martedì 11 maggio 2010

Un disastro ambientale senza precedenti


Quando accadde a Chernobyl pensammo che forse le cause erano da ricollegarsi anche ad altri fattori, come quelli economici derivanti dal crollo dell'impero sovietico. La fiducia immensa che tutti noi avevamo nella tecnologia, nella ingegneria, nella scienza e nelle capacità dell'uomo di dominare tutti gli eventi non poteva affievolirsi per colpa di qualche tecnico "incapace, sprovveduto e squattrinato".
Ebbene oggi i fatti dimostrano che non è così, il disastro si è ripetuto e si è ripetuto nelle condizioni più ottimali possibili, imperi del petrolio che hanno finanziato imprese colossali per continuare a speculare sul bisogno di ognuno di andare avanti, nessuna mancanza di soldi, nessuna mancanza di accorgimenti, nessun errore umano, nessun progetto sbagliato, nessun risparmio, ma solamente e semplicemente la natura che ha fatto il suo corso con una enorme bolla di metano che, come un scureggia, è venuta fuori dal ventre della terra. Potranno tutti gli ingegneri della terra evitare che gli uomini scureggino? Penso proprio di no e non c'è proprio niente da fare e lo stesso vale per la nostra amata terra. Il guaio è che potrebbe accadere ancora e ovunque, in ogni parte della terra anche davanti alle nostre coste, e qui ci assale un dubbio tremendo: ma tutti questi buchi nella terra, tutti questi esperimenti, tutte queste centrali nucleari, tutti questi inceneritori, tutta questa scienza sbandierata a destra e manca è veramente sicura? E la cosa ancora più grave, non è che dietro ci sono solo interessi economici enormi?
Ora la BP chiede aiuto, ma quale aiuto potremmo offrire noi? Io penso che l'unico modo per aiutare questo mondo trivellato e inquinato sia quello di dire BASTA! Ma c'è solo un modo per poterlo fare perché i governi fanno gli interessi dei potenti, potenti che permettono lo scandalo che ogni sei secondi possa morire un bambino di fame: iniziare da noi stessi rinunciando. Bisogna rinunciare a produrre rifiuti, bisogna rinunciare a mettere il culo sempre in auto, bisogna rinunciare a "consumare", bisogna rinunciare ad usare la benzina dei nostri motori e l'energia prodotta dal petrolio e dal gas. C'è poco altro da dire, cominciamo da noi stessi se vogliamo salvare la terra e il nostro amato mare: il mondo deve cambiare.

venerdì 7 maggio 2010

Visualizzare scivoli e parcheggi con Street View



La tecnologia ci viene ancora in aiuto per visualizzare scivoli e parcheggi. Non c'è una copertura totale ma l'aiuto è notevole con Street View di Google.

Nella finestra si possono vedere l'ampio scivolo ed il parcheggio di Alghero, ottimi esempi della sensibilità della amministrazione pubblica locale ed della ingegneria portuale..

mercoledì 21 aprile 2010

Requiescat in Pace


In fondo c'eravamo già passati con l'aviazione da turismo quarant'anni fa e anche allora non c'era stato niente da fare. Mio padre, grande appassionato di volo, aveva visto morire questa grande opportunità nella cieca e ottusa politica dei soliti pochi consistente nel "meglio l'uovo oggi che la gallina domani" o del "pochi, sporchi e subito". L'aviazione da turismo in pochi anni è morta e sepolta e allo stesso modo hanno seppellito anche la nautica da diporto, stessa politica, stesse azioni scellerate: prendiamo il più possibile da chi può permetterselo, gli altri si arrangino, in fondo è solo un problema di soldi. E nessuno si è preso la briga di pensare che tutti gli "altri" avrebbero potuto dare cento volte tanto e con una presenza turistica mille volte superiore perché il piccolo armatore ha bisogno di tutto, di un campeggio, di un albergo, di un negozio, di un edicola ... di un gelato. Le grandi navi, invece, hanno bisogno solo del carburante dei petrolieri. Non posso permettermi di fare nomi o attribuire le responsabilità a caste o a chiunque altro, non posso permettermi neanche denunce o avvocati, comunque ci si può immaginare chi sono i maggiori responsabili, da qualunque parte stiano, e questa è la cosa che fa stare più male.
Qualcuno si chiederà "ma perché proprio oggi, nel 2010?". Bé, quale modesto osservatore del settore mi sono capitate sotto mano due notizie, in fondo due indicatori sullo stato di salute della nautica da diporto italiana. La prima, forse la più piccola e che a prima vista sembra insignificante, è sicuramente la più drammaticamente indicativa: l'amico "pivierista" Mario ha deciso di cedere la sua barca a chiunque avesse voluto prendersene cura, una cessione temporanea gratuita che sicuramente con il tempo avrebbe potuto concretizzarsi, se il nuovo armatore l'avesse meritato, in un di passaggio di proprietà senza spese. Conosciamo tutti Mario, l'amore per la sua barca è superiore a qualsiasi altro tipo di interesse. Ebbene nessuno si è fatto veramente avanti, e perché vi chiederete? Lo sappiamo tutti che mantenere una barca di 6 metri e mezzo può significare costi annui che vanno da un minimo di 5000 a 10000 euro, sempre che si trovi un posto barca decente, perché si trovano sempre meno e a prezzi improponibili.
L'altra notizia sono i prezzi che stanno chiedendo nel nuovo porto della Maddalena, costruito con soldi pubblici. Probabilmente potranno permettersi di andarci solo i nuovi "Paperoni", insomma quella paccottiglia di esseri non si sa bene di quale specie se imprenditori, politici o tutto e due o solamente amici della gente che conta: mi sono accorto, di recente, che basta quest'ultima cosa per portarsi a casa centinaia di migliaia d'euro l'anno, non c'entra una laurea, una cultura, una morale, un credo, un saper fare, un'intelligenza. No, tutto questo non serve!
Comunque, arrangiamoci. Nell'aviazione da turismo ci sono gli ultraleggeri. Ogni tanto ne cade qualcuno e qualcuno crepa perché non sono poi così sicuri, la definizione stessa ne identifica i rischi quando certe condizioni atmosferiche si possono presentare. Così varrà anche per noi, marinai da carrello, pochi e poveri disperati che sono costretti a tenere le loro leggerissime barche a terra aspettando con ansia il momento di poter varare il barchino e rischiare, con il sorriso sulle labbra, che non accada qualcosa.

giovedì 15 aprile 2010

Grande scuola di vela alla Polvese, cominciano i lavori


Un paio di anni fa, quando misero all'asta la gestione della Fattoria il Poggio della Polvese, scrissi a qualche amico dicendogli che se ne avessi avuto le possibilità l'avrei presa io per farci una scuola nautica di alto profilo. Non ebbi risposta da nessuno ma evidentemente qualcun altro ha avuto la stessa idea ed è di qualche mese la proposta del Presidente della Provincia di Perugia di costituire nella stessa isola una scuola velica delle dimensioni ed importanza del centro Velico di Caprera. Io non avrei aspirato a tanto, insomma, mettersi in concorrenza con Caprera mi sembra un progetto molto ambizioso se non altro per le condizioni meteo - marine del tutto differenti. Il vento del lago infatti, che ben conosciamo noi che lo frequentiamo, è molto insidioso e presenta peculiarità di tutto rispetto ma, senza voler fare inutili confronti, non ha niente a che vedere con quello di Caprera. Insomma ci sono delle differenze e fare degli accostamenti mi sembra azzardato e prematuro.
L'idea invece, ovviamente, è straordinaria; in questo modo il lago Trasimeno e la sua maestosa bellezza potrà avere un occasione in più per essere conosciuto ed apprezzato per quello che merita. Chi segue quello che scrivo conosce il mio amore per questo lago e le sue terre che, per certi aspetti, considero come un gioiello racchiuso in uno scrigno e forse per questo motivo poco conosciuto. Quante volte sono uscito in mezzo al lago e non ho visto nessuno, non una vela, non una barca, non un rumore ma il silenzio e noi soli immersi in questo mondo fantastico, tutto nostro, tutto per noi ... il nostro lago. Sorge quindi spontanea la preoccupazione che tutto questo finisca e che anche il Trasimeno si trasformi in ciò che molti altri laghi italiani sono diventati, luoghi presi d'assalto dalla massa chiassosa dei turisti dell'ultim'ora, poco rispettosi del silenzio, della natura, della storia e dei luoghi, tesi solo ad un divertimento momentaneo. Mi viene da piangere solo al pensiero, ma allo stesso tempo ritengo giusto che questo luogo così bello debba avere uno sviluppo ed essere conosciuto ed apprezzato per quello che merita.
C'è però, secondo me, la possibilità di sviluppare il Trasimeno e le sue terre ed allo stesso tempo mantenerlo incontaminato: elevarlo a Parco Nazionale, inserirlo in una fascia di rispetto ambientale e paesaggistico più restrittiva ma allo stesso tempo di maggiore importanza. Ritengo però che tutto questo debba essere fatto nel contesto più ampio creando un "Distretto dei Laghi del Centro Italia" elevato a Parco Nazionale, come il Lake District inglese. Ovviamente questo comporterebbe delle grandi restrizioni, ma allo stesso tempo renderebbe una grande dignità ai nostri meravigliosi laghi del centro, valorizzandone le caratteristiche storiche, ambientali, paesaggistiche e turistiche.
Non posso e non voglio addentrarmi in argomenti tecnici suggerendo anche solo alcune modalità gestionali di un'impresa così importante ma certamente la creazione della "Rete dei Porti Verdi" già proposta in passato potrebbe essere un buon punto di partenza per far interagire il turismo nautico tra i vari laghi ma anche con i parchi marini: niente sbancamenti, niente banchine ma solo piccole barche appoggiate su prati e alate e varate con uno scivolo. Poche regioni, oramai, sono rimaste nelle mani di chi "dovrebbe" avere una maggiore sensibilità verso uno sviluppo sostenibile del territorio e di una nautica "sociale" ma questo purtroppo non sta accadendo. I porti che sono stati costruiti in Toscana e in Liguria, e cito solo due esempi, sono solo per maxi-yacht, solo per ricchi e stanno devastando le nostre coste: cosa accadrà con la famosa "riqualificazione ambientale" della meravigliosa baia di Talamone? Un maestoso e orribile porto per i ricchi.
Insomma, iniziano i lavori sulle sponde della Polvese per creare una scuola velica di prestigio: cominciamo da qui creando un progetto più importante e più globale, diamoci delle regole, siamo coerenti con le nostre idee, non facciamoci spaventare dai sogni.




sabato 3 aprile 2010

Cambiare nome alla barca



Nell'immagine: San Terenzo - 1 Luglio 1822, partenza per Livorno del poeta Shelley con lo schooner "Ariel" che naufragò dopo che gli era stato cambiato il nome originario "Don Jouan". Il poeta Shelley perì nel naufragio.

Questa è la cerimonia che bisogna attuare per poter cambiare nome alla tua barca, nel caso tu abbia intenzione di farlo. (dal Capitano Pat: Boatsafe e tradotto maldestramente da me medesimo)
Tutte le persone con un filo di intelligenza sanno che se si cambia nome alla barca non succederà mai niente, ma non si può neanche rischiare che la sfortuna renda le nostre navigazioni come qualcosa da dimenticare. Infatti, cosa succede quando, dopo mesi di ricerche, riuscite a trovare la barca dei vostri sogni con un nome che non si può neanche ascoltare? Per esempio, il mio primo amore è stato un 28 piedi con la più bella linea che avessi mai visto. È stata chiamata Perfido. Come poteva questa meraviglia dell'architettura navale essere chiamata "traditore" ? Beh, non l'ho mai acquistata, ma ho spesso rimuginato che se l'avessi comprata avrei cambiato il suo nome.
Cambiare il nome di una barca non è, ovviamente, un qualcosa da fare con tanta leggerezza. Fin dall'inizio dei tempi, tutti i marinai hanno sempre giurato che non ci sono navi veramente sfortunate ma, se queste esistono, sono solamente quelle che hanno sfidato gli dei e cambiato il loro nome. Quindi, c'è un modo per cambiare un nome alla barca dei vostri sogni senza incorrere nell'ira di quelle divinità che regolano gli elementi? Ebbene sì, c'è.
Secondo la leggenda, ogni barca viene registrata con il suo nome originale nella Contabilità degli Abissi, contabilità che è mantenuta personalmente da Poseidone, o Nettuno, dio del mare. E ovvio quindi, se vogliamo cambiare il nome della nostra barca, che la prima cosa che dobbiamo fare è quello di eliminare il suo nome da questo registro e dalla memoria di Poseidone.
Questo processo, che consiste nella soppressione o cancellazione di ogni traccia di identità della barca, è essenziale che debba essere fatto accuratamente.
Una volta partecipai ad una cerimonia in cui il proprietario mi aveva assicurato che ogni riferimento al vecchio nome della sua barca era stato debitamente eliminato. Un paio di settimane più tardi, scoprì invece che ancora esisteva il vecchio nome sbiadito della barca nella catena dell'ancora. Gli consigliai subito di rifare daccapo la cerimonia, magari con una libagione extra un po più piccola per il sovrano del mare. Sfortunatamente rifiutò. Ebbene, da allora, la sua barca è stata colpita da un fulmine, ha fuso il motore, è stata danneggiata dalla collisione e, infine è affondata! Questa situazione vale la pena di essere tenuta in grande considerazione.
E' sufficiente la cancellina per togliere il vecchio nome della barca da giornali di bordo e da ogni rapporto di manutenzione o altro, ma è molto più semplice distruggere tutti i documenti incriminati con il nome della vecchia barca e iniziare da capo. Non dimenticare il salvagente anulare ma soprattutto il nome stampigliato nello specchio di poppa o a prua.
Assolutamente, in nessun caso, non portate a bordo un qualsiasi elemento che porti il nuovo nome della vostra barca fino a quando tutte le cerimonie non siano state completate!
Una volta certi che ogni riferimento al vecchio nome della barca è stato rimosso, tutto quello che rimane da fare è quello di preparare una targhetta metallica con il vecchio nome scritto sopra con inchiostro solubile in acqua. Avete anche bisogno di una bottiglia di Champagne ragionevolmente buono. Lo spumante o il frizzantino non sono adatti. Poiché si tratta di un'occasione propizia, è un buona norma invitare i vostri amici per fare da testimoni e far festa. Si inizia invocando il nome del sovrano delle profondità come segue:
Oh potente e grande sovrano dei mari e degli oceani, a cui tutte le navi e noi che si avventurano sul tuo vasto regno sono tenuti a rendere omaggio, imploro, la vostra mercé di cancellare per sempre dal vostro registro e dalla vostra memoria il nome (qui inserire il vecchio nome della vostra barca) che ha cessato di esistere nel tuo regno. Come prova di tutto ciò vi presento questa targa che porta il suo nome in modo che possa essere cancellato, attraverso il vostro immenso potere, dal mare. (A questo punto, la targhetta di metallo che avevate preparato dovrà essere gettata dalla prua della barca in mare.)
Per riconoscenza della vostra munificenza e generosità, offriamo queste libagioni a vostra maestà e alla sua corte. (Versare almeno la metà della bottiglia di Champagne in mare da est a ovest. Il resto può essere condiviso con i vostri ospiti).
E' uso comune che la cerimonia di cambio del nome debba essere effettuata immediatamente dopo la cerimonia di purificazione, anche se può essere effettuata in qualsiasi momento dopo la cerimonia di purificazione. Per questa parte del procedimento, avrete bisogno ancora di Champagne, molto di più, perché la cerimonia procede come segue:
Oh potente e grande sovrano dei mari e degli oceani, a cui tutte le navi e noi che si avventurano sul tuo vasto regno sono tenuti a rendere omaggio, imploro, la vostra mercé di accettare nel vostro registro questa nave che venga per sempre conosciuta come (inserire qui il nuovo nome che avete scelto), che tu sia la sua guardia con il tuo braccio potente e il tuo tridente e garantendo una navigazione sicura e veloce in ogni viaggio nel tuo regno.
Per riconoscenza della vostra munificenza, generosità e in onore della vostra grandezza, offriamo queste libagioni a vostra maestà e alla sua corte. (A questo punto, una bottiglia di Champagne, meno un bicchiere per l'armatore e un bicchiere per il compagno viene versato in mare da ovest a est.)
Il passo successivo alla cerimonia di ridenominazione è quello di placare gli dèi dei venti, Poiché i quattro venti sono fratelli, è lecito invocare tutti nello stesso momento, però, durante la cerimonia, è necessario affrontare ciascuno singolarmente. Si inizia in questo modo:
Oh potenti governanti dei venti, la cui potenza si infrange nelle nostre fragili barche, Vi imploriamo di concedere alla barca (Inserire il nuovo nome della vostra barca) il vantaggio e il piacere della vostra generosità, garantendo alle nostre navigazioni ciò di cui abbiamo bisogno. (rivolgersi a nord, versare una libagione generosa di champagne in un calice verso Nord e intonare:) Settentrione, sovrano del Vento del Nord, concedici il permesso di utilizzare la vostra grande potenza nel perseguimento dei nostri sforzi, risparmiandoci il flagello schiacciante del tuo respiro gelido. (rivolgersi a ovest, versare la stessa quantità di Champagne verso l'Occidente, e intonare:) Ponente, sovrano eminente del vento di Occidente, concedici il permesso di utilizzare la tua grande potenza nel perseguimento dei nostri sforzi, sempre risparmiandoci il flagello schiacciante del tuo respiro selvaggio. (rivolgersi a est, ripetere versando lo Champagne a est.) Levante, sovrano eminente del vento di Oriente, concedici il permesso di utilizzare la tua potenza nel perseguimento dei nostri sforzi, sempre risparmiandoci il flagello schiacciante del tuo respiro possente. (Rivolgersi a sud, ripetere versando lo Champagne a sud.) Meridione, sovrano eminente del vento del Sud, concedici il permesso di utilizzare la vostra potenza nel perseguimento dei nostri sforzi, sempre risparmiandoci il flagello schiacciante del tuo respiro caldo.
Naturalmente, tutto lo champagne rimanente servirà per la festa organizzata per l'occasione.
Una volta che la cerimonia è stata completata, è possibile portare a bordo della barca tutti gli oggetti recanti il nuovo nome della vostra imbarcazione. Se è indispensabile organizzare la pittura del nuovo nome sulle fiancate o sullo specchio di poppa prima della cerimonia, assicurarsi che il nome non venga rivelato prima che la cerimonia sia finita, questo può essere coperto con un panno o altro materiale idoneo.

venerdì 26 marzo 2010

Il Ritratto di Dorian Gray


Grande Wilde, sicuramente un libro da leggere, tanti argomenti e un bagaglio di sensazioni su cui riflettere nel silenzio delle nostre navigazioni a vela. 
Ritengo che questo romanzo possa essere compreso nella sua totalità solo oggi, spogliato dagli inutili pregiudizi sulla omosessualità dell'autore, dalle frettolose condanne di decadentismo esasperato nonché dalla facile etichetta della critica alla società borghese di quei tempi. 
Ritengo invece il racconto altrettanto attuale oggi quanto allora. Wilde, come una lama affilata, penetra nell'animo del lettore scavando solchi profondi tra morale, coscienza e anima distinguendone le caratteristiche e identificandone la forma in maniera chiara ed inequivocabile. 
Nella cruda descrizione della realtà e della società il bene ed il male si confondono nel dramma di esistenze perse nella vita, tra le passioni e l'ipocrisia di un mondo che non riesce a scrollarsi di dosso il peccato, il male, stato in cui l'uomo non può far altro che soccombere. 
Certamente, nel suo spirito decadente, il romanzo sembra non lasciare speranza all'umanità e forse per questo criticato dai "benpensanti" di ieri come quelli di oggi. 
Al contrario io penso che la salvezza di ogni uomo, qualunque sia il suo credo o la sua fede, possa passare solo attraverso una piena consapevolezza dei propri limiti e del proprio essere. 
Troppo spesso le apparenze ingannano, anche e soprattutto se stessi, e se questa "ipocrisia" non viene percepita niente e nessuno potrà salvare l'uomo dall'autodistruzione. 
Il romanzo diventa quindi semplicemente un mezzo con il quale si apre un percorso di introspezione che già durante tutto il novecento abbiamo riscontrato nell'esistenzialismo ed in altre correnti letterarie ma che certamente sarebbe il caso riaprire, prima che altre tragedie possano devastare, come è già successo, anime vuote e preda del male che è in ognuno di noi.


venerdì 19 marzo 2010

Yacht of The Year 2010 - Seascape 18


Mentre l'Elena ordinava il salame all'Esselunga mi sono fermato a guardare qualche rivista, e che ti trovo? Il Seascape18, mi piace proprio parecchio, sembra che la filosofia del piccolo, economico, trasportabile, solo per piccole crociere giornaliere stia prendendo piede. Questo si porta con un carrello 750kg non frenato e poi è anche da corsa. Insomma da farci un pensierino: www.seascape18.com

Lunghezza: 5,50 m
Larghezza: 2,40 m
Pescaggio: 0,15 - 1,15 m
Peso: 450 kg
Deriva: 125 kg
Albero: 7,4 m in carbonio
Randa: 14,5 mq
Genoa: 8,5 mq

Una bella presentazione "croata": Newsletter-oct09






mercoledì 17 febbraio 2010

Slow is cool


Trova tempo per lavorare: è il prezzo del successo.
Trova tempo per pensare: è la fonte del potere.
Trova tempo per giocare: è il segreto dell’eterna giovinezza.
Trova tempo per leggere: è il fondamento della saggezza.
Trova tempo per l’amicizia: è la strada della felicità.
Trova tempo per sognare: è attaccare il tuo carro ad una stella.
Trova tempo per amare ed essere amato: è il privilegio degli dèi.
Trova tempo per aiutare gli altri: la giornata è troppo breve per essere avari.
Trova tempo per ridere: è la musica dell’anima.

(Saggezza irlandese)

La foto è stata rimediata dal sito delle Hansajolle, meravigliose barchine nordiche.

martedì 26 gennaio 2010

Le terre del Trasimeno

"Il territorio del Trasimeno ha mantenuto complessivamente una dimensione di armonia ambientale dove le dolci colline, il quieto specchio del lago, l’ulivo, la vite, la quercia, la torre, il castello, l’abbazia, hanno intessuto nel tempo una ragnatela sottile di relazioni di significati, tali da costituire la meta agognata per il visitatore attento alle vicende dell’uomo e della natura, da assaporare in piena tranquillità."

La mappa interattiva delle terre del Trasimeno:


Visualizza Le Terre del Trasimeno in una mappa di dimensioni maggiori

venerdì 22 gennaio 2010


giovedì 21 gennaio 2010

Il Manifesto dello Slow Sailing


Qualunque sia la tua barca, che sia a remi o uno yacht di lusso, è il rapporto con lei e con la natura che ti circonda che conta. Indipendentemente dal tempo che ci vivi, dal suo prezzo e dalle attrezzature che ci hai montato, la tua barca non è un altro dei tuoi numerosi possessi, ma piuttosto una piacevole compagna di viaggio con la quale è possibile conoscere la natura, il mare, l'acqua,il vento ma soprattutto te stesso.

Ci devi trascorrere del tempo a bordo della tua barca, anche se solamente in un porto. Fai parte del suo spazio, fai piccoli lavori a bordo, questo aumenterà il tuo senso di appartenenza e rafforzerà i legami con lei.

Dimenticati della fretta e delle preoccupazioni, lasciale sul molo quando alzi le vele. Naviga senza pensare a quando devi ritornare, come se tu stessi per partire per un lungo viaggio. Lascia a casa l'orologio e lascia che sia il sole a guidarti. Se ti dimentichi della velocità e del tempo rimani solo con lo spazio: la natura.

Naviga senza una rotta o una destinazione. Lascia che siano il vento e la tua barca a guidarti, ti porteranno dove essi vogliono. Non pensare alle miglia percorse o di quante ne dovrai ancora fare. Non andare da nessuna parte, vai solo a vela e goditi il momento.

Scollega l'elettronica e naviga come si faceva un tempo, impara a non dipendere dagli strumenti. Quando è stata l'ultima volta che hai preso in mano un goniometro? O hai osservato i movimenti del sole e delle stelle? Fai il punto della tua posizione e segnalo sulla carta. Dimenticati l'indicatore della velocità del vento, senti il vento sulla faccia. Impara l'arte della vela, diventata un vero marinaio.

Scollega il cellulare e spegni la musica, taglia il tuo legame con la terra. Ascolta la natura, l'onda di prua, il lembo della vela, il respiro del vento.

Non mettere il timone automatico, lascia che lo prenda qualcun altro. Quanto tempo è passato da quando sei rimasto disteso sul ponte o seduto a prua? Se sei da solo, lega la barra del timone, regola le vele e lasciati andare. Confida nel tuo equipaggio e sulla tua barca.

Scrivi il diario di bordo, descrivi i viaggi e la tua navigazione, dettaglia e annota i tuoi sentimenti. Poi ritorna sui tuoi appunti e rivivi l'esperienza. Condividi le tue esperienze con gli altri diversi da te in modo che possano migliorare anch'essi.

Corri, se è quello che ti piace, ma non per cercare una ricompensa. Vai, conosci la natura, la barca e te stesso. Non c'è nessuna ricompensa più stimolante di questa.

Non lasciare mai sola la tua barca, lei non ti abbandonerebbe mai.

Contempla la natura un po' per volta, lascia che il suo flusso di energia entri dentro di te e trasmettilo ovunque tu vada.

(Maldestramente tradotto da me medesimo)

Grazie Joan e Ben: The Invisible Workshop

martedì 5 gennaio 2010

Dehler Varianta VA18


Una bellissima barca, ancora troppo poco conosciuta per quello che è e quello che vale. Mi piace moltissimo:Varianta.info

Dehler Varianta VA18

Gesamtlänge 6,05m
Rumpflänge 5,75 m
LWL 4,78m
Breite 2,40m
Tiefgang 1,15m
Gewicht, leer 710kg
Passagehöhe/Mastlänge ca. 9,15m/8,1m
Aufrichtmoment: am Masttop ca. 40 kg bei 90 Grad Schräglage bei unbeladenem Schiff
Ballast 240 kg
Segelfläche 24m²
plus opt. Gennaker 29 qm
Schlafplätze: 2+2 (2 Vorschiffskojen >2m lang + 2 Hundekojen ca. 1,5 m)
Kajüthöhe: bis 1,3 m
Cockpitsitzbanklänge 2 m
KAtegorie C
Konstruktion Judel/Vrolijk Facelift Henrike Gänþ/Hoch5

Alcuni riferimenti per poterla vedere e apprezzare, vicino a noi è in vendita presso il concessionario del Viko (Deltania) che mi risultano essere persone serissime ed affidabili: Deltania.de

Bella fotogallery e prezzi (molto buoni) del rappresentante finnico: Marineparken.dk

Brochure: Varianta VA18

Brochure Berlino 2009: Brochure Varianta VA18 Berlino 2009


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