mercoledì 30 aprile 2008

Il veliero carrellabile, tra mito e realtà


(versione liberamente tradotta e interpretata da Ocean Spirit Magazine)

Il veliero carrellabile. Probabilmente non esiste nessun altro tipo di imbarcazione che abbia ispirato un maggior numero di critiche o di lodi sperticate. Mito indiscusso per chi vuol praticare la vela "povera e senza pensieri", per il velista puro viene quasi sempre liquidato come una sotto categoria di barca, mentre il profano, dopo aver raccolto tutti i tipi di informazione, fondate e non da ogni tipo di fonte, arriva spesso alla conclusione che è il sistema più veloce per arrivare ad una sorta di "suicidio nautico".
Ovviamente, nessuna di queste teorie è vera, né, se è per questo, il novanta per cento di quello che si sente dire in giro sul veliero carrellabile rende l'immagine reale di ciò a cui è destinato.
L'unico modo per capire davvero che cosa è veramente il veliero carrellabile è quello di esaminare per primo il suo "yacht design" in relazione alla teoria della vela e l'adattamento che entrambi hanno prodotto in una sorta di "barca ibrida", se così si può chiamare.
L'aspetto più critico su cui si incentra l'insieme rimorchio + veliero è sempre la chiglia, quindi esaminiamo brevemente la chiglia per vedere come funziona e quali problemi potrebbero insorgere.
Un minimo di teoria
La teoria della vela ruota intorno a due centri di pressione: la pressione del vento sulle vele e la pressione dell 'acqua sulla chiglia. L'una non può funzionare senza l'altra. Se non ci fosse la pressione sulle vele la barca non si muoverebbe e, per contro, se non ci fosse la pressione sulla chiglia la barca non avanzerebbe, muovendosi solo lateralmente sull'acqua cioè, come si dice in gergo, "scarrocciando". Il punto teorico in cui la pressione del vento agisce sulle vele viene chiamato il centro di sforzo, mentre il punto dove la pressione dell'acqua agisce sulla chiglia è il centro della resistenza laterale. E' l'equilibrio tra il centro di sforzo e di resistenza laterale che determina, in larga misura, il rendimento della barca.
In particolare quando la barca è in direzione del vento la resistenza laterale non è necessaria e, quindi, la chiglia non è efficace. Sulla base di questo ragionamento viene determinata la forma della chiglia, che offre la sua più grande superficie, e quindi la sua più grande resistenza laterale, quando la pressione laterale nelle vele è più grande. Così ne consegue che quanto più grande e più profonda è la chiglia più offre la resistenza all'acqua. Ovviamente, c'é un punto in cui la sua dimensione creerebbe più problemi che vantaggi ma, in ogni caso, una chiglia importante è il mezzo ideale per ridurre la deriva laterale o lo "scarroccio", così come lo si voglia chiamare. Ma i problemi sorgono quando la barca deve essere tirata fuori dall'acqua, infatti una grande chiglia diventa fastidiosa. E' già abbastanza noiosa quando si desidera avvicinarsi ad una spiaggia, ma del tutto inopportuna quando si vuole mettere la barca su di un rimorchio e portarla a casa.
Un minimo di pratica
E' stata trovata una soluzione: una chiglia che può essere sollevata per il trasporto e abbassata per la vela in modo da risolvere entrambi i problemi, sistema già utilizzato e sperimentato a lungo nelle piccole derive. Tuttavia, vi è un altro fattore che va considerato: la chiglia di uno yacht serve a contrastare lo sbandamento della barca e a prevenire la scuffia. Una chiglia di questo tipo deve essere zavorrata con un peso teorico pari a circa il 40 o 50 per cento del peso totale della barca e di fornire una forte leva di raddrizzamento quando la barca è sbandata. Tuttavia, è praticamente impossibile ottenere qualcosa di simile per una deriva mobile. Vengono spesso utilizzate pesanti lastre di ferro, ma a causa della loro sagoma relativamente sottile non potranno mai essere abbastanza pesanti. Per questo motivo la leva essenziale per il raddrizzamento non è più sufficiente. Si è trovato quindi il compromesso di zavorrare lo scafo, ma questo peso aggiuntivo non è sufficiente a creare la necessaria leva di raddrizzamento. Questo significa che , nel caso di una forte raffica di vento, la barca può scuffiare.
Il Problema
E questo è il mito irrisolto del veliero carrellabile in generale, anche se gli sviluppi nella progettazione negli ultimi anni hanno ridotto questa tendenza, soprattutto migliorando la sicurezza e quindi evitando il capovolgimento totale e garantendo la inaffondabilità. Di fatto il problema di fondo presente nelle "derive mobili" non è stato eliminato e l'unico sistema per evitare la scuffia sotto raffica sono l'esperienza e la pratica del timoniere e dell'equipaggio.
Le risposte
Come già accennato la risposta principale da parte dei progettisti per ridurre il rischio della scuffia è stato quello di zavorrare alcune parti dello scafo, anche con "water ballast" che si autoalimentano quando la barca è in acqua. Ovviamente anche lo studio della sezione della barca, come l'aumento del suo raggio, ha contribuito a renderla più stabile e sicura, ma l'effetto combinato di zavorra e sezione non potrà mai rendere la barca completamente stabile così come una chiglia pesante può rendere in termini di leva di raddrizzamento. A questo punto la fantasia si è sbizzarrita in sistemi utili per liberare la randa sotto la pressione del vento, così come l'utilizzo sempre più frequente degli avvolgi fiocco o, addirittura, degli avvolgi randa. Purtroppo, però, la realtà è che finché la leva di raddrizzamento rimarrà ridotta la barca a vela, sotto la pressione di forti raffiche di vento, non sarà mai completamente stabile. La conclusione è che nel momento in cui si decide di acquistare un veliero carrellabile bisogna acettarne i suoi grandi pregi, ma anche i suoi limiti, limiti che fanno entrare in gioco la capacità dello skipper di risolverli senza commettere gravi errori.
I vantaggi e gli svantaggi
Si può quindi affermare, con ragionevele certezza, che il veliero carrellabile è il frutto di un compromesso, insomma una via di mezzo tra la barca a vela a chiglia e un gommone. In quanto tale esso eredita molti dei vantaggi di entrambi, ma anche alcuni dei loro svantaggi. Va aggiunto però, che il veliero carrellabile ha delle caratteristiche proprie. Uno degli aspetti più critici relativi al veliero carrellabile è stato quello di inserirlo in una categoria specifica, anche perchè per veliero carrellabile si può intendere sia la piccola deriva che il cabinato a chiglia di una certa dimensione. Forse l'elemento che può in qualche modo classificarne il "design" è proprio il rimorchio che indica inequivocabilmente se la barca è veramente carrellabile. Allo stesso tempo i rimorchi possono essere di tipologie diverse in relazione al peso della barca e al tipo di chiglia. Uno dei maggiori vantaggi del veliero carrellabile èil fatto che questo può essere trasportato da un luogo ad un altro, esempio da un lago o da un fiume fino al mare, senza che questo debba attraversare passaggi pericolosi o completamente inaccessibili, quindi rimanere sempre dov'è. Questo vantaggio ha colpito molto l'immaginazione del pubblico e specialmente in paesi come l'Australia e la Nuova Zelanda. Parlando dell'Europa il veliero carrellabile ha avuto un enorme successo in paesi come Germania, Polonia, Francia dove, non sempre, l'accesso al mare è a portata di mano e dove esistono molti laghi e corsi d'acqua navigabili. Altri fattori per cui la sua popolarità è aumentata sono stati il notevole risparmio per i costi di ormeggio e amnutenzione come risultato di poter tenere la barca fuori dall'acqua nonché eventuali problemi che possono essere causati da fenomemi atmosferici di grave entità. La barca tenuta sotto un telone in cortile, o addirittura in garage è molto più protetta e sicura che in un ormeggio. Anche la stessa protezione dalla pioggia, dal sole e dalla luce è importante per la conservazione del gel-coat. Ovviamente, come qualsiasi altro compromesso ci sono alcuni svantaggi, soprattutto nello Yacht Design. Probabilmente il modo migliore per valutare un veliero carrellabile è quello di confrontare vantaggi e svantaggi e poi di trarne le dovute conclusioni, ed è quello che vi proporremo nei paragrafi successivi.
Vantaggi:
Prezzo:
I risparmi in termini di costo ci sono, ma non importanti. C'è da considerare inoltre il costo del rimorchio e del gancio sull'auto, che comunque deve essere idonea al trasporto del rimorchio + barca.
Manutenzione:
Questo è un settore in cui il risparmio in termini di costo può essere considerevole. Il carrellabile può essere tenuto in giardino o in un garage, riducendo così la necessità di lavori di manutenzione, in particolare sulle vernici. E' anche più probabile e conveniente perdere un ora per lucidare la barca sotto casa che in un porto o in un ormeggio.
Ormeggio:
Se la barca si tiene a casa l'ormeggio non costa nulla quando non viene utilizzata, contrariamente alle imbarcazioni a chiglia che devono pagare l'ormeggio tutto l'anno. C'è anche da aggiungereb la possibilità di tenerla ormeggiata durante l'anno in porti più economici, esempio laghi e fiumi, e poi durante l'estate portarla in vacanza.
Incrostazioni:
Una barca tenuta fuori di acqua non richiede anti-incrostazione. Un altro buon risparmio sui costi.
Trasportabilità:
Il più grande vantaggio del veliero carrellabile è quello di poterlo trasportare dove si vuole a condizione che vi sia acqua e un accesso. Va sempre verificata la presenza di quest'ultimo, e che sia adeguato al tipo di barca e rimorchio.
Campeggio nautico:
La barca carrellabile può essere tenuta sia sul carrello che in acqua, alla boa o su pontile, per periodi delimitati di tempo. E' prassi comune in Europa utilizzare degli spazi tipo "camping nautico". Purtroppo del tutto assenti in Italia.
Spiaggiamento:
Un grandissimo vantaggio della barca carrellabile a deriva mobile è la possibilità di avvicinarla a riva e di spiaggiarla senza il correre rischio di rovinare la chiglia, che sollevata, non crea più nessun problema. In questo modo si può arrivare a terra dal mare ovunque.
Svantaggi:
Stabilità:
Questo è senza dubbio il principale svantaggio del veliero carrellabile. Anche se nei diversi tipi di imbarcazione il problema è stato affrontato con approcci variegati , resta il fatto che senza una chiglia "importante", il veliero carrellabile non potrà mai essere stabile come una Yacht a chiglia.
Convenienza:
Deve sempre considerata la gestione del rimorchio e della barca includendo tutte le problematiche quali auto, alaggi, vari, alberatura, disalberatura, parcheggio, ecc. Ovviamente questi "disagi" devono essere confrontati con i vantaggi legati ai risparmi degli ormeggi e alla possibilità di andare a "veleggiare" dove si vuole.
Abitabilità:
Normalmente inferiori nei velieri carrellabili che nelle barche a chiglia.
Conclusioni:
A questo punto bisogna valutare se i vantaggi superano gli svantaggi. E la risposta, ovviamente, dipende dalla singola barca e del singolo acquirente, e anche cosa intende fare con il suo veliero.
Se pensi di navigare principalmente in acque tranquille e riparate gli svantaggi diventano poco significativi. Per altro se si mira a navigare in mare aperto la minore stabilità del veliero carrellabile diventa uno svantaggio importante. Generalmente chi pensa di utilizzare la barca con la famiglia durante la giornata o per i week-end o anche per fare qualche gara al Circolo Velico può tranquillamente utilizzare un veliero carrellabile, purché si tengano sempre a mente i suoi limiti di progettazione. In questo caso i vantaggi superano gli svantaggi. Chi invece vuol far lunghe crociere in mare aperto non può che scegliere uno Yacht a chiglia. In questo caso deve tener ben presenti i costi di gestione più alti.

Per riassumere, abbiamo impostato la seguente tabella nella quale vengono indicati vantaggi e svantaggi riferiti a velieri carrellabili o Yacht a chiglia:


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