lucido, per esterni, color mogano chiaro, come carta vetrata ho usato la grana da 60 per asportare il vecchio e da 100 per rifinire. Questa meraviglia è venuta fuori con sole tre mani di vernice.

Prima o pi ci sarà da riverniciare anche il tavolo
Eccovi il timone nelle varie fasi di lavorazione, condotte tutte in garage causa maltempo dei giorni scorsi.

Ridotto malino e poi scartato riportato al nuovo

venerdì 22 novembre 2013

Discorso sul P.I.L.



A 50 anni dalla morte di JFK ho preferito non parlare di una delle tante ipotesi sulla sua morte quanto riproporvi il "Discorso sul P.I.L." che suo fratello Bob tenne all'Università del Kansas.
Di JFK e di Bob si è parlato oggi su RAI 3 - La Grande Storia, uno dei più bei programmi del nostro servizio pubblico radiotelevisivo.


giovedì 21 novembre 2013

Gli interni di Aspirina su SketchUp

Gli interni di Aspirina realizzati da Iperegocentrico
Molto bello il lavoro che vi ho segnalato qualche post fa, "Il VIKO 20 di Iperegocentrico su SketchUp", visto che, selezionata con la freccia la tuga e poi spostata, sono visibili anche gli interni esattamente come sono realmente.
Ancora complimenti Iperegocentrico!
Un solo rimprovero, hai visto male le mie foto, il mezzo marinaio sta appoggiato sulla sinistra, sulla parete del bagnetto.



mercoledì 20 novembre 2013

Onda Sailski, divertimento puro

Onda Sailski, dal sito Lightspeed Kayaks
Mi piace un sacco questa soluzione, semplice, comoda, portatile e multifunzionale, l'Onda Sailski, una tavola da surf con l'armo velico.
L'Onda può essere utilizzata per qualsiasi tipo di navigazione, dalle escursioni lungo costa  fino al semplice divertimento da spiaggia utilizzandola come una piattaforma da gioco, per una nuotata, o per il fitness. Ritornati alla spiaggia, scesi con l'acqua fino al ginocchio, la si trasporta con estrema facilità senza doversi sottomettere a rocambolesche discese dal pozzetto.
L'Onda è l'ideale per il divertimento estivo dei bambini, ma non solo perché è attrezzata e per garantire prestazioni veliche di tutto rispetto anche agli sportivi.
E' possibile utilizzarla come windsurf, come barca a vela, come kayak o come stand up paddle modificando con estrema facilità e a piacimento ogni sua funzionalità. L'Onda è anche facilissima da utilizzare ed è altrettanto facile imparare a navigarci: get-wet-and-go-fast.
L'Onda è adatta sia per i bambini che per gli adulti, fino agli anziani e, a differenza di ciò che accade per altre piccole imbarcazioni, se non c'è vento basta pagaiare.
Esiste anche una versione di Onda chiamata "Grande" con stabilizzatori. Fantastica!

Onda Grande con stabilizzatori, dal sito Lightspeed Kayaks
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza: 11' 2" (13'5" Grande)
Larghezza: 27" (30" Grande)
Peso tavola: 38 lbs
Sup. velica: 38 sq. feet (con terzaroli a 30 e 24 sq. feet)

E per portarla con la bici ci vuole un trolley adatto, in questo caso un Wheele, the perfect rack.

Foto tratta dal sito Wheele


Il VIKO 20 di Iperegocentrico su SketchUp

Il VIKO 20 di Iperegocentrico su SketchUp
Un lettore del blog ed estimatore del nostro amato barchino lo ha "ridisegnato" su SketchUp e me ne ha inviato i riferimenti per poter migliorarlo ed eventualmente adattarlo ad i propri gusti nonché correggere eventuali errori nelle misure.
Ho scaricato SchetchUp ed ho provato a fare qualche modifica, mi ci vorrà un po' di tempo per prendere pratica, intanto vi giro, pari pari, le istruzioni su come fare ad entrare nel programma.
SchetchUp si scarica da QUI. Vanno scaricati i programmi in versione "free", SketchUp Make 2013 e SketchUp 8 nella sezione in italiano.

Dal sito di SketchUp
Per scaricare il VIKO 20 realizzato da Iperegocentrico bisogna andare QUI e digitando su "SCARICA MODELLO" lo si salva nel proprio computer. A questo punto una volta aperto il programma e il relativo disegno del VIKO 20 presente nel pc è possibile fare le modifiche. Iperegocentrico mi ha dato qualche indicazione che io stesso dovrò seguire con più attenzione. Di sicuro c'è una cosa da modificare, la parte superiore del tambuccio è troppo corta, poi il colore della barca, sapete che mi piace blu e il ponte al massimo un "panna chiaro".

ISTRUZIONE 1

ISTRUZIONE 2


ISTRUZIONE 3


ISTRUZIONE 4


ISTRUZIONE 5


Sono appena riuscito a modificare il colore dello scafo, oggi vedo se riesco anche con il ponte. Insomma bel programmino, complimenti per il lavoro, interessante e grazie mille da parte mia e di tutti i lettori a Iperegocentrico.



martedì 19 novembre 2013

Barchette di carta: Les Voiliers

dec voiliers 2
Les Voiliers, via Agence Eureka
Piegate i due prigionieri F e G e incollate il telaio del teatrino al panorama di fondo.

dec voiliers 1
Les Voiliers, via Agence Eureka
Incollate queste due pagine, o stampatele direttamente, su di un cartoncino. Tagliate lungo le linee continue e piegate lungo le linee tratteggiate. Tagliate la parte interna del telaio del teatrino. Applicate il faro e navi sopra le lettere corrispondenti.


lunedì 18 novembre 2013


Fipofix, l'Atlantico in fibra vulcanica

Fipofix, dal sito di Norbert Sedlaceck
Non so bene quale sia la notizia veramente interessante in questa impresa, se la ricerca di un ennesimo record trans oceanico, se la sperimentazione di un nuovo tipo di tessuto di vetro denominato "fibra vulcanica" ASA.TEC, oppure tutte e due le cose messe assieme.
Comunque riviste ben più qualificate del mio modesto blog ne hanno parlato, QUI in italiano, pur non spiegandoci veramente in cosa consisterebbero le novità: l'Open 16 è di soli 4.9 metri e largo 2.3 metri ma sappiamo anche che l'Atlantico l'hanno attraversato in canoa e se di certo la doppia traversata implicherà la copertura della distanza di ben 8000 km nel minor tempo possibile, 80 giorni previsti, a questi record oramai siamo ben "avvezzi".
Queste sono le caratteristiche tecniche principali  dell'Open 16:
Lunghezza F.T.: 5.6 m
Larghezza: 2.3 m
Lunghezza al galleggiamento: 4.9 m
Pescaggio: 1.7 m
Peso a vuoto: 450 kg
Peso chiglia: 180 kg
Water ballast: 112 + 78 litri
Randa: 15.5 mq
Genoa: 11.5 o 7.5 mq
Area coperta: 1.5 mq

Fipofix, dal sito di Norbert Sedlaceck
La barca esteticamente mi piace molto, è bella, si dice che sia una versione in piccolo di un Open 60, però la questione interessante sarebbe, per l'appunto, il materiale con cui è stata costruita che gli permetterebbe di raggiungere velocità fino ad oggi inaspettate per questo tipo di imbarcazione, fino a farla letteralmente planare nell'acqua.

Le tappe di Fipofix, dal sito di Norbert Sedlaceck
La scelta di questa impresa però mi lascia perplesso, ho un po' di esperienza nei test sui materiali, specialmente la vetroresina, e credo che in questo caso si mettano in campo variabili imponderabili che potrebbero mettere a rischio ciò che veramente ci interessa, la scoperta di una nuova tecnologia con cui realizzare barche.
Nel sito Fipofix si trova qualche informazione sul materiale:
I vantaggi delle fibre sulla base di minerali (fibre vulcaniche) sono:
  • idrofobe (o idrorepellente), quindi perfettamente corrispondenti alle applicazioni nautiche;
  • altamente antiacide;
  • resistenti alle alte temperature e ignifughe;
  • dermatologicamente ben tollerate;
  • quasi inesauribili e disponibili;
  • riciclabili al 100% contrariamente al carbonio, Vectran, Dyneema, vetro, ecc che sono rifiuti speciali altamente velenosi;
  • prodotti naturali "verdi", corrispondente allo spirito del tempo del consumatore finale.

A detta loro ci sarebbe davvero da vincere un premio Nobel, spero proprio di si!
Staremo a vedere. Intanto godetevi la partenza di Fipofix dalle coste francesi di Les Sables d'Olonne.




Via: Yacht.de


sabato 16 novembre 2013



venerdì 15 novembre 2013

Glamping nautico all'Achensee

L'Achensee, dal sito Achnsee-camping
Una cosa che mi piacerebbe parecchio fare con Elena è vistare l'Austria, in particolare coniugare la montagna. con un po' di vela immergendosi nella natura di uno dei suoi meravigliosi laghi, l'Achensee, per esempio.
Senza impegnarsi troppo mi organizzerei con due cose importanti da portarsi dietro, oltre l'auto e le bici, la prima potrebbe essere questo tipo di tenda che si mette sul tetto dell'auto. Ce ne sono di diversi tipi, le più famose sono le Overcamp Autohome, nell'immagine c'è una Tepui-Ayer

Tepui Ayer, dal sito Tepui Tents
Ovviamente la seconda una canoa/ kayak a vela da mettere nel bagagliaio, come ben sapete mi piacciono molto le faltboot, in questo caso con un meraviglioso rig velico che si chiama Mistral.

Dal sito Faltbootsegel
Certo l'impegno economico richiede qualche migliaio di euro, ma credo che ne varrebbe davvero la pena.




giovedì 14 novembre 2013

Kon-Tiki 1947


Il Kon-Tiki è la zattera usata dall'esploratore e scrittore norvegese Thor Heyerdahl nella sua spedizione nel 1947 attraverso l'Oceano Pacifico dal Sud America alle isole della Polinesia. Il battello fu così chiamato secondo un antico nome Inca del dio del sole (Kon). In seguito alla sua impresa lo stesso nome fu il titolo del libro di buon successo che Heyerdahl scrisse per descrivere la sua avventura. .... (Tutta la storia su: Wikipedia).

Purtroppo il film è in lingua inglese, ma per quanto lo si capisca poco le immagini sono più che sufficienti, fantastiche, significative e uniche nella storia della navigazione.

Kon-Tiki 1947, via Wikipedia in inglese




mercoledì 13 novembre 2013

Il sogno della barca più grande


Metto in maggior evidenza una mia risposta a Luca in merito a questo argomento, altre volte ne ho parlato, credo utile a molti puntualizzare.

Concordo al 100% sul fatto che ognuno fa ciò che vuole e se a volte io esprimo opinioni un po' pungenti rimangono pur sempre tali, opinioni personali dettate dal mio modo di vedere la vita. Tollero poco però coloro che si vantano di essere andati al mare alle Seichelles con accanto una figlia diciottenne che ha i denti che non si possono guardare o, peggio ancora, che non viene mandata all'università perché costa troppo. Ne vedo di questi casi non lontano da casa mia.
Per quanto riguarda la barca grande non la sogno più da anni, semmai più bella, magari in legno, magari più facile da gestire, magari usandola molto di più di quello che non faccia oggi, ma non certo più grande. A volte semmai la vorrei più piccola, con l'illusione di poterla usare di più anche se sono consapevole che oramai l'equilibrio è raggiunto.
La vita di mare impone i suoi ritmi, per avere una barca più grande bisogna viverci, bisogna avere tempo, bisogna avere un equipaggio, bisogna essere ricchi con tutto quello che ne consegue perché i soldi non piovono dal cielo, bisogna essere portati a vivere in mare almeno tre mesi l'anno, con le onde, con il vento, con i gavitelli, i porti, le marinerie e gli ormeggi, con la pioggia, il sole e la potenza della natura, con le persone che ti stanno accanto e addosso per tanto tempo, con il loro carattere e le loro esigenze.
Troppi "bisogna" per me, troppi soprattutto per i miei familiari che finito di lavorare e studiare duro tutto l'anno non hanno certo voglia di santificarsi in una barca con una coperta di 12 metri quadri, se va bene. 
Per l'amor del cielo, va bene così, va benissimo Aspirina, il Trasimeno e i suoi tramonti mozzafiato.


Typhoon Yolanda Relief Map


Poco o tanto che sia, ognuno per le proprie possibilità, doniamo qualcosa.
Unicef e Wfp lanciano il numero per raccolta fondi. Un numero solidale per i bambini e le famiglie colpite da Haiyan: è l'iniziativa lanciata da Unicef e Wfp Italia (Programma Alimentare Mondiale). Fino al 26 novembre, sarà possibile donare 1 euro da rete mobile e 2 euro da rete fissa, con un sms al 45590 da cellulare Tim, Vodafone, Wind, 3, Postemobile, Coopvoce, Tiscali e No'Verca o chiamando allo stesso numero da rete fissa da Telecom Italia, Infostrada, Fastweb, Teletu e Tiscali. (Da Repubblica.it)

Dal sito Caixin Online


martedì 12 novembre 2013

Small Means and Great Ends: la protezione della costa si basa su interventi di piccola scala interconnessi tra di loro

Il piano di sviluppo della costa, dal sito White Arkitekter
Un anno dopo che l'uragano di sabbia ha spazzato via la zona costiera del Queens, nei pressi di New York, la società svedese White Arkitekter è stata nominata vincitrice di un concorso internazionale soprannominato FAR ROC ("For a Resilient Rockaway") con un progetto che risolve tutte le problematiche legate al maltempo, la sostenibilità ambientale e l'integrazione sociale.
Il concorso, che è stato lanciato nel mese di aprile 2013 dal New York City Department of Housing Conservation and Development, ha attirato 117 professionisti da tutto il mondo.
La proposta White, sviluppata con l collaborazione degli ingegneri di Arup e lo studio di architettura globale Gensler, è intitolata "Small Means and Grat Ends" e mira a trasformare il tratto di costa di 80 acri nel Rockaways, e il quartiere conosciuto come Arverne East, in "uno sviluppo urbano flessibile e sostenibile per la comunità. "

Il piano di sviluppo della costa, dal sito White Arkitekter
Una serie di interventi 
Invece di una soluzione onnicomprensiva per limitare i danni derivanti dalle tempeste, White propone una strategia di interventi di piccola scala interconnessi tra di loro. Questo, asseriscono, è la forza di un sistema che crea un ambiente che "interagisce, piuttosto che contrasta" con il mare e forze naturali.
Come ci ha spiegato l'architetto Sander Schuur, "se ci si basa su di una sola strategia principale e questa va male, allora tutto fallisce. Qui abbiamo diversi passaggi, e se uno non funziona come vorremmo, poi ci sono ancora tutti gli altri."
Partendo dall'ambiente off-shore, gli architetti hanno ideato un nuovo sistema di frangiflutti, sviluppando l'idea di mantenere  il "banco di sabbia" originale. Questo deriva da un sistema olandese che utilizza un "geo-tubo", un grande tubo di tessuto riempito di sabbia, che disposto sul fondo del mare, dovrebbe attirare un ulteriore accumulo di sabbia naturale.
Con lo scopo di dissipare la forza della tempesta, i nostri architetti propongono di creare dietro il frangiflutti una zona ecologica di calma, ovvero acqua poco profonda e battigia, ideali per il tempo libero durante il periodo di bel tempo. L'idea, dice Schuur, "è quello di controllare l'energia delle onde", prima con il banco di sabbia, poi con il paesaggio della spiaggia in modo che nel momento in cui queste colpiranno il centro abitato l'unico problema sarà solo quello di come farle defluire.
Una passerella lungo la costa aggiungerà un altro strato di protezione che, oltre a fornire l'accesso pedonale, con la sua struttura e conformazione contribuirà a disperdere il vento e le onde.
Tenete presente che benché questi interventi abbiano lo scopo e la necessità di contrastare condizioni estreme, il progetto si integra con la vita di tutti i giorni. Il lavoro e il tempo libero potranno continuare ad essere condotti normalmente a riva e il nuovo centro cittadino, che si troverà a ridosso della passerella ospiterà un albergo, un teatro e diverse attività sportive.

La "passerella"  mi sembra che sia già visibile su Google Maps.


Visualizzazione ingrandita della mappa

Un "boulevard" passerà in mezzo tra il quartiere residenziale e quello commerciale, quest'ultimo sarà progettato per funzionare come trattenimento delle acque e di relativo deflusso avverrà lungo le aree ricreative pubbliche. Questi potranno anche diventare una sorta di autostrada sociale, interrompendo la connessione tra le costruzioni e la passerella.

Abitazioni e integrazione sociale 
Anche gli edifici abitativi e commerciali saranno progettati per interagire piuttosto che contrastare, con una logica che inserisca i servizi importanti ad un livello superiore e lasciando liberi e "apribili" i livelli più bassi in modo che, quando necessario, l'acqua possa defluire facilmente.
La speranza è che questa strategia permetta un deflusso più veloce delle acque in modo da ridurne il danno. Il programma di realizzazione degli alloggi, come spiega Sander Schuur, seguirà il modello scandinavo", concentrandosi sì sulle persone ma cercando di coinvolgere tutta la comunità." A tal fine, gli architetti immaginano una serie di "nodi sociali" - la scuola, la piazza principale, il molo, il centro sociale - che saranno allineati lungo un percorso che viaggia attraverso gli elementi residenziali e commerciali.

Sostenibilità 
Gli edifici abitativi saranno concepiti come una miscela di complessi per lo più bassi, al massimo di quattro piani, da una a quattro camere da letto per unità. Questi saranno disposti intorno a cortili comuni, come più comunemente si osserva in Europa, per favorire l'interazione sociale. Ma ci saranno anche case unifamiliari. Due torri di 12 piani vicino al mare contribuiranno a stabilire l'identità della comunità di mare e di attirare  i visitatori, uno sarà un hotel e l'altro un centro professionale destinato ai giovani. 
Una percentuale significativa delle 1.050 nuove unità abitative sarà assegnato a prezzi accessibili. Gli architetti sperano di produrre gli appartamenti e le case secondo gli standard "Passive House", Schuur ci spiega che le linee guida finali sono ancora in fase di elaborazione. 
Inoltre, se l'uso del sistema a banco di sabbia e l'allungamento della battigia sono pur sempre ambientalmente molto significativi, rispetto alle strategie normalmente utilizzate come il dragaggio la costruzione di dighe frangiflutti  il loro impatto è più sfumato e meno invadente. 
New York è in attesa di una nuova amministrazione, ma resta da vedere quanto di questo progetto rimarrà intatto.

(maldestramente tradotto ed interpretato da me medesimo, via Gizmag, White Arkitekter)

Il nuovo Sindaco di New York abbiamo visto che è già stato nominato, il Bill De Blasio di origini italiane, speriamo che mantenga inalterato questo interessante progetto.
Ritengo infine che molte di queste soluzioni poco invadenti ed interconnesse tra di loro possano contribuire alla riconversione delle molte aree cosiddette da "riqualificare" qui da noi in Italia.

Il piano di sviluppo della costa, dal sito White Arkitekter


AVOSKA, la barca pieghevole da crociera e la "democratizzazione della nautica".

Avoska, immagine tratta dal Canale di Youtube del Comandante Alexander Naumov
Se qualcuno dei miei lettori ha imparato a conoscermi oramai saprà che vado pazzo per queste "soluzioni" che permettano di vivere la vela in completa libertà, autonomia ed economicità. In questo caso, come potrete osservare nel Canale di Youtube del Comandante Alexander Naumov, anche in sicurezza in condizioni difficili.

Lo scheletro di Avoska, immagine tratta dal Canale di Youtube del Comandante Alexander Naumov
Non mi dilungherò in descrizioni tecniche che peraltro non sono ancora sufficientemente diffuse ma, come ha fatto il suo ideatore con i video, io mi limiterò a "rubare" qualche immagine che a me è sembrata significativa e descrittiva di quanto questa barca a vela "ibrida" e smontabile, a vela, a remi e a motore, sia eccezionale.

Avoska vista dall'alto, immagine tratta dal Canale di Youtube del Comandante Alexander Naumov
Preferisco invece dilungarmi in una altro aspetto che mi hanno ispirato questi video. Ieri, incuriosito da un articolo tratto da Nautisme en Finistère in cui si parlava della "democratizzazione della nautica" sono arrivato a delle conclusioni dettate dalla loro indagine, condotta con un sistema scientifico dall'Istituto Agoramétrie. Sinceramente non mi sono piaciuti i presupposti di base in cui si è iniziato lo studio parlando di professionisti e club poiché, secondo il mio immodesto parere, sia i professionisti che i club sono all'antitesi di una vera democratizzazione della nautica. La nautica può essere democratica solo se vissuta nel "ristretto" ambito familiare e personale, può sembrare un controsenso ma è così.

Questa sì è la democrazia della nautica, immagine tratta dal Canale di Youtube del Comandante Alexander Naumov
Con tutto il rispetto dell'indagine condotta dall'Istituto Agoramétrie, penso che nei club si viva una sorta di "autoreferenziazione" tanto che si perde il senso della realtà, una realtà che progressivamente viene condizionata da chi lavora nell'ambiente e da coloro che, alla fine, impongono le loro condizioni quasi sempre influenzate da parametri economici. La conclusione è sempre la stessa, il "debole" iniziatore con sogni ed ideali soccombe e se ne esce dal club poiché non può più sostenere riunioni, uscite, cene, raduni, ritrovi che presentano sempre il loro immancabile conto più o meno salato. Queste situazioni l'ho vissute più volte in contesti diversi, non ultimo quello del forum.

Avoska spiaggiata, immagine tratta dal Canale di Youtube del Comandante Alexander Naumov
Premetto anche che la questione non è "economica" dal punto di vista delle possibilità di una persona o di una famiglia, ma dalle scelte che si operano. Qualcuno, a suo tempo, giustamente, mi fece osservare "tu avrai comprato una nuova auto", io ho preferito andarmene in crociera e spendere così i miei soldi. Il ragionamento non fa una piega, e questo vale per ogni cosa nella vita, ma si tratta sempre di stabilire i presupposti di base per la vita della famiglia che, a mio parere, devono dare priorità al benessere generale di tutti, la nautica ed il tempo libero dovrebbero venire  dopo lo studio, la salute, la sicurezza, la casa e tante altre cose tanto che, chi non ha possibilità illimitate può viverli con il minimo di risorse, quelle avanzate.

Avoska a remi, immagine tratta dal Canale di Youtube del Comandante Alexander Naumov
Una volta in un noto forum di vela dovetti scusarmi perché asserì che c'era gente che viveva in due stanze in affitto pur di mantenersi una barca di 14 metri. Saltò fuori uno che viveva proprio in queste condizioni e risentito mi fece notare che uno faceva ciò che voleva in modo altrettanto dignitoso. Nulla da eccepire, ma io preferisco lasciare qualcosa di più di uno scafo bucherellato dalla salsedine ai miei figli quando non ci sarò più, lo stesso vale per lo studio e tante altre cose.

Avoska con i terzaroli, immagine tratta dal Canale di Youtube del Comandante Alexander Naumov
Divagazioni a parte, concludo asserendo che il modo di vivere la nautica come il lusso, e ne abbiamo parlato nel post "L'era del lusso democratico", è soggettivo per ciascuno e per i tempi in cui si vive, certamente è "democratica" se la si vive con il minimo delle risorse, a qualsiasi condizione economica, sociale e culturale si appartenga, ciascuno per le sue possibilità. Questo significa che le aggregazioni, di qualsiasi tipo si parli, mal si conciliano con la democratizzazione della nautica. In tal caso si può parlare di "elite", più o meno ricche o più o meno povere, non certo di "democrazia" che significa offrire a ciascuno la possibilità di vivere, in questo caso, la nautica.
Evviva il Comandante Alexander Naumov e la sua famiglia!


Sailboat Rescue



Teniamo ben a mente che la navigazione è anche questo, il pericolo sempre imminente e situazioni drammatiche dietro l'angolo. Questa consapevolezza è il sistema migliore per evitarle.

La Guardia Costiera e l'equipaggio della cacciatorpediniere della Marina USS Cole, il 10 Novembre 2013, ha messo in salvo tre persone  da una barca a vela di 38 piedi a circa 210 miglia al largo della Carolina del Nord, nell'Oceano Atlantico. 
L'equipaggio dell'elicottero Mh-60 Jayhawk della Guardia Costiera ha issato le tre persone e le ha portate sulla cacciatorpediniere Cole. 
L'equipaggio del Jayhawk si è poi diretto verso un'altra chiamata di soccorso che successivamente si è rivelata essere una situazione di non-emergenza. 
Tornando al Cole, una volta salite a bordo, le tre persone soccorse sono state portate alla Coast Guard Air Station di Elizabeth City. 
Questo video di soccorso effettuato dalla Guardia Costiera in collaborazione con la Marina al largo della costa della Carolina del Nord è libero da restrizioni relative ai diritti d'autore e dalla legge sul copyright degli Stati Uniti.

(maldestramente tradotto ed interpretato da me medesimo, via: Dailyboater)


lunedì 11 novembre 2013


Lo scivolo di Santa Pola Gran Playa


Eccovi un altro scivolo segnalatomi da Carlo di Veuliah Yachts, Santa Pola Gran Playa, situato a ridosso del Marina di Santa Pola. Ideale come punto di partenza per numerose escursioni in zona, incluse le Baleari e Formentera, è certamente il più comodo per andare ad esplorare l'Isla de Tabarca, anche se essendo riserva marina protetta credo che sia necessario informarsi su eventuali limitazioni all'accesso.

Tramonto a Santa Pola, foto inviatami da Carlo
Particolare dello scivolo, foto inviatami da Carlo
Marinai da carrello all'opera, foto inviatami da Carlo
Per concludere eccovi un bel video su Santa Pola e i suoi meravigliosi dintorni.




domenica 10 novembre 2013

Seaeagle Explorer con sail rig, pratico, economico e multifunzionale

Dal sito Seaeagle
Possedere una barca che puoi usare in qualsiasi ambiente acquatico, a remi, a vela o a motore, trasportabile ovunque e con qualunque mezzo in due pratiche borse, facile da armare, leggera, per una o due persone e che costi circa 1500 € non è veramente cosa da poco. 
Tutto questo sembra essere Seaeagle Explorer, certamente da valutare.

Dal sito Seaeagle
E poi .... si porta con la bici.

Dal sito Burley


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