martedì 29 marzo 2016

L'area archeologica di Castelsecco con le sue mura ciclopiche, ad Arezzo


Mi sento un privilegiato nell'avere la possibilità di vedere l'area archeologica di Castelsecco quando la mattina apro le finestre di casa eppure, nonostante questo, erano diversi anni che non ci tornavo. Purtroppo lo scandaloso interramento dei tesori che oggi nasconde mi ha fatto desistere dal visitarla ancora, l'oblio in cui è stata volontariamente sprofondata è molto comune negli aretini e più in generale monumento assolutamente sconosciuto al resto dell'umanità.
Castelsecco è il simbolo dell'incapacità, dell'inettitudine, dell'incoscienza e della sconsideratezza dei nostri amministratori pubblici, nonché dei magnati della finanza e dell'industria che da questa città hanno preso e basta, forse inconsciamente consapevoli di essere talmente mentecatti di non saper gestire una tale ricchezza se non pensando bene che l'unica cosa da fare fosse quella di sotterrare tutto di nuovo in modo da conservarla per i posteri, forse migliori di loro. Qualcosa a dire il vero hanno fatto, oltre a nascondere, come il restauro della chiesetta San Cornelio e San Cipriano nonché la risistemazione dell'area a parco pubblico, ma nulla di più. Infatti mentre ciò che è sotto terra si può supporre che si stia conservando abbastanza bene le mura ciclopiche etrusche mostrano i segni del tempo e della scarsa manutenzione poiché ci crescono erba e alberelli che, come ben sappiamo, sono micidiali strumenti di distruzione per questo tipo di opere murarie.


Questo è quanto si trova in rete sull'argomento:
"Il teatro che si trova sulle mura, è forse l'unico esempio di "omaggio alla vita" che gli etruschi abbiano mai costruito. Un teatro dedicato alla bellezza femminile che fu ricoperto di terra poco dopo la scoperta, per evitarne il deterioramento. La copertura è stata effettuata dopo che tutta l'area è stata rivestita con del materiale impermeabile, per garantirne la migliore conservazione. Un'azione questa che fu duramente criticata. Il fatto è che in tanti anni, il sito dove si trova il teatro, non ha mai avuto il giusto interesse che avrebbe dovuto avere un simile posto." (fonte: ruderimedievali)

Castelsecco com'era quando fu scoperta
La dea etrusca in onore e devozione alla quale era stato edificato questo monumento consistente in un teatro ed in un tempio posto nella collinetta sovrastante le mura ed il teatro stesso si chiamava UNI, "era la suprema dea del Pantheon etrusco e patrona di Perugia. Formava con Tinia e Menrva un potentissimo triumvirato. Uni era la madre di Hercle, suo marito Tinia ne era il padre. Equivale nella mitologia greca a Hera mentre in quella romana a Giunone" (fonte: wikipedia).


La visita che abbiamo fatto con Elena ci ha fatto venir voglia di tornarci presto, magari a piedi da casa visto che si sta parlando di poco più di due chilometri in linea d'aria, per starci tutto il giorno con un pic-nic nella piccola area attrezzata, ovviamente assolutamente deserta.


Una particolarità di grandissima importanza che vorrei notassero i lettori è la geometria delle mura consistente in nicchie semicircolari comprese tra contrafforti. Questo fa presupporre che all'interno delle nicchie ci potessero essere sistemate delle statue completando e valorizzando la funzione pubblica e religiosa del complesso. Doveva essere un monumento di straordinaria bellezza, unico nel suo genere ed inserito in un anfiteatro naturale incontaminato.




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