mercoledì 30 marzo 2011

Le norme tedesche per il trasporto su bici

Dal sito bocklradweg

Viene specificata solo la larghezza del rimorchio che non può superare 1 metro. Per quanto riguarda le altre dimensioni non ci sono requisiti specifici, ma vengono date tre raccomandazioni soprattutto per i fabbricanti dei trolley:
  • una lunghezza massima  di 2 metri, per carichi normali, ed una massima di 4 metri per attrezzature turistiche sportive;
  • un'altezza massima di 1.4 metri;
  • il peso deve andare da 40 kg a 80 kg a seconda se il rimorchio è frenato o non frenato.
La sporgenza laterale e posteriore massima ammessa dovrebbe essere di 50 cm. Sono vigenti anche delle disposizioni per la circolazione su piste ciclabili.
Tutti gli altri requisiti relativi all'illuminazione ed alla frenatura li potrete trovare nel sito: bocklradweg



giovedì 24 marzo 2011

Lo scivolo di Le Grazie, Portovenere


Non sembra proprio male questo bello scivolo situato nel Golfo dei Poeti, tra Portovenere e La Spezia.  Ecco alcuni link con tanto di foto ed informazioni:
Lo scivolo, come si vede, è buono e gratuito, il parcheggio è a pagamento posto al suo a fianco, ottimo nei periodo poco frequentati, altrimenti ....




martedì 22 marzo 2011

Lo sviluppo sostenibile del Parco del Trasimeno

La darsena di Castiglione del Lago, esempio di portualità "eco-sostenibile"

Coniugare sviluppo e ambiente presuppone una forte volontà di conservazione del patrimonio ambientale ma allo stesso tempo tante idee e risorse per adeguare il territorio ad una maggiore ricettività. Certo al Trasimeno la pressione antropica non potrà mai superare determinati limiti ma, d'altro canto, la massa è già orientata verso altre destinazioni e quello che è giusto chiedersi è se questo meraviglioso lago potrebbe accogliere una maggior presenza di "eco-turisti". Io penserei proprio di si, specialmente se si sceglie e si investe su diversi fronti in modo da garantire l'offerta per tutto l'arco dell'anno.

Portualità: la nuova darsena di Castiglione del Lago è un vero e proprio gioiello, la dimostrazione di come possa essere realizzato un porto senza cementificare costituito solo da prati e pontili flottanti. Purtroppo ritengo che lo sforzo, per quanto notevole, non sia sufficiente anche se l'amministrazione Provinciale di Perugia sta attuando lodevoli ed importanti interventi nella darsena di Passignano. Castiglione del Lago, Tuoro, Passignano, San Feliciano e Sant'Arcangelo dovrebbero diventare le destinazioni cardine su cui sviluppare il "polo nautico" del Trasimeno. E' di fondamentale importanza che l'appassionato di nautica trovi a disposizione un minimo di servizi come l'accesso ai pontili per l'ormeggio, uno scivolo, un parcheggio per auto, un'eventuale area sosta camper, un deposito a secco per le barche piccole ed infine i servizi igienici, non servirebbe nient'altro. Per quanto riguarda il servizio gru è sufficiente quello già attuato nelle darsene di Castiglion del Lago, Passignano e San Feliciano. Non si possono fare "i conti senza l'oste" dice un vecchio detto popolare, ma le infrastrutture sono l'alimento di qualsiasi presenza turistica, che sia un porto in una località di mare o lago o un impianto di risalita in montagna, ed una portualità ben concepita e distribuita farebbe la differenza.

Econautica: ne abbiamo già parlato nel post "Non lasciare traccia" e siamo abbastanza consapevoli di cosa significhi tutto ciò in un ambiente così delicato come quello del Trasimeno. Si tratterebbe quindi di promuovere e sviluppare determinati tipi di attività quali il nuoto, la vela, la canoa, il sailonbike, l'utilizzo di motori elettrici, il kitesurf, insomma gli sport nautici a "basso impatto ambientale". Anche in questo caso la nuova Scuola di Vela all'Isola Polvese è certamente il "fiore all'occhiello" ma non è sufficiente tanto che difficilmente si alimenterà se non vengono promosse attività parallele. Con questo intendo, per esempio, locazione di piccole barche, cabinati, canoe, sailyak, piccoli motoscafi, bici e canoe, insomma ogni darsena dovrebbe essere dotata di un piccolo centro di "charter" e di ampi spazi per il "transito", cioè per coloro che frequentano il lago solo per brevi periodi.

Stabilimenti balneari: è un punto importante e molto critico, difficilissimo esternare un'idea, per quanto gratuita e peregrina come tutte quelle che sto scrivendo. Il problema nasce dalla naturale irregolarità della profondità del lago, sembra però che questo problema si stia risolvendo, almeno in parte. Io non credo che si debbano creare arenili dove non esistano, sarebbe uno scempio, si potrebbe invece migliorare l'accesso ai piccoli arenili tipici del lago. Grandi prati ben curati ed alberi ad alto fusto fino alle piccole spiagge naturali che si affacciano nell'acqua. Un esempio è il lungo lago di Castiglione del Lago, ma ce ne dovrebbero essere molti altri. Non necessariamente una spiaggia deve essere fatta di rena, potrebbe essere un prato ed apparire altrettanto bella. Le strutture balneari mi sembra che siano quasi totalmente assenti ed è ovvio che questo tipo di attività è, come per i porti, la ninfa vitale della presenza turistica. Come presupposto ci deve essere una grande attenzione a mantenere il livello del lago costante e all'accesso agli stabilimenti come le strade ed i parcheggi.

Ciclismo, equitazione, golf: Ottima l'iniziativa della ciclabile e del servizio di locazione biciclette ma è arrivato il momento di alzare il "tiro" con l'equitazione ed il golf lungo i meravigliosi percorsi storici, archeologici, naturalistici delle Terre del Trasimeno.

Turismo eno-gastronomico: già si fa tanto ma non c'è solo quello.

Avifauna e percorsi storico-naturalistici: la locazione di battelli, di bici e di cavalli, nonché la creazione di adeguate infrastrutture, può essere un mezzo per accedere più facilmente il territorio, con attività quali il bird watching, i percorsi museali, etc., non sto ad elencarli tutti, anche perché già viene fatto tanto. Si può fare di più.

E' proprio lei, la Moretta Tabaccata specie rarissima che frequenta il Trasimeno?

lunedì 21 marzo 2011

Pare-Fouling, una sfida eco tripla

Dal sito Nautic-Innovation

Mi piace parecchio questa soluzione proposta dalla azienda francese Nautic Innovation, il Pare-Fouling. Nel loro sito vengono elencate le tre motivazioni per cui vale la pena informarsi seriamente su questo prodotto, e che ho tentato di tradurre maldestramente. Ovviamente Pare-Fouling è valido per chi lascia sempre la barca in acqua e non la utilizza per lunghi periodi.

UNA SFIDA ECO TRIPLA

Ecologia:
- L'antivegetativa è protetta dal Pare-Fouling e non si diffonde nell'ambiente.
- Il carenaggio è meno frequente (da 3 a 5 anni)  e i rifiuti associati alla pulizia della carena sono, di conseguenza, ridotti.
- I film utilizzati sono stati appositamente selezionati e progettati per questo utilizzo a causa della loro neutralità per l'ambiente e le loro caratteristiche completamente riciclabili.

Economia di tempo e fatica:
- 1 ora (posa o rimozione), rispetto a 1 o 2 giorni per un refit.
- tempi di prenotazione per effettuare le operazioni di carenaggio.
- tempi di raschiatura e verniciatura.

Risparmio:
- Il  Pare-Fouling prolunga la vita dell' antivegetativa, riducendo la frequenza delle carene da eseguire.
- La sua vita, quando vengono soddisfatte le condizioni di installazione e utilizzo, è di 5 anni minimo.
- Il suo acquisto è ammortizzato nel primo anno, cosa alquanto rara nel mondo dello yachting.


domenica 20 marzo 2011

L'albero con cerniera

Aspirina sta per essere disalberata
Più di una volta amici velisti mi hanno chiesto come fosse fatta la cerniera del mio albero perciò, l'ultima volta che sono andato al lago, ne ho approfittato per fare qualche foto. La cerniera nell'albero è molto comoda per  alberare e disalberare in sicurezza e ritengo che tutte le barche fino a 24 piedi dovrebbero averla. Di come abbiamo fatto a disalberare ne abbiamo già parlato qui.

La base in coperta
La drizza che si vede è quella della deriva mobile. La base in coperta, ha due asole e due fori per una spina, la spina è amovibile ed andrà a fissare la parte superiore fungendo da da cerniera.

La base in coperta
La base dell'albero, che andrà a coprire completamente la base in coperta, ha anch'essa i fori per l'inserimento della spina che avete visto fissata alla base in coperta e una spina fissa che andrà ad appoggiarsi sulle asole della base in coperta. 

La base dell'albero

La base dell'albero
La prima operazione che si fa è di fissare la spina con l'albero steso orizzontalmente, una volta fissata la spina si tira su l'albero. Successivamente si collegano lo strallo, le sartie ed infine il paterazzo.

Si collega/ scollega la spina con albero in orizzontale
La cerniera con l'albero su
Le uniche cose che mancano per poter fare tutta l'operazione in sicurezza sono dei supporti laterali, anche posticci, per evitare le oscillazioni laterali dell'albero, in particolare se si volesse fare questa operazione da soli con l'ausilio del paranco della scotta collegata allo strallo, come si vede nel filmato effettuato da Lorenzo. Nel filmato però Lorenzo non aveva i supporti laterali che altrimenti potrebbero essere realizzati in questo modo: due barre da collegare alla base dell'albero e, tramite delle cimette, agli occhioni di fissaggio delle sartie.

Supporti laterali collegati alla base dell'albero e agli occhioni tramite cimette



sabato 19 marzo 2011

Cotti dal vento



La mano dei terzaroli non era venuta proprio perfetta ma la giornata invece lo era stata, bel vento sostenuto, onda e tanto sole di ritorno da "isola", quattro miglia e mezzo così si vivono raramente.



giovedì 17 marzo 2011

150 anni, il meglio della nostra storia

Dal sito Mondovespucci
Certo, fortuna che abbiamo il nostro Presidente che ogni giorno ci dimostra quanto onestà, rettitudine, ideali morali ed etici stiano alla base di ogni persona civile e intelligente, mi è piaciuta la passione, e allo stesso tempo l'eleganza, con cui ieri sera ha fatto il suo breve discorso durante lo spettacolo di RAI1. 


AUGURI ITALIA!


mercoledì 16 marzo 2011

Klepper, la deriva smontabile

Dal sito Klepper
Dice un vecchio detto tedesco: "Naviga a vela quando puoi, pagaia quando devi.", poi nel loro sito aggiungono che il kayak a vela è uno sport sempre più amato. Concordo, e credo proprio che questa "formula" Klepper, molto tedesca per definizione, mi piace parecchio e ne elenco i motivi:
1) la borsa è lunga 1.33 m
2) pesa 36kg a 1 posto, 48 kg a 2 posti
3) ha randa e fiocco da 2.5 a 5 mq
4) è sicura, fino a 4 Bft;
5) è capiente;
6) il kayak completo di vele ed accessori si aggira sui 3000 € ad un posto, 4000 € a due posti;
7) si monta in soli 15 minuti;
8) è bella da vedere.

Dal sito Klepper
Come si vede dalla foto esiste anche l'accessorio per aumentarne la sicurezza rendendolo un piccolo trimarano. Comunque, per valutare tutti gli accessori ed eventualmente acquistarli on-line c'è un apposito sito: Kleppershop. Il sito Klepper è molto ben fatto e con pazienza si possono trovare molte notizie interessanti, inclusa questa meravigliosa avventura: expeditions , e poi video, foto, istruzioni e quant'altro. Insomma proprio belli questi kayak a vela della Klepper soprattutto perché potrei portarmelo facilmente dietro con la mia bici ed il trolley senza alcuna fatica. Per essere portati in kayak a vela ci vogliono bici e trolley ripiegabili:
Cyclone II ripiegabile
Con una tenda, il sacco a pelo ed il kayak dietro ci si potrebbe veramente girare l'Europa in lungo e largo, inclusi i grandi fiumi, le isole, i laghi, i mari .... magari cominciando proprio dal Po, partendo da Mantova per raggiungere Venezia, seguendo la stessa filosofia di Giacomo De Stefano, The man of the river, di cui avevamo parlato in un post precedente, e degli amici di Un altro Po.

Dal sito "Man of the river"
Qui abbiamo un bel video di un Kayak Klepper in navigazione.


Un altro Po




"Un viaggio per aiutarci a salvare questo grande fiume, e un progetto per nutrire le coscienze. Un viaggio a impatto zero risalendo il Po a remi e a vela, fatto con le uniche risorse dei doni ricevuti lungo il cammino, per sensibilizzare sul fiume che muore, su uno stile di vita leggero e lento, una riflessione sui limiti di uno sviluppo frenetico che dimentica l’uomo e la natura, sulla decrescita possibile, sul vivere meglio con poco." (dal sito Un altro Po).

DON’T LEAVE THIS PLANET TO THE STUPID. PLEASE: ULTRAPO

Dal sito di UltraPo

Un bellissimo sito, una bellissima iniziativa, una filosofia da amare e condividere!


sabato 12 marzo 2011

Lavori di primavera, si disalbera

Per prima cosa si toglie il boma
Il momento è arrivato, finalmente una giornata soleggiata e calda ci ha permesso di andare al lago a preparare la barca per i lavori: oblò nuovi, antivegetativa, revisione totale del motore. Purtroppo ci vorrà più di un mese e probabilmente cominceremo a volteggiare a fine aprile, ma d'altro canto erano cose che andavano fatte. Per portare la barca al cantiere abbiamo disalberato io e Tommaso da soli senza l'ausilio della gru. Questa operazione senza il kit che permette di evitare l'inclinazione laterale dell'albero non è proprio consigliabile da fare in acqua perchè se la barca si inclina rischia di portarsi l'albero dietro quando non è più vincolato alle sartie. Comunque siamo riusciti a farlo senza problemi, ovviamente in due persone.

Via il paterazzo
Per fare queste operazioni bisogna essere molto precisi, comunque abbiamo fatto tutto in meno di due ore, compreso aver caricato tutto il materiale in auto e riposto tutto con molto ordine.

Via le sartie
Mentre Tommaso "disconnette" le sartie io sorreggo l'albero. Quando lui si sposta da un punto all'altro della barca che si inclina mi corre un brivido nella schiena, ma basta tenere l'albero bello fermo sopra la cerniera. Il problema per ora è solo l'inclinazione laterale perché la cerniera e lo strallo tengono l'albero ancora ben fissato. TASSATIVO: ricordatevi di tirare giù la deriva!!!

Via lo strallo di prua
Ora bisogna cominciare a stare attenti ed io devo tenere l'albero bello dritto.

Si comincia a disalberare
Mentre Tommaso tiene saldamente l'albero per lo strallo io mi sposto nel pozzetto, prima con i piedi nella scaletta della cabina.

Sempre più giù
Poi, mentre tengo con una mano l'albero vado indietro ed entro completamente nel pozzetto.

Ora è quasi fatta
Nel momento in cui si tiene l'albero ben stretto nelle due mani si tira un sospiro di sollievo.

E' fatta!
A questo punto si sgancia l'albero dalla cerniera e si appoggia sul ponte. per appoggiare l'albero, se non si ha il supporto centrale in fondo alla barca darei questo consiglio. Si preparano due panetti costruiti con una vecchia maglietta e poi scocciati completamente. Si mettono uno sul pulpito di prua e l'altro tra il winch ed il tambucio, in pratica i punti in cui andrà appoggiato l'albero.

L'albero passa tra il winch ed il tambucio
Inquesto modo il sistema è molto rigido e ci sono due punti di attacco sicuri.

Metodo semplice per evitare la flessione dell'albero sul ponte
Aspirina è bellissima anche con l'albero giù, baciata dal primo sole di primavera.

Aspirina, mon amour!
La fotogallery completa in cui sono inclusi particolari dell'albero e della cerniera: Lavori di primavera, si disalbera


mercoledì 9 marzo 2011

Le Cabochard Beneteau, più grande di quanto non sembri

Dal sito di Tanou
"Più grande di quanto non sembri", era lo slogan di questo piccolo "testardo" prodotto negli anni settanta dal cantiere Beneteau, allora solo agli inizi della sua prestigiosissima ascesa. Fortunatamente, e quasi per caso, ho trovato nel web l'armatore di Tanou che ha fatto una raccolta di foto e ha messo a disposizione la brochure originale nel quale sono elencate le sue caratteristiche tecniche principali, una vera chicca:
Lunghezza: 4.05
Larghezza: 1.82
Pescaggio: 0.55 m
Peso: 350 kg
Sup. velica: 10 mq
In rete, soprattutto in Francia, se ne trovano a prezzi molto abbordabili, dai 1500 ai 3500 € incluso carrello, in buone condizioni e anche molto carini, basta digitare il suo nome nel motore di ricerca.

Dal sito di Tanou

Com-pac Sun Cat, una nuova specie di cat boat

Dal sito Com-pac Yachts
E' semplicemente stupendo il Sun Cat, questo piccolo cat boat della Com-pac Yachts, tanto che prima di prendere Aspirina avevo chiesto un'offerta al distributore più vicino a noi che risiede in Svizzera. Purtroppo, come è facile capire, tra optional e tutto si andava oltre le mie modeste possibilità ma questa bella piccola barca di produzione americana rimane sempre un sogno nel mio cassetto. Ma non è solo veramente bella, ha anche una caratteristica che nessun'altra barca possiede, infatti è dotata di un sistema di alberatura brevettato, chiamato Mastender System, molto semplice e pratico tanto che si potrebbe facilmente ormeggiare lungo un fiume e passare tranquillamente sotto un ponte per poi rialberare la barca in pochi secondi e senza fatica. Insomma, una soluzione, oltre che bella, anche molto intelligente ai problemi della piccola nautica, o per lo meno offre la possibilità di non lasciare tutti i posti a buon mercato ai soli motoscafisti. In più, come avrete capito, adoro la sua linea, il suo armo velico a cat e la sua cura nei particolari, quasi maniacale.
Questo video è molto esplicativo e significativo, ma ce ne sono anche altri nella Videogallery, da guardare con avidità:


Queste sono le sue caratteristiche principali:
Lunghezza: 5.28 m
Larghezza: 2.21 m
Pescaggio: 0.36/ 1.37 m
Peso: 682 kg
Mi piace anche la sua bella BROCHURE, che vi ripropongo.
E dove pensate che ci andrei con un cat boat così bello? In un posto altrettanto bello, in una stupenda caletta della Corsica a nord-est di Bonifacio.


martedì 8 marzo 2011

Novità 2011, Tricat Access 6, Simplissime!

Dal cantiere Tricat
Sono proprio ansioso di vedere come sarà questo interessantissimo trimarano, l'Access 6, che sta uscendo dal cantiere francese Tricat. Le prime informazioni sembrano di tutto rispetto, a partire dal prezzo, dalle dimensioni ma soprattutto dalla semplice gestione. Insomma attendiamo notizie dal cantiere.
Queste saranno le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza: 5.99 m
Larghezza: 4.25/ 2.35 m
Sup. velica: 22 mq
Peso: 490 kg
Pescaggio: 0.28 m
Intanto godetevi questo bel video che riguarda il Tricat 23.5 il fratello maggiore.




lunedì 7 marzo 2011

Little Skellig, un gioco da ragazzi

Little Skellig dal sito della Plasmor
Non sarà solo il Little Skellig che vi proporrò del cantiere francese Plasmor perché ce ne sono anche altri di piccoli velieri veramente interessanti. Come sapete però io prediligo i più piccoli perciò comincio con questa bellissima deriva da tre metri e mezzo, di quelle che si alzano in due e si trascinano sulla sabbia senza problemi, che si tengono tranquillamente in garage e che fanno il loro bel figurone quando le tiri fuori, a me piace molto.
Queste sono le sue caratteristiche tecniche principali:
Lunghezza: 3.50 m
Larghezza: 1.76 m
Peso: 100 kg
Portata: 350 kg
Il prezzo base è intorno ai 4000 €, poi ci sono gli accessori.
Con un deliziosissimo armo aurico, i fabbricanti assicurano che il suo utilizzo è veramente un gioco da ragazzi e questo mi basta per apprezzarlo parecchio. Per saperne di più leggete il racconto dell'armatore di ArTiYote, veramente interessante.
Con una barchina così bellina, oltre nel mio Trasimeno e nelle vicina Costa Etrusca, ci potrei facilmente coniugare vela e belle passeggiate nei dintorni del Lago di Cavazzo.


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